La politica dei redditi

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1 Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome La politica dei redditi Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma

2 Politica dei redditi e dei prezzi Politica dei redditi: contenere l inflazione attraverso il controllo delle variabili distributive (salari e margini di profitto). Idea sottostante: Inflazione come risultato di una gara competitiva per accrescere la quota del reddito (conflitto distributivo). La stabilità dei prezzi come bene pubblico (Ezio Tarantelli)

3 In prima approssimazione Ipotesi: un solo bene, capitale fisso, due agenti (capitalisti e salariati) Valore del prodotto: py=w+r Quindi (quote): p = W Y + R Y Reddito Salariati: W = wn (monte salari) Capitalisti: R = gw (markup: g volte W)

4 In prima approssimazione Quindi (quote): p = wn Y + gwn wn 1 + g = Y Y Dalla definizione di produttività del lavoro = Y/N si ottiene p = w 1 + g In termini dinamici (inflazione): p = w g

5 Regola aurea della politica dei redditi La variazione dei prezzi (inflazione) dipende dalla variazione dei salari, produttività e markup lordo p = w g Accettando una determinata distribuzione iniziale del reddito quindi a parità di margini di profitto se i salari crescono in linea con la produttività, l inflazione rimane costante Nota nn è la regola aurea di Tinbergen!

6 In sintesi Non vi è inflazione se la somma delle variazioni di salario monetario, produttività e margine di profitto è nulla. Inflazione e quote distributive possono muoversi indipendentemente tra loro. In particolare: se una delle parti vuole accrescere la propria quota e l altra non accomoda si ha inflazione.

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8 Ezio Tarantelli Stabilità dei prezzi bene pubblico Stabilità quote distributive (legge di Bowley) Il recupero del potere d acquisto, dal passato al futuro: la politica salariale d anticipo Il rientro dell inflazione attraverso la programmazione concertata degli scatti di scala mobile e la disciplina di prezzi, tariffe e prezzi amministrati (inflazione programmata)

9 Limiti del modello 1. Molteplicità di prodotti (diversa produttività), quale prendere a riferimento? 2. Altri input, p può dipendere dal loro costo 3. Capitale: 1 + g può variare per l ammortamento (non causa modifiche distributive) 4. Rendite: p può derivare dal potere monopolisti 5. Imposte dirette/indirette vari effetti su p 6. Possono crescere i prezzi dei beni importati

10 Politiche dei redditi Possono essere realizzate sotto forma di politiche (diverse tipologie di politiche dei redditi): politiche dirigistiche politiche di mercato politiche istituzionali

11 Modalità Possono essere realizzate sotto forma di politiche: Dirigistiche: esempio blocco degli incrementi deciso dal governo Mercato: esempio contenimento delle dinamiche premiato dal governo attraverso incentivi fiscali Istituzionali: patti sociali stipulati dalle parti sociali in modo cooperativo

12 Politiche dirigistiche Impongono ai salariati e/o alle imprese comportamenti ben precisi rispetto ai rispettivi redditi. Più facile controllare i salari. Esempi: blocco dei salari, crescita dei salari allo stesso tasso della produttività.

13 Politiche di mercato Vengono fissati incentivi o disincentivi per i comportamenti anti-inflazionistici. Ad esempio con aggravi fiscali o premi fiscali in funzione delle politiche di prezzo adottate (tax-based income policies)

14 Politiche istituzionali Mirano a creare cooperazione nelle relazioni industriali. Tre possibili modi obbligo esplicito di cooperazione o almeno arbitrato finale scambio economico (vantaggi fiscali e economici per le parti che si accordano) scambio politico (partecipazione del governo con propri impegni all accordo: patto sociale)

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16 Neo-corporativismo L esito della politica dei redditi può dipendere anche dalle caratteristiche del sistema delle relazioni industriali che caratterizza un determinato assetto istituzionale e che ne definiscono il grado di corporativismo (Tarantelli) Oggi si discute se le politiche istituzionali sono facilitate dal Neo-corporativismo (centralizzazione a livello nazionale delle contrattazioni salariali, frequente confronto tra sindacati e imprenditori, presenza attiva del governo nelle questioni salariali).

