Relazione finale sul progetto didattico: Chi ha paura del lupo?

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1 Premessa. Relazione finale sul progetto didattico: Chi ha paura del lupo? Il percorso didattico Chi ha paura del lupo? nasce dalla convinzione che i bambini hanno un particolare interesse per la fiaba che, meglio di qualsiasi altro testo narrativo, parla con un linguaggio vicino al loro mondo interiore. Le fiabe hanno accompagnato la mia infanzia e conservo nella mente e nel cuore le mille sensazioni ed emozioni provate nell ascoltare queste storie fantastiche; credo veramente che ci sia un significato più profondo nelle fiabe che mi furono narrate nella mia infanzia che nella verità qual è insegnata dalla vita. 1 Nel corso della mia carriera professionale ho avuto modo di trasmettere il mio amore per la fiaba ai miei piccoli alunni ricevendo sempre importanti conferme in merito al valore di questa opera d arte. Il progetto si è posto l obiettivo di offrire al bambino la possibilità di trovare nella fiaba soluzioni ai suoi problemi e alle sue paure e di acquistare, mediante processi di identificazione, fiducia in sé stesso; promuovere l acquisizione di competenze e abilità, lo sviluppo della socializzazione, dell apprendimento collaborativo, della creatività, attraverso l uso di linguaggi diversi per raccontare la fiaba; guidare i bambini alla scoperta della struttura della fiaba interiorizzandone le sue caratteristiche universali e costanti. Destinatari del percorso didattico e insegnanti coinvolti nella programmazione, realizzazione e documentazione del percorso. Destinatari del percorso didattico sono stati gli alunni appartenenti a due differenti ordini di scuola dell Istituto Comprensivo L. Da Vinci di Decimomannu: 26 alunni, che compongono la sezione F, al secondo anno di frequenza della Scuola dell Infanzia; 21 alunni che frequentano la classe seconda della Scuola Primaria con i quali, nell anno scolastico 2008/2009, è stato realizzato il progetto Giochiamo con la fiaba per nell ambito delle attività del primo anno del DOL ( Progettazione di un esperienza didattica-base ). L intervento formativo è stato realizzato dalle insegnanti della sezione F: Peddis M. Cristina (docente iscritta al 2 anno del DOL, Classe F2); Corrias Simonetta (docente iscritta al 2 anno del DOL, Classe F2). 1 Friedrich Schiller, I Piccolomini, III, 4 1

2 L articolazione del percorso didattico: contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità, strumenti e protagonisti. Il percorso didattico è stato realizzato nell arco di tre mesi, dall ultima settimana di settembre all ultima di dicembre, utilizzando tutti gli spazi della scuola: spazio sezione, salone, aula multimediale, aula lettura, che hanno assunto una diversa fisionomia in relazione alla tipologia del lavoro. Protagonisti del percorso didattico sono stati gli alunni appartenenti a due differenti ordini di scuola: un gruppo di alunni di 4 anni della Scuola dell Infanzia (sezione F); un gruppo di alunni di 7 anni della Scuola Primaria (gli ex alunni della sezione F). La scelta dei protagonisti risponde all esigenza di proseguire con lo stesso gruppo di alunni l esperienza iniziata nell anno scolastico 2008/2009; al bisogno di creare nuovi contesti di apprendimento collaborativo utilizzando la fiaba come strumento di raccordo tra i due ordini di scuola. L articolazione del percorso didattico ruota intorno a questa scelta e alla convinzione che i bambini sviluppano maggiormente competenze e abilità se sostenuti e guidati da persone più esperte di loro, coetanei e/o adulti. Gli alunni di sette anni sono stati per i bambini più piccoli un formidabile esempio e sostegno: con la loro costante e discreta presenza hanno sostenuto il processo conoscitivo dei bambini più piccoli, aiutandoli ad impadronirsi delle cose che sonnecchiano nell alba della loro conoscenza" 2 Una caratteristica fondamentale del progetto è rappresentata dalla modalità di introduzione dei singoli nuclei tematici di cui esso si compone: ogni nucleo è stato introdotto e presentato ai bambini della Scuola dell Infanzia dai compagni più grandi, attraverso una lettura o una drammatizzazione. Questa modalità ha rafforzato nei bambini più grandi il senso di responsabilità e in quelli più piccoli ha suscitato prima la curiosità e in seguito l attenzione e l interesse per gli argomenti proposti. Nell ottica dell apprendimento collaborativo, dopo aver introdotto i diversi nuclei tematici, i bambini dei due ordini di scuola hanno lavorato insieme al processo di costruzione di nuove conoscenze: hanno imparato a lavorare con altri e hanno imparato dal confronto con altri in un clima relazionale positivo che ha generato fiducia, responsabilità e stima reciproca. Nella trattazione dei singoli nuclei tematici i bambini hanno poi lavorato anche separatamente, divisi in gruppi, di livello e compito. La fase dell ascolto e della narrazione Ogni nucleo tematico ( Cappuccetto Rosso ; I tre porcellini ; Sono io il più bello ; Sono io il più forte ) è stato introdotto da una lettura e/o drammatizzazione da parte degli alunni della Scuola Primaria in un contesto che ha in sé echi dell oralità primaria. 3 2 Kahlil Gibran, Il Profeta, Milano, Baldini Castoldi Dalai ed., Modulo DOL: Comunicazione e comunicazione e Nuove Tecnologie. 2

