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1 / GazzettaTv canale 59 lunedì 19 ottobre 2015 anno numero 247 euro 1,50 SHOW E... HIGUAIN Pipita d oro per il Napoli (2-1) ma la Viola piace e resta prima Ancora a segno Insigne, di Kalinic il pari durato solo 3 minuti BIANCHI, MALFITANO, G. MONTI ALLE PAGINE Higuain è a quota gol come Insigne: hanno preso Eder in testa ai marcatori Il ritorno di Bergamo alta Gomez: angolo delle meraviglie ATALANTA-CARPI 3-0 BOLOGNA-PALERMO 0-1 FROSINONE-SAMPDORIA 2-0 GENOA-CHIEVO 3-2 INTER-JUVENTUS 0-0 NAPOLI-FIORENTINA 2-1 ROMA-EMPOLI 3-1 SASSUOLO-LAZIO 2-1 TORINO-MILAN 1-1 VERONA-UDINESE 1-1 RISULTATI & CLASSIFICA 8 a GIORNATA FIORENTINA 18 ROMA 17 INTER 17 NAPOLI 15 SASSUOLO 15 LAZIO 15 TORINO 14 ATALANTA 14 CHIEVO 12 SAMPDORIA 11 PALERMO 10 GENOA 10 MILAN 10 JUVENTUS 9 UDINESE 8 FROSINONE 7 EMPOLI 7 VERONA 5 CARPI 5 BOLOGNA 3 A SAN SIRO ECCO UNO 0-0 CHE NON FA FELICE NESSUNO BOCCI, BREGA, CENITI, DELLA VALLE, GRAZIANO, LICARI, TAIDELLI, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 9 INTER JUVE PALI E... RIMPIANTI Jovetic e Khedira fermati dai legni. Mancini: «Troppe critiche». Il piano di Allegri: «Dimezzare lo svantaggio entro Natale» Un duello tra Jovetic e Cuadrado 34 VALE SI DIFENDE DA LORENZO: +11 IANNONE INVESTE UN GABBIANO Sfida a 4 con 52 sorpassi. All ultimo giro Marquez rimonta lo spagnolo della Yamaha. Rossi 4 dietro alla Ducati BRIZZI, CORTINOVIS, IANIERI DA PAG. 34 A 37 COMMENTO DI ZAPELLONI A PAG. 29 A fine secondo giro la moto di Iannone colpisce un gabbiano 40 RISCATTO ITALVOLLEY L EUROPA E DI BRONZO FRANCIA CAMPIONE ROMANI ALLE PAGINE COMMENTO DI PASINI A PAG. 29 L ANALISI di Luigi Garlando Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 4/2004 art. 1, c1, DCB Milano > 29 DUE FILM SCUDETTO CON TRAME DIVERSE 17 LA SORPRESA Il Sassuolo vola tra le grandi Alla Lazio restano le proteste CIERI, ELEFANTE A PAGINA IL PERSONAGGIO Baselli carica Toro: a suon di gol sta conquistando anche Conte BRAMARDO A PAGINA I ROSSONERI La doppia faccia del Milan Bacca colpisce, Lopez tradisce OLIVERO, PASOTTO A PAGINA 15 La gioia degli azzurri dopo il 3-1 alla Bulgaria nella finalina w IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Domenica tranquilla per Mihajlovic. Berlusconi era via

2 2 Serie AR 8 a giornata INTER JUVENTUS 0 0 INTER ( ) Handanovic; Santon, Miranda, Murillo, Juan Jesus; Felipe Melo (dal 19 s.t. Guarin), Medel (dal 47 s.t. Kondogbia); Brozovic, Jovetic (dal 47 s.t. Palacio), Perisic; Icardi. PANCHINA Carrizo, Montoya, Ranocchia, Telles, D Ambrosio, Nagatomo, Gnoukouri, Biabiany, Manaj. ALLENATORE Mancini. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 4 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Felipe Melo, Brozovic, Miranda per gioco scorretto. PRIMO TEMPO 4 Primo pericolo Azione manovrata della Juve: Zaza tocca per Morata che allarga per Cuadrado, destro respinto da Handanovic. 7 Mano al cartellino Marchisio è il primo a ricevere il giallo da Valeri: alla fine del primo tempo, gli ammoniti saranno quattro. 12 Risponde Jo-Jo La prima conclusione verso la porta di Buffon è di Jovetic: la punizione del montenegrino finisce a lato. 2 Chiellini salva Murillo si sgancia e verticalizza per Jovetic, che viene fermato in scivolata da Chiellini, che anticipa anche Buffon. 29 Colpo di reni Su azione d angolo, Brozovic cerca il destro a rientrare sul secondo palo: Buffon devia sulla traversa (LAPRESSE). I francesi Geoffrey Kondogbia, 22 anni, e Paul Pogba, 22, parlano coprendosi la bocca: cosa si staranno dicendo? GETTY JUVENTUS (3-5-2) Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Khedira, Marchisio, Pogba, Evra; Zaza (dal 33 s.t. Dybala), Morata (dal 25 s.t. Mandzukic). PANCHINA Neto, Audero, Rugani, Alex Sandro, Asamoah, Hernanes, Padoin, Lemina, Sturaro, Pereyra. ALLENATORE Allegri. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,2 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Marchisio, Khedira, Zaza, Evra, Chiellini per gioco scorretto. ARBITRO Valeri di Roma. NOTE spettatori , incasso di euro Tiri in porta 2 (una traversa)-5 (un palo). Tiri fuori 3-. Angoli 4-9. Fuorigioco 0-1. Recuperi: 0 p.t., 3 s.t. SECONDO TEMPO 2 Brivido Cuadrado Murillo perde palla, Cuadrado entra in area e scocca il destro che finisce tra le gambe di Handanovic ed esce. 7 Liscio rischioso Su angolo di Jovetic, Morata va a vuoto con il destro. La parabola si spegne poi sul fondo. 14 Ci prova l Inter Sinistro al volo di Jovetic dai 25 metri. Buffon blocca in due tempi. 15 Un altro cartellino Fallo tattico di Evra su Jovetic: è il quinto ammonito dell incontro, alla fine saranno otto. 24 Khedira, palo da due passi Morata in area serve Khedira che, solo davanti ad Handanovic, colpisce il palo. Inter e Juventus fanno scena muta E Firenze ringrazia 1Partita muscolare, in cui i bianconeri sprecano e si rammaricano di più. Un legno per parte: lo 0-0 lascia la Fiorentina al comando che poi si compatta in da non possesso: ma la variante che scombussola un po i giochi è Brozovic che, da esterno destro, si tiene più basso, quasi un «equilibratore» che arricchisce la cerniera Medel-Melo. A centrocampo, dove Marchisio sconta la lunga assenza e Pogba ha dolori di crescita (o decrescita?), dove si oppone solo Khedira, il pressing furioso dei nerazzurri ha la meglio per un tempo ma produce poco o nulla. Se si esclude la parata-traversa di Buffon su gran tiro di Brozovic spostato a sinistra (dove l avremmo tenuto). Jovetic fa da punto di riferimento e su di lui, per un tempo, non trovano contromisure. Ma la Juve in difesa è chiusa e non concede spiragli se non su punizione o da fuori. RIMPIANTI JIUVE Ecco, la Juve. Le occasioni sono soprattutto sue, con due tiri di Cuadrado e il palo di Khedira a due passi: ma poi ci sarebbero quelle create e non concluse dall indemoniato, ma inconcludente, Zaza. Può darsi che Dybala fosse stanco per i viaggi intercontinentali, ma più volte la retroguardia nerazzurra è sembrata sul punto di soccombere ai tagli di Morata per le incursioni di Zaza e Cuadrado. Il dribbling dell argentino poteva essere utile? Non avremo mai risposta. La manovra comunque si svolge sull asse Barzagli-Khedira-Cuadrado, ma sotto porta mancano decisione, cattiveria e precisione. Pogba sembra assente, poi si vede a strappi, bello sì ma più anarchico e svagato del solito: il centrocampo ne soffre. Certo, i bianconeri allungano la striscia positiva contro l Inter ( partite), addirittura collezionano la millesima trasferta utile della loro storia e non prendono gol: ma quel Frosinone sotto di appena due lunghezze non suggerisce entusiasmi, benché l impressione sia quella delle ultime giornate: se i bianconeri trovano concentrazione e mira possono decollare. 1-2 La coreografia dei tifosi dell Inter: «Berlino, , c eri quasi...». «...Continua a sognare» LAPRESSE-FORTE 3 Il mani involontario di Bonucci BOZZANI Fabio Licari MILANO L Inter non vince più, la Juve scivola ancora in una classifica mai così fluida. Icardi non ha mai la palla buona (e dialoga poco con Jovetic), Pogba vegeta in quel limbo indecifrabile in cui è piombato da quando indossa il 10 (e non ha Tevez e Pirlo a fargli da maestri). È spesso un vorrei ma non ci riesco. Alla fine sorridono Napoli, Roma e la stessa Fiorentina, che resta prima malgrado la sconfitta: lo 0-0 non esaltante del derby d Italia, un po decaduto al momento, serve invece a poco a Inter e Juve. Ma brucia soprattutto ai bianconeri che sprecano un paio di colpi del k.o e, pur guadagnando un punto sui viola, perdono terreno su quasi tutte le altre, Sassuolo compreso. Il «grande recupero» è rimandato di un altro turno: magari con Dybala, ieri relegato un altra volta in panchina, chissà perché, dopo la bella partita con il Siviglia e il debutto in Nazionale. Sia chiaro: nessuno dei contendenti meritava un successo netto, ma la Juve è quella che si è avvicinata di più. SFIDA TATTICA Paura di cadere e rispetto. Così si gioca soprattutto sul filo dei moduli cangianti. Allegri insiste con il duplice sistema inaugurato in Champions contro gli spagnoli, un che in fase difensiva diventa un chiarissimo 4-4-2, con l indispensabile Barzagli largo a destra: l effetto finale è quello di un esaltato da Cuadrado punta esterna che mette nei guai mille volte Juan Jesus. Anche l Inter si maschera un po, con un GLI SCENARI I nerazzurri, con 2 punti nelle ultime 3 partite, hanno raffreddato il boom di inizio stagione Allegri sale a 9 punti: il Frosinone sotto di appena 2 lunghezze non regala entusiasmo MEDEL ESEMPIO MA L Inter invece sembra fatta per soffrire, chiudersi e poi castigare all improvviso. Le era riuscito nelle prime giornate, poi 2 punti nelle ultime 3 hanno un po raffreddato i bollori. Chi la tiene in piedi è Medel, davvero indispensabile anche da centrocampista e quasi universale per come si sdoppia: aiutando la coppia Miranda-Murillo, non impeccabile, e proponendosi in pressing alto su Buffon. Avesse la sua rabbia Perisic, che a volte si estranea, o resistesse due tempi Jovetic, comunque il più pericoloso, Mancini potrebbe anche sognare: perché il gruppo è solido. Anche lui, però, costretto a sostituire Melo per evitargli l espulsione, poteva forse inserire un alter ego del brasiliano invece di Guarin che non ha certo aumentato il filtro difensivo in un secondo tempo tutto controllato dalla Juve. Insomma, alla fine tutto come prima, o quasi.

3 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT fi PROTAGONISTI L INTERISTA E LO JUVENTINO Jovetic più Cuadrado Origine viola, numeri top e una A da riconquistare 1I due ex Fiorentina, di nuovo in Italia dopo l esperienza in Premier, sono stati i migliori: la sfida di San Siro è la prova che sono tornati 3 LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI BONUCCI, MANI INVOLONTARIO È GIUSTO NON DARE IL RIGORE Gara difficile, spigolosa. Non semplice da tenere sotto controllo. Ecco perché è giusta la linea adottata da Valeri: non fare sconti nei primi 1 minuti, quando arrivano 4 gialli corretti, compreso quello per il pestone di Melo a Cuadrado. Al 25 l Inter chiede un rigore: sul cross di Brozovic c è la spizzata di Perisic col pallone che sbatte sul braccio di Bonucci. L arbitro lo considera involontario: ok, la distanza è ravvicinata e lo juventino non fa nulla per cercare l impatto (anzi, avvicina il braccio al corpo). Poco dopo si lamenta la Juve, chiedendo il secondo giallo per Melo. Il nerazzurro rischia la scivolata su Khedira, ma fa bene l arbitro a non fischiare: prima non c è contatto, poi è lo juventino a trascinare la gamba per cercare (e trovare) l avversario. Nella ripresa qualche sbavatura (non c era il giallo a Chiellini e comunque l azione andava fermata prima per un mani di Brozovic), ma Valeri supera l esame Inter- Juve: direzione positiva. Alessandra Bocci MILANO Q uestione di numeri, che poi alla fine sono soltanto numeri. Giorni e giorni a parlare di sistemi di gioco, punti di distacco, record negativi impossibili da annullare. E alla fine nei 198 Paesi collegati per il cosiddetto derby d Italia hanno potuto constatare ancora che la necessità di vincere spesso paralizza, e che i numeri sono soltanto numeri. Prendiamo il dieci: in assenza di un dieci di nome e di fatto, la Juve ha assegnato la pregiata camicia a Paul Pogba, che forse dieci lo diventerà, ma questo al momento non consola Allegri. Per adesso Pogba non è un dieci e neppure un nove e mezzo, e allora a pungere, creare, scombinare la logica della partita ha pensato Juan Cuadrado, che è arrivato al posto del trequartista puro richiesto da Allegri e indossa un neutro numero 1. Siccome l abito non fa il monaco, e la maglia neppure, Cuadrado è stato l unico a porsi dall inizio alla fine il problema di infiammare la serata e sbloccare la classifica della Juve. Missione fallita, Cuadrado non è diventato tondo, ma i chilometri corsi in qualità hanno ridato alla bistrattata squadra di inizio stagione l orgoglio del tempo perduto. La risalita non è cominciata, ma la Juve piano piano si ritrova. CONTINUITA Il 1 casuale di Cuadrado arrivato al posto di un dieci, il dieci di Stevan Jovetic, che è tornato dopo l infortunio e ha restituito l Inter alle ambizioni di poche settimane fa. Cuadrado e LA LORO GARA AI RAGGI X JOVETIC TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO CROSS 1 1 DRIBBLING Stevan Jovetic è stato tra i più pericolosi dei nerazzurri: tre i dribbling riusciti e un tiro a impensierire Buffon. Tre dribbling anche per Juan Cuadrado e il miglior dato di cross messi: ben sei MINUTI GIOCATI Recupero 89 TIRI TOTALI 2 IN PORTA 1 FUORI 1 CUADRADO Jovetic, un passato in comune, un destino parallelo: la Fiorentina è la radice, ed è buffo che adesso la loro ex squadra sia prima in classifica e loro siano costretti a osservare dal basso. Prospettiva inaspettata per Cuadrado, che con la Juve quadricampione pensava di volare dopo essere rimasto a terra con il Chelsea e invece si è trovato a scavare. Siccome il calcio è strano e alla Juve serviva un dieci, gli è toccato soprattutto correre, molto e velocemente. Tentare di saltare l uomo è il suo mestiere, non sempre gli riesce, ma anche nei momenti complicati Cuadrado è stato l uomo che si buttava in avanti ribaltando i numeri, gli schemi, le possibilità. Lo ha fatto in Champions League, in partite che alla Juve hanno regalato TOCCHI PER ZONA Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla ATTACCO CROSS DRIBBLING MINUTI GIOCATI Recupero 90 TIRI TOTALI gli unici sorrisi, lo ha fatto a San Siro. CIAO INGHILTERRA Cuadrado e Jovetic, la Fiorentina e l Inghilterra nel passato, un destino da compiere in Italia. In Inghilterra hanno già vinto campionati (uno a testa), sono tornati per riprovare in Serie A, da attori protagonisti. Quello che in Inghilterra non erano, quello che sono stati ieri, e lo dicono i numeri, che a volte qualcosa raccontano. Jovetic e Cuadrado hanno giocato più di tutti: l interista ha toccato 7 palloni, lo juventino 89, top della serata. Jovetic e Cuadrado sono anche quelli che hanno subito più falli: 8 il montenegrino, 5 il colombiano. Se la sfida delle sfide è finita con un nulla di fatto non è colpa loro. Almeno nelle loro caselle, lo zero non esiste. E in fondo anche lo zero è solo un numero. 3 IN PORTA 2 FUORI 1 GDS

