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1 Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO DELL AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ISTITUTUTO SUPERIORE DI STUDI PENITENZIARI RI-CONOSCERE E VALORIZZARE LE ESPERIENZE NEL DAP MODELLO DI CANDIDATURA Istituto Superiore di Studi Penitenziari, via Giuseppe Barellai n ROMA FAX issp.dap@giustizia.it iaz-iati-az-bf- ISSP/II 1

2 1. CANDIDATURA Indicare rispetto all unità organizzativa centrale, regionale, locale del DAP UNITA ORGANIZZATIVA UFFICIO/ AREA DIRIGENTE UFFICIO/AREA REFERENTE PROGETTO LOCALE UEPE DOTT. A. ASTUTI A.S. GUARENA ROBERTA E A.S. SALSARULO ANNA Indicare rispetto al referente operativo dell iniziativa/progetto COGNOME E NOME SALSARULO ANNA QUALIFICA ASSISTENTE SOCIALE TELEFONO 011/ FAX 011/ INDIRIZZO anna.salsarulo@giustizia.it 2 DENOMINAZIONE DELL INIZIATIVA/TITOLO DEL PROGETTO GRUPPO RAPPORTI CON IL VOLONTARIATO L esperienza è conclusa X non conclusa, ma ha prodotto risultati concreti e verificabili Indicare i tempi di attuazione Data di inizio Maggio 2006 Data di conclusione / / 3 AREA DI SELEZIONE DEL CONCORSO A CUI SI INTENDE PARTECIPARE: (barrare una sola casella; è possibile partecipare a più aree del concorso presentando schede di candidatura diverse) AREA GESTIONALE/ ORGANIZZATIVA: migliori esperienze organizzative, gestionali e/o formative che abbiano apportato nelle strutture di riferimento un cambiamento significativo e proficuo in termini qualitativi e strategici. X AREA TRATTAMENTALE E DELL INCLUSIONE SOCIALE: migliori progettualità che abbiano innescato processi trattamentali e/o di inclusione sociale particolarmente significativi e 2

3 innovativi sotto il profilo della metodologia, degli strumenti utilizzati e delle collaborazioni con la comunità locale. 4. SPIEGARE IL MOTIVO PER CUI SI È SCELTO DI CONCORRERE max 15 righe Il concorso è stato considerato un occasione per dare visibilità all iniziativa avviata, ritenuta positiva dagli operatori coinvolti, dal resto dell Ufficio e dai partner coinvolti, e per trarne motivo di stimolo per eventuali sviluppi futuri. 5. BREVE DESCRIZIONE DEL CONTESTO DI PARTENZA. max 15 righe Per questo ufficio il rapporto con la realtà del volontariato è sempre stato una costante, limitatamente però alla gestione dei singoli casi. Considerato che alcune realtà del volontariato torinese sono presenti in modo capillare sul territorio e che le stesse interagiscono nel settore penitenziario, si è ritenuto di doverne implementare le iniziative volte ad una sistematica integrazione, che meglio assicuri l efficacia dei rispettivi servizi. La collaborazione con le forze del volontariato, inoltre, era caratterizzata da una certa frammentarietà degli interventi e dalla mancanza di un raccordo tra le diverse iniziative. 6. DESTINATARI DELL INIZIATIVA N dei destinatari dell iniziativa Circa 50 (persone segnalate dal maggio 2007 al febbraio 2008) 40 assistenti sociali dell UEPE N complessivo universo di riferimento(personale/utenza) Tutti gli utenti in carico all ufficio, loro familiari e persone con problematiche di giustizia che si rivolgono all accoglienza dell UEPE e alle associazioni del privato sociale. 40 assistenti sociali attualmente in servizio Breve descrizione delle caratteristiche del gruppo dei destinatari Persone in esecuzione penale esterna, condannati liberi, ex-detenuti, loro familiari, e in generale persone con problematiche penali in situazioni di difficoltà 5 associazioni di volontariato coinvolte nel progetto gruppi di volontariato delle associazioni coinvolte nel progetto, presenti nell ambito del Comune di Torino e in alcuni Comuni della provincia. 7. FINALITÀ DELL INIZIATIVA max 5 righe Creazione di una rete integrata di risorse (pubbliche e del privato sociale) che, tenendo conto delle specificità e degli ambiti di intervento di ciascuno, sia in grado di offrire all utenza interventi maggiormente rispondenti ai bisogni. Tutto ciò anche in riferimento alla legge 266/91, che riconosce il valore sociale e le funzioni del volontariato come espressione di partecipazione e solidarietà della comunità locale per la realizzazione del reinserimento sociale delle persone in difficoltà. 3

