Benvenuti al Nord e poi?

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1 Conferenza stampa Benvenuti al Nord e poi? Viaggio nel progetto di accoglienza dei richiedenti asilo nel vimercatese: interventi, risultati e prospettive 26 gennaio 2012 Villa Gussi Via Mazzini 41, Vimercate (MB)

2 In questa cartella stampa: Agenda dei lavori...4 Comunicato stampa... 5 Emergenza umanitaria Nord Africa: l'accoglienza dei migranti... 7 o Attivazione del Sistema nazionale di protezione o Il Piano per l'accoglienza dei migranti o I numeri dell'accoglienza Provvedimenti Emergenza Umanitaria Nord Africa... 9 Piano per l accoglienza dei migranti Cooperativa sociale AERIS: un breve profilo Glossario... 21

3 Agenda dei lavori Ore Accreditamento partecipanti. Ore Saluti e introduzione alla giornata Moderatore, Enrico Davolio Presidente Consorzio CS&L, Direttore Generale CoopAeris. Ore Overview sul tema Richiedenti asilo Enrico Davolio - Direttore Generale CoopAeris. Ore Costruzione del patto degli amministratori territoriali per la risposta al bisogno di accoglienza Paolo Brambilla - Sindaco Vimercate. Ore Il progetto locale Greta Redaelli Responsabile progetto CoopAeris. Ore L esperienza di rapporto comune/ospiti Francesco Colombo - Sindaco Ronco Briantino. Ore Prospettive future e criticità Enrico Davolio - Direttore Generale CoopaAeris. Ore Domande e discussione. Ore Conclusioni e ringraziamenti. Moderatore Cocktail 3

4 COMUNICATO STAMPA Emergenza umanitaria Nord Africa: quale futuro per i richiedenti asilo accolti nel vimercatese? Mancano pochi mesi al termine dell intervento di accoglienza dei cittadini stranieri provenienti dai Paesi nordafricani e si pone, ormai urgentemente, il problema della continuità del progetto, una volta ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiati politici. Ma, in maniera ancora più stringente e drammatica, ci si interroga sulle conseguenze in caso di diniego della domanda di asilo, sollecitando una risposta chiara e puntuale da parte delle istituzioni. Mancano pochi mesi al termine dell intervento di accoglienza dei cittadini stranieri provenienti dai Paesi nordafricani e si pone, ormai urgentemente, il problema della continuità del progetto, una volta ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiati politici. Ma, in maniera ancora più stringente e drammatica, ci si interroga sulle conseguenze in caso di diniego della domanda di asilo, sollecitando una risposta chiara e puntuale da parte delle istituzioni. Vimercate, 26 gennaio Si è svolta oggi la Conferenza stampa Benvenuti al Nord e poi?, organizzata dalla Cooperativa sociale AERIS soggetto incaricato dalla Prefettura di Monza e Brianza per la gestione operativa degli interventi nel vimercatese in merito al progetto di accoglienza attuato nel distretto, in risposta allo stato di emergenza umanitaria conseguente all eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa. L evento ha visto la presenza di diversi sindaci e assessori alle politiche sociali dei comuni coinvolti e di operatori del terzo settore e del volontariato che nel quotidiano affrontano le problematiche connesse con il fenomeno migratorio. Nel corso della conferenza, si è voluto richiamare l attenzione sulle delicate implicazioni connesse all ottenimento o al rifiuto dell asilo politico da parte dei migranti provenienti dal Nord Africa, nonché sulla necessità di chiarimenti in tempi rapidi da parte degli organismi governativi e territoriali, al fine di poter dare continuità agli interventi di accoglienza attuati, volti a garantire la protezione e l integrazione dei rifugiati nelle aree interessate. Il progetto di accoglienza Dal giugno del 2011 nel distretto di Vimercate, su mandato della Prefettura di Monza e Brianza e nel quadro delle indicazione del Dipartimento della Protezione Civile, sono ospitati un gruppo di richiedenti asilo provenienti da diverse nazioni africane, ma tutti transitati o residenti in Libia nel periodo della guerra. La gestione di questo intervento è stata affidata alla Cooperativa sociale Aeris che opera per conto del Consorzio CS&L, in stretto accordo con le amministrazioni locali, su mandato della Prefettura. Ad oggi sono ospitati 61 richiedenti asilo. In diversi casi si tratta di nuclei famigliari, in alcuni casi i bambini sono nati in Italia negli ultimi mesi. Queste persone sono