1.1. L ATTIVITÀ ECONOMICA

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1 1.1. L ATTIVITÀ ECONOMICA LA CENTRALITÀ DELLA PERSONA Le persone perseguono molteplici fini, i quali suscitano in queste dei bisogni. Per soddisfare i loro bisogni le persone svolgono, tra l altro, l attività economica, ossia l attività di produzione e consumo di beni economici. Gran parte dell attività economica si svolge nell ambito di società umane, soprattutto in istituti (famiglie, imprese, Stato). L attività economica si manifesta principalmente nel lavoro: lavoro che è di persona e di persona intesa come parte di un istituto. L attività economica è svolta dalle persone e per le persone, le quali si uniscono in società umane. La persona umana è al centro degli studi economici, le cui teorie sono fortemente influenzate da ipotesi circa la natura e i comportamenti umani. Ne consegue, quindi, che non possano esistere modelli economici statici, bensì modelli puramente descrittivi e che evolvono nel tempo. Se si considerano quindi le persone che non sono solo spinte da motivazioni economiche ed egoistiche (homo oeconomicus) bisogna elaborare una teoria multidisciplinare (che inglobi anche elementi di psicologia, sociologia ed etica) che aiuti concretamente a comprendere e a guidare l attività economica in relazione ai valori delle persone I BISOGNI E I BENI L attività economica è svolta per il soddisfacimento dei bisogni. Questi sono suscitati dal perseguimento di fini delle persone, viste anche come membri di istituti. Un bisogno è l esigenza di un bene necessario agli scopi di vita e si manifesta soggettivamente come un desiderio, come la sensazione dell insoddisfazione dovuta a una mancanza. Si distinguono in: - bisogni naturali: sono suscitati dalla componente biologica delle persone (alimentazione, protezione) e sono universali, ovvero uniformi per tutte le persone. - bisogni sociali: comprendono i bisogni sociali etici, religiosi ed estetici, vengono suscitati dalla componente spirituale delle persone e dalla loro interazione con le società umane. Si dividono in bisogni radicali (libertà, giustizia) e bisogni non-radicali (sicurezza, amicizia). Entrambi possono essere distinti in: - bisogni essenziali: sono i bisogni primari. - bisogni voluttuari: sono i bisogni secondari influenzati dei processi imitativi e dalle mode. Le varie categorie di bisogni si manifestano secondo una sequenza: le persone percepiscono e soddisfano in primo luogo i bisogni naturali e sociali elementari per poi passare a bisogni più complessi e secondari. Esempio: Teoria di MASLOW AUTOREALIZZAZIONE STIMA SOCIALITÀ SICUREZZA BISOGNI ELEMENTARI Secondo questa teoria le persone partono dai bisogni elementari (che a seconda della classe sociale vengono soddisfatti in modo diverso), per poi passare al bisogno di sicurezza (che la situazione non si modifichi), di socialità (come si predispone un soggetto all interno del gruppo sociale di riferimento oppure come cerca di modificarlo), di stima (bisogni legati a simboli che portano l uomo ad essere riconosciuto) e di autorealizzazione (contentezza di sé). Una teoria dei bisogni è essenziale per comprendere l origine ed i fini delle scelte compiute nell ambito delle famiglie. 1 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

2 Rilevanti per l analisi economica sono le dinamiche dei bisogni. I bisogni delle persone si dispongono in una gerarchia, cioè in un ordine di priorità che si manifesta nelle variazioni delle scelte di consumo al variare dei redditi disponibili. I bisogni manifestano forti gradi di dinamismo e nuovi bisogni e nuovi beni si influenzano reciprocamente. Il soddisfacimento dei bisogni richiede la disponibilità dei beni, questi si dividono in due grandi classi, entrambe utilizzate delle persone: - beni economici: sono le merci e i servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni delle persone, ma scarsi rispetto alle esigenze delle persone. - beni liberi o non economici: sono beni utili e liberamente disponibili in quantità e qualità. I beni economici vengono a loro volta distinti in: - beni primari: sono beni che soddisfano i bisogni essenziali o primari. - beni voluttuari: sono beni che soddisfano i bisogni secondari o superficiali. - beni complementari: quando due o più beni devono essere usati insieme per soddisfare un bisogno. - beni fungibili: quando un bisogno può essere soddisfatto da beni alternativi. - beni differenziabili: sono beni che possono essere prodotti da una certa impresa con caratteristiche particolari diverse da quelle di prodotti analoghi offerti da imprese concorrenti. - commodities: sono beni che