4 8. OBIETTIVI SPECIFICI E STRUMENTI DI REALIZZAZIONE Per ciascun obiettivo specifico indicare le azioni previste e gli strumenti predisposti per realizzarlo: OBIETTIVO SPECIFICO AZIONI PREVISTE STRUMENTI Sviluppare i rapporti con il privato sociale per sostenere le persone nel loro percorso di reinserimento sociale (progetto integrato sul caso). Approfondimento della conoscenza delle reciproche competenze Coordinamento tra enti attraverso i propri operativi Progettazione comune degli interventi da parte degli operatori e dei volontari rispetto al singolo caso Incontri formativi-informativi Riunioni periodiche Incontri ad hoc Favorire la circolarità delle informazioni sulle iniziative territoriali in tema di contrasto alla devianza. Coordinamento tra enti attraverso i propri operativi Incontri formativi-informativi Riunioni periodiche 9. PERSONALE COINVOLTO NELLA GESTIONE Risorse umane interne: indicare il numero degli operatori coinvolti nell iniziativa, con riferimento al numero complessivo del personale con la medesima qualifica e specificando l attività svolta. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) N N TOT nell unità organizzativa QUALIFICA 5 40 Assistenti sociali ATTIVITÀ SVOLTA Partecipazione alle riunioni di coordinamento tra i operativi Raccolta e filtro delle segnalazioni Mediazione tra l ufficio e gli Enti coinvolti Gestione dei momenti informativi/formativi Risorse umane esterne: indicare gli operatori di altri organi dell amministrazione penitenziaria, di enti pubblici o privati operanti nella comunità locale o liberi professionisti che hanno collaborato alla realizzazione dell iniziativa. N QUALIFICA ATTIVITÀ SVOLTA ENTE DI APPARTENENZA 4

5 4 Volontario Partecipazione alle riunioni di coordinamento tra i operativi Raccolta e filtro delle segnalazioni Mediazione tra il proprio ente di appartenenza e l UEPE Caritas Diocesana di Torino e Provincia, Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV), Società San Vincenzo De Paoli, Associazione Carlo Castelli 1 Dipendente Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo 10. PARTNER (compilare se presenti partner ) Indicare gli enti pubblici o privati che hanno condiviso e hanno assunto responsabilità di rilievo rispetto all iniziativa: dalla progettazione alla realizzazione. (aggiungere alla tabella sottostante le righe necessarie) ENTE FINALITA GENERALE ENTE COLLABORAZIONE 1 Caritas Diocesana di Torino e Provincia Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV) Società San Vincenzo De Paoli Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo Promuovere la carità e la solidarietà nella comunità cristiana locale, proponendo azioni di animazione diretta, di coordinamento, di sinergia tra le varie espressioni della carità organizzata presenti nel territorio di competenza. Lottare contro ogni forma di povertà, morale e materiale Promuovere la dignità e la crescita delle persone coinvolte, nello sforzo di eliminare le cause della povertà Promuovere la persona umana, mediante l impegno concreto degli associati volto alla rimozione delle situazioni di bisogno e di emarginazione individuale e collettive in un cammino di maggiore giustizia. Sono vicini al mondo del carcere e agli ex carcerati, con aiuti diretti alla persona e con progetti specifici volti a favorire il reinserimento sociale Svolgere funzione assistenziale rivolta alle categorie sociali più deboli, incentrando gli interventi a favore di persone e nuclei familiari in difficoltà nell area metropolitana torinese GIA ATTIVA ATTIVATA AD HOC X X X X Indicare per ciascun partner : 1 Barrare la casella corrispondente 5

