PROFESSIONE CHI DEVE PROVVEDERE AL PAGAMENTO DELLE QUOTE RACCONTO DI UN ESPERIENZA L IMPEGNO PER IL NUOVO TRIENNIO L INFERMIERE SPECIALISTA

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1 PROFESSIONE ANNO XV 1/2015 INFERMIERE UMBRIA SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE ART. 20 LETT. C - LEGGE 662/96 FILIALE DI PERUGIA - PERIODICO DI COMUNICAZIONE INTERNA DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA Quota di iscrizione all Albo Professionale CHI DEVE PROVVEDERE AL PAGAMENTO DELLE QUOTE L INFERMIERE SPECIALISTA IL COLLEGIO IPASVI DI PERUGIA PROVIDER E.C.M. La scuola per infermieri R. Donatelli di Perugia RACCONTO DI UN ESPERIENZA L IMPEGNO PER IL NUOVO TRIENNIO SDA BOCCONI Progetto per lo sviluppo professionale DEGLI INFERMIERI IN UMBRIA La Banca dati Cinahl formula complete PER UNO SVILUPPO PROFESSIONALE

2 Sommario 1 EDITORIALE VALORIZZARE GLI OPERATORI Per una sanità che vuole ripartire dalle persone PALMIRO RIGANELLI 22 CINAHL La Banca dati Cinahl formula complete PER UNO SVILUPPO PROFESSIONALE CATERINA SANNIPOLI In copertina: Vincent Van Gogh, Vaso con margherite e papaveri, NEWS La nuova rivista dell infermiere per L INFERMIERE CATERINA SANNIPOLI 23 PROGETTO Progetto per lo sviluppo professionale degli INFERMIERI IN UMBRIA PALMIRO RIGANELLI, LAURA FONTETROSCIANI ANNO XV - N DIRETTORE RESPONSABILE Palmiro Riganelli CAPO REDATTORE Caterina Sannipoli COMITATO DI REDAZIONE Valentina Alunno Stefania De Santis Faina Fabrizio Palmiro Riganelli Caterina Sannipoli SEGRETERIA DI REDAZIONE Valentina Alunno EDITORE Collegio IP.AS.VI. di Perugia Via Manzoni, 82 Ponte San Giovanni - Perugia Tel.: Fax: info@ipasviperugia STAMPA Dimensione Grafica - Spello Finito di stampare: agosto 2015 NOTE REDAZIONALI Le norme editoriali sono pubblicate sul sito nella sezione rivista. Si invitano gli autori a rispettare le norme editoriali nella stesura dei contenuti e degli articoli da sottoporre alla prevista valutazione del comitato di redazione. I lavori vanno inviati a: info@ipasviperugia.it 4 TRIENNIO GLI AFFANNI del Servizio Sanitario Nazionale PALMIRO RIGANELLI 11 L IMPEGNO PER UN NUOVO TRIENNIO Relazione Programmatica del Presidente per l anno 2015 presentata all Assemblea Ordinaria degli Iscritti il PALMIRO RIGANELLI 14 BILANCIO IL BILANCIO del Collegio IP.AS.VI. di Perugia FABRIZIO FAINA 19 LA STORIA La scuola per infermieri R. Donatelli di Perugia RACCONTO DI UN ESPERIENZA CATERINA SANNIPOLI, VALENTINA ALUNNO 21 CO.GE.A.P.S. IL SISTEMA CO.GE.A.P.S. Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie FABRIZIO FAINA 25 PROFESSIONE IL MODELLO DELL INFERMIERE SPECIALISTA della Federazione nazionale dei Collegi IP.AS.VI. PALMIRO RIGANELLI 27 ASSISTENZA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE E INTENSITÀ DI CURE Progetto d integrazione della S.C. di Neonatologia e TIN dell A.O. di Perugia Santa Maria della Misericordia FABRIZIO FAINA, GRAZIELLA MANCUSO 29 L ESPERTO RISPONDE Quota di iscrizione all Albo professionale CHI DEVE PROVVEDERE AL PAGAMENTO DELLE QUOTE? a cura della Redazione 30 PROVIDER E.C.M. IL PIANO FORMATIVO del Collegio IP.AS.VI. di Perugia per l anno 2015 PALMIRO RIGANELLI, SILVIA CEPPI III SEGRETERIA LA SEGRETERIA INFORMA Notizie e novità dal Collegio di Perugia a cura della Redazione

3 EDITORIALE tenta politica di investimenti e di interventi finalizzati alla valorizzazione e alla riqualificazione dell assistenza, soprattutto in termini di appropriatezza clinico-assistenziale e organizzativa. Le continue riduzioni di risorse, economiche e non, imposte anche alla sanità pubblica, dal 2010 ad oggi, da una parte hanno contribuito a contenere in modo significativo la spesa sanitaria dall altro stanno producendo effetti preoccupanti sul funzionamento dei servizi con notevoli ripercussioni sull assistenza erogata ai cittadini. La strada da percorrere, per superare questo momento particolarmente difficile per tutto il sistema, è quella di migliorare la qualità della spesa sanitaria con l impegno che i risparmi conseguibili devono esser destinati allo sviluppo di quei servizi, che ancora oggi mostrano tutti i limiti di un organizzadi PALMIRO RIGANELLI PRESIDENTE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA VALORIZZARE GLI OPERATORI per una sanità che vuole ripartire dalle persone La sanità rimane ancora un settore dove si ipotizza di continuare a tagliare e risparmiare mentre dovrebbe essere considerata una formidabile occasione per promuovere il benessere e l uguaglianza fra le persone, una leva per favorire lo sviluppo, l occupazione, la ricerca e l innovazione. Il nostro sistema socio sanitario non è più in grado di sopportare ulteriori restrizioni finanziarie, pena un aggravamento delle risposte ai bisogni di salute dei cittadini ed un ulteriore aggravamento delle condizioni di lavoro dei suoi operatori. Eventuali margini di miglioramento e di efficientizzazione, sempre possibili, possono e devono essere perseguiti solo attraverso una seria e at- I PUNTI Situazione demografica e epidemiologica La necessità di investire sui servizi territoriali La necessità di valorizzare le competenze delle professioni sanitarie L accordo con la Regione Umbria L investimento professionale Prospettive future zione ancora centrata su vecchi modelli non più appropriati alla risoluzione dei bisogni di salute dei cittadini. Autorevoli esperti in materia numerosi recenti atti di programmazione strategica sanitaria indicano che bisogna necessariamente riorientare l obiettivo delle politiche e degli interventi sanitari verso la valorizzazione dell assistenza territoriale, dell estensività, della fragilità anche in relazione all aumento dell età e della fragilità correlata alle patologie cronico degenerative. Il complesso sistema di governance del SSN, che non ha eguali nella Pubblica Amministrazione che anticipando le azioni di revisione della spesa, oggi avviate anche in altri settori, ha consentito di ridurre i disavanzi e contrastare i maggiori fattori di inefficienza, ma non ha prodotto altrettanti risultati sul fronte della completezza dell offerta sanitaria, dell accessibilità alle cure e dell equità del sistema nella tutela della salute. Le disuguaglianze nell accesso e nella qualità dei servizi fra regioni e all interno delle stesse regioni sono sempre più evidenti e sempre meno accettabili, specialmente in un periodo di grave crisi economica. Soprattutto se si considera che queste sono, nella maggior parte dei casi, evitabili attraverso l adozione di strategie di intervento a livello locale, regionale e nazionale di cui il sistema non può più fare a meno. Gli interventi di razionalizzazione delle risorse economiche, specificatamente finalizzati a garantire un necessario equilibrio economico, hanno determinato un indebolimento generale del sistema, sempre più in affanno, che si sta ripensando ma che è ancora lontano dal dimostrare una vera capacità di tutela di diritti e garanzie per i cittadini, soprattutto per le categorie più deboli e fragili. Continua la riduzione degli ospedali pubblici e dei posti letto, aumenta tendenzialmente l offerta dei servizi da privato accreditato, aumentano i costi privati per l assistenza ma aumentano anche le rinunce all assistenza e alle cure a cause degli alti costi che troppo spesso devono essere sostenuti direttamente dal cittadino. Sono proprio i costi e la mancanza di risorse la causa principale di moltissime interruzioni di trattamenti terapeutici e spesso addirittura di rinunce alle cure e all assistenza. PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA 1