vengono offerti con caratteristiche analoghe da tutte le imprese. - beni di consumo: sono beni tangibili utilizzati direttamente dalle persone. - beni strumentali: sono i beni utilizzati per produrre altri beni. Questi ultimi due tipi di beni, a loro volta possono essere: - beni da utilizzo singolo: sono beni che cedono la loro attività totalmente in occasione di un impiego. - beni durevoli: sono beni che cedono la loro attività progressivamente in impieghi ripetuti. - beni a consumo individuale: sono beni utilizzati dal singolo. - beni a consumo collettivo: sono beni per i quali l atto del consumo è unico per diversi consumatori. Inoltre si distingue tra: - beni pubblici: sono beni o servizi erogati dallo Stato o da enti pubblici. - beni privati: sono beni prodotti da soggetti privati (imprese, famiglie) LE ATTIVITÀ ECONOMICHE DI PRODUZIONE E DI CONSUMO L attività economica consiste nelle operazioni di produzione e di consumo dei beni economici. Questa si svolge secondo una vasta gamma di operazioni: - trasformazione tecnica: queste si svolgono, sia per la produzione che per il consumo, in tutti gli istituti e consistono in operazioni di trasformazione fisica, spaziale e logica delle materie prime, degli impianti, dei dati e delle conoscenze. - negoziazioni: poiché gli istituti no sono economicamente isolati, ma collegati da fitti reti di scambi, svolgono tra loro questo tipo di operazioni. Queste si classificano in ragione dell oggetto scambiato (beni privati, disponibilità di mezzi monetari, copertura di rischi, lavoro, beni pubblici) e si svolgono secondo molteplici condizioni di scambio e forme contrattuali, ai cui possono sovrapporsi relazioni di cooperazione o di competizione (insiemi omogenei di scambi formano i mercati). - configurazione e organizzazione: riguardano l attività di governo degli istituti e comprendono operazioni di configurazione dell assetto istituzionale, di organizzazione e di gestione del personale, di rilevazione e di informazione LA PRODUZIONE ECONOMICA, LA PRODUZIONE DI BENI E LA PRODUZIONE DI REDDITI 2 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

3 La produzione economica comprende tutte le attività che un impresa svolge. Non comprende solo la produzione di beni (merci e servizi) ma anche l attività di negoziazione, in ogni caso questa non è il fine dell impresa, bensì la funzione caratteristica che essa svolge nell economia di mercato. Il fine delle imprese è la produzione di remunerazioni, di redditi, in particolare di rimunerazioni del lavoro e del capitale di rischio, che viene perseguito dai prestatori di lavoro e dai conferenti di capitale proprio, attraverso la produzione economica (mezzo) LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE L attività economica di produzione si attua con l impiego di condizioni di produzione. Il complessivo insieme delle condizioni di produzione include ogni elemento o circostanza che direttamente o indirettamente contribuisce a rendere possibile, a facilitare od ostacolare la produzione economica d impresa (materie prime, immobili, attrezzature, lavoro operativo, direttivo o di governo economico, beni pubblici e beni liberi). Rilevanti sono le condizioni primarie di produzione ovvero le condizioni di produzione fondamentali per ogni impresa e le condizioni, la cui natura e le cui modalità di apporto all impresa, suscitano nelle persone che le conferiscono interessi economici primari nei confronti dell impresa. Queste sono il lavoro che le persone prestano all interno dell impresa e il capitale risparmio o capitale proprio conferito a titolo di rischio; entrambe fanno capo all insieme di persone che hanno interessi economici primari nell impresa LE PERSONE E I GRUPPI DI PERSONE LA PERSONA UMANA VS L HOMO OECONOMICUS L homo oeconomicus è il soggetto principale dell economia; egli è autonomo ed egoista, orientato esclusivamente alla massimizzazione dei propri redditi e della propria ricchezza, dotato di una razionalità assoluta. La persona umana è il soggetto principale dell attività economica; egli è membro di una società umana, tende ad essere altruista, condivide i valori della solidarietà, della lealtà e del progresso, il suo fine è la massimizzazione del benessere che cerca di realizzare tramite l attività economica ed è dotato di una razionalità limitata LA MASSIMIZZAZIONE DEL BENESSERE INDIVIDUALE Le persone agiscono in modo da massimizzare il proprio benessere individuale come esse lo percepiscono e la ricchezza diventa quindi un mezzo per raggiungere obiettivi anche di natura non economica. Il loro comportamento è previdente e coerente nel tempo, poiché fanno del loro meglio per prevedere le conseguenze incerte delle loro azioni (comportamento razionale). Le azioni delle persone sono soggette a vincoli di reddito, di tempo, di memoria, dalla disponibilità di risorse e sono influenzate dalle loro preferenze, dai loro gusti. Preferenze che a loro volta sono influenzate dai bisogni umani fondamentali, dalle caratteristiche dei beni, dal capitale personale (esperienze personali passate, vissuto) e dal capitale sociale (influenze esterne) RAZIONALITÀ ASSOLUTA VS RAZIONALITÀ LIMITATA L attività economica comporta continue scelte e decisioni. Esistono tre modelli decisionali: 3 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

