VIXEN VMC 260L. Presentiamo questo mese uno strumento caratterizzato da. 260/3020 f/11,6. TUBO OTTICO Maksutov-Cassegrain I TEST DI COELUM
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1 56 MARZO 2008 TUBO OTTICO Maksutov-Cassegrain VIXEN VMC 260L 260/3020 f/11,6 a cura dello Staff Tecnico di Coelum Presentiamo questo mese uno strumento caratterizzato da una configurazione ottica diversa dal solito. Si tratta di un Cassegrain modificato, uno schema ottico interessante, con specchi sferici e un gruppo correttore (composto da due lenti ampiamente spaziate tra loro) posizionato prima dello specchio secondario. Questa soluzione, nota come sub-aperture Maksutov, sostituisce la grande lente correttrice frontale, e pertanto ne risulta un ottica a tubo aperto. Questa configurazione permette di ottenere un livello di correzione delle aberrazioni paragonabile o migliore di quella di un Maksutov-Cassegrain classico, ma senza avere il problema dei costi e dei pesi elevati che derivano dall uso di una lente a menisco frontale di grandi dimensioni. Lo schema adottato dalla Vixen, pur assomigliando a quello ideato dagli ottici russi Popov e Kletvzov (Klevtzov-Cassegrain o K-C), non è uguale perché usa due lenti spaziate (una biconcava e una piano-convessa) invece di una sola a menisco di elevato spessore, ed uno specchio normale invece di quello Mangin (in pratica una lente alluminata sulla superficie posteriore) che caratterizza i telescopi K-C. Quindi il VMC conserva la semplicità e l efficacia del K-C perché utilizza solo elementi ottici a superficie sferica, facili da costruire con alta precisione; ne risulta, almeno sulla carta, un ampio campo corretto e un efficace contenimento dell aberrazione sferica. A sinistra. Per la prova, lo strumento è stato montato su una Losmandy G11. In basso. Vista laterale del tubo ottico Vixen VMC 260L con il cercatore 7x50. Il tubo ottico (abbastanza compatto e leggero) è quindi aperto e consente alle ottiche di raggiungere l equilibrio termico con l aria circostante in modo molto più rapido rispetto ai normali strumenti Maksutov a tubo chiuso e non soffre del fastidioso problema dell appannamento della lente frontale che affligge tutti gli strumenti Schmidt e Maksutov. La dotazione di serie comprende un cercatore 7x50 a visione diretta, barra a coda di rondine, fuocheggiatore da 60 mm con filettatura T2 e flip mirror 31,8 mm, portaoculari da 50,8 mm con riduttore da 31,8 mm. La serie VMC comprende, oltre a quello in esame, altri 3 modelli da 110 mm, 200 mm e 330 mm di apertura.
2 COELUM 115 IL TUBO OTTICO Una volta estratto lo strumento dal suo imballo si rimane sorpresi per le dimensioni del tubo, che mostra un ingombro superiore a quello di un classico S/C dello stesso diametro. La lunghezza è infatti di 69 cm circa, il diametro esterno di 31,5 e il peso di 10 chilogrammi. Il tubo ottico, di un bel colore verde scuro, mostra una discreta rifinitura, con una comoda maniglia per il trasporto posta a fianco dell attacco del cercatore. Tolto il tappo che ricopre l ottica (anch esso ben curato e di colore bianco-avorio), si resta colpiti dalla grande ostruzione lineare di questo strumento (34%) e dall elevato spessore (1,5 mm) delle quattro razze che sostengono il secondario. L interno del tubo ottico appare ben opacizzato per minimizzare le riflessioni indesiderate e lo specchio primario molto brillante e perfettamente pulito. Il cercatore si monta rapidamente grazie a un innesto a slitta, ed è possibile smontarlo agevolmente durante il trasporto senza rischiare di perdere, al successivo rimontaggio, l allineamento con lo strumento principale. La messa a fuoco avviene tramite spostamento dello specchio primario, con un meccanismo simile a quello utilizzato da Celestron, Meade e Sky- Watcher. La manopola, ben realizzata, presenta un movimento fluido e senza scatti. Non abbiamo riscontrato nessun image shift (spostamento dell'immagine durante la messa a fuoco), nemmeno ad alti ingrandimenti. La collimazione (non è stato necessario collimare lo strumento, in quanto è giunto perfettamente centrato) si effettua agendo solo sullo specchio secondario tramite tre piccole viti a brugola (la chiave viene fornita a corredo dello strumento) a cui si accede dalla parte frontale dello strumento. La collimazione di questo telescopio è un o-