4 4 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

5 Serie AR 8 a giornata LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 5 LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA INTER JUVENTUS DIGA MEDEL HANDA C È MALE SANTON ICARDI SOLO IL TECNICO ROBERTO MANCINI,5 HANDANOVIC Nel primo tempo una parata una, ma importante, sul primo palo e sul tiro brucia-guanti di Cuadrado. Intervento simile in avvio di ripresa, ma con uso di piedi e buona dose di fortuna. Attento sui palloni spioventi, suo punto critico, e sbrigativo con i piedi. Handa basico e pratico. PARATE 4 RINVII 9 PRESE ALTE 3 MIRANDA Il gioco delle marcature, anche se nel contesto di una linea a zona, lo porta a misurarsi più con Morata. Non si fa accecare dal gioco di specchi dello spagnolo, non si fa attrarre in zone lontane dalla linea dei sedici metri. Assistito dalla sorte, in alcuni rimpalli e/o deviazioni. CONTRASTI 0 LANCI 0 PASSAGGI 43 MURILLO Le due facce di Murillo. Bravo, bravissimo, se c è da difendere uno contro uno. Pericoloso all atto di giocare palla. Ha il merito di non piangere sui suoi errori. Esempio: si fa tagliare fuori da Zaza, ma non sta imbambolato a guardare, in tackle recupera il pallone. Algebricamente lo assolviamo. CONTRASTI 4 LANCI 3 PASSAGGI 43 5,5 JUAN JESUS Avvio difficile, nei primi minuti Cuadrado trasforma Juan Jesus nel lato debole della difesa interista. Melo e Medel gli danno una mano, Juan Jesus piano piano si riassesta però la ripresa riparte da dove la gara era cominciata, Cuadradocentrica al massimo. CONTRASTI 2 CROSS 0 PASSAGGI 28 BARZAGLI MURAGLIONE POGBA DELUDE ZAZA LOTTA IL TECNICO MAX ALLEGRI,5 BUFFON Con le dita sfiora il pallone per il tanto che basta e fa sì che il tiro di Brozovic si schianti sulla traversa. Parata decisiva, in condizioni precarie, perché Chiellini, in scivolata, gli aveva appena ferito una gamba. Il grande portiere è quello che fa un intervento determinante. PARATE 2 RINVII 7 PRESE ALTE 1,5 BARZAGLI Terzino destro o centrale di destra che sia, Barzagli è un muraglione contro cui si schiantano in tanti. Giusto Brozovic, in una delle incursioni a sinistra, gli crea qualche fastidio, ma sono attimi. Nei territori di Barzagli non si passa. Grande salvataggio verso la fine, di testa. CONTRASTI 1 LANCI 2 PASSAGGI 55 BONUCCI È uno di quelli che più soffre la talentuosa frenesia di Jovetic. A volte gli viene voglia di misurarsi con Jo-Jo sul medesimo terreno della tecnica e rischia la «bonucciata», però lo svarione resta latente, Bonucci non lo commette. A tratti regista surrogato, ma non è una novità. CONTRASTI 1 LANCI 0 PASSAGGI 49 CHIELLINI I suoi corpo a corpo con Icardi smuovono tonnellate di forza ed energia. Colossi che si urtano con violenza, e per noi umani è miracoloso che nessuno dei due si faccia male. Solito Chiellini, il suo modo di difendere passa da un «crash test» all altro. Icardi comunque non fa danni. CONTRASTI 2 LANCI 5 PASSAGGI 45 Meglio l Inter nei primi 45, più Juve poi. Mancio tattico, attento a sopprimere le sorgenti del gioco altrui, eccetto Cuadrado. Difficile dire se l Inter abbia guadagnato un punto o ne abbia persi due. IL MIGLIORE STEVAN JOVETIC,5 Gioca o non gioca? Gioca gioca, e stressa la Juve lì dove Marchisio dovrebbe dirigere. Jo-Jo semina ansia e raccoglie superiorità che però la squadra non capitalizza. L intesa con Icardi resta solo teorica. TIRI 2 SPONDE 1 DRIBBLING 3 IL PEGGIORE DAVIDE SANTON Con timidezza sulla destra. A lungo ancorato sul fondo, ad aspettare il treno Pogba-Evra, che arriva di rado ed enormi problemi non crea. Difettoso in personalità, non prova mai a ribaltare il tavolo. CONTRASTI 0 CROSS 0 PASSAGGI 50 5,5,5 MEDEL Il miglior difendente dell Inter. Tappa le buche, risolve problemi. Cuadrado parte sparato al via e Medel lascia la sua zona per spendersi in duello col Colombia- Express da cui esce trionfatore. Con il suo passo rapido compensa, riequilibra, ricuce. TIRI 0 RECUPERI PASSAGGI 3 ICARDI Che cosa te ne fai di tanto centravanti se non lo metti in condizione di concludere? Si batte e si sbatte, gli urti con Chiellini sono degni degli auto-scontri, e tanto basta per il sei, però i suoi dialoghi con Jovetic sono scarni. Non è possibile che due giocatori così si cerchino poco. TIRI 0 SPONDE 3 DRIBBLING 0 FELIPE MELO Il suo pestone a Cuadrado placa il colombiano e il conseguente giallo rende più saggio Melo, lo costringe ad azzerare le «melate». Felipe più di governo, alla lotta provvede Medel. Sostituito perché Mancini vuole vincere (ma senza il cattivone brasiliano rischia di perdere). TIRI 0 RECUPERI 4 PASSAGGI 1 5,5 GUARIN Mancini toglie Melo per inserire Guarin e il messaggio è chiaro: «Proviamo a vincere». Ma le buone intenzioni sono una cosa e la realtà un altra. Guarin costretto a rimanere sulle sue, perché la Juve nella ripresa è preponderante. Non tutti i cambi riescono col buco. TIRI 0 RECUPERI 2 PASSAGGI 8 BROZOVIC Destra-sinistra? Cos è la destra, cos è la sinistra? Brozovic come nella nota canzone di Gaber. Le cose migliori leggasi la traversa le fa sulla fascia mancina, dove il Mancio lo piazza per un breve periodo nella prima parte. A destra fa l attaccatutto e depotenzia Pogba. TIRI 1 RECUPERI 2 PASSAGGI 32 s.v. KONDOGBIA Doppia sostituzione interista nel recupero, in coda al match, come se ci fosse da guadagnare tempo per proteggere una vittoria. Si vede che a Mancini lo 0-0 stava bene. TIRI 0 RECUPERI 0 PASSAGGI 1 PERISIC Largo a sinistra, nel suo ecosistema preferito, anche se a tratti viene dirottato sull altro versante. Non è ancora il giocatore che Mancio dixit stravolgerà il campionato, soffoca i suoi estri sull altare dei tatticismi. Da apprezzare lo spirito di adattamento. TIRI 1 RECUPERI 4 PASSAGGI 29 s.v. PALACIO Si veda sopra, Kondogbia e Palacio entrano quando mancano due minuti o poco più al triplice fischio. Impossibile assegnare un voto ai due subentranti nerazzurri. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 0 Ennesima tappa del suo viaggio alla ricerca della Juve perduta. Sempre più intrigante il sistema ibrido difesa a 3 o a 4 a seconda delle fasi -, ma rifà capolino la siccità offensiva: perché Dybala riserva? IL MIGLIORE JUAN CUADRADO,5 Punto di forza e limite allo stesso tempo, perché non è sano che la Juve campione d Italia penda in maniera così vistosa a destra e dipenda in tutto o quasi dalle accelerazioni «cuadradiche». CROSS RECUPERI 7 PASSAGGI 41 IL PEGGIORE PAUL POGBA 5,5 Continua a giocare più per sé che per la squadra. Un paio di slalom tipici suoi, belli ma inutili. Il giovane Paul è ancora nella fase «bella promessa». Per lo status di «venerato maestro» si prega di attendere. TIRI 3 RECUPERI 10 PASSAGGI 40 KHEDIRA Mezzo voto in meno perché il palo è un gol sbagliato: da lì, e con la porta spalancata, è più difficile sbagliare che segnare. Ma l errore alla Correa non può cancellare il resto, la tessitura della tela. Marchisio non ce la fa, Pogba pensa a se stesso: Khedira smista, dirige, ricompone. TIRI 1 RECUPERI PASSAGGI 44 MORATA Considerato quel che ha passato in Lussemburgo con la Spagna, è già molto che abbia giocato. Non il solito scintillante Morata, ma basta la sua presenza per tenere l Inter sul chi va là. L assist per il palo di Khedira il suo momento top. TIRI 0 SPONDE 3 DRIBBLING 2 5,5 MARCHISIO Ha la grande attenuante del rientro dall infortunio, però la prestazione è quella che è, affannata e affannosa. Non ha ancora il suo passo, come dimostra la trattenuta su Icardi. Per un tempo rinculante, simil De Rossi davanti alla difesa. Crescente poi (ma piano). TIRI 2 RECUPERI 7 PASSAGGI 57 5,5 MANDZUKIC Si spende malissimo l unica palla potabile che gli capita. Non era facile, l occasione arriva all improvviso, di sbieco, però il croato non trova la coordinazione e la sua acrobazia finisce con un goffo capitombolo. «Dove sei Tevez?», viene da chiedersi sul momento. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 0 EVRA La Juve attacca in prevalenza sulla destra, in funzione di Cuadrado, e la squadra dimentica letteralmente Evra a sinistra. Il francese si propone, ma non riceve quasi mai il pallone. La sua azione migliore nel primo tempo, innescato da Pogba, però il suo cross viene deviato in corner. CROSS 3 RECUPERI 3 PASSAGGI 27 s.v. DYBALA Il piccolo Messi giace in panchina fino al 33 della ripresa e a noi resta un grande dubbio: chissà che cosa avrebbe combinato Dybala con i palloni capitati a Zaza e da quest ultimo devoluti in beneficenza. Allegri avrà avuto le sue ragioni, ma siamo contro il congelamento del talento. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 0 5,5 ZAZA Nulla da dire sull impegno, sulla «garra» al limite dell eccesso come dimostra il fallaccio su Juan Jesus, ma tecnicamente parlando fa la figura del temporeggiatore sciupone. Due-tre palloni giusti gli capitano sul piede sbagliato e lui se li fuma. Dove tira Zaza? TIRI 2 SPONDE 1 DRIBBLING 0 7 VALERI Gialli a ripetizione (4) nei primi minuti, giusto per far capire che non è gara da buonismi. Ok non dare rigore sul braccio di Bonucci (involontario) e sul presunto fallo (non c è) di Melo con la Juve che voleva il 2 giallo. Poche sbavature, non cambia la sostanza: direzione di valore MANGANELLI,5 MELI,5 MASSA RUSSO

6 Serie AR 8 a giornata LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT INTER JUVENTUS BARICENTRO MOLTO BASSO 4 metri ANGOLI 4 9 POSSESSO PALLA 4,2% 53,8% 2 4 TIRI NELLO SPECCHIO PALLE PERSE fla PARTITA AI RAGGI X Idee? No, tanti muscoli Sembra di vedere una gara degli anni 90 1Icardi e Morata non tirano mai in porta: pochi suggerimenti La sfida è una gigantesca battaglia a centrocampo: 37 tackle LA MOSSA TATTICA PASSAGGIO MOVIMENTO BROZOVIC MEDEL ICARDI JOVETIC PERISIC JOVETIC: falli subiti 8 BROZOVIC: cross 5 ICARDI: tiri effettuati 0 PERISIC: palle perse 18 GDS FALLI COMMESSI 21 1 CONTRASTI PASSAGGI EFFETTUATI PASSAGGI RIUSCITI Andrea Schianchi S e vincono i muscoli e perdono le idee è molto facile che gli spettatori assistano a uno 0-0 con poche emozioni e tanti rimpianti. A osservare Inter-Juve sembra di essere tornati al calcio di metà anni Novanta, quando le partite erano gigantesche battaglie a centrocampo, pressing e contropressing, raddoppi di marcatura e squadre corte, e per tirare un po il fiato e rilassarsi bisognava aspettare che il pallone finisse tra i piedi di un piccoletto, di solito il numero 10, l unico sopravvissuto alla tonnara organizzata dai genialoidi delle panchine. Tanto per capirci e per fare chiarezza, quello non è stato il periodo più spettacolare del calcio. Speriamo di non essere tornati indietro, anche se obiettivamente le scelte degli allenatori contribuiscono ad alimentare i dubbi. Mancini disegna l Inter secondo un compatto e poco elastico 4-4-2, piazzando gli uomini di qualità (Brozovic e Perisic) sulle fasce laterali, lontani dal cuore del gioco. Allegri, invece, tiene in panchina l attaccante più frizzante e imprevedibile, cioè Dybala. Avranno ragione loro, perché conoscono meglio di noi le condizioni dei loro ragazzi, ma le loro soluzioni, considerato il poco che si è visto a San Siro, non hanno soddisfatto. SPETTACOLO A conferma dell assenza di spettacolo ci sono un paio di dati: zero tiri per Icardi e per Morata, i due attaccanti di riferimento. Ciò significa che le rispettive squadre non sono mai riuscite a innescarli nel modo giusto. D altronde Icardi, che è uomo d area e ama essere servito nel cuore della difesa avversaria, aspettava traversoni e passaggi filtranti che non gli sono mai arrivati. E Morata, spesso, è stato utilizzato in fase di 80,9% 84,4% IL NUMERO 28 i falli commessi da Inter e Juventus: 14 a testa. Il più scorretto è stato Juan Jesus: 5 falli. BARICENTRO MEDIO 52,2 metri ripiegamento per dare fastidio all interista che iniziava la manovra. In soldoni: non proprio un atteggiamento propositivo, nè da parte dell Inter nè da parte della Juve. Con una tavola così apparecchiata, e con tutte le pedine che s incastrano perfettamente fino ad annullarsi, è inevitabile che soltanto un colpo di magia possa sbloccare la situazione. Jovetic ci prova e ogni volta che va via gli juventini lo stendono: 8 falli subiti. Cuadrado, sull altra sponda, è il martello che i bianconeri utilizzano per far cadere il muro nerazzurro, ma i suoi cross e i suoi 4 dribbling non producono l effetto desiderato. Il problema è che le idee, e di conseguenza chi le ha, vengono soffocati sul nascere: lo testimoniano i 37 contrasti cui gli spettatori sono stati costretti ad assistere (21 dell Inter e 1 della Juve). Provate a chiedere a un tifoso se preferisce vedere un tackle o un dribbling: chi risponde un tackle deve correre velocemente dal dottore... Bene: a San Siro, a fronte di 37 contrasti, ci sono stati soltanto 21 dribbling. Secondo voi è stata una partita spettacolare? SENZA LUCE Una volta, quando il calcio era ancora in bianco e nero, se un allenatore schierava quattro difensori e due mediani veniva definito catenacciaro. Oggi, invece, almeno a parole i tecnici sono tutti offensivisti e cercano il successo. Poi vai a leggere le formazioni e trovi, come nell Inter, quattro difensori e due mediani (Medel e Felipe Melo) a proteggerli: in sostanza sono sei giocatori muscolari e prettamente dediti all azione di contenimento. Alla fine, in mancanza di illuminazioni, non resta che ammirare gli sguardi tutta grinta di Medel o Marchisio che giocano lì dove una volta, al tempo del calcio antico, c erano Suarez o Platini. E proprio vero: si stava meglio quando si stava peggio GDS - DATI OPTA this is when modeling comes in handy ZUPPING di VINCENZO CITO SUSPENSE SUL RISULTATO? ALLA DS LO RIVELA BONIMBA C ambiano le gestioni, le versioni e le edizioni, ma alla «Domenica sportiva» (Rai) continuano con la manfrina di non rivelare l esito del posticipo, come se la gente aspettasse solo loro per sapere il risultato. Solo che poi chiedono a Roberto Boninsegna quali siano le candidate allo scudetto. «Secondo me c è anche l Inter, in fondo è a un solo punto dalla Fiorentina». Quindi, con la Juve, ha pareggiato... Sms che scorre in trasmissione. «L Inter a giocato molto, la Juve a sprecato di più». E tu hai dimenticato le acca. mentre comincia il big match del San Paolo. «La Fiorentina ha vinto sei partite su sette ma è come se ne avesse vinte sei e mezza, perché alla fine del primo tempo stava battendo il Torino 1-0». Ah, ecco. Daniele Fortuna senza fortuna. «In difficoltà lo Spezia che non riesce a fare il gioco che gli è più congeniale e cioè non riesce ad aprire il gioco stesso sulle fasce, la Ternana ha preparato bene questa sfida». Infatti un minuto e mezzo dopo annuncia: «Spezia in vantaggio con Calaiò!» (Radiorai, Tutto il calcio di domenica scorsa) keep watching at diesel.com/watches Edoardo Testoni (Fox) «Nel Colonia esce Osako tra i fischi di paura della Veltins Arena». Ma se stava uscendo, di che avevano paura i tifosi dello Schalke? Che facesse gol direttamente dalla doccia? Che tirasse una pallonata a qualcuno? Che facesse harakiri immolandosi tra la folla? «Mamma mia! Agonismo che schizza fuori dalle maglie» (Andrea Stramaccioni, Fox, Tottenham-Liverpool) Riccardo Trevisani (Sky) Sale alto il grido di indignazione e fa vibrare l Italia intera. Lei «Le nozioni che ci avevano dato nel prepartita non corrispondono a verità!». Lui «Siamo di fronte a qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che ci era stato detto». Lei «E antipatico! Non è sportivo!». Come hanno osato, quelle del Liverpool? Contro il Brescia hanno giocato col senza chiedere il permesso a Katia Serra e Luca Pisinicca (calciodonne su Raisport)