4 In questo contesto chi ha pagato il prezzo più alto, dopo i cittadini, proprio gli operatori, primi tra tutti gli infermieri. In un solo anno, tra il 2011 e 2012, il SSN ha perso quasi infermieri (-1,3%). Il personale che spesso è sottoposto a scelte pesanti che ancora sembrano non tenere conto del fatto che la proprio la sostenibilità del sistema sanitario passa, essenzialmente, dalla valorizzazione della professionalità della risorsa umana grazie alla quale il sistema può funzionare e affrontare sfide difficili come quella di fare fronte ad una crisi di risorse in un momento in cui aumenta la richiesta di assistenza. Il problema delle risorse umane costituisce ancora oggi uno dei maggiori fattori di criticità determinato dai tanti vincoli imposti sia dai tagli lineari alla spesa, sia dalla riduzione determinata dalle diverse modalità di blocco del tun over e dal blocco delle procedure contrattuali recentemente dichiarato, addirittura, anticostituzionale. L insieme di questi vincoli hanno prodotto una riduzione delle potenzialità professionali del sistema. È aumentata l età media dei degli operatori sanitari, il 30% della popolazione lavorativa infermieristica ha più di 50 anni. Sono aumenti i carichi di lavoro, i turni di lavoro straordinario, il malessere organizzativo, sempre più diffuso tra i lavoratori ed è aumentato il ricorso a forme di outsourcing elusive della normativa sul blocco. L Umbria ha avviato da tempo un percorso di rimodulazione e rinnovamento dell organizzazione e dell offerta dei servizi ai cittadini. Molto e bene è stato fatto, soprattutto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera mentre ancora molto resta da fare sul fronte dello sviluppo dei servizi territoriali che unito alla professionalità e competenza dei suoi operatori fa si che questa nostra Regione riesca ancora a garantire buona qualità e sostenibilità dei servizi. Ma all orizzonte si intravedono ancora ulteriori tagli e riduzioni di risorse, circa 40 milioni di Euro in meno per l anno 2015, anche per un sistema sanitario regionale virtuoso come i il nostro che comporteranno, necessariamente, l adozione di strategie organizzativo gestionali innovative e ancora più mirate ed appropriate ai bisogni di salute prevalenti. La professione infermieristica umbra ha dimostrato e continua a dimostrare di aver ben compreso come orientarsi e come contribuire al miglioramento dei servizi e della loro sostenibilità con competenza e professionalità che ogni giorno si rendono evidenti nella definizione di percorsi e risposte assistenziali con un alto livello di qualità, sicurezza e appropriatezza. Il grande sforzo prodotto su questo fronte, all interno del faticoso processo di sviluppo e valorizzazione della professione, si è concretizzato anche nella firma del protocollo d intesa per la valorizzazione delle professioni sanitarie tra Regione Umbria, nella persona della sua governatrice Catiuscia Marini, i rappresentanti dei Collegi e delle Associazioni delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali. Si tratta di un risultato di importanza rilevante per la professione infermieristica e per il sistema sanitario regionale che ribadisce e rinforza un patto ed un impegno finalizzato a migliorare la qualità e la sostenibilità dei servizi offerti ai cittadini. Il documento, che rappresenta una tappa significativa di un percorso di conoscenza, di confronto e di condivisione, sul quale il Collegio IP.AS.VI. di Perugia si sta impegnando da anni, riconosce definitivamente alla professione infermie- ristica un ruolo centrale e strategico per garantire il governo, la qualità e la sicurezza ed i risultati dei processi assistenziali. Il principio fondamentale alla base dell accordo è che la valorizzazione delle competenze professionali rappresenta la principale strategia per sostenere le sfide affascinanti, così le definisce il neo assessore alla Sanità ed al Walfare Luca Barberini che il SSR deve e dovrà affrontare nel prossimo futuro. Valorizzare le competenze professionali significa, prima di tutto, riconoscerle come elemento strategico ed irrinunciabile per rispondere in modo appropriato ai bisogni di salute dei cittadini. Significa garantire a ciascun operatore la possibilità di esprimerle al meglio all interno dei diversi livelli di responsabilità e nei vari setting assistenziali attraverso un organizzazione che consenta l utilizzo di strumenti e strategie operative finalizzate a definire e governare processi assistenziali sempre più complessi all interno di modelli organizzativi innovativi, sostenibili e orientati alla migliore risoluzione dei bisogni dei cittadini. Significa pensare, realizzare e garantire modelli assistenziali nuovi ed innovativi per una migliore presa in carico della cronicità, della fragilità e dell estensività. Significa rovesciare la piramide e ripartire cittadini e dai bisogni di salute. Un sistema che diventa funzionale, per assicurare autonomia professionale, qualità, efficacia ed efficienza tecnica ed operativa nella soddisfazione dei bisogni di salute delle persone. L istituzione della Consulta Regionale della Professioni Sanitarie, la definizione di un modello organizzativo delle attività delle professioni sanitarie omogeneo sul territorio regionale e la valorizzazione del contributo strategico di significativi e provati livelli di competenza professionale come supporto e completamento alle attività di alla pianificazione, all organizzazione e alla valutazione delle attività sanitarie renderanno partecipi e protagoniste le professioni sanitarie. Adesso all accordo dovranno seguire le azioni ed i fatti. I disegni e le prospettive delle politiche sanitarie, che saranno alla base del nuovo mandato dell amministrazione regionale, ci diranno se questo nostro sistema socio sanitario intende continuare ad andare verso i bisogni di salute dei suoi cittadini, cercando di migliorarne la qualità e l efficacia, o se dovrà prevalere esclusivamente