3 58 MARZO 2008 siduo di astigmatismo ai bordi, la Meade sosteneva che questa lente correttrice correggeva anche l astigmatismo (da cui il nome dello schema, ovvero advanced ). Ma la Meade si era dimenticata di dichiarare, nella sua pubblicità, alcuni dettagli tecnici: che a causa della curvatura forzata della lente correttrice si introduceva nello schema una piccola quantità di aberrazione cromatica; che lo schema tagliava la luce alle lunghezze d onda più corte (blu-violetto), e che, cosa assai più importante, lo schema in effetti era già conosciuto in letteratura come Schmidt-Cassegrain aplanatico (ovvero senza aberrazione sferica né coma). Pubblicità ingannevole? Tutto questo ha provocato la denuncia, da parte delle aziende Star ed RCOS, che si sono lamentate del fatto che la Meade ha, secondo loro, orchestrato una campagna di pubblicità ingannevole allo scopo di trarre vantaggio dalla eccellente reputazione dei telescopi Ritchey-Chrétien, proponendo telescopi che RC in effetti non sono. Lo Staff Tecnico di Coelum ha testato due telescopi di questo tipo, l RCX400 da 14" e l LX200R da 10", trovandoli entrambi dotati di ottiche buone e consigliabili, ma in entrambi i casi avevamo espresso i nostri dubbi relativi alla scelta del nome di quegli schemi ottici. Ma tant è. La conclusione: nome cambiato e tutti contenti Come già ho accennato, alla fine i contendenti si sono accordati, come spesso accade, fuori dal tribunale, stabilendo che i ricorrenti rinunciavano alle iniziali richieste di risarcimento (a parte una cifra minima decisa di comune accordo), ma che in cambio la Meade avrebbe dovuto cambiare il nome dei suoi telescopi RCX evitando di usare iniziali che potevano suggerire l uso dello schema ottico Ritchey-Chrétien. Si è anche stabilito che la Meade avrebbe potuto continuare a pubblicizzare prestazioni simili a quelle dei telescopi Ritchey-Chrétien, e quindi a dichiarare che i loro telescopi erano privi di coma. Pertanto, nelle nuove produzioni, i telescopi RCX400 ed LX200R saranno d ora in poi chiamati rispettivamente LX400- ACF e LX200-ACF, dove ACF significa advanced coma-free (schema avanzato privo di coma). Chi ha vinto? In tutta la vicenda, entrambe le parti hanno dichiarato di avere conseguito una vittoria. Infatti le due aziende querelanti si sentono vincitrici perché è stata ristabilita la verità e perché la decisione sancisce pubblicamente che lo schema RC autentico è composto solo da due specchi iperbolici, senza lenti correttrici. E dal canto suo anche la Meade è contenta, prima di tutto perché non ha dovuto pagare le somme milionarie inizialmente richieste e perché last but not least ha avuto l autorizzazione a continuare a pubblicizzare i propri telescopi come dotati di prestazioni simili a quelle dei tanto desiderati RC. Oltre al fatto, aggiungo io, che non è stata costretta a dichiarare che i suoi telescopi sono, in effetti, ancora degli Schmidt-Cassegrain; cosa che per la major americana avrebbe comportato un autentica disfatta commerciale (ma che sarebbe stata la pura verità). perazione che, sebbene possa essere effettuata anche da un solo operatore, è meglio compiere con l aiuto di un assistente. Lo strumento è abbastanza compatto e leggero e quindi può essere montato su una montatura (grazie alla presenza della comoda maniglia e dal pratico innesto a coda di rondine) anche da una sola persona. LO STAR TEST Abbiamo effettuato lo star test su Procione da una postazione suburbana e con una buona trasparenza atmosferica (mag. allo zenit +5/5,5; seeing 3/3,5 sulla scala di Antoniadi), osservando a 232x (oculare Plössl Televue da 13 mm) e a 604x (LV5 da 5 mm). In queste condizioni l immagine si presentava impastata per effetto della turbolenza. Le figure di diffrazione Aberrazione sferica Astigmatismo Errori zonali Coma Rugosità Luce diffusa TEST OTTICO Presente Tracce Tracce Assente Trascurabile Assente Tipo in intra ed extra focale non sono risultate identiche, più impastata quella in intra, con anelli più sottili e netti in extra. Una figura di diffrazione di questo tipo indica solitamente la presenza di una certa aberrazione di sfericità e di errori zonali; non abbiamo invece rilevato