IN CLASSE CON UN ALLIEVO DSA Daniela Gallo. Psicologa dell età evolutiva
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- Emilia Giordani
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1 IN CLASSE CON UN ALLIEVO DSA Daniela Gallo Psicologa dell età evolutiva 1
2 IN CLASSE chi non impara Se escludiamo: i bambini che hanno un disturbo affettivo primario Quelli che hanno un ritardo cognitivo I bambini che hanno un deficit sensoriale Quelli che vivono in uno svantaggio socio-culturale I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE HANNO UN DISTURBO D APPRENDIMENTO 2
3 La dislessia evolutiva (Lyon, Shaywitz & Shaywitz 2003) La Dislessia è una disabilità specifica dell apprendimento di natura neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle abilità cognitive e alla garanzia di un adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
4 La Dislessia Evolutiva Figlio della borghesia di stato, cresciuto in una famiglia affettuosa, senza conflitti, circondato da adulti responsabili che mi aiutavano a fare i compiti Padre laureato al politecnico, madre casalinga, nessun divorzio, nessun alcolizzato, nessun caratteriale, nessuna tara ereditaria, tre fratelli con il diploma ritmi regolari, alimentazione sana, biblioteca di famiglia, Eppure ero un somaro. ( Da Diario di Scuola di Daniel Pennac) 4
5 I DSA spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche....in particolare da ANSIA DA PRESTAZIONE FOBIA SCOLASTICA EVITAMENTO DELL ATTIVITA DISTURBI DEL COMPORTAMENTO DEPRESSIONE INFANTILE 5
6 Il bambino dislessico è il primo a vivere la propria difficoltà, senza riuscire a darsi una spiegazione ragionevole. 6
7 Le disabilità d apprendimento provocano, in bambini intellettualmente vivaci, DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI: Perdita dell autostima Chiusura in se stessi Ripercussioni negative sulla formazione della sua personalità 7
8 La Dislessia Conseguenze psicologiche SCARSO RENDIMENTO SCOLASTICO MANCANZA DI FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITA IMMAGINE PERSONALE NEGATIVA DISAGIO PSICOLOGICO DEMOTIVAZIONE NELL APPRENDIMENTO ANOMALIE NEL COMPORTAMENTO
9 La Dislessia Disturbi comportamentali FRUSTRAZIONE ANSIA RABBIA DEPRESSIONE
10 La dislessia FRUSTRAZIONE E causata dall incapacità di soddisfare le aspettative degli altri: i genitori e gli insegnanti vedono un bambino intelligente ed entusiasta che però non riesce a leggere e ad esprimersi in modo adeguato
11 La Dislessia ANSIA La costante frustrazione e confusione a scuola rende questi bambini ansiosi fino a portarli ad evitare tutto ciò che li spaventa, creando così un circolo vizioso.
12 La Dislessia RABBIA La frustrazione può generare meccanismi di difesa che si esternano in sentimenti di rabbia e di aggressività.
13 La dislessia DEPRESSIONE E un disturbo con un alto rischio d incidenza perché la bassa autostima li porta da una parte a provare sentimenti di disagio, sofferenza, apatia, distacco, senso di fallimento e dall altra a proiettare la propria rabbia verso se stessi e non verso l esterno perché si sentono colpevoli e responsabili di ciò che accade (SENSI DI COLPA)
14 La dislessia IMMAGINE PERSONALE Durante i primi anni di scuola, i bambini dislessici devono fare i conti con i conflitti scaturiti tra l immagine di sè positiva ed i sentimenti d inferiorità provocati dalle difficoltà scolastiche. Andando incontro ad insuccessi e frustrazioni, si fanno così l idea di essere diversi ed inferiori agli altri, con conseguenti sensazioni di inadeguatezza, d incompetenza e di possibilità di deludere.
15 Per tutti questi motivi per l insegnante E IMPORTANTE RICONOSCERE GLI ALUNNI DISLESSICI SAPERE DI AVERLI NELLA PROPRIA CLASSE 15
16 LA DISLESSIA E UNA REALTA nelle scuole : CIRCA IL 5% DEI BAMBINI E DISLESSICO ALMENO 1 PER CLASSE E IMPORTANTE SAPERE COSA FARE 16
17 E LA SCUOLA HA L OBBLIGO DI METTERE IN ATTO STRUMENTI COMPENSATIVI MISURE DISPENSATIVE PRESENTAZIONE Centro Tec_ha Prof. Roberta Sala
18 COSA SONO GLI STRUMENTI COMPENSATIVI: Sono strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l esecuzione dei compiti automatici ( non intelligenti ) compromessi dal disturbo specifico, proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. Sono strumenti compensativi la calcolatrice, le tabelle, i formulari, il PC con correttore ortografico, la sintesi vocale, ecc 18
19 COSA SONO LE MISURE DISPENSATIVE: Riguardano la dispensa da alcune prestazioni (lettura ad alta voce, prendere appunti, ), i tempi personalizzati di realizzazione delle attività, la valutazione ( non viene valutata la forma ma solo il contenuto, ), ecc. L obiettivo di tali misure e strumenti non deve essere quello di guarire il bambino dal disturbo (perché non è ammalato!), ma di aiutarlo a ridurne gli effetti, predisponendo una modalità di apprendimento più adatta alle sue caratteristiche. 19
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22 L'efficacia della compensazione tecnologica negli alunni con DSA Una ricerca del coordinamento veneto dell'aid (2008) La diagnosi di DSA contiene un'indicazione esplicita sull'uso del computer L'alunno possiede a casa un computer ad uso personale Possiede un computer con un programma con sintesi vocale Usa il computer a casa per svolgere i compiti scolastici tutti i giorni, o quasi Usa a casa un programma con sintesi vocale praticamente tutti i giorni Usa a scuola un programma con sintesi vocale praticamente tutti i giorni 65 % 85 % 56 % 15 % 10 % 1 %