l attenzione alla riduzione della spesa, ai tagli e ai pareggi di bilanci. Se, come anticipato dal neo assessore saranno l ascolto ed i bisogni delle persone a guidare il nostro sistema nel futuro allora questo dovrà, necessariamente, orientarsi, alla valorizzazione della professione infermieristica e dei suoi modelli per l organizzazione dell assistenza. Se le tre parole chiave che distingueranno la nuova politica sanitaria regionale saranno qualità, competenza e non appartenenza allora i cittadini umbri potranno continuare a fare affidamento su operatori preparati che metteranno sempre a disposizione la loro professionalità e le loro competenze per dare un contributo serio, responsabile e propositivo per difendere e migliorare un sistema di welfare integrato che mette le sue migliori risorse a disposizione dei cittadini nei momenti di maggiore bisogno. Se la volontà e la strategia della politica regionale andranno nella direzione di ridisegnare un sistema socio sanitario rispondente e fondato sui nuovi bisogni dei cittadini allora la sfida sarà, veramente, affascinante e possibile e troverà negli infermieri umbri il principale alleato e protagonista. Buon lavoro e buona estate a tutti. 2 PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA

5 NEWS di CATERINA SANNIPOLI CONSIGLIERE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA La nuova rivista dell infermiere per L INFERMIERE Quando si avvia un progetto ambizioso, come il restyling di una rivista si hanno sempre alcuni interrogativi di fondo a cui rispondere: Abbiamo gli strumenti necessari per affrontare pubblicazioni che siano in grado di essere realmente utili al professionista infermiere? Abbiamo le qualità necessarie per ap- sul piano economico sociale e valoria- fessione e nelle istituzioni? Se non si fa un tentativo non lo sapremo mai... La nuova rivista del collegio IP.AS.VI. di Perugia ha lo scopo di incontrare gli infermieri in un luogo ideale diverso da quello operativo sul piano formale ma non sostanziale. L obbiettivo è quello di avviare un percorso di crescita attraverso la pubblicazione di articoli che tocchino aree di interesse trasversali al gruppo e aree specialistiche dedicate ad ambiti estensione e approfondimento della conoscenza infermieristica, per questo tante sezioni, ognuna dedicata a temi di interesse professionale, che tocchino in maniera dettagliata le molteplici sfaccettature di una professione così articolata e complessa come quella dell infermiere. Oltre alla sezione dedicata alle attività del collegio che mira a far conoscere i servizi e il vero e proprio esercizio istituzionale del collegio stesso una serie di rubriche dedicate al management alla ricerca alla clinica e alla cultura in generale. La rivista ospita l intervento di consulenti che risponderanno ai quesiti di interesse infermieristico posti dai lettori. Ci è sembrato inoltre opportuno dedica- professione ma non esclusivamente infermieristici, allo scopo di rendere ancora più vasto e ricco il corpus di conoscenze utili al lavoro in sè ma anche allargate ad altri interessi. Nell auguravi buona lettura, auspichiamo di ricevere commenti e proposte all indirizzo di posta elettronica: professioneinfermiereumbria@ipasviperugia.it PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA 3

6 TRIENNIO di PALMIRO RIGANELLI PRESIDENTE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA GLI AFFANNI del Servizio Sanitario Nazionale presentato dal CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva. Inefficienze e disservizi sanitari ormai sotto gli occhi di tutti e, nello stesso tempo, costi sempre più alti per i pazienti. In particolare, i cittadini lamentano ritardi nelle diagnosi, difficoltà ad accedere ad alcuni esami a causa del ticket, riduzione dei servizi soprattutto a livello ospedaliero e ambulatoriale. Pesano inoltre i problemi legati alla conciliazione della malattia con il lavoro, sia per il paziente che per la famiglia che lo assiste. È questo il quadro emerso dal XIII Rapporto sulle Politiche della Cronicità, intitolato Servizio Sanitario: pubblico accesso?, presentato nel dicembre scorso dal CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva In particolare, al pri- Un Servizio Sanitario Nazionale in affanno, che appare ancora lontano dal garantire l accesso a servizi appropriati in tutte le Regioni e nel quale sono presenti varie inefficienze e disservizi, mentre aumentano i costi per i pazienti: è quanto emerge dal XIII Rapporto sulle Politiche della Cronicità ( Servizio sanitario: pubblico accesso? ), recentemente mo posto per i pazienti con patologie croniche e rare sembrano collocarsi tre desideri: dirigenti sanitari nominati per merito e non per scelte esclusivamente politiche; poter accedere a esami e visite in tempi adeguati; non essere costretti a girare vari uffici per avere una risposta e poter prenotare gli esami in maniera semplice e standardizzata. «Per rispondere alla domanda Servizio Sanitario: pubblico accesso? dichiara Tonino Aceti, responsabile del CnAMC di Cittadinanzattiva sono necessarie cinque azioni: riorganizzare i servizi sociosanitari con un impegno serio nell assistenza territoriale; coinvolgere le Associazioni nelle scelte, per orientare il Sistema ai bisogni; dare centralità e rafforzare i diritti e le garanzie per i cittadini; rafforzare la lotta agli sprechi e alle inefficienze; rispettare i tempi e gli impegni defi- 4 PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA

7 niti nel Patto per la Salute ». fare concretamente a partire dalla definizione di Standard Nazionali per l Assi- - per le Regioni, oltreché dall approvazione del Piano Nazionale della Cronicità. È necessario inoltre riconoscere che non è più rinviabile la partecipazione delle Associazioni dei cittadini e pazienti nelle scelte in Sanità, ad esempio sulle decisioni da assumere per l innovazione farmacologica, per la revisione dei ticket e delle esenzioni prevista dal Patto, oltreché per lo snellimento della burocrazia inutile». «Non è sostenibile per nessuno conclude ipotizzare arretramenti su diritti e garanzie, anzi è necessario lavorare sulla loro effettività e rafforzamento, a partire dal riconoscimento del merito nelle nomine, dalla certezza e dall effettività di accesso all invalidità civile e all handicap, dal sostegno alle politiche sociali, dall aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e del Nomenclatore delle Protesi e degli Ausili». CnAMC di Cittadinanzattiva, emerge dunque un Servizio Sanitario Nazionale in affanno, che si sta ripensando, ma che è ancora lontano dal garantire l accesso a servizi appropriati in tutte le Regioni. Innanzitutto i costi privati per l assistenza aumentano: Euro in media all anno per la badante, per la retta della struttura