Saluti dalla Costa Rica. San José 30 marzo 2009

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Saverio Paolini
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1 Saluti dalla Costa Rica San José 30 marzo 2009 Un saluto dalla piazza delle poste. Come vedete ci sono edifici molto belli e che possono vantare una lunga storia e che i terremoti non sono riusciti a distruggere, mescolati con palazzi moderni. Carissimi, spero che stiate bene e godendo giá della primavera. Ad alcuni di voi ho giá mandato una letterina con le prime impressioni sulla Costa Rica, a molti é la prima volta che scrivo, vi chiedo scusa per il ritardo, ma il tempo passa veloce e i buoni propositi a volte devo rimandarli per il giorno successivo. Finora la salute é stata buona, il clima é stato mite e piuttosto fresco, con molto vento. Da qualche giorno é cominciato il caldo e sembra estate, anche se il vento rende piú gradevole la percezione del caldo. Oggi sta piovendo, é la prima pioggia che vedo. San José é una cittá grande e collegata ad una cerchia di comuni indipendenti amministrativamente, ma che fanno un tutt uno e cosí l estensione aumenta molto. Il traffico é intenso e nelle ore di punta caotico, gli autobus di qualsiasi compagnia circolano dentro la cittá e cosí intasano parecchio. Per molti aspetti non é diversa dalle nostre cittá europee. Io sto ancora ambientandomi, imparare a vivere in un ambiente nuovo non é affare di pochi mesi, la pazienza finora mi ha accompagnato anche se spesso vorrei bruciare le tappe. Il fatto di poter parlare spagnolo se da una parte mi facilita, dall altra non favorisce un tempo di calma, di osservazione e di studio della realtá, cosa che normalmente si fa quando si deve imparare una lingua. Qui usano molti modismi diversi da quelli che ho imparato in Ecuador e Messico e spesso non capisco cosa dicono e mi dicono, un po alla volta impareró. La situazione del paese assomiglia a molti altri di questo continente, la crisi a livello mondiale sta creando difficoltá anche qui, la disoccupazione e il lavoro marginale é forte. I servizi pubblici di scuola e salute sembrano migliori che altrove, anche se io conosco ancora molto poco.

Carissimi, spero che stiate bene e godendo giá della primavera.

2 Il gruppo di missionarie costarricensi é di cinque membri, in luglio Aurora partirá per l Italia con l obiettivo di dare un servizio missionario in Africa per alcuni anni e cosí resteremo in meno. Il gruppo é andato formandosi da parecchi anni, ma le persone sono ancora abbastanza giovani. Io sono la piú grande. Qui sono presenti sia i missionari che le suore comboniane e formano una sola regione con gli altri paesi di centroamerica. Anche noi collaboriamo con l animazione missionaria e la diffusione della stampa missionaria in altri due paesi: El Salvador e Guatemala. Dal 18 febbraio fino al 10 marzo ho accompagnato Aurora nel lavoro di diffusione della stampa missionaria in questi due paesi. El Salvador é piú piccolo di Costa Rica ma con una popolazione superiore, mentre Guatemala é molto piú grande. In tutti e due é piú grande la violenza, sono piú grandi i problemi e la povertá. In Salvador ho potuto visitare i luoghi dove é vissuto ed é morto Mons. Romero, dove sono stati uccisi i gesuiti dell universitá cattolica, é stata un esperienza forte ed intensa. Il mio fare domande ha incontrato qualche volta il silenzio di chi mi ascoltava, ho percepito che la guerra ha lasciato ferite profonde ancora sanguinanti. La pace é stata firmata nel 1992, ma la riconciliazione e la fiducia mutua forse ha bisogno di tempi piú lunghi. La domenica 15 marzo ci sono state le elezioni presidenziali e per la prima volta ha assunto il potere il candidato del FLNFM (Frente de Liberación Nacional Farabundo Martí) partito formato dagli ex guerriglieri, ora si identificano come un partito di sinistra. Speriamo che possano governare e dare maggior attenzione ai problemi sociali. Nei luoghi di Mons. Romero ho pensato che molti di voi avrebbero desiderato essere con me ed ho chiesto la sua intercessione per ciascuno perché possiamo amare Cristo e i poveri come lui li ha amati. Ricordate questo suo gesto? A me fa ricordare una delle sue ultime frasi: Se mi uccidete risorgeró nel mio popolo

Qui sono presenti sia i missionari che le suore comboniane e formano una sola regione con gli altri paesi di centroamerica.