4 - il modello della razionalità assoluta: il soggetto, che deve prendere una decisione da solo, stabilisce degli obiettivi, dispone di fonti di informazione gratuite ed illimitate, valuta tutte le possibili alternative e alla fine la sua decisione è l alternativa migliore in assoluto. - il modello della razionalità limitata: concetto elaborato da Herbert Simon, è un modello di rappresentazione dei processi decisionali in cui le decisioni scaturiscono da processi interattivi e sequenziali, per poi giungere ad una scelta soddisfacente. Il soggetto definisce degli obiettivi, accede a fonti di informazione, che sono però limitate, valuta le varie alternative, rivede le sue analisi e modifica il proprio obiettivo e alla fine arriva alla soluzione migliore possibile in relazione alle proprie risorse. - il modello delle scelte a più attori nei contesti organizzati secondo razionalità limitata. 4 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

5 I GRUPPI SOCIALI, LE NORME E I RUOLI Per perseguire i loro fini, le persone umane interagiscono tra di loro in società umane. L azione individuale integrata nell ambito di società umane produce benefici individuali e collettivi e ciò richiede comportamenti appropriati. Il gruppo sociale è composto da un piccolo numero di persone e si forma spontaneamente; queste condividono gli stessi valori di fondo e intendono perseguire un obiettivo comune. Un gruppo ha una propria struttura sociale interna, sviluppa regole di comportamento (norme implicite, la cui trasgressione comporta però sanzioni), è coeso e permane nel tempo se si realizza un equilibrio tra ciò che ciascun membro fornisce al gruppo e ciò che ciascuno ottiene dal gruppo e se i vari ruoli sono coerenti e complementari, in caso contrario si scioglie o si creano tensioni. Un gruppo è formato da pari e la sua organizzazione è spontanea ed implicita, la sua struttura è però forte, soprattutto se c è un leader che lo guida. Il comportamento di una persona è influenzato dall appartenenza ad un gruppo, essa diventa infatti centro di un sistema di attese di comportamento da parte degli altri soggetti membri del gruppo (ruolo). La maggior parte delle persone fa parte contemporaneamente di una pluralità di società umane (situazione di inclusione parziale in più gruppi), il loro comportamento è quindi influenzato da più insiemi di attese allo stesso tempo e per incompatibilità tra le attese di ruoli diversi possono nascere tensioni I PROCESSI DECISIONALI COLLETTIVI I processi decisionali si svolgono nelle società umane, le persone sono coinvolte in una molteplicità di processi decisionali che si intersecano, ai limiti della razionalità si sommano quindi le causalità e le ambiguità dei processi umani. Per esempio in un impresa le decisioni da prendere devono essere coordinate e coerenti tra di loro, ma spesso sono in concorrenza tra di loro. Questo perché le risorse da investire nei processi decisionali sono sempre limitate (alcuni problemi risolti, altri no) e perché le scelte prese comportano un impiego di risorse limitate (scelte possono essere incompatibili con altre). Anche le soluzioni possono essere in concorrenza tra di loro, uno stesso problema può avere più soluzioni. Esempio: GARBAGE CAN MODEL Cohen, March e Olsen hanno cercato di spiegare come funzionano le decisioni collettive attraverso il Garbage Can Model. Secondo questo modello le decisioni si prendono in luoghi e tempi chiamati occasioni di decisione alle quali partecipano persone dotate di poteri decisionali diversi, ruoli diversi, ma anche con personalità diverse. Devono risolvere problemi o prendere decisioni la cui scelta viene influenzata da chi ha maggior potere decisionale e le soluzioni non sempre sono le migliori possibili. I processi decisionali che si svolgono nelle imprese, quindi, solo parzialmente sono strutturati razionalmente, ampio spazio viene infatti dato alla soggettività e al caso. All interno di un impresa bisogna che tutte le