alloggiate prevalentemente in appartamenti presi in affitto nel mercato privato: viene loro fornita assistenza sanitaria, un supporto legale per la predisposizione della domanda di asilo politico, vengono proposti corsi di lingua italiana e viene loro assegnata una piccola cifra per le spese quotidiane. Le criticità Agli ospiti non è concessa l opportunità di cercare un lavoro, possono eventualmente svolgere solo attività di volontariato. Possono allontanarsi dalla struttura in cui sono alloggiati per un massimo di tre giorni, pena la perdita della possibilità di ottenere il riconoscimento come rifugiato. La privazione delle normali attività di vita, del lavoro, delle relazioni con i propri parenti e amici, il trovarsi in un territorio che, per quanto accogliente, risulta molto differente per clima, abitudini e lingua da quello nel quale hanno sempre vissuto, stanno man mano generando una sorta di apatia in queste persone. Il garantire l assistenza di base, vitto e alloggio, il cercare il massimo di coinvolgimento nelle attività del territorio, l aver procurato ambienti abitativi consoni, a misura di piccoli gruppi, non è tuttavia sufficiente. Sempre più si pone la necessità di dare una risposta chiara al percorso di queste persone. 4

5 Quale futuro? Il loro destino è sospeso tra il riconoscimento della domanda di asilo politico o il suo respingimento. Nel primo caso otterranno un permesso di soggiorno di cinque anni, potranno cercare un lavoro e godere di tutti i diritti dei cittadini italiani; nel secondo dovranno essere espulsi dal territorio nazionale entro trenta giorni dalla notifica. In entrambi i casi non è chiaro chi si occuperà di loro quando arriverà la risposta. Chi interverrà per quegli ospiti che vedranno riconosciuto il loro diritto all asilo politico? Chi invece si occuperà dell allontanamento dal territorio nazionale? Un ultima annotazione è relativa al fatto che per la legge ciò che consente il riconoscimento dello status di rifugiato politico è la presenza di un oggettivo e comprovato rischio per la propria incolumità, legata al rientro nel paese di origine. Ciò significa che se una persona di nazionalità, per esempio, nigeriana, ha vissuto, lavorato e si è costruita una vita in Libia negli ultimi dieci anni - come in molti dei nostri casi - non deve dimostrare che per lei sia pericoloso tornare in Libia, ma bensì in Nigeria. Siamo di fronte a una follia legislativa che aumenta il caos e la difficoltà di costruire un valido progetto. La Cooperativa AERIS ha chiesto con forza di non essere lasciata sola nel momento in cui giungeranno le risposte alle domande di asilo politico, risposte attese a breve da parte della commissione di esame. Ha sollecitato inoltre le Amministrazioni e il Consiglio territoriale dell immigrazione a fornire il loro sostegno per ottenere in tempi rapidi chiarimenti sulle modalità di intervento da adottare. Per maggiori informazioni: Ufficio stampa AERIS - Laura Saudelli Tel. 039/ ufficiostampa@coopaeris.it 5

6 Emergenza umanitaria Nord Africa: l'accoglienza dei migranti (Fonte: Attivazione del Sistema nazionale di protezione Il 12 febbraio 2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale per l eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa, situazione resa ancora più complessa dal conflitto in corso nel territorio libico e dall evoluzione degli assetti politico-sociali nei paesi della fascia del Maghreb e in Egitto. Nella riunione del 6 aprile 2011, la cabina di regia della Conferenza Unificata, istituita per questa emergenza, ha richiesto l intervento del Sistema nazionale di protezione civile per pianificare e gestire l'accoglienza sia dei profughi che dei migranti arrivati dal 1 gennaio al 5 aprile dai Paesi del Nord Africa che sono in possesso del permesso temporaneo di soggiorno e hanno richiesto assistenza. In base a tale mandato il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato un tavolo di lavoro con le Direzioni di protezione civile regionali, i rappresentanti dell Upi - Unione delle province d'italia - e dell Anci - Associazione nazionale dei comuni italiani -, che si è riunito nelle giornate del 7 e del 12 aprile per definire le modalità di coinvolgimento delle amministrazioni regionali e locali. Il tavolo di lavoro ha predisposto un Piano per la gestione dell accoglienza dei migranti che