residenziale o semiresidenziale, per le spese di viaggio per cura, quasi altrettanti (1.029) per l alloggio, 737 per l acquisto di farmaci e così via. Per altro, i sacrifici richiesti attraverso la maggiore contribuzione non sono, in molti casi, ripagati dall assistenza fornita, pensando ad esempio all assistenza domiciliare erogata in media da un minimo di 1,2 ore a un massimo di 4,2 ore al giorno, per un massimo di quattro giorni alla settimana. Oltre il 60% delle Associazioni interpellate ai fini dell indagine hanno dichiarato di avere sperimentato disservizi, legati in gran parte alle difficoltà di individuare il centro di cura e alla riduzione delle attività ambulatoriali. La sensazione generale, quindi, è che le inefficienze la facciano da padrone: nel 2013, infatti, il 77% delle Associazioni ha dichiarato di averne riscontrate, de- terminate soprattutto dalla burocrazia inutile, dalla cattiva gestione e allocazione delle risorse umane alle prese con il blocco del turn over, dall organizzazione inefficiente dei servizi. Al contempo, rispetto al 2012, risultano aumentati, come detto in precedenza, i costi sostenuti privatamente dai cittadini, ai quali si aggiungono quelli delle rette per residenze sanitarie assistite (quantificabili mediamente in Euro annui) o quelli per adattare la propria abitazione alle modificate esigenze di salute (in media Euro). Piovono così le rinunce, determinate dagli alti costi, come denunciato dall 80% delle Associazioni: il 53%, infatti, dice di rinunciare alla riabilitazione, il 47% all assistenza psicologica, il 44% ai parafarmaci, il 41% ai farmaci non rimborsati, il 35% all assistenza domiciliare, il 29% alla badante, il 26,5% alle cure odontoiatriche, il 17,6% ad andare in strutture residenziali e semiresidenziali, il 14,7% all assistenza protesica e integrativa. DIFFICOLTÀ A CONCILIARE MALATTIA E LAVORO La prima difficoltà espressa dalle famiglie delle Associazioni coinvolte nella rilevazione (73,8%) riguarda i problemi nel conciliare l orario di lavoro e l assistenza. Ulteriori pesi sono rappresentati dalla necessità di spostarsi fuori Regione (69%), con un costo medio annuo di Euro e dalla tanto odiata burocrazia (57,14%). Nonostante poi i tentativi di nascondere la propria patologia (58,5%), di eseguire un lavoro troppo pesante (43,9%) e di non prendere permessi di cura (29,3%), un Associazione su due ha ricevuto segnalazioni di licenziamenti a causa della patologia. PREVENZIONE Oltre il 50% delle Associazioni sostengono che le campagne di prevenzione siano sporadiche e che non abbiano seguito. Inoltre il 44% ritengono che le stesse non coinvolgano a sufficienza medici e pediatri di famiglia. Per quanto poi riguarda la cosiddetta prevenzione terziaria quella cioè riguardante gli esiti più complessi di una malattia l ostacolo principale sembra essere rappresentato dalla mancanza di formazione del paziente e dei caregiver (assistenti di cura). DIAGNOSI Il 90,7% delle Associazioni hanno registrato ritardi diagnostici, dovuti alla sottovalutazione o non comprensione dei sintomi da parte dei medici di medicina Generale (78,9%), alla complessità della diagnosi e alla difficoltà nel trovare il centro o lo specialista di riferimento (50%) o ancora all inadeguatezza degli esami diagnostici prescritti (36,8%). ASSISTENZA DOMICILIARE L assistenza domiciliare è estremamente variabile: si va da un minimo di 1,2 ore a un massimo di 4,2 ore al giorno, e per non più di quattro giorni alla settimana. Le Regioni in cui va peggio sono quelle del Centro-Sud, ma anche le Isole. Inoltre, sono spesso assenti alcune figure professionali importanti, come lo psicologo (73,1%), il fisioterapista (57,7%), l infermiere (34,6%) e lo specialista (30,8%). TICKET ED ESENZIONE Il 37,8% delle Associazioni hanno dichiarato di avere avuto difficoltà di accedere ad esami diagnostici a causa del ticket; infatti, non tutti gli esami necessari per il controllo della patologia sono coperti dall esenzione, mentre ve ne sono altri che, pur essendo esenti, sono ormai superati da esami più innovativi. FARMACI Il 36,7% ha segnalato l interruzione della terapia farmacologica, determinata per oltre il 70% dei casi da problemi di budget dell Ospedale o dell ASL. In un caso su due si verifica un problema di aderenza alla terapia, generato dalla difficoltà di ricordare la posologia [dosi e tempi dell assunzione di un farmaco, N.d.R.] o dagli effetti avversi (44,4%). Altro motivo di rinuncia è la difficoltà di farsi prescrivere il farmaco PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA 5

8 In solo anno, tra il 2011 e 2012, il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi infermieri (-1,3%). E il segno meno pesa di più della media nazionale nelle Regioni in piano di rientro che per la necessità di contenere la spesa e aiutate dai blocchi del turn over, viaggiano dal -6,2% della Calabria al -2% del Piemonte. E che l effetto sia quello del contenimento di spesa è chiaro vedendo che ad esempio l Abruzzo, Regione che ha pareggiato i conti rispetto ai forti deficit degli ultimi anni, anche se ancora in piano di rientro è l unica tra queste Regioni ad avere un bilancio positivo del personale infermieristico: +2,2 per cento. Un effetto, quello del calo del personale, che si lega sempre di più alle manovre di contenimento della spesa: quando le altre soluzioni scarseggiano a farne le spese sono gli organici. E l evidenza è ancora una volta nei dati: rispetto al 2008, ultimo anno prima della tornata dei piani di rientro, il personale infermieristico è calato solo dello 0,4% con una perdita tra 2008 e 2012 di unità, soprattutto, ancora una volta, nelle Regioni con i maggiori deficit. La Lisu ricetta rossa, in una situazione in cui lo specialista e il medico di famiglia sembrano rimpallarsi la responsabilità (27,8% dei casi). INVALIDITÀ E HANDICAP PATTO SULLA SALUTE COMMA /6/2015 Annuario 2012 della Sa-lute e Relazione della Corte dei conti sulla finanza pubblica 2014: tra il 2011 e il 2012 il personale infermieristico si riduce del -1,3% e le retribuzioni scendono nel 2014 del -0,6 per cento. Infermieri leader delll assistenza domiciliare: ne erogano il 67 per cento. Le Relazioni. riabili, eseguite in molti casi con superficialità da chi non ha un esatta conoscenza della patologia e con una conseguente sottovalutazione della situazione. Per quanto poi riguarda l handicap, permane la difficoltà a usufruire dei tre giorni di permesso retribuiti (53,1%) o del congedo di due anni (35,5%), per una mancanza di volontà del datore di lavoro o a causa della tipologia di contratto, che nella sua atipicità non consente di goderne. guria ad esempio, che è uscita dal piano di rientro nel 2010, ha perso tra il 2018 e il 2012 il 27,1% del personale infermieristico. La