decisioni individuali siano coerenti con gli obiettivi dell organizzazione, vengono elaborate, perciò, regole organizzative, procedure e routine (meno decisioni). Le decisioni prese all interno di istituti sono frutto della combinazione di sistemi di valori individuali e collettivi, di schemi mentali, di strutture di ruoli, di regole e di routine COOPERAZIONE, OPPORTUNISMO, FIDUCIA E ALTRUISMO La cooperazione tra le persone che fanno parte di una società umana è condizione necessaria per il suo funzionamento. Questa consente di ottenere risultati non conseguibili operando individualmente, produce una rendita, che dovrà essere ridistribuita. Ciascuno dovrebbe essere ricompensato in proporzione all impegno di cooperazione, in realtà né i contributi individuali, né i risultati complessivi realizzati sono perfettamente conoscibili e ciò dà spazio a 5 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

6 comportamenti opportunistici, egoistici che consentono alle persone di godere dei vantaggi della cooperazione senza fornire i dovuti contributi. Questo modo di comportarsi è causa ed effetto di relazioni di sfiducia tra le parti. Per costruire un rapporto di fiducia serve un atteggiamento leale e cooperativo. Esempio: TEORIA DI McGREGOR Il formarsi e il deteriorarsi di relazioni di fiducia si realizzano secondo un tipico meccanismo di profezie autoverificanti. Egli, infatti, sostiene che le persone possano seguire due modalità di comportamento opposte: - teoria X: se si adotta una visione negativa della natura umana, questo causerà esattamente i comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento opportunistico. - teoria Y: se si adotta una visione positiva della natura umana, questo causerà esattamente i comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento positivo, altruista. L adozione della Teoria Y è condizione essenziale per la realizzazione di assetti aziendali che favoriscano la congiunzione di risultati di efficienza e soddisfazione. Le relazioni interpersonali fanno registrare anche comportamenti altruistici, che, grazie a un sacrificio di chi agisce, producono un vantaggio agli altri. Questi non sono contrari al principio di massimizzazione del benessere individuale perché i valori o gli obiettivi di una persona possono essere tali per cui un comportamento altruistico è funzionale massimizzazione del benessere personale, consente di soddisfare importanti attese personali LE PERSONE E I GRUPPI DI PERSONE LA PERSONA UMANA VS L HOMO OECONOMICUS L homo oeconomicus è il soggetto principale dell economia; egli è autonomo ed egoista, orientato esclusivamente alla massimizzazione dei propri redditi e della propria ricchezza, dotato di una razionalità assoluta. La persona umana è il soggetto principale dell attività economica; egli è membro di una società umana, tende ad essere altruista, condivide i valori della solidarietà, della lealtà e del progresso, il suo fine è la massimizzazione del benessere che cerca di realizzare tramite l attività economica ed è dotato di una razionalità limitata LA MASSIMIZZAZIONE DEL BENESSERE INDIVIDUALE Le persone agiscono in modo da massimizzare il proprio benessere individuale come esse lo percepiscono e la ricchezza diventa quindi un mezzo per raggiungere obiettivi anche di natura non economica. Il loro comportamento è previdente e coerente nel tempo, poiché fanno del loro meglio per prevedere le conseguenze incerte delle loro azioni (comportamento razionale). Le azioni delle persone sono soggette a vincoli di reddito, di tempo, di memoria, dalla disponibilità di risorse e sono influenzate dalle loro preferenze, dai loro gusti. Preferenze che a loro volta sono influenzate dai bisogni umani fondamentali, dalle caratteristiche dei beni, dal capitale personale (esperienze personali passate, vissuto) e dal capitale sociale (influenze esterne) RAZIONALITÀ ASSOLUTA VS RAZIONALITÀ LIMITATA L attività economica comporta continue scelte e decisioni. Esistono tre modelli decisionali: 6 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