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8 Serie AR 8 a giornata 8 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT farea TECNICA L ALLENATORE DELL INTER MANCINI «SU DI NOI TROPPE CRITICHE FORSE CAPISCO POCO DI CALCIO...» «È da inizio stagione che sento certe cose, malgrado le 5 vittorie Vincendo avremmo preso consapevolezza, ma il pari va bene» Luca Taidelli T anto rumore per nulla. Eppure ci sono pareggi che possono valere più di alcune vittorie. Non tanto per avere tenuto la Juve a -8, quanto perché sino a qualche mese fa l Inter una gara come questa l avrebbe persa. Soprattutto visto il calo nella ripresa, quando i bianconeri hanno preso campo, pur creando pochi pericoli. ANALISI E CRITICHE Roberto Mancini analizza il match proprio partendo dal grande equilibrio. «È stata una sfida tra squadre molto solide, con poche occasioni. La Juve doveva provare a vincere, noi abbiamo fatto lo stesso. Bravi i difensori. Abbiamo commesso due errori che potevano costarci caro, ma non va dimenticato che alcuni uomini sono rientrati da poco dalle nazionali. Loro avevano tre centrocampisti centrali, non era facile aggredirli. Ho scelto il per cercare di metterli in difficoltà con i tagli di Perisic e Brozovic, che tra l altro è un esterno adattato. Aspetto che Biabiany trovi la condizione». Guai però a fargli notare che ai suoi è mancato qualcosa. «Resta il fatto che percepisco sempre troppe critiche su di noi. È dall inizio del campionato che sento certe cose malgrado cinque vittorie consecutive. Forse sono io che capisco poco di calcio...». Il match contro i campioni d Italia doveva dare la vera dimensione dell Inter. «Vincendo avremmo preso più consapevolezza fa Mancini, ma un pari con la Juve ci può stare. Dobbiamo migliorare un po di cose ma questo è normale. Credo che potremo starci, lì in alto. La favorita per lo scudetto? La Fiorentina è prima e ha fatto bene, pur perdendo. Ma ci sono Napoli, Roma e la stessa Juventus, che rientrerà». SINGOLI E SPONSOR Il discorso va poi sui singoli: «Jovetic ha fatto la miglior partita da quando è all Inter, nonostante si sia allenato solo tre giorni. Poi arriverà anche il momento che Icardi farà gol e sarà una bella cosa. A tutti gli attaccanti capitano momenti in cui segnano poco, ma lui si sbloccherà presto. Bocciatura per Kondogbia? Non scherziamo, le partite sono tante. In passato è rimasto in panchina anche Pogba». Così infine sulle voci di un nuovo sponsor che lo stesso Mancini avrebbe agganciato: «Io il tramite? Abbiamo un grande sponsor, che è Pirelli. Etihad è un grande marchio, ma queste non sono cose che mi competono». farea TECNICA L ALLENATORE DELLA JUVENTUS ALLEGRI «SCUDETTO? ENTRO NATALE IL DISTACCO VA DIMEZZATO» «Abbiamo fame ma serve più cattiveria. E poi dobbiamo segnare di più. Zaza? Dybala era rientrato tardi dal Sudamerica» Mirko Graziano MILANO P er la quarta volta in questa stagione la Juventus non subisce gol: in campionato era successo solo a Genova, sponda rossoblù. Massimiliano Allegri aveva predicato solidità e concentrazione là dietro, e l ha trovata. Il problema è che i campioni d Italia a San Siro non vanno oltre lo 0-0, e restano parecchio lontani dalle zone alte della classifica. È necessario al più presto un deciso cambio di marcia, anche perché di questo passo rischia di diventare un «Mortitolo» la stessa caccia a uno dei posti Champions. IL FUTURO NERAZZURRO Etihad smentisce Moratti: «Disponibile a lasciare l Inter» 1La compagnia aerea infastidita dalla fuga di notizie sullo sponsor. Trattativa aperta. Pirelli in attesa Matteo Brega Luca Taidelli MILANO «E tihad Airways smentisce le notizie e le speculazioni secondo cui la compagnia aerea diventerà sponsor di Inter FC in Italia. La compagnia non ha nessuna trattativa con il club in corso, pertanto i rumors sono senza fondamento». In effetti non siamo allo scambio di firme, ma la trattativa rimane aperta. E l aggancio con la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi è stato possibile grazie a un interesse della stessa Etihad per fare di Mancini un proprio testimonial. Etihad è sponsor del Manchester City già dai tempi in cui il tecnico era sulla panchina dei Citizens. In un momento così delicato, la fuga di notizie non ha fatto gioco. TRATTATIVA IN CORSO Questo non esclude che si possa arrivare a una fumata bianca, anche se forse a cifre inferiori dei 125 milioni in 5 anni. Così come resta aperta la pista Pirelli che, soprattutto dopo l acquisizione da parte dei cinesi, vorrebbe mantenere il proprio nome sulle maglie IL PROGRAMMA DI MAX «Ma non facciamoci prendere dall ansia dice Max, neanche in 10 gare riusciremo a recuperare il gap. Dobbiamo dimezzare il distacco entro Natale, e poi presentarci al top a marzo, per il rush finale. Tranquilli, abbiamo ancora molta fame». Parecchie cose vanno però migliorate. «Questo è certo continua il tecnico, d altronde solo da pochi giorni ho a disposizione l intera rosa, e quindi non tutti i ragazzi sono sullo stesso livello di forma. Con l Inter non mi è piaciuta la gestione tecnica di alcuni momenti della gara. Dobbiamo poi essere più cattivi sotto porta, e non mi riferisco solo agli attaccanti. Se vuoi vincere il campionato non puoi segnare così poco». Appena 9 reti nelle prime 8 giornate. «I margini di miglioramento comunque ci sono. E sono notevoli». Qualche giudizio sui singoli: «Morata a un certo punto è andato un po troppo in giro per il campo, invece di restare vicino a Zaza. Barzagli? Se là davanti avessimo avuto la cattiveria di Andrea, avremmo vinto di sicuro». Centrocampo titolare al completo: «Gran partita di Khedira, Pogba meglio nel secondo tempo, all inizio ha giocato con un pizzico di sufficienza: deve migliorare! Marchisio? Cresce, anche se nel finale ha commesso qualche sbavatura». In attacco, schierato Zaza a sorpresa: «Mi è piaciuto molto, ha attaccato bene la profondità. Forse poteva esser un po più lucido in un paio di occasioni, ma fa parte del percorso di crescita. L ho preferito a Dybala, perché l argentino è rientrato tardi dal Sudamerica, come Pereyra. Ma ora pensiamo solo a mercoledì conclude Allegri col Borussia è molto importante». Un pizzico di ansia per Buffon, la Juve parla però «di una semplice contusione al polpaccio». Da monitorare! nerazzurre. Ma gioca al ribasso sulle cifre. L Inter vorrebbe almeno pareggiare i numeri dei top club italiani (Juve e Milan prendono 17 milioni all anno da Fiat ed Emirates), Pirelli non andrebbe oltre ad una decina di milioni con bonus. ASSEMBLEA Questa mattina Thohir dovrà relazionare ai piccoli soci durante l assemblea, chiamata anche a ratificare un rosso di bilancio tra gli 80 e i 90 milioni. Al tema finanziario si lega anche l intenzione di Massimo Moratti di cedere nel medio periodo buona parte, se non tutta, del 29,5% delle azioni: «Ho dato la disponibilità agli azionisti di lasciare, non è che confermo che lascio». Grazie anche alla Saras, Moratti sta cercando qualcuno pronto a subentrargli, ben sapendo che Thohir non vuole esercitare il diritto di prelazione. Un passaggio epocale come la definitiva uscita della famiglia che ha fatto la storia del club non sarebbe immediato, anche perché nessuno sarebbe disposto ad entrare in minoranza senza la prospettiva di un ritorno di immagine (sponsor o stadio) o di una scalata alla maggioranza. LA CARICA DI THOHIR Ieri sera Thohir ha atteso all ingresso dello spogliatoio per caricare giocatori e staff. Con lui c era il socio Handy Soetedjo. Poi il si è intrattenuto con Mancini prima di fare gli onori di casa ad Andrea Agnelli.

9 Serie AR 8 a giornata Juan Jesus all attacco «Chiedete al tecnico perché non segniamo» 1Jovetic: «Dobbiamo riprendere a vincere, ma è stata la mia gara migliore a Milano». Perisic: «Gioco meglio esterno, ma mi adeguo» Matteo Brega MILANO A lla fine bisogna aspettare un bel po per veder comparire qualche interista che si fermi a parlare. Perché Erick Thohir e il socio Handy Soetedjo sono scesi nello spogliatoio a fine partita per salutare la squadra e parlare con Roberto Mancini e lo staff.non si è trattato di un discorso al gruppo, ma solo di un saluto ai suoi giocatori dal momento che oggi dopo l assemblea dei soci lascerà Milano. PERISIC Il primo a farsi vedere è Ivan Perisic. «Sono soddisfatto della partita della squadra e della mia. Abbiamo fatto meglio nel primo tempo, ma si tratta di un punto giusto vista anche la prestazione della Juventus». Il croato aggiuge: «Abbiamo giocato comunque bene. Siamo sulla strada giusta per essere una grande squadra». L ala poi torna su un possibile calcio di rigore che Valeri non ha fischiato per un fallo di mano. «Se l arbitro ha giudicato involontario il tocco, va bene, ma secondo me il rigore c era. Era una partita difficile e abbiamo giocato bene un tempo a testa». Dove sta meglio il croato? «Preferisco giocare sull esterno, meglio lungo la fascia sinistra. Ma non decido io, rispetto le scelte di Mancini e mi adeguo». E poi un pensiero al pubblico. «San Siro è stato emozionante, difficilmente mi scorderò l atmosfera del prepartita». CACCIA AL GOL Terza gara di fila senza i tre punti, secondo pareggio di fila dopo Genova Ivan Perisic, 2 anni, croato ANSA contro la Sampdoria. «Dobbiamo riprendere a vincere analizza subito Stevan Jovetic. Le partite contro le grandi squadre ti danno fiducia. Picchiavano quelli della Juve? Sì, sono abituato». E poi: «Sono stato costante, è mancato solo il gol. E stata la mia partita migliore con l Inter. Come sto? Bene!». L Inter per la prima volta in campionato non ha segnato, mantenendo il bottino complessivo a una media molto bassa (8 gol in 8 gare). «Dovete chiedere a Mancini perché facciamo fatica a segnare risponde Juan Jesus. Ce la mettiamo tutta, noi siamo un gruppo. Giocare o meno va bene tutto, mi alterno con Telles a sinistra, l importante è vincere. Io alla Roma? Spero di vincere il campionato qui. Dobbiamo sbagliare il meno possibile per prendere sempre punti. Purtroppo contro la Juve ne abbiamo guadagnato uno solo. Il pari non è giusto, abbiamo fatto una grande partita nel primo tempo e avremmo dovuto vincere. La gara con la Fiorentina è rimasta un po sullo stomaco, avremmo voluto vincerla». E così intanto il successo manca dal 23 settembre, 1-0 al Verona in casa LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 9 RIPARTENZA JUVE Marchisio avverte «Senza continuità non si fa strada» 1«Va bene il punto ma dobbiamo fare in fretta» La sincerità di Buffon: «Parlare di scudetto è ancora da visionari» Fabiana Della Valle MILANO L immagine del palo sostituirà quella dell infortunio di due anni fa. Sami Khedira si stropiccia gli occhi per assicurarsi che sia tutto vero: il pallone che avrebbe potuto cambiare la partita e anche la stagione della Juve si è stampato sul legno. Più che sfortuna è stata mancanza di lucidità, un gol divorato. Niente da fare, San Siro non gli ha dato una mano neanche questa volta. Nel 2013 qui iniziarono tutti i suoi guai, un brutto crack con la Germania in amichevole che lo costrinse a stare fuori a lungo. San Siro però continua a portare bene alla Juve, che da quando Andrea Agnelli è diventato presidente non perde qui contro l Inter. Certo, vincere sarebbe stato più utile e tranquillizzante, perché così la Signora resta lontana dalla vetta: 9 punti dalla Fiorentina, 8 da Roma e Inter, dal Napoli. «Non dobbiamo sentirci ritrovati, parlare oggi di scudetto è da visionari dice Gigi Buffon. Pensiamo piuttosto a tornare tra le prime tre, si può essere protagonisti anche senza vincere». Buffon che ha giocato «5 minuti zoppo», con una contusione al polpaccio: «La valuteremo, ma se non dovessi esserci mercoledì abbiamo Neto che chiamarlo secondo è quasi svilirlo». NOI CI CREDIAMO Buffon e Claudio Marchisio parlano per la squadra. Il Principino è appena rientrato dopo il secondo stop della stagione: «Siamo venuti qui per vincere, purtroppo siamo partiti male e sappiamo che in questa stagione siamo costretti a rincorrere, ma può andare bene un punto, anche perché non abbiamo subito gol. Dobbiamo credere per forza allo scudetto perché siamo i campioni d Italia, però dobbiamo sapere anche che non abbiamo molto tempo, se non troveremo continuità in fretta non faremo molta strada. Ora dobbiamo concentrarci sulla gara di Champions». Marchisio stronca le voci di mercato: «Klopp è disposto a fare follie per avermi al Liverpool? Non mi interessa, sono appena rientrato da un infortunio e penso solo a lavorare per tornare in forma». Concetto ribadito da Beppe Marotta: «Di offerte ne arrivano tante ma su Marchisio contiamo molto, abbiamo rinnovato in estate e lui vorrà chiudere la carriera alla Juve». Intanto Claudio vuole lasciare l impronta su una stagione in cui finora è stato solo una comparsa per i troppi guai. Da oggi si pensa alla Champions, dove la Juve con una vittoria può già allungare le mani sugli ottavi. LA GUIDA Domani c è la Roma in Champions Mercoledì la Juve CHAMPIONS LEAGUE Fase a gironi, terza giornata Domani (ore 20.45) Gruppo E Bayer Leverkusen (Ger)-Roma Arbitro: Kassai (Ungheria) Tv: Premium Sport HD Bate B. (Bie)-Barcellona (Spa) Gruppo F Arsenal (Ing)-Bayern (Ger) Dinamo Z. (Cro)-Olympiacos (Gre) Gruppo G Porto (Por)-Maccabi Tel Aviv (Isr) Dinamo Kiev (Ucr)-Chelsea (Ing) Gruppo H Zenit (Rus)-Lione (Fra) Valencia (Spa)-Gent (Bel) Mercoledì (ore 20.45) Gruppo A Malmö (Sve)-Shakhtar D. (Ucr) Psg (Fra)-Real Madrid (Spa) Gruppo B Cska Mosca (Rus)-Man. Utd (Ing) Wolfsburg (Ger)-Psv (Ola) Gruppo C Atletico Madrid (Spa)-Astana (Kaz) Galatasaray (Tur)-benfica (Por) Gruppo D Juventus-Borussia M. (Ger) Tv: Premium Sport HD Man. City (Ing)-Siviglia (Spa) YOUTH LEAGUE Gruppo E Domani Bayer Leverkusen-Roma (ore 1, diretta Premium Calcio) Gruppo D Mercoledì Juventus-Borussia M. (ore 14.30, diretta Premium Sport) EUROPA LEAGUE Fase a gironi, terza giornata Gruppo G (ore 19) Lazio-Rosenborg Tv: Sky Sport 3 e Sky Calcio 2 HD Dnipro (Ucr)-Saint Etienne (Fra) Gruppo I (ore 19) Fiorentina-Lech Poznan (Pol) Tv: Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD Basilea (Svi)-Belenenses (Por) Gruppo D (ore 21.05) Midtjylland (Dan)-Napoli Tv: Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD Legia V. (Pol)-Bruges (Bel) TROFEO LUIGI BERLUSCONI Mercoledì (ore 18) Milan-Inter