6 ENTE RUOLO ATTIVITA SVOLTE Caritas Diocesana di Torino e Provincia Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV) Società San Vincenzo De Paoli Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo Collaborazione e messa a disposizione di risorse Collaborazione e messa a disposizione di risorse Collaborazione e messa a disposizione di risorse Collaborazione e messa a disposizione di risorse Partecipazione alle riunioni dei Interventi di sostegno alle situazioni segnalate Segnalazioni all UEPE di situazioni di competenza Partecipazione alle riunioni dei Interventi di sostegno alle situazioni segnalate Segnalazioni all UEPE di situazioni di competenza Partecipazione alle riunioni dei Interventi di sostegno alle situazioni segnalate Segnalazioni all UEPE di situazioni di competenza Partecipazione alle riunioni dei Interventi di sostegno alle situazioni segnalate Segnalazioni all UEPE di situazioni di competenza Raccordo col gruppo rispetto alle loro specifiche attività N RISORSE IMPIEGATE UMANE 1 referente e i volontari dei centri d ascolto territoriali 1 referente e i volontari presenti nelle Parrocchie 1 referente e i volontari presenti nelle Parrocchie 1 referente, 2 educatrici e i delegati (volontari) ECONOMI CHE Non stabilite Non stabilite Non stabilite Non stabilite STRUTTURALI Locali per le riunioni dei Locali per le riunioni dei Locali per le riunioni dei Locali per le riunioni dei 11. INTEGRAZIONE Le collaborazioni hanno inciso sulla attivazione e/o sulla stabilizzazione della RETE all interno della comunità locale? Come? (max 15 righe) La migliore conoscenza reciproca, anche riferita a funzioni e competenze, ha favorito un utilizzo maggiormente efficace delle risorse, ai fini del reinserimento sociale delle persone in difficoltà, evitando la sovrapposizione degli interventi. Indicare l eventuale stipulazione di convenzioni, protocolli d intesa, contratti, altro. (max 15 righe) In data 28/05/2007 è stata siglata una convenzione tra questo Ufficio e tre delle Associazioni sopra indicate (Società San Vincenzo De Paoli, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Caritas Diocesana), al fine di rendere ufficiale e maggiormente strutturata la collaborazione esistente. Tale convenzione è integrata da un protocollo operativo che definisce le modalità di collaborazione e segnalazione. L Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo e l Associazione Carlo Castelli, benché partecipino tramite un referente alle riunioni di coordinamento e offrano la loro collaborazione, non sono firmatarie della convenzione. 6

7 Descrivere la rispondenza del progetto ai bisogni rilevati e la sua correlazione rispetto alle politiche locali, anche con eventuale riferimento ai piani di zona. (max 15 righe) Nel perseguire la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali che preveda e stimoli la progettazione condivisa tra enti pubblici e del privato sociale (come previsto dalla legge 328/00), si è ritenuto opportuno predisporre iniziative volte a realizzare tale integrazione. Le istituzioni e il privato sociale, con le reciproche competenze e risorse, possono predisporre progetti comuni, per attuare interventi di aiuto maggiormente efficaci. Le politiche sociali, infatti, per rispondere a bisogni in continuo mutamento, a fronte di una diversa distribuzione delle risorse, sono chiamate ad individuare nuove strategie di intervento. 12. CAMBIAMENTO Indicare il cambiamento concreto e verificabile che l iniziativa ha generato : -nell organizzazione. (max 15 righe) L iniziativa ha generato un cambiamento su alcuni aspetti dell operatività dell Ufficio: - maggiore accessibilità e fruizione delle risorse del volontariato da parte di tutti gli operatori; - coordinamento e filtro delle segnalazioni effettuate dagli operatori; - il gruppo stabile di ha permesso che venisse garantita la continuità nelle relazioni con le associazioni di volontariato; - il gruppo ha potuto sviluppare competenze specifiche e divenire punto di riferimento per la tematica del volontariato all interno dell ufficio. -nelle attività trattamentali e/o negli interventi finalizzati all inclusione sociale. (max 15 righe) Attraverso la creazione di questa rete di collaborazione, si ha la possibilità di offrire interventi maggiormente efficaci: - le risorse individuate sono diventate patrimonio comune dell ufficio, a disposizione di tutti gli assistenti sociali, indipendentemente dalle conoscenze che il singolo operatore mette in campo nella gestione del caso individuale. - La convenzione stipulata è vincolante per le parti coinvolte, sia rispetto alla segnalazione delle situazioni (che deve avvenire secondo le modalità concordate), sia rispetto agli interventi da attuare. Le parti sono tenute, inoltre, a riferirne i risultati e a raccordarsi nell ambito delle riunioni periodiche di coordinamento. L iniziativa realizzata ha creato all interno dell ufficio nuovi canali di condivisione, partecipazione, collaborazione? Quali? (max 15 righe) Nell ambito del nostro Ufficio gli operatori sono suddivisi per gruppi operativi, con riferimento alle aree territoriali di intervento. Si è predisposto che un componente di ogni territoriale sia presente all interno del gruppo che si occupa dei rapporti con i volontari, così da facilitare il più possibile il passaggio delle informazioni e comunicazioni relative al progetto in questione. Indicare i risultati concretamente perseguiti, descrivendone gli effetti nel breve e nel lungo periodo. RISULTATO EFFETTO NEL BREVE EFFETTO NEL LUNGO 7

