Procedure di sicurezza Rischi, procedure ed organizzazione Aziendale in materia di sicurezza sul lavoro Guida al D.Lgs. 81/2008.

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1 AZIENDA UNITA' SANITARIA LOCALE N. 9 TRAPANI PROGETTO SALUTE E SICUREZZA INFORMAZIONE DEL PERSONALE Procedure di sicurezza Rischi, procedure ed organizzazione Aziendale in materia di sicurezza sul lavoro Guida al D.Lgs. 81/2008. Informazione dei lavoratori ai sensi del D.Lgs. 81/2008 Titolo I, Capo III, Sezione IV, art. 36 1

2 Testi a cura della Unità Operativa Servizio di Prevenzione e Protezione Staff Direzione Generale Az. U.S.L. n 9 TRAPANI ausltrapanispp@tiscali.it tel. e fax

3 INDICE Introduzione p. 5 D.Lgs. 81/2008 e norme in materia di sicurezza sul lavoro» 6 Quando si applicano le leggi di igiene e sicurezza nel lavoro» 7 Gestire la sicurezza in azienda» 9 Organigramma aziendale in materia di sicurezza sul lavoro» 12 Gli obblighi del Datore di Lavoro» 15 Il Servizio di prevenzione e Protezione» 19 Obblighi del Medico Competente» 22 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza» 24 Obblighi dei lavoratori» 27 Contratto d appalto o d opera» 30 Cosa fare per ridurre i rischi» 33 La valutazione dei rischi» 35 Il documento di valutazione rischi DVR» 40 Criteri di valutazione del rischio» 41 Definizioni ricorrenti» 54 La sorveglianza sanitaria» 58 Il giudizio medico di idoneità al lavoro» 59 Le cose che deve sapere il lavoratore» 62 In cosa consiste la formazione dei lavoratori» 63 Le emergenze» 68 Cose deve fare il datore di lavoro quando» 74 Le principali leggi che riguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori» 77 Chi vigila sull igiene e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro» 79 Cosa fa l organo di vigilanza» 80 Cosa succede in caso di violazione delle norme?» 81 3

4 L U.O. Servizio Prevenzione e Protezione D.Lgs. 81/2008» 82 Rischi lavorativi presenti nelle strutture sanitarie» 83 Dispositivi di Protezione Individuale» 85 Rischio da Movimentazione Manuale dei Carichi» 90 Rischio Biologico» 99 La vaccinazione del personale» 102 Rischio Chimico» 105 Manipolazione Chemioterapici» 138 Cartelli segnaletici» 145 Rischio derivante dall uso di videoterminali (VDT)» 151 Rumore» 160 Laser» 164 Esposizione a Radiazioni ottiche artificiali» 173 Uso di lampade Ultraviolette UV» 178 Valutazione del rischio da vibrazioni» 179 Valutazione del rischio da Radiazioni Ionizzanti IR» 188 Rischi da campi elettromagnetici» 196 Rischio Latice» 211 Patologia psichica da Stress, Mobbing e costrittività organizzativa» 217 Tutela delle lavoratrici in gravidanza» 229 4

5 INTRODUZIONE Per prevenire occorre conoscere. E per conoscere, bisogna informare. Infatti l art. 36 del D.Lgs. 81/2008 al comma 1 recita Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro, sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l evacuazione dei luoghi di lavoro, sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente. Cioè il datore di lavoro deve fornire ai propri dipendenti tutte le indicazioni essenziali atti a garantire un attività a prova di incidenti. A più di dieci anni dalla istituzione del Servizio di Prevenzione e Protezione operante nella Azienda Unità Sanitaria Locale n. 9 di Trapani, si vuole cogliere l occasione, data dall entrata in vigore del D. Lgs. 81/2008, per rispondere prima di tutto alla domanda di approfondimento delle tematiche di prevenzione. Si intende richiamare nel contempo ad una applicazione concreta dei contenuti della norma in questione. Gli adempimenti burocratici e cartacei non hanno modificato in modo rilevante le fonti di rischio dal punto di vista tecnologico, né dal punto di vista organizzativo e procedurale ed ancor meno dal punto di vista gestionale. In questo contesto si inserisce il D. Lgs. 81 del 2008 che punta l attenzione non solo sul miglioramento dei comportamenti, procedure, e formazione ma richiede una corretta applicazione per la prevenzione degli infortuni ed una corretta gestione della sicurezza. E ciò rappresenta un campanello d allarme per chi intende realmente assumere le proprie responsabilità fra quanti operano per la prevenzione nei luoghi di lavoro di questa azienda. Il Responsabile U.O. Servizio Prevenzione e Protezione dott. Natale Marchese 5