10 10 Serie AR 8 a giornata Grazie di tutto Gonzalo Higuain, 27 anni, è a quota 7 reti questa stagione GETTY Spettacolo da scudetto Bella Viola, Higuain di più 1Incontro intenso e di qualità che la Fiorentina ha guidato a lungo. Il Napoli esce alla distanza e strappa i 3 punti con Insigne e il Pipita. Di Kalinic lo squillo della capolista NAPOLI 2 FIORENTINA 1 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Insigne (N) al 1, Kalinic (F) al 28, Higuain (N) al 31 s.t. NAPOLI (4-3-3) Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (dal 43 s.t. David Lopez), Jorginho, Hamsik; Callejon, Higuain, Insigne (dal 1 s.t. Mertens; dal 34 s.t. El Kaddouri) PANCHINA Rafael, Gabriel, Valdifiori, Strinic, Henrique, Maggio, Chiriches, Gabbiadini, Chalobah. ALL. Sarri. BARICENTRO MEDIO 53 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno. AMMONITI Jorginho, Koulibaly ed El Kaddouri per gioco scorretto. FIORENTINA ( ) Tatarasanu; Tomovic (dal 33 s.t. Babacar), G. Rodriguez, Astori; Blaszczykowski, Badelj, Vecino, Alonso (dal 10 s.t. Roncaglia); Bernardeschi (dal 7 s.t. Ilicic), Borja Valero; Kalinic. PANCHINA Lezzerini, Sepe, Fernandez, Suarez, Verdù, G. Rossi. ALLENATORE Paulo Sousa BARICENTRO MOLTO BASSO 47, M. CAMBI DI SISTEMA dal 33 s.t AMMONITI Badelj, Astori, Rodriguez e Roncaglia per gioco scorretto ARBITRO Banti di Livorno. NOTE paganti , incasso di euro; abbonati e quota non comunicati. Tiri in porta. -3. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 4-3. Angoli 4-5. Recuperi: p.t. 2, s.t. 5. Fabio Bianchi INVIATO A S tai a vedere che alla fine quello che ha bestemmiato sarà stato lui. L uomo con la tuta, l animo artistico napoletano e il carattere ruvido da toscano acquisito. Sì lui, Maurizio Sarri, che risponde sempre «è una bestemmia» a chi gli parla di Napoli da scudetto. Intanto però la sua squadra ha messo le ali. Ha sgambettato i sogni della Fiorentina capolista e accorciato la classifica. L ha fatto con gli uomini che devono fare la differenza e la fanno: Insigne e Higuain, in rigoroso ordine di gol. Prima, il Napoli ha massacrato i sogni della Lazio con un sonoro 5-0 e le speranze di rinascita del Milan con un clamoroso 4-0 a San Siro. E la ciliegina di aver consacrato l anno difficile della Juve battendola 2-1. Sarà anche presto per le certezze, ma se questi non sono segnali di possibile scudetto cosa sono? La banda Sarri, dopo un avvio così così causa lavori in corso, quando il gioco s è fatto duro ha cominciato a giocare. Ha vinto tutti i duelli tra grandi o presunte grandi, in casa è diventato un caterpillar e ha in più ritrovato il pubblico dei tempi di Maradona. Il Napoli è grande, Higuain è il suo profeta. E Insigne il compagno ideale. Sono tre gare di fila che Lorenzo finalmente magnifico va in gol. Gol pesanti, soprattutto questo che squarcia una partita molto bella e molto difficile, con una Fiorentina che a sprazzi ha giocato meglio del Napoli, che è riuscita a pareggiare con la perla di super Kalinic ma poi ha dovuto arrendersi alla diagonale sentenza del Pipita. LA CHIAVE Alla fine il risultato è giusto, perché il Napoli ha aggiunto carattere alla bellezza, più carattere della Viola. Ha saputo soffrire nella prima parte della sfida, quando la Fiorentina sembrava padrona del campo, ha saputo colpire quando poteva e doveva farlo. Il Napoli ha colto gli attimi, la Fiorentina un po meno. Il bravo Paulo Sousa non se la prenderà se, tra tanti elogi, dovrà incassare anche una critica. La scelta di lasciare inizialmente fuori Ilicic non ha pagato. Per niente. Nel primo round la Viola ha fatto tutto bene, tranne nel creare occasioni da gol. Reina ha dovuto soltanto intervenire, bene, su una sassata di Blaszczykowski. Troppo poco per il gioco prodotto. Il bravissimo Kalinic non ha perso un pallone, ma sempre spalle alla porta. Borja Valero qualche tentativo di mandarlo in porta l ha fatto, Bernardeschi invece ha sbagliato quasi tutto. Con Ilicic al suo posto nel secondo round, inserito subito dopo il gol lampo di Insigne (45 secondi dal fischio) la Fiorentina è diventata molto più pericolosa: guarda caso è dello sloveno la meravigliosa palombella-assist per l altrettanto stupendo gol d esterno di Kalinic. Certo, poi Ilicic ha sporcato la sua bella gara con l errore nel passaggio che ha innescato l azione del 2-1, ma d altronde la vita e le partite sono fatte anche di episodi. Sousa è stato anche sfortunato, perché prima aveva dovuto sostituire Alonso (bravo nelle due fasi, da solo teneva la sinistra) e rivoluzionare un po la squadra: dentro Roncaglia, Tomovic alzato a centrocampo. Sfortunato perché ha dovuto farlo nel momento migliore del Napoli, cresciuto in convinzione e gioco. E che prima dell 1-1 aveva avuto ottime occasioni di chiudere la partita, soprattutto con Callejon (l unica nota dolente di giornata) che ha sprecato una clamorosa occasione a due passi da Tatarasanu. Anche quando Insigne ha dovuto lasciare dopo 1 per il solito dolorino al ginocchio causa di LUCI E OMBRE Sarri si gode anche una difesa affidabile con Koulibaly in stato di grazia La squadra di Sousa a tratti gioca meglio Ma alla fine paga l esclusione di Ilicic polemiche azzurre, il Napoli con Mertens (autore dell assist al Pipita) è rimasto alto e ha concesso poco dietro, con Koulibaly in stato di grazia. Anche l entrata di Babacar a dar man forte a Kalinic non ha destabilizzato la difesa. SCUSATE IL RITARDO È stata una partita stupenda. Eppure all alba della sfida, sembrava che dietro l angolo ci fosse la delusione tipica delle grandi aspettative. Tutto qui, lo spettacolo annunciato? Invece, uomini di poca fede noi tutti, lo spettacolo è arrivato, eccome. Scudetto o no, Napoli e Fiorentina resteranno nei quartieri alti fino all ultimo. Perché hanno un orchestra collaudata, buoni musicisti e ottimi solisti. Il Napoli l ha formata strada facendo. E Sarri ha dovuto fare un grande sacrificio: accantonare (magari non per sempre) il suo pupillo Valdifiori. Che funzionava alla grande con l Empoli che correva anche per lui e gli dava occasioni per sfruttare i suoi lanci di prima. Nel Napoli che deve fare la partita Valdifiori fa fatica, soprattutto in interdizione nelle ripartenze avversarie. Per dire, ieri Jorginho stato più prezioso in distruzione che costruzione. E ha lasciato ad Hamsik e Allan, il migliore dei suoi, il compito di spinpuò supportare meglio il tridente e lasciare più libertà ad Hamsik. La Fiorentina non esce ridimensionata da questa sfida. Anche lei ha una struttura e un gioco ben precisa che darà i suoi frutti. Paradossalmente, l imbarazzo delle scelte in avanti a volte può complicarle la vita (vedi Ilicic, appunto). Ma gere e creare azioni. Questo centrocampo sarà pur sempre una bella vita. RVATA LE TRE RETI ARRIVANO NEI SECONDI 45 1 Il tiro d interno di Lorenzo Insigne che al 1 s.t. sorprende Tomovic e supera Tatarusanu 2 La Fiorentina impatta: al 28 s.t. Kalinic segna la rete dell Il gol vittoria porta la firma di Higuain, che al 31 s.t. approfitta di un errore di Ilicic, triangola con Mertens e segna il 2-1 LAPRESSE-ANSA 1 2 3

11 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 11 fcon RETI A TESTA SONO IN VETTA AI MARCATORI LA COPPIA DELLE MERAVIGLIE Il San Paolo ai piedi dei suoi re Pipita&Lorenzo, gol e talento 1Higuain ancora decisivo, come voleva Sarri. Insigne supera il suo record in A E l argentino si gode il momento: «Vittoria importantissima, stiamo crescendo» Mimmo Malfitano NAPOLI F ermarli sta diventando un impresa, per chiunque. Non esistono difensori che tengano: loro due vanno ad alta velocità, travolgendo tutto quanto prova a contrapporsi alla loro forza offensiva. Intanto con i due gol realizzati alla Fiorentina, si sono sistemati lassù, in testa alla classifica dei cannonieri, seppur insieme al sampdoriano Eder. Ecco, buona parte del Napoli sta tutto nel grande talento di Gonzalo Higuain e di Lorenzo Insigne. Insieme, stanno integrandosi alla perfezione, i loro movimenti sono rapidi, sostenuti da una qualità davvero importante. C era il timore di un appagamento, di un momento di stasi, considerato il valore della Fiorentina e la sua ambizione di capolista. Probabilmente, non sarà stata la loro migliore partita ma, sicuramente, i due hanno brillato per concretezza, soprattutto. IL PIPITA RINATO Ormai, non conosce più limiti, abbatte avversari come se fossero birilli. Ci ha provato, Astori, a contenerlo e, probabilmente, ci sarebbe anche riuscito se Ilicic non avesse commesso l errore in uscita favorendo, poi, la conclusione vincente dell attaccante argentino. Una rete voluta con la forza, molto simile a quella che realizzò a Buffon, a fine settembre. «Si, è un momento importantissimo, per me e la squadra. Era una sfida importante per la classifica, per continuare a crescere. Siamo felici per questo successo, dobbiamo continuare così», ha spiegato Higuain nel dopo partita. «La Fiorentina è una grande squadra e ci sarebbe voluto un grande Napoli per vincere. Credo che ce l abbiamo messa tutta. Manca tantissimo, comunque, al termine della stagione, ci sarà ancora tanto da fare. Adesso dobbiamo continuare a crescere, magari un poco alla volta», ha concluso il Pipita il cui feeling coi tifosi è ormai indissolubile. Per capirne l importanza basta pensare che a fine gara, la Curva B ha aspettato che l attaccante completasse l intervista sul campo, per tributargli un lunghissimo applauso. Gesto ricambiato, ovviamente, per una passione che Napoli ha ritrovato dopo quella vissuta nell era di Diego Maradona. Un altro argentino, dunque, è destinato a dover ridare lustro a questa città. LA LORO GARA AI RAGGI X HIGUAÍN 31 ST GOL 1 TOTALI 15 POSITIVI 10 NEGATIVI 5 TOTALI 1 TOTALI 3 I GOL PASSAGGI 1Gli attaccanti azzurri grandi protagonisti: ecco alcuni dati della loro ottima prestazione 1 ST GOL 1 TOTALI 20 OCCASIONI CREATE TIRI INSIGNE POSITIVI 18 NEGATIVI 2 TOTALI 3 TOTALI 3 GDS RECORD PERSONALE Al di là dell importanza dei tre punti che lanciano il Napoli nelle zone europee della classifica, la vittoria sulla Fiorentina entrerà a far parte della storia personale di Lorenzo Insigne. Il gol che ha aperto al successo, è stato il sesto realizzato dal giovane attaccante napoletano. Tutto questo, significa record di reti in Serie A. Finora, il suo massimo in campionato era stato di cinque gol, realizzati nella stagione Quest anno, dopo le prime otto giornate, Lorenzo s è già superato e il primato è accompagnato dal primo posto nella classifica dei cannonieri. Un momento esaltante, dunque, che il ragazzo sta vivendo con grande discrezione, evitando quegli entusiasmi che potrebbero distrarlo dai suoi obiettivi che sono lo scudetto col Napoli e la partecipazione agli Euro- pei 201.

12 Serie AR 8 a giornata 12 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT LE PAGELLE di FABIO BIANCHI NAPOLI 7,5 7,5 7 FIORENTINA 7 7 HIGUAIN DECISIVO INSIGNE DA 10 «MAREKIARO» È TORNATO 7 IL TECNICO MAURIZIO SARRI REINA Il tranquillante della difesa. Bravo su Blaszczykowski, bravissimo a uscire su Kalinic e salvare il risultato. Sul gol, beh, solo applausi. PARATE 2 RINVII 4 PRESE ALTE 0 HYSAJ Scommessa vinta. Alzi la mano chi non diffidasse di lui. Invece Sarri, che l ha voluto, ora può sorridere. Difende e impara a spingere. CONTRASTI 1 CROSS 3 PASSAGGI 49 ALBIOL Aiuta a fermare Kalinic e si occupa di impostare le azioni con una buona percentuale di passaggi riusciti: 39 contro i 9 sbagliati. CONTRASTI 0 LANCI 2 PASSAGGI 39 KOULIBALY Giornata di grazia. Ingaggia un gran duello con Kalinic e, anche con le cattive, se lo fa sfuggire solo una volta. Sbroglia altre grane. CONTRASTI 0 LANCI 3 PASSAGGI 32 KUBA SI IMMOLA ASTORI BRILLANTE VECINO FA PER DUE: DIFENDE E RIPARTE IL TECNICO PAULO SOUSA TATARUSANU Doveva trasformarsi in tiramolla per arrivare negli angoli pizzicati da Insigne e Higuain. Fa quello che può e ringrazia Callejon. PARATE 4 RINVII 8 PRESE ALTE 3 TOMOVIC Insigne gli sfugge ma l assist di Hamsik è preciso. Nel primo tempo l aveva tenuto bene. Poi sale a centrocampo per esigenze di copione. CONTRASTI 1 LANCI 0 PASSAGGI 34 G. RODRIGUEZ Non fa la diagonale sul gol di Insigne, commette qualche leggerezza però imposta e nel finale si aggiunge all attacco. CONTRASTI 0 LANCI 3 PASSAGGI 35 ASTORI Il più brillante nei recuperi: ben 13. E intercetta anche 7 palloni. Con le buone o le cattive ammonito dalla sua parte non fa passare nessuno. CONTRASTI 2 LANCI 5 PASSAGGI 53 A furia di rifiutare la candidatura allo scudetto, risulterà un simpatico bugiardo. Il suo Napoli, bello e solido, e sempre più suo, ha tutte le carte in regola per conquistarlo. 7 Mastino napoletano. Con sprazzi da mezzala. Tiene su il Napoli in difficoltà, contrasta e spinge. E quando la squadra si scatena, copre. Una garanzia. L unica sconfitta azzurra è arrivata senza di lui in campo. TIRI 0 RECUPERI 5 PASSAGGI 34 5,5 IL MIGLIORE ALLAN IL PEGGIORE JOSÈ CALLEJON Sarri lo preferisce a Mertens perché più difensivo e più di destra. Col nuovo maestro è diventato più disciplinato, ma molto meno efficace sotto porta. Clamoroso il gol che sbaglia da dentro l area. TIRI 2 SPONDE 1 DRIBBLING 0 GHOULAM Meno presente e dirompente di Hysaj, comunque si produce in un paio di percussioni efficaci nel finale di partita. Dietro discreto. CONTRASTI 0 CROSS 2 PASSAGGI 38 7 INSIGNE E diamoglielo questo numero 10: ha stabilito il suo record di gol () in un campionato, è entrato in 9 gol del Napoli (3 assist). Meglio di così. TIRI 3 SPONDE 0 DRIBBLING 0,5 JORGINHO Per una volta, mette in soffitta il fioretto e usa la sciabola. Recupera ben 12 palloni e aiuta in costruzione: 7 passaggi positivi. TIRI 0 RECUPERI 12 PASSAGGI 7 MERTENS Quattordici minuti per regalare l assist a Higuain e farsi male. La sufficienza è il minimo. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 0 7 HAMSIK Capitano double face. Centrocampista e attaccante (anzi fantasista) aggiunto. Suo l assist per Insigne-gol. «Marekiaro», di nuovo. TIRI 1 RECUPERI 11 PASSAGGI 3 s.v. EL KADDOURI Deve sostituire lo sfortunato Mertens dopo il 2-1. Più copertura che offesa, difatti si fa ammonire. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 0 7 HIGUAIN Nel suo regno è una sentenza: 11 gol nelle ultime 8 gare di campionato al San Paolo. Soffre nella prima parte, poi è ancora decisivo. TIRI 3 SPONDE 0 DRIBBLING 1 s.v. DAVID LOPEZ Gioca il recupero al posto dello sfinito Allan. TIRI 0 RECUPERI 1 PASSAGGI 1 La Fiorentina impressiona all inizio, resta bella e se la gioca fino in fondo. A conti fatti però, la rinuncia iniziale a Ilicic è stata un errore. 7 5 TIRI 1 SPONDE 3 DRIBBLING 0 IL MIGLIORE NIKOLA KALINIC Il centravanti che un difensore non vorrebbe mai avere di fronte. Tecnico e feroce. Lotta sempre, prende falli, sguscia via e colpisce appena può. E con classe: l esterno-gol è da applausi. TIRI 2 SPONDE 2 DRIBLLING 0 IL PEGGIORE FEDERICO BERNARDESCHI Talento in sonno. Non riesce ad entrare in partita. Tocca pochi palloni e spesso sbaglia gli appoggi anche facili. Quando la Fiorentina spinge è proprio lui l anello mancante.,5 BLASZCZYKOWSKI La sua gara è più semplice da capire del suo cognome: nella prima parte prova a fare male, nella seconda si immola in copertura. TIRI 1 RECUPERI PASSAGGI 3 BORJA VALERO L architetto del pallone disegna buone costruzioni quando deve lavorare da solo. Con Ilicic resta un po più in ombra. TIRI 0 RECUPERI 4 PASSAGGI 43 BADELJ Bene in avvio, quando gira tutta la Fiorentina. Si intende con Vecino e Borja Valero, poi è quello che accusa di più il ritorno del Napoli. TIRI 0 RECUPERI 4 PASSAGGI 5 ILICIC Della gioia e della disperazione. Assist da urlo e partita da 7, l unico errore da 5 ed ecco la media. Ma negli occhi restano i tocchi. TIRI 0 SPONDE 1 DRIBBLING 0 7 VECINO Gambalunga arriva dove altri non possono, a contrastare e ripartire. Gran lavoro, peccato che a volte il pallone riconquistato lo sprechi. TIRI 1 RECUPERI PASSAGGI 2 5 RONCAGLIA Che nostalgia il recente passato quando i tifosi inventavano peana per lui. Ora arranca e non riesce a fare un entrata pulita. CONTRASTI 1 LANCI 1 PASSAGGI 1,5 M. ALONSO La sua importanza, come spesso accade, si vede quando deve uscire per acciacchi. Bene nelle due fasi, anche se Allan lo fa soffrire. TIRI 2 RECUPERI PASSAGGI 24 BABACAR L ultimo dei mohicani per il tentativo di doppia rimonta. Lotta ma non riesce ad avere un occasione pulita. Dalla foga pasticcia un po. TIRI 0 SPONDE 0 DRIBBLING 1 5,5 BANTI Alla fine c è un rigore su Higuain. La palla è già lontana ma il fallo resta. Non influisce sul risultato. A essere fiscali, sbaglia a non dare un vantaggio (non quello su Allan), comunque un discreto arbitraggio. Giusti i cartellini. farea TECNICA L ALLENATORE DEL NAPOLI SARRI ESULTA: «CHE REAZIONE DOPO IL PARI. PERÒ È LUNGA...» Poi sull entusiasmo: «È positivo, ma dobbiamo contenere i toni. Qui è più difficile la gestione delle emozioni». Su Higuain: «Ora è sereno» Mimmo Malfitano NAPOLI U n altra impresa. Ed è la quarta, dopo otto giornate di campionato. Dopo aver ridimensionato Lazio, Juventus e Milan, Maurizio Sarri ha sistemato pure la capolista. Adesso sono tre le vittorie consecutive, mentre sono sette i risultati positivi ottenuti nelle otto giornate fin qui disputate. Insomma, la sconfitta di Reggio Emilia, contro il Sassuolo all esordio, resta l unica macchia di un avvio che è stato un continuo crescendo. Il successo sulla Fiorentina, però, la dice tutta sull intesa e sulla qualità del collettivo napoletano: quella di ieri è stata una vittoria di carattere, ottenuta con forza e decisione, anche se nella prima fase dell incontro, la squadra ha faticato un po a trovare le misure giuste all avversario. «Questo è accaduto anche dopo la precedente sosta. In questi casi fatichiamo ad alzare i ritmi del gioco. La Fiorentina è la squadra più tecnica del campionato, e l abbiamo contrastata bene. Nella ripresa abbiamo alzato il ritmo e dopo il pareggio di Kalinic c è stata una reazione di forza», ha detto Sarri. NIENTE BESTEMMIE Viene normale insistere sul discorso scudetto dopo aver visto all opera questo Napoli nelle ultime settimane. Ma Sarri preferisce trincerarsi ed evitare accuratamente l argomento. «Non siamo primi e non dobbiamo guardare così in alto. È evidente, stiamo facendo bene, ma c è tanta strada da fare e tanto da dimostrare, dobbiamo estraniarci da tutto e da tutti come abbiamo fatto nei momenti di difficoltà», ha invocato il tecnico, che ha avuto parole di elogio per Gonzalo Higuain: tra i due è nata davvero un amicizia sincera e spontanea, sul viso del Pipita è ritornato, finalmente, il sorriso dopo le delusioni vissute nella passata stagione. «Mi fa piacere vederlo sereno e forte. In questo momento è in grande condizione, sia fisica sia mentale, si vede da come gioca e da come si allena che sta vivendo un momento del tutto positivo», ha confermato Sarri. ENTUSIASMO CONTENUTO Il Napoli che vince e che sta risalendo la classifica in maniera prepotente piace alla gente, ora il feeling tra squadra e tifosi è nuovamente forte. «L entusiasmo è sicuramente positivo. A Napoli, però, l euforia si trasforma subito in negatività se qualcosa non dovesse andare bene. Bisogna contenere i toni, qui la gestione delle emozioni è più difficile rispetto ad altre città. Ma anche questo è il bello di Napoli», ha commentato Sarri. Il tecnico viola resta fiducioso: «Dopo il pari volevamo la vittoria Ilicic fuori? Ha giocato con la nazionale e l ho visto molto stanco» Gianluca Monti NAPOLI Q ualche rimpianto la Fiorentina deve averlo per forza. Il risultato di Napoli non può rendere felici i tifosi viola, ma orgogliosi assolutamente sì. Sousa ha presentato al San Paolo una squadra intraprendente. Il merito di COSTANZO PRETI farea TECNICA L ALLENATORE DELLA FIORENTINA SOUSA APPLAUDE: «GIUSTA MENTALITÀ ABBIAMO CERCATO DI IMPORCI SEMPRE» tanta sfrontatezza è tutto suo, ma ieri preferire Bernardeschi a Ilicic non è stata una scelta felice: «Josip era stanco per gli impegni con la sua nazionale, quando è tornato non l ho visto al meglio. Bernardeschi ha fatto un buon lavoro in fase difensiva e poi ha avuto la prima palla gol», ha provato ad abbozzare il tecnico portoghese. Comunque, Ilicic si è confermato croce e delizia per la Viola. Un cioccolatino l assist per Kalinic, sanguinoso il pallone perso per il 2-1 di Higuain. «Sì, ho fatto un errore ed è cambiata la partita ha ammesso l ex Palermo. Adesso devo voltare pagina, guardare avanti e tornare al gol. Concentriamoci su Lech DAMATO DI BELLO Poznan e Roma, possiamo lottare per traguardi importanti». IDENTITÀ E DETTAGLI Anche Paulo Sousa è uscito dal San Paolo con la convinzione che la Fiorentina potrà fare grandi cose in questa stagione: «Sono felice della prestazione, abbiamo dimostrato di avere una identità ben definita. Dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto in casa del Napoli, giocando per vincere, fino alla fine, contro una squadra fortissima. Questo deve far crescere la nostra autostima». Elegante e deciso, l allenatore della Fiorentina. Fa i complimenti agli avversari e agli arbitri, raro in Italia quando si perde: «Forse c era un contatto sull azione del gol di Higuain, ma la direzione di Banti è stata ottima». Si vede che la sconfitta gli brucia molto, ma lui ha il compito di guardare oltre: «Il nostro processo di crescita deve ripartire proprio da questa sconfitta che ha evidenziato come la squadra stia recependo la mentalità che le sto inculcando. Il mio scudetto è questo: convincere i ragazzi di cercare sempre la vittoria, esattamente come abbiamo fatto dopo la rete del pareggio». Qualcosa, però, non ha funzionato e Sousa non lo nasconde: «Nei duelli personali il Napoli è stato più forte ed abbiamo preso il primo gol facendo un errore sul taglio di Insigne. A questi livelli, i dettagli fanno la differenza». Non resta che lavorare su quelli per il definitivo salto di qualità. Al resto, ci penserà il talento di chi, come Pepito Rossi, fino ad ora ha giocato poco. «Perché è entrato Babacar e non lui? Avevo bisogno di fisicità. Giuseppe sta benissimo, ho visto da parte sua cose straordinarie nelle ultime settimane conclude Sousa. Presto tornerà a grandissimi livelli». Il Lech Poznan è avvertito.