prevede, per ogni Regione, diverse fasi di attuazione che tengono conto delle assegnazioni già realizzate, così da garantire in ogni fase un equa distribuzione sul territorio nazionale. L OPCM n del 13 aprile affida al Capo Dipartimento della Protezione Civile l incarico di Commissario Delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare lo stato di emergenza dichiarato con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio e 7 aprile Con il DPCM del 6 ottobre 2011 è stato prorogato al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza legato all'eccezionale afflusso di cittadini dal Nord Africa. Il Piano per l'accoglienza dei migranti È il documento ufficiale che definisce la risposta operativa del Sistema nazionale di protezione civile all emergenza umanitaria. Obiettivi del Piano. Assicurare la prima accoglienza, garantire l equa distribuzione sul territorio italiano e provvedere all assistenza dei profughi e dei migranti arrivati in Italia dai Paesi del Nord Africa che beneficiano del permesso di soggiorno temporaneo con il DPCM del 5 aprile. A questo scopo il Piano, partito operativamente il 15 aprile, ha definito anche misure, procedure e responsabilità in carico ai diversi soggetti che concorrono alla sua realizzazione. Il Piano si basa su una gestione condivisa dell accoglienza dei flussi migratori per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza e coinvolge il Dipartimento della Protezione Civile, le Amministrazioni regionali e delle Province Autonome, gli Enti Locali e altri soggetti appartenenti al Sistema nazionale. L'ordine pubblico e le procedure di identificazione dei migranti e di concessione dello status di richiedente asilo, minore non accompagnato o beneficiario del permesso di soggiorno temporaneo prevista dal decreto del 5 aprile, così come tutte e altre attività che non rientrano nell'assistenza o sono rivolte a migranti non coinvolti nell'emergenza dichiarata il 12 febbraio scorso, sono assicurate dalle amministrazioni che ne hanno competenza ordinaria. Il documento propone un modello di accoglienza modulare per garantire assistenza a massimo 50mila migranti entrati in Italia tra il 1 gennaio e il 5 aprile 2011 in strutture dedicate fruibili nell immediato o in tempi brevi. Non è previsto che i migranti assistiti siano ospitati in tende o altre strutture temporanee. Dal Piano nazionale che è anche strumento di raccordo tra amministrazioni dello Stato, Regioni, Enti Locali e strutture operative discendono i diversi piani regionali per l attuazione delle misure di assistenza a livello locale. La prima accoglienza. Il Piano prevede che siano assicurate l assistenza sanitaria e di primo ristoro anche per i migranti che continuano ad arrivare dopo il 5 aprile. L'accoglienza è seguita, da parte delle autorità competenti, dall avvio delle procedure di rimpatrio per gli immigrati clandestini e di distribuzione sul territorio italiano per quanti appartengono alle altre categorie. 6

7 La distribuzione sul territorio. Il Piano prevede una distribuzione sul territorio nazionale basata sui concetti di equa distribuzione e modularità. L approccio modulare consiste nel suddividere il numero di migranti attesi in gruppi multipli di 10mila unità da assegnare alle diverse Regioni in base al fattore d che ne definisce la distribuzione relativa sul territorio. Il fattore d è la percentuale relativa di popolazione totale residente nel territorio di ogni singola Regione rispetto al totale nazionale, a esclusione della popolazione della Regione Abruzzo colpita dal terremoto del 6 aprile Il fattore d è stato determinato dai dati di popolazione residente in Italia ricavati dal censimento ISTAT Chi viene assistito e come. Ai migranti che richiedono i benefici previsti dall art. 20 del Testo Unico sull Immigrazione sono garantiti da subito vitto, alloggio e assistenza sanitaria di base. Ai richiedenti asilo e ai minori non accompagnati è garantita l assistenza prevista dalla normativa nazionale attuativa delle convenzioni internazionali. Il Sistema di coordinamento. Il coordinamento delle misure previste nel Piano è assicurato dal Commissario Delegato attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, che si avvale di una struttura interna organizzata per funzioni di supporto. Presso ogni Regione il soggetto attuatore istituisce un analoga