3 Il gruppo di bambini seduti ad ascoltare ed osservare gli attori che raccontano una fiaba ricorda il gruppo di persone riunite attorno al focolare a raccontare ed ascoltare storie meravigliose si tratta di un esperienza di ascolto partecipato in uno spazio concreto e in un tempo presente. Al termine di ogni singolo momento introduttivo, nei giorni immediatamente seguenti, i bambini più piccoli hanno dato vita alle prime ri-produzioni orali: nel loro desiderio di giocare a raccontare, attraverso la drammatizzazione, le fiabe ascoltate, si legge il bisogno di trovare nella fiaba soluzioni ai problemi e alle paure. Nelle produzioni orali ciascun bambino è stato condizionato dal suo mondo interiore e ha fatto suo, ripetendo o tacendo, ciò cha ha colpito la sua sfera emotiva: paure, angosce, conflitti. 4 La fiaba ha, infatti, la peculiare caratteristica di non rendere esplicita una morale: lascia a noi ogni decisione, e ci permette anche di non prenderne nessuna. Sta a noi applicare la fiaba alla nostra vita o semplicemente godere delle cose fantastiche che ci racconta. Il nostro diletto è ciò che ci induce a coglierne a tempo debito i significati nascosti, che possono riferirsi alla nostra esperienza di vita e al nostro stadio di sviluppo personale. 5 La fase dell analisi All esperienza di ascolto e prima produzione orale dei bambini è seguita, per ogni nucleo tematico, la fase di analisi del testo attraverso l utilizzo di linguaggi diversi. L analisi del testo si è basata inizialmente sull individuazione delle caratteristiche dei personaggi e degli ambienti della fiaba che i bambini hanno rappresentato graficamente e definito con un aggettivo o una frase. Le caratteristiche dei personaggi sono state anche raccontate attraverso delle simpatiche filastrocche che i bambini hanno memorizzato e registrato con il software Audacity. Nell ottica della continuità e dell arricchimento delle esperienze vissute in sezione e di ampliamento delle possibilità di esplorazione e costruzione del sapere è stato utilizzato, già nel primissimo periodo di attività, il laboratorio multimediale dove i bambini più piccoli, sostenuti da quelli più grandi, hanno scoperto la LIM e utilizzato specifici software di grafica, Paint, Tux Paint, Drawing for children, per rappresentare personaggi e ambienti della fiaba, e navigato nel sito acolore.com per colorare le sequenze della fiaba I tre porcellini. L attività di analisi del testo è proseguita con 4 Nel gioco di drammatizzazione della fiaba Cappuccetto Rosso le bambine hanno avuto difficoltà ad immedesimarsi nel ruolo della nonna (il primo personaggio ad essere divorato dal Lupo!!!) e hanno partecipato a patto che tenessero in mano il burattino della nonna (così nel gioco il lupo avrebbe divorato il burattino e non loro!!!). 5 Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Usi, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Milano, Feltrinelli,

