I.I.S Benedetto Castelli Brescia. Classe 5^O metallurgia. Esame di stato A.S. 2012/2013. Estrusione. Candidato: Rodolfi Andrea

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "I.I.S Benedetto Castelli Brescia. Classe 5^O metallurgia. Esame di stato A.S. 2012/2013. Estrusione. Candidato: Rodolfi Andrea"

Transcript

1 I.I.S Benedetto Castelli Brescia Classe 5^O metallurgia Esame di stato A.S. 2012/2013 Estrusione Candidato: Rodolfi Andrea

2 Capitolo: Dedica DEDICA Dedico questo lavoro a mio nonno Angelo recentemente scomparso, che nel tempo mi ha accompagnato nella crescita e ha fatto maturare in me l interesse per la natura e per la sua salvaguardia. Un grazie va poi alla mia famiglia in generale per gli insegnamenti e soprattutto per il continuo incoraggiamento a proseguire i miei studi nell ambito industriale metallurgico. 2

3 Capitolo: Prefazione PREFAZIONE Ho scelto come argomento principale della mia tesina l'estrusione poiché ho avuto una bella esperienza di stage durante l'anno scolastico Esperienza di una settimana, appunto in una azienda che produceva estrusi d'alluminio. Un'azienda bresciana di modeste dimensioni, caratteristica che mi ha dato la possibilità di analizzare il processo produttivo in tutti i suoi passaggi. Ciò che mi ha fatto appassionare di questo processo sono la sua modernità, la sua sorprendente praticità e la sua caratteristica di essere un metallo pulito (amico dell'ambiente). INTRODUZIONE: L'argomento principale della tesina è l'estrusione, argomento che fa parte del programma di "Processi di produzione metallurgica", in particolare dell'alluminio materiale relativamente giovane nel campo dell'uso industriale. Strettamente collegata è "Scienza dei materiali" dove vado a studiare i trattamenti termici che subisce l'alluminio durante il processo. Essendo poi l'alluminio un metallo definito "pulito", cioè che inquina poco, è d'obbligo il collegamento con un tema d'attualità che ci riguarda da vicino: l'inquinamento. In particolare tratterò l'inquinamento prodotto dalle nostre aziende bresciane, ciò mi ha dato la possibilità di collegare "Matematica" facendo lo studio di una serie storica riguardante appunto le emissioni inquinanti in aria e in "Sistemi organizzativi metallurgici" di studiare i metodi utilizzati per abbattere le emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti. Parlando di alluminio, in ambito italiano pochi sanno che il primo edificio il cui progetto prevedeva l'alluminio è stato Palazzo Montecatini, progettato e presentato dall'architetto Giovanni Ponti (detto Giò) e successivamente costruito fra il 1935 e il 1938; anni, a cui collego "Storia", nei quali l'italia attaccava l'etiopia grazie alle mire espansionistiche di Mussolini. Per finire in Italiano, porto un grande personaggio della letteratura italiana che aderì al movimento Fascista, Ungaretti Giuseppe. 3

4 Capitolo: Mappa concettuale Trattamento dei fumi Analisi statistica dell' inquinamento atmosferico da PTS in Brescia MAPPA CONCETTUALE Inquinamento atmosferico Trattamenti termici Alluminio e le leghe leggere Estrusione Classificazione della leghe Palazzo Montecatini Ungaretti e i rapporti con il fascismo Mussolini e il Fascismo: Guerra d'etiopia 4

5 Capitolo: Estrusione ESTRUSIONE Introduzione L estrusione è una tecnica di trasformazione adottata per molti metalli, ma particolarmente importante per le leghe di alluminio, perché consente la realizzazione con elevata produttività di semilavorati di forma anche complessa dotati di buone proprietà e prestazioni. Il principio dell estrusione è molto semplice (figura 1a): il materiale da estrudere, la billetta, viene inserito ad elevata temperatura in un contenitore, e viene sospinto da un pistone contro uno stampo, la matrice, dotato di una apposita fenditura, attraverso la quale il metallo può fuoriuscire assumendone la sezione. Il ciclo di fabbricazione degli estrusi di alluminio può essere schematizzato come indicato nella figura 1b. 5

6 Capitolo: Estrusione La macchina destinata ad operare l estrusione è la pressa, ed il cuore del processo è la matrice o filiera, costituita nella sua forma più semplice da un disco di acciaio adatto a lavorare a caldo, in cui una fenditura, realizzata con criteri particolari, riproduce la forma del profilato che si vuole ottenere. La matrice è contenuta, insieme ad altre attrezzature ausiliarie, in una slitta che fa parte della pressa (figura 4). Contro la slitta è tenuto strettamente aderente un contenitore ove viene introdotta la billetta un formato solitamente di sezione cilindrica realizzato per colata semicontinua preventivamente riscaldata ad una temperatura compresa tra 450 e 500 C a seconda del tipo di lega. L uniformità di temperatura della billetta è assicurata dal fatto che anche il contenitore è riscaldato, in genere mediante resistori incorporati. 6

7 Capitolo: Estrusione Contro la billetta preme l asta pressante, che porta al suo estremo libero la testa pressante, destinata ad assorbire l usura del contatto col metallo caldo in movimento e quindi ad essere periodicamente sostituita. Provvede alla spinta un pistone principale mediante olio idraulico, tenuto in pressione nel cilindro principale da apposite pompe. Alle temperature considerate, la resistenza allo scorrimento delle leghe di alluminio è molto bassa, quindi sotto l azione di questa spinta la billetta può scorrere attraverso il foro della matrice, generando una barra estrusa che ha come sezione retta quella del foro stesso, a meno dei ritiri di raffreddamento. Prima che la testa pressante, nel movimento di avanzamento dell asta, tocchi la matrice, il processo viene arrestato. Il contenitore scorre all indietro verso il cilindro liberando la matrice cui resterà aderente il residuo di billetta (fondello); l asta pressante arretra ed il fondello viene distaccato dalla matrice mediante una cesoia che scende dall alto. TIPI DI ESTRUSIONE L estrusione può essere eseguita sia a caldo che a freddo: - A freddo: Si estrudono materiali metallici con bassa resistenza a deformazione o per pezzi di piccole dimensioni, come piombo, rame, stagno, zinco. In questo tipo di estrusione si usano presse verticali. - A caldo: Si estrudono materiali con elevata resistenza a deformazione come ottoni, acciaio, alluminio. In questo tipo di estrusione si usano presse orizzontali. I metodi di estrusione sono vari: - Estrusione idrostatica Caratteristica del processo di estrusione è la rilevante intensità delle forze d`attrito tra il metallo estruso, il contenitore e la matrice. A queste forze è legata, la presenza di tensioni residue nel prodotto estruso, la tendenza all incurvamento di questo per la diversità di resistenza all`efflusso del metallo estruso in diverse zone della sezione nonché, globalmente, un sensibile aumento dell intensità dello sforzo di estrusione e quindi dell energia spesa per unita di massa del prodotto. Per ridurre l influenza negativa di questi parametri si e proposto il processo di estrusione idrostatica, fondato sul criterio di provocare insieme con l`estrusione del metallo la continua fuoruscita di un velo liquido in forte pressione, costretto ad uscire anch esso dal foro della matrice per l'avanzare del pistone motore. Lo schema dell`estrusione idrostatica e illustrato in figura. 7

8 Capitolo: Estrusione Si noti che in questo processo il lingotto e sottoposto ad una pressione uniforme da parte del liquido in ogni direzione, sia assiale che radiale. Su tutta la superficie della billetta agisce la pressione del liquido, mentre è evitato il contatto col contenitore e quindi lo sviluppo delle forze di attrito, che nel processo normale incrementano notevolmente la resistenza da vincere per l estrusione. L estrusione del metallo attraverso il foro della matrice è quindi prodotta dall aliquota dello sforzo totale esercitato dalla pressione del liquido sulla billetta che non è compensata in corrispondenza della sezione della barra estrusa. Il liquido per la forte pressione si insinua anche nel foro della matrice, assicurando una lubrificazione che abbassa di molto anche in questa zona la resistenza d attrito. Le pressioni da raggiungere nel liquido in questo processo sono dell ordine delle migliaia di MPa (Mega Pascal). Ciò porta a problemi di non semplice soluzione per la tenuta delle guarnizioni del pistone e per l improvviso violento efflusso della massa liquida dal foro della matrice alla fine del passaggio della billetta estrusa. Il processo, pertanto, può avere applicazioni per casi particolari, ma non può sostituire il processo comune; inoltre può essere eseguito soltanto a temperature inferiori a quella di ebollizione del liquido, quindi sensibilmente più basse di quelle alle quali si opera nel processo ordinario. - Estrusione ad urto o a impatto L estrusione dell acciaio, come si é accennato, ha offerto per molto tempo difficoltà pratiche insormontabili, infatti è di recente ideazione (1940). L alta resistenza alla deformazione di queste leghe anche a temperature elevate non ha consentito di eseguire l`estrusione con le stesse modalità possibili per le leghe non ferrose o per metalli di bassa resistenza, come rame, alluminio e piombo. Alle alte temperature occorrenti per ridurre convenientemente la resistenza dell acciaio da estrudere, si abbassano le caratteristiche degli acciai impiegati per la costruzione del contenitore e del pistone, anche se si ricorre ai tipi più adatti per questi impieghi. Se, d altra parte si ricorresse ad un sistema di raffreddamento intensivo del contenitore, inevitabilmente si produrrebbe, durante la fase di estrusione, un sensibile raffreddamento periferico del blocco da estrudere, con rapido aumento della sua resistenza alla deformazione e quindi dello sforzo totale e della potenza richiesta alla pressa per portare a termine l operazione. L estrusione dell acciaio e divenuta tecnicamente possibile ricorrendo all impiego di presse molto veloci, e quindi di grande potenza, che consentono di esaurire la fase di lavoro di un lingotto in pochi secondi. In un tempo così breve la cessione di calore dal lingotto al contenitore è limitata, pertanto non si da tempo ne ad un periferico raffreddamento, ne ad un aumento della resistenza alla deformazione. 8

9 Capitolo: Estrusione - Estrusione trasversale È un estrusione con flusso di materiale trasversale alla direzione ad angolo retto del movimento della barra in uscita rispetto al pistone e la matrice fissa durante l operazione di estrusione (figura a sinistra). A causa del cambiamento di direzione del flusso di materiale estruso, si verifica un attrito interno ed esterno particolarmente grande, che provoca il riscaldamento del materiale e difficili condizioni di scorrimento del materiale stesso. Il processo prevede lo scarto del fondello, si estrude billetta su billetta e le si salda. Non vengono usati lubrificanti. Il processo è particolarmente indicato per la fabbricazione di rivestimenti a base di piombo e di alluminio (figura a destra). - Estrusione inversa estrusione indiretta o inversa (figura 5b); nell estrusione inversa il materiale fluisce in direzione opposta rispetto a quella diretta; la peculiarità di questo processo è il punzone si estrusione cavo su cui viene fissata la matrice. Fra contenitore e billetta non vi è alcun tipo di moto relativo, non esistono quindi reazioni di attrito e tutta la potenza della pressa viene utilizzata per l estrusione della billetta. Inoltre non si ha lo sviluppo di calore per attrito, quindi la temperatura del materiale durante la deformazione risulta uniforme. Di conseguenza la qualità della barra estrusa è considerevolmente più uniforme. A parità di materiale quindi con questo processo, rispetto all estrusione diretta, si può estrudere con una velocità maggiore (circa tre volte superiore) ed aumentare le dimensioni della barra e quindi aumentare la produzione. 9

10 Capitolo: Estrusione Insieme a questi lati positivi, l estrusione inversa presenta alcuni limiti: si è visto ad esempio che in estrusione diretta la parte corticale della billetta, sempre ricca di ossidi e di precipitati duri, rimane praticamente ferma contro la parete del contenitore e viene spazzata dalla testa pressante che ne provoca il riflusso nel fondello. In estrusione inversa ciò non avviene: la parte corticale della billetta va a formare la superficie del profilato, sulla quale si trasferiscono così eventuali difettosità, con possibili conseguenze sull aspetto estetico. Altra importante limitazione dell estrusione inversa consiste nel fatto che il profilato deve passare entro l asta portamatrice, e ciò limita sensibilmente le dimensioni trasversali ottenibili nell estruso. - Estrusione diretta - estrusione diretta semplice, è la tecnica base come illustrato nell'introduzione (schema A); nell estrusione diretta, la spinta della pressa genera entro il contenitore delle pressioni molto elevate che fanno aderire la periferia della billetta alle pareti del contenitore stesso; poiché il contenitore è fermo e la billetta avanza, il cuore della billetta si muoverà più agevolmente delle pareti periferiche per via delle notevoli reazioni di attrito, che possono assorbire oltre il 20% della potenza della pressa, limitando le possibilità di estrusione in particolare per le leghe dure e per bassi spessori. - estrusione diretta con foratore (schema B); viene utilizzata nell estrusione dei profilati cavi quando per vari motivi non siano utilizzabili le matrici tradizionali. 10

11 Capitolo: Estrusione ESTRUSIONE Nell estrusione diretta con il foratore, il ciclo avviene in genere secondo le seguenti fasi: 1) pistone ed apparato foratore avanzano solidali, finché la testa pressante non si appoggia sulla billetta; 2) rimanendo ferma l asta pressante, avanza l apparato foratore; la spina attraversa la billetta forandola (ma solitamente la billetta è già forata) e si arresta quando la sua estremità è penetrata nel foro della matrice; 3) rimanendo ora ferma la spina, avanza l asta pressante; la billetta si estrude attraverso lo spazio rimasto libero fra la matrice e la spina, e si genera un profilato cavo; Le leghe d alluminio vengono deformate prevalentemente mediante estrusione diretta, senza lubrificazione del contenitore e a una temperatura solitamente inferiore di 200 C a quella di solidificazione. Questo processo ha raggiunto un alto livello tecnologico per quanto concerne la produttività, specialmente con i prodotti di alta estrudibilità; caratteristiche dell alta produttività sono: la massima produzione con un ottima qualità e costi minimi. Questi obiettivi sono stati raggiunti grazie ad opportuni accorgimenti che mirano a sfruttare al massimo le capacità della pressa. Di seguito approfondiremo il metodo di estrusione principale di uso industriale per la produzione di profilati in alluminio: l estrusione diretta. Lubrificanti Di seguito è data una tabella con i lubrificanti usati per ogni tipo di estrusione, non è un elenco completo ma contiene i processi maggiori. MATERIALE DA ESTRUDERE A caldo A freddo Acciaio a basso tenore di C -Grafite spray -Grasso grafitato -Bitume con grafite -Oli minerali -Saponi -Sego Acciaio a medio tenore di C e acciai poco legati -Grasso grafitato -Bitume con grafite -Vetro -Sego -Grafite -MoS 2 in olio -Fosfati -Saponi Acciai inossidabili e leghe di Ni -Vetro -Grafite con MoS 2 -Oli clorurati -Bagni di ossalati -Resine metacriliche Leghe di Al e leghe di Mg -Senza lubrificanti -Grafite spray -Teflon -Oli -Lanolina -Stearato di Zn Rame e sue leghe -Grafite in olio o grasso -Fluoruri -Fosfati -Saponi -Oli 11

12 Capitolo: Estrusione IL PROCESSO Caratteristica dell estrusione diretta, come già detto, è il coincidere del verso della spinta del pistone con quella della barra estrusa e la posizione fissa dell utensile durante il processo di deformazione (estrusione con utensili rigidi). Questo processo, a seconda del materiale, si esegue senza pelatura o con pelatura, cioè asportando per deformazione plastica la parte esterna della billetta. Il pistone di estrusione, azionato idraulicamente e separato dal materiale da estrudere per mezzo del disco di estrusione (calibrato in base alle dimensioni del contenitore e di solito spruzzato con una sostanza distaccante), estrude il materiale attraverso la matrice. Notare che il contenitore è riscaldato tramite resistenze elettriche in modo da non far perdere calore alla billetta. La billetta non viene estrusa completamente, ma ne viene lasciato un pezzo detto fondello che è poi staccato dalla matrice tramite una cesoia. Durante l estrusione diretta, come detto in precedenza, di creano delle reazioni di attrito a cui segue uno sviluppo di calore; e se la matrice presenta anche un mandrino si deve aggiungere anche il calore prodotto dall attrito tra materiale a mandrino. Se da un lato queste forze influenzano la forza di estrusione totale necessaria alla deformazione, dall altro il calore sviluppato per attrito aumenta la temperatura del materiale. Poiché questo aumento di temperatura ha effetti negativi sul materiale, in molti casi tale fenomeno deve essere limitato riducendo la velocità di estrusione. 12