7 - il modello della razionalità assoluta: il soggetto, che deve prendere una decisione da solo, stabilisce degli obiettivi, dispone di fonti di informazione gratuite ed illimitate, valuta tutte le possibili alternative e alla fine la sua decisione è l alternativa migliore in assoluto. - il modello della razionalità limitata: concetto elaborato da Herbert Simon, è un modello di rappresentazione dei processi decisionali in cui le decisioni scaturiscono da processi interattivi e sequenziali, per poi giungere ad una scelta soddisfacente. Il soggetto definisce degli obiettivi, accede a fonti di informazione, che sono però limitate, valuta le varie alternative, rivede le sue analisi e modifica il proprio obiettivo e alla fine arriva alla soluzione migliore possibile in relazione alle proprie risorse. - il modello delle scelte a più attori nei contesti organizzati secondo razionalità limitata I GRUPPI SOCIALI, LE NORME E I RUOLI Per perseguire i loro fini le persone umane interagiscono tra di loro in società umane. L azione individuale integrata nell ambito di società umane produce benefici individuali e collettivi e ciò richiede comportamenti appropriati. Il gruppo sociale è composto da un piccolo numero di persone e si forma spontaneamente; queste condividono gli stessi valori di fondo e intendono perseguire un obiettivo comune. Un gruppo ha una propria struttura sociale interna, sviluppa regole di comportamento (norme implicite, la cui trasgressione comporta però sanzioni), è coeso e permane nel tempo se si realizza un equilibrio tra ciò che ciascun membro fornisce al gruppo e ciò che ciascuno ottiene dal gruppo e se i vari ruoli sono coerenti e complementari, in caso contrario si scioglie o si creano tensioni. Un gruppo è formato da pari e la sua organizzazione è spontanea ed implicita, la sua struttura è però forte, soprattutto se c è un leader che lo guida. Il comportamento di una persona è influenzato dall appartenenza ad un gruppo, essa diventa infatti centro di un sistema di attese di comportamento da parte degli altri soggetti membri del gruppo (ruolo). La maggior parte delle persone fa parte contemporaneamente di una pluralità di società umane (situazione di inclusione parziale in più gruppi), il loro comportamento è quindi influenzato da più insiemi di attese allo stesso tempo e per incompatibilità tra le attese di ruoli diversi possono nascere tensioni I PROCESSI DECISIONALI COLLETTIVI I processi decisionali si svolgono nelle società umane, le persone sono coinvolte in una molteplicità di processi decisionali che si intersecano, ai limiti della razionalità si sommano quindi le causalità e le ambiguità dei processi umani. Per esempio in un impresa le decisioni da prendere devono essere coordinate e coerenti tra di loro, ma spesso sono in concorrenza tra di loro. Questo perché le risorse da investire nei processi decisionali sono sempre limitate (alcuni problemi risolti, altri no) e perché le scelte prese comportano un impiego di risorse limitate (scelte possono essere incompatibili con altre). Anche le soluzioni possono essere in concorrenza tra di loro, uno stesso problema può avere più soluzioni. Esempio: GARBAGE CAN MODEL Cohen, March e Olsen hanno cercato di spiegare come funzionano le decisioni collettive attraverso il Garbage Can Model. Secondo questo modello le decisioni si prendono in luoghi e tempi chiamati occasioni di decisione alle quali partecipano persone dotate di poteri decisionali diversi, ruoli diversi, ma anche con personalità diverse. Devono risolvere problemi o prendere decisioni la cui scelta viene influenzata da chi ha maggior potere decisionale e le soluzioni non sempre sono le migliori possibili. I processi decisionali che si svolgono nelle imprese, quindi, solo parzialmente sono strutturati razionalmente, ampio spazio viene infatti dato alla soggettività e al caso. All interno di un impresa bisogna che tutte le decisioni individuali siano coerenti con gli obiettivi dell organizzazione, vengono elaborate, perciò, regole organizzative, procedure e routine (meno decisioni). 7 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

8 Le decisioni prese all interno di istituti sono frutto della combinazione di sistemi di valori individuali e collettivi, di schemi mentali, di strutture di ruoli, di regole e di routine COOPERAZIONE, OPPORTUNISMO, FIDUCIA E ALTRUISMO La cooperazione tra le persone che fanno parte di una società umana è condizione necessaria per il suo funzionamento. Questa consente di ottenere risultati non conseguibili operando individualmente, produce una rendita, che dovrà essere ridistribuita. Ciascuno dovrebbe essere ricompensato in proporzione all impegno di cooperazione, in realtà né i contributi individuali, né i risultati complessivi realizzati sono perfettamente conoscibili e ciò dà spazio a comportamenti opportunistici, egoistici che consentono alle persone di godere dei vantaggi della cooperazione senza fornire i dovuti contributi. Questi modo di comportarsi è causa ed effetto di relazioni di sfiducia tra le parti. Per costruire un rapporto di fiducia serve un atteggiamento leale e cooperativo. Esempio: TEORIA DI McGREGOR Il formarsi e il deteriorarsi di relazioni di fiducia si realizