TRASFORMARE LO SPRECO IN RISORSA. Dr. Luca Falasconi LAST MINUTE MARKET TRASFORMARE LO SPRECO IN RISORSE

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1 TRASFORMARE LO SPRECO IN RISORSA Dr. Luca Falasconi

2 Sicurezza alimentare Per la FAO «la sicurezza alimentare esiste quando tutti gli esseri umani hanno, in ogni momento, accesso fisico ed economico ad un alimentazione sufficiente, sana e nutriente che permette loro di soddisfare i propri bisogni energetici e le proprie preferenze alimentari per condurre una vita sana e attiva» (1996). - Ma quant è la quantità sufficiente? Kcal / per persona / per giorno di media - Cosa succede quando le preferenze si discostano dalla sufficienza?

3 Mal - nutrizione 1 miliardo di sottonutriti 1,4 miliardi sovranutriti, di cui 400 milioni di obesi (Source: Economist, Dec. 13, 2003; S. Brichieri-Colombi, WWW 2006)

4 Mal nutrizione in Italia La disponibilità calorica è di circa Kcal al giorno, equivalente a circa una volta e mezzo il fabbisogno energetico quotidiano. 50 % degli uomini, il 34% delle donne e il 24% dei bambini in età compresa tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso.

5 Mal nutrizione nel Mondo Negli Stati Uniti, il cibo disponibile ogni giorno tocca le kcal per persona, ovvero equivale al 200% del fabbisogno energetico della popolazione. In Gran Bretagna, Irlanda, Belgio, Francia e Canada, si attestano su livelli compresi tra il 170 e il 190%; seguiti poi da Nuova Zelanda, Finlandia, Paesi Bassi e Islanda le cui percentuali si aggirano tra il 160 e il 170%.

6 Sprechi agroalimentari Produzione primaria Trasformazione Distribuzione Consumo Aziende agricole Industria agroalimentare Mercati generali Grande e piccola distribuzione Ristorazione

7 Definiamo lo spreco Oggetto di studio del report sono gli sprechi intesi come prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare, prodotti che hanno perso valore commerciale, ma che possono essere ancora destinati al consumo umano. Quindi prodotti perfettamente utilizzabili, ma non più vendibili, e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati ad essere eliminati e smaltiti.

8 Definiamo lo spreco I prodotti alimentari che formano lo spreco perdono le caratteristiche di merce, ma non quelle di alimento, quindi sono prodotti invenduti e non invendibili.

9 Cause sprechi - Eccedenze agricole strutturali (Pac) e congiunturali - Difetti di confezionamento - Residui di attività promozionale - Residui di campionatura - Prodotti stagionali - Non rispetto degli standard fisici - Cambio di immagine - Cessazione dell attività dell impresa - Abbandono dell area strategica di affari cui il prodotto fa riferimento - Data di scadenza ravvicinata

10 Cause sprechi - Test su nuovi prodotti - Lancio di un nuovo prodotto - Evento meteorologico imprevisto e sfavorevole - Errori nella programmazione della produzione - Rimanenze di prodotti destinati ai mercati esteri - Sfridi - Ammaccamento e avvizzimento di prodotti freschi - Danneggiamento della confezione esterna da parte dei clienti - Imbrattamento del packaging - Eccessi nella preparazione di pasti

11 Cause sprechi Le grandi multinazionali del settore non avrebbero nulla da guadagnare da una contrazione della spesa per i consumi (ovvero una contrazione dello spreco e l incoraggiamento all acquisto del sufficiente); al contrario l accumularsi e il dilatarsi dei loro profitti dipendono proprio dalla sovrapproduzione e dall iperconsumo, il quale viene costantemente stimolato con forme più o meno manifeste.

12 Cause sprechi - Assenza di consapevolezza - Sindrome della buona madre - Straordinaria abbondanza - Straordinaria accessibilità - Straordinaria economicità - Possiamo permettercelo

13 Le dimensioni dello spreco - In alcuni casi lo spreco è un fenomeno dal peso percentuale quasi fisiologico - Nei suoi valori assoluti ci fornisce dati che fanno accendere importanti campanelli d allarme

14 Le dimensioni dello spreco Lo spreco alimentare riguarda tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpisce indistintamente tutti i Paesi del mondo. La FAO stima che 1/3 del cibo prodotto al mondo viene sprecato. (basterebbe mantenere in salute 4 volte il numero di malnutriti) Nei paesi in via di sviluppo lo spreco si localizza a monte della filiera agroalimentare (6-11 kg pro-capite) Nei paesi sviluppati lo spreco si localizza a valle: distribuzione, ristorazione e consumo domestico ( kg pro-capite). L Unione Europea con 180 kg pro-capite e l Italia con 149 kg procapite risultano sopra la media dei Paesi sviluppati

15 LAST MINUTE MARKET Spreco alimentare: UK Tra il 30 e il 40 percento dell intera produzione alimentare viene ogni anno sprecata per un valore che va tra gli 8 e i 16 bilioni di sterline. Lo spreco alimentare ammonta ad un terzo di tutto lo spreco prodotto in Gran Bretagna che è pari a 17 milioni di tonnellate. 175 milioni di sterline il costo stimato per la distruzione di questo spreco le persone che ogni giorno potrebbero usufruire di quegli alimenti

16 LAST MINUTE MARKET Spreco alimentare: Australia e USA 3,3 milioni di tonnellate di alimenti ancora perfettamente consumabili per un valore di 5,3 milioni di dollari ogni anno viene gettato e quindi distrutto in Australia. 5 milioni di tonnellate di frutta e verdura all anno. Il 25% degli alimenti ancora perfettamente consumabili viene letteralmente sprecato ogni anno negli Stati Uniti. Inoltre il 12% della spesa alimentare di ogni famiglia americana viene gettato perché non consumata pur essendo ancora perfettamente utilizzabile. Su una spesa media alimentare di 42 dollari 14 sono spesa per l acquisto di prodotti non necessari.

17 Lo spreco nei campi 2011 Produzione totale (q.li) Produzione raccolta (q.li) Residuo in campo (q.li) % Frutta ,93 Agrumi ,93 Olivo ,69 Uva ,75 Ortaggi pieno campo ,17 Ortaggi in serra ,58 Legumi e patate ,26 Totale frutta ,38 Totale ortaggi ,11 Totale ortofrutta ,84 Totale cereali ,65 Totale ,73

18 Lo spreco nella trasformazione COMPORTO INDUSTRIALE Quantità totale prodotta in t Spreco in t Quantità sprecata (%) Produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne ,5 Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce ,5 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi ,5 Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali ,5 Industria lattiero-casearia e dei gelati Lavorazione delle granaglie e di prodotti amidacei ,5 Fabbricazione di altri prodotti alimentari Industria delle bevande TOTALE ,6

19 Lo spreco nella distribuzione TIPOLOGIA DI VENDITA CAA CASH & CARRY IPERMERCATI SUPERMERCATI PICCOLO DETTAGLIO TOTALE QUANTITÀ RECUPERABILI t t t t t t

20 Lo spreco domestico Si stima che a livello domestico vengano sprecate circa t di prodotti alimentari Per un valore di di euro

21 Impatto economico Valore economico complessivo dei prodotti sprecati nel settore agricolo (euro) Valore economico complessivo dei prodotti sprecati nella trasformazione (euro) Valore economico complessivo dei prodotti sprecati nella distribuzione (euro)

22 Impatto ambientale Impatto ambientale dell'ortofrutta per Kg di spreco e per quantità totale Carbon Footprint (Kg di CO2 equivalente) Water Footprint (m3 di acqua) Ecological Footprint (m2 globali) Per Kg 0,080 0,7 3,7 Totale Impatto ambientale della carne per Kg di spreco e per quantità totale Carbon footprint (Kg di CO2 equivalente) Water footprint (m3 di acqua) Ecological Footprint (m2 globali) Per Kg ,8 38 Totale

23 LAST MINUTE MARKET Povertà in Italia Nel 2010 le famiglie che vivono in situazioni di povertà relativa sono 2 milioni 737 mila e rappresentano l 11,3% delle famiglie residenti; si tratta di 8 milioni 78 mila individui poveri, pari al 13,6% dell intera popolazione. Linea di povertà: indica il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi, nel 2008, è risultata pari a 999,67 euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile inferiore a tale valore sono classificate come povere.