13 Capitolo: Estrusione 13

14 Capitolo: Estrusione L impianto di estrusione Nel tipico impianto di estrusione, si parte da billette cilindriche (figura accanto) con diametri variabili tra 50 e 500 mm e lunghezza compresa tra 6000 e 7000 mm, che prima di essere introdotte nel contenitore della pressa, vengono riscaldate in un apposito forno. All uscita del forno le billette vengono sottoposte alla cesoiatura a caldo, cioè al taglio in spezzoni di lunghezza adeguata a quella prevista per le barre di estruso. Come le billette, anche le matrici, prima di essere messe in macchina, vengono riscaldate in un apposito forno per il riscaldo delle matrici. All uscita della macchina, il profilato può subire la tempra alla pressa, passando entro una vasca contenente acqua a temperatura ambiente oppure sotto una batteria di ventilatori, dopodiché si distende sul banco di scorrimento. Per la stragrande maggioranza dei prodotti, un buon raffreddamento alla pressa in aria ventilata è del tutto sufficiente ad assicurare agli estrusi la capacità di indurire per invecchiamento. Ritornando al ciclo operativo dell estrusione, il profilato in uscita dalla pressa viene trascinato da un puller o tiraprofili, che esercita una lieve trazione; non si tratta quindi di una stiratura a caldo, ma di una operazione che ha lo scopo di mantenere in sesto il profilato ed evitare svergolamenti, ondulazioni, sciabolature, deformazioni di alette e simili. Il puller ha inoltre l importante funzione di mantenere pareggiate le lunghezze dei profilati in uscita da una matrice a più luci, sempre che la differenza di lunghezza che si avrebbe senza puller fra il profilato più lungo e quello più corto del gruppo non sia eccessiva. Una segatrice a caldo provvede al taglio degli estrusi al termine di ogni billetta (o ad intervalli intermedi a seconda delle necessità). Una volta tagliato, l estruso viene trasferito verso la stiratrice su un banco solitamente raffreddato da ventilatori disposti al di sotto del pianale; è importante infatti che i profilati pervengano freddi alla stiratura, poiché altrimenti questa operazione conferirebbe alle superfici un tipico aspetto corrugato, difetto conosciuto con il termine buccia d arancia. La stiratura, effettuata con macchine a teste mobili per adattarsi alle varie lunghezze estruse, ha lo scopo di eliminare qualsiasi curvatura del profilato determinata dalla differente velocità di raffreddamento delle sue varie parti; ciò si ottiene con un tiro in grado di determinare un allungamento permanente del 2 3%. Se l allungamento fosse eccessivo, anche sui profilati freddi potrebbe comparire il fenomeno della buccia d arancia. Dalla stiratrice, il profilo viene fatto passare su un banco di taglio a misura dove avviene il taglio a lunghezza finita mediante segatrice a freddo a riscontro; infine, l estruso viene caricato in apposite ceste per l invio al forno di invecchiamento o comunque alle lavorazioni successive. Le varie traslazioni degli estrusi dall una all altra sezione dell impianto vengono effettuate secondo tecniche sempre più raffinate e sofisticate, in modo da evitare o limitare il più possibile danneggiamenti ai profilati, come le ammaccature, specialmente quando le barre sono ancora calde. 14

15 Capitolo: Estrusione Altri difetti possono prodursi per non corretto stivaggio dei profilati nelle ceste, o per scarsa cura durante le manipolazioni che le ceste devono subire. Un altro difetto di natura microstrutturale si può generare sul banco di movimentazione, dove il profilato viene raffreddato da aria soffiata dal basso, ma si raffredda di più dove la sua luce è libera che non nelle zone d appoggio; in tal modo si possono determinare diversità nella struttura metallurgica dell estruso, con la possibile comparsa di differenze di colore dopo eventuale ossidazione anodica. Pressa da estrusione da 600 tonnellate La pressa Il dato fondamentale per la progettazione di una pressa per estrusione è il valore massimo dello sforzo da esercitare sul lingotto lavorato. L intensità della forza occorrente per questa lavorazione dipende dal rapporto di estrusione, cioè il rapporto fra la sezione della billetta e la sezione dell estruso, a sua volta funzione decrescente della temperatura, dalla velocità di estrusione e dalla complessità del foro della matrice. Il rapporto di estrusione può variare tra limiti estesi, a differenza della trafilatura in cui questo rapporto è ben definito entro limiti ferrei. Il tipo di metallo e la temperatura di lavoro determinano il valore della resistenza alla deformazione. L estrusione può essere eseguita a temperatura ambiente solo per i metalli con bassa resistenza alla deformazione come stagno, piombo e loro leghe. Per altri metalli si opera a temperature opportunamente elevate per ridurne la resistenza alla deformazione. Conviene quindi adottare temperature il più possibile elevate compatibilmente con le caratteristiche di resistenza dell acciaio con cui si costruiscono contenitore e matrice. La pressione applicata al fondo della billetta per produrre l estrusione è sempre molto elevata e può andare da 30 a 1200 N/mm 2. Per l alluminio e leghe siamo fra i 30 e i 240 N/mm 2. Lo sforzo totale di estrusione da applicare alla billetta in funzione della corsa mostra un andamento sensibilmente diverso nell estrusione diretta ed inversa come vediamo nei grafici. 15

16 Capitolo: Estrusione La differenza dei due grafici, come detto in precedenza, è dovuta alla presenta di attrito fra billetta e pareti del contenitore nell estrusione diretta. L aliquota dello sforzo quindi, dovuta all attrito aumenta proporzionalmente alla lunghezza alla lunghezza del lingotto che striscia nel contenitore. Quando il pistone raggiunge la parte finale del contenitore, lo sforzo di estrusione comincia a salire rapidamente per il motivo spiegato in precedenza. La pressione di estrusione La forza che deve essere applicata dalla pressa per far avvenire l'estrusione è funzione di vari fattori. Primo fra tutti è il metodo con cui si estrude, come si vede nei grafici del paragrafo precedente; escludendo questo si possono vedere alcuni fattori comuni a tutti i metodi di estrusione. La temperatura a cui avviene il processo: si può vedere nei grafici qui sotto che alzando la temperatura, la forza massima richiesta alla pressa diminuisce dato che il materiale diventa più malleabile; i limiti di variazione di questo parametro sono dati dal materiale che stiamo lavorando, cioè la temperatura che fornisce la plasticità necessaria e la temperatura a cui si hanno fusioni parziali del materiale: bisogna stare all'interno di questo intervallo di temperature. La velocità di estrusione è un secondo fattore che influenza la forza e questa va regolata in base a altri fattori e anche seguendo l'esperienza del capo produzione. I fattori qui seguiti sono il rapporto di estrusione, la resistenza del materiale ad essere deformato, il tipo di sezione dell'estruso (la complicatezza) e il tutto va bilanciato tramite varie prove, in modo da produrre un estruso con caratteristiche uniformi lungo tutta la barra e con una finitura superficiale, per i pezzi a vista, praticamente finita salvo casi in cui è richiesta la verniciatura o anodizzazione. Nei moderni impianti si è studiato un sistema con termocoppie per controllare la velocità di estrusione in base alla temperatura del materiale: se supera la soglia superiore il sistema abbassa la velocità del punzone, al contrario invece accelera il punzone per rialzare la temperatura. 16

17 Capitolo: Estrusione Comportamento del materiale Il flusso del materiale nell estrusione viene influenzato non solo dal materiale da estrudere, ma anche dallo stato di sollecitazione. Questo dipende dalle condizioni di attrito tra materiale e utensile nonché dalle eventuali variazioni di temperatura che avvengono durante l operazione di deformazione. I fenomeni termici che avvengono sono illustrati nell immagine. Per un ragionevole equilibrio fra qualità e produttività occorre uno studio del flusso del materiale. In quest ottica sono state condotte ricerche volte all analisi del comportamento del materiale da estrudere, in funzione dalle condizioni di sollecitazione e delle sue proprietà al fine di definire delle condizioni ottimali. 17

18 Capitolo: Estrusione Mediante il metodo visioplastico è possibile produrre diagrammi di flusso del materiale in funzione del materiale e delle rispettive condizioni di compressione, e suddividere i vari risultati in quattro tipi di scorrimento. Tipi di scorrimento Scorrimento di tipo S: l attrito in questo scorrimento può ritenersi nullo; lo scorrimento del materiale avviene appena prima della matrice, in una zona sottile di deformazione (di spessore u) a forma di imbuto, dietro la quale si forma una sottile zona morta. Per zona morta si intende la zona, sottostante la zona di deformazione, che non partecipa al flusso del materiale. Il flusso del materiale e con esso anche le proprietà dell estruso sono molto uniformi, ma la superficie della billetta diventa la superficie della barra, per questo motivo la billetta deve essere tornita o pelata. Inoltre presenta uno scarto molto basso. Scorrimento di tipo A: anche qui l attrito può ritenersi nullo; rispetto allo scorrimento di tipo S, si genera una zona di deformazione ed i scorrimento estesa, e quindi anche una zona morta più ampia. Il nucleo della barra estrusa precede le zone periferiche. Le proprietà della barre sono ancora relativamente omogenee. Anche qui la superficie della billetta va a formare la superficie della barra estrusa e quindi anche qui si ha la tornitura della billetta. Il materiale residuo avrà uno spessore pari a quello della zona morta. 18

19 Capitolo: Estrusione Scorrimento di tipo B: qui l attrito è da considerare; le zone periferiche della billetta e della barra scorrono più lentamente rispetto alla parte centrale. Prima della matrice si crea una zona di deformazione e di scorrimento molto estesa, di conseguenza risulta grande anche la zona morta e quindi aumenta anche il materiale residuo. Qui si ha il pericolo che difetti periferici vadano all interno della barra; le proprietà variano lungo tutta la lunghezza dell estruso. Scorrimento di tipo C: si ha con un attrito elevato; di conseguenza la zona di deformazione e di scorrimento, nonché la zona morta, sono considerevolmente estesi rispetto agli altri tipi di scorrimento. Se si lavora con residui di estrusione non sufficientemente grandi,questo scorrimento tende alla formazione di difetti. Naturalmente non si verificano mai tipi di scorrimento puri, ma solo tipi misti. Caratteristica comune a tutti i tipi di scorrimento è che innanzi alla matrice si forma una zona di deformazione di ampiezza u, a forma d imbuto, la cui estensione dipende dalle condizioni di attrito e dietro la quale si forma una zona morta, cioè una zona che non partecipa al flusso di materiale. Questa zona morta viene rimessa in scorrimento solo quando si opera senza materiale residuo, come nell estrusione billetta su billetta, oppure quando si opera con un residuo di estrusione più piccolo della zona di deformazione u. Notare che il residuo non si estrude molto facilmente, perché la deformazione che deve subire è notevolmente più complessa. Si usa quindi rinunciare all estrusione dell ultimo tratto della billetta, che richiederebbe alla pressa una forza molto superiore e dato che il fondo contiene la maggior parte delle impurezze e delle imperfezioni superficiali conviene scartarlo. La pressa a tal fine quindi è costruita in modo da consentire l allontanamento del contenitore per la rimozione del residuo non estruso e la carica del nuovo blocco, il tutto dopo che il pistone dia ritornato alla posizione iniziale. 19

20 Capitolo: Estrusione LA MATRICE Questo pezzo è intercambiabile, dovendo essere sostituito quando si passa alla fabbricazione di un nuovo profilato o quando l usura o l alterazione di forma abbia superato i limiti accettabili in relazione alle tolleranze richieste. La matrice prima di essere montata nella pressa viene preparata tramite un preriscaldamento (alla temperatura di lavoro) in forni elettrici, in appositi cassetti sottovuoto e atmosfera inerte (azoto) per alcune ore, in modo da prepararli al contatto con la billetta ad alte temperature. Il profilo assiale di una matrice è quello mostrato nell immagine Lo spessore a è un piccolo tratto calibrato che determina la sezione del prodotto, allo scopo di ridurre al minimo la resistenza di attrito all efflusso del metallo. A tal fine converrebbe profilare direttamente la matrice col foro calibrato a spigolo vivo, ma il consumo per abrasione, dovuto alla pressione esercitata nell estrusione, sarebbe troppo rapido come si vede nell immagine Le matrici per estrusione si costruiscono con acciai legati o leghe speciali che conservano elevata durezza e resistenza alle temperature di lavoro. Si usano anche matrici sinterizzate a base di carburi di tungsteno e di altri metalli, come titanio e niobio, con le quali so può operare a più elevate temperature di quelle consentite dagli acciai, anche altamente legati. I criteri di base per la costruzione di una matrice da estrusione tengono conto dei seguenti elementi fondamentali: - la matrice è un pezzo meccanico complesso, di materiale particolarmente pregiato e molto resistente e per ragioni di costo e di lavorabilità deve avere dimensioni quanto più possibile contenute; - la matrice è sottoposta a sollecitazioni elevate alle quali deve poter validamente opporsi senza cedimenti sotto la spinta della pressa. Da questi semplici principi deriva la conseguenza che la matrice ha bisogno di un insieme di attrezzature ausiliarie, tali da consentirle di esplicare le sue funzioni. Esistono tre categorie fondamentali in cui si possono suddividere le matrici da estrusione: - matrici piane: sono matrici utilizzate per l estrusione dei profilati aperti. Nella figura 9 (pacco dell attrezzatura di estrusione) è rappresentato l assemblaggio tipico: un porta 20

21 Capitolo: Estrusione matrice, per consentirne l inserimento nella slitta, una sottomatrice con una fenditura ad apertura di poco superiore a quella della matrice, una serie di anelli (bolsters) completa infine il sostegno riempiendo lo spazio disponibile nella slitta. - matrici per profilati cavi porthole: risolvono il problema di ottenere il foro e lo schema di figura 11 mostra come possa venir risolto nel caso più semplice. Una matrice riproduce il contorno esterno del profilato, un ago o mandrino quello interno; sotto la spinta dell asta pressante, il metallo della billetta si suddivide in tanti filoni corrispondenti alle aperture del mandrino (fori di alimentazione); per l azione delle fortissime pressioni in gioco, i quattro filoni di metallo tornano a saldarsi nella camera interna generata dall unione di ago e matrice estrudendosi infine attraverso lo spazio libero rimananete. 21

22 Capitolo: Estrusione - matrici per profilati cavi spider (il loro nome deriva dall andamento a zampa di ragno dei sostegni dell ago): questo tipo di attrezzatura presenta la stessa utilizzazione delle matrici porthole, con la differenza che ago e matrice sono inoltre inscritti in una superficie conica e ciò comporta la necessità di un porta matrice a sede interna conica. La tecnologia avanzata tende a ricorrere sempre più spesso alle matrici tipo spider, sia perché sono più semplici da lavorare e questo ne diminuisce il costo, sia perché questa attrezzatura consente una maggior velocità di estrusione. Il loro difetto è che sono meno resistenti rispetto alle porthole e quindi vengono preferite per estrusi di forma piuttosto raccolta e simmetrica. Non si dovrà però dimenticare che, nonostante gli sforzi ed i miglioramenti, l estrusione è una tecnica di formatura a caldo, con tutti i limiti che ciò comporta, primo fra tutti quello di non consentire tolleranze eccessivamente ristrette su superfici di lavorazione meccanica. 22

23 Capitolo: Estrusione Nitrurazione delle matrici Dopo la cementazione è questo il secondo e più importante procedimento di trattamento termico di diffusione, con il quale si ottiene un indurimento superficiale degli acciai. Nel campo delle matrici per estrusione il più utilizzato però è la nitrurazione. Aspetti: - l indurimento superficiale collegato alla nitrurazione è conseguente alla formazione di composti dell azoto (nitruri, carbonitruri, ecc.) che induriscono la superficie dell acciaio attraverso un tipico fenomeno di indurimento per precipitazione. - la nitrurazione viene fatta dopo la bonifica ed è l ultima operazione del ciclo produttivo. - Mentre lo spessore della cementazione è dell ordine del millimetro, quello della nitrurazione è solo di qualche decimo di millimetro (due o tre non di più); una matrice durante la sua vita subisce più nitrurazioni e la durata di una campagna dipende dal materiale estruso (più il material e è facile da estrudere più lunga sarà la campagna). - Mentre la durezza raggiungibile con la cementazione è di circa 700 Vickers con la nitrurazione si può arrivare fino a 1200 Vickers. Il complesso e delicato meccanismo della nitrurazione (cenni): - L azoto molecolare N2 è quasi insolubile nel Fe anche se si opera in condizioni di temperature e pressioni elevate. 23