astigmatismo. Lo snap test ha rilevato una posizione di fuoco abbastanza netta (anche se non inequivocabile) con immagini stellari puntiformi (disco di Airy ben visibile a 604x con anelli concentrici interrotti dalla turbolenza). Siamo rimasti sorpresi dall eccezionale nitidezza e incisione delle stelle anche a ingrandimenti decisamente sostenuti nonostante le figure di diffrazione non fossero impeccabili. L alto potere di contrasto mostrato da questo strumento lo rende adatto all osservazione di stelle doppie strette (il Trapezio nella nebulosa di Orione, nonostante il seeing tutt altro che buono, a 232x PRINCIPALI CARATTERISTICHE TECNICHE Apertura e lunghezza focale Trattamento Ottico Sub-Aperture Maksutov-Cassegrain 260 mm, 3020 mm (f/11,6) Multistrato Ostruzione centrale (lineare) 34% Potere risolutivo teorico (Dawes) 0,46" Magnitudine limite visuale (teorica) +13,9 Peso tubo ottico Dimensioni Altri accessori Costruttore 10 kg (senza cercatore e diagonale) D = 305 mm; L = 670 mm cercatore 7x50; fuocheggiatore da 60 mm con filettatura T2 incorporata e flip mirror 31,8 mm Vixen Optical Industries - Giappone Prezzo al pubblico (tubo ottico) 3562,00 Distributore per l Italia Auriga - Milano (
4 COELUM mostrava nitidamente cinque componenti. Durante il test il cielo è sempre apparso ben scuro nell oculare, anche nei dintorni di stelle molto brillanti, come Rigel o Betelgeuse, anche a 604x, mentre a bassi ingrandimenti (75,5x Super Plössl 40 mm) abbiamo potuto apprezzare la bellezza dei campi stellari, ricchi di stelle puntiformi e colorate. Prova sul campo Il buon diametro del VMC, l alto contrasto, nonché la nitidezza d immagine lo rendono adatto all osservazione del cielo profondo. Abbiamo infatti potuto ammirare una nebulosa d Orione nettamente verdina e contrastata, piena di minuti chiaroscuri, con le stelle del Trapezio che letteralmente la bucavano. Una visione poi diventata superba con l utilizzo di un filtro UHC, che ha reso la nebulosa più estesa e quasi fluorescente. Le immagini degli ammassi stellari ottenute con il VMC 260 erano particolarmente spettacolari: fulgide e colorate le stelle di M47 (75,5x) nella Poppa, fini come la polvere le stelline di M46, a poca distanza dal primo. All interno di M46 (116x) siamo riusciti a cogliere la planetaria NGC 2438, intuibile anche senza il Data: 13 febbraio 2008 Operatore: Massimo Riccardi Ottica testata: Vixen VMC 20 F-11,6 (Sub-aperture Maksutov-Cassegrain) ANALISYS REPORT LUCE VERDE Strumento: Common Path Inteferometer Input e Output WL (nm): 532 Waves per Fringe: 0,5 Aberrations magnitude Peak to Valley: 0,252 (1/4,0 waves) RMS: 0,055 (1/18,1 waves) STREHL Ratio 0,886 Tilt: Removed Defocus: Removed Astigmatism (low-order) 0,035 (-38,38 ) Coma (low-order) Removed Spherical Ab. (low-order) 0,261 Note: Ottica leggermente sottocorretta (aree centrali) e con leggero residuo di High-order astigmatism. Commento al Test interferometrico Come di consueto, abbiamo affidato il telescopio a Massimo Riccardi perché ne eseguisse il test di laboratorio con il suo interferometro Bath, usando una sorgente luminosa laser verde operante alla lunghezza d onda di 532 nm. Una volta ricollimato accuratamente il VMC usando una stella artificiale, esso è stato prima di tutto esaminato con il reticolo di Ronchi a 12 linee /mm in autocollimazione, mostrando una leggera sottocorrezione nelle aree centrali (frange ondulate nelle regioni centrali dell ottica) ed un piccolissimo accenno di bordo ribattuto. Questi difetti possono in parte giustificare la differenza, notata durante lo star-test, fra immagini intrafocale ed extrafocale (la macchia con alone che si vede nel ronchigramma sulla destra non è dovuta all ottica, ma ai grani di polvere che si depositano sui beamsplitter e che creano fenomeni di diffrazione). Il test interferometrico (vedi Syntethic interferogram) mostra frange di diffrazione nitide e contrastate, ma con un po di ondulazioni nei pressi delle regioni centrali. Il grafico Wave Front (fronte d onda) mostra, nelle regioni mediane, un rialzo di forma romboidale, segno di un residuo di astigmatismo di ordine elevato (high-order astigmatism di quinto o di settimo ordine), che conferma quanto si intravedeva ad alti ingrandimenti durante lo star