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14 Champions R Domani la sfida di Leverkusen 14 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT fil DIFENSORE TORNATO TITOLARE GIULIO DONATI «Bayer-Roma è decisiva E a ping pong vincerei io» 1L italiano del Leverkusen: «Duello pari, non come tra me e Florenzi con la racchetta» Pierfrancesco Archetti L a Germania può rivelarsi ostica per un ragazzo cresciuto a Querceta, appena alle spalle del mare della Versilia, e che ha affinità con la spiaggia, figlio di bagnino e attratto da quel lavoro se fosse andata male con il calcio. Ma Giulio Donati, 25 anni, ha saputo affrontare il distacco anche con l aiuto di amici e affetti. Non abita nell industriosa Leverkusen ma nella più attraente Colonia, insieme alla fidanzata Martina.«E ho avuto fortuna a tro- squadra». compagno vare alcune persone che mi hanno aiutato. Compreso uno psicologo». Uno psicologo? «Sì, quello del Bayer Leverkusen, però non per una seduta, ma perché Christian parla italiano. E poi ancora adesso abbiamo a disposizione un insegnante: vado a lezione, due tre volte la settimana, dipende dagli impegni. Ho anche cominciato con qualche intervista in tedesco, ma di rado. Agli inizi invece ho trovato appoggio nella famiglia di un di Del Leverkusen? «No, del Grosseto, anche se adesso è al Lecce. Davis Curiale mi ha spedito dai suoi parenti che abitano qui. Soprattutto per la burocrazia sono stati importanti». Per tornare titolare, come avviene da sei partite consecutive, chi l ha aiutata? «Roger Schmidt, l allenatore, in estate era stato franco. Mi disse che se avevo l offerta giusta poteva partire, ma se fossi rimasto gli sarei servito». Non c era l offerta giusta o non voleva mollare? «Io volevo essere titolare con continuità, però non volevo lasciare la Champions League con le sue grandi sfide. Credevo in me stesso e sono rimasto a Leverkusen». I fatti le stanno dando ragione. Di lei hanno scritto: «Quando è uscito Donati al Camp Nou il Bayer è crollato incassando due reti». È vero? «Avevo i crampi e comunque il Barcellona ha grandi individualità che possono punirti in qualsiasi momento. Come del resto la Roma. In Spagna eravamo a posto per 80 minuti, vincevamo, poi siamo andati sotto. Il primo gol era forse evitabile, il secondo no, una gran L UOMO IN PIÙ Pjanic, il mago delle punizioni «Le traiettorie le ho in testa» 1Ha studiato da Juninho ed insegue Pirlo: già 10 i gol sui tiri da fermo in A del bosniaco Per lui 4 assist, l ultimo a De Rossi. Che discute con Giacomelli e poi fa festa con Verdone DA DOVE HA TIRATO E COME HA SEGNATO STAGIONI IL NUMERO 1Gol di Donati con il Bayer, dove arrivò nel Segnò in Champions, allo Zenit ( ) I TOP STAGIONALI 3 PJANIC 1 BIRSA, BALOTELLI, EDER, FERNANDO, INSIGNE, PAROLO, ALONSO, BONAVENTURA, DZ I L ITALIA CALCISTICA NON MI MANCA: QUI SONO IN CHAMPIONS PER SUPERARE I GIALLOROSSI DOBBIAMO RESTARE COMPATTI COSI DOMANI? 2 DONATI 38 BELLARABI 3 DIGNE 4 TAH 21 TOPRAK 11 KIESSLING 27 GERVINHO 2 RÜDIGER 1 LENO 5 PAPADOPOULOS 23 KRAMER 9 DZEKO 4 1 NAINGGOLAN DE ROSSI 25 SZCZESNY Giulio Donati, 25, al Bayer dal HERNANDEZ 44 MANOLAS 18 WENDELL 10 CALHANOGLU 11 SALAH 15 PJANIC 24 FLORENZI CENTIMETRI giocata di Suarez. Loro hanno tanti fenomeni, mi sembrava di essere alla playstation. Dalla mia parte arrivava Neymar, ma quello che mi ha impressionato di più è stato Iniesta». Domani sera la punteranno Salah e Gervinho. È convinto pure lei che la qualificazione si decide in questa doppia sfida? «Salah, Gervinho o anche Iago Falque: la Roma ne ha tanti bravi, non solo questi. Sono convinto che il doppio confronto sposterà l ago della bilancia del girone. Sarà una sfida molto equilibrata, 50 per cento di possibilità a testa. Noi dobbiamo rimanere concentrati, compatti, raddoppiare sempre perché la Roma sa essere forte, veloce e tecnica». Quando era fra i ragazzi dell Inter, lei studiava Maicon; quando è diventato vice campione europeo con l Under 21 aveva a fianco Florenzi. Il passato le si ripresenta, come lo affronterà? «Per me era un privilegio allenarmi con Maicon. Scherzavamo molto, poi ognuno ha fatto la sua strada e non ci siamo più sentiti. Con Florenzi invece il rapporto di amicizia è rimasto: ci telefoniamo, anzi lo chiamerò in questi giorni. Lui è un fenomeno, però dovrebbe imparare a giocare meglio a ping pong: con me perde sempre». Nessun rimpianto o nostalgia per l Italia? «C è sempre qualcuno che viene a trovarmi e per queste due partite ho dovuto dividere le richieste di biglietti, metà all andata e metà al ritorno per non scontentare nessuno. Quanto ai rimpianti calcistici, non ne ho. Qui sono in Champions, non c è posto migliore per un giocatore». 12 Sono i gol segnati in Serie A da Pirlo su punizione dall estate del 2011 e cioè da quando è sbarcato in Italia Pjanic. Solo lui ha fatto meglio del bosniaco CENTIMETRI IN EUROPA Nei 5 top campionati nessun cecchino bravo come Miralem. Eriksen e Willian sono a due reti Del bottino sui calci da fermo ben 7 centri nelle ultime 3 stagioni. Ora ci prova di più Andrea Pugliese ROMA D ieci pennellate d autore. O, se preferite, anche dieci magie, quasi come se avesse davvero una piccola bacchetta magica. Per disegnare traiettorie a giro, parabole imprendibili, colpi che spesso i portieri riescono a vedere solo alla fine, quando sono costretti a raccogliere il pallone in fondo al sacco. Sono le punizioni di Miralem Pjanic, colpi appresi da adolescente a Lione alla scuola di Juninho Pernambucano e perfezionati da sé, strada facendo. Fino all ennesima magia, quella di sabato scorso, con cui il bosniaco ha sbloccato la partita con l Empoli che altrimenti, molto probabilmente, sarebbe rimasta lì, impantanata su di uno scialbo 0-0. TOP IN EUROPA In questo momento nei 5 campionati europei più famosi nessuno su punizione è stato decisivo quanto Pjanic. Dall inizio della stagione Miralem da fermo ha infatti segnato tre volte: contro Juventus, Carpi e appunto Empoli. Eriksen (Tottenham) e Willian (Chelsea) sono fermi a due, un plotone di stelle ha fatto centro una sola volta (Griezmann, Balotelli, Insigne, Neymar, Oscar, Calhanoglu e tanti altri). Ma non c è da sorprendersi, perché Da destra la sequenza del gol all Empoli di Pjanic. Prima il momento del tiro, a sinistra la parabola del pallone GMT/PEGASO da quando è in Italia (estate 2011) Pjanic ha già segnato dieci volte su punizione. Nello stesso arco di tempo in Italia ha fatto meglio solo Pirlo (12), ma rispetto all ex juventino Pjanic ha una percentuale di realizzazione migliore, avendo calciato meno volte di lui (soprattutto all inizio, quando molte punizioni finivano sui piedi di Totti). NESSUN SEGRETO Ma dove ha imparato Pjanic a calciare così bene? «Il mio maestro è stato Juninho, ma lui calciava in modo diverso dal mio ha detto lui stesso La palla ballava, come quella di Pirlo. Io mi esercito, provo spesso i tiri in allenamento per migliorare la precisione. Ma non le traiettorie, quelle le ho in testa, conosco le distanze dalla porta». E c è da credergli, visti i risultati. Una sorta di maghetto, magari anche un piccolo Harry Potter, di certo un giocatore sempre più decisivo per tutte le dinamiche giallorosse. Così tanto che dall inizio del campionato Pjanic è entrato in maniera attiva in ben 8 dei 20 gol segnati dalla Roma, tra le 4 reti personali ed i 4 assist. Anche qui numeri da topplayer, meglio di lui in tal senso finora ha fatto solo uno straripante Insigne. DE ROSSI, L ARBITRO E... Dei 4 assist, l ultimo è arrivato proprio sabato per il 2-0 di De Rossi, con quella traiettoria pennellata su calcio d angolo. Già, De Rossi, il compagno di tante battaglie. Compresa quella con l Empoli, in cui ci ha messo come al solito cuore e passione. Andando anche un po oltre, come quando negli spogliatoi all intervallo ha avuto un acceso scambio di battute con l arbitro Giacomelli, per poi chiarirsi ancor prima di rientrare in campo. Poi, subito dopo il gol, Daniele ha festeggiato le sue 500 gare giallorosse a casa di amici, al fianco di un ospite speciale come Carlo Verdone. E chissà che non diventi presto anche uno dei suoi personaggi. «Un giorno mi piacerebbe raccontare la sua storia e quella di Totti. Potevano andare altrove, sono rimasti a Roma», ha detto il regista ed attore romano. Chissà, magari prima o poi penserà anche a Pjanic ed alle sue magie.