24 Capitolo: Estrusione - La diffusione dell azoto nel ferro richiede condizioni ben definite: si opera a circa 520 C (la temperatura migliore per far avvenire la reazione NH3 + 4Fe Fe4N+ 3 /2 H2), in corrente di ammoniaca. - Non conviene in generale superare lo spessore di 2-3 decimi di millimetro per lo spessore nitrurato per non aumentare la fragilità dello strato nitrurato stesso e per i pericoli di scagliatura. DIFETTI NEL PROCESSO DI ESTRUSIONE Oltre ai difetti già elencati in precedenza ne vanno riportati altri. La maggior facilità di efflusso del metallo estruso nella zona assiale tenderebbe a far assumere alle fibre centrali della barra una lunghezza superiore in confronto alle fibre superficiali. In queste viene a crearsi quindi uno stato di tensione, bilanciate da tensioni di compressione che restano nella zona centrale, come illustrato in figura. Per via di queste tensioni che vengono a crearsi si possono produrre lesioni trasversali sulla superficie delle barre, specialmente nelle zone in cui è più sensibile l attrito che frena l efflusso del metallo, ne vediamo un esempio in figura. 24

25 Capitolo: Estrusione Nel caso di sezioni non simmetriche rispetto al centro, le diverse velocità di efflusso che si hanno in diverse zone portano ad un incurvamento dell asse del prodotto estruso o ad una ondulazione dei bordi, come illustrato in figura. Questo effetto può essere eliminato compensando la diversa resistenza d attrito sulle varie parti del prodotto estruso. L aumento di spessore in corrispondenza delle parti larghe della sezione vi rallenta l efflusso del metallo, la diminuzione lo agevola nelle parti sottili, come illustrato sotto. La velocità di efflusso del metallo dal foro risulta come già detto in precedenza più grande in corrispondenza dell asse che nella zona periferica dell estruso, che è frenata dall attrito superficiale. Con il progressivo avanzamento del pistone ad un certo punto si produce una cavità imbutiforme nella zona centrale posteriore del lingotto, che si allunga nella direzione della maggiore velocità del flusso producendo un difetto assiale. La superficie di questa cavità è ossidata così da impedire che il metallo si risaldi sotto la pressione subita passando dal foro della matrice. Questo difetto può estendersi per circa il 20% della barra estrusa e per evitarlo si può aumentare lo sfrido (ad un livello inaccettabile), oppure: 25

26 Capitolo: Estrusione 1. si da preventivamente una forma convessa al terminale della billetta in modo da fornire un maggior volume di metallo nella zona in cui si potrebbe formare il risucchio 2. Si fa in modo di eliminare durante l estrusione la pelle superficiale ossidata che, ripiegandosi, andrebbe a formare la cavità; a tal fine si usa un pistone di sezione leggermente inferiore a quella del contenitore così da lasciare una luce di qualche millimetro libera. PROGETTAZIONE La progettazione inizia quando la commessa di un profilo arriva all'ufficio tecnico, qui il profilo viene adattato se così com'è non può essere prodotto. Dopo una attenta discussione dal punto di vista economico se il profilo viene mandato in produzione l'azienda fa produrre la matrice di quel profilo, dato che viene prodotta per elettroerosione la produzione può richiede anche qualche settimana. Una volta arrivata la matrice si inizia facendo qualche prova, correggendo in sede se la matrice presenta qualche piccolo difetto. Sistemata la matrice i profili corretti si mandando come campione al cliente e se viene accettato la produzione vera e propria avrà luogo. Di seguito si ipotizza un possibile studio (nei limiti della conoscenza scolastica). Materiale: Classica lega da deformazione plastica, 6082 classificata anche come AlMgSi1. Lunghezza: Viene richiesta una lunghezza di 10 metri; questa sarà la lunghezza che dovrà arrivare al nostro incestatore quindi bisogna aggiungere degli scarti che avremo durante il processo. Questi scarti sono la testa e la coda dell'estruso che verranno schiacciati nell'operazione di stiratura e prima dai puller; quindi arriviamo ad una lunghezza di 12 metri. Per una questione economica le aziende estrudono più di un solo profilo per volta in modo da far gravare il costo dello scarto su più prodotti invece che su uno solo. 26

27 Capitolo: Estrusione Disegno profilo in AutoCAD: Sezione calcolata con il programma pari a 550mm 2. 27

28 Capitolo: Estrusione Il primo passo nel progettare la matrice è dimensionarla: il dimensionamento è un passo semplice fatto sempre tramite CAD; si trova la circonferenza che inscrive il profilo e avendo così il diametro lo si maggiora di 1.5 volte. Il diametro che troviamo è quello del contenitore; valore che è costante per l'azienda per chi dispone di una sola una pressa e quindi loro faranno un procedimento diverso da questo, ma come già detto questo è un calcolo di massima prettamente scolastico. Una volta trovato il diametro del contenitore si passa al rapporto di estrusione. Dove: - A0 è la sezione del contenitore di cui abbiamo il diametro; - A1 è la sezione del profilo estruso, 550mm 2. 28

29 Capitolo: Estrusione Il rapporto di estrusione è però espresso sotto forma di logaritmo: In seguito per non fare calcoli inutili si va a controllare, in base al materiale richiesto, se l'estrusione può avvenire: dalle tabelle a nostra disposizione troviamo che R per la nostra lega è di 250 e la deformazione logaritmica è di 5.5; siamo quindi ben dentro i limiti consentiti. In una singola corsa della pressa si possono estrudere più profili, basta aumentare le luci (così si chiamano i fori calibrati nelle matrici) della matrice. Quindi il rapporto di estrusione varierà secondo questa relazione: I passaggi fatti in precedenza sono sempre validi; ripetendoli vediamo che con 2 o 4 luci la deformazione logaritmica non varia molto, rispettivamente sono di e Quindi il processo resta eseguibile e cambia quindi la dimensione del contenitore, sempre secondo il criterio mostrato prima. I progettisti della matrice staranno bene attenti a produrre una matrice con uno spazio fra le luci sufficiente a far resistere la matrice alla imponente pressione esercitata dalla pressa. 29

30 Capitolo: Estrusione Ora passiamo al calcolo del volume da estrudere per generare la nostra barra da 12 metri. Il calcolo è molto semplice, noi conosciamo la sezione e la lunghezza del prodotto finale quindi: ; un volume ragionevole per una barra di quelle dimensioni. Ora dobbiamo calcolare la corsa del punzone, la lunghezza della billetta introdotta nel contenitore in pratica; dato che l'estrusione è una trasformazione a volume costante, possiamo tranquillamente ricavare questa quota. Questa è la lunghezza da estrudere, ma nel processo bisogna contare anche uno sfrido o scarto che non viene estruso, quindi il prossimo passo sarà calcolare la lunghezza dello sfido. Questo sfrido è caratteristico del tipo di scorrimento che avviene nel materiale durante l estrusione; quindi conoscendo il materiale, noi sappiamo la sua attitudine ad essere estruso e quindi il tipo di scorrimento. Abbiamo una lega Al-Mg-Si, utilizzando il manuale: troviamo che questa ha una media estrudibilità, questo ci dice che lo scorrimento sarà di tipo B. Avendo uno scorrimento di tipo B: l attrito è medio ( = ), l angolo alfa è di 65, e che l altezza dello sfrido è pari a circa 0.5 volte il diametro del contenitore. Quindi lo sfrido sarà lungo: Ciò significa che la lunghezza a cui tagliare la billetta sarà di circa 382mm. Ora che il dimensionamento è completato di può fare un disegno, per dare l idea di cosa avvenga nel cuore del processo. 30

31 Capitolo: Estrusione Una volta fatto il dimensionamento del materiale e della matrice si può passare al dimensionamento della pressa; si comincia con il calcolo del lavoro. Il lavoro totale nell estrusione è dato dall area sottesa da questa funzione accanto, cioè al suo integrale definito; per semplicità di calcoli si è preferito fare in modo diverso. Identificando i vari lavori come: L1 = lavoro per la ricalcatura della billetta; L2 = lavoro per avviare lo stato di scorrimento (attrito statico); L3 = lavoro per la deformazione vera e propria del materiale; L4 = lavoro per vincere l attrito tra billetta e contenitore L5 = lavoro per estrudere l ultima parte della billetta (qui il processo viene fermato all aumento della forza). Si è visto che le componenti maggiori erano L3 e L4, quindi si è deciso di calcolare solo questi due e i restanti lavori sono stati incorporati il una costante chiamata ηestr (rendimento di estrusione), data la loro minima influenza. ; - V0, D0, L0, A0 sono le dimensioni della billetta prima della deformazione e A1 quindi è la sezione della barra. - è il coefficiente di attrito fra la billetta e il contenitore. 31

32 Capitolo: Estrusione - 0 è la resistenza che oppone alla deformazione il materiale, alla temperatura di estrusione. Prima di poter passare ai calcoli quindi ci mancano dei dati indispensabili, come la 0. Questo valore è calcolabile tramite la formula empirica:. Di questa formula ora andremo a calcolare la velocità di deformazione (epsilon punto), la quale nel caso dell estrusione assume questo forma: - vp è la velocità di avanzamento del punzone; è facilmente calcolabile sapendo il rapporto di estrusione (R= ), sappiamo quindi che la velocità del punzone è volte minore quella della barra. Fissando la velocità della barra (vb) a 18 metri al minuto (valore preso dal manuale) possiamo calcolare la velocità del punzone. = è l angolo che viene a formarsi per lo scorrimento di tipo B; Ora avendo la velocità di deformazione di può applicare la formula empirica citata prima; K e m sono dette costanti reologiche, a le si trovano sul manuale scegliendo una temperatura di lavoro. Scegliendo una temperatura di 450 C i valori sono: K =44 e m= Quindi inserendo questi valori correttamente, con l unità di misura imposta dalla formula empirica (K in e in s -1 ), noi troviamo la 0. Avendo tutti i valori ora possiamo procedere al calcolo del lavoro. = MJ Notare che nell estrusione inversa e idrostatica L4 è uguale a zero, per la mancanza di attrito fra billetta e contenitore. Dopo il calcolo di queste due componenti maggiori, si passa alla stima del lavoro totale di estrusione; come detto in precedenza i restanti valori sono contenuti in una costante sperimentale (ηestr) la quale in assenza di dati può essere assunta fra 0.4 e 0.7 (prendiamo una media, 0.55). η Quindi per estrudere una barra da 12 metri, teoricamente, dobbiamo fare 2.3MJ di lavoro. 32

33 Capitolo: Estrusione Terminato il calcolo del lavoro si passa al calcolo delle forze in gioco: la forza massima, la forza media; con cui andremo a dimensionare la nostra pressa calcolando la potenza massima e media. La forza massima nell estrusione diretta è la somma della forza necessaria per la deformazione vera e propria e della forza per vincere l attrito statico; anche in questo caso si tiene conto del rendimento di estrusione. η Il passaggio successivo sarà quindi quello di calcolare le incognite che abbiamo al numeratore. La forza di deformazione plastica è calcolabile ricordando la definizione classica di lavoro: L = Forza * Spostamento; noi conosciamo lo spostamento (l0) e il lavoro (L3), con una semplice formula inversa ne ricaviamo la forza. Mentre la forza di attrito è calcolabile come la forza di attrito globale (poiché diminuisce all accorciarsi della billetta) moltiplicata per il coefficiente d attrito ( ). Facilmente riconoscibile come la formula inversa dell area del triangolo L4: ; dove: L0= base e Fattrito = altezza. Quindi la forza massima è ora calcolabile: η Il prossimo passo è il calcolo della forza media seguendo le formule date nel manuale: η Disponendo delle forze ora possiamo passare all ultima fase, calcolare le potenze in gioco e quindi conoscere la pressa necessaria per il nostro prodotto. η η Dove il η è il rendimento meccanico della pressa, stimato fra 0.75 e

34 Capitolo: Alluminio ALLUMINIO LEGHE E TRATTAMENTI TERMICI Generalità L alluminio a causa della sua alta reattività chimica non si trova in natura allo stato metallico ma sotto forma di ossidi, idrati e silicati che costituiscono circa l 8% della crosta terrestre. In termini di abbondanza, l alluminio è il 3 elemento dopo ossigeno e silicio. Nelle rocce sedimentarie l alluminio si trova in quei minerali che provengono dalla disgregazione delle rocce eruttive e nelle argille. Il minerale più conveniente per l estrazione del metallo è la bauxite, altri minerali dai quali è possibile estrarre l alluminio sono: la criolite, la leucite. L alluminio è presente sotto la forma di allumina, un refrattario, elemento che cristallizzato puro costituisce il corindone, l elemento più duro dopo il diamante; quando contiene un elemento che lo colora in modo particolare è utilizzato come pietra preziosa, mentre varietà più comuni sono impiegate come abrasivi. La bauxite, di formula chimica di riferimento Al2O3 nh2o, cioè un allumina idrata, è una roccia di natura vulcanica o sedimentaria, di colore che va dal rosso-bruno al giallo. Fa parte delle terre rosse che comprendono anche argille, quarziti e terre refrattarie. La bauxite deve il suo nome alla località di Les Baux, vicino a Marsiglia (Francia), dove fu individuata per la prima volta nel Ha un colore che varia dal color crema al marrone scuro se la quantità di ferro contenuto è molto elevato. L alta refrattarietà e l alta temperatura di fusione dell allumina non consente di ricavarne il metallo mediante processi pirometallurgici. D altra parte non è possibile ottenere l alluminio direttamente dalla bauxite mediante processi elettrolitici, in quanto ferro e silicio, presenti in quantità apprezzabili nel minerale, verrebbero a codepositarsi al catodo: e quindi è necessario un processo preliminare per ottenere allumina alla massima purezza. Inizialmente l alluminio fu scoperto dal danese Oersted nel 1825, veniva ricavato sufficientemente puro, ma il processo era costoso, tanto da renderlo un metallo prezioso. Al nuovo metallo si appassionò il francese Louis Héroult che nel 1886 brevettò il processo elettrolitico per ottenere l alluminio, da cui iniziò la concreta produzione. Ma la storia industriale vera e propria dell alluminio inizia solo nel 1886 quando l americano Martin Hall e il francese Paul Héroult svilupparono, in maniera del tutto indipendente, un processo per la decomposizione elettrolitica dell allumina in un bagno di criolite (3NaF*AlF3) fusa a circa 1000 C. Questa scoperta accoppiata al processo chimico sviluppato da Karl Bayer nel 1888 per ottenere l allumina dal minerale, da vita al sistema moderno per la produzione dell alluminio, che consentiva di produrre alluminio a costi sufficientemente ridotti da permettere l utilizzo in campo industriale. 34