6 D. Lgs. 81/2008 e norme in materia di sicurezza sul lavoro Il decreto legislativo 81 del 2008 è una norma che riguarda il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Rappresenta un superamento del D. Lgs. 626/94 che aveva recepito una serie di direttive dell U.E. con lo scopo di garantire nei Paesi aderenti condizioni uniformi di salute e sicurezza sul lavoro. È la legge, dopo la 626 che ha rinnovato l impostazione della prevenzione nei luoghi di lavoro nel nostro Paese, che fa propria l impostazione della 626 ed altre norme, sia precedenti (molte risalgono agli anni cinquanta) sia successive («la direttiva macchine», quella «cantieri» - nota come 494, ecc.). La «81» è quindi considerato il TESTO UNICO SICUREZZA LAVORO è che ne definisce con precisione soprattutto gli aspetti organizzativi. 6

7 Quando si applicano le leggi in materia di igiene e sicurezza nel lavoro Le norme di tutela della salute dei lavoratori si applicano nelle aziende di tutti i settori di attività, privati o pubblici,e a tutte le tipologie di rischio. Il D. Lgs. 81/2008 si applica a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati ed autonomi, nonché ai soggetti ad essi equiparati (sono esclusi i piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresi l insegnamento privato supplementare e l assistenza domiciliare ai bambini, agli anziani, agli ammalati e ai disabili) (art. 3). ATTENZIONE: ai fini della determinazione del numero di lavoratori dal quale il D. Lgs. 81 fa discendere particolari obblighi non sono computati: - i collaboratori familiari; - i soggetti beneficiari delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento; - gli allievi degli istituti di istruzione e universitari e i partecipanti ai corsi di formazione professionale; - - lavoratori subordinati non sono solo i «dipendenti» (cioè le persone che prestano il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro, con rapporto di lavoro anche speciale) ma anche: soci lavoratori di cooperative e di società anche di fatto, quando prestano attività per la società stessa; gli utenti dei servizi di orientamento, di formazione scolastica, universitaria e professionale quando sono avviati presso datori di lavoro; gli allievi di scuole o di università quando partecipano a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi ed attrezzature di lavoro oppure agenti chimici, fisici e biologici. È da ricordare che sono a tutti gli effetti «dipendenti»: lavoratori stagionali; lavoratori a tempo determinato; lavoratori con contratto di formazione; 7

8 apprendisti; lavoratori part-time; lavoratori interinali. In alcuni casi possono venire di fatto equiparati a dipendenti anche i collaboratori familiari. 8

9 Gestire la sicurezza in azienda 1. LE PERSONE COINVOLTE IL DATORE DI LAVORO Ha i principali obblighi nei riguardi della salute e della sicurezza dei lavoratori durante il lavoro. Datore di lavoro è il titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore oppure la persona che ha la responsabilità dell impresa se è titolare dei poteri decisionali e di spesa. Nelle Pubbliche Amministrazioni il datore di lavoro viene individuato con atto interno tra i dirigenti e funzionari che hanno poteri di gestione. I DIRIGENTI E I PREPOSTI Condividono con il datore di lavoro alcune importanti responsabilità, in ragione della loro posizione organizzativa e delle loro attribuzioni. Chi dirige l attività lavorativa ( dirigente ) è tenuto, nell ambito delle sue attribuzioni e competenze, ad adottare tutte le misure necessarie alla tutela della salute dei lavoratori. Chi sovrintende alle attività di lavoro per conto del datore di lavoro ( preposto ) è tenuto - nell ambito delle sue attribuzioni e competenze - ad applicare le norme e le disposizioni per la tutela dei lavoratori e a richiederne l osservanza da parte dei lavoratori. Il preposto svolge compiti di controllo e sorveglianza con poteri organizzativi e disciplinari. IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RSPP) È la persona che si occupa delle misure di prevenzione in azienda, per mandato del datore di lavoro (al quale rimane la responsabilità finale). In alcune situazioni, il datore di lavoro stesso può svolgere le funzioni di responsabile del servizio. 9