4 la rappresentazione delle sequenze delle fiabe ( Cappuccetto Rosso e I tre porcellini ) utilizzando tecniche e materiali diversi. La strutturazione del lavoro, con la suddivisione dei bambini in gruppi e con la presenza, in ogni gruppo, di uno o due alunni-tutor, ha favorito lo spirito collaborativo e il potenziamento della capacità di lavorare insieme per un fine comune: la ricostruzione della fiaba finalizzata ad una rilettura della stessa anche attraverso la multimedialità. la realizzazione dei personaggi ( Sono io il più bello ; Sono io il più forte ) con il cartoncino e i bastoncini da utilizzare poi nelle attività di drammatizzazione. Il processo di interiorizzazione della fiaba ha utilizzato poi il linguaggio corporeo per ripercorrere il viaggio di Cappuccetto Rosso nel bosco; dei tre porcellini che spensierati vanno a conoscere il mondo : dei tre porcellini che, trovato uno spazio dove costruire le casette, trasportano i materiali. Attraverso il linguaggio corporeo i bambini hanno avuto la possibilità di esprimere emozioni e sentimenti; rafforzare la coordinazione dinamica generale. Il gioco di simulazione è proseguito poi nell aula multimediale: utilizzando Software specifici per lo sviluppo della coordinazione oculo manuale (Gcompris 5, Scuola Gnomi, Gioca spazio tempo) i bambini hanno ripercorso il viaggio di persone e/o oggetti da un luogo all altro, rafforzato le capacità mnemoniche e l acquisizione dei concetti spazio temporali. L analisi del testo ha utilizzato poi il linguaggio teatrale (teatro dei burattini e delle ombre), tanto amato dai bambini, per raccontare le fiabe. Questa attività ha permesso ai bambini di acquisire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e ha agevolato il naturale desiderio al fare costruttivo potenziando le loro capacità mnemoniche di cui hanno dato grande prova durante le registrazioni dei file audio. Il testo è stato poi analizzato con il linguaggio musicale allo scopo di individuare i suoni e le melodie che maggiormente potevano esprimere le situazioni ambientali ed emotive delle fiabe. Per la fiaba Cappuccetto Rosso si è scelto un canto che ne racconta i vari momenti. Per la fiaba I tre porcellini abbiamo utilizzato i metallofoni, il triangolo, i legnetti, i campanellini, i tuboing, ma anche oggetti e materiali di recupero come i fogli di un giornale, per trovare un suono che esprime la 4

5 spensieratezza dei tre porcellini; le loro reazioni all arrivo del lupo; la forza del lupo e la sua successiva sconfitta; il lieto fine della fiaba. I bambini hanno anche imparato il canto I tre porcellini la cui melodia ha accompagnato i diversi momenti di lavoro. L analisi del testo allo scopo di individuare la struttura della fiaba e passare poi dalla fase di analisi a quella di produzione del testo ha visto i bambini protagonisti nell aula multimediale dove hanno utilizzato software specifici per la conoscenza della struttura della fiaba: La storia di Cappuccetto Rosso (Ed. Erickson) Costruisci una fiaba ( Cappuccetto Rosso ( htm) e materiali didattici preparati dall insegnante: Power Point della fiaba I tre porcellini dove sono state inserite alcune varianti. In questa fase i bambini dei due ordini di scuola hanno, come sempre, lavorato sia insieme che divisi in gruppi di livello e compito. Nelle attività che hanno svolto insieme i bambini più grandi hanno fatto conoscere ai piccoli la struttura della fiaba, guidandoli nel gioco di scoperta delle funzioni della fiaba ( Cappuccetto Rosso ), e inventando nuove fiabe con il software Costruisci una fiaba : i bambini piccoli hanno scelto le immagini e i grandi hanno scritto i testi. Nelle attività che hanno svolto separatamente, i bambini della Scuola dell Infanzia hanno utilizzato il software Erickson per giocare a Cappuccetto Rosso eseguendo una serie di attività che hanno contribuito, oltre che ad interiorizzare i contenuti del testo, a rafforzare capacità mnemoniche e abilità logico matematiche; utilizzato un ppt costruito con le sequenze della fiaba da loro stessi realizzate dove sono state introdotte due varianti per far capire il ruolo svolto nelle fiabe dall antagonista e dall aiutante. In questa fase di scoperta i bambini sono stati lasciati liberi di discutere senza l intervento dell adulto: la discussione, ripresa dalla videocamera posizionata dietro di loro, ha fatto emergere più punti di vista e ha rafforzato la capacità di rispettare il punto di vista degli altri. I bambini sono stati semplicemente stupendi e bravi nel cogliere il significato di quanto stavano manipolando : le riprese, inserite nel ppt che documenta l intero lavoro svolto, pur non essendo di ottima qualità, parlano da sole I bambini della Scuola Primaria invece hanno svolto separatamente un lavoro di analisi del testo Cappuccetto Rosso ripassando gli studi sulla fiaba di Propp; 5

6 individuando le funzioni presenti nella fiaba; selezionando le fotografie, fatte durante lo sviluppo del percorso, che rappresentano tali funzioni; schematizzando le funzioni con un programma di video scrittura. Il lavoro svolto è stato poi socializzato e presentato ai bambini più piccoli. La fase della lettura Questa attività era stata intesa come momento propedeutico alla lettura che poi i bambini della Scuola Primaria avrebbero dovuto effettuare a scuola per i bambini più piccoli; ma, essendo la programmazione uno strumento flessibile, la griglia è stata integrata sulla base delle esigenze manifestate dagli alunni nel corso dello svolgimento del percorso. Il momento della lettura a casa è diventato, infatti, molto di più di un momento propedeutico! I bambini hanno manifestato il desiderio di voler leggere nuovi libri oltre a quelli che hanno costituito le tappe principali del percorso didattico. Il mio compito è stato quello di ascoltare e vedere le tracce dei bambini, utilizzando le informazioni di ritorno per progettare nuovi interventi. Così, all interno della scuola dell infanzia, è nata una piccola biblioteca a tema (il lupo!!!) con un sistema di prestito gestito dagli stessi alunni: il bambino che prendeva in prestito un libro si impegnava a portarlo alla scuola primaria al termine della lettura e a consegnarlo ad un compagno che a sua volta lo teneva in prestito per alcuni giorni per poi consegnarlo ad un nuovo compagno. Anche con i bambini più piccoli è stato progettato un nuovo intervento quando ci siamo recati nell aula lettura per svolgere le attività nel piccolo gruppo, abbiamo iniziato a ritagliarci un tempo per la lettura di nuovi libri. Lettura effettuata dall insegnante e poi, sempre più spesso, dagli stessi bambini. È stato bellissimo ed emozionante vedere i piccoli bambini di quattro anni leggere nuovi libri Ho assecondato questa naturale propensione, facendo diventare questo momento una costante del nostro percorso, consapevole del fatto che le pratiche di narrazione e ascolto partecipato costituiscono una condizione e un contributo essenziale per promuovere la lettura. Ho capito quanto importante sia considerare la lettura come un attività gratuita, auto remunerante, senza dover necessariamente chiedere sempre ai bambini qualcosa in cambio (rappresentazioni grafiche, verbalizzazioni) perché leggere non conosce imperativi, come i verbi sognare ed amare. 6 La fase della produzione Anche in questa fase il ruolo da me svolto è stato quello di sostenere il processo conoscitivo del bambino senza mai sostituirmi a lui. Con i bambini della Scuola dell Infanzia, utilizzando molti spunti offerti dall opera di Rodari, si è sviluppato un percorso fantastico dove, appunto, la fantasia ha spiccato le ali Sono stati, in particolare, tre i momenti di produzione di nuove fiabe: 6 Daniel Pennac, Come un romanzo, Milano, Feltrinelli,