35 Capitolo: Alluminio L allumino è per tali motivi uno degli ultimi arrivati tra i materiali di importante uso industriale come si denota anche dal grafico a fianco. In meno di un secolo l alluminio ha avuto una evoluzione notevolissima quanto a produzione ed impieghi, ed oggi è secondo come importanza soltanto all acciaio. Proprietà del metallo puro - Ha densità bassa, 2,7 g/cm3; - Il punto di fusione è favorevole, 660 C, ma ne deriva l inutilizzabilità ad alte temperature; - Cristallizza nel reticolo CFC (cubico a facce centrate) e quindi presenta un comportamento duttile e quindi facilmente lavorabile alle macchine utensili; - Ha una buona conducibilità elettrica e termica; - È molto resistente alla corrosione dovuta agli agenti atmosferici e in generale una buona resistenza alla corrosione, perché si ricopre di uno strato di ossido aderente e non poroso e quindi protettivo. L Al2O3 è chimicamente stabile tra ph 4 e ph 8. L elevata resistenza alla corrosione fa si che la sua riciclabilità sia molto alta. - Non è magnetico; - Non presenta limiti di fatica come gli acciai. Gli si attribuisce convenzionalmente un limite di durata (10 milioni di cicli); - Ha un buon carico di snervamento. Il carico di snervamento è quindi definito come il carico applicato che produce, una volta rimosso, una deformazione dello 0,2%. In lega raggiunge carichi di snervamento caratteristici di alcuni acciai da costruzione (275 N/mm 2 ); - Presenta elevata plasticità. L alluminio e le sue leghe presentano notevoli caratteristiche di imbutibilità, duttilità e malleabilità. Si presta in modo particolare a tutte le operazioni di lavorazione plastica sia a freddo che a caldo; - È facilmente saldabile. L unico inconveniente da tenere in considerazione è la reazione rapida con l ossigeno che forma uno strato d ossido. Questo inconveniente è stato eliminato lavorando in atmosfera inerte (Argon o Elio) detta saldatura MIG (metal-inertgas); - È aspinterogeno, quindi se urtato non provoca scintille; - La resistenza all abrasione e all usura sono basse; - Si presta a trattamenti superficiali come l anodizzazione; - Possiede una elevata riflettività per radiazioni che vanno dall infrarosso all ultravioletto, che lo rende un materiale ideale per molti tipi di riflettori per apparati di illuminazione. Con accurate finiture superficiali, si può ottenere fino al 95% di riflessione della radiazione luminosa e fino al 98% di quella termica; 35

36 Capitolo: Alluminio - È inalterabile al contatto dei cibi e di molte sostanze liquide, per cui trova ampie applicazioni nell industria alimentare e nel campo degli imballaggi. LE LEGHE LEGGERE Proprietà delle lege d alluminio L allumino puro è tenero e duttile. Questo è un limite perché nella maggior parte delle applicazioni si richiede un livello di resistenza meccanica decisamente superiore a quanto il metallo puro possa offrire. Per questo l alluminio viene normalmente alligato con altri metalli, allo scopo di migliorarne le caratteristiche (fisiche o meccaniche o di finiture o di lavorabilità, ecc.). Pur essendo numerosi i metalli con sufficiente affinità ed in grado di formare leghe con l alluminio, solo alcuni di essi trovano applicazioni come veri e propri leganti; i principali di essi sono Cu, Si, Zn, Mg, Mn, che, possono essere aggiunti singolarmente per formare leghe binarie, o abbinati ad altri per formare leghe complesse. Altri elementi (Mn, Fe, Ni, Ti, Sn, Cr, B, Zr) sono correttivi,cioè vengono introdotti per ottenere importanti modifiche strutturali, fisiche o tecnologiche come l affinazione del grano, la neutralizzazione di alcune impurità nocive, innalzamento della temperatura critica di ricristallizzazione, il miglioramento della lavorabilità all utensile, l incremento di resistenza ad elevata temperatura. Sono da considerare leganti quegli elementi che caratterizzano la lega, ossia ne determinano e definiscono le caratteristiche. Le leghe a base d alluminio sono anche note come leghe leggere in virtù del loro basso peso specifico. In virtù della elevata resistenza raggiungibile, presentano, a differenza del metallo puro, una resistenza particolarmente elevata. È da notare inoltre l alto coefficiente di dilatazione lineare (doppio rispetto a quello del ferro) al quale occorre porre la massima attenzione nel caso di accoppiamenti con materiali diversi esposti a variazioni termiche significative. È inoltre da segnalare che, in virtù del tipo di reticolo cristallino dell alluminio (CFC: cubico a corpo centrato), esso presenta un comportamento favorevole per gli impieghi a bassa temperatura, la resilienza sia dell alluminio che delle sue leghe, non varia apprezzabilmente, comportamento ben visibile nella prova di resilienza in temperatura con il pendolo di Charpy. I vari elementi destinati alla preparazione di leghe posso essere aggiunti sostanzialmente in due modi: - Per introduzione diretta dell elemento nell alluminio; impiegato per quegli elementi che presentano un punto di fusione inferiore o uguale a quello dell alluminio, come Sn, Zn, Mg, Si (utilizzato anche per il silicio in modo che si disciolga velocemente). - Per introduzione nell alluminio di una lega, generalmente binaria d alluminio, contenente il legante nella massima percentuale possibili; 36

37 Capitolo: Alluminio applicato per gli altri elementi che, pur disciogliendosi egualmente nell alluminio fuso, per la loro elevata temperatura di fusione, presentano una velocità di dissoluzione troppo bassa. Le leghe di alluminio cosi ottenute, con l aggiunta dei leganti e dei correttivi previsti e successiva colata in forme opportune, in base al loro futuro utilizzo: se di fonderia vengono colate in lingottiere metalliche, mentre se destinate alla lavorazione plastica, attualmente, si preferisce per motivi economici e di produttività il metodo della colata semicontinua in acqua. Classificazione delle leghe leggere Ma la classificazione adottata può operare in tre modi: 1) Secondo la composizione chimica a. classificazione EN, prevede che la classificazione delle leghe avvenga secondo l elemento predominante; le sigle più importanti ad esempio sono Al-Cu, Al-Si, Al- Mg, Al-Mn, Al-Zn. Le sigle per contrassegnarle si formano facendo seguire a una lettera un trattino e il simbolo dell elemento. Le lettere indicano l utilizzo della lega: P per le leghe da lavorazione plastica, G per le leghe da fonderia primaria, SG per le leghe da fonderia secondaria, GD per le leghe da pressofusione. Esempio: P AlMg Inoltre si da spazio (dove ci sono i puntini) nel caso in cui ci sia un ulteriore elemento di cui è necessario indicare la presenza e la concentrazione. Esempio: P AlMgSi1 Questo metodo ha dei grandi limiti perché ci possono essere leghe molto differenti che presentano la stessa sigla, allora si preferisce utilizzare la designazione UNI. b. Classificazione UNI, il nuovo metodo adottato dalla normativa UNI è basato sulla designazione umerica delle leghe. Le leghe sono contraddistinte con numeri di quattro cifre: la prima indica la famiglia di appartenenza, la seconda indica con 0 la lega originale e con cifra diversa da 0 la lega con variazioni rispetto alla composizione base; la terza e la quarta contraddistinguono la purezza nelle leghe della serie 1000 (1070 = 99.70% di Al) mentre identificano ciascuna lega nelle altre serie. Nelle leghe da fonderia (serie 1, 2, 4, 5, 7) le cifre sono precedute da A a indicare il metallo base e da B o C a indicare rispettivamente una lega per pani da rifusione o per getti. Come per tutte le leghe, anche le proprietà dell alluminio e quindi il loro impiego, dipendono molto dallo stato di fornitura, ossia dalle ultime operazioni di trattamento 37

38 Capitolo: Alluminio termico e di lavorazione; ma per le leghe leggere questa varietà degli stati di fornitura è particolarmente notevole e richiede quindi una esplicita illustrazione. Le indicazioni sono contenute nella norma EN 515. Limitandosi ai punti fondamentali, le principali lettere e cifre hanno il seguente significato: - F : grezzo di laminazione definisce il materiale uscente dal normale ciclo di produzione tanto che le proprietà meccaniche non vengono garantite; - O : ricotto definisce la qualità più dolce dei prodotti semilavorati; - H : incrudito definisce i materiali le cui proprietà meccaniche sono state aumentate per sola deformazione plastica a freddo. ~ H1 : incrudito in questo caso la cifra successiva ad 1 indica il grado di deformazione plastica a freddo: spesso è aggiunta; un'altra cifra per indicare il grado di controllo della lavorazione o per identificare una combinazione di altre proprietà; ~ H2 : incrudito e parzialmente ricotto Si applica ai materiali di massimo incrudimento, portati poi al livello voluto di proprietà meccaniche con un trattamento termico di parziale ricristallizzazione. ~ H3 : incrudito e stabilizzato. Si applica solo alle leghe di alluminio-magnesio deformate e riscaldate successivamente a bassa temperatura per fissare nel tempo le proprietà. Il grado di incrudimento dopo la stabilizzazione è indicato sempre utilizzando una o più cifre. - W : temprato ed invecchiato naturalmente, si applica solo alle leghe che invecchiano a temperatura ambiente dopo tempra di solubilizzazione (viene indicato il tempo di invecchiamento). - T : trattato termicamente. Si applica solo ai materiali trattati termicamente, incruditi o meno, ed è seguita da una cifra che va dallo 0 (nessun trattamento) al 10. Gli stati H si applicano alle leghe da incrudimento mentre gli stati T alle leghe da trattamento termico. Esempio: Al-Mg 0.6 Si 1-TA 6082-T6 Lega con 0.6% di Mg e 1% di Si la quale ha subito un trattamento termico di soluzione (o tempra strutturale) seguito da un trattamento termico di invecchiamento artificiale a temperatura superiore ai 50 C (indicato dalla lettera A). 2) Secondo l impiego tecnologico a. Leghe da lavorazione plastica: comprendono quelle leghe che sono destinate a lavorazioni plastiche sia a caldo sia a freddo, come laminazione, estrusione e trafilatura; b. Leghe da fonderia: comprende quelle leghe destinate alla realizzazione di getti per colata in terra, in forma o sotto pressione;un esempio classico sono le leghe Al-Si (e derivate Al-Si-Mg, Al-Si-Cu ecc.) che presentano una ottima fluidità e colabilità. 38

39 Capitolo: Alluminio 3) Secondo la risposta al trattamento per l uso, meccanico o termico a. leghe non trattabili termicamente, ovvero induribili solo per deformazione plastica a freddo (incrudimento); b. leghe trattabili termicamente, cioè induribili tramite un trattamento termico. Le leghe da trattamento termico, o da bonifica, sono le più indicate per applicazioni strutturali e le uniche in grado di raggiungere gli elevati valori di resistenza meccanica richiesti in alcuni ambiti. I TRATTAMENTI TERMICI Per trattamento termico si intende, secondo una definizione delle norme UNI, un operazione o successione di operazioni mediante le quali un metallo od una lega metallica vengono sottoposti, al di sotto del punto di fusione, in ambiente di natura determinata, ad uno o più cicli termici (riscaldamento, permanenza a temperatura, raffreddamento) entro temperature, durate e velocità di variazioni delle temperature prefissate, nell intento di impartire loro determinate proprietà. Il riscaldo che precede le operazioni di deformazione plastica (fucinatura, laminazione ecc.) non è un trattamento termico. Il trattamento termico comprende tre operazioni essenziali che lo caratterizzano: riscaldo, permanenza in temperatura e il raffreddamento. Ognuna di queste operazioni è dipendente da due variabili fondamentali, tempo e temperatura. È nell ambito del campo di oscillazione di questi due parametri e del loro rapporto che è possibile indurre nelle leghe tutte le possibili trasformazioni strutturali. Infatti riscaldi e raffreddamenti molto lenti, lunghe permanenze tenderanno a creare strutture di equilibrio, stabili a temperatura ambiente e senza tensioni interne, per cui si parlerà di ricotture; mentre variazioni veloci di temperatura, soprattutto nel raffreddamento creeranno strutture instabili, facilmente decomponibili con forti tensioni interne, per cui si parlerà di tempra. Da questo punto di vista, nel campo delle leghe di alluminio i trattamenti termici possono essere classificati in tre grandi categorie mostrate di seguito. Trattamento di ricottura Tendono a portare la lega in condizioni di equilibrio chimico e strutturale secondo i diagrammi di stato relativi. A seconda delle condizioni di partenza del materiale e dei risultati che si vogliono ottenere si cercherà di agire in un modo conveniente sui due parametri tempo temperatura. Si parlerà quindi di: a) Ricottura di omogeneizzazione, quando si tende a creare le condizioni di equilibrio chimico fisico con le fasi separate e finemente disperse, attenuando le liquazioni e le segregazioni delle strutture primarie di cristallizzazione. b) Ricottura di eterogeneizzazione, quando si tende a far separare nettamente le fasi provocando la coalescenza dei composti che si trovano dispersi finemente (classico per le leghe Al Mg al fine di migliorarne la resistenza alla corrosione: il composto Al3Mg2 che 39

40 Capitolo: precipita in forma continua ai bordi dei grani si raggruma ed interrompe la sua continuità che è la causa della corrosione intercristallina). c) Ricottura di ricristallizzazione, quando si tende a rigenerare le strutture incrudite di lavorazione plastica a freddo. d) Ricottura di distensione, per eliminare le tensioni che si creano per esempio nei getti complessi durante il raffreddamento nelle staffe. e) Ricottura di stabilizzazione, per quei pezzi che dovendo lavorare a temperature più alte della normale (es. pistoni di motori a scoppio) subirebbero deformazioni durante il primo riscaldo per variazioni strutturali. Il riscaldo di stabilizzazione dovrà essere di qualche grado superiore a quello di normale utilizzo del pezzo. Trattamento di tempra La tempra consiste in un raffreddamento rapido della lega da una temperatura determinata fino alla temperatura ambiente. Quasi sempre si parte da una temperatura tale da far entrare in soluzione, nella matrice di alluminio, determinati composti ed elementi che costituiscono la lega. Tale soluzione si ritrova, se il raffreddamento è stato sufficientemente rapido, a temperatura ambiente in condizioni di metastabilità. Si parla in questo caso di tempra di soluzione. Invecchiamento L invecchiamento tende a far precipitare in forma più o meno microscopica i composti o gli elementi che si trovano in soluzione solida soprassatura immediatamente dopo la tempra di soluzione. L invecchiamento può essere: a) naturale, se avviene a temperatura ambiente; b) artificiale, se avviene a temperature superiori ai 100 C fino ad un massimo di 220 C; c) esiste ancora una forma di invecchiamento associata ad un incrudimento meccanico eseguito immediatamente dopo tempra, che permette di raggiungere durezze superiori. Siamo in presenza in questo caso di un trattamento termomeccanico. 40

41 Capitolo: L inquinamento atmosferico L INQUINAMENTO ATMOSFERICO Con il termine inquinamento atmosferico si intende la presenza di qualsiasi sostanza immessa direttamente o indirettamente dall uomo nell'aria ambiente che può avere effetti dannosi sulla salute umana o sull ambiente nel suo complesso. Il fenomeno dell inquinamento atmosferico e in gran parte connesso al nostro modello di sviluppo economico e sociale. Le fonti principali sono costituite dalle emissioni dei mezzi di trasporto, dal riscaldamento degli edifici, dall attività industriale ed agricola e da fonti naturali. Nel corso degli anni la tipologia dell inquinamento é cambiata. In seguito alla radicale trasformazione degli impianti di riscaldamento domestici e alle innovazioni motoristiche e di abbattimento delle emissioni, si e registrata una vistosa riduzione nelle concentrazioni in aria di alcuni dei principali inquinanti tradizionali. Nelle figure seguenti si mostrano le serie storiche rilevate a Milano a partire dal 1957 per il particolato e le PTS (polveri totali sospese). 41

