4/AO. 3 "L'applicazione dell'indulto con la sentenza di condanna è connotatata da un carattere di

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Margherita Corsini
8 anni fa
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4 volta dopo cumulate le pene; è, tuttavia, pacifica la possibilità di applicazione anche in sede di cognizione nella fonna che ha assunto la denominazione di indulto improprio. Dall'insieme delle disposizioni discende che la sede propria di applicazione del'indulto è quella esecutiva e che il giudice della cognizione può decidere con autorità di giudicato sul diritto al beneficio, non anche sulla entità della pena condonabile, la cui quantificazione è riservata alla fase esecutiva L'indulto è applicato dal giudice dell'esecuzione con ordinanza motivata (art. 125 comma 3 c.p.p.), di natura dichiarativa (essendosi l'effetto estinitivo verificato ex lege con l'entrata in vigore del provvedimento di clemenza) all'esito di un procedimento che ai sensi dell'art. 672 comma 1 c.p.p. deve svolgersi nelle forme de plano di cui all'art. 667 comma 4 c.p.p. La previsione del procedimento senza formalità comporta che il giudice dell'esecuzione può procedere alla applicazione della causa estintiva di iniziativa anche senza formale richiesta da parte del condannat o del p.m.4 Solo in caso di contrasto sulla applicabilità del condono o sulla misura spettante il procedimento dovrà svolgersi nelle forme dell'incidente di esecuzione previste dall'art. 666 comma 3 c.p.p., nel contraddittorio tra le parti 2.3 Nel caso di concorso di pene, l'indulto deve essere applicato una sola volta sulla pena cumulata (art. 174 comma 2 C.P.); concorrendo pene condonabili e pene non condonabili (perché inflitte in relazione a reati oggettivamente esclusi dal beneficio o commessi al di fuori dei limiti temporali previsti nel provvedimento di condono) deve, pertanto, procedersi a due separati provvedimenti di unificazione (di cui uno relativo alle pene condonabili ed uno relativo alle pene non condonabili) per poi procedere al cumulo definitivo delle pene da espiare. 2.4 L'applicazione provvisoria dell'indulto da parte del pubblico ministero è prevista dall'art. 672 comma 3 c.p.p., con una disposizione espressione del principio generale di immediata applicabilità delle cause di estintizione del reato o delle pene. L'applicazione della causa estintiva da parte del pubblico ministero prima della formale declaratoria del giudice dell' esecuzione è regolamentata con precisi limiti: può aversi solo per la pena detentiva (non quindi per la pena pecuniaria; tantomeno per le pene accessorie eventualmente comprese nel provvedimento di clemenza); solo per la pena per la quale sia in corso l'espiazione, anche in misura alternativa; l'applicazione provvisoria riguarda espressamente sia la pena originaria, sia la eventuale pena sostitutiva. La disposizione affida al p.m. la applicazione provvisoria dell'indulto (e della amnistia) con il termine '~uò ", da intendersi, tuttavia, non come potere discrezionale del p.m., quanto piuttosto come potere-dovere di verifica e valutazione delle condizioni richieste (pena detentiva in espiazione), in presenza delle quali il provvedimento di scarcerazione deve considerarsi dovuto. 3 "L'applicazione dell'indulto con la sentenza di condanna è connotatata da un carattere di essenziale provvisorietà ed essendo l'impugnazione ammissibile solo in ordine alla concessione o al diniego del beneficio è sempre possibile, in sede esecutiva, eliminare errori per quanto attiene la determinazione della misura dell'indulto" Gass. sez. I, , imputato Salomone, riv " L'art. 672 comma primo c.p.p., innovando la disciplina prevista dall'art. 593 commi primo e terzo c.p.p. previgente prevede l'applicazione dell'amnistia e dell'indulto da parte del giudice dell'esecuzione "senza formalità" e, quindi, senza necessità di formale richiesta da parte dei soggetti interessati; solo nel caso in cui l'esecuzione della pena sia terminata è necessaria, ai sensi del quarto comma dell'art. 672, la richiesta del condannato, ciò che è conseguenza dell'interesse meramente morale ad ottenenere il beneficio e, quindi l'assenza di una qualsiasi concreta incidenza sulla esecuzione della pena." Gass. Sez. I, n. 412, n. riv /AO

beneficio, non anche sulla entità della pena condonabile, la cui quantificazione è riservata alla fase esecutiva.3 2.2 L'indulto è applicato dal giudice dell'esecuzione con ordinanza motivata (art.

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