7 I dadi delle fiabe : attraverso tre dadi, raffiguranti, rispettivamente, personaggi, pericoli, aiutanti, i bambini hanno giocato ad inventare nuove fiabe. Il gioco ha previsto la partecipazione di tre bambini alla volta: il primo bambino lancia il dado dei personaggi e inizia il racconto C era una volta ; il secondo bambino lancia il dado dei pericoli e continua il racconto Ma un brutto giorno ; il terzo bambino lancia il dado degli aiutanti e conclude il racconto Per fortuna arrivò. Il binomio fantastico : utilizzando due immagini per volta, raffiguranti elementi senza alcuna relazione tra loro, i bambini si sono divertiti a inventare storie fantastiche!!!. Il cerchio magico : i bambini hanno utilizzato un pupazzo, al quale hanno anche dato un nome, Coccolino!!!, per inventare nuove fiabe. Le regole del gioco: il bambino che ha in mano il peluche inizia il racconto; poi passa il pupazzo al bambino seduto accanto che deve continuare il racconto tenendo conto di quanto è già stato detto. Il gioco ha un altra regola:: nella fiaba deve essere presente la figura del lupo! Alcune delle fiabe inventate, per le quali i bambini hanno anche realizzato i disegni e registrato gli audio, sono state poi inserite dai bambini della Scuola Primaria nel libro I bambini Racconta fiabe. L apprendimento collaborativo è stato fondamentale e l attività, coinvolgendo contemporaneamente l area cognitiva, espressiva ed affettiva, ha contribuito a far raggiungere al bambino avvertibili traguardi di sviluppo in ordine all identità, all autonomia e alle competenze. Sempre seguendo gli esempi di Rodari ho proposto ai bambini il gioco Cappuccetto Rosso in elicottero e ho misurato la capacità dei bambini di reagire a un elemento nuovo e inatteso. Ma i bambini non erano pronti per questo gioco I bambini, quanto a storie, sono abbastanza a lungo conservatori. Le vogliono riascoltare con le stesse parole della prima volta, per il piacere di riconoscerle, di impararle da cima a fondo nella giusta sequenza, di riprovare le emozioni del primo incontro, nello stesso ordine: sorpresa, paura, gratificazione. Essi hanno bisogno di ordine e di rassicurazione: il mondo non deve allontanarsi troppo bruscamente dai binari sui quali, con tanta fatica, lo vanno avviando. 7 Anche con i bambini della Scuola Primaria, utilizzando gli spunti offerti dall opera di Rodari e da quella di Propp, si è sviluppato un percorso fantastico e, anche con loro, la fantasia ha spiccato le ali I momenti dell attività sono stati Creazione di nuove fiaba utilizzando le Carte di Propp. Utilizzando le Carte di Propp, da loro stessi colorate due anni fa, rappresentanti le funzioni della fiaba, i bambini, divisi in piccoli gruppi, hanno giocato a creare fiabe sempre diverse. Le regole stabilite per questa attività sono: Suddivisione dei compiti: 7 Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi,

8 1 componente inventa l inizio 1 descrive personaggi e ambienti 1 componente inventa il problema 1 componente inventa il finale. Nella fiaba deve essere presente la figura del lupo. Per ognuna delle fiabe inventate i bambini hanno realizzato i disegni e registrato gli audio. Con le fiabe inventate hanno poi creato il libro elettronico I bambini Racconta fiabe. Creazione dei libri elettronici. Utilizzando le immagini e gli audio prodotti in questi mesi di attività i bambini, utilizzando il software Primi Libri hanno realizzato cinque libri elettronici contenenti le fiabe ri-narrate e inventate dai bambini: Cappuccetto Rosso I tre porcellini Il più bello sono io Il più forte sono io I bambini Racconta fiabe Aspetti caratteristici dell articolazione del percorso didattico: vantaggi e difficoltà incontrate. La scelta di articolare il percorso didattico sull analisi delle fiabe ha avuto il vantaggio di consentire al bambino di cogliere il significato più profondo di questa opera d arte concedendogli il tempo necessario per chiarire a sé stesso, attraverso un linguaggio non realistico, i processi inconsci [ ] attraverso immagini che parlano direttamente al suo inconscio 8, attraverso una successione di attività diversificate e l utilizzo di strumenti diversi, non ultime le nuove tecnologie. Il percorso didattico, coinvolgendo alunni appartenenti a due ordini di scuola diversi, ha favorito l apprendimento collaborativo nel piccolo e nel grande gruppo, in relazione alla tipologia delle attività e alle caratteristiche individuali dei bambini. Talvolta è stato difficile riuscire a trovare la necessaria armonia tra la dimensione metodologica e la dimensione organizzativa soprattutto perché nello stesso arco temporale sono stati realizzati, con gli stessi alunni, due progetti legati al DOL che, in virtù di questo, hanno avuto un impostazione metodologica per molti versi simile e il cui sviluppo ha richiesto l utilizzo degli stessi spazi e, in parte, degli stessi strumenti. A questo si aggiunge il fatto che le attività con il coinvolgimento simultaneo dei due ordini di scuola sono iniziate con un certo ritardo rispetto a quanto programmato e questo ha 8 B. Bettelheim, op. cit. 8