17 D i s o c c u p a z i o n e Calmfors e Driffill (1988) Relazione tra contrattazione e disoccupazione (Non vale sempre!!!) alta Italia e Spagna Europa continentale John Driffill Paesi nordici bassa Anglo sansoni impresa settore nazionale L i v e l l o d i c o n t r a t t a z i o n e

18 In Italia (soprattutto oggi) Importanza della crescita della produttività per l attuazione delle politiche dei redditi: opportunità di adottare politiche specifiche a questo riguardo Produttività del lavoro per ora lavorata

19 Esperienza italiana 1963: introduzione del concetto (Relazione Annuale della Banca Italia, G. Carli) 1984: scala mobile, equo canone, tariffe pubbliche (accordo di S. Valentino) : eliminazione scala mobile, sospensione contrattazione a livello aziendale, blocco dei salari nel pubblico impiego 1993: accordo tra governo, industriali e sindacati (concertazione) 1998: patto sociale per lo sviluppo e l occupazione

20 Notte fra il 22 e il 23 gennaio 1984 Dopo una trattativa aperta da oltre un anno e mezzo primo accordo a tre: governo-sindacatiimprenditori. Mai tanti temi in una singola intesa: fisco, assegni familiari, assistenza sanitaria, tariffe/prezzi amministrati, scala mobile, orari lavoro, rinnovi contrattuali, mercato lavoro, CIG, fiscalizzazione oneri sociali Novità: impego a vincolare comportamenti per bassi tassi di incremento dei prezzi al consumo Efficacia pareri discordi (riduzione incrementi costo del lavoro e dei prezzi al consumo più lenta)

21 Concertazione (1993) 1993: accordo tra governo, industriali e sindacati (concertazione). Durata contrattazione nazionale (normativa e retributiva). Nuova definizione delle materie oggetto di contrattazione aziendale. Indicizzazione in caso di mancato rinnovo del contratto nazionale. Fissazione di due sessioni annuali di politica dei redditi (pre DPEF e pre Fnanziaria).

22 Concertazione (1993) Fino 1992 discussione su regole graduale eliminazione della scala mobile per migliore controllo dell inflazione Nel 1993 accordo sulle regole elimina l incertezza sulle principali materie delle relazioni industriali L accordo possibile grazie: a) crisi finanziaria e emergenza economica; b) crisi sistema politico (tangentopoli); c) avvicinamento tra le parti; d) ruolo attivo e determinante del governo tecnico presieduto da Ciampi

23 Patto di Natale 1998 Nuovo scambio tra maggiore flessibilità e impegno per gli investimenti e la stabilità Obiettivo politiche di sviluppo e di innovazione Si disegna di fatto una struttura della concertazione articolata su due livelli Concertazione territoriale: coinvolgimento degli enti locali Si chiede agli attori sociali di diventare agenti dello sviluppo locale

24 Inflazione e retribuzioni di fatto Tassi annui di variazione percentuale (anni ) 25,0 Prezzi al consumo (f.o.i.) Retribuzione lorda per equivalente t.p. 20,0 15,0 Referendum abrogativo Disdetta della scala mobile Protocollo di Luglio In Italia gli accordi contrattuali degli anni 80 e 90 hanno calmierato sia le retribuzioni che l inflazione 10,0 5,0 Primo shock petrolifero Secondo shock petrolifero Lodo Scotti Decreto di s. Valentino 0, Fonte: Elaborazione TRONTI su dati Istat, Conti nazionali

25 Nel decennio prima della crisi.. Dal 1995 al 2006 si riduce la produttività del lavoro L incidenza delle rendite da oligopolio sul valore aggiunto cresce al ritmo medio di 0,4 punti percentuali l anno L inflazione cresce più di quanto registrato nell Area Euro e, quindi, le retribuzioni reali crescono meno della media comunitaria

26 Nota Il tasso di crescita di un prodotto tra due variabili (x e y) è uguale alla somma dei tassi di crescita delle variabili. x è la variazione di x. x/x è il suo tasso di crescita. y è la variazione di y. y/y è il suo tasso di crescita. xy x y xy x y

27 Ad esempio Data la relazione tra tre variabili A, B e C. A = B / C Vale: A C = B, quindi rhs: AC)/AC = A/A + C/C lhs: B/B = B/B Quindi: A/A + C/C = B/B Ovvero A/A = B/B - C/C Possiamo indicare (come sul libro) con un pallino le variazioni, ovvero: Å= A/A, ecc. ecc.

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