struttura per il coordinamento dell assistenza sul territorio. In base alla consistenza degli afflussi di migranti potranno essere costituiti sul territorio dei Coa - Centri Operativi Avanzati. I numeri dell'accoglienza La tabella, elaborata in base alle informazioni fornite dalle singole Regioni, riporta il numero dei migranti assistiti nelle varie strutture individuate dalle stesse Regioni. La capienza totale prevista fa riferimento al prospetto di assegnazione modulare previsto dal Piano per garantire assistenza fino ad un massimo di 50mila migranti. Il calcolo si basa sul totale della popolazione residente. (Dati aggiornati al 13/1/2012) REGIONE PRESENZE AL 13 gennaio 2012 TOTALE CAPIENZA PREVISTA DAL PIANO Piemonte Valle d'aosta Liguria 595* Lombardia Provincia Autonoma di Trento Provincia Autonoma di Bolzano Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana 1.253* Umbria Marche Lazio Abruzzo 0** 0 Molise Campania 2.278* Puglia Basilicata Calabria Sicilia 2.223* Sardegna Assistiti * dati che al 13 gennaio non risultano aggiornati ** La Regione Abruzzo, ancora impegnata ad assistere una quota di cittadini colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, è esclusa dal piano di assistenza ai migranti provenienti dal Nord Africa. 7

8 Provvedimenti Emergenza Umanitaria Nord Africa Di seguito è riportata una breve sintesi dei principali provvedimenti: Dpcm del 12 febbraio 2011: dichiarato lo stato di emergenza umanitaria per l'eccezionale afflusso di cittadini nordafricani È dichiarato, fino al 31 dicembre 2011, lo stato di emergenza nel territorio nazionale per l'eccezionale afflusso di cittadini dei paesi del Nord Africa. Dpcm del 5 aprile 2011: misure di protezione temporanea per i cittadini stranieri provenienti dai Paesi nordafricani Vengono definite le misure umanitarie di protezione temporanea da assicurarsi nel territorio dello Stato a favore di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa affluiti nel territorio nazionale dal 1 gennaio 2011 alla mezzanotte del 5 aprile I soggetti interessati dal provvedimento vengono inviati presso strutture di primo soccorso individuate e realizzate sul territorio nazionale. Il questore, verificata la provenienza e la nazionalità degli interessati, rilascia un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di sei mesi. Dpcm del 7 aprile 2011: dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa È dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa per consentire un efficace contrasto all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale. Decreto del Commissario Delegato Emergenza Nord Africa 22 aprile Istituzione del Gruppo di supporto operativo Viene istituito il Gruppo di supporto tecnico, che collabora con il Commissario agli interventi necessari per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria dichiarata il 12 febbraio e il 7 aprile. Il Gruppo, articolato in una segreteria di coordinamento e 12 funzioni, svolge supporto operativo, organizzativo, logistico ed amministrativo al Commissario Delegato. Emergenza umanitaria: al via la fase due del Piano - 30 aprile 2011 Potenziata l'accoglienza sul territorio dei richiedenti asilo Parte la seconda fase del piano di accoglienza per i migranti, che prevede il soccorso e l'assistenza dei nuovi profughi in arrivo sulle coste del nostro Paese e dall'inizio della prossima settimana la distribuzione sul territorio nazionale dei richiedenti asilo ospitati nei Cara - Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo. I migranti arrivati a Lampedusa saranno così accolti temporaneamente nei posti resi disponibili nei Cara, prima di essere a loro volta accompagnati nei luoghi che, di volta in volta, le regioni renderanno disponibili. La distribuzione avverrà sempre secondo i parametri definiti con l accordo firmato il 6 aprile tra Governo, Regioni e Province Autonome, Anci e Upi. Prevede quindi gli stessi criteri di uniformità territoriale e procede per quote di assegnazione progressive. Per i richiedenti asilo, la pianificazione tiene conto di tutte le disposizioni di legge che ne regolano l assistenza e la rete Sprar - Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati - già attiva sul territorio potrà, opportunamente potenziata, garantire da subito una quota dell assistenza necessaria. Il Commissario delegato ha inviato, per avviare