«Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,36)

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1 «Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,36) Testo tratto dall'osservatorio permanente promosso dall'associazione Antigone STRUTTURA - La struttura è praticamente nuova, si trova in un area industriale-artigianale extraurbana, prevalentemente circondata da capannoni e collegata con il resto della città da due autobus. Escludendo l area amministrativa, la struttura è composta da tre edifici: uno più piccolo per i semiliberi, uno maschile e uno femminile. Quest ultimo è suddiviso in due piani, ma dato l esiguo numero di detenute solo il primo piano è aperto. Il maschile è composto da tre piani. Ogni piano ha un piccolo ambulatorio e ogni braccio ha una piccola sala per la socialità (in cui c è solo un calcetto) e una lavanderia (a gettoni) e una spazio per le telefonate (con scheda prepagata). La distribuzione dei detenuti avviene generalmente in riferimento alla posizione giuridica e non per provenienza per evitare la formazione di sezioni etniche. Le celle sono pulite ed in ottime condizioni, con un angolo cottura con un lavandino in acciaio; sulla sinistra ci sono i letti, tre in tutto fissati al pavimento. Le pareti delle celle visitate risultano immacolate: pulite, senza nulla appeso né segni del passaggio dei detenuti. Il bagno è separato ed è munito di lavandino, water, doccia e bidet. È presente anche un interfono per poter comunicare con gli agenti e una TV fissata al muro e protetta da uno vetro. La metratura delle celle è di circa 18 metri quadri, che diventano 14,97 tolto il bagno e il mobilio d arredo. Le celle ospitano tutte due detenuti, anche se in tutte è presente la terza branda per le situazioni di emergenza. DETENUTI - L istituto ha una capienza regolamentare di 241 posti (compresi 20 posti per la sezione femminile e 20 posti per semi-liberi). La situazione non sembra presentare problemi relativi a situazioni di sovraffollamento. Il giorno della visita erano presenti 228 detenuti di cui 207 uomini e 21 donne. La composizione della popolazione detenuta vede una netta prevalenza di provenienti da paesi terzi, 161 il giorno della visita, circa il 70%. Nello specifico provenienti da: Tunisia 46, Marocco 35, Albania 26, Romania 10, Ex Yugoslavia 10, Nigeria 7, Altri (prevalentemente Afghanistan, Liberia e Costa d Avorio) 23. La struttura ospita un cospicuo numero di detenuti con una condanna definitiva, 169. Gli indagati in attesa di giudizio sono 32, gli appellanti 20 e i ricorrenti sono 7. I detenuti tossicodipendenti sono in tutto 35, non includendo gli alcool dipendenti, che cominciano ad aumentare negli ultimi anni. Da evidenziare che l alto numero di detenuti privi di fissa dimora, di reti sociali nel territorio e indigenti rende difficoltosa l applicazione dei benefici extramurari a causa della mancanza di riferimenti esterni dei detenuti (nel 2014 ha coinvolto 64 detenuti) e della detenzione domiciliare (16 detenuti nel 2014). Le origini geografiche e le condizioni socio economiche dei detenuti vengono descritte come uno dei principali problemi della realtà di Trento, assieme ad un territorio sempre meno ricettivo a causa della crisi. STAFF e VOLONTARI - Il personale di Polizia Penitenziaria è carente, è composto da 131 uomini e 26 donne a fronte di una pianta organica ottimale composta da 227 uomini e 49 donne, per un totale di 276. Il giorno della visita erano presenti 113 agenti uomini (16 erano distaccati in uscita e due distaccati in entrata) e 22 agenti donna (4 distaccate in uscita). Di fatto la maggior parte del controllo e della sorveglianza avvengono dalla rotonda attraverso l utilizzo di monitor e interfono. Tra gli operatori sono presenti 4 funzionari giuridico pedagogici, più un collaboratore. Non ci sono mediatori culturali ma una seria di sportelli informativi proposti da varie associazioni e dedicati agli stranieri, alle questioni previdenziali, ai dimittendi, al versante delle dipendenze. Anche per quello che riguarda il personale di area educativa vengono lamentate carenze, in particolare determinate dalla riduzione di personale dell'uepe ( sono 20 anni che non fanno un concorso ): gli assistenti sociali di tale struttura sono stati costretti a limitare la loro attività per le persone detenute alla semplice verifica dei riferimenti familiari e occupazionali segnalati dal carcere, escludendo l effettuazione di