test in laboratorio, ovvero una leggera tendenza del telescopio a generare una stella di forma squadrata. Le immagini della PSF sono tipiche di un telescopio che concentra in modo efficiente l energia luminosa nelle immagini di diffrazione, anche se il picco centrale non è dei più alti tra quelli visti. Infine il diagramma MTF, caratterizzato da curve di trasferimento del contrasto non troppo lontane dalla curva teorica, ci informa che il Vixen VMC260L ha un contrasto piuttosto buono anche alle basse e medie frequenze spaziali, e risulta quindi abbastanza adatto alle osservazioni planetarie nonostante l ostruzione elevata e allo spider con razze piuttosto spesse. Passando al commento dei dati numerici, il test ha rilevato una correzione globale di circa 1/4 P-V (coincidente con il limite di Rayleigh) ed un RMS di 1/18 (il minimo per un ottica ben corretta è di 1/14). La Strehl Ratio è invece risultata pari a circa 0,88 il che significa che l 88% dell energia luminosa viene concentrata nel punto centrale, dove il minimo risultato per un ottica decente dovrebbe essere pari all 80%. L astigmatismo pari a 0,035 incide solo minimamente nel degradare le prestazioni di questo telescopio, che invece è influenzato in modo più significativo da una certa sovra-correzione dell aberrazione sferica (valore 0,261). Il giudizio globale è quindi moderatamente positivo, e lo strumento resta a nostro avviso consigliabile come alternativa ai vari Schmidt-Cassegrain di media apertura, perché non soffre dei problemi termici e di appannamento tipico degli strumenti con lastra Schmidt, offrendo inoltre un campo fotografico più piano. SI ESEGUONO SU RICHIESTA TEST INTERFEROMETRICI massimo@columbiaoptics.com Tel I test possono essere effettuati sia in luce verde (532nm) che rossa (635nm) Vengono utilizzati due interferometri di tipo Bath (common path) ed un Fizeau ad onda sferica (Ceravolo type) Si eseguono test sia in autocollimazione (fino a 40 cm di diametro) che al centro di curvatura (specchi singoli anche di diametro > 40 cm) Viene rilasciato un report con i risultati del test
5 60 filtro UHC. Avvitando il filtro all oculare, la planetaria è diventata magnifica; nettamente strutturata e caratterizzata da una luminosità tutt altro che uniforme. Nonostante una certa turbolenza atmosferica, Saturno, ben alto nel cielo, mostrava anelli ben disegnati, con 5 satelliti all intorno e la divisione di Cassini visibile a tratti. Sul globo (che abbiamo stimato possedere un colore rosato) si notava inoltre una banda marroncina adagiata sull equatore. Accorgimenti Per utilizzare al meglio questo strumento è consigliabile munirsi di un buon diagonale a specchio (per il test abbiamo usato un ottimo diagonale della Tele Vue), anche se la posizione delle viti che lo assicurano alla cella è piuttosto scomoda da raggiungere. Potrebbe risultare utile anche un buon riduttore di focale (accessorio disponibile come opzionale, che agisce anche come correttore/spianatore di campo), sia per utilizzo visuale che fotografico. Consigliamo di fare attenzione durante il trasporto, in quanto la maniglia che è piuttosto liscia tende a scivolare, specie quando si impugna con i guanti. Inoltre, se si intende montare lo strumento su una montatura diversa dalla Vixen New Atlux è necessario specificarlo al momento dell acquisto del telescopio, in quanto la barra a coda di rondine fornita a corredo risulta ben 5 mm più larga rispetto allo standard. Quindi sarà necessario richiedere la fornitura di una barra adatta, ad esempio la Geoptik, la Baader o simili. Giudizio finale Nonostante uno star test non impeccabile, il giudizio complessivo su questo strumento è largamente positivo. La sua capacità di generare stelle molto puntiformi e la sua elevata luminosità lo rendono particolarmente adatto sia alla fotografia che all osservazione di oggetti deboli. Anche la sua resa sulle stelle doppie e sui pianeti. è risultata, a nostro avviso, più che soddisfacente. Si tratta insomma di uno strumento che possiamo definire otticamente completo. Si ringrazia la ditta Auriga, per aver messo a disposizione l esemplare testato.
Il riduttore di focale utilizzato è il riduttore-correttore Celestron f/ 6.3.
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