10 GLI ADDETTI AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Sono i dipendenti o i consulenti esterni incaricati di aiutare il responsabile del servizio, laddove ve ne sia necessità. IL MEDICO COMPETENTE È il medico specialista in medicina del lavoro che effettua i controlli sullo stato di salute dei lavoratori e collabora alla prevenzione, nei casi previsti, con il datore di lavoro e il RSPP. IL MEDICO AUTORIZZATO È il medico specialista abilitato alla sorveglianza medica che effettua i controlli sullo stato di salute dei lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti e collabora alla prevenzione, nei casi previsti, con il datore di lavoro e il RSPP. ESPERTO QUALIFICATO Tecnico esperto di radioprotezione IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) È il dipendente che è scelto dai lavoratori per partecipare a vari momenti della prevenzione in azienda. I LAVORATORI INCARICATI PER PRONTO SOCCORSO, ANTINCENDIO ED EMERGENZE Si tratta di dipendenti dell azienda che sono incaricati ed addestrati per far fronte a queste evenienze. I LAVORATORI Gli stessi lavoratori hanno precisi obblighi nei riguardi della tutela della propria salute e di quella dei propri colleghi. 10

11 2. COSA FARE Al datore di lavoro le leggi chiedono di tener conto, in ogni momento del lavoro, dei possibili rischi per salute e sicurezza dei lavoratori. La «81» stabilisce che questo deve avvenire facendo sì che ogni azienda abbia un proprio «servizio» per la sicurezza. Il principio di fondo del sistema aziendale per la sicurezza è che il datore di lavoro deve conoscere i rischi per la salute e la sicurezza dei dipendenti (valutazione dei rischi) per programmare ed effettuare gli interventi necessari a controllarli e ridurli al minimo (attuazione delle misure di prevenzione). Per valutare i rischi e per programmare la prevenzione, il datore di lavoro si avvale del servizio aziendale di prevenzione e protezione (SPP) e, se del caso, del medico competente,del medico autorizzato, consultando il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Per mettere in atto le misure di prevenzione e protezione, il datore di lavoro si avvale anche dei propri eventuali dirigenti o preposti, degli addetti alle emergenze e dei lavoratori stessi. 11

12 ORGANIGRAMMA AZIENDALE IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO Datore di Lavoro Direttore Generale Dr. Gaetano D Antoni Datori di Lavoro (delegati) UNITÀ PRODUTTIVA Datore di Lavoro U.P. n.1 SEDE CENTRALE Trapani Datore di Lavoro U.P. n. 2 CITTADELLA DELLA SALUTE - Erice Datore di Lavoro U.P. n. 3 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE - Erice Datore di Lavoro U.P. n. 4 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE - Trapani Datore di Lavoro U.P. n. 5 DIPARTIMENTO DEL FARMACO Trapani Datore di Lavoro U.P. n. 6 P.O. ALCAMO Datore di Lavoro U.P. n. 7 P.O. SALEMI Datore di Lavoro U.P. n. 8 P.O. MAZARA DEL VALLO Datore di Lavoro U.P. n. 9 P.O. MARSALA NOMINATIVO Dr.Antonino Candela Dr. Antonio De Santis Dr. Angelo Sammartano Dr. Bartolomeo Gisone Dr.ssa Maria Scrofani Dr. Salvatore Fiorino Dr.ssa Maria Raggio Dr.ssa Filippa Galifi Dr.ssa Maria Concetta Martorana 12

13 Datore di Lavoro U.P. n. 10 P.O. CASTELVETRANO Datore di Lavoro U.P. n. 11 P.O. PANTELLERIA Datore di Lavoro U.P. n. 12 Distretto Sanitario TRAPANI Datore di Lavoro U.P. n. 13 Distretto Sanitario ALCAMO Datore di Lavoro U.P. n. 14 Distretto Sanitario MAZARA Datore di Lavoro U.P. n. 15 Distretto Sanitario CASTELVETRANO Datore di Lavoro U.P. n. 16 Distretto Sanitario MARSALA Datore di Lavoro U.P. n. 17 Distretto Sanitario PANTELLERIA Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Dr. Francesco Paolo Milazzo Dr. Giovanni Pipitone Dr. Ernandez Osvaldo Cono Dr. Calogero Minore Dr. Vittoriano Di Simone Dr. Andrea Farina Dr. Nunzio Ragona Dr. Luca Fazio Dr. Natale Marchese Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione Dr. Vincenzo Peritore Arch. Marcello Romeo Sig. Francesco Calandra Medico Competente Dr. Antonino Gancitano Dr. Antonino Farinelli Dr. Vincenzo Bonomo 13

14 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Rocco Sammartano Giacomo De Nunzio Salvatore Giacalone Michela Milena Lucentini Giacomo Pecoraro Vito Pizzolato Esperto Qualificato Referente Rischio Radiazioni Ionizzanti Ing. Salvatore Angileri Dr. Giovanna Ferreri Referenti del S.P.P. presso i PP.OO. e Distretti Sanitari Inf. Rosetta Stallone Coll. Amm. Marcello Giubilato Inf. Maurizio Spanò Inf. Antonio Calvitto Inf. Filippo Impellizzeri Op. Tec. Carmelo Rizzo Ass. Soc. Giuseppina Giordano 14