8 Collaborazione maggiormente strutturata e proficua PERIODO Migliore conoscenza reciproca Maggiore incisività degli interventi attuati sul singolo caso Disponibilità di maggiori risorse PERIODO Maggiore conoscenza da parte dei volontari della problematica penitenziaria Visibilità dell UEPE 13. TRASFERIBILITÀ Spiegare come le prassi sperimentate possono essere ampliate e ripetute nel medesimo ambito, o possono dar luogo a nuove iniziative. (max 15 righe) Le associazioni coinvolte nella stipulazione della convenzione sono quelle con le quali l UEPE già collaborava e che sono presenti in modo capillare e radicato sul territorio. Si ha l intenzione di ampliare la convenzione ad altre realtà significative del volontariato che si occupano della problematica penitenziaria. Indicare eventuali correlazioni del progetto con azioni completate o in atto nella medesima unità organizzativa. (max 15 righe) Questo Ufficio ha promosso l avvio del Progetto Sp.In. (Sportello Informativo), nel quale sono state coinvolte diverse realtà del privato sociale e operatori dell UEPE; si occupa di persone con problematiche giudiziarie e/o loro familiari, con una propria autonomia operativa. Ritenendo valida l esperienza di collaborazione con le associazioni di volontariato avviata dall UEPE, anche lo Sp.In. si è inserito nel gruppo di coordinamento e sta predisponendo un analoga convenzione. I modelli operativi utilizzati potrebbero essere esportati in altri contesti dell Amministrazione Penitenziaria? X Si No Se si, come? (max 15 righe) La creazione di una rete di collaborazione con le realtà presenti sul territorio rappresenta un aspetto fondamentale del lavoro sociale. Pertanto, nell ambito delle realtà territoriali di ciascun UEPE potrebbe essere possibile riprodurre il percorso del presente progetto, contattando associazioni significative di volontariato presenti sul territorio e concordando, mediante la stipula di una convenzione, modalità di collaborazione. I modelli operativi utilizzati potrebbero essere esportati in altre Pubbliche Amministrazioni? X Si No Se si, come? (max 15 righe) 8

9 Un sistema integrato di interventi e servizi sociali e la progettazione condivisa tra enti pubblici e del privato sociale è alla base di azioni efficaci nell ambito di un percorso di aiuto sociale, non solo nell ambito della problematica penitenziaria, ma anche, ad esempio, nell ambito del servizio sociale degli enti locali. 14. EFFICACIA DELL INIZIATIVA Indicare: RISULTATI ATTESI RISULTATI OTTENUTI RISULTATI INATTESI Collaborazione proficua e sistematica con le realtà del volontariato presenti sul territorio, creando una rete strutturata. Disponibilità di risorse per supportare situazioni di disagio socio-economico Interventi più efficaci nel percorso di reinserimento sociale dell utenza Coordinamento delle segnalazioni da parte dell ufficio ai partner del progetto. Approvazione di una convenzione tra UEPE e Associazioni di volontariato individuate. Stesura di un protocollo operativo tra UEPE e Associazione di volontariato individuate. Le associazioni coinvolte erogano all utente segnalato, a seconda della necessità relative al singolo caso, le somme ritenute necessarie. Si tratta sempre di cifre contenute (pagamento autobus, pagamento bollette scadute, acquisto di medicinali, ecc.). Coinvolgimento dei volontari sui singoli progetti elaborati dagli operatori. Le segnalazioni vengono effettuate alle associazioni coinvolte, secondo le modalità operative concordate dal protocollo, previo filtro da parte degli operatori del progetto. Adesione al progetto anche dello Sp.In (che stilerà con le Associazioni coinvolte un apposita convenzione. Organizzazione di un corso di formazione per volontari penitenziari (attuato nel 2006). Nel corso dell esperienza si sono verificati eventi imprevisti? Si X No Se si, quali? (max 15 righe) Sono stati individuati indicatori specifici per valutare il progetto? X Si No Se si, quali? (max 15 righe) 9