15 Serie AR Rossoneri a due volti LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 15 Milan: il gol a due facce LA NOTA NEGATIVA Ansia Miha Diego Lopez è diventato un problema 1Troppe indecisioni nella prima parte della stagione: i rossoneri hanno bisogno di ritrovare l affidabilità del portiere Diego Lopez, 33 anni, è stato al Real Madrid dal 2005 al 2007 e nel AFP IL NUMERO 5,93 la media voto di Lopez dopo 8 giornate: finora lo spagnolo ha preso 4 sufficienze e 4 insufficienze G.B. Olivero MILANO D iego Lopez è un buon portiere: lo racconta la sua storia. L anno scorso, e anche in precedenza nel Real Madrid, è stato un grande portiere. In questo campionato, invece, il suo rendimento è calato anche se poi, spulciando le pagelle, lo spagnolo viaggia appena sotto alla sufficienza (5,93). Qui però non si tratta di voti, ma di parate, di errori determinanti, di quella sicurezza che garantiva ai compagni e che adesso invece non garantisce più. Il gol di Baselli a Torino finisce sul conto di Diego Lopez, perché è vero che Antonelli tiene in gioco tutti, che Romagnoli perde il contrasto fisico con Belotti, che Alex si sta interrogando sui grandi temi della vita a una decina di metri, che Abate è fuori posizione e che Baselli è svelto a calciare; ma è altrettanto vero, anzi di più, che il portiere del Milan è lento nei riflessi e nel tuffo, che la palla passa tra lui e il primo palo, che poteva fare di più. Anzi: doveva parare. E il Milan, probabilmente, oggi sarebbe a quota 12 in classifica e guarderebbe al futuro con un pizzico di fiducia e serenità in più. LE INCERTEZZE L anno scorso Lopez fu accolto così da Adriano Galliani: «E uno dei primi tre portieri del mondo». Al di là delle classifiche, il rendimento di Lopez diede ragione a Galliani:,30 di media voto, miglior giocatore del Milan con un abisso di vantaggio su Bonaventura (,11). Quest anno, invece, in 8 giornate ci sono già state alcune incertezze: Lopez avrebbe potuto fare di più sulla punizione di Insigne, sicuramente sul gol di Baselli. E anche alcuni rinvii hanno fatto arrabbiare Mihajlovic: da un lancio sbagliato verso De Sciglio è nato il gol che l Empoli realizzò contro il Milan. UNA MALEDIZIONE Mihajlovic ha difeso il portiere: «La scorsa stagione è stato uno dei migliori, quest anno sicuramente ha qualche difficoltà. Comunque, sono sicuro che tornerà ai livelli che gli competono». E probabile, perché Diego è forte e ha anche un carattere molto tranquillo che gli consente di assorbire bene i momenti negativi. Non avrebbe senso metterlo in discussione per affidarsi ad Abbiati. Sarebbe forse più interessante e intrigante valutare le qualità del giovanissimo (classe 1999) Gianluigi Donnarumma, ma naturalmente nessuno vuole correre il rischio di bruciare quello che tutti già vedono come portiere del Milan per tanti anni. E allora si attende solo che Diego torni sui suoi livelli, nella speranza che non si debba nuovamente parlare di incubo portiere per i rossoneri. Tutto nasce forse il 17 gennaio 1999: durante la sfida casalinga con il Perugia, Sebastiano Rossi aggredisce Bucchi, si fa cacciare e squalificare per cinque turni. Zaccheroni si affida al giovane Abbiati dopo il fallimento dell esperto Lehmann. Poi tocca a Nelson Dida, che alterna parate fantastiche (c è un periodo in cui ci si chiede se sia bravo come Buffon...) a papere clamorose. A Milanello passano anche Kalac, Storari, Roma, Amelia che per un motivo o per l altro non riescono a prendersi in modo definitivo la maglia da titolare. Nel gruppo va inserito anche Gabriel, girato in prestito prima al Carpi e adesso al Napoli. Magari tornerà alla base. Per adesso al Milan interessa solo che Diego Lopez ricominci a fare quello che gli riesce bene: parare. LA NOTA POSITIVA Bacca, numeri da superstar Passa tutto dai suoi piedi 1Una rete ogni partita e mezza e adattabilità massima a qualsiasi modulo: Carlos è il traino di Sinisa Carlos Bacca, 29 anni, festeggiato da Bonaventura dopo un gol AFP Marco Pasotto MILANO S pulciando a ritroso le statistiche stagionali relative a Carlos Bacca, si trovano chicche di questo tipo: ha segnato al primo tiro nello specchio in Serie A (dopo Milan-Empoli); tre gol in cinque partite, trovati coi primi cinque tiri nello specchio (dopo Milan- Palermo); ha trovato il gol al terzo tocco di palla (dopo Torino-Milan). Per fortuna c è lui che tira, è il primo commento che passa per la testa, dal momento che al Milan quest anno pare un attività sconosciuta. Poi senti lui che dice: «Col abbiamo giocato bene, ma è una scelta dell allenatore, noi dobbiamo solo adattarci». Già, facile distillare perle di saggezza quando sai IL NUMERO 4i gol segnati da Bacca in Serie A (8 presenze, da titolare). L ex punta del Siviglia è il re dei bomber rossoneri cavartela in qualsiasi situazione. In Colombia i camaleonti non ci sono, però c è lui. Che cambia a seconda dell esigenza. Punta unica, come a Siviglia. In coppia, come a Milano. Nel tridente, come è stato l altra sera e potrebbe essere in futuro. Benvenuti nei territori di Re Carlos, quello che sulla maglia ha tenuto il cognome nonostante Berlusconi volesse il nome di battesimo; quello che è stato l acquisto più costoso del mercato rossonero; quello che, secondo tutti i tifosi, è stato l unica vera spesa produttiva e sensata. FATICA Dal momento che per un attaccante i numeri sono abbastanza importanti, ne sottolineiamo altri. Da quando è al Milan, i conti sono piuttosto semplici: quattro gol in otto presenze (parliamo solo di campionato), ma è bene andare oltre. Dividendo i minuti con le reti, scopriamo che Carlos ne fa una ogni 133 minuti. Ovvero una ogni partita e mezza. Ecco, così rende meglio l idea. Un dato decisamente importante soprattutto in considerazione della stitichezza rossonera nella costruzione del gioco. Potrebbe essere un dato più o meno normale al Bayern o al Barcellona, giusto per citare due squadre di cui Berlusconi ama registrare le partite; un po meno in un Milan che fa una fatica bestiale a proporsi e liberarsi al tiro. Ad ogni modo, Carlos non fa altro che mantenere le ottime medie tenute a Siviglia. Basta sfogliare l album della scorsa Liga: 37 partite, 59 tiri (di cui ben 42 nello specchio), 20 gol. Uno ogni tre tiri, uno ogni (nemmeno) due partite. I trenta milioni, in fondo, sono qui. VARIETA Da un campionato all altro, da una nazione all altra, da un sistema di gioco all altro per lui cambia poco. I problemi, semmai, sono per chi gli sta vicino. All Olimpico Carlos in otto minuti ha preso a picconate l immagine di Luiz Adriano, che aveva trascorso il primo tempo a cercare di fare ciò che a lui è riuscito in pochi attimi. E qui chiudiamo con le statistiche, segnalandone una che racconta molto: in 34 minuti il colombiano ha toccato dodici volte il pallone, Adriano ne ha toccati tredici in 5. Caratteristiche diverse, certo, ma stessa posizione in campo. D altra parte la ricchezza maggiore a disposizione di Mihajlovic è la varietà in attacco. Ha centravanti, seconde punte, esterni (gli manca però il trequartista), e ha Carlos che cambia sistema di gioco senza cambiare le sue belle abitudini. La vera prova del nove, probabilmente, sarà la coabitazione con Balotelli, che tende sempre a mettere un po in ombra i compagni di reparto. Con Bacca non deve succedere. Bentley Bentayga Da Francoforte a Padova, in anteprima. Il più grande mercato delle auto d epoca e gli ultimissimi modelli delle principali case automobilistiche. Succede solo a Padova Ottobre ANTEPRIMA

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17 Serie AR 8 a giornata LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Il Sassuolo sull Olimpo La Lazio soffre i viaggi 1Berardi e Missiroli lanciano gli emiliani al quarto posto. Pioli perde la terza trasferta su quattro e si fa agganciare da Di Francesco 1 Domenico Berardi, 21 anni, festeggiato dai compagni: per l attaccante calabrese è il primo gol in campionato ANSA 2 Simone Missiroli, 29, autore del raddoppio della squadra di Di Francesco: anche per l ex Reggina è la prima rete stagionale ANSA 3 Di Felipe Anderson, 22, il gol della speranza per la Lazio GETTY LE PAGELLE di A.E. ACERBI E BERARDI SONO DUE CERTEZZE MAURICIO UN PERICOLO, MA PER I SUOI SASSUOLO,5 7 IL MIGLIORE SIME VRSALJKO LAZIO 5,5,5 IL MIGLIORE SENAD LULIC SASSUOLO 2 LAZIO 1 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Berardi (S) su rig. al 7 p.t.; Missiroli (S) al 15, Felipe Anderson (L) al 22 s.t. SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Biondini (dal 2 s.t. Laribi), Magnanelli, Missiroli; Berardi (dal 37 s.t. Terranova), Falcinelli (dal 2 s.t. Defrel), Sansone. PANCHINA Pomini, Pegolo, Longhi, Ariaudo, Gazzola, Pellegrini, Floccari, Politano, Floro Flores. ALLENATORE Di Francesco. CAMBI DI SISTEMA dal 37 s.t BARICENTRO MOLTO BASSO 45.8 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Sansone per g.s. LAZIO ( ) Marchetti; Basta, Mauricio, Gentiletti, Lulic; Onazi (dal 1 s.t. B.Keita), Cataldi; Candreva (dal 31 s.t. Kishna), Milinkovic, Felipe Anderson; Klose (dal 20 s.t. Matri). PANCHINA Berisha, Guerrieri, Hoedt, Radu, Patric, Braafheid, Konko, S. Mauri, Morrison. ALLENATORE Pioli. CAMBI DI SISTEMA dal 31 s.t BARICENTRO MEDIO 53.7 METRI ESPULSI Cataldi al 48 s.t. per doppia ammonizione (g.s.) AMMONITI Lulic, Milinkovic e Mauricio per g.s.. ARBITRO Guida di Torre Annunziata. NOTE paganti 5.512, incasso di euro. Abbonati.300, quota di euro. Tiri in porta 4-3. Tiri fuori -7. In fuorigioco 1-2. Angoli 3-9. Recuperi 1 p.t., 4 s.t. Andrea Elefante INVIATO A REGGIO EMILIA P oche certezze vincono sempre su molti dubbi: scollinata la prima tappa del suo trittico-verità (avanti con Milan e Juve), il Sassuolo ora sa che il suo 4 posto è solido come il suo fortino. Al Mapei Stadium non perde da sette partite e il fatto che abbia preso gol nelle ultime sei dimostra che non si limita mai al compitino della provinciale timida e ancora incompiuta, perché ha un gioco fondato su meccanismi garantiti e consapevolezze che prescindono dagli interpreti. Proprio quello che non si può dire della Lazio di oggi, ma almeno un dubbio non la sfiora più: in trasferta si squaglia, visto che ne ha già perse tre su quattro, beccando la bellezza di 12 gol. RIGORE GENEROSO In compenso ieri sono emersi altri dubbi, a sua parziale discolpa: l 1-0 del Sassuolo è nato da un rigore generosissimo e non c è prova contraria di come sarebbe andata senza tanti e così importanti assenti. Pioli sabato aveva tentato l impatto psicologico («Io vedo quanto sono forti quelli che ho, non quelli che mi mancano»), ma anche e proprio mentalmente la Lazio è venuta a mancare: poco esperta e dunque lucida soprattutto nel cuore della squadra, dove le assenze di Biglia e Parolo hanno un peso che va ben al di là dei numeri. Tipo i 43 anni in due dello svagatissimo Onazi e del timidissimo Cataldi, che hanno pure costretto Pioli a rinunciare al Mettiamoci che dietro la prolungata assenza di De Vrij scoperchia sempre di più black out e incostanze degli altri centrali e che davanti Klose (al debutto in campionato e in ritardo) e poi Matri hanno fatto rimpiangere Djordjevic: diventa più facile capire perché il forzato ottimismo del tecnico sia stato smentito dai fatti e perché forse andrà rivisto l utilizzo di Keita. E vero che finora lo spagnolo ha dato il meglio entrando in corsa, ma anche ieri la Lazio ha cambiato faccia con il suo ingresso. Fino a quel momento la virata sul era stata penalizzata da un concorso di colpe: laterali tenuti bassi dal sacrificio di Sansone e Berardi; squadra pendente quasi esclusivamente a destra finché Candreva ha sgommato e Felipe Anderson si è autoeclissato; i movimenti preferiti di Milinkovic, che dal centro ama allargarsi, vanificati dall assenza di qualcuno in grado di buttarsi dentro (ah, Parolo...); soprattutto una quantità industriale di errori: il saldo dei passaggi sbagliati a fine partita. SASSUOLO COPERTO In vantaggio con Berardi su rigore, il Sassuolo si è trovato la partita in mano, ma il suo trio d attacco fra tiri poco convinti (Sansone e Berardi), incertezze e contropiede gestiti male (Falcinelli), traverse colpite (ancora Falcinelli) e egoismi in ordine sparso non è riuscito ad ammazzarla. Avrebbe potuto farlo ben prima del raddoppio di Missiroli, inseguito vanamente da Milinkovic: il cambio Onazi-Keita aveva fatto pensare ad un azzardo di Pioli, perché sembrava esserne nata una Lazio spaccata in due, perfetta per lasciare spazi alle ripartenze che il Sassuolo fa ad occhi chiusi. In realtà era una Lazio perlomeno più viva, come lo spagnolo: capace di svegliare dal torpore anche Felipe Anderson, e di mostrargli la porta per il 2-1. Ma con quasi mezzora a disposizione la Lazio non ha fatto molto di più: Pioli, con Keita più vicino a Matri, ha provato a farla sfondare anche al centro senza toglierle ampiezza con un accenno di 4-2-4, ma Di Francesco con Terranova si è coperto in larghezza: perché vergognarsi di un 5-3-2, se poteva valere il 4 posto? Non solo travolgente corsa in avanti, come sul 2-0: grande efficacia anche in chiusura e in particolare nelle diagonali (una decisiva su Klose). ONSIGLI,5 Copre su Milinkovic, toglie veleno a un tiro di Keita. CANNAVARO 5,5 Rischia su Milinkovic. In ritardo su Anderson e quel rigore è cercatissimo. ACERBI,5 Rientra e non ha perso sicurezza. Si prende un rischio a «uscire» su Keita e lo paga. PELUSO Soffre Candreva e poi si riprende, ma restano 1 passaggi negativi e 24 palle perse. BIONDINI Ne fa una bene e una un po meno, ma tiene. LARIBI Frizzante come un aspirante titolare. MAGNANELLI,5 Dove c e da recuperare un pallone, lui c è. MISSIROLI,5 Non difende granché, ma è un buon incursore e quel pallone per il 2-0 per lui è il paradiso. BERARDI,5 Braida in tribuna vede un gran rigorista (13 su 14) e un attaccante di talento che sa fare l operaio, pur se non ancora al top. (Terranova s.v.) FALCINELLI Non è un killer ma si muove bene (vedi gol del 2-0): si sbatte e sbatte contro la traversa. DEFREL Non aveva 90, ma ne ha abbastanza per mangiare la gara quando entra. SANSONE Tanto lavoro anche in fase difensiva, ma quando vede il 2-0 gli esce una mozzarella di tiro. ALL. DI FRANCESCO,5 Terranova non è rinuncia: è lettura dei cambi di Pioli. Il più continuo, il più tosto (anche 17 palle recuperate): su Berardi non si limita a difendere, lo attacca. Unico peccato sul rigore: il movimento scomposto. MARCHETTI Solo un uscita-rischio, e non per colpa sua. BASTA Bene in asse con Candreva, malino in fase difensiva. MAURICIO 5 Non fa solo errori: li fa pericolosi. GENTILETTI 5,5 Solo un brivido nel primo tempo, lascia troppe libertà nella ripresa. ONAZI 5 Impreciso, falloso e ingenuo nelle letture: non solo dà poco, ma fa danni. B. KEITA,5 La latitanza all alba del 2-0 sbilancia tutti, ma ancora una volta entra, spacca la partita e fa nascere il 2-1. CATALDI 5,5 Timido, limitato da Onazi e poi dal dover giocare una partita non sua: difesa, più che calcio pensato. CANDREVA 5,5 Decolla forte, si spegne presto affogando negli errori e in 28 palle perse (Kishna s.v.) MILINKOVIC Gioca di fisico (vedi traversa) e carattere, ma quando cerca l 1-1 di forza diventa egoista. E che sgorbio il tiro del possibile 2-2. FELIPE ANDERSON 5,5 Si rianima solo dialogando e scambiandosi la posizione con Keita: infatti segna quando si è accentrato. KLOSE 5,5 È bravissimo Vrsaljko a murarlo, poi non si vede quasi più. MATRI 5,5 Di lotta, sposta poco. ALL. PIOLI Tanti errori non dipendono da lui, ma gli sarà rimasto un dubbio: Keita dall inizio almeno stavolta... GUIDA Lo induce all errore Cervellera, ma lui non è così 4,5 lontano: rigore sbagliato. Fiscale ma giusto il secondo giallo a Cataldi per fallo da frustrazione. TASSO - SCHENONE ; CERVELLERA 5 - SAIA TRA GIOIA E POLEMICHE Di Francesco: «Giusto sognare». Pioli: «Rigore inventato» 1L allenatore del Sassuolo: «Con questo spirito possiamo andare lontano» Cannavaro: «Lulic mi tocca, scelta giusta» Stefano Cieri INVIATO A REGGIO EMILIA V ietato parlare di scudetto (sconfitta con Empoli docet), ma sognare si può. Del resto, un quarto posto in classifica, dopo aver battuto Napoli e Lazio (in casa) e fermato la Roma (in trasferta), non può essere liquidato come una semplice divagazione sul tema salvezza. E così Eusebio Di Francesco si guarda bene dall alzare il freno a mano al suo lanciatissimo Sassuolo: «Sì, è bello e giusto sognare. Godiamoci il momento, ma pensiamo ad una partita per volta. Abbiamo 15 punti in classifica che non sono pochi dopo otto giornate. Soprattutto perché abbiamo ottenuto risultati importanti contro grandi squadre. Ma con loro ci esprimiamo meglio: per noi è più facile giocare perché ci concedono più spazio. Ora però dobbiamo restare con i piedi per terra, siamo solo all inizio. Se non ci montiamo la testa e Eusebio Di Francesco, 4 LAPRESSE conserviamo lo spirito con cui abbiamo affrontato la Lazio possiamo andare lontano». Eusebio il perfezionista, peraltro, riesce lo stesso a trovare il pelo nell uovo: «Dovevamo chiuderla prima e non avere paura. Ma nel complesso devo elogiare i miei uomini. Questa è la loro vittoria, non la mia». PROTESTE E VELENI Una vittoria che è stata aperta da un rigore che probabilmente non c era. Di Francesco glissa così: «Nel dubbio il rigore si dà. Io dalla panchina non sono riuscito a capire come sia andata. Se il rigore è stato generoso ricordo che tante altre volte ci sono stati negati rigori solari». Paolo Cannavaro, accusato dai laziali di aver quantomeno accentuato la caduta, si difende così: «Non ho assolutamente simulato, il contatto con Lulic c è stato, per me il rigore era netto. E infatti l assistente d area, che era vicino, ha aiutato l arbitro a prendere la decisione giusta». Di parere diametralmente opposto è ovviamente Stefano Pioli (in ansia per De Vrij, ieri visitato in Belgio, operazione vicina): «Il rigore non c era, l arbitro ha sbagliato. Rivedendo le immagini in tv mi sembra chiaro. E poi mi fido di Lulic: mi ha detto di non aver toccato Cannavaro. Peccato, eravamo partiti bene, questa decisione ha condizionato la gara». Pioli, però, non si attacca solo a questo episodio per giustificare una battuta d arresto che arriva dopo quattro vittorie consecutive ottenute dalla Lazio tra campionato e coppa: «Siamo stati poco lucidi, specie nel primo tempo. Poi nella ripresa ci siamo disuniti. E comunque non è stata una giornata fortunata, perché alla fine avremmo potuto lo stesso pareggiare con Milinkovic». Il tecnico laziale comunque tiene a sottolineare come questa terza sconfitta in campionato sia molto diversa dalle altre due: «Con Chievo e Napoli non c era stata proprio partita, stavolta invece la prestazione l abbiamo fatta. Sapremo ripartire».