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24 DUNQUE CHE FARE?. o o o o o o o o o o o o Spiegare alla classe cosa sono i DSA Se è necessario scrivere alla lavagna (possibilmente in stampatello maiuscolo), assicurarsi che le cose scritte alla lavagna rimangano fino a quando tutti gli alunni hanno copiato. Non rimproverare gli alunni disgrafici mettendo in rilievo la brutta grafia. Far usare ai bambini con D.S.A. gli strumenti compensativi per sopperire alle loro difficoltà. Incoraggiarli ad usare il computer (con il correttore automatico) sia nello svolgimento dei compiti a casa e se possibile anche a scuola. Permettere ai bambini di registrare le lezioni. Non essere avaro di gratificazioni e usare il rinforzo come strumento usuale. Visualizzare le spiegazioni con mappe concettuali e schemi disegnati alla lavagna. La quantità di esercizi e il materiale di studio a casa e a scuola non potrà essere lo stesso del resto della classe, ma deve essere ridotto. Ricordare che i bambini dislessici hanno bisogno di più tempo e non devono essere penalizzati per questo. Far lavorare con il testo aperto, anche nelle verifiche, se necessario; non dimenticate che i bambini con D.S.A. hanno generalmente abilità di memoria a breve e a lungo termine ridotte. Favorire occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle proprie diversità (es. Il mago delle formiche giganti ed LibriLiberi) Un dislessico può imparare a parlare una lingua straniera con la stessa facilità di un non dislessico, mentre la scrittura della lingua straniera presenta difficoltà maggiori. Se un dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con base latina. Ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, Prot /A/4, ove necessario, è possibile la dispensa dallo studio della PRESENTAZIONE lingua straniera in Centro forma scritta. Tec_ha Prof. Roberta Sala
25 IMPORTANTE in classe è porre attenzione: A OGNI SINGOLO ALUNNO accoglienza ALL ATTEGGIAMENTO:non giudicante ALLA DIDATTICA: competente e INCLUSIVA ALL ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE: creare relazioni 25
26 DIDATTICA INCLUSIVA Le scelte didattiche e i cambiamenti metodologici e di gestione che si devono fare per aiutare un alunno con DSA si rivelano utili a tutti gli allievi, perché rendono più efficace la pratica didattica, più consapevole il metodo di studio, più duraturi e profondi gli apprendimenti. 26
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29 OGNI GIORNO adeguare la didattica agli alunni con disturbi di apprendimento averli in mente quando si scrive alla lavagna, quando si detta, quando si danno i compiti... 29
30 UTILIZZARE LE RISORSE DEI COMPAGNI DI CLASSE spiegare presto la dislessia in classe Sfruttare l insegnamento cooperativo : utilizzare le strategie per la formazione e la conduzione dei gruppi 30
31 DISTURBI D APPRENDIMENTO La vera sfida è educare chi non lo ha 31
32 È NECESSARIO PARLARNE CON I SUOI COMPAGNI DI CLASSE??? SI.ma è opportuno avere il consenso dell alunno 32
33 DUNQUE CHE FARE? GRUPPO CLASSE= Preparare la classe ad accettare e capire i ragazzi con DSA ALUNNO CON DSA= Aiutare il ragazzo con DSA ad affrontare la problematica in classe; in alcuni casi si valuta l eventuale supporto psicologico 33
34 COME COMPORTARSI CON IL RESTO DELLA CLASSE QUANDO QUESTA LAMENTA UN TRATTAMENTO DI FAVORE NEI CONFRONTI DEI COMPAGNI CON D.S.A.? Spiegare alla classe cosa sono i D.S.A. parlandone in modi diversi e facendo esempi (che non riguardino i presenti). Far capire che questi alunni hanno bisogno di strumenti compensativi per seguire meglio la programmazione della classe (come un miope ha bisogno degli occhiali). Cercare di evitare inutili polemiche e discriminazioni spesso frequenti nel gruppo classe.
35 Come parlare alla classe della dislessia Con video Con favole Con film Con libri Con giochi di simulazione.. 35
36 una proposta di come parlare alla classe della dislessia 36
37 ..prima di tutto Brainstorming = chiedete ai ragazzi cosa sanno e cosa pensano della Dislessia, senza censurare o giudicare le loro idee 37
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46 possono avere anche molti lati positivi possono essere di larghe vedute possono essere entusiasti they can be excitable possono essere pieni di energia possono essere spiritosi Döpfner et al2002
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53 VIDEO UTILI PER PARLARE DI DSA IN CLASSE Per la scuola primaria e il primo anno della secondaria primo grado: Buongiorno sono la B, di Sabrina Fusco Per la scuola secondaria di primo e secondo grado: Donini R., Brembati F., Come una macchia di cioccolato. Raccontarsi per raccontare la dislessia. (Filmato), 2007 distribuito dall AID STELLE SULLA TERRA, Film 53
54 infine Riprendiamo il brainstorming fatto precedentemente e discutiamo delle idee e dei pensieri che erano emersi prima di fare insieme questo percorso.. Adesso insieme facciamo un altro brainstorming per decidere come impostare un nuovo lavoro di classe che rispetti le differenze di ciascuno 54
55 «Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere» Gandhi 55
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