la fase due del Piano, alle amministrazioni e agli enti coinvolti una comunicazione in cui vengono ricordati i requisiti minimi di assistenza per i richiedenti asilo. Per la gestione dell accoglienza dei minori non accompagnati è in preparazione una procedura concordata con gli enti che ordinariamente trattano questi casi, che sarà attivata non appena condivisa con le amministrazioni coinvolte nella gestione dell'emergenza. Le aree temporanee di accoglienza realizzate nella prima fase emergenziale dal Ministero dell Interno saranno temporaneamente mantenute attive e le prefetture competenti per territorio continueranno ad assicurare nel frattempo le consuete misure di vigilanza. L avvio della seconda fase del Piano è stato concordato nella seconda riunione del Comitato di coordinamento e monitoraggio, che si è tenuta il 26 aprile scorso nella sede del Dipartimento della protezione civile. 8

9 Emergenza umanitaria: nota della struttura commissariale - 30 aprile 2011 La struttura del Commissario delegato per l emergenza umanitaria ha comunicato a tutte le Regioni che per l inizio della prossima settimana circa migranti attualmente presenti nei CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) saranno accompagnati sul territorio, nelle strutture che le stesse Regioni indicheranno, secondo l equa distribuzione con l esclusione dell Abruzzo prevista dal piano elaborato dal Sistema nazionale della Protezione Civile. I migranti arrivati a Lampedusa saranno così accolti temporaneamente nei posti resi disponibili nei CARA, prima di essere a loro volta accompagnati nei luoghi che, di volta in volta, le Regioni predisporranno. In questa fase, il Commissario delegato sottolinea la disponibilità diffusa e concorde tra le Regioni nel predisporre piani locali per l accoglienza di questi cittadini Decreto del Commissario Delegato Emergenza Nord Africa 3 maggio Attuazione del Piano di accoglienza Viene adottato il Piano per l'accoglienza migranti. Per l'attuazione delle misure previste nel Piano il Commissario Delegato si avvale del Gruppo di Supporto Operativo istituito il 22 aprile 2011, che garantisce il necessario raccordo operativo con il Ministero dell' Interno, con le Prefetture/UTG e con le Amministrazioni regionali e delle Province Autonome. Decreto del Commissario Delegato Emergenza Nord Africa del 10 maggio Nomina del Soggetto attuatore in Lombardia Il Commissario Delegato per fronteggiare l'emergenza umanitaria può avvalersi del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di uno specifico contingente di personale messo a disposizione dal Ministero dell interno, composto da un numero massimo di dieci unità. In particolare il Decreto del Commissario del 9 maggio 2011 incarica un dirigente del Dipartimento della Protezione Civile per l'individuazione, l'allestimento o la realizzazione delle strutture di accoglienza in Lombardia, nelle more della individuazione del Soggetto attuatore da parte della Regione. Lo stesso provvedimento nomina il Viceprefetto Vicario della Prefettura di Milano Soggetto attuatore per la gestione delle strutture di accoglienza. Dpcm del 3 agosto 2011: estesa la dichiarazione dello stato di emergenza umanitaria Nord Africa ad altri paesi del Continente africano È esteso ad altri paesi del Continente africano lo stato di emergenza umanitaria nel terrritorio del Nord Africa dichiarato con il DPCM del 7 aprile 2011 per consentire un efficace contrasto all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale. Decreto del Commissario Delegato Emergenza Nord Africa del 2 settembre Nomina Soggetto attuatore Lombardia Il Vice Prefetto Vittorio Zappalorto, Capo di Gabinetto della Prefettura di Milano, è nominato Soggetto attuatore per la gestione delle strutture destinate ad accogliere i migranti e i profughi della Regione Lombardia. Vittorio Zappalorto sostituisce Francesco Russo. Decreto del Capo Dipartimento del 14 settembre 2011 approvativo della convenzione con l'oim - Organizzazione internazionale per le migrazioni Il decreto del Capo Dipartimento del 14 settembre 2011 approva la Convenzione sottoscritta dal Commissario delegato per l'emergenza migranti con l'oim - Organizzazione internazionale per le migrazioni il 13 settembre Dpcm del 6 ottobre 2011: proroga dello stato di emergenza umanitaria in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa E' prorogato fino al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza umanitaria in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa. Dpcm del 6 ottobre 2011: proroga dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari Il termine di sei mesi, di cui all'art. 1, comma 1, del D.P.C.M. 5 aprile 2011, relativo alla durata dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari ai sensi dell'art. 11 comma 1, lettera C-ter, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni, è prorogato di ulteriori sei mesi alle medesime condizioni di cui al predetto D.P.C.M. 5 aprile