9 comportato un grosso sacrificio in termini di tempo trascorso a scuola oltre il normale orario di servizio e un notevole sforzo per riuscire a raggiungere l obiettivo di dare a tutti gli alunni pari opportunità. Ma aver lavorato con una collega che, come me, segue lo stesso percorso di formazione, ha reso meno tortuose le difficoltà incontrate e, nonostante il grande sacrificio, siamo riuscite ad organizzare spazi e tempi in maniera ottimale. È mancato però il tempo per vivere insieme le diverse fasi di lavoro in quanto l organizzazione che abbiamo dovuto adottare, a causa dei ritardi nell inizio delle attività, non ci ha consentito di lavorare insieme in maniera costante: le nostre giornate sono state articolate in modo tale che ci fosse sempre una suddivisione nell utilizzo degli spazi e un alternanza dei gruppi. Spesso abbiamo utilizzato i momenti del pranzo in mensa o le conversazioni a distanza quando si rientrava a casa per fare il punto della situazione. Le difficoltà incontrate e affrontate hanno comunque rafforzato un legame professionale caratterizzato dalla condivisione e dalla stima reciproca. Il tempo, il poco tempo, è stato l elemento negativo di questa esperienza È mancato, ad esempio, il tempo per rivivere insieme a tutti i bambini l intero percorso: anche se ogni bambino riceverà il dvd con il ppt che documenta il lavoro svolto, credo che sia di fondamentale importanza il momento della condivisione. Per questo cercherò di organizzare, nel mese di gennaio, un incontro di tutti i protagonisti di questa avventura. Un altro elemento che ha creato qualche difficoltà è rappresentato dal fatto che i due progetti realizzati hanno richiesto un utilizzo frequente e continuo di spazi e strumenti condivisi da altre cinque sezioni. Devo ammettere che, rispetto all esperienza realizzata nell anno scolastico 2008/2009, c è stata da parte delle colleghe molta più disponibilità, apertura e interesse per il lavoro svolto e per gli strumenti utilizzati nello svolgimento delle attività. Gli ostacoli che impediscono l impiego di mezzi tecnologici nelle pratiche formative 9 nella scuola dove lavoro sono, in parte, diminuiti nel corso di questi due anni Abilità acquisite dagli alunni e dalle insegnanti. Il progetto ha permesso agli alunni di acquisire e potenziare abilità relative alle diverse aree di apprendimento attraverso il dispiegarsi ed intrecciarsi di attività diversificate che hanno coinvolto alunni di differenti età. Questa particolare situazione di apprendimento ha permesso, in particolare, ai bambini di acquisire e/o potenziare la capacità di imparare a lavorare con l altro; creare, attraverso la discussione, nuove conoscenze; considerare l errore come qualcosa che fa parte del processo:si impara per tentativi e correzioni; esprimere sentimenti ed emozioni; utilizzare il linguaggio in modo differenziato e appropriato ai diversi contesti; 9 Modulo DOL: Formazione nell era delle tecnologie: aspetti sociali e organizzativi. 9

