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1 INTERVENTO DEL PREFETTO DI TORINO, DOTT. GOFFREDO SOTTILE, AL CONVEGNO BANCHE E SICUREZZA SOLUZIONI, STRUMENTI E METODOLOGIE PER UNA NUOVA STRATEGIA DI PROTEZIONE ROMA - 6/7 GIUGNO 2005 Dall angolo visuale del mio ruolo di Prefetto e, quindi, dal territorio, ho recentemente avuto in poco tempo più esperienze di collaborazione con il mondo bancario: prima a Trieste, dove ho firmato un protocollo d intesa sulla prevenzione della criminalità in banca, poi a Torino, mia attuale sede di servizio, dove analogo strumento convenzionale, in un primo tempo stipulato solo in ambito provinciale, è da ultimo stato esteso a tutto il Piemonte fra Prefetti, responsabili delle Forze dell Ordine e rappresentanti di pressochè tutti gli Istituti di Credito operanti nella regione. Questo a mio avviso dà testimonianza del dinamismo dell Associazione Bancaria Italiana, che è riuscita a coinvolgere le forze in campo in un iniziativa che risponde a un esigenza fortemente sentita dalle Istituzioni che intendono contrastare con efficacia una criminalità metodica e pericolosa. Esigenza avvertita anche da parte bancaria, nella condivisione della consapevolezza della crucialità del problema nell ambito delle strategie aziendali. 1

2 Non credo sia infatti possibile oggi, neanche per l Istituto più piccolo, non affrontare una questione assai rilevante in ogni contesto sociale. Le rapine in banca continuano infatti a preoccupare, a destare allarme, a determinare conseguenze quantomeno psicologiche nelle vittime, siano esse costituite dalla clientela o dal personale. Qualche differenza rispetto al passato si può rilevare: in molti casi il modus operandi ha perso la sua caratteristica di delitto associativo con l uso di armi da fuoco da parte di banditi professionisti. L attualità ci porta esempi sempre più frequenti di malviventi singoli, talora sbandati o soggetti marginali armati di taglierino o siringa, che si accontentano di bottini non elevati, ed entrano in banca in fondo come entrerebbero in una farmacia o in altri obiettivi similari. Il delitto è poi caratterizzato da un alto indice di serialità, nel senso che è frequente l attribuzione di una molteplicità di episodi a un unico soggetto, e talora dal cosiddetto pendolarismo cui si ricorre per porre seri ostacoli all attività investigativa. 2

3 Per questi e altri fattori il numero degli episodi non diminuisce. La tendenza ad esempio della provincia di Torino nell ultimo decennio è al rialzo, e si superano in alcuni anni addirittura i 200 episodi. I protocolli d intesa si propongono dunque di porre argine a un fenomeno che rimane di elevata pericolosità criminale, attraverso impegni concreti. I documenti hanno alla loro base scelte dei singoli Istituti già orientate all incremento del livello di sicurezza passiva delle proprie dipendenze. Anche prima dell avvento dei protocolli, introdotti pochi anni fa, mi è capitato più volte di trattare l argomento in seno al Comitato Provinciale per l Ordine e la Sicurezza Pubblica allargato ai rappresentanti delle banche più interessate dal fenomeno. Ho riscontrato in loro una buona attenzione nell analisi degli eventi e in generale la volontà, manifestata o già attuata, di operare investimenti nel settore, stimolando il dibattito circa la maggiore efficacia di un accorgimento o di un altro. È d altra parte evidente che da parte del Prefetto e dei responsabili delle Forze dell Ordine, pur non potendovi essere alcun potere cogente nei confronti degli Istituti, vi è sempre, come dire, una calorosa raccomandazione a non sottovalutare il problema. Questo anche perchè la rapina in banca presenta, più di altri delitti pur gravi, una marcata capacità perturbatrice della sicurezza pubblica originando preoccupazione nelle comunità locali. 3

4 Su questo terreno, a mio avviso fertile, fatto di responsabilità e consapevolezza, si collocano i protocolli d intesa, firmati dai Prefetti in qualità di Autorità di Pubblica Sicurezza, responsabili dell ordine e della sicurezza pubblica nella provincia, e dai vertici degli Istituti di Credito. Vediamoli un po più da vicino. Una prima versione dell accordo, ad esempio quella firmata a Torino nel 2002, impegna innanzitutto le banche a segnalare alle Forze dell Ordine una serie di informazioni rilevanti per la sicurezza delle strutture, quali particolari situazioni di rischio, movimenti sospetti, carenze improvvise del sistema di sicurezza con l assicurazione dell urgente ripristino degli impianti oggetto di guasto, oltre naturalmente all indicazione di numeri utili, responsabili nello specifico settore, e quant altro. La previsione peraltro a mio avviso più significativa consiste nell adozione, da parte delle banche firmatarie, di almeno tre misure di sicurezza nell ambito di due categorie di misure contestualmente individuate, che sono costituite dai sistemi di controllo all ingresso della dipendenza, dai dispositivi di ausilio per le Forze dell Ordine, dai dispositivi per disincentivare la commissione dell atto criminoso. Le misure devono essere mantenute in efficienza. 4