42 Capitolo: L inquinamento atmosferico Ambiente è tutto ciò che ci circonda: aria, acqua, suolo. In esso, oltre all'uomo, vivono molte altre specie animali e vegetali. Tutti gli esseri viventi utilizzano l'ambiente per la propria vita: l'aria per respirare, il suolo e l'acqua per ricavare il nutrimento, muoversi, costruire le proprie case, o tane, o nidi. Anche l'attività umana, fino all'inizio dell'era industriale, non provocava mutamenti profondi e rapidi dell'ambiente. La situazione è cambiata radicalmente con la nascita della grande industria moderna. Lo sviluppo delle varie tecnologie ha permesso di estendere enormemente le possibili attività dell'uomo, di moltiplicare sia il numero di prodotti diversi sia la rapidità con cui essi vengono prodotti e, quindi, la quantità totale che diviene disponibile. Parallelamente si sono accelerati i ritmi degli interventi umani sull'ambiente. I processi di produzione industriale danno origine anche a quantità enormi di sostanze secondarie e materiali di scarto, la maggior parte delle quali è stata per lungo tempo immessa direttamente nell'aria o nell'acqua, e solo in tempi recenti si è cominciato a predisporre misure sistematiche per evitare tale immissione. L'industrializzazione, inoltre, ha favorito il trasferimento di molte persone dalla campagna alle città e, di conseguenza, alcune zone hanno finito con l'avere un'alta densità di popolazione. Nella vita quotidiana si producono rifiuti di vari tipi, e la loro quantità è tanto maggiore quanto maggiore è il numero di persone che vivono in una data zona. Molti di questi rifiuti sono stati riversati nelle acque (attraverso le fognature) o nel suolo (attraverso le discariche di rifiuti). Una delle più vistose conseguenze dell'industrializzazione è stata l'enorme diffusione di autoveicoli, che scaricano nell'aria le sostanze che si originano dalla combustione della benzina. Per lungo tempo si è guardato all'aria e all'acqua come a riserve immense, in grado di assorbire tutti i rifiuti senza subire modificazioni sostanziali delle proprie caratteristiche e, particolarmente, di quelle caratteristiche che più ci interessano: la purezza dell'aria che respiriamo, o dell'acqua che beviamo. Però la quantità di sostanze immesse nell'aria e nell'acqua in tutte le parti del mondo, ma soprattutto nei paesi industriali, è diventata ormai così grande da provocare dei cambiamenti non facilmente reversibili. Proprio questi cambiamenti hanno fatto ricordare che l'aria e l'acqua sono presenti sulla Terra in quantità limitate, seppure enormi. Esse sono in grado di assorbire una certa quantità di sostanze estranee e di neutralizzarne gli effetti mediante processi naturali; ma se la quantità di sostanze estranee diviene eccessiva, tale neutralizzazione non è più possibile e l'aria e l'acqua si inquinate. Le sostanze che provocano l'inquinamento si chiamano sostanze inquinanti Gli equilibri «naturali» dell'ambiente sono complessi, perché i fattori in gioco sono molto numerosi: fattori fisici, meteorologici, geologici, e la vasta gamma di fattori legati alla presenza di esseri viventi. Proprio per questo è difficile prevedere a priori gli effetti dell'immissione nell'ambiente di una sostanza «nuova»: è difficile prevedere con quali fra gli equilibri esistenti potrà interagire e quali saranno i risultati. Inoltre, sostanze inquinanti diverse possono reagire fra loro e creare nuove sostanze che non erano state immesse direttamente nell'aria o nell'acqua, e questa possibilità rende il quadro ancora più complesso. 42

43 Capitolo: L inquinamento atmosferico L'ATMOSFERA L'atmosfera è una fascia di gas che avvolge la Terra fino all'altezza di alcune centinaia di chilometri, rarefacendosi man mano che ci si allontana dal livello del suolo. In essa si distinguono varie fasce: la troposfera(circa 2o km), la stratosfera ( 2o a 5o km), la mesosfera (da 5o a 8o km) e l'eterosfera, la parte più esterna, estremamente rarefatta. A livello del mare, la composizione dell'aria secca (cioè senza tener conto del vapor d'acqua) è la seguente: - azoto (N2) 78,03% - anidride carbonica (CO2) 0,03% - ossigeno (o2) 20,99% - argon (Ar) 0,94% - altri gas (idrogeno, gas nobili) 0,01% L'atmosfera è indispensabile alla vita sulla Terra, perché contiene l'ossigeno: tutti gli esseri viventi (sia gli animali che le piante) hanno bisogno dell'ossigeno per le proprie attività vitali, e lo preleva-no dall'atmosfera attraverso la respirazione. Classificazione degli inquinanti dell'aria Le principali fonti di inquinamento dell'aria sono gli autoveicoli, le industrie, gli impianti termoelettrici e, nei mesi invernali, gli impianti di riscaldamento degli edifici. Le particelle immesse nell'aria da queste fonti vengono classificate in base alle loro dimensioni. La prima grande distinzione è fra particelle allo stato gassoso, cioè singoli atomi, molecole o ioni di varie sostanze, e particolato, cioè particelle di dimensioni maggiori. Queste ultime, a loro volta, vengono distinte in particolato fine (PM-2,5), costituito da particelle con diametro inferiore a 2,5 micron, e particolato grossolano (PM-10), costituito da particelle con diametro maggiore di 2,5 micron. L'aria inquinata è nociva alla salute di uomini e animali perché il loro apparato respiratorio non è in grado di impedire che le sostanze inquinanti raggiungano i polmoni. Se l'aria che inspiriamo contiene altre sostanze oltre a quelle che fanno parte della sua composizione naturale, anche queste sostanze penetrano nei polmoni con l'inspirazione; molte di esse possono provocare effetti dannosi. Inoltre, l'aria inquinata è dannosa per le piante e danneggia i monumenti. Gli effetti dipendono dalla natura delle particelle, dalla loro concentrazione e dal tempo di esposizione, cioè dal tempo che una persona trascorre nell'ambiente in cui è presente un dato inquinante. È particolarmente importante conoscere le relazioni fra la concentrazione di un dato inquinante e l'entità degli effetti dannosi, perché ciò consente di stabilire dei valori al di sopra dei quali la concentrazione viene considerata pericolosa e, quindi, diviene necessario adottare misure adeguate. Inoltre, l'entità degli effetti dipende dallo stato di salute dei singoli individui. 43

44 Capitolo: L inquinamento atmosferico SOSTANZE INQUINANTI: IL PARTICOLATO Come abbiamo già visto, il particolato si distingue in particolato fine (PM-2,5) e particolato grossolano (PM-10) a seconda delle dimensioni delle particelle che lo costituiscono. Le dimensioni sono tali per cui le particelle non vengono fermate a livello delle primissime vie aeree, ma vengono inalate. Arrivano cosi a depositarsi negli alveoli polmonari, formando uno strato che ostacola lo scambio gassoso fra l aria e il sangue. Inoltre, possono essere nocive per la loro natura chimica o perché adsorbono sulla propria superficie altri inquinanti presenti nell aria. La durata della loro permanenza nell aria dipende anche da fattori climatici quali la presenza o assenza di venti, la temperatura e il livello di umidità. Vengono trasportate verso il suolo dalle precipitazioni (pioggia o neve). Le particelle del particolato fine hanno le dimensioni tipiche degli aerosol e possono essere sia allo stato solido sia allo stato liquido. Grazie alle loro piccole dimensioni, queste particelle possono rimanere a lungo sospese nell aria e spostarsi lontano dalla sorgente da cui vengono emesse. Vengono prodotte principalmente dalla combustione dei carburanti degli autoveicoli, dalle centrali termoelettriche, da alcuni impianti industriali e, nei mesi invernali, dalla combustione di oli per il riscaldamento. Fra gli effetti della presenza del PM-2,5 si sono riscontrati disturbi cardiaci e dell apparato respiratorio, diminuzione della funzionalità dei polmoni e casi di morte prematura. Le particelle del PM-10 vengono prodotte principalmente dalle lavorazioni che danno origine a polveri (ad esempio, preparazione del cemento o macinatura di certi materiali). L effetto più comune della loro presenza è un aggravamento dei disturbi in chi soffre di asma o altre malattie dell apparato respiratorio. Possono causare danni anche alle coltivazioni: le polveri emesse dai cementifici si depositano nelle aree circostanti e, ricoprendo le foglie con uno strato di polvere, danneggiano le piante. Le polveri fini (PM10) si presentano a livello mondiale come gli inquinanti più difficili da combattere perché spesso la loro accumulazione e collegata a fattori meteo-climatici su cui e difficile se non impossibile intervenire. E questo il caso particolare della Regione Lombardia caratterizzata da un contesto meteo-climatico sfavorevole tipico della pianura padana (elevata stabilita atmosferica e ridotta velocità del Vento) che da luogo a scarsa capacita di rimescolamento dell atmosfera ed all accumulo di inquinanti soprattutto nel periodo invernale. 44

45 Capitolo: L inquinamento atmosferico Inquinamento da PM e salute dei cittadini Il PM10 è oggi il più diffuso indicatore dello stato di qualità dell aria ed e il parametro più utilizzato negli studi sugli effetti sanitari dell inquinamento ambientale. Un elemento fondamentale nella valutazione degli effetti é rappresentato dalla corretta misura dell esposizione agli inquinanti. Le centraline di rilevamento della qualità dell aria, presenti nel territorio regionale, sono importanti strumenti per la stima dell esposizione della popolazione residente, che consentono di seguire l evoluzione temporale del fenomeno e permettono di effettuare una valutazione modellistica dell esposizione. L elevata mobilita di gran parte della popolazione e il numero di ore passate in ambienti indoor (quali l abitazione, gli uffici, i negozi i ristoranti ecc.) rendono comunque problematica una stima accurata dell esposizione effettiva con la sola misura degli inquinanti presenti all esterno (outdoor). In alcune condizioni e momenti della giornata le concentrazioni degli inquinanti indoor sono di assoluto rilievo tossicologico e andrebbero quindi attentamente valutate specie in previsione della fissazione di limiti per l ambiente generale. Agli inquinanti di origine interna si sovrappongono quelli di origine esterna a causa dei ricambi d aria naturali e forzati. Le attività svolte nei diversi locali comportano tempi di esposizione molto diversificati. Le fonti di inquinamento indoor sono molteplici e il loro contributo complessivo alla dose assorbita (indoor + outdoor) e di difficile quantificazione. Aspetti tossicologici del PM10 Il PM10 e una complessa miscela di elementi metallici e composti chimici organici ed inorganici dotati di differente tossicità per l uomo, quando individualmente considerati, e che possono avere azione tra loro sinergica. Una delle componenti più rilevanti del PM10 anche dal punto di vista tossicologico é il particolato emesso dai motori diesel. Una importante componente del PM10 é rappresentata dai metalli come Pb, Fe, Mn,Cr, Ni, Pt, dotati di azione generale o localizzata di tipo irritativo, allergico o tossico sistemico. Aspetti epidemiologici del PM10 Gli effetti dell inquinamento atmosferico sulla salute possono essere acuti o cronici. I primi si manifestano lo stesso giorno dell esposizione o seguono a distanza di pochi giorni mentre i secondi si manifestano anche ad anni di distanza dopo esposizioni prolungate nel tempo. Gli effetti a breve termine sono stati oggetto di indagini molto ampie e rigorose negli Stati Uniti ed in Europa che hanno fornito risultati concordanti. Disponiamo anche di dati riguardanti la situazione italiana, in particolare lo studio "MISA" (Metanalisi Italiana degli Studi sugli effetti a breve termine dell inquinamento Atmosferico) che ha interessato 15 grandi centri urbani italiani, tra cui la città di Milano nel periodo Lo studio ha stimato l incremento della mortalità 45

46 Capitolo: L inquinamento atmosferico per cause respiratorie e per cause cardiovascolari, nonché dei ricoveri ospedalieri non programmati per patologie respiratorie, cardiache e cerebro-vascolari, in rapporto ad incrementi della concentrazione degli inquinanti atmosferici. NO2, CO e PM10 si sono dimostrati gli inquinanti di maggior rilievo: il loro incremento e associato ad un aumento della mortalità nei giorni immediatamente successivi a carico di tutte le cause naturali, le cause respiratorie e le cause cardiovascolari. Nel complesso, emerge da tutti gli studi condotti sia in Italia sia all ester0 un indicazi0ne concorde circa gli effetti dannosi dell inquinament0 atm0sferic0 sulla salute umana, sia nei giorni immediatamente successivi alla comparsa di picchi, sia nel lungo periodo. Le stime di incremento della mortalità e dei ricoveri ospedalieri sono variabili sia tra città sia tra studi. COME PREVENIRE L INQUINAMENTO DELL ARIA Per prevenire l inquinamento dell aria bisogna evitare di immettervi le sostanze che la inquinanti. I metodi sono diversi a seconda che si tratti di inquinanti emessi da industrie o di inquinanti prodotti nell ambito di quella che potremmo chiamare la vita quotidiana (appartiene a quest ultima categoria, ad esempio, l inquinamento da automobili) In questo paragrafo considereremo le tecniche di prevenzione che riguardano più specificamente l industria. Il particolato (comprese le polveri) può essere abbattuta mediante filtrazione meccanica, precipitazione elettrostatica, separazione tramite ciclone, separazione tramite lavaggio, e impiego di metodi acustici. La filtrazione intesa come separazione di particelle da un fluido gassoso può essere necessaria: per ragioni economiche, ovvero per recuperare la parte di polvere che come prodotto o reattivo non trasformato altrimenti andrebbe dispersa; per motivi igienici e ambientali, ovvero per limitare la dispersione di polveri in ambiente di lavoro oppure nell ambiente esterno. E bene evidenziare la distinzione tra polveri, fumi e nebbie: polveri : particelle solide di dimensione media compresa tra 10 e 50 micron; fumi: particelle solide fine di dimensione media comprese tra 1 e 15 micron; nebbie: sospensione di gocce liquide di dimensione tra 2 e 15 micron, in un gas. Il meccanismo usato per separare le tre tipologie è analogo, ovvero si tratta sempre di trattenere all uscita la parte corpuscolare dispersa nel fluido, processo realizzato utilizzando filtri nelle tipologie a secco o a umido: sono filtri a secco quelli che separano le particelle per azione meccanica o elettrostatica. sono filtri a umido quelli che separano le particelle mediante lavaggio del gas in opportune colonne a riempimento. 46

47 Capitolo: L inquinamento atmosferico FILTRO A MANICA I filtri a manica sono costituiti da un insieme di tubi di tela a trama fitta tenuti ad una estremità da anelli fissati a loro volta in una camera, con fori in corrispondenza ad ogni tubo. L aria entra nei tubi come indicato nello schema a fianco, e deposita la polvere sulla superficie interna della tela mentre l aria depurata esce; la polvere viene scossa mediante sistemi automatici e raccolta in un cassone alla base. La pulizia delle tele può avvenire mediante getti di aria compressa dall interno verso l esterno delle maniche, attraverso delle elettrovalvole, comandate mediante controllo elettronico. La capacità filtrante del sistema così come le condizioni ambientali in cui può essere utilizzato dipendono dalle caratteristiche del tessuto: così ad esempio filtri in lana di vetro possono essere usati per il funzionamento a temperature di esercizio di 200 C. La camera che contiene le maniche è generalmente ispezionabile attraverso opportuni portelloni. I diversi tipi di tessuto per diverse granulometrie di polveri definiscono anche la velocità di filtrazione, che sarà maggiore per dimensioni maggiori delle polveri. Il dimensionamento di un filtro a maniche necessita dei seguenti dati: - caratteristiche chimico-fisiche delle polveri; - temperatura dell aria da trattare; - posizione della fase che genera le polveri relativa a quella dell impianto di abbattimento e altezza da terra dell impianto. 47

48 Capitolo: L inquinamento atmosferico Campi di applicazione e limiti di operatività I filtri a maniche trovano impiego nei seguenti settori: produzione ceramiche, alimentari, gomma, cementifici, industria estrattiva. Operazioni di stoccaggio, movimentazione, trasporto pneumatico, miscelazione, pesatura e confezionamento di materiali solidi polverulenti - Operazioni di levigatura, sabbiatura, smerigliatura, carteggiatura, bordatura, taglio di superfici di vario tipo e materiale. - Operazioni di fusione di materiali metallici, vetrosi ed altro tipo - Operazioni di combustione di materiale solido e rifiuti - Operazioni di verniciatura con prodotti in polvere Efficienza di abbattimento L efficienza di abbattimento può essere molto alta e raggiungere il 99%, purché il dispositivo sia utilizzato nelle condizioni ottimali, soprattutto per i filtri a maniche. L efficienza dei sistemi di filtrazione si valuta esaminando i vari parametri che influenzano l abbattimento del particolato. La temperatura operativa dei vari filtri deve sempre essere superiore al punto di condensazione dei vapori presenti nell aria da depurare. Infatti se l acqua condensa, lo strato di polveri già depositato sulla superficie del filtro si inumidisce e questo causa un aumento della resistenza al passaggio dell aria. Inoltre la presenza di una fase acquosa favorisce la dissoluzione di eventuali composti acidi presenti nei depositi e quindi alla lunga porta alla corrosione dei vari componenti dell impianto, in particolare maniche ed intelaiature di sostegno. Per evitare questo rischio, è possibile ricorrere al preriscaldamento del sistema di abbattimento prima dell utilizzo. L installazione di un pressostato (misura la pressione dell aria) permette di valutare la caduta di pressione lungo gli elementi filtranti, per verificare che i valori rientrino nei limiti di riferimento e che non vi siano degli intasamenti. L individuazione delle infiltrazioni d aria nell impianto riveste un ruolo fondamentale, in genere se sono udibili bisogna anche valutarne la portata. La semplice osservazione dei camini di scarico risulta molto utile, in genere un aumento delle emissioni visibili indica una riduzione nell efficienza di abbattimento. La causa di una evidente fuoriuscita di polveri dal camino può essere ricondotta alla rottura dei filtri, ad un problema di tenuta causato da una installazione non corretta, oppure a errata progettazione e dimensionamento (non si usano gli elementi filtranti più idonei). Il problema del distacco delle sacche filtranti può essere dovuto ad un difetto dei supporti, ad un deposito di polveri eccessivo, ad un ciclo di pulizia troppo frequente, ad uno scuotimento troppo violento, e nei sistemi che usano aria compressa per la pulizia ad una pressione eccessiva. 48

