GRAFO INTERVISTE Un fotografo

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1 L y.ooo^ P. M. M. 3/2000 3/2000 ANNO ANNO N.3 N.3 -- SPED. SPED. ABB. t POST. - 45% ART. 2 COM. 20/b - L 662/96 - MI - TAX PERCUE TASSA - RISCOSSA CPM ROSERIO P. M A R Z O GRAFO Un fotografo 4t 1 Ià-\É ''i;:;::i,iiyi i r 1 Davide Mengacci è noto come il cronista dei matrimoni italiani, eppure un tempo scattava foto per professione

2 I l personaggio televisivo lo conosciamo t u t t i. La consuetudine d o m e n i c a l e a l l e sue visite alla scoperta delle bellezze meno appariscenti e conosciute del nostro paese e l'aspetto c o r d i a l e e r a s s i c u r a n t e ne hanno fatto una sorta d i amico d i famiglia per m i l i o n i d i i t a l i a n i che o g n i d o m e n i c a possono i n c o n t r a r l o davanti allo schermo t e l e v i s i v o. M a Davide Mengacci è conosciuto i n genere solo i n quanto personaggio televisivo, mentre la sua personalità è m o l t o più variegata e articolata. Scavando nella sua biografia i n f a t t i abbiamo scoperto che prima d i intraprendere la carriera d i conduttore televisivo si era dedicato al fotogiornalismo. «Io sono uno dei t a n t i ragazzi della mia generazione racconta Mengacci- nati praticamente con la macchina fotografica i n mano. I n quegli anni si trattava dell'espressione della creatività più diffusa, q u e l l a che o g g i ha t r o v a t o sbocco nell'informatica e nell'uso del computer. Vedo tantissimi ragazzi che giocano, si divertono ad usare i l computer, per alcuni è p e r f i n o d i ventato u n lavoro come era stato per me con la fotografia. Conservo ancora con u n certo o r g o g l i o i l c o n t r a t t o datato 16 f e b b r a i o 1984 s t i p u l a t o con l'agenzia Olympia». D a l l e s u e foto e m e r g e una Milano scomparsa... «Sì, molte cose non ci sono p i ù. A d esempio a M i l a n o verso la f i n e d e g l i a n n i Settanta, ancora si perpetrava la tradizione del mercato dei poveri. Arrivavano o g n i dom e n i c a al m a t t i n o a Parco Sempione con le biciclette e i loro sacchi o le valige d i cartone. Tiravano f u o r i le cose recuperate nelle case con la classica frase Signora, mi dia qualcosa che suo marito non usa più e poi se le scambiavano o le vendevano. O r m a i t u t t o questo non esiste più. I n v i colo dei Lavandai ai N a v i g l i 116

3 «Banani. " -j-^. c'erano ancora le donne che i n u n ' a t m o s f e r a da p i c c o l o paese lavavano i p a n n i n e l N a v i g l i o chiacchierando t r a loro. Situazioni e personaggi di questo t i p o non se ne vedono p i ù». Nei suoi servizi compare spesso l'uso del tele... «Per me usare i l tele era una n e c e s s i t à p e r c o g l i e r e delle s i t u a z i o n i alla sauvette senza interferire nella spontaneità della situazione. Certo questo comportava u n distacco dalla situazione d i cui ho sempre sofferto perché non m i consentiva d i entrare nei p a r t i c o l a r i a meno che n o n fossero d e g l i a m b i e n t i chiusi. I n questi u l t i m i ho sempre p r e f e r i t o i l grandangolo che m i consentiva d i cogliere i l più possibile d i quella realtà». C o m e si definirebbe come fotografo? «Io dico sempre che sono televisivamente u n conduttore da marciapiede perché da oramai circa q u i n d i c i anni faccio Chi è trasmissioni i n strada con la gente comune, raccogliendo gli spunti che vengono dalla strada e t r a s f o r m a n d o l i i n eventi t e l e v i s i v i. I n realtà quello che faccio oggi i n televisione è q u e l l o che facevo quando fotografavo. Andavo in giro per la città cogliendo le situazioni cosi come m i si presentano ed elaborandole creativamente con l'inquadratura o con l'uso del bianconero, così come oggi uso la telecamera i n u n contesto televisivo più ampio». Come fotografo quali erano i suoi punti d i riferimento? «All'epoca ero m o l t o colpito dalle i m m a g i n i d i CartierBresson. N e l m i o lavoro i n f a t t i c i sono dei t e n t a t i v i d i a v v i c i n a r m i al m i o maestro ideale. Poi i miei riferimenti si sono c a m b i a t i quando ho conosciuto personalmente fot o g r a f i come U g o M u l a s o Gianni Berengo Gardin. M u las l o avevo conosciuto grazie 5 Otto Italie allo specchio. Tra i a m i a madre, che i n una parentesi della sua vita era stata suoi p r o g r a m m i di m a g g i o r succesgiornalista per Vogue e i n quel so r i c o r d i a m o a n c h e Dovere di Cronaca, Pentathlon, Scene da uncontesto lavorava con i p i ù grandi fotografi italiani tra matrimonio. cui anche U g o Mulas con cui D avide Mengocci, milanese, classe , è u n o dei più n o t i conduttori televsivi, i m p e g n a t o orm a i da oltre quatordici anni nella d i f f u s i s s i m a t r a s m i s s i o n e Domenica del villaggio, nel corso della quale percorre in lungo e in lari t a l i a. Dopo aver f a t t o il fotoo per l ' a g e n z i a O l y m p i a, h a diretto per circa dieci anni l'agenzia di pubblicità ereditata dal padre. Alla t e l e v i s i o n e è a p p r o d a t o nel conducendo per Canale : In apertura - Fabbro, Milano Baggio, Milano Naviglio, Milano Via Argelati,Milano Isola Garibaldi, Milano Ih FOTOGRAFO w