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18 Cooperativa sociale AERIS: un breve profilo La Cooperativa sociale AERIS (Animazione, Educazione, Ricerca e Intervento Sociale) nasce nel 2003 in seguito alla fusione di due diverse realtà cooperative avviate negli anni 90, e fin dalle sue origini si è posta l obiettivo di porsi al fianco delle persone bambini, giovani, adulti in difficoltà, persone con disabilità - per accompagnarle, ascoltarle e fornire loro percorsi e servizi educativi, pedagogici, assistenziali, di crescita e di sostegno, in risposta ai disagi e alle necessità manifestate. AERIS è una realtà matura, perfettamente calata in un territorio nel quale assume appieno il ruolo di esercizio di una funzione pubblica, facendosi anche carico degli oneri relativi a tale impegno. Gestione e progettazione si fondono quindi in un impegno costante, capace di produrre una crescita significativa per l impresa stessa e il suo territorio. Con i suoi oltre 300 soci lavoratori, rappresenta inoltre una delle realtà lavorative più significative dell area vimercatese. AERIS si occupa principalmente della progettazione e gestione di servizi di tipo socio-educativo e socioassistenziale, definiti con i partner territoriali (enti locali, servizi, associazioni, altre realtà cooperative), ponendo particolare attenzione alla partecipazione diretta dei fruitori dei propri interventi nella ridefinizione del progetto che li coinvolge. La Cooperativa ha da sempre optato, nello svolgimento della propria attività, per una forma di integrazione con i servizi pubblici, interpretando la sussidiarietà come un occasione per sommare le proprie competenze con quelle del pubblico, in funzione di una maggiore qualità del servizio finale per i cittadini. L occasione di sviluppare questa pulsione è stata fornita in particolare dalla Legge 328 (Legge Turco) che ha iniziato a sancire l importanza del Terzo settore nella programmazione delle politiche sociali. AERIS ha fin da subito accolto questa nuova opportunità e ha contribuito a costruire una forte rete di collaborazioni con gli altri soggetti del Terzo settore presenti nel suo territorio di riferimento. L adesione al consorzio CS&L di Cavenago Brianza, prima, e Consolida di Lecco, poi, rappresentano due tappe fondamentali di questo percorso, così come l adesione all Assemblea del terzo settore del vimercatese. A livello di organismi di rappresentanza nazionali, AERIS ha scelto di aderire sia a Confcooperative che a Legacoop. Questa rete di rapporti, sommata a una propensione alla ricerca e alla formazione costanti, ha permesso di affinare sempre più la qualità del suo lavoro, qualificando AERIS, come uno dei soggetti attivi nella definizione delle politiche sociali territoriali, in collaborazione con altre realtà del Terzo settore. Le attività di AERIS sono suddivise in tre principali aree di intervento: Area servizi alla persona Il lavoro di tale area si sviluppa lungo linee di intervento in ambito scolastico, tempo libero, studio e ricerca pedagogica, che riguardano persone con disabilità, minori, adulti; vengono inoltre realizzati interventi educativi a favore di minori non disabili, ma che vivono situazioni di disagio e di possibile emarginazione. Area animazione e prima infanzia L area si occupa di attività rivolte alle prima infanzia e ai minori, con i progetti Spazio gioco, Nidi, Centri estivi, Animazione in scuole e biblioteche, Eventi del tempo libero per minori. Area educativa Le linee di intervento dell aerea educativa si rivolgono a minori, giovani e adulti, con servizi che si sostanziano in progetti di orientamento scolastico, sportelli di consulenza psicologica nelle scuole, progetti di prevenzione nelle scuole e in contesti non formali, Centri di Aggregazione Giovanile, progetti di disagio adulto, housing sociale e contrasto alle povertà. Per quanto riguarda, in particolare, questi due ultimi interventi, il loro obiettivo non è unicamente quello di mettere a disposizione risorse economiche e abitative, ma intende essere un offerta di ospitalità che tenga conto della dignità della persona affinché venga accettata, rispettata e benvoluta, facendo sì che tale casa temporanea divenga lo spazio da cui la persona possa ripartire verso percorsi di autonomia lavorativa e abitativa. 18