49 Capitolo: L inquinamento atmosferico Costi di investimento e di esercizio Il costo di investimento è relativamente contenuto, e dipende fortemente dalle caratteristiche degli elementi filtranti (tessuto di cui sono fatte le maniche) e dei dispositivi di controllo della pressione. Il costo di esercizio è legato alle caratteristiche del flusso da trattare e all usura che genera sulle maniche, richiedendone la sostituzione. La manutenzione ordinaria non richiede di norma interventi specialistici, ma di semplice controllo e pulizia. Vantaggi e svantaggi nell utilizzo Si tratta di sistemi di semplice gestione che spesso in funzione dell intervallo granulometrico delle polveri, devono essere preceduti da altri dispositivi di abbattimento come ad esempio cicloni per garantire la massima efficienza. 49

50 Capitolo: L inquinamento atmosferico FILTRI ELETTROSTATICI I filtri elettrostatici sfruttano la precipitazione elettrostatica; le particelle opportunamente caricate in un campo elettrico, si muovono con velocità più elevate di quelle realizzabili in campi gravitazionali ed inerziali. Il particolato è in genere elettricamente neutro e pertanto per sfruttare la precipitazione elettrostatica, è necessario caricarlo elettricamente. Questo avviene all interno del filtro stesso, sfruttando l effetto corona. L effetto corona si realizza mediante un dispositivo costituito da due elettrodi, di cui uno è un filo e l altro un elettrodo ad ampia superficie. Tra i due elettrodi si impone una differenza di potenziale di alcune decine di migliaia di volt, tale da rendere l aria conduttiva per dissociazione elettrica dei gas che la compongono. Se il filo è caricato negativamente, si forma intorno ad esso un area costituita da uno strato sottile a forma di corona nel quale il campo elettrico è sufficientemente intenso per causare la dissociazione delle molecole di gas; in questa zona intorno al filo, si crea e si autosostiene una densa nube di ioni positivi e di elettroni a forma, appunto, di corona. Essendo il filo caricato negativamente gli elettroni si muovono verso la parete dell elettrodo positivo e, allontanandosi vengono catturati dalle molecole dei gas costituenti l atmosfera locale, che, di conseguenza, si caricano a loro volta negativamente: le particelle solide che si trovano tra filo e parete del tubo, assorbono nelle loro porosità le molecole di gas e risultano così caricate. A questo punto le particelle di polvere muovono veloci verso il tubo (elettrodo positivo) dove vengono catturate e trattenute. L aria o il gas contenente polveri viene aspirato e convogliato nella zona del campo elettrico, dove il materiale solido inizia a depositarsi sulla parete. Tale deposito deve essere periodicamente rimosso o attraverso l azione detergente di un liquido, in particolare nei casi in cui sia necessario associare all abbattimento una reazione di trasformazione chimica delle polveri stesse, oppure mediante azioni meccaniche come percussione o vibrazione che porta a raccogliere le polveri in un serbatoio. La manutenzione ordinaria richiede che periodicamente gli elementi metallici che costituiscono il filtro vengano estratti lavati. Per semplificare e rendere meno onerosa la manutenzione nei dispositivi più moderni il lavaggio viene fatto automaticamente dalla macchina stessa, secondo cicli predeterminati: i filtri autopulenti per vibrazione sono generalmente usati per polveri con basso contenuto di umidità (fumi da saldatura ed emissioni da lavorazioni meccaniche a secco), gli autolavanti ad acqua trovano impiego per il trattamento delle emissioni caratterizzate da nebbie oleose e polveri umide (da lavorazioni meccaniche ad umido con acqua emulsionata o fluidi da taglio). Comunemente vi sono 3 tipi diversi di precipitatori elettrostatici: - gli elettrofiltri a secco con corona negativa; - gli elettrofiltri ad umido con corona negativa; - gli elettrofiltri ad umido con corona positiva. Di questi i primi sono di gran lunga i più diffusi nelle applicazioni industriali. 50

51 Capitolo: L inquinamento atmosferico Campi di applicazione e limiti di operatività Il campo di applicazione degli elettrofiltri a secco si suddivide in due settori: il settore professionale nell ambito civile di filtrazione aria ambiente da inquinanti come fumo di sigaretta, polveri, pollini; il settore industriale per la filtrazione di nebbie oleose, fumi di saldatura, polveri fini. Il sistema non è adatto a qualunque tipo di polvere: devono essere particelle che sono in grado di caricarsi, che non creano problemi di flusso e che hanno una opportuna resistività le particelle con resistività superiore causano una caduta di tensione all interno dello strato di polvere sulla parete del tubo, con formazione di turbolenze nel deposito e di bolle d aria cariche negativamente che respingono l ulteriore accumulo di particelle, mentre resistività inferiore a 104Ohm*cm rende probabile la perdita di carica da parte delle particelle, con conseguente perdita di coesione del deposito che tende a disperdersi nuovamente nel flusso di aria. E possibile comunque, nel caso manchino le condizioni ideali, modificare opportunamente il flusso di particelle per aggiunta di sostanze che influenzino positivamente la condizione non rispettata. Per alcune particelle ad esempio la resistività può essere aumentata operando ad una temperatura opportuna, mentre, se la resistività è troppo elevata, può essere abbassata per aggiunta di anidride solforosa, acido solforico, carbonato di sodio. Efficienza di abbattimento L efficienza di abbattimento può essere molto alta e raggiungere il 99%, anche su granulometrie molto ridotte. L indicatore più diretto del rendimento dell elettrofiltro è l opacità del flusso d aria in uscita. Alcuni grandi precipitatori elettrostatici sono dotati di monitor appositi detti opacimetri che sono in grado di rilevare anche le piccole deviazioni nell opacità media. Comunque le rilevazioni sulle emissioni visibili possono essere fatte anche a vista, risulta infatti abbastanza facile intuire un malfunzionamento dell elettrofiltro se all uscita compaiono degli sbuffi di fumo. Spesso i picchi di opacità si possono ricondurre al rientro del particolato nel flusso d aria trattato durante l azione dei percussori oppure ad un aumento della presenza del particolato a monte dell elettrofiltro. Anche le variazioni nella resistività del particolato possono comportare un aumento delle emissioni a valle del precipitatore elettrostatico. 51

52 Capitolo: L inquinamento atmosferico Il controllo delle variazioni del voltaggio, della corrente e del numero delle scariche elettriche permette di evidenziare eventuali problemi di funzionamento. Nel dispositivo di percussione è necessario controllare periodicamente le condizioni generali strutturali, l intensità delle percussioni e la loro frequenza in modo tale da regolarle sulla base delle condizioni di resistività del articolato; in generale, infatti, la frequenza delle percussioni è maggiore nella parte in corrispondenza dell entrata del flusso d aria da trattare, dove la deposizione è maggiore, mentre diminuisce progressivamente verso l uscita. Se la resistività è bassa, il particolato viene trattenuto debolmente e quindi frequenza e intensità delle percussioni devono essere moderate, mentre se la resistività è alta il particolato aderisce più tenacemente per cui serve una maggiore intensità e frequenza, nel rispetto dei limiti di resistenza meccanica e strutturale dei percussori stessi e delle piastre di raccolta. Un altro problema che si può verificare è quello delle infiltrazioni d aria nell elettrofiltro. Queste infiltrazioni possono portare spesso ad una perdita dell isolamento degli elettrodi o alla corrosione delle parti metalliche a causa delle condensazioni acide favorite dall umidità. Costi di investimento e di esercizio Il costo di investimento del sistema è piuttosto elevato; una stima dei costi di investimento per un impianto di caratteristiche medie, al netto di opere aggiuntive è di circa euro al m 3 di portata. I costi di esercizio dipendono dall energia impiegata e dalle necessarie manutenzioni e controlli. Vantaggi e svantaggi nell utilizzo ambientali Opera con alte efficienze e base perdite di carico, ma comporta ingombri notevoli e costi di installazione e manutenzione tutt altro che trascurabili; l ingombro elevato è dovuto al fatto che il funzionamento dei dispositivi è ottimale per velocità dell aria inferiori a 1,5 m/sec, quindi è necessario operare con grandi sezioni. Tra i principali vantaggi ricordiamo: la possibilità di ottenere alte efficienze di filtrazione. Sono, infatti, frequenti rendimenti superiori al 99%; la possibilità di abbattere particelle di diametro molto ridotto, non esistendo un limite teorico inferiore per la ionizzazione dei corpuscoli; la possibilità di ottenere il recupero del particolato senza modificarlo, allo stato secco; ciò rende possibile, in molti processi produttivi, il reimpiego di materie prime costose; l assenza di parti in movimento, che aumenta l'affidabilità; la possibilità di operare a temperature di esercizio molto elevate e in condizioni ambientali aggressive (ad esempio in nebbie corrosive); 52

53 Capitolo: L inquinamento atmosferico la relativamente bassa potenza installata rispetto al flusso trattato, 1 kw per un elettrofiltro da circa m 3 /h. Tra gli svantaggi: il costo iniziale alto; il fatto che gli elettrofiltri funzionano bene solo in condizioni operative costanti; l'ingombro del filtro che a volte può diventare eccessivo; la necessità di ricorrere ad una prefiltrazione per non sovraccaricare il filtro; la necessità di impiegare particolari cautele, visto l'impiego di tensioni molto elevate. 53

54 Capitolo: La Guerra d Etiopia LA GUERRA D ETIOPIA I motivi dell impresa In campo coloniale, la politica del regime fascista fu inizialmente rivolta a consolidare i possedimenti italiani in Africa come la Libia, l Eritrea e la Somalia. In precedenza tra il 1921 e il 1930 in Libia, il Maresciallo Garzani aveva stroncato la resistenza degli arabi facendo ricorso anche a rappresaglie, deportazioni, esecuzioni e provocando migliaia di vittime. Vennero lanciate bombe incendiarie sui campi d orzo dei ribelli, con mitragliamenti in numerose oasi. Non si trattava di azioni contro forze armate, bensì di bombardamenti indiscriminati della popolazione civile, con l obiettivo di indurla a non appoggiare gli uomini in armi. Si voleva fare terra bruciata attorno ai ribelli e, in effetti, questa politica del terrore spinse migliaia di uomini, donne e bambini a lasciare la Libia. A tal fine si sganciarono anche bombe cariche di gas tossici, da parte delle forze armate italiane appare ancor più riprovevole se si considera che le grandi potenze si erano formalmente impegnate a non farne uso. Nonostante l estrema durezza della repressione, in alcune regioni la resistenza libica sopravvisse, Badoglio (governatore della Libia), decise allora di occuparsi personalmente del problema. Egli fece deportare e chiudere in campi di concentramento circa Arabi, questa cifra rappresenta esattamente la metà degli abitanti indigeni. In nessun altra colonia italiana la repressione ha assunto i caratteri e le dimensioni di un autentico genocidio. Nelle colonie vennero quindi assegnati ai contadini italiani ettari di terre incolte e con il sostegno del governo, imprese do colonizzazione: furono costruite strade e infrastrutture e venne sviluppata la produzione di cotone e di banane, impegnando la manodopera indigena. In una prima fase si può vedere che Mussolini aveva puntato alla creazione di una atmosfera di pace; si trattava di una strategia obbligata per consolidare il regime fascista e migliorarne l immagine in Europa. In una seconda fase, il regime si sentì più forte e ritenne di potersi affermare anche oltre confine, incoraggiando il militarismo e il riarmo (ciò determinò un inasprimento dei rapporti internazionali). Ponendosi dunque nell ottica della valorizzazione della forza della nazione italiana, aveva già deciso di conquistare nuovi territori in Africa. Con questa impresa intendeva trasformare in realtà le affermazioni secondo cui il regime fascista avrebbe portato l Italia a diventare una grande potenza e quindi a raggiungere l obiettivo che il precedente Stato liberale non aveva conseguito. 54

55 Capitolo: La Guerra d Etiopia Mussolini decise di rompere gli indugi e di dare inizio a una politica di espansione in Africa ai danni dell impero abissino in Etiopia, uno stato indipendente allora retto da Hailé Selassié. Si trattava di completare la conquista del corno d africa, dove già esistevano colonie italiane. Ricordiamo che l Abissina era un tradizionale obiettivo coloniale italiano, lì era maturata la cocente sconfitta di Adua del 1896, e che l Etiopia costituiva pressoché l ultimo lembo di terra africana rimasto indipendente dalle potenze occidentali e quindi l unica occasione per dimostrare a livello nazionale la solidarietà interna del regime fascista. Secondo Mussolini la conquista dell Etiopia avrebbe ottenuto un tacito consenso di Francia e Gran Bretagna e la MAPPA DEL CORNO D'AFRICA CON LE OFFENSIVE DEI MILITARI ITALIANI Società delle Nazioni non sarebbe intervenuta. Ma pochi giorni dopo l aggressione l Italia venne condannata in quanto aggressore di un altro paese membro dell associazione. Tuttavia questo non indebolì Mussolini, anzi gli diede la possibilità di assumere atteggiamenti vittimistici, denunciano l ennesimo tentativo di «strangolare» l Italia e impedire di conquistare il suo «posto al sole». Un ottimo argomento propagandistico che garantì al regime il consenso dell opinione pubblica nazionale fu un dono di massa: milioni di sposi donarono le proprie fedi nuziali alla patria e i giornali denigrarono gli etiopi come popolo da civilizzare. Fu probabilmente questo il periodo in cui il Fascismo ebbe il maggior successo popolare. L aggressione Il 3 ottobre 1935 il duce approfittò di un attacco di bande etiopiche contro un presidio italiano per aprire le ostilità senza dichiarazione di guerra e ordinò alle truppe presenti in Eritrea (guidate dal generale De Bono) e in Somalia (guidate dal generale Graziani) di superare il confine, adducendo come motivazione la missione civilizzatrice dell Italia e il suo diritto ad avere un posto al sole. I soldati mobilitati erano provenienti dall Italia e truppe coloniali. L avventura dei militari italiani risultò ardua, per le grandi difficoltà incontrate nella guerra contro l impero abissino: sia per la guerriglia scatenata dalla popolazione locale, sia per la vastità e l asperità del territorio nel quale si sarebbero svolte le operazioni militari, che era privo di strade e ricco invece di zone montuose. La campagna richiese sette mesi per arrivare ad occupare Addis Abeba, la capitale. I due generali non esitarono durante la campagna a ricorrere all uso di armi come gas asfissianti e tossici. 55

56 Capitolo: La Guerra d Etiopia La proclamazione dell impero Il 9 maggio 1936 Mussolini poté annunciare la fine della guerra e la nascita di un impero dell Africa orientale italiana : offrendo la corona di imperatore d Etiopia a Vittorio Emanuele III (con Badoglio viceré). Il Duce, al quale fu attribuito il titolo di fondatore dell impero, raggiunse allora il massimo del consenso e della popolarità. Anche se dal punto di vista economico l Etiopia non si rivelò un paese ricco di risorse e poco adatto alla coltivazione, dal punto di vista politico l operazione fu un successo: nell estate stessa le sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni furono ritirate e Francia e Gran Bretagna riconobbero l impero italiano d Africa. In questo la Società delle Nazioni manifestò la sua impotenza a risolvere le controversie di tale portata. Le conseguenze e l Asse Roma-Berlino La guerra costò all Italia l uscita dalla Società delle Nazioni (che aveva adottato delle sanzioni contro il nostro paese) e l isolamento in ambito europeo,. In tale situazione Mussolini, vedendo preclusa la possibilità di rinnovare l intesa con Gran Bretagna e Francia, si risolse a cercare un alleanza con la Germania di Hitler. La Germania durante la Guerra d Etiopia venne in aiuto dell Italia con una serie di interventi economici: infatti non aderendo alla Società delle Nazioni essa non era vincolata al rispetto del blocco. Così questo avvicinamento si trasformò rapidamente in un alleanza politica che si concretizzò nell ottobre del 1936 con un accordo definito dallo stesso Mussolini Asse Roma-Berlino. Tale accordo in verità non costituiva una vera e propria alleanza militare, ma riconosceva il rapporto sempre più stretto fra i due paesi, in quanto prevedeva l impiego comune a lottare contro il comunismo e una reciproca consultazione sulle questioni internazionali. 56

