DISTURBI GENERALIZZATI ED EDUCAZIONE STRUTTURATA
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- Marta Andreoli
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1 DISTURBI GENERALIZZATI ED EDUCAZIONE STRUTTURATA punti di forza e caratteristiche dei bambini con DGS strategie educative per modi diversi di capire ed imparare Sabato 17 ottobre 2015 ore
2 Io sento diverso Sara Bergonzi Elisa Bernasconi
3 La qualità di vita di una persona con autismo dipende più dal luogo dove è nata e dall assistenza ricevuta che dalla gravità del suo handicap Theo Peeters
4 L inclusione sociale potrà realizzarsi solo attraverso lo sviluppo di una cultura condivisa che costruisce buone occasioni e buone prassi. Centro Diurno/ Resid RETE SOCIALE FAMIGLIA LAVORO PROGETTO 1, 2, 3.. PROGETTO DI VITA TEMPO LIBERO TRATTAMENTO SPORT SCUOLA SALUTE
5 CHE COSA CI DICE LA RICERCA SULL AUTISMO? L autismo non è una malattia, ma un modo diverso di vivere e percepire la realtà. Ha cause biologiche
6 Tante abilità non presenti nel repertorio spontaneo del ragazzo autistico possono essere apprese se vengono insegnate L aiuto piu efficace consiste in un approccio psico-educativo adeguato.
7 AUTISMO AUTISMI
8 Che cos è l autismo? Quali diversità comporta? nell interazione sociale nello sviluppo della comunicazione nell attività immaginativa: hanno particolari difficoltà a comprendere cio che vedono e sentono
9 La sensorialità: iper ed ipo-sensorialità, sovraccarico...
10 Ma quali sono i loro punti di forza? LA MAGGIOR PARTE DEI BAMBINI AUTISTICI Ha un pensiero visivo Sa eseguire indicazioni visive o scritte Aderisce a routine Ha spiccata capacità percettiva E molto precisa Non è capace di mentire Ha un grande interesse
11 Io sento diverso
12 La metafora dell ICEBERG
13 Scopriamo la parte sommersa LA COMUNICAZIONE, VERBALE E NON VERBALE L INTERAZIONE SOCIALE RECIPROCA
14 Scopriamo la parte sommersa INTERESSI E ATTIVITA e GRANDI PASSIONI!
15 I bambini con autismo a volte non imparano spontaneamente quello che i bambini con sviluppo tipico apprendono in modo naturale attraverso l imitazione ( Klin, 1992) Ma questo non vuol dire che non imparino!!
16 AIUTARLI AD IMPARARE DA DOVE INIZIARE?
17 DALLA VALUTAZIONE AL PROGETTO
18 ABILITA PUNTO DI PARTENZA per stendere un Progetto Individializzato (Importanza sottolineata da tutte le linee guida internazionali sull autismo)
19 Valutazione e Profilo FUNZIONALE PEP 3 TTAP Ci aiutano a capire non solo qual è la difficoltà ma Cosa può imparare
20 Valutazione Funzionale, psico-educativa Identifica le abilità e le potenzialità di un individuo per sviluppare un programma educativo individualizzato. E detta FUNZIONALE perché è una valutazione concreta che fornisce informazioni spendibili nella vita quotidiana.
21 PEP3
22 Permette di pianificare Il lavoro con il bambino E tenerlo monitorato nel tempo (Follow Up)
23 TTAP
24 COSA DEVO IDENTIFICARE NELLA VALUTAZIONE? Abilità ATTUALI (cioè riuscite, che fa in autonomia) Abilità POTENZIALI (emergenti, ovvero riuscite in parte o con aiuto) Lo STILE DI APPRENDIMENTO e le MOTIVAZIONI del bambino perché è su ciò che si porranno le basi del programma educativo.
25 Altri strumenti utili alla valutazione. Early Start Denver Model Checklist VB Mapp Raccolta degli atti comunicativi Scale Vineland Test ComFor Questionari di valutazione sulle abilità sociali..
26 Le valutazioni sono inutili quando non servono a migliorare la qualità della vita del bambino Theo Peeters
27 La Motivazione Che cosa ti piace?...
28 CHE COSA E LA MOTIVAZIONE - E motivante ciò che si capisce - E motivante ciò che si è in grado di fare - E motivante ciò che risponde al proprio stile emotivo percettivo
29 Iniziamo a riempire la borsa degli attrezzi facciamo un elenco di tutto ciò che a loro piace!!!!
30 GIOCANDO IO IMPARO!
31 Come insegnare ai nostri bambini?
32 . non è possibile darsi una risposta senza porsi un altra domanda: Come imparano i nostri bambini?
33 Donna Williams si definisce "monocanale": Per una persona autistica la realtà è una massa interagente di eventi, persone, luoghi, suoni e immagini che crea gran confusione. Sembra che nulla abbia confini definiti, ordine e significato: passo buona parte del tempo a cercare di capire quale sia la logica che sta dietro alle cose. Routine prestabilite, orari precisi, particolari percorsi e rituali sono tutte cose che mi aiutano a trovare ordine in una vita intollerabilmente caotica".
34 L ORGANIZZAZIONE FLESSIBILE
35 E necessario progettare l intervento educativo in modo razionale: ORGANIZZAZIONE - spazio fisico - schema giornata/settimana - schema di lavoro - tempi - attività e materiali
36 Non esiste un intervento che: FLESSIBILE -Va bene per tutti i bambini - va bene per tutte le età -Puo rispondere a tutte le esigenze legate direttamente/indirettamente all autismo.
37 PERCHE UNA BUONA ORGANIZZAZIONE E IMPORTANTE? L organizzazione permette di insegnare attraverso un linguaggio visibile che tutti possono capire e condividere. Aiuta a ridurre i problemi di comportamento perché: 1. placa l ansia 2. sviluppa attenzione ai segnali 3. comprende segnali visivi che possono essere generalizzati 4. favorisce l autonomia
38 CHIAREZZA PULIZIA STRUTTURA MESSAGGI VISIVI
39 POCHE PAROLE!!! Lasciamo che a comunicare in modo chiaro siano gli spazi, i materiali e i nostri sorrisi!
40 Imparare divertendosi la motivazione
41 Una buona organizzazione deve fornire informazioni su: DOVE? Organizzazione d ambiente QUANDO? Permette la revedibilità CON CHI? COME? Fornisce informazioni sul modo di svolgere l attività PER QUANTO TEMPO? Fornisce informazioni sulla durata
42 Per concludere possiamo essere didattici senza dimenticarci che si può imparare sorridendo! l educazione strutturata NON è rigidità! Ci aiuta ad essere rigorosi e puliti nella didattica!
43 la cosa più importante che dobbiamo sempre ricordare è che la scuola NON deve essere solo didattica: deve farsi SCUOLA DI VITA!
44 E ricordatevi sempre che Un buon lavoro di squadra vi aiuterà a fare meglio!
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