3 Interno della cappella dove é stato ucciso. Questo posto lo chiamano l ospedaletto. Qui é ancora presente la comunitá di suore che gestisce lo stesso servizio ad anziani e malati indigenti. Monsignor é venuto a vivere nella stanzetta attigua alla sacrestia da quando é stato nominato vescoco. Ad un cardinale che l ha visitato e che le ha fatto osservare che quella non era una sede degna dell arcivescovo lui ha risposto: Puó darsi che non sia una abitazione adatta ad un arcivescovo, ma in confronto ai poveri della mia diocesi é un palazzo. Vicino al crocifisso sulla parete c é scritto: In questo altare Mons. Oscar Romero Ha dato la vita per il suo popolo Quando gli hanno sparato Monsignor é caduto al lato destro dell altare, su questo pavimento qui a lato. Questa é la nuova tomba di Mons. Oscar Romero, nella cripta della cattedrale sotto al presbiterio, anteriormente era collocata in uno spazio laterale ed era molto piú semplice. La scultura attuale é opera di un artista italiano che ha immaginato i quattro evangelisti che sostengono un manto che copre idealmente il corpo del vescovo, solo appaiono il volto, le mani e una croce che squarcia il petto. In una mano sostiene il baculo, nell altra un mazzo di spighe (... se il chicco di grano non muore... ) e sopra i piedi una palma di olivo. La sua tomba é meta di visita e preghiera dei fedeli di tutto il mondo.

Ad un cardinale che l ha visitato e che le ha fatto osservare che quella non era una sede degna dell arcivescovo lui ha risposto: Puó darsi che non sia una abitazione adatta ad un arcivescovo, ma in

4 Ho visitato anche la casetta museo che si trova nello stesso recinto dell Hospitalito, una casetta veramente piccola dove avevano convinto Mons. Romero a trasferirsi e dove ha abitato appena un anno e mezzo prima di essere ucciso. Anche all universitá cattolica c é una specie di museo dove si ricordano i padri uccisi nel 1989 assieme alla cuoca e la sua giovane figlia. Sono altre terre sante dove Cristo continua a morire nei fratelli. Luoghi dove la fede e l amore hanno trionfato sulla violenza e la morte... luoghi di speranza anche per la nostra fede. La lettera si sta facendo lunga, ora cambio argomento e comincio a salutarvi. Sabato prossimo, vigilia delle Palme andremo in una zona della costa, provincia di Limón sul Mar Caribe. È una zona a prevlente popolazione nera, é stata una zona bananera per molti anni ora la coltivazione delle banane é diminuita, alcune grandi multinazionali se ne sono andate e la zona é molto povera. La parrocchia dove andremo a collaborare é stata fondata dai comboniani ed é dedicata a San Daniel Comboni. Il parroco ci manderá ad animare la settimana santa in alcune comunitá lontane dal centro. (Finalmente vedró il mar dei Caraibi, cos i famoso nel mondo). A chi ha ricevuto la lettera precedente avevo raccontato che stavamo cercando casa, ora l abbiamo trovata e stiamo facendo i tramiti necessari per l acquisto. Dopo la Pasqua speriamo di poter iniziare a sistemarla per poter trasferirci. Durante la settimana Santa mi ricorderó di tutti voi, delle celebrazioni delle nostre parrocchie e delle feste in famiglia. Nel signore le distanze si annullano ed in Lui ci incontriamo tutti. Aenza allungarmi di piú vi faccio tanti cari auguri, vi desidero il meglio per questa Festa, la piú grande e bella dell anno e se dimentico di mandare la lettera a qualcuno, voi fatevi moltiplicatori. Un abbraccio grande. Con amicizia e affetto. Teresa Zenere Apartado postal San José (Costa Rica) Centro America teresazen@yahoo.com

Anche all universitá cattolica c é una specie di museo dove si ricordano i padri uccisi nel 1989 assieme alla cuoca e la sua giovane figlia.

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