57 Capitolo: Giuseppe Ungaretti e i suoi rapporti col fascismo GIUSEPPE UNGARETTI E I SUOI RAPPORTI COL FASCISMO L importanza storica di Ungaretti si lega non solo al valore artistico della sua poesia ed all influenza che ha esercitato sulle esperienze letterarie successive, ma anche per la sua personalità. Da una parte egli cercava l equilibrio, la purezza e l armonia; dall altra sentiva il bisogno di tensione e trasgressione: il culto della parola è stato l elemento poetico di collegamento fra le due componenti. A tale proposito mi è parso interessante notare come anche il suo rapportarsi con la realtà politica del tempo ed in particolare il fascismo, possa rientrare in tale dinamismo caratterizzato da aspetti contrastanti. La sua vita in sintesi - Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d Egitto nel 1888, e trascorre l infanzia in Africa, dove il padre lavora per la costruzione del Canale di Suez. Dopo il liceo si trasferisce a Parigi, dove conosce molti intellettuali. - Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruola volontario per il fronte del Carso. Da questa esperienza nascono alcune sue poesie. - Dopo la guerra ritorna in Francia. Rientra in Italia nel Nel 1933 esce "Il sentimento del tempo", la raccolta che segna l inizio della sua seconda fase poetica. Le liriche sono più lunghe e le parole più complesse. - Nel 1939, si trasferisce in Brasile per insegnare letteratura italiana all Università di San Paolo. Nel 1944 inizia la terza fase di produzione poetica, più meditativa e stilisticamente meno innovativa. Il poeta riflette sulla vita, derivata dall età. - Torna in Italia nel 1942, a Roma, dove insegna all Università di Roma appunto. - Muore a Milano nel 1970, dopo la sua ultima lirica "L impietrito e il vellutato". 57

58 Capitolo: Giuseppe Ungaretti e i suoi rapporti col fascismo Caratteri Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti contemporanei, infatti viene definito il precursore dell ermetismo (movimento letterario che verrà definito negli anni trenta). Esse sono a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed il titolo ha notevole importanza. Le caratteristiche principali di Ungaretti sono: - Poesie brevi: questa forma letteraria, difatti, dà poca importanza alla lunghezza della poesia, esaltando invece le emozioni forti, a volte molto evidenti, a volte nascoste, suscitate tramite una parola, la religione della parola: parola che si carica di un enorme significato. - Mancanza della punteggiatura: la mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Infatti, le poesie di Ungaretti sono molto tristi, essendo ispirate dalla Prima Guerra Mondiale. Anche gli spazi tra una strofa e l altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad un singhiozzo e per dare alla parola il massimo risalto e la massima efficienza espressiva. - L importanza del titolo: il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, infatti, è racchiuso tutto il significato della poesia, e, a volte, ne è racchiusa la morale. - Sconvolgimento della metrica: adotta versi per lo più brevissimi, fino a far coincidere il verso con la parola. - Potenzia al massimo l espressività dei nomi e dei verbi usati spesso in modo assoluto e isolati sulla pagina con l uso dello spazio bianco. - Ribellione alla forma poetica tradizionale. - Taglio autobiografico della poesia: lui più di altri fa tesoro delle sue esperienze di vita e le riporta nelle sue produzioni in modo unico. L adesione di Ungaretti al fascismo «Patria e rivoluzione: ecco il grido nuovo. (...) Aderisco ai fasci di combattimento, il solo partito che intende la tradizione e l'avvenire, in modo genuino.» Con queste parole espresso su Il Popolo d'italia il 13 novembre 1919 Ungaretti esprimeva un parere favorevole all iniziale movimento fascista. Egli aderì al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti nel L adesione al fascismo da parte di Ungaretti è un problema notevole della critica letteraria e biografica, che appare curioso ed andrebbe indagato a fondo sebbene non sia mai stato preso seriamente in considerazione. Le sue poesie contro la guerra e poi la sua sensibilità e umanità chiaramente espresse sono in stridente contraddizione con l'adesione ad un movimento che faceva della persecuzione politica e poi dell'alleanza con il nazismo, i suoi mezzi di lotta correnti. Contraddizione ancor più evidente se si pensa al nuovo massacro del secondo conflitto mondiale, del tutto simile a quello a cui lo stesso Ungaretti si riferiva e che condannava nelle sue liriche del Non a caso nel 1944 scrisse contro la guerra: "Non gridate più", e la raccolta del "Dolore". 58

59 Capitolo: Giuseppe Ungaretti e i suoi rapporti col fascismo Tuttavia le sue pubblicazioni non inficiarono i suoi rapporti con il fascismo e con Mussolini, da cui ricevette innegabili vantaggi, come la cattedra di Letteratura italiana all Università di Roma. Interessante, a questo proposito appare il ritrovamento di una lettera, in cui il poeta come rivolgendosi ad un mecenate chiedeva a Benito Mussolini di stendere una prefazione alla sua raccolta poetica. Il capo del fascismo, secondo il poeta, era l'unico, in quel momento, capace di offrirgli un riconoscimento ufficiale adeguato al proprio valore artistico, attraverso il quale migliorare anche il tenore di vita. E' quanto emerge dalla lettera inedita con la quale Ungaretti richiese a Mussolini (ottenendola) la prefazione alla sua più celebre raccolta poetica, ''Il porto sepolto'', stampata a La Spezia nel Il documento autografo, conservato all'archivio Centrale dello Stato, e' stato ritrovato da Francesca Petrocchi, ordinario di letterature moderne comparate all'università' di Viterbo, che lo ha inserito nel volume ''Scrittori italiani e fascismo'', di prossima pubblicazione dall'archivio Guido Izzi di Roma. La scoperta mostra che fu proprio Ungaretti a contattare direttamente Mussolini, senza la mediazione di Ardengo Soffici o Ettore Serra, come sostenuto da alcuni studiosi. La lettera datata 5 novembre 1922 (il 31 ottobre il leader fascista era diventato capo del governo, tre giorni dopo la marcia su Roma) ed apre il ''fascicolo Ungaretti'' conservato tra le carte della Segreteria Particolare del Duce. In essa Ungaretti ricordava che il suo ''valore di poeta'' era stato riconosciuto tra gli altri, da Soffici, Papini e Prezzolini, così come da molti illustri intellettuali francesi (Apollinaire, Breton), i quali lo avevano esaltato ''con parole non più usate da lungo tempo verso uno scrittore d'italia''. Scriveva perciò a Mussolini: ''Meriterei di essere da un pubblico più vasto conosciuto ed amato. Finora non conosco bene che la fame. L'Italia nuova deve sapere dare di più al valore. Vuole Vostra Eccellenza che la rinnovata italianità sta consacrando, innalzare anche la mia fede? Ricorro a V. E. come a un signore della Rinascenza. Quando l'italia e' stata grandissima nel mondo, i potenti non sdegnarono di coronarla di bellezza ch'e' la sola cosa non peritura. A parere di Ungaretti, ''poche righe di prefazione'' da parte del nuovo capo di governo - ''quando le gravi cure dello Stato le daranno un momento di tregua'' - sarebbero state per lui ''agli occhi di tutti, un gran segno d'onore''. Conclusione Non abbiamo alcuna notizia di un ripensamento di Ungaretti in merito alla sua adesione al fascismo, neppure dopo la caduta del regime stesso. Tale interesse per il fascismo rimane, dunque, una grande ombra sulla sua vita e sulla sua dimensione morale. D'altra parte la sua poesia e le sue riflessioni, cariche di umanità, testimoniano la genuinità della sua lirica, che non era certo al servizio del "regime". Non pare esserci una risposta certa all interrogativo su come potesse conciliarsi in Ungaretti l'alta valenza morale ed umana delle sua poetica con la propria posizione 59

60 Capitolo: Giuseppe Ungaretti e i suoi rapporti col fascismo politica: forse la motivazione è da ritrovarsi più che nel poeta nell uomo che vive il suo tempo e crede in ciò che fa, nella propria parola e vuole affermarla in tutti i modi. Il caso Ungaretti come per altri autori italiani (si consideri per esempio Pirandello) consente di capire quanto l autore in rapporto alla realtà sociale e politica del suo tempo abbia assunto una posizione originale. Egli, infatti si è posto più su un piano biograficoche prettamente ideologico: in fondo forse il suo era un volere dichiarare il proprio IO lirico e la storicità della sua poesia quale espressione di un sentire anche collettivo. A seguire si presentano in sintesi alcuni aspetti fondamentali delle sue tre principali raccolte. RACCOLTE La poetica di Ungaretti è legata alla sua biografia, poiché le esperienze di vita del poeta influenzano notevolmente il suo modo di scrivere e i temi trattati. In particolar modo, la guerra e il suo ruolo di soldato ispirano alcune tra le sue opere più famose nelle quali esplora e spiega un aspetto della vita a lui nuovo. Le sofferenze patite, la morte che ritrova continuamente sui campi di battaglia e nelle trincee e molti altri drammi causati dal conflitto di cui è protagonista, donano al poeta nuovi strumenti espressivi. Consideriamo brevemente nei loro tratti distintivi le tre fondamentali raccolte poetiche di Ungaretti : L Allegria, Sentimento del tempo, Il dolore. L allegria La raccolta Allegria di naufragi, mette in luce lo stile particolare del poeta; i versi sono spezzati e la metrica viene completamente alterata. Alcuni versi sono composti da singole parole e l'elemento dominante è senza dubbio l'analogia, tipica dell'ermetismo. La poesia, per rendere meglio, andava quindi recitata. L'espressione ermetica era basata quindi sul tentativo di restituire alla poesia un valore e un significato essenziale e a tratti profondo ed oscuro. L Allegria è il titolo definitivo assunto dalla raccolta Allegria di naufragi, il cui nucleo originario è costituito dalle poesie di Il porto sepolto. L Allegria fu sottoposta a numerose rielaborazioni, aggiunte e varianti, fino all edizione definitiva del Tema fondamentale dell Allegria è quello della guerra, a cui il poeta partecipò in prima persona. I versi di Ungaretti scoprono nella guerra la solitudine e la fragilità della sorte umana, che proprio nel momento della sofferenza fanno emergere il senso di fratellanza e di solidarietà che istintivamente legano ciascun uomo. Nel momento del più elevato rischio, quando la condizione umana sfiora di continuo la morte, tanto più forte si fa l attaccamento alla vita e il desiderio religioso di armonia con l universo. 60

CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE

CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI MECCANICHE Le lavorazioni meccaniche possono essere classificate secondo diversi criteri. Il criterio che si è dimostrato più utile, in quanto ha permesso di considerare

Dettagli

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO

TRATTAMENTI TERMICI IMPORTANZA DI ESEGUIRE IL TRATTAMENTO TERMICO NEL MOMENTO OPPORTUNO DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PEZZO TRATTAMENTI TERMICI IL TRATTAMENTO TERMICO CONSISTE IN UN CICLO TERMICO CHE SERVE A MODIFICARE LA STRUTTURA DEL MATERIALE PER LA VARIAZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE MECCANICHE: RESISTENZA DEFORMABILITA

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella Università di Pisa Facoltà di Ingegneria Leghe non ferrose Chimica Applicata Prof. Cristiano Nicolella Leghe non ferrose Minerali di alluminio L alluminio è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta

Dettagli

I METALLI. I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili.

I METALLI. I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili. M et 1 all I METALLI I metalli sono materiali strutturali costituiti ciascuno da un singolo elemento. Hanno tra loro proprietà molto simili. Proprietà Le principali proprietà dei metalli sono le seguenti:

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica

Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica OGGETVO: Brevettazione dl un perfezionamento riguardante I pressatori per mescolatori dl gomma Egregio dottore, Le invio una breve relazione

Dettagli

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE Si possono considerare come l'insieme delle caratteristiche

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO METALLI FERROSI I metalli ferrosi sono i metalli e le leghe metalliche che contengono ferro. Le leghe ferrose più importanti sono l acciaio e la ghisa. ACCIAIO: lega metallica costituita da ferro e carbonio,

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici La tecnologia del serraggio idraulico ad espansione si è evoluto fino a raggiungere livelli di precisione e di affidabilità tali da poter soddisfare

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati

Dettagli

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI ARGOMENTI TRATTATI: Oggetti materiali e tecnologie Classificazione dei materiali Proprietà dei materiali Proprietà chimico/fisico Proprietà

Dettagli

Lezione 11 Trattamenti termici

Lezione 11 Trattamenti termici Lezione 11 Gerardus Janszen Dipartimento di Tel 02 2399 8366 janszen@aero.polimi.it . IL TRATTAMENTO TERMICO CONSISTE IN UN CICLO TERMICO CHE SERVE A MODIFICARE LA STRUTTURA DEL MATERIALE PER LA VARIAZIONE

Dettagli

Acciaio per lavorazioni a caldo

Acciaio per lavorazioni a caldo Acciaio per lavorazioni a caldo Generalità BeyLos 2329 è un acciaio legato progettato per la realizzazione di matrici, stampi o punzoni o altri particolari che devono lavorare a temperature elevate. I

Dettagli

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro)

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione

Dettagli

MATERIALI. Introduzione

MATERIALI. Introduzione MATERIALI 398 Introduzione Gli acciai sono leghe metalliche costituite da ferro e carbonio, con tenore di carbonio (in massa) non superiore al 2%. Attenzione: la normazione sugli acciai è in fase di armonizzazione

Dettagli

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro Materiali, Sviluppo, Soluzioni Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro H.C. Starck, Molibdeno Materiali come il molibdeno e il tungsteno, sono vitali per le applicazioni di fusione, omogeneizzazione

Dettagli

APPUNTI SU PROBLEMI CON CALCOLO PERCENTUALE

APPUNTI SU PROBLEMI CON CALCOLO PERCENTUALE APPUNTI SU PROBLEMI CON CALCOLO PERCENTUALE 1. Proporzionalità diretta e proporzionalità inversa Analizziamo le seguenti formule Peso Lordo = Peso Netto + Tara Ricavo = Utile + Costo Rata = Importo + Interesse

Dettagli

PAGINA 1 DI 5 MOLYKOTE

PAGINA 1 DI 5 MOLYKOTE PAGINA 1 DI 5 MOLYKOTE CARATTERISTICHE Le lacche Molykote sono dispersioni di sostanze lubrificanti solide, come ad esempio il bisolfuro di molibdeno, e di resine leganti organiche o inorganiche finemente

Dettagli

Gli acciai inossidabili

Gli acciai inossidabili Gli acciai inossidabili Gli acciai inossidabili sono delle leghe a base di ferro, di cromo e di carbonio ed anche di altri elementi quali il nichel, il molibdeno, il silicio, il titanio, che li rendono

Dettagli

IL PROBLEMA DEL PRODURRE

IL PROBLEMA DEL PRODURRE IL PROBLEMA DEL PRODURRE IL CICLO TECNOLOGICO E I PROCESSI PRIMARI E SECONDARI Ing. Produzione Industriale - Tecnologia Meccanica Processi primari e secondari - 1 IL CICLO TECNOLOGICO Il ciclo tecnologico

Dettagli

I semiprodotti di alluminio

I semiprodotti di alluminio Capitolo 7 I semiprodotti di alluminio 7.1. Introduzione In questo capitolo vengono presi in considerazione gli aspetti più importanti relativi alle tecnologie produttive dei semiprodotti di alluminio

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

Regole della mano destra.