19 L approccio è di tipo sistemico, con la convinzione che ogni soggetto sia profondamente influenzato dal contesto che lo circonda. Le persone sono quindi considerate nella loro complessità, l intervento non si focalizza su un aspetto specifico avulso dal resto, ma mira a sviluppare l insieme delle loro potenzialità nella relazione con l altro e con il contesto di riferimento. L intervento muove dalla consapevolezza che l individuo è parte di una complessità che egli stesso contribuisce a costruire e dalla quale è significativamente influenzato; per questo operiamo per promuovere interventi in cui si esprima una forte interdipendenza tra livello individuale e livello sociale, poiché il benessere dell uno è strettamente connesso a quello dell altro. La buona vita umana di ogni individuo è la fonte primaria di tutte le energie attraverso cui si costruisce la vita sociale, la cui organizzazione, di conseguenza, deve assicurare la pienezza di vita e il libero esplicarsi delle capacità vitali dell uomo. (D.P.R. 21 gennaio 2011 Terzo Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva.) 19

20 Glossario Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati: L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - ACNUR (UNHCR - United Nations High Commissioner for Refugees) è l'agenzia delle Nazioni Unite il cui mandato è quello di fornire e coordinare la protezione internazionale e l assistenza materiale ai rifugiati e alle altre categorie di persone di propria competenza, impegnandosi nel ricercare soluzioni durevoli per le loro drammatiche condizioni. I beneficiari dell'unhcr sono: i rifugiati, i rimpatriati (coloro che, essendo rifugiati, chiedono di poter tornare nel Paese d'origine), i richiedenti asilo, gli apolidi (coloro che non hanno la cittadinanza in nessuno Stato) e gli sfollati interni (IDP- Internally Displaced Persons: coloro che sono costretti a spostarsi per conflitti o cause naturali all'interno della propria nazione). CARA: Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo DPCM: Decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri OPCM: Ordinanza Presidenza Consiglio dei Ministri Permesso di soggiorno per motivi umanitari: Il permesso di soggiorno per motivi umanitari è la soluzione adottata dal Governo italiano per fronteggiare l emergenza conseguente ai conflitti scoppiati in Nord Africa (fino al 5 aprile 2011). Il permesso di soggiorno, valido per sei mesi, consente la libera circolazione nei Paesi dell Unione Europea. Protezione sussidiaria: Vengono riconosciuti beneficiari di protezione sussidiaria quei cittadini extracomunitari o apolidi che, pur non presentando i requisiti per poter ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, hanno ugualmente esigenza di protezione internazionale, perché in caso di rimpatrio correrebbero un rischio oggettivo di danno grave, come la pena di morte, la tortura o altri trattamenti inumani o degradanti, o una minaccia grave ed individuale alla loro vita o alla loro persona a causa di una situazione di violenza generalizzata dovuta ad un conflitto armato interno al loro Paese o internazionale. Le Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale concedono, in questi casi, un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, che ha durata triennale ed è rinnovabile ad ogni scadenza previa rivalutazione del caso. Anche ai titolari di protezione sussidiaria sono riconosciuti l accesso al lavoro, il diritto al ricongiungimento familiare, all assistenza sociale, all assistenza sanitaria, al rilascio di un titolo di viaggio per stranieri. Protezione umanitaria: La protezione umanitaria, pur rispettando il principio di non refoulement sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, esula dal concetto stesso di protezione internazionale. La