15 GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Art. 17 e 18 D.Lgs. 81/2008 Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili 1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività: a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall articolo 28; b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; Articolo 18 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: a) nominare il medico competente per l effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo. b) designare preventivamente i lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell emergenza; c) nell affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza; d) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, ove presente; e) prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; f) richiedere l osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del 15

16 lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione; g) richiedere al medico competente l osservanza degli obblighi previsti a suo carico nel presente decreto; h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; i) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37; m) astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato; n) consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, l applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute; o) consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e per l espletamento della sua funzione, copia del documento di cui all articolo 17, comma 1, lettera a), nonché consentire al medesimo rappresentante di accedere ai dati di cui alla lettera r); p) elaborare il documento di cui all articolo 26, comma 3, e, su richiesta di questi e per l espletamento della sua funzione, consegnarne tempestivamente copia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; q) prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno verificando periodicamente la perdurante assenza di rischio; r) comunicare all INAIL, o all IPSEMA, in relazione alle rispettive competenze, a fini statistici e informativi, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell evento e, a fini assicurativi, le informazioni relative agli infortuni sul lavoro che comportino un assenza dal lavoro superiore a tre giorni; s) consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle ipotesi di cui all articolo 50; 16

17 t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato, secondo le disposizioni di cui all articolo 43. Tali misure devono essere adeguate alla natura dell attività, alle dimensioni dell azienda o dell unità produttiva, e al numero delle persone presenti; u) nell ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di subappalto, munire i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l indicazione del datore di lavoro; v) nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione periodica di cui all articolo 35; z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione; aa) comunicare annualmente all INAIL i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; bb) vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità. 2. Il datore di lavoro fornisce al servizio di prevenzione e protezione ed al medico competente informazioni in merito a: a) la natura dei rischi; b) l organizzazione del lavoro, la programmazione e l attuazione delle misure preventive e protettive; c) la descrizione degli impianti e dei processi produttivi; d) i dati di cui al comma 1, lettera r e quelli relativi alle malattie professionali; e) i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza. Obbligo principale del datore di lavoro al fine di tutelare la salute dei lavoratori durante il lavoro è quello di eliminare o ridurre al minimo i rischi e programmare tutti gli interventi di ulteriore miglioramento delle condizioni di lavoro. 17

18 Obblighi del preposto Articolo In riferimento alle attività indicate all articolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall articolo

19 Il Servizio di Prevenzione e Protezione Il datore di lavoro deve organizzare il servizio di prevenzione e protezione (SPP) all interno della propria azienda, con personale dipendente, che lo affianca nella valutazione dei rischi e nella gestione della sicurezza in azienda. Se tra i dipendenti non c è nessuno con esperienza sufficiente, può essere richiesto il supporto di consulenti esterni per integrare l azione del servizio interno oppure, in altri casi, il datore di lavoro può affidarsi completamente a consulenti esterni. In alcune aziende molto grandi (più di 200 dipendenti) o con rischi particolari (miniere e cave con più di 50 lavoratori, ospedali, industrie «a grande rischio», centrali termoeletriche ecc.), in ogni caso il Servizio di prevenzione e protezione deve essere obbligatoriamente organizzato all interno. Articolo 31 D. Lgs. 81/ Salvo quanto previsto dall articolo 34, il datore di lavoro organizza il servizio di prevenzione e protezione all interno della azienda o della unità produttiva, o incarica persone o servizi esterni costituiti anche presso le associazioni dei datori di lavoro o gli organismi paritetici, secondo le regole di cui al presente articolo. 2. Gli addetti e i responsabili dei servizi, interni o esterni, di cui al comma 1, devono possedere le capacità e i requisiti professionali di cui all articolo 32, devono essere in numero sufficiente rispetto alle caratteristiche dell azienda e disporre di mezzi e di tempo adeguati per lo svolgimento dei compiti loro assegnati. Essi non possono subire pregiudizio a causa della attività svolta nell espletamento del proprio incarico. 3. Nell ipotesi di utilizzo di un servizio interno, il datore di lavoro può avvalersi di persone esterne alla azienda in possesso delle conoscenze 19