Regole della mano destra. Regole della mano destra. Macchina in continua con una spira e collettore. Macchina in continua con due spire e collettore. Macchina in continua: schematizzazione di indotto. Macchina in continua. Schematizzazione

Dettagli

Le graniglie sono classificabili, secondo il materiale di cui sono composte, come segue :

Le graniglie sono classificabili, secondo il materiale di cui sono composte, come segue : Cos è la graniglia? L utensile della granigliatrice : la graniglia La graniglia è praticamente l utensile della granigliatrice: si presenta come una polvere costituita da un gran numero di particelle aventi

Dettagli

Si classifica come una grandezza intensiva

Si classifica come una grandezza intensiva CAP 13: MISURE DI TEMPERATURA La temperatura È osservata attraverso gli effetti che provoca nelle sostanze e negli oggetti Si classifica come una grandezza intensiva Può essere considerata una stima del

Dettagli

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato Nella presente esercitazione si redige il programma CNC per la fresatura del pezzo illustrato nelle Figure 1 e 2. Figura

Dettagli

APPLICATION SHEET Luglio

APPLICATION SHEET Luglio Indice 1. Descrizione dell applicazione 2. Applicazione - Dati 3. Selezione del prodotto e dimensionamento 4. Soluzione Motovario 1. Descrizione dell applicazione Gli schermi per campi da cricket fanno

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

IL TRASFORMATORE Prof. S. Giannitto Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell'elettromagnetismo legati ai flussi variabili. Il trasformatore

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE Per un corretto dimensionamento del martinetto a ricircolo di sfere è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A)

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg.

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg. Spingete per 4 secondi una slitta dove si trova seduta la vostra sorellina. Il peso di slitta+sorella è di 40 kg. La spinta che applicate F S è in modulo pari a 60 Newton. La slitta inizialmente è ferma,

Dettagli

CIRCUITI OLEODINAMICI ELEMENTARI

CIRCUITI OLEODINAMICI ELEMENTARI CIRCUITI OLEODINAMICI ELEMENTARI Un esame sistematico dei circuiti completi, anche se limitato a pochi tipi di macchine e di attrezzature, sarebbe estremamente complesso e vasto. Il raggiungimento del

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

FILIERA PRODUTTIVA COMPLETA

FILIERA PRODUTTIVA COMPLETA 2 FILIERA PRODUTTIVA COMPLETA TRATTAMENTO TERMICO LAVORAZIONI MECCANICHE LAMINAZIONE VERNICIATURA PRODUZIONE ACCIAIO MAGAZZINO L unione tra Esti e Acciaierie Venete ha dato luogo ad una nuova realtà, unica

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Il parametro fondamentale per la valutazione di un compressore alternativo è l efficienza volumetrica: η v = (Portata volumetrica effettiva) / (Volume

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

International Textil Education. Machinery Division. Manuale per la stampa a trasferimento termico

International Textil Education. Machinery Division. Manuale per la stampa a trasferimento termico Machinery Division Manuale per la stampa a trasferimento termico Manuale per la stampa a trasferimento termico STAMPA A TRASFERIMENTO TERMICO.....4 Principio di funzionamento.4 SRUTTURA INTERNA...5 Testina

Dettagli

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE Le saldature si realizzano prevalentemente con il metodo dell arco elettrico, utilizzando elettrodi rivestiti, che forniscono il materiale di apporto. Il collegamento è

Dettagli

Rapidamente al grado esatto Tarature di temperatura con strumenti portatili: una soluzione ideale per il risparmio dei costi

Rapidamente al grado esatto Tarature di temperatura con strumenti portatili: una soluzione ideale per il risparmio dei costi Rapidamente al grado esatto Tarature di temperatura con strumenti portatili: una soluzione ideale per il risparmio dei costi Gli strumenti per la misura di temperatura negli impianti industriali sono soggetti

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE GRAVIMETRIA LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE r La legge di gravitazione universale, formulata da Isaac Newton nel 1666 e pubblicata nel 1684, afferma che l'attrazione gravitazionale tra due corpi è

Dettagli

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore Disegno, Progettazione ed rganizzazione Industriale esame 03 DISEGN PRGETTZINE RGNIZZZINE INDUSTRILE Sessione ordinaria 03 L albero di trasmissione rappresentato in figura trasmette una potenza P = 5 kw

Dettagli

Die-casting Steel Solution

Die-casting Steel Solution Die-casting Steel Solution for Corrado Patriarchi 1 Acciai da utensili destinati alla deformazione a caldo di metalli e le loro leghe mediante procedimenti di stampaggio, estrusione, pressofusione. Vengono

Dettagli

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi 1 Forza Si definisce forza una qualunque causa esterna che produce una variazione dello stato

Dettagli

INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA

INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA Il nucleo (o core ) di una fibra ottica è costituito da vetro ad elevatissima purezza, dal momento che la luce deve attraversare migliaia di metri di vetro del nucleo.

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE (Lauree di primo livello D.M. 509/99 e D.M. 270/04 e Diploma Universitario) SEZIONE B - Prima

Dettagli

Capitolo 3. Iniziamo col far vedere cosa si è ottenuto, per far comprendere le successive descrizioni, avendo in mente ciò che si vuole realizzare.

Capitolo 3. Iniziamo col far vedere cosa si è ottenuto, per far comprendere le successive descrizioni, avendo in mente ciò che si vuole realizzare. Realizzazione meccanica Iniziamo col far vedere cosa si è ottenuto, per far comprendere le successive descrizioni, avendo in mente ciò che si vuole realizzare. - 37 - 3.1 Reperibilità dei pezzi La prima

Dettagli

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una

Dettagli

I collettori solari termici

I collettori solari termici I collettori solari termici a cura di Flavio CONTI, ing. LUVINATE (Varese) Tel. 0332 821398 Collettori solari a BASSA temperatura I collettori solari a bassa temperatura utilizzati normalmente negli impianti

Dettagli

I documenti di www.mistermanager.it. Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE

I documenti di www.mistermanager.it. Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE I documenti di www.mistermanager.it Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE Le Ripetute sono una delle forme di allenamento che caratterizzano i corridori più evoluti, in quanto partono

Dettagli

Normative sulla Tenuta dei Serramenti ad Aria, Acqua e Vento

Normative sulla Tenuta dei Serramenti ad Aria, Acqua e Vento UNI EN 12208 La tenuta all acqua di un serramento, descrive la sua capacità di essere impermeabile sotto l azione di pioggia battente e in presenza di una determinata velocità del vento. La norma, la UNI

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

VILLA BORROMEO Sarmeola di Rubano Padova 25 novembre 2010. Relatore: Ing. Carlo Calisse

VILLA BORROMEO Sarmeola di Rubano Padova 25 novembre 2010. Relatore: Ing. Carlo Calisse LE RETI ANTICADUTA DALLE NORME UNI EN 1263-1 1 e 2 ALLE NUOVE LINEE GUIDA AIPAA VILLA BORROMEO Sarmeola di Rubano Padova 25 novembre 2010 Relatore: Ing. Carlo Calisse INTRODUZIONE ALLE NORME UNI EN 1263-1:

Dettagli

I supporti dei sistemi fotovoltaici

I supporti dei sistemi fotovoltaici I supporti per il montaggio dei moduli Su tetto a falda: retrofit e integrazione A terra o su tetti piani: vasche, supporti metallici, Girasole, Gazebo A parete: frangisole, in verticale Sistemi retrofit

Dettagli

IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI.

IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI. IMPIANTO AUTOMATICO PER LA SALDATURA DI ESTRUSI DI ALLUMINIO PER APPLICAZIONI NAVALI. Tube Tech Machinery Marcello Filippini Il settore dei trasporti, specialmente i trasporti passeggeri con treni e navi,

Dettagli

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE PREREQUISITI RICHIESTI PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITÀ DI LABORATORIO L alunno deve conoscere la definizione di forza, la definizione di momento.

Dettagli

GMG s.n.c. di Moretti Massimo & c. via XX settembre n 15 48024 Massa Lombarda (RA Tel/fax 0545 82966

GMG s.n.c. di Moretti Massimo & c. via XX settembre n 15 48024 Massa Lombarda (RA Tel/fax 0545 82966 Oggetto: progetto stampante solida per materiali ceramici Punti da rispettare 1) apparato a controllo numerico per formare oggetti tridimensionali in materiali sinterizzabili ad alta temperatura 2) sviluppo

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

= 0,375 cioè ω = 136

= 0,375 cioè ω = 136 Il controllo della durezza Nel settore della meccanica ci si incontra spesso con il concetto di durezza ; ed infatti la durezza è una caratteristica fondamentale per giudicare se un certo materiale è idoneo

Dettagli

I MATERIALI SCELTA DEL MATERIALE SCELTA DEL MATERIALE FUNZIONALITÀ

I MATERIALI SCELTA DEL MATERIALE SCELTA DEL MATERIALE FUNZIONALITÀ SCELTA DEL MATERIALE I MATERIALI LA SCELTA DEL MATERIALE PER LA COSTRUZIONE DI UN PARTICOLARE MECCANICO RICHIEDE: LA CONOSCENZA DELLA FORMA E DELLE DIMEN- SIONI DELL OGGETTO LA CONOSCENZA DEL CICLO DI

Dettagli

CAMBIO LIQUIDO E PULIZIA CIRCUITO DI RAFFREDDAMENTO: by Antsrp

CAMBIO LIQUIDO E PULIZIA CIRCUITO DI RAFFREDDAMENTO: by Antsrp CAMBIO LIQUIDO E PULIZIA CIRCUITO DI RAFFREDDAMENTO: by Antsrp In questa guida viene spiegato come sostituire il liquido refrigerante del circuito di raffreddamento della Ibiza (anche se il procedimento

Dettagli

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Che cos è la corrente elettrica? Nei conduttori metallici la corrente è un flusso di elettroni. L intensità della corrente è il rapporto tra la quantità

Dettagli

SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF.

SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF. file:controllo ON-OFF.doc Appunti Sistemi Elettrici Automatici Pagina 1 di 6 SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF. (fig 1) Ta Vr Ve Vc RESISTENZA ELETTRICA P T Tint RT V Condizionatore

Dettagli

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 COSTRUIRE SERRAMENTI IN PVC CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 1 La norma europea rivolta alla definizione delle caratteristiche dei profili in PVC per finestre

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Riscaldatori a cartuccia

Riscaldatori a cartuccia Riscaldatori a cartuccia Cartuccia Pg01 di 14 2011-01 E.M.P. Srl - Italy - www.emp.it Riscaldatori a cartuccia HD Alta densità di potenza Descrizione La tecnologia costruttiva dei riscaldatori a cartuccia

Dettagli

7.2 Controlli e prove

7.2 Controlli e prove 7.2 Controlli e prove Lo scopo dei controlli e delle verifiche è quello di: assicurare che l ascensore sia stato installato in modo corretto e che il suo utilizzo avvenga in modo sicuro; tenere sotto controllo

Dettagli

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con.

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con. CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH Rapporto Attività di Ricerca Prove ad impatto su laminati compositi con Ball Drop Tester Prof. L. Torre Fase 1: Terni 18/6/214 METODI Sono stati effettuati test

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

PRINCIPI DI TRASDUZIONE

PRINCIPI DI TRASDUZIONE PRINCIPI DI TRASDUZIONE Passiva Trasduzione resistiva Trasduzione capacitiva Trasduzione induttiva Attiva Trasduzione fotovoltaica Trasduzione piezoelettrica Trasduzione elettromagnetica Trasduzione fotoconduttiva

Dettagli

Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE

Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE Sez. J.1 Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO DC COOLING TUBI VORTEX FRIGID-X TM VORTEX TUBE Documentazione non registrata, soggetta a modifiche

Dettagli

Lezione. Tecnica delle Costruzioni

Lezione. Tecnica delle Costruzioni Lezione Tecnica delle Costruzioni Collegamenti saldati Procedimenti di saldatura Sorgente termica che produce alta temperatura in modo localizzato Fusione del materiale base più il materiale di apporto

Dettagli

FISICA DELLA BICICLETTA

FISICA DELLA BICICLETTA FISICA DELLA BICICLETTA Con immagini scelte dalla 3 SB PREMESSA: LEGGI FISICHE Velocità periferica (tangenziale) del moto circolare uniforme : v = 2πr / T = 2πrf Velocità angolare: ω = θ / t ; per un giro

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

Pressione. Esempio. Definizione di pressione. Legge di Stevino. Pressione nei fluidi EQUILIBRIO E CONSERVAZIONE DELL ENERGIA NEI FLUIDI

Pressione. Esempio. Definizione di pressione. Legge di Stevino. Pressione nei fluidi EQUILIBRIO E CONSERVAZIONE DELL ENERGIA NEI FLUIDI Pressione EQUILIBRIO E CONSERVAZIONE DELL ENERGIA NEI FLUIDI Cos è la pressione? La pressione è una grandezza che lega tra di loro l intensità della forza e l aerea della superficie su cui viene esercitata

Dettagli

Tesina di scienze. L Elettricità. Le forze elettriche

Tesina di scienze. L Elettricità. Le forze elettriche Tesina di scienze L Elettricità Le forze elettriche In natura esistono due forme di elettricità: quella negativa e quella positiva. Queste due energie si attraggono fra loro, mentre gli stessi tipi di

Dettagli

UNA SOLUZIONE ECONOMICA E TECNICAMENTE AVANZATA AI PROBLEMI DELLA CROMATURA DURA A SPESSORE

UNA SOLUZIONE ECONOMICA E TECNICAMENTE AVANZATA AI PROBLEMI DELLA CROMATURA DURA A SPESSORE UNA SOLUZIONE ECONOMICA E TECNICAMENTE AVANZATA AI PROBLEMI DELLA CROMATURA DURA A SPESSORE Pagina 1 di 6 I VANTAGGI MIDA CROMARE NELLA PROPRIA OFFICINA RIPORTI ULTRARAPIDI DI ALTA PRECISIONE DI CROMO

Dettagli

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 Lavoro, forza costante: W = F r Problema 1 Quanto lavoro viene compiuto dalla forza di

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Minicorso Regole di Disegno Meccanico

Minicorso Regole di Disegno Meccanico Parte 3 Minicorso Regole di Disegno Meccanico di Andrea Saviano Tolleranze dimensionali di lavorazione Accoppiamenti mobili, stabili e incerti Giochi e interferenze Posizione della zona di tolleranza e

Dettagli

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE PROVA DI TRAZIONE La prova, eseguita a temperatura ambiente o più raramente a temperature superiori o inferiori, consiste nel sottoporre una provetta a rottura per mezzo di uno sforzo di trazione generato

Dettagli

In genere si ritiene che lo spreco di energia si manifesti solo nell uso dei carburanti, dei combustibili e dell energia elettrica.

In genere si ritiene che lo spreco di energia si manifesti solo nell uso dei carburanti, dei combustibili e dell energia elettrica. 1 2 3 L energia incide sul costo di tutti i beni ed i servizi che utilizziamo ma, in questo caso, prendiamo come riferimento il costo che una famiglia di Aprilia con consumo medio sostiene ogni anno per

Dettagli

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione

Dettagli

SETTORI DI APPLICAZIONE

SETTORI DI APPLICAZIONE SETTORI DI APPLICAZIONE TECNOLOGIA DI FUSIONE Le richieste che arrivano dal settore della pressofusione sono sempre più esigenti in termini di assenza di porosità, riduzione del peso, alta resistenza e

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura

Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura CORSO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI A.A. 2010-2011 Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura Resistenza a compressione (1) I materiali lapidei naturali ed artificiali raggiungono

Dettagli

Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Università di Genova MATEMATICA Il

Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Università di Genova MATEMATICA Il Lezione 5:10 Marzo 2003 SPAZIO E GEOMETRIA VERBALE (a cura di Elisabetta Contardo e Elisabetta Pronsati) Esercitazione su F5.1 P: sarebbe ottimale a livello di scuola dell obbligo, fornire dei concetti

Dettagli

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 1 ENERGIA Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 2 Energia L energia è ciò che ci permette all uomo di compiere uno sforzo o meglio

Dettagli

Blanke Profilo di chiusura

Blanke Profilo di chiusura Dati tecnici Blanke Profilo di chiusura Per la protezione dei bordi in caso di chiusure di rivestimenti al pavimento ed alle pareti Uso e funzioni: Blanke Profilo di chiusura è un profilo speciale per

Dettagli

Materiali per alte temperature

Materiali per alte temperature Materiali per alte temperature Prof. Barbara Rivolta Dipartimento di Meccanica Politecnico di Milano 14 Novembre 2013, Lecco Fenomeni metallurgici ad alta temperatura 2 Fenomeni meccanici: sovrasollecitazioni

Dettagli