4 si era instaurato un rapporto di simpatia e d i amicizia m o l t o stretto. Occupandomi di fotografia per me conoscere Mulas era un g h i o t t o boccone. L'ho frequentato per un po' come può fare u n ragazzo che ha la fortuna d i frequentare un maestro e può osservare dal v i v o q u e l l o che fa. L'ultima volta che l'ho visto è stato a casa sua, i n piazza Castello. Erano i suoi u l t i m i mesi, se non le u l t i m e settimane d i vita ed io me lo r i cordo a letto, ma vivacissimo con q u e g l i occhi comunque p i e n i d i luce, d i s c i n t i l l i o. Questo è l ' u l t i m o ricordo che ho d i Mulas, un signore con i 5 - Parco Ravizza, Spazzini al primo turno, Milano Ponte sull'alzaia Naviglio Grande, Milano Bar Drogheria a Brera, Milano IJB 11II1Ì5-118

5 capelli bianchi, ricci, malato ma non provato che si era alzato dal letto per v e n i r m i a salutare e chiacchierare. Quel giorno m i regalò anche i l suo libro New York: arte e persone. Nella p r i m a pagina c'è anora la dedica: A Davide con amicizia. Dicembre 1970». Poi c'è stata anche l'amicia con G i a n n i Berengo Gardin... «N e l p e r i o d o tra la f o t o grafia e televisione ho lavorato per circa dieci anni i n p u b blicità perché m i o padre, che aveva una delle prime agenzie internazionali di Milano, morì i m p r o v v i s a m e n t e. M i trovai all'improvviso l'azien- da da mandare avanti q u i n d i iniziai a contattare i fotografi c o m e c o m m i t t e n t e p e r le campagne dei m i e i clienti. I n quell'occasione ho incontrato m o l t e volte G i a n n i Berengo Gardin, che ammiravo personalmente. Eravamo alla fine d e g l i - a n n i Settanta e d a l l a stima è nata un'amicizia reciproca che ci ha fatto mantenere i n contatto anche quando ho smesso d i occuparmi d i pubblicità. Qualche anno più t a r d i ho s c r i t t o u n l i b r o e Gianni ha fatto i l commento fotografico. I n quell'occasione m i s e g u ì da B o l o g n a a Linosa». H a mai realizzato u n prog r a m m a sulla fotografia? «La fotografia avrebbe u n p u b b l i c o e l i t a r i o che n o n giustificherebbe l'investim e n t o consistente richiesto per la realizzazione d i uno spettacolo t e l e v i s i v o. Però o g n i v o l t a che posso n e l l a Domenica del Villaggio cerco d i coinvolgere u n fotografo del luogo i n cui vado. Fino ad o g g i ne avrò p o r t a t i i n trasmissione una decina. A Scanno, per esempio, ho conosciuto u n fotografo che ho ospitato i n trasmissione m o strandone i lavori. Si trattava d i u n fotoamatore m o l t o bravo che aveva realizzato t a n tissime foto nella sua Scanno incontrando t u t t i i fotografi che erano passati d i l ì. I n apertura d i puntata avevo r i costruito una celebre inquad r a t u r a d i Cartier-Bresson, che p o i avevo m o s t r a t o al pubblico i n t u t t a la sua bellezza subito dopo». (!Ét 119