protezione umanitaria riguarda le persone con gravi problemi di salute o provenienti da Paesi afflitti da catastrofi naturali, per le quali è impossibile procedere a un rimpatrio. Pur non riconoscendo loro lo status di rifugiato, né rilevando elementi che consentano di attribuire la protezione sussidiaria, si prende atto che un rinvio nel paese di origine o in un paese terzo comporterebbe la perdita delle opportunità di cura e di presa in carico che, invece, sono garantite in Italia. In tali casi, rilevando gravi motivi di carattere umanitario, la Commissione Territoriale decide di riconoscere la protezione umanitaria. Il permesso di soggiorno per motivi umanitari ha la durata di un anno e può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Ai titolari di protezione umanitaria è consentito: lavorare sul territorio italiano, accedere all assistenza sanitaria e richiedere il rilascio di un titolo di viaggio per stranieri. 20

21 Richiesta di protezione internazionale o richiesta di asilo: La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riconosce all'art. 14 il diritto di cercare e di godere asilo dalle persecuzioni in altri paesi. Il comma 2 ne esclude l invocazione quando l individuo è ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite. Il decreto legislativo del 19 novembre 2007 n. 251, che recepisce la direttiva europea n. 83 del 2004 introduce nell ordinamento italiano un nuovo lessico: non si parla più di richiedente asilo, ma di richiedente protezione internazionale. L esame delle richieste di riconoscimento spetta alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, organi decentrati della Commissione nazionale per il diritto di asilo. I richiedenti protezione internazionale hanno una condizione giuridica temporanea e un permesso di soggiorno valido 3 mesi, rinnovabile fino alla decisione sulla domanda. Hanno diritto all assistenza sanitaria e sociale, possono svolgere attività lavorativa dopo 6 mesi dalla presentazione della domanda, se la decisione non è ancora stata presa, con rinnovo del permesso fino alla conclusione della procedura di riconoscimento dello status, e possono richiedere il patrocinio a spese dello Stato, nel caso di azioni di tutela giurisdizionale. Non possono lasciare l Italia. I minori hanno il diritto di accedere all istruzione pubblica. Rifugiato: La convenzione di Ginevra del 1951 definisce il rifugiato come colui che per fondato timore di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinione politica, si trovi fuori dal territorio del Paese d origine o di residenza abituale e non possa o non voglia avvalersi della protezione di questo Paese o non possa o non voglia tornarvi a causa di questo timore. I rifugiati riconosciuti dalle Commissioni Territoriali ottengono un permesso di soggiorno per asilo avente durata quinquennale e rinnovabile ad ogni scadenza e sono equiparati ai cittadini italiani per quanto riguarda i diritti: lavoro, accesso al pubblico impiego, ricongiungimento familiare, assistenza sociale, sanitaria, istruzione pubblica, libera circolazione all interno dell Unione europea per un periodo non superiore ai 3 mesi. Hanno anche il diritto di richiedere la cittadinanza italiana dopo 5 anni di residenza. Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: Nel 2001 il Ministero dell Interno Dipartimento per le libertà civili e l immigrazione, con l Associazione nazionale dei comuni italiani - ANCI e l Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati - ACNUR hanno siglato un protocollo di intesa per la realizzazione del Programma Nazionale Asilo - Pna. Nel 2002, nel quadro della legge sull immigrazione (L. 189/02), il sistema è stato istituzionalizzato con la costituzione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - SPRAR. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è composto dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata a favore dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale, accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, nei limiti delle risorse disponibili. A livello locale, lo SPRAR mette in rete progetti di assistenza, tutela ed integrazione socio-economica attraverso l attivazione di reti territoriali che impegnano organizzazioni non governative di settore, enti ed organismi con esperienze e competenze in ambito sociale e produttivo. 21