seguono nella classifica il Molise (-11,4%) e la Campania (-10,6%). I dati sono quelli dell Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, appena pubblicato dal ministero della Salute con i risultati 2012, messo a confronto con gli stessi annuari degli anni precedenti. meri che danno il senso in parte del recupero di appropriatezza che il Ssn ha rincorso in questi anni, ma in altra parte anche della necessità di contenimento di spesa che spesso ha davvero rischiato di falciare i servizi. Continua la diminuzione degli ospedali pubblici che tra il 2009 e il 2012 si sono ridotti del 3,2% (circa 60 ospedali in meno). Ma soprattutto continua il calo dei posti letto che nel 2012 sono scesi a Nel 2011 erano : letti in meno (-4%). Incrementi, invece, soprattutto per il privato accreditato, sono evidenziati dai trend dell assistenza territoriale semiresidenziale (-0,3% per il pubblico, +6% per il privato accreditato) dell assistenza territoriale residenziale (+1,0% per il pubblico, +5,7% per il privato accreditato. Una situazione che numericamente pesa sul lavoro di chi resta in servizio e non dà comunque lo spazio dovuto alla riorganizzazione di altri livelli di assistenza come quella sul territorio. Si riduce il pubblico infatti e cresce il priva- Sono infine cresciute, nel 2013, le difficoltà ad accedere all assegno di invalidità (+12%). In particolare, i pazienti sono costretti a subire valutazioni vato sia dal punto di vista delle strutture che della quantità di assistenza erogata. A domicilio poi emerge un evidenza: nel 2012 sono stati assistiti pazienti, di questi l 83,6% è rappresentato da assistibili da 65 anni in su e il 9,1% da pazienti terminali. Mediamente a ciascun paziente sono state dedicate circa 22 ore di assistenza erogata in gran parte da personale infermieristico (14 ore per caso). In particolare, le ore dedicate a ciascun assistito anziano sono state 21, di cui 14 erogate da personale infermieristico, mentre le ore dedicate a ciascun malato terminale risultano pari a 25, di cui 19 erogate dal personale infermieristico. A confermare che la situazione dal punto di vista macroeconomico migliora per la Sanità, ma che i tagli accendono la luce rossa sui servizi erogati è stata sempre in questi giorni la Corte dei conti con il suo apporto di coordinamento di Finanza Pubblica La Corte infatti conferma i progressi nel riassorbimento degli squilibri finanziari in sanità, ma evidenzia come il settore sanitario si trova oggi di fronte a scelte ancora impegnative anche dal punto di vista finanziario e tardare ne rispondere alle problematiche può rischiare di incidere negativamente sulle aspettative della popolazione e di alimentare nuovi squilibri. Per i giudici il solo parziale successo delle misure di contenimento dei costi introdotte persistere di limiti nell appropriatezza e nell organizzazione dell offerta sanitaria e dall altro la difficoltà di intervenire su elementi importanti dell offerta sanitaria senza rischiare di aggravare, almeno nel breve periodo, le ripercussioni che il risanamento finanziario sta producendo sui servizi resi. Così il Ssn pur scontando ancora margini di recupero di efficienza al suo interno, deve affrontare costi crescenti per garantire l accesso a farmaci e tecniche di cura innovative e offrire adeguata assistenza ad una popolazione sempre più longeva. La programmazione di risorse contenuta nel Patto per la salute, seppur rivista in riduzione a fronte delle esigenze finanziarie, poteva consentire di affrontare con più facilità la riscrittura di regole importanti per dare nuove certezze per il funzionamento del siste- 6 PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA

9 La sanità è sostenibile quanto si vuole che lo sia. In queste parole si racchiude il senso delle conclusioni dell indagine conoscitiva della XII commissione Igiene e Sanità del Senato, presentata nei giorni scorsi a Palazzo Madama. Le politiche per la tutela della salute sono uno strumento fondamentale per la coesione sociale, un potente traino per l economia e l occupazione nonché un importante fattore di sviluppo di settori ad alta tecnologia e intensità di ricerca. E, soprattutto: «La sostenibilità futura del Servizio sanitario nazionale potrebbe non essere garantita», sottolinea la relazione finale della XII commissione. Che a proposito dei continui tagli a cui il settore è sottoposto aggiunge: La sostenibilità della spesa può e deve essere affrontata come una sfida di pubblica priorità nella riallocazione delle risorse per soddisfare al meglio i bisogni della popolazione. per Luigi d Ambrosio Lettieri e Neri- spiegato la presidente della commissioma (revisione Lea, finanziamento delle strutture sanitarie, revisione dei criteri di riparto delle risorse tra regioni, revisione delle compartecipazioni alla spesa, un ripensamento delle esenzioni) che il nuovo patto ha posto al centro dell agenda del governo del settore. Non marginali sono poi i passi da compiere per la individuazione delle risorse da utilizzare per l adeguamento delle strutture e gli investimenti. E un dato la Corte lo mette in evidenza tra gli altri: prosegue la discesa della spesa per redditi da lavoro dipendente che registra un -0,6% rispetto al 2013 e si ferma a 32,8 miliardi: su base triennale la flessione in termini nominali è di oltre il 3,5 per cento. Sull evoluzione degli oneri per il personale incidono, secondo la Corte, il blocco del tumover nelle Regioni in Piano di rientro e le politiche di contenimento delle assunzioni per le regioni non in Piano. A queste misure si accompagnano quelle relative ai limiti retributivi, al nuovo regime del trattamento accessorio e al congelamento della vacanza contrattuale. Nel prossimo triennio ( ), invece, c è un segnale positivo dalla Corte dei conti che stima una crescita dello 0,7% per i redditi da lavoro dipendente. Un dato tristemente noto quello del calo degli organici e delle risorse economiche delle retribuzioni commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale IP.AS.VI.. È da tempo ormai che tutte le rilevazioni sottolineano gli effetti perversi legati al fatto che una delle fonti più semplici di risparmio è quella di agire sulle buste paga dei dipendenti e i dati sia del ministero della Salute che della Corte dei conti, confermano il trend negativo. C è invece un aspetto positivo in ognuna delle due relazioni. In quella della salute con la conferma che sono proprio gli infermieri, come da anni spieghiamo, il primo sostengo dei pazienti sul territorio e, in particolare, nell assistenza domiciliare proprio alle fasce (anziani e malati terminali sono quelle citate dalla Salute) che hanno i maggiori bisogni e le minori possibilità di assistenza. Nella relazione della Corte dei conti c è invece l