2 colloqui anche di conoscenza con i detenuti e, più in generale, ogni attività professionale per i ristretti privi di riferimenti esterni. EVENTI CRITICI - Nel 2014 la struttura ha visto due suicidi (il 23 luglio 2014 e l ultimo il 1 settembre 2014), e un decesso per cause naturali (novembre 2013). Le cause sono da ricercare, secondo gli accompagnatori, nelle condizioni di disagio sociale e psichico in cui versavano i soggetti prima dell ingresso in carcere e da problemi di tossicodipendenza. In particolare l ultimo ha avuto problemi familiari che lo hanno spinto al suicidio. Tali problemi erano stati manifestati da una serie di lettere scritte a differenti figure istituzionali. Il Comandante sottolinea come da qualche mese si sia corsi ai ripari cercando di prevenire il suicidio. In particolare gli oggetti affilati per la cura del corpo (ad esempio lamette da barba) vengono distribuite la mattina e ritirate dopo un ora per evitare che vengano usate per altri scopi. Da gennaio ad ottobre 2014 si sono registrati 41 episodi critici (oltre ai suicidi) fra cui: tentati suicidi, autolesionismo, manifestazioni di protesta, atti di aggressione. SANITÀ - I medici sono quelli del pronto soccorso cittadino, che svolgono il loro servizio in carcere a rotazione (11 ore al giorno), garantendo gli stessi livelli di prestazione dell esterno. Con il pronto soccorso c è una linea preferenziale per le emergenze. Le visite dello psichiatra sono una volta alla settimana come quelle del medico del sert. Le patologie maggiormente presenti sono quelle psichiatriche e quelle legate all abuso di droghe e alcool (precedenti all ingresso in carcere). Come forma di prevenzione è stato proibita la somministrazione di alcool e c è un attenzione particolare al fatto che non venga prodotto in proprio. Inoltre è prevista la creazione di un gruppo di auto-mutuo aiuto per alcolisti. QUOTIDIANITA DETENTIVA E ATTIVITA - Ogni detenuto, una volta arrivato nella struttura, viene sottoposto a visita medica e ad un colloquio con un educatore entro 48 ore. I colloqui con i familiari hanno luogo due volte alla settimana ed è possibile effettuare telefonate con scheda prepagata. Vengono distribuite ai detenuti appena arrivati due piccole linee guida con il regolamento interno, la carta dei diritti dei detenuti e un altro opuscolo con i servizi territoriali per i detenuti. Le guide ai servizi e carta dei diritti sono disponibili in italiano, inglese, arabo e rumeno, la guida alle opportunità del territorio è in italiano. I detenuti vengono divisi nelle sezioni in base alla propria posizione giuridica ed all interno di questa scelgono in quale cella preferiscono stare. Come detto in precedenza a seguito dell alta tecnologia che caratterizza questa struttura unita alla carenza di personale di polizia penitenziaria le interazioni tra personale all interno delle sezioni sono poche. Durante la giornata, inoltre, vengono garantite 4 ore di aria, due la mattina e due il pomeriggio. Da qualche mese le celle vengono aperte dalle 8.30 alle 18.30, con interruzione durante il pranzo, dalle 12 alle 14. All interno dell istituto per i detenuti delle sezioni maschili sono stati organizzati: due laboratori teatrali organizzati in due gruppi che hanno coinvolto circa 20 detenuti da gennaio fino a ottobre Un terzo è in corso nel corrente novembre, e si concluderà con lo spettacolo finale del 13 dicembre. Sono stati inoltre organizzati un corso di scacchi, tre laboratori di pittura, un laboratorio di arte e fede, uno di auto mutuo aiuto, uno di bricolage. Per le detenute della sezione femminile sono stati organizzati: un laboratorio di acconciatura ed estetica, un corso di arte e fede, bricolage e danzaterapia. Viene infine pubblicato un giornalino del carcere, intitolato Dentro. Parole dal carcere a cui collaborano sia detenuti che detenute. La sezione maschile usufruisce inoltre di palestra e campo da calcio a rotazione per le sezioni. È presente una doppia biblioteca sia al maschile che al femminile. Visita effettuata in data 6 novembre 2014, da alcuni membri dell'associazione Antigone. per maggiori informazioni