24 LAST MINUTE MARKET Povertà in Italia Il 5,8% delle famiglie, pari a nuclei familiari, ha avuto problemi per l'acquisto di alimenti.* Negli ultimi 5 anni ad aumentare di più è stato il prezzo di pane, prodotti da forno, carne, pesce, ortaggi e frutta, e che le famiglie più povere per mangiare destinano il 42% della loro spesa totale, più del doppio del valore medio nazionale (19%, pari a 467 Euro al mese). *Dati ISTAT relativi al 2007

25 LAST MINUTE MARKET Trasformare lo spreco in risorsa Questo è l obiettivo del progetto Last Minute Market un mercato dove per favorire gli indigenti, gli ultimi, non bisogna sprecare neppure un minuto e neanche un prodotto.

26 LAST MINUTE MARKET Le Origini Dopo una fase di studio teorico ( ) e applicativo (2000) e la predisposizione di un prototipo ( ), dal gennaio 2003 è iniziata la sperimentazione vera e propria del modello Last Minute Market dal 2007 Spin-off accademico di UNIBO

27 LAST MINUTE MARKET Il Servizio Il recupero dei beni alimentari, rimasti invenduti per le ragioni più varie ma ancora perfettamente salubri, viene concepito come fornitura di un servizio: per chi li produce (involontariamente e accidentalmente), cioè le imprese commerciali, per chi li consuma, i bisognosi attraverso gli enti di assistenza, per le istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni, asl) e le società di smaltimento rifiuti che ne conseguono benefici indiretti, sociali ed ambientali. We facilitate the recovery of unsold goods for social purposes Last Minute Market permette di coniugare a livello territoriale le esigenze delle imprese for profit e degli enti no profit promuovendo nel contempo un'azione di sviluppo sostenibile locale, con ricadute positive a livello ambientale, economico, sociale e culturale.

28 LAST MINUTE MARKET Il Servizio Last Minute Market ha creato un modello sostenibile e sistematico di recupero dei prodotti che supporta gli stakeholder coinvolti. Stakeholders Supervisor Technique support Supply Companies DIRECT CONTACT Demand Charities Tale modello gli permette di non dover gestire direttamente il prodotto ma di controllare il processo e di valutare gli impatti.

29 LAST MINUTE MARKET I benefici degli stakeholders IMPRESE ENTI ASSOCIAZIONI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Riduzione costi smaltimento - Vantaggi di natura fiscale - Ottimizzazione logistica - Aumento visibilità sul territorio - Approvvigionamento costante di beni alimentari gratuiti - Reinvestimento risparmi - Migliore assistenza - Diminuzione prodotti in discarica - Migliore qualità assistenza - Possibilità di concedere sconti sulla TIA - Migliore gestione fondi SOCIETÀ - Minori esternalità negative - Educazione al non spreco -Acquisti in imprese etiche - Reciprocità e relazionalità

30 LAST MINUTE MARKET Strategia Win Win Il progetto Last Minute Market viene concepito come fornitura di un servizio a tutti gli stakeholders, che ne conseguono benefici diretti ed indiretti. IMPRESE SOCIETÀ Win-Win ENTI & ASSOCIAZIONI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

31 LAST MINUTE MARKET Il Servizio Nel territorio si attiva dunque, attraverso una cabina di regia, una rete locale di solidarietà, dinamica e stabile tra mondo profit e non profit, formata da solide interazioni e scambi di beni e valori attraverso il dono. Il che fa assumere al bene invenduto un valore relazionale oltre che socioassistenziale. Il ruolo della Last Minute Market è quello di predisporre: Protocolli etico-sociali Protocolli fiscale-amministrativi Protocolli igienico-sanitari Protocolli logistico-organizzativi Protocolli comunicativi

32 LAST MINUTE MARKET 7 realtà in 1 sola LAST MINUTE MARKET FOOD NO FOOD BOOK SEEDS HARVEST PHARMACY CATERING

33 LAST MINUTE MARKET I Numeri Modello Ipermercato medio grandi dimensioni - Prodotti recuperati tonnellate (70% uomo, 30%animale) - 60% ortofrutta - 9% carne - 12% scatolame e altri prodotti confezionati - 6% latticini - 13% pane e pasticceria Valore merce recuperata circa Pasti forniti pasti all anno persone assistite al giorno Modello nucleo piccoli dettaglianti (16 esercizi) Prodotti recuperati Kg Pasti forniti pasti annui potenziali 100 persone assistite al giorno

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