indicazione di una crescita, limitatissima è vero ma dopo anni è pur sempre una cre- rite nel testo finale, c è il personale del Ssn, sottoposto a scelte pesanti che sembrano non tener conto del fatto che, dicono i due senatori, la sostenibilità del sistema sanitario passa anche attraverso la riqualificazione della dotazione della principale risorsa grazie alla quale il sistema può funzionare: il personale. Il personale costituisce, secondo la relazione finale della commissione, uno dei fattori di maggiore criticità del sistema sanitario nazionale. La ragione è principalmente da ricondurre ai tanti vincoli imposti sia alla spesa sia alla dotazione di personale, in questi ultimi anni, in particolare nelle Regioni sottoposte a Piano di Rientro: riduzione blocco totale o parziale del turn over, in particolare in caso di disavanzo sanita- blocco della indennità di vacanza con- contenimento della spesa per il lavoro flessibile, riduzione delle risorse per la formazione specialistica dei medici. Un insieme di vincoli che, se hanno consentito una riduzione dal 2010 al 2013 di circa 1,5 miliardo di Euro (e ulteriori 700 milioni di risparmio sono già previsti per i prossimi anni), hanno anche prodotto una riduzione della capacità di risposta ai bisogni della popolazione (aumento delle liste di attesa e limitazioni dell offerta soprattutto nella componente sociosanitaria), un aumento dell età media dei dipendenti (il 36% dei medici ha più di 55 anni e il 30% degli infermieri ha più di 50 anni), un incremento dei carichi di lavoro e dei turni straordinari di lavoro del personale, nonché una serie di problematiche tra cui un malessere diffuso tra gli operatori e una sempre più diffusa abitudine a ricorrere a varie forme di outsourcing elusive della normativa sul blocco. Che fare? Oltre alla rimozione delle cause di questa situazione, la relazione indica anche la necessità di giocare la carta dell alfabetizzazione digitale degli operatori, compresa la dotazione di computer fra il personale, e di sviluppo della sanità digitale appare perseguibile sin da subito, anche attraverso l utilizzo di risorse europee (fondi strutturali, con particolare riferimento alle Regioscita, delle retribuzioni. Certo, lo 0,7% non compenserà mai il 25% di perdita di valore di acquisto delle buste paga che i dipendenti hanno dovuto sopportare con il blocco della contrattazione. Se non altro però si accende una luce sulla possibilità, visto che a riprendere saranno i trattamenti accessori, di dare spazio alla vera meritocrazia e a chi saprà investire di più nella propria professione. Sperando, è ovvio, che le aziende e le Regioni intervengano mettendo davvero un freno alla tradizionale distribuzione a pioggia delle risorse, che non premia nessuno, ma soprattutto non è davvero un incentivo a fare meglio a vantaggio della qualità delle prestazioni e dei servizi e, soprattutto, della compliance dei pazienti. 17/6/ Senato, commissione Igiene e Sanità: le indicazioni delle conclusioni dell indagine conoscitiva sulla sostemnibilità del Ssn. Il personale è tra le maggiori criticità. Mangiacavalli: Gli infermieri non devono essere parte dei meccanismi di risparmio di spesa. La Relazione e le conclusioni. PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA 7

10 IL SISTEMA TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE di SILVIA CEPPI, RESPONSABILE TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA La legge n. 190/2012 recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione e il decreto legislativo n. 33/2013 recante Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni prevedono importanti novità per gli enti locali e per le pubbliche amministrazioni. Ai sensi dell art. 1 comma 5 della suddetta legge tutte le pubbliche amministrazioni di cui all art. 1 comma 2 del D.lgs. n. 165/2001 sono tenute ad adottare un Piano triennale di prevenzione della corruzione. Il Piano triennale disciplina l attuazione della strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo. Il Piano, infatti, nel rispetto della normativa vigente in materia, nonché delle direttive e delle linee guida dettate dalle competenti Istituzioni, individua e analizza le attività dell amministrazione a rischio di corruzione e formula un programma di misure concrete volte a prevenire il verificarsi di tale rischio; fornisce una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio. Ne consegue la predisposizione dei seguenti documenti: Piano triennale di prevenzione della corruzione e tutela della trasparenza. Codice di comportamento del personale alle dipendenze del Collegio IP.AS.VI. di Perugia. Nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione (dott.ssa Silvia Ceppi). Regolamento sull accesso agli atti e sulla trasparenza amministrativa del Collegio IP.AS.VI. di Perugia. Nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente il Collegio IP.AS.VI. della Provincia di Perugia con deliberazione n. 5 del 14/1/2015 ha nominato responsabile della prevenzione della corruzione il segretario dott. ssa Silvia Ceppi. Con deliberazione n. 12 del 30/1/2015 ha adottato il piano triennale di prevenzione della corruzione tutela della trasparenza. Con deliberazione n. 13 del 30/1/2015 ha adottato il Codice di comportamento del personale alle dipendenze del Collegio IP.AS.VI. di Perugia. Con deliberazione n.14 del 30/01/2015 ha adottato il Regolamento sull accesso agli atti e sulla trasparenza amministrativa del collegio IPASVI di Perugia. Tutti i suddetti documenti sono visibili nel sito del Collegio IP.AS.VI. della Provincia di Perugia. ni Convergenza nel quadro delle azioni di «Procurement PreCommerciale» e prospettiva in grado di autofinanziarsi attraverso un importante recupero di risorse di personale, soprattutto tra le professioni sanitarie. Basti pensare si legge al tempo dedicato dagli infermieri ad attività burocratico-amministrative (trasporto referti, consegna richiesta farmaci, ecc.): si stima che il tempo dedicato dagli infermieri ad attività assistenziali direttamente a favore dei pazienti è una parte molto limitata dell impegno lavorativo totale. Capita frequentemente di imbattersi in affermazioni sulla (in)sostenibilità del - si trattasse di qualcosa di insindacabile, documentato, univoco, che non ha bisogno di alcuna specificazione o argomentazione, tanto la convinzione è robusta in una parte degli osservatori. Una affermazione che è quasi un luogo comune, in grado di dare un tono di modernità e di rigore a chi la pronuncia. Ma c è di più, dicono. La mancata ripresa dell economia e le difficoltà della finanza pubblica potrebbero indurre i decisori a ulteriori riduzioni della spesa pubblica sanitaria, con il rischio di proseguire nella china che il sistema che ha già intrapreso. Certo non è possibile difendere acriticamente il sistema perché molto può essere ancora migliorato. Ma non possiamo neanche permettere che un mix di sottovalutazione del welfare e di luoghi comuni infondati possano impedire alle attuali generazioni di adulti di consegnare ai propri figli e ai propri nipoti un sistema di tutela della salute simile a quello che loro hanno ereditato e di cui hanno beneficiato. Non possiamo permettere che i nostri ospedali vadano in rovina, che gli operatori si arrendano al declino e che le persone più svantaggiate non possano accedere alle cure di cui hanno bisogno. La sanità sottolineano ancora - continua ad essere considerata un settore sul quale effettuare risparmi mentre dovrebbe essere considerata una formidabile leva per lo sviluppo, non solo per promuovere il benessere e l uguaglianza fra le persone, ma anche per favorire l occupazione, la ricerca e l innovazione. 8 PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA

11 La ricetta che la Commissione indica nella sua relazione è affidata a dieci note conclusive: 1. Il finanziamento del Ssn: le restrizioni imposte alla sanità pubblica, in particolare nelle regioni sotto Piano di Rientro, hanno contribuito, dal 2010 ad oggi, a contenere in modo significativo la spesa sanitaria, ma stanno producendo effetti preoccupanti sul funzionamento dei servizi e sull assistenza erogata ai cittadini. La Commissione ritiene che, nei prossimi anni, il sistema non sia in grado di sopportare ulteriori restrizioni finanziarie, pena un ulteriore peggioramento della risposta ai bisogni di salute dei cittadini e un deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori. Eventuali margini di miglioramento, sempre possibili, possono essere perseguiti solo attraverso una attenta selezione degli interventi di riqualificazione dell assistenza, soprattutto in termini di appropriatezza clinica e organizzativa, evitando azioni finalizzate al mero contenimento della spesa, nella consapevolezza che i risparmi conseguibili devono essere destinati allo sviluppo di quei servizi ad oggi ancora fortemente carenti, in particolare nell assistenza territoriale anche in relazione all aumento delle patologie cronico-degenerative. 2. La sostenibilità della spesa privata: la sostenibilità della spesa sanitaria pubblica non può essere approfondita senza affrontare in modo esplicito il suo aspetto speculare, la sostenibilità della spesa privata per la salute, di dimensioni rilevanti, in particolare in alcune settori di assistenza e per molte famiglie già pesantemente colpite dalla crisi economica. Particolare attenzione deve essere riservata alla spesa per le varie forme di protezione integrativa, analizzandone i costi e i benefici (per il singolo cittadino, per la collettività e per le finanze pubbliche), il ruolo nella tutela della salute nonché l adeguatezza della relativa disciplina a tutela del consumatore di prestazioni sanitarie. 3. Un piano straordinario di investimenti: la carenza di risorse per gli 6. Le risorse umane: i molteplici vincoli imposti alla spesa e alla dotazione del personale stanno indebolendo il servizio sanitario in tutte le regioni, demotivando e destrutturando la principale risorsa su cui può contare un sistema di servizi alla persona. Un altro aspetto rilevante riguarda il rischio di carenza di professionalità mediche, con conseguenti gravi rischi anche per l offerta sanitaria: le piramidi per età dei medici del Ssn mettono in evidenza che l età media è salita dal 2001 al 2007 di circa 3 anni, da 47 a 50 anni. Preoccupa l uso intensivo della forza lavoro, con turni sempre più massacranti, largo impiego di precariato, penalizzazioni economiche e di carriera, fenomeni rilevati anche dall Europa e dalla Corte di Giustizia europea. La Commissione ritiene urgente la definizione di un piano di programmazione per le risorse umane, che preveda una accurata revisione dei vincoli vigenti introducendo elementi di flessibilità, favorendo l inserimento di nuoinvestimenti costituisce un elemento di grande debolezza per il Servizio sanitario nazionale: il degrado di molte strutture sanitarie, il mancato rispetto delle norme di sicurezza e l obsolescenza di alcune dotazioni tecnologiche mettono a rischio la qualità dei servizi oltre che la credibilità delle istituzioni. Un Piano straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, accuratamente disegnato in modo da evitare i passati insuccessi di alcune regioni, potrebbe costituire un volano per l occupazione e la crescita, oltre che una occasione per ammodernare il patrimonio del Ssn, soprattutto nelle regioni più fragili. Un aggiornamento dello stato di obsolescenza delle strutture sanitarie pubbliche e della sicurezza delle stesse (per gli operatori e per i pazienti) appare fondamentale in vista di una nuova programmazione degli interventi. La Commissione propone inoltre l inserimento delle infrastrutture sanitarie fra gli investimenti finanziabili attraverso i finanziamenti europei, a partire dai fondi strategici del piano Juncker. 4. La ridefinizione e il monitoraggio dei Lea: Il complesso sistema di governance del Ssn, che non ha eguali in tutta la Pubblica Amministrazione e che ha anticipato le azioni di revisione della spesa oggi avviate in molti altri settori, ha consentito di ridurre i disavanzi e contrastare i maggiori fattori di inefficienza, ma non ha prodotto altrettanti risultati sul fronte della completezza dell offerta, dell accessibilità delle cure e dell equità del sistema. La Commissione ritiene che non sia più rinviabile una revisione dei LEA, in funzione dei reali bisogni di salute dei pazienti (dati i mutamenti socio-demografici ed epidemiologici di questi ultimi decenni) e secondo i principi della medicina basata sulle evidenze scientifiche, se- logy Assessment, nonché una robusta revisione degli strumenti di verifica del rispetto dei livelli essenziali di assistenza, in tutte le regioni e in particolare in quelle in Piano di Rientro, innovando nei metodi e nei contenuti, anche in relazione alle nuove evidenze oggi disponibili. 5. Una governance per l uniformità: nella tutela della salute le diseguaglianze fra regioni e all interno di una stessa regione sono sempre più inaccettabili, soprattutto in un periodo di grave crisi economica; esse sono inoltre almeno in parte evitabili attraverso l adozione di specifici programmi di intervento a livello locale, regionale e nazionale. L obiettivo di una diffusa sanità di buon livello, in cui le eccellenze non si contrappongo alle manchevolezze ma spiccano su una generale buona qualità a disposizione di tutta la popolazione, deve essere considerato una delle priorità per i prossimi anni. La Commissione ritiene opportuno uno specifico sforzo volto a promuovere un sistema organico di strumenti di governance per l uniformità degli standard dell offerta sanitaria all interno del Paese nei diversi aspetti dell accesso, della completezza e della qualità dell offerta, degli oneri a carico dei cittadini, degli esiti in termini di salute. A questo riguardo particolare attenzione va riservata agli effetti della povertà sulla salute e sui bisogni di assistenza. PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA 9