3 Servizio carcere Caritas di Trento Dal 2012, grazie ad un gruppo di 8 volontari, siamo in contatto con i detenuti del nuovo carcere di Spini di Trento. Questi sono tra le persone più in difficoltà tra i reclusi, quelli con una rete sociale e familiare debole o inesistente. I volontari ogni settimana entrano in contatto con loro grazie a dei colloqui e portando alcuni beni di prima necessità. Questi incontri, semplici ma costanti nel tempo, contribuiscono a costruire relazioni di fiducia e tavolta di amicizia con molte delle persone che incontriamo. Cercare di alleviare la solitudine e alcune difficoltà concrete può aiutare a maturare la speranza di poter ricominciare a vivere una vita normale Nel corso del 2014 le persone incontrate dal servizio Carcere della Caritas di Trento sono state 336, con un aumento rispetto al 2013 durante il quale sono state incontrate 282 persone. In aumento sia gli italiani che gli stranieri: gli italiani sono passati da 79 a 90, mentre gli stranieri sono passati da 203 a 246. Come per gli anni precedenti, la maggior parte delle persone incontrate è di genere maschile, questo dato è strettamente collegato alla capienza generale (la casa circondariale di spini ospita prevalentemente uomini), le femmine aiutate sono state 29, mentre gli uomini sono stati 307. Persone incontrate per macro-area Macro-area Femmine Maschi Totale Maghreb Italia Unione Europea Europa Orientale Africa sub-sahariana Medio-oriente 6 5 Sud America 3 3 Totale Analizzando le età emerge una presenza decrescente mano a mano che l'età aumenta; questo è particolarmente influenzato dalle giovani età dei detenuti stranieri, mentre se si sposta l'attenzione sugli italiani emerge una presenza nelle diverse classi di età meno costante: in base alle nazionalità, comunque, gli stranieri risultano più presenti nella fascia di età fra i 18 e i 29 anni, mentre gli italiani risultano più presenti nella fascia di età fra i 30 e i 39 anni. Classi di età dei detenuti incontrati nel corso del 2014 italiani stranieri totale dai 18 ai 29 anni dai 30 ai 39 anni dai 40 ai 49 anni dai 50 ai 59 anni oltre i 60 anni non rilevato totale

4 Le richieste inoltrate ai volontari sono state 876, con un aumento del +34%. La maggior parte di queste richieste è stata inoltrata in detenzione, mentre 21 domande sono state inoltrate al momento dell'uscita dal carcere. Richieste inoltrate nel corso del 2014 Richieste in detenzione Totale vestiario 443 igiene personale, bagno, doccia 412 Richieste in post detenzione ascolto 17 biglietti per viaggio 3 mobilio, attrezzatura per la casa 1 Totale 876 La vita del carcere rende molto vulnerabili e fragili anche coloro che, all apparenza, sono degli omoni grandi e forti, a cui nulla sembra far paura. E invece spesso ci confidano di aver paura di riprendere a fare le cose più ordinarie, anche solo riuscire a prendere un treno, a sapere dove andare, cosa fare. Sono talmente abituati a svolgere solo ciò che gli vien detto di fare da qualcun altro, o a dover chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa, che dimenticano cosa significa vivere con la propria autonomia! Le difficoltà che i carcerati vivono ogni giorno sono innumerevoli: principalmente, il come trascorrere le giornate, senza cadere nella depressione a forza di pensare alle proprie sventure e sofferenze. Il tempo scorre molto lentamente, le giornate sono assai ripetitive, soprattutto per chi non ha la possibilità di scambiare qualche parola con i proprio compagni di cella o di sezione, perché parlano altre lingue, provengono da altre culture e tradizioni, sono fedeli di altre religioni, oppure per chi non è impegnato in qualcuno dei corsi scolastici o laboratori, o in qualche piccolo servizio/lavoro (come portavitto, scopino, in lavanderia, in cucina, magazzino, ecc. ), che viene distribuito a turno per periodi di 2 mesi. Non entriamo in carcere per giudicare, non è il nostro compito (che lasciamo volentieri a chi il giudice lo fa di mestiere!!) e non ci viene nemmeno in mente di chiedere per quale reato siano dentro. La presenza di noi volontari fra di loro è solo il tentativo di non farli sentire degli esclusi dal resto del mondo. Non facciamo nulla di speciale, ma ci rendiamo conto che basta così poco: un po di attenzione, una parola, un sorriso, per trasmettere un briciolo di speranza e risollevare a volte il morale. Nei loro confronti ci poniamo con profondo rispetto e, a volte, con il semplice silenzio, nella consapevolezza che nessuno di noi può dire di non aver mai sbagliato nulla, né di sentirci migliori di loro. Rimango spesso assai sorpresa ed ammirata per la sensibilità che parecchi di loro hanno. Si tengono sempre informati, attraverso i telegiornali, di quanto succede fuori e si sdegnano e soffrono per le calamità o sciagure che colpiscono persone, o popolazioni; anche nei confronti di noi volontari: si informano su come stiamo, sulla salute dei volontari assenti, ecc. E per la creatività artistica: musicale, poetica, pittorica, manuale (dovreste poter ammirare certi disegni o ricambi che creano e le meravigliose, quanto originali statue, che hanno preparato nel corso del laboratorio che abbiamo svolto nei mesi estivi e per allestire e rallegrare un presepio davvero speciale) E per l intelligenza brillante, non di rado superiore alla media! I laboratori sono spesso occasione di confronto, di un raccontarsi, un aprirsi gli uni agli altri in qualche ora di libertà. Per questo e molto altro quando, dopo un incontro, esco da quel luogo, provo un profondo senso di gratitudine e mi sento fortunata perché torno nel mondo un po più ricca di quando sono entrata. (Cristina, volontaria del Servizio Carcere della Caritas di Trento)

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