20 professionali necessarie, per integrare, ove occorra, l azione di prevenzione e protezione del servizio. 4. Il ricorso a persone o servizi esterni è obbligatorio in assenza di dipendenti che, all interno dell azienda ovvero dell unità produttiva, siano in possesso dei requisiti di cui all articolo Ove il datore di lavoro ricorra a persone o servizi esterni non è per questo esonerato dalla propria responsabilità in materia. 6. L istituzione del servizio di prevenzione e protezione all interno dell azienda, ovvero dell unità produttiva, è comunque obbligatoria nei seguenti casi: a) nelle aziende industriali di cui all articolo 2 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, e successive modificazioni,, soggette all obbligo di notifica o rapporto, ai sensi degli articoli 6 e 8 del medesimo decreto; b) nelle centrali termoelettriche; c) negli impianti ed installazioni di cui agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni; d) nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni; e) nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori; f) nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori; g) nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori. 7. Nelle ipotesi di cui al comma 6 il responsabile del servizio di prevenzione e protezione deve essere interno. 8. Nei casi di aziende con più unità produttive nonché nei casi di gruppi di imprese, può essere istituito un unico servizio di prevenzione e protezione. I datori di lavoro possono rivolgersi a tale struttura per l istituzione del servizio e per la designazione degli addetti e del responsabile. 20

21 Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione Articolo Il servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali provvede: a) all individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell organizzazione aziendale; b) ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive di cui all articolo 28, comma 2, e i sistemi di controllo di tali misure; c) ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali; d) a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori; e) a partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla riunione periodica di cui all articolo 35; f) a fornire ai lavoratori le informazioni di cui all articolo I componenti del servizio di prevenzione e protezione sono tenuti al segreto in ordine ai processi lavorativi di cui vengono a conoscenza nell esercizio delle funzioni di cui al presente decreto legislativo. 3. Il servizio di prevenzione e protezione è utilizzato dal datore di lavoro. 21

22 Obblighi del Medico Competente e Medico autorizzato Articolo Il medico competente: a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi volontari di promozione della salute, secondo i principi della responsabilità sociale; b) programma ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui all articolo 41 attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici più avanzati; c) istituisce, anche tramite l accesso alle cartelle sanitarie e di rischio, di cui alla lettera f), aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria. Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il medico competente concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia; d) consegna al datore di lavoro, alla cessazione dell incarico, la documentazione sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo del 30 giugno 2003 n.196, e con salvaguardia del segreto professionale; e) consegna al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, la documentazione sanitaria in suo possesso e gli fornisce le informazioni riguardo la necessità di conservazione; f) invia all ISPESL, esclusivamente per via telematica, le cartelle sanitarie e di rischio nei casi previsti dal presente decreto legislativo, alla cessazione del rapporto di lavoro, nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 22

23 30 giugno 2003, n Il lavoratore interessato può chiedere copia delle predette cartelle all ISPESL anche attraverso il proprio medico di medicina generale; g) fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l esposizione a tali agenti. Fornisce altresì, a richiesta, informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; h) informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria di cui all articolo 41 e, a richiesta dello stesso, gli rilascia copia della documentazione sanitaria; i) comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui all articolo 35, al datore di lavoro, al responsabile del servizio di prevenzione protezione dai rischi, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, i risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori; l) visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all anno o a cadenza diversa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi; la indicazione di una periodicità diversa dall annuale deve essere comunicata al datore di lavoro ai fini della sua annotazione nel documento di valutazione dei rischi; m) partecipa alla programmazione del controllo dell esposizione dei lavoratori i cui risultati gli sono forniti con tempestività ai fini della valutazione del rischio e della sorveglianza sanitaria; n) comunica, mediante autocertificazione, il possesso dei titoli e requisiti di cui all articolo 38 al Ministero della salute entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. 23

24 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Articolo 47 - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è istituito a livello territoriale o di comparto, aziendale e di sito produttivo. L elezione dei rappresentanti per la sicurezza avviene secondo le modalità di cui al comma 6 2. In tutte le aziende, o unità produttive, è eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 3. Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è di norma eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure è individuato per più aziende nell ambito territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto dall articolo Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell ambito delle rappresentanze sindacali in azienda. In assenza di tali rappresentanze, il rappresentante è eletto dai lavoratori della azienda al loro interno. 5. Il numero, le modalità di designazione o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per l espletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva. 6. L elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali, territoriali o di comparto, salvo diverse determinazioni in sede di contrattazione collettiva, avviene di norma in corrispondenza della giornata nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, individuata, nell ambito della settimana europea per la salute e sicurezza sul lavoro, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministro 24

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