10 utilizzare gli strumenti tecnologici per creare, rievocare, riprodurre esperienze e situazioni. Il progetto ha altresì favorito nelle insegnanti il rafforzamento del ruolo di regia educativa e di promotore di nuove e coinvolgenti situazioni di apprendimento. Un ruolo che ha portato a curare il contesto dell esperienza in ogni sua parte e a dare ampio spazio alla valutazione in itinere al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi e di riprogettare, se necessario, le modalità di relazione/insegnamento; mettere in pratica le conoscenze acquisite nel corso di questa esperienza di elearner allo scopo di utilizzare in maniera sempre più consapevole gli strumenti tecnologici al servizio della didattica. Modalità di relazione. Tra alunno e docente. La realizzazione del progetto ha messo in evidenza, rafforzandola, l importanza rivestita dal clima relazionale che funge da sfondo delle attività. Il bambino, soprattutto a quattro anni, ha bisogno di essere rassicurato dalla presenza di una persona più esperta di lui; ha bisogno di esplorare, di creare e manipolare gli oggetti della conoscenza sapendo di poter contare sull aiuto dell adulto; ha bisogno di ricevere una testimonianza dell ascolto e dell attenzione da parte dell insegnante. L articolazione del percorso ha previsto, per lo svolgimento delle diverse fasi, dei momenti dedicati alla conversazione attraverso la metodologia del Circle Time. Questi momenti sono stati importantissimi per i bambini perché hanno permesso loro di acquisire fiducia nelle proprie capacità comunicative e consapevolezza delle proprie e altrui emozioni; e sono stati importanti anche per me perché dall ascolto e dall osservazione è scaturita una sempre maggiore consapevolezza del mio operato. Tra alunno e alunno. La situazione di apprendimento vissuta attraverso la realizzazione del progetto si è caratterizzata per il suo carattere collaborativo. I bambini di quattro anni aspettavano con ansia l arrivo dei compagni più grandi per svolgere le attività e questi ultimi hanno manifestato un entusiasmo costante verso questa nuova forma di apprendimento. Da subito hanno manifestato un grande senso di responsabilità nei confronti dei bambini più piccoli, guidandoli nella scoperta di ciò che loro avevano già interiorizzato. Un elemento importante del clima relazionale che si è creato all interno del gruppo, che va oltre le competenze acquisite nelle diverse aree di apprendimento, è rappresentato dalla socializzazione. Nei limiti del possibile ho cercato di ritagliare dei momenti nei quali i bambini delle due fasce d età potessero restare insieme senza essere impegnati in attività strutturate, ma semplicemente per fare esperimenti con le loro cose e idee 10

11 Tra docente e docente. Il progetto, con la necessità di lavorare sia nel piccolo che nel grande gruppo, ha sottolineato la valenza positiva della didattica laboratoriale e i vantaggi offerti dall utilizzo delle Nuove Tecnologie. Valutazione delle tecnologie e del materiale usato per realizzare il progetto. Nella realizzazione del percorso le tecnologie sono stati strumenti fondamentali utilizzati in maniera trasversale alle diverse aree di apprendimento. È stata soprattutto la LIM a catturare l interesse dei piccoli bambini che hanno vissuto la stessa emozione provata due anni fa dai bambini che ora frequentano la scuola primaria: la LIM permette di toccare il mondo con la punta delle dita!!! L aula multimediale, con la presenza di diversi pc e di una LIM, ha agevolato le situazioni di tutoring: i piccoli nativi digitali, guidati dai compagni più grandi hanno utilizzato specifici software, con un interfaccia semplice e intuitiva, che hanno favorito lo sviluppo e il potenziamento delle abilità. Durante le attività in sezione e nell aula lettura sono stati utilizzati costantemente il pc portatile, soprattutto per le registrazioni degli audio (i bambini sono diventati esperti conoscitori di Audacity!!!); la videocamera per riprendere i diversi momenti in cui i bambini erano impegnati nello svolgimento delle attività. Valutazione dell esperienza. Dal punto di vista dell arricchimento professionale l esperienza appena compiuta, con l utilizzazione pratica delle conoscenze acquisite nel corso di questi due anni di frequenza del corso DOL, mi ha consentito di arricchire la mia professionalità. L utilizzo della multimedialità; la pedagogia dell ascolto; l entusiasmo con cui i bambini hanno vissuto l esperienza e, allo stesso tempo, i risultati da loro raggiunti: sono questi gli elementi che hanno contribuito a farmi crescere e ad aumentare l amore per il lavoro che svolgo. La valutazione dell esperienza da parte degli alunni si deduce dal grado di attenzione, interesse e coinvolgimento manifestato lungo l intero periodo di svolgimento del percorso didattico. Conclusioni. Al termine di questa esperienza sento il bisogno di ringraziare le persone che l hanno resa possibile: il DOL, per i costanti stimoli al fare e per gli strumenti offerti che mi hanno permesso di sperimentare nuove forme di insegnamento/apprendimento; la mia collega di sezione, insostituibile compagna di viaggio; 11

12 i miei alunni, quelli di ieri e quelli di oggi che, con il loro entusiasmo e il loro trascinante desiderio di mettersi in gioco, hanno reso questo viaggio affascinante e indimenticabile. Cagliari, La docente M. Cristina Peddis Classe F2 12

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