18 Serie A R 8ª giornata 18 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Vazquez killer, il Bologna a picco 1Il gol del fantasista del Palermo rende più cupa la crisi rossoblù: Rossi confermato ma è una fiducia a tempo BOLOGNA 0 PALERMO 1 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORE Vazquez al 23 p.t. BOLOGNA ( ) Mirante; Ferrari (dal 40 s.t. Falco), Gastaldello, Rossettini, Masina; Taider (dal 12 s.t. Donsah), Diawara; Rizzo, Brienza, Mounier (dal 24 s.t. Mancosu); Destro. PANCHINA Da Costa, Stojanovic, Morleo, Mbaye, Krafth, Oikonmou, Brighi, Crisetig, Pulgar. ALLENATORE Rossi. BARICENTRO ALTO 5 M. CAMBI DI SISTEMA dal 24 s.t , dal 40 s.t ESPULSI nessuno. AMMONITI Rizzo per gioco scorretto. PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Struna, Gonzalez, Andelkovic; Rispoli, Rigoni, Maresca, Hiljemark (dal 7 s.t. Chochev), Lazaar (dal 35 s.t. Daprelà); Gilardino, Vazquez. PANCHINA Colombi, Alastra, Goldaniga, Pezzella, Vitiello, Jajalo, Brugman, La Gumina, Quaison, Trajkovski. ALLENATORE Iachini. BARICENTRO MOLTO BASSO 42,4 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Vazquez per c.n,r,, Struna, Hiljemark e Rispoli per gioco scorretto. ARBITRO Fabbri di Ravenna NOTE paganti 3.27, incasso di euro; abbonati , quota di euro. Tiri in porta -5 (con una traversa). Tiri fuori 8-2. In fuorigioco 2-2. Angoli -. Recuperi: p.t. 1, s.t. 4. Guglielmo Longhi INVIATO A BOLOGNA «N on ho visto una squadra spenta», dice il dolente Delio Rossi dopo aver incassato la settima sconfitta in 8 giornate e i fischi della gente di Bologna. Ammissione autoconsolatoria di un allenatore sempre più a rischio: la società gli ha concesso la fiducia a tempo, fino alla partita con il Carpi, ma non oltre. Pronto Donadoni, con le alternative Delneri e Di Carlo. «Siamo una mano aperta, dobbiamo diventare un pugno», aveva dichiarato il tecnico alla vigilia, maneggiando una metafora che ora potrebbe fargli male. Chi invece non prende cazzotti in faccia è Beppe Iachini che si rialza dopo 4 k.o. di fila: come l anno scorso, il ritiro in casa Zamparini ha portato fortuna al Palermo. PAURA Eppure il Bologna dei primi 23 minuti, fino al gol quindi, è stato più che dignitoso. Costruito sulla creatività di Brienza, ha schiacciato un avversario che ha pensato solo a difendersi. Dopo l 1-0, ha perso fiducia e autostima: creatura bipolare. Il ha funzionato fin quando c era un minimo di ottimismo, perso quello sono emersi i problemi ben noti: la difesa è instabile, i due mediani fanno poco filtro, Destro è un centravanti ancora alla ricerca di se stesso. Più in generale, si è notato un evidente deficit di esperienza: il Bologna Il gol decisivo segnato da Franco Vazquez, 2 anni: è la sua prima rete in questo campionato ANSA è una delle squadre con l età media più bassa. «Servono meno fronzoli», ha spiegato Rossi pensando all inutile colpo di tacco di Masina, 21 anni (come Ferrari, l altro terzino), che ha dato il via all azione del gol. Nel secondo tempo, il tecnico ha provato a cambiare: un attaccante di ruolo, Mancosu, per Mounier con Rizzo che arretra a centrocampo e Brienza unico trequartista. A 5 dalla fine la mossa della disperazione: dentro Falco, fuori Ferrari e difesa a 3. Inutile. Si finisce con la scena surreale già vista su altri campi: la squadra sotto la curva per applaudire chi la sta fischiando. I numeri sono quasi una sentenza anticipata: negli ultimi dieci anni, chi ha raccolto solo 3 punti in 8 gare è sempre retrocesso. PRUDENZA Il Palermo capitalizza al massimo la scelta del basso profilo: non cercarsi rischi puntando tutto sul delegato sicurezza, e cioè Sorrentino. Oltre che dal portiere, Iachini ha avuto comunque altre buone notizie. E cioè: 1) Vazquez è vicino ai livelli di un anno fa e il primo gol in campionato è un segnale importante; 2) Gilardino, come dimostrato con la Roma, è in lenta ma costante crescita; 3) Il ha ridato sicu- rezza alla squadra che ora sembra aver dimenticato come giocava con Dybala (palle basse) e come dovrebbe giocare adesso (cross per Gila); 4) La difesa è stata più stabile, contribuendo in modo decisivo alla terza vittoria, anche questa senza subire gol. Non è tutto risolto: la lentezza di Maresca, per esempio, è un handicap da non sottovalutare se il Palermo deve fare la partita, e non subirla. Ma in caso di recidiva della crisi, Iachini ha una soluzione pronta: qualche giorno a Gradisca d Isonzo, ospite dell amico presidente. L UOMO DECISIVO Franco, gol con dedica alla mamma BOLOGNA «Feliz dia, Mama». Festeggia così, Franco Vazquez, il suo primo gol stagionale. La dedica alla mamma era pronta sotto la maglietta, nel giorno in cui si celebra la festa in Argentina, e viene esposta davanti alla telecamera dopo la rete decisiva del Dall Ara, dove il Palermo aveva vinto appena tre volte (due in A) in 28 partite giocate. Vazquez si risveglia nel momento del bisogno, i rosanero reduci da 4 sconfitte consecutive e dalla settimana di ritiro si risollevano grazie al tocco mancino sottoporta a finalizzare l azione Lazaar- Hiljemark. Il gol è comunque la ciliegina sulla torta di una ottima prestazione e nel finale sarebbe potuta scapparci anche la doppietta: davanti a Mirante ha però regalato la palla del 2-0 a Gilardino che ha sciupato. «Abbiamo giocato una buona gara e avremmo potuto fare qualche gol in più fa l italoargentino. L importante è aver vinto perché eravamo in un momento difficile. Il gol mi dà fiducia, ma io gioco per la squadra non per segnare». Luca Aquino LE PAGELLE di G.LO. SORRENTINO DA OSCAR, GILA IN CRESCITA DESTRO IRRICONOSCIBILE, RIZZO SI SALVA BOLOGNA 5,5 IL MIGLIORE FRANCO BRIENZA PALERMO,5 7 IL MIGLIORE STEFANO SORRENTINO La squadra gira attorno a lui. Qualche buona idea non sfruttata, peccato per quel gol sbagliato nel finale che gli abbassa il voto. MIRANTE Tradito dal fuoco amico sul gol, per il resto pochi problemi. FERRARI 5 Discreta spinta nel primo tempo, scompare nel secondo. (Falco s.v.) GASTALDELLO Salva su Gila un gol già fatto. ROSSETTINI 5 Disattento nell episodio che decide la gara, ma non solo. Eppure Rossi l aveva preferito a Oikonomou perché più esperto e affidabile... MASINA 5 Dimostra che la fase difensiva non è il suo forte. E sbaglia 13 passaggi. TAIDER 5 Ha il privilegio di ritagliarsi una discreta dose di (meritati) fischi al momento della sostituzione. DONSAH 5 Al rientro dopo un mese, non fa la differenza. DIAWARA Si fa il lavoro sporco per Brienza e prova a impostare: 58 passaggi riusciti. RIZZO Il gran tiro all inizio della ripresa, un discreto numero di cross, 13 palle recuperate. MOUNIER 5,5 Il più vivace nei primi 23, gli unici da salvare. Poi cala, esce tra lo stupore suo e del pubblico. MANCOSU 5,5 Rossi cambia modulo e gli chiede peso in avanti. DESTRO 5 Lento, macchinoso, sciupone. Si mangia un gol già fatto: non segna da 9 partite. Irriconoscibile ALL. ROSSI 5 Prova a fermare la frana, cambiando modulo due volte: non ci riesce. La cosa da ricordare è il volo sul tiro di Rizzo, non male neppure altri tre interventi. Cancellato il paperone che nell aprile 2013 ha regalato il pari al Bologna. Sorrentino da Oscar. STRUNA Il solito: ruvido e spigoloso. GONZALEZ Conferma di essere in un momento complicato. ANDELKOVIC A sorpresa tocca a lui al posto di Vitiello. Affidabile. RISPOLI,5 Spinta poderosa sulla destra. RIGONI Si nasconde a lungo, ma quando può si sostituisce a Maresca. MARESCA 5,5 In estate era fuori rosa, ieri il debutto da titolare: va ai suoi ritmi e concede troppo spazio a Brienza. HILJEMARK,5 Non banale l assist dell 1-0. CHOCHEV 5 Entra perché Iachini teme che lo svedese possa essere espulso. Non lascia tracce nella partita. LAZAAR,5 Un inizio sotto tono, poi comincia a spingere sulla fascia facendo partire cross in serie per Gilardino. (Daprelà s.v.) GILARDINO In crescita: una traversa, un gol sfiorato. Ma nel finale sciupa un assist delizioso di Vazquez. VAZQUEZ 7 Tornato ad alti livelli: primo centro stagionale, in totale sono 11 in Serie A e di questi 8 in trasferta. Ottimo compagno di viaggio ALL. IACHINI,5 Torna al 3-5-2, rompe la serie negativa e mette in sicurezza la classifica. FABBRI Partita facile, involontario il mani di Andelkovic.,5 Usa bene i cartellini gialli. TEGONI -STALLONE CALVARESE -SACCHI

19 Serie AR 8 a giornata ATALANTA 3 CARPI 0 PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Pinilla al 7, A. Gomez al 43 p.t.; Cigarini su rig. al 18 s.t. ATALANTA (4-3-3) Sportiello; Masiello, Stendardo, Toloi, Dramé; Grassi (dal 37 s.t. Carmona), De Roon, Cigarini (dal 24 s.t. Kurtic); Maxi Moralez, Pinilla, A. Gomez (dal 31 s.t. D Alessandro). PANCHINA Bassi, Bellini, Migliaccio, Conti, Brivio, Cherubin, Raimondi, Denis, Monachello. ALLENATORE Reja. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52, M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Grassi per gioco scorretto. CARPI (3-5-2) Belec; Bubnjic, Zaccardo, Gagliolo; Letizia (dal 28 s.t. Wallace), Fedele (dal 10 s.t. Lasagna), Cofie, Lazzari, G. Silva; Matos, Borriello. PANCHINA Brkic, Benussi, Bianco, Gino, Lollo, S. Romagnoli, Spolli, Mbakogu. ALLENATORE Sannino. CAMBI DI SISTEMA dal 10 s.t , dal 19 s.t BARICENTRO MOLTO BASSO 4,4 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Fedele, Cofie, Bubnjic per gioco scorretto. ARBITRO Pasqua di Tivoli. NOTE paganti 3.950, incasso di euro; abbonati , quota di euro. Tiri in porta 7-. Tiri fuori 4-2. In fuorigioco 4-0. Angoli 8-7. Recuperi: p.t. 0, s.t Mauricio Pinilla, 31 anni, festeggiato dai compagni dopo l 1-0 Atalanta 2 Il gol di Alejandro «Papu» Gomez, 27 anni direttamente da calcio d angolo: la traiettoria sorprende il portiere Belec 3 Luca Cigarini, 27 anni, completa il tris dell Atalanta dal dischetto ANSA/LAPRESSE Atalanta schiaccia-carpi Cala il tris e punta in alto 1Apre Pinilla, Gomez segna da calcio d angolo, poi chiude Cigarini Difesa e tridente brillano: la squadra di Sannino non pervenuta Alex Frosio INVIATO A BERGAMO E ra il 1924 e la Fifa aveva appena rimediato a un buco normativo legittimando il gol da calcio d angolo. Ma solo se calciato direttamente in porta. Chi aveva segnato così prima di quella data s è perso nella storia, nella quale è entrato Cesareo Onzari. In un amichevole del giugno di quell anno, l argentino realizzò dalla bandierina contro l Uruguay, fresco campione olimpico in un periodo in cui Jules Rimet non aveva ancora inventato i Mondiali di calcio. Era dunque «el gol a los olimpicos», che i sudamericani, così bravi nell affibbiare soprannomi, trasformarono per sempre in «gol olimpico». Che ieri sia riuscito a un argentino rende la giornata memorabile. Il Papu Gomez ha infatti festeggiato così i 108 anni dell Atalanta: direttamente da calcio d angolo per il secondo dei tre gol che hanno steso il Carpi. Parabola perfetta con il destro da sinistra, pallone che si alza in cielo e poi precipita verso il secondo palo. In assenza totale di vento: come si dice nell atletica, omologato. Il Papu entra così nella galleria degli specialisti della materia: dalla bandierina hanno colpito Roberto Baggio e Alvaro Recoba, Roberto Carlos e Massimo Palanca re di Catanzaro col suo 37 di piede, in nerazzurro Marino Magrin ai tempi della C1. SUPER ATALANTA Indimenticabile il gol di Gomez, ma mica male la partita dell Atalanta tutta. Solida in difesa, mirabilmente assortita in mezzo al campo - De Roon cuce, lancia e copre, Grassi corre e si inserisce, Cigarini inventa - e formidabile nel tridente, soprattutto IL NUMERO i gol subiti dal Carpi nel primo tempo, più di ogni altra squadra in questo campionato: in totale ne ha subìti 19 1 Vid Belec, 25 anni, sloveno ANSA LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 19 se, come ieri, Maxi Moralez e Gomez non devono sfiancarsi in copertura e possono dedicarsi a sfasciare la difesa avversaria. I due piccoletti di Reja partono larghi, ma soprattutto Maxi tende a stringere, a inserirsi tra le linee, mentre l altro cerca spesso l uno contro uno, innescato quasi sempre dai cambi di campo di De Roon: a proposito, complimenti a chi è andato a pescarlo, un play di tale sostanza e precisione ce l hanno in pochi. E così che nasce il primo gol: apertura per Maxi, uno contro uno con Gagliolo, cross sul secondo palo e gol di Pinilla. Erano passati sette minuti e il Carpi aveva già finito di giocare. CARPI NON DA A Sannino aveva chiesto di proseguire la crescita, dopo il primo successo in campionato contro il Torino. Invece la sua squadra ha fatto non uno ma dieci passi indietro. Il Carpi visto a Bergamo, dispiace dirlo, non è da Serie A. Come squadra, scollata e incapace di mettere pressione al centrocampo atalantino (condizione che ha esaltato le geometrie di De Roon e l inventiva di Cigarini), e come valori individuali. In troppi hanno commesso errori elementari, e allora a poco sono serviti i tentativi tattici di Sannino, passato prima al poi al 4-4-2, e gli spostamenti di uomini: Lazzari portato da mezzala a regista (ruolo per cui non ha ancora i tempi di distribuzione), il disastroso Bubnjic prima a destra poi in mezzo, Matos seconda punta poi esterno di destra e poi ala sinistra. Mentre l Atalanta, forte delle proprie convinzioni di gioco, dilagava con il terzo gol, su rigore per una trattenuta di Bubnjic a Pinilla: dal dischetto Cigarini ha fatto tre. Sannino dice che serve tanto tanto lavoro. Il problema che gli manca il tempo, viste le condizioni di classifica. SCENARI L Atalanta invece può osservare gli «scenari importanti» di cui parlava Reja alla vigilia in caso di vittoria. La vittoria è arrivata, i bergamaschi hanno agganciato il Torino e vedono addirittura la vetta a pochi punti di distanza. Obiettivo irrealistico, certo, ma intanto alla prossima si potrà guardare la Juve dall alto in basso. 2 3 UMORI OPPOSTI Il Papu fa festa, Sannino a terra: «Così non va» 1Il fantasista argentino: «Segnare così è il mio sogno fin da bambino». Il tecnico del Carpi: «Molli, dobbiamo solo lavorare» INVIATO A BERGAMO C asuale? Macché. Del resto, lo insegnava Massimo Palanca, il mancino che, secondo statistiche non ufficiali e soprattutto molto catanzaresi, avrebbe segnato addirittura 13 gol in carriera da calcio d angolo: provarci, allenarsi, provare ancora. E allora in quel gol non c è niente di casuale: «Ogni tanto ci provo, ho calciato in porta forte, il pallone ha preso questo giro ed è entrata ha raccontato il Papu Gomez. A Belec piace uscire, io ho cercato il secondo palo». Certo, un conto è provarci e un altro è riuscirci. «E la prima volta che segno così, è un sogno che avevo da bambino. Lo dedico a mia moglie e alla mia mamma, visto che in Argentina è la festa della mamma». COMPLEANNI Giorno di dediche, evidentemente, in casa Atalanta. Edy Reja aveva chiesto ai suoi una prestazione di spessore Giuseppe Sannino, 58 anni ANSA per il compleanno dell Atalanta e anche per il suo, visto che il tecnico ha festeggiato i settant anni tondi tondi il 10 ottobre. E altro compleanno in casa Pinilla, quello della signora Gissella, nata lo stesso giorno dell Atalanta: «Mia moglie ha fatto gli anni sabato, dedico a lei il mio gol», ha detto l attaccante cileno, al rientro dopo una giornata di stop, durante la quale non ha perso il senso del gol. Anzi, raccontano che in settimana, sui prati di Zingonia, abbia realizzato un gol in rovesciata. Stavolta non c è stato bisogno di una prodezza come quella con il Sassuolo, solo un gol di testa, «il primo da quando sono a Bergamo», ha ricordato Pinilla, festeggiato dal suo clan appollaiato - a sue spese, pare - in uno dei box vip del rinnovato stadio. Pinilla si sta divertendo: a fianco i due piccoletti, lui fa il gigante. «Moralez e Gomez cercano sempre l assist, la giocata per noi attaccanti. Ma conta la squadra, che è stata costruita per giocare un bel calcio». SANNINO GIÙ Non si diverte per niente invece Sannino, allenatore del Carpi: «Alla prima difficoltà nostra ci siamo seduti. Puoi sbagliare il modo ma l atteggiamento no. Il nostro dna deve essere di arrivare per primi sui palloni e oggi tutto ciò non si è visto. Per salvarci dobbiamo lavorare, lavorare e ancora lavorare». a.fr. LE PAGELLE di A. FR. TOLOI ECCELLENTE MORALEZ SUPER MALISSIMO BELEC COFIE BOCCIATO ATALANTA 7,5 7,5 IL MIGLIORE ALEJANDRO GOMEZ Il gol da calcio d angolo entra tra i picchi della carriera. E cancella pure un gol sbagliato solo davanti a Belec. (D Alessandro s.v.) SPORTIELLO,5 Quando serve c è: subito su Fedele e conta, nel finale su Borriello anche se non conta più. MASIELLO,5 Gestisce dietro e spinge tanto. STENDARDO Vigila al centro, sportella un po con Borriello. TOLOI,5 La Roma ci aveva visto giusto: in crescita, sfiora pure il gol da lontano. DRAME Un po arruffone, comunque senza sbavature pericolose. GRASSI 7 La nostalgia per Baselli si avverte già meno. Ecco un altro gioiello di Zingonia: dinamico e pericoloso al tiro. (Carmona s.v.) DE ROON 7 Regia pulita, pochi tocchi e qualche lancio lungo che spacca il campo. CIGARINI 7 Da mezzala, ruolo nuovo, impiega un tempo a entrare nei meccanismi. Quando capisce, tocca di fino. E chiude la gara su rigore. KURTIC Entra a giochi fatti. MAXI MORALEZ 7,5 Tante grazie alla signora Moralez che non lo ha fatto emigrare negli Emirati. Il folletto è imprendibile. PINILLA 7 Torna titolare e segna un gol persino troppo facile per lui. E poi guadagna pure il rigore del 3-0. ALL. REJA 7 Qualità e filtro in mezzo, tre attaccanti come ne hanno pochi in Serie A. A oggi, l Atalanta è molto più di una squadra «da salvezza». CARPI 5 IL MIGLIORE CRISTIAN ZACCARDO Inizia al centro, poi centrodestra, finisce da terzino. Da capitano, almeno lui riesce a mantenere un livello dignitoso. BELEC 5 Quel che gli passa sopra la testa fa malissimo: cross-assist di Maxi e Gomez gol. Bravo su Grassi ma non basta più. BUBNJIC 4 Impresentabile. Dorme su Pinilla che poi lo costringe anche al rigore. GAGLIOLO 5 Sballottato da Maxi, meglio da centrale nella ripresa, ma ormai è tardi. WALLACE Entra e prova a spingere LETIZIA 5 Troppi errori in appoggio, scarsa copertura. FEDELE 5,5 Intraprendente ma pure molto impreciso. LASAGNA Prova a sbattersi e a pressare. COFIE 5 Qualità insufficiente per fare il regista, non meglio da mezzala. LAZZARI 5,5 Un guizzetto, poi dal 35 play basso: i tempi non sono maturi. G. SILVA 5,5 Aiuta poco dietro, cerca qualche iniziativa. MATOS 5 Scivola sul primo pallone buono in verticale e non si rialza più. BORRIELLO Sgomita, si allarga e a volte indietreggia a giocare. Sfiora pure il gol: con Zaccardo, l unico ad avere una mezza idea su cosa fare. ALL. SANNINO 5 I primi due minuti buoni, il resto un disastro. Zero pressione, poco carattere, ed è forse l aspetto più preoccupante. PASQUA Un po tenero con i cartellini, giudica comunque bene sul rigore. Qualche incertezza, non per colpa sua e comunque innocua, su un paio di fuorigioco non segnalati. PEGORIN 5,5 - PERETTI DOVERI - ABISSO