5 Altre specifiche previsioni riguardano le riunioni da tenersi periodicamente sia sull efficacia dei sistemi di sicurezza, eventualmente valutando l introduzione di nuovi accorgimenti, sia per diffondere fra gli operatori bancari una maggiore cultura della sicurezza. Il nuovo testo, recentemente introdotto in tutto il Piemonte, ma mi risulta anche altrove, rende più concreti e stringenti gli impegni in materia di adozione di misure di sicurezza. In primo luogo vi è un maggiore dettaglio, ovvero più possibilità per le Forze dell Ordine, di individuare un responsabile anche per le singole dipendenze ovvero di far capo a una centrale operativa della banca attiva nelle 24 ore. Le banche si impegnano inoltre su base annua ad attuare le necessarie attività di verifica e manutenzione preventiva in modo da mantenere la perfetta efficienza dei sistemi adottati. Pur non cambiando le previsioni circa le misure e le categorie di riferimento delle stesse, pare rinvenirsi un indicazione a monte di gradimento per gli impianti di videoregistrazione eventualmente collegati a postazioni remote. 5

6 Inoltre vi è l introduzione dell impegno per ciascuna banca, con riferimento all analisi del proprio rischio, all incremento delle misure di sicurezza oltre il minimo previsto. Dal punto di vista del personale, che è l altro versante del sistema globale di sicurezza, gli Istituti si impegnano ad intensificare l attività di formazione e informazione dei dipendenti sulla sicurezza anticrimine, con significativa previsione dell individuazione di standard comportamentali adeguati alle specifiche circostanze. Dall altro lato vi è l impegno delle Forze dell Ordine a segnalare criticità specifiche ovvero ad intervenire a specifici incontri di informazione e sensibilizzazione, e della Prefettura a convocare a richiesta dell ABI riunioni tecniche di coordinamento o Comitati Provinciali per l Ordine e la Sicurezza Pubblica. A ciò si aggiungano maggiori possibilità di utilizzo di dati in possesso dell ABI anche al fine di analisi congiunte degli eventi criminosi. La sintetica disamina che precede dà conto dei contenuti dei documenti di cui si discute oggi. 6

7 La loro capillare introduzione sul territorio nazionale appare positiva anche perché è suscettibile di creare una cultura comune e un omogenea applicazione sotto l egida dell Associazione Bancaria Italiana, potendo però anche introdurre opportune prassi applicative rispettose delle peculiarità delle singole aree. I principi stabiliti nei documenti, nella loro evoluzione, evidenziano la volontà di rinsaldare il rapporto con le Istituzioni volto a conseguire il comune obiettivo della contrazione degli episodi criminosi e, conseguentemente, della diminuzione del rischio per clientela e dipendenti. Il problema di questi, e di altri accordi, al di là delle dichiarazioni d intenti, sta a mio avviso nell attuazione concreta. Troppo spesso infatti ci troviamo di fronte a intese che, dopo tante buone intenzioni più o meno veicolate a mezzo stampa, divengono subito dopo lettera morta, ovvero rappresentano un momento esclusivamente formale, in fondo un adempimento burocratico non accompagnato da successivi comportamenti concludenti che gli diano corpo e sostanza. Troppo spesso la firma di un protocollo viene interpretata più come punto d arrivo per coloro che si sono adoperati per la condivisione del testo, anziché come punto di partenza di un reale e rinnovato impegno. 7

8 E allora, oltre all assunzione dell impegno, occorre una condivisione dell obiettivo che è quello di rendere vivo il protocollo, adottando strumenti di monitoraggio che consentano di apprezzarne la reale portata e i risultati raggiunti, nonché di intervenire in caso di criticità. Io non intendo evidentemente entrare nel merito della bontà di questo o quel sistema, tecnologia, misura, così come rientrano nelle dinamiche dell attività imprenditoriale alcuni orientamenti emersi negli ultimi anni che mirano a creare un rapporto più diretto e aperto col cliente forse però rendendo la struttura più vulnerabile. Spettano alle banche le scelte in proposito, dettate da vari fattori. Credo invece sia doveroso da parte mia richiamare tutte le componenti interessate alla massima collaborazione nei sensi che prima ho espresso. Non mi capita di rado infatti, quando si analizza il fenomeno criminoso in questione, che mi venga rimarcato il cattivo funzionamento del sistema d allarme, la mancata attivazione delle telecamere, strumento indispensabile per l individuazione e la cattura dei responsabili quando le immagini sono di buona qualità, il ritardo, non sempre giustificato, nella chiamata alle Forze dell Ordine. La tutela dell incolumità fisica del personale è ovviamente un valore imprescindibile; tuttavia in alcune circostanze vi può essere collaborazione e 8

9 intervento senza che essa venga in realtà messa gravemente a repentaglio e senza che si debbano necessariamente porre in essere comportamenti azzardati o pericolosi. Concludo questo mio breve intervento apprezzando certamente l iniziativa dei protocolli, con l auspicio però, e in tal senso è il mio personale impegno, della loro integrale e concreta applicazione attraverso la condivisione dell obiettivo e la più attenta verifica strada facendo che, sono sicuro, non mancherà. Grazie GOFFREDO SOTTILE 9

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