12 ve leve di operatori, rimodulando il turn-over, ipotizzando forme di staffetta intergenerazionale, superando il blocco dei contratti (anche solo nella parte normativa). Altri aspetti urgenti riguardano inoltre la razionalizzazione dei percorsi formativi, la riforma degli ordini professionali e il tema del rischio clinico. 7. La formazione: la Commissione ritiene opportuno aprire una fase di verifica e revisione dei percorsi formativi, per l accesso alle diverse professioni e per l aggiornamento degli operatori della sanità, guardando ai contenuti, ai soggetti e ai luoghi della formazione, con l obiettivo di utilizzare al meglio le risorse disponibili (sempre più limitate) e di innalzare la qualità della formazione, in un ottica di programmazione di medio-lungo periodo del fabbisogno di personale per il sistema di tutela della salute della popolazione. A tal fine è necessario una maggiore compenetrazione, come ha sentenziato la Corte Costituzionale, tra la missione dell Università (incentrata prioritariamente, ma non esclusivamente, su formazione e ricerca) e quella del sistema sanitario nazionale (prioritariamente rivolta alla cura e all assistenza, ma sempre più attenta anche alla ricerca e alla formazione). 8. Migliorare la regolamentazione della responsabilità del medico e ridurre i costi della medicina difensiva. La medicina difensiva, cioè la tendenza dei medici a prescrivere più esami, visite e farmaci del necessario per scongiurare eventuali procedimenti giudiziari e richieste di risarcimento da parte dei pazienti, costituisce un tema sempre più alla ribalta negli ultimi anni anche per l aumento dei costi della stessa. Vi è poi nel nostro Paese la necessità di migliorare la regolamentazione della gestione del rischio clinico sia per tutelare i professionisti nella realizzazione dell atto medico (anche tenuto conto delle sollecitazioni della Comunità europea) sia per garantire i pazienti che spesso devono attendere fino a 4-5 anni per il risarcimento del danno. È indispensabile rivedere la regolamentazione della responsabilità sani- taria, per tutelare da un lato il medico nella realizzazione dell atto clinico (di per sé rischioso) e dall altro il paziente nel diritto ad una informazione completa e chiara e al risarcimento del danno in tempi brevi. 9. L informatizzazione e la digitalizzazione della sanità: l informatizzazione dei sistemi sanitari e le nuove tecnologie digitali contribuiscono ad aumentare l efficienza e l efficacia del sistema e favoriscono la personalizzazione delle cure. Soluzioni tecnologiche nell ambito dell eprescription, ebooking, mobilità, FSE e cloud possono consentire inoltre una maggiore accessibilità e un migliore monitoraggio dei pazienti (anche a distanza) nonché una maggiore integrazione tra gli operatori che possono valutare con maggiore appropriatezza gli interventi di cura lungo tutto il percorso di cura del paziente. In questa logica assume rilevanza anche il dossier farmaceutico che, essendo parte integrante dell FSE, può consentire il governo della spesa agevolando l attuazione della pharmaceutical care. Il Patto sulla sanità digitale in fase di elaborazione e previsto nel Patto per la salute , può essere certamente un documento importante di indirizzo strategico per i sistemi sanitari regionali ma occorre mantenere una regia a livello centrale che possa garantire una progettazione unitaria su standard condivisi, una valutazione attraverso indicatori di processo e di risultato nonché il monitoraggio e il supporto all implementazione. 10. Legalità e trasparenza: nonostante la crescente attenzione, il sistema sanitario deve ancora dotarsi, sul piano culturale ed etico - oltre che tecnico-amministrativo, di un insieme organico di strumenti volti a promuovere l integrità del settore, per sua natura particolarmente esposto al rischio di contaminazioni da fenomeni di abuso di potere, frodi, corruzione. Formazione culturale e informazione devono divenire prassi diffuse a tutti i livelli, compreso quello politico-decisionale. Non si tratta solo di combat- tere la corruzione: si tratta di lavorare per l integrità in tutte le sue forme, dal mancato rispetto dei diritti dei cittadini (la prima forma di illegalità) alla sicurezza dei luoghi di cura, dai conflitti di interesse ai contratti di fornitura, dal caos amministrativo al rispetto dei contratti di lavoro. La valutazione delle performance delle aziende sanitarie non può prescindere dal monitoraggio di elementi propri della trasparenza e della legalità. Particolare attenzione dovrà essere dedicata, e non solo nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro, alle connessioni fra disavanzi di bilancio, disordine amministrativo, qualità degli apparati tecnici, corruzione politica e condizionamenti della criminalità organizzata; a tal fine si ritiene debbano essere individuati specifici strumenti per il rientro nella legalità con riferimento alle aziende sanitarie interessate da commissariamento o gravi fenomeni di corruzione. Siamo all ennesima prova commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Ipasvi - della necessità di intervenire subito e in modo radicale sulle politiche del personale che in questi anni hanno messo all angolo la professionalità per far posto solo ai tagli di spesa. Non c è dubbio che leggere la riproposizione dei tanti allarmi lanciati da noi, in una relazione sulla sostenibilità del Servizio sanitario come quella del Senato scaturita da un lungo periodo di studio e audizioni, dovrebbe far comprendere che il rilancio del Ssn secondo un nuovo modello più consono ai tempi e alle necessità dei cittadini, può e deve partire dal rilancio del personale che ne è parte integrante. E le considerazioni specifiche fatte dai senatori sugli infermieri sono un ulteriore focus su quelle attività demansionanti e fuori contesto che vogliamo combattere proprio con il rilancio in atto della professione. Gli infermieri non sono jolly da giocare per risolvere i problemi di spesa, ma professionisti qualificati, pronti a mettersi in gioco con maggiori e più specifiche responsabilità, in un ruolo trainante per il rilancio dell assistenza, del sistema sanitario pubblico e soprattutto della vera tutela della salute dei cittadini. 10 PROFESSIONE INFERMIERE UMBRIA

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