20 Serie AR 8 a giornata 20 LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT GENOA 3 CHIEVO 2 PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Paloschi (C) al 1, Pavoletti (G) al 13, Gakpè (G) al 17 p.t.; Pellissier (C) al 33, Tachtsidis (G) al 48 s.t. GENOA (3-4-3) Perin; Izzo, Burdisso, De Maio; Rincon, Tino Costa (dal 33 s.t. Ntcham), Dz i, Laxalt; Gakpè (dal 12 s.t Cissokho), Pavoletti, Perotti (dal 43 s.t. Tachtsidis). PANCHINA Lamanna, Ujkani, Figueiras, Marchese, Capel, Lazovic, Munoz. ALL. Gasperini. CAMBIO DI SISTEMA dal 12 s.t ; dal 43 s.t BARICENTRO MOLTO BASSO 47,5 M. ESPULSI Dz i al 10 s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto. AMMONITI De Maio per g.s., Tachtsidis per cnr CHIEVO ( ) Bizzarri; Mattiello, Gamberini, Cesar, Gobbi; Castro, N. Rigoni, Hetemaj (dal 18 s.t. Pepe); Birsa, Paloschi (dal 28 s.t. Pellissier), Meggiorini (dal 41 s.t. Inglese). PANCHINA Bressan, Seculin, Dainelli, Pinzi, Frey, Radovanovic, Christiansen. ALL. Maran. CAMBIO DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 53, M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Castro e Pepe per g. s. ARBITRO Mazzoleni di Bergamo. NOTE paganti 1.557, incasso di euro. Abbonati 1750, quota di euro. Tiri in porta 9-4. Tiri fuori 5-7. In fuorigioco 0-2. Angoli 5-. Recuperi: p.t. 1, s.t. 5. Panagiotis Tachtsidis, 24 anni, esulta al gol decisivo del 3-2 contro il Chievo in pieno recupero ANSA Tachtsidis pesca il jolly Il Genoa vince allo sprint 1Il Chievo va avanti, si fa superare e poi pareggia con Pellissier, ma a 100 dalla fine il greco firma il 3-2. Ai gialloblù non basta l uomo in più per 40 minuti Filippo Grimaldi GENOVA I l bello del calcio: una di quelle sfide dove le perle si trovano un po ovunque e gli applausi si sprecano. Ci siamo maledettamente divertiti, e di questo bisogna dire grazie a Gasperini e a Maran. L ha vinta il primo, ma paradossalmente non l ha persa il secondo, in un appuntamento che sul campo raramente delude. Al Chievo va mosso un solo vero rimprovero, perché quaranta minuti esatti con l uomo in più per la sciagurata espulsione di Dz i sono stati capitalizzati soltanto in parte, con il gol del provvisorio 2-2 inventato da quel ragazzino di Pellissier, se a cento secondi dalla fine del recupero Ntcham s è inventato una discesa folle e vincente trasformata in un tiro da tre punti da Tachtsidis. Ospiti annichiliti e 3-2 finale da sballo. Anche qui, sarebbe ingiusto sostenere che il Grifone, nel giorno in cui ricorreva e si celebrava al Ferraris il decimo anniversario della scomparsa di Franco Scoglio (al quale questo Genoa-Chievo sarebbe piaciuto eccome), abbia portato a casa la vittoria per un colpo di fortuna. IN APNEA Perché la storia della sfida di ieri racconta di un Genoa già sott acqua dopo quarantotto secondi dal via, quando l ottavo gol in carriera contro i rossoblù dell ex Paloschi (dietro la lavagna Izzo sul cross di Meggiorini e De Maio sul tiro dell attaccante) spiana la strada al Chievo. Almeno così sarebbe stato lecito pensare, perché la squadra del Gasp, troppo lunga e prevedibile, ha faticato non poco a ritrovare la rotta. Finché il solito Perotti (chi, se non lui?) s è fatto beffe del rientrante Mattiello (lo scontro con Nainggolan è un incubo ormai alle spalle), impegnando Bizzarri, che nulla ha potuto sul tiro successivo di Pavoletti. Sfida riaperta: il Genoa si impossessa della fascia sinistra e poi, qui sì, con l aiuto della buona sorte trova il bis con un anonimo diagonale di Gakpè, che carambola su Mattiello (ahilui) e tradisce Bizzarri, poi strepitoso un attimo dopo su Pavoletti. RISCOSSA (A META ) Pensare che il Genoa a metà gara avesse già in tasca la vittoria sarebbe stato un eccesso di ottimismo, e comunque la cronaca ha detto ben altro, perché il secondo giallo (evitabile) di Dz i fa girare il vento a favore del Chievo. E Maran è bravissimo a sfruttare la superiorità numerica, accorciando la squadra davanti a un avversario che a tratti ansima un po troppo, ma ha il merito Gasperini raccoglierà i frutti più avanti di non fare soltanto le barricate. Difficile, certo, per i padroni di casa, uscire dalla loro metà campo, complice qualche errore di troppo, la stanchezza e il tacco da favola di Pellissier che dà nuova linfa poco dopo la mezz ora agli attacchi ospiti. Perin, al debutto stagionale dopo il lungo stop per infortunio, si supera su un pasticcio di Burdisso e su una conclusione di Cesar. IL JOLLY Fino al colpo di scena finale: Ntcham scappa a Mattiello e Rigoni (un errore mortale) ed il suo cross dopo il velo di Pavoletti diventa oro sul piede di Tachtsidis, condannando il Chievo al primo stop esterno in campionato. Succede, Maran non se la prenda: i meriti del suo Chievo sono sotto gli occhi di tutti. LE PAGELLE di FI.GRI. PAVOLETTI GENEROSO, DZ I INCERTO MEGGIORINI È UN RAZZO, CESAR RIMANDATO GENOA 7 7 IL MIGLIORE DIEGO PEROTTI Capiamo una volta di più perché Preziosi se l è tenuto stretto. Rimette il Genoa in partita nel primo tempo, poi si sacrifica nella ripresa per far risalire la squadra. PERIN,5 Festeggia il rientro e le 100 gare in A salvando due volte la porta su... Burdisso e Cesar. IZZO 5,5 Parte male, poi ha il merito di fermare due volte Paloschi. BURDISSO 5,5 Qualche disattenzione, il finale è in crescendo. DE MAIO 5,5 Paloschi gli scappa sullo 0-1. Meglio nella ripresa. RINCON,5 Prova di sostanza e temperamento. TINO COSTA,5 Intelligente sul piano tattico e dominatore a livello atletico. NTCHAM,5 Quella discesa sulla sinistra a tempo scaduto è un azzardo che paga. DZ I 5 Molto incerto. Che ingenuità sul secondo giallo. LAXALT,5 Il vero uomo-ovunque: quando serve, difende. GAKPÈ,5 La buona sorte lo aiuta, ma lui ci prova. CISSOKHO Fa la cosa giusta, cercando di allontanare l onda del Chievo. PAVOLETTI 7 Il gol dell uno a uno, il raddoppio mancato, poi va ai remi. TACHTSIDIS,5 Il suo gol fa esplodere il Ferraris. Vede uno spiraglio e fa centro sorprendendo Bizzarri. ALL. GASPERINI 7 Aveva ragione lui: la stagione del Genoa (ri)cominciava ieri. Che fiuto sui cambi. CHIEVO,5,5 IL MIGLIORE ALBERTO PALOSCHI Partenza sprint e Genoa al tappeto. Classe e freddezza per l ottavo gol in carriera da ex contro i rossoblù. Sfiora per altre due volte il bis, senza fortuna. BIZZARRI,5 Da applausi il volo che nega a Pavoletti il 3-1. Però sul gol finale è un po sorpreso. MATTIELLO 5 Rientro sfortunato. L assist per il due a due, ma pure incertezze ed errori in serie. GAMBERINI 5 Esce sconfitto dal rude duello con Pavoletti. CESAR 5,5 Talvolta sbanda, ma non va mai davvero a fondo. GOBBI Resiste ai tentativi del Genoa di sfondare dalla sua parte. CASTRO Grande spinta sulla destra, Laxalt gli nega il gol. RIGONI Concorso di colpa sul primo gol del Genoa, ma cerca comunque di mettere ordine. HETEMAJ,5 Esce per infortunio, prova convincente. Provoca l espulsione di Dz i. PEPE All inizio ci crede poco, poi prova spesso l incursione. BIRSA,5 Eccellente visione di gioco, è spesso imprevedibile. PELLISSIER,5 Come si dice, la classe non ha età. Ormai fa il gregario, ma il gol è strepitoso. MEGGIORINI,5 Avvio a razzo con l assist per il gol di Paloschi. Poi perde un po di sfrontatezza. INGLESE s.v. Maran lo butta nella mischia per avere forze fresche. ALL. MARAN,5 La fiducia a Mattiello non paga. Il suo Chievo è coraggioso, ma sbaglia troppo con l uomo in più. MAZZOLENI Non perde mai il controllo di una sfida che a,5 tratti si accende. Sulla conclusione di Castro, non c è fallo di mano di Laxalt. Grazia Mattiello per un duro intervento su Perotti. FIORITO,5 - CARBONE,5. MARIANI,5 - AURELIANO,5. IL TECNICO DEL CHIEVO PROMUOVE I SUOI Maran non si preoccupa «Ci è mancata la fortuna» GENOVA I complimenti servono a poco: «E una sconfitta che brucia moltissimo l amaro commento di Rolando Maran perché durante tutta la partita il mio Chievo aveva dimostrato di meritarsi molto più di un risultato negativo». Certo, è mancata anche un po di buona sorte: «Purtroppo, nel nostro miglior momento è venuto fuori il gol del tre a due finale che a mio parere suona come una vera e propria beffa». Ma, punteggio a parte, il tecnico del Chievo promuove comunque la prestazione dei suoi ragazzi: «Hanno giocato un ottima gara. Sono stati tutti bravissimi, mostrando grande personalità e dando sul campo tutto quello che avevano, dopo essere andati al riposo in svantaggio». Il futuro può solo essere migliore: «Penso che ci riprenderemo prestissimo, anche se dovremo giocare la prossima partita contro un avversario difficile come il Napoli». Grande rammarico anche per l ex Paloschi: «Ci è andata male, avremmo voluto vincere, ma ora dobbiamo guardare avanti. Peccato per il contropiede nel finale: siamo stati ingenui, anche se conoscevamo la forza del Genoa». fi.gri. AMBIENTE SODDISFATTO Esulta Gasperini: «Bravi a crederci fino alla fine» 1Il tecnico rossoblù esalta la prova dei suoi: «Bene Ntcham e Tachtsidis ma il merito è della squadra». Perin: «La spalla? Va meglio» GENOVA A l centro dei distinti, proprio sopra gli spogliatoi, i tifosi genoani hanno esposto uno striscione che riportava una celebre frase di Franco Scoglio: «Noi siamo il Genoa e chi non è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe». Il Grifone di oggi è diverso da quello del Professore, in campo e fuori, ma si avverte il medesimo senso di appartenenza, Gian Piero Gasperini, 57 anni GETTY che ha permesso a Gasperini di rimanere a galla in un avvio di stagione difficile, fra squalifiche ed infortuni. Sino a ieri: «Con il Chievo comincia davvero la nostra stagione», il proclama del tecnico, ad emergenza finita. «Abbiamo visto una partita davvero particolare è l analisi del Gasp iniziata con il gol subìto dal Chievo che avrebbe potuto complicare parecchio la nostra situazione». Invece, paradossalmente, da lì in poi il Genoa ha giocato il miglior primo tempo di questo inizio di stagione». CREDERCI SEMPRE Ma non era finita lì, per i rossoblù, «perché poi siamo stati ingenui a rimanere con l uomo in meno, e l episodio ci ha creato nuove difficoltà». Fino al gol del 3-2: «Ntcham è riuscito a fare una giocata veramente importante, e come lui anche Tachtsidis, ma ciò che più ha importanza in questo momento secondo me è lo spirito mostrato dalla squadra, che al 48 della ripresa ci credeva ancora tanto da andare a cercare il terzo gol». NUMERO UNO Giornata di gloria anche per Mattia Perin, che oltre a festeggiare le cento gare in Serie A può ormai considerarsi pienamente recuperato. «Anche se ammette onestamente avrei immaginato un inizio di partita un po diverso». Paloschi-gol dopo meno di un minuto e Grifone subito al tappeto. Poi è successo quel che hanno visto tutti: «Sono rimasto fuori 5 mesi, ma da 4 lavoravo tutti i giorni per rientrare in squadra prima possibile. La spalla sta bene, non avverto più fastidio. Adesso mi mancano soprattutto gli allenamenti con i compagni, necessari per riacquistare bene le misure in campo. Il resto verrà con il tempo». Gol di Paloschi a parte, Perin ha avuto il suo doppio momento di gloria nella ripresa, quando prima ha evitato il patatrac su Burdisso e poi ha chiuso la porta a Cesar. «Già il riscaldamento, però, ha rappresentato per me un momento che aspettavo da tempo». Ora serve solo un po di pazienza «per risentirmi davvero... Perin e tornare a fare con naturalezza ciò che ora mi sembra ancora un po difficile». L importante è che la squadra abbia svoltato: «A un certo punto c erano più giocatori in infermeria che in campo...». fi.gri.

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