10 Numero di segnalazioni pervenute da colleghi dell UEPE e inoltrate alle associazioni di volontariato; Riduzione del numero di segnalazioni improprie da parte dell UEPE alle associazioni e viceversa Numero di interventi erogati da parte dei volontari; Partecipazione alle riunioni periodiche di coordinamento tra i del progetto; È stata realizzata un azione di monitoraggio in itinere? X Si No Il monitoraggio ha reso necessario introdurre cambiamenti in itinere? X Si No Se si, quali? (max 15 righe) Adozione di una scheda di raccolta dei dati dell utente, utilizzabile per le segnalazioni; Ampliamento del gruppo di coordinamento dei del progetto anche al referente dello Sp.In (Sportello Informativo) che collabora con questo Ufficio. 16. SOSTENIBILITÀ Per sostenere la realizzazione delle attività sono state utilizzate, oltre a quelle già indicate al punto 9, risorse materiali ed economiche. Rispetto ad esse indicare: INFRASTRUTTURE LOGISTICHE ED INFORMATICHE Locali delle varie associazioni, utilizzati, a turno, per le UTILIZZATE riunioni periodiche. Locali dell UEPE per le riunioni tra operatori interni all ufficio Locali dell UEPE per riunioni DISPONIBILI interne all ufficio Una stanza idonea per riunioni allargate presso l UEPE. NECESSARIE Possibilità di accesso al Web per tutti gli operatori che si occupano del progetto. Locali delle varie associazioni, REPERITE utilizzate, a turno, per le ESTERNAMENTE riunioni periodiche Indicare UTILIZZATI DISPONIBILI NECESSARI REPERITI ESTERNAMENTE FONDI Non sono stati previsti stanziamenti Non sono stati previsti stanziamenti 10

11 AUTOVALUTAZIONE Per ciascun item dare un punteggio da 0 a 5 e motiva la tua scelta INNOVATIVITA ITEM VALUTAZIONE L iniziativa analizzata non presenta caratteristiche di innovatività circa metodologie e strumenti adottati: essa rientra, infatti, nelle competenze proprie del Servizio Sociale. Rispetto all organizzazione di questo ufficio rappresenta, invece, la sistematizzazione di una modalità di lavoro fino ad ora presente, ma gestita dal singolo operatore. 2 CAMBIAMENTO Si sono registrati alcuni cambiamenti significativi rispetto a: condivisione delle risorse, sia internamente che esternamente, con conseguente maggiore accessibilità e facilità di fruizione da parte degli attori coinvolti; continuità nei rapporti con le associazioni e migliore scambio di informazioni, garantito anche dal gruppo di coordinamento. Inoltre il protocollo operativo, che costituisce parte integrante della convenzione, ha rappresentato la possibilità di gestire le segnalazioni secondo criteri e modalità condivise. 4 TRASFERIBILITA Il lavoro svolto con le associazioni ha evidenziato la positività del percorso intrapreso suggerendo di progettare l ampliamento dell iniziativa anche ad altre realtà del volontariato. Gli operatori del progetto Sp.In., valutando la necessità di un migliore raccordo non soltanto con gli assistenti sociali, ma anche con le realtà con cui il nostro ufficio collabora, ha ritenuto di partecipare alle riunioni di coordinamento maturando, inoltre, la decisione di procedere alla stipula di una convenzione con le associazioni analoga a quella già firmata. 4 EFFICACIA L obiettivo di sostenere le persone nel loro percorso di reinserimento sociale con interventi più efficaci è stato raggiunto attraverso lo sviluppo e la sistematizzazione della collaborazione con le organizzazioni di volontariato. Tale sviluppo si è concretizzato soprattutto nella realizzazione di progetti integrati sui singoli casi, evitando la dispersione e la sovrapposizione di risorse a favore di una presa in carico allargata alla rete. Di pari passo l integrazione realizzata ha favorito la circolarità delle informazioni sulle iniziative territoriali in tema di contrasto alla devianza, ampliando la reciproca conoscenza del fenomeno. 3 SOSTENIBILITA L iniziativa non ha comportato costi di gestione se non quelli relativi al tempo lavoro del personale coinvolto e all utilizzo dei locali e della strumentazione dell ufficio. 5 11

12 INTEGRAZIONE L iniziativa ha permesso la creazione di un gruppo di lavoro stabile nel tempo a cui partecipano i rappresentanti delle associazioni coinvolte e gli operatori dell UEPE (uno per ogni area territoriale di competenza dell ufficio); tale gruppo, analizzando le modalità di collaborazione in atto e rilevando che la stessa si realizzava esclusivamente tra singoli, ha ritenuto necessario formalizzare un protocollo operativo. Ad esso è seguito, quale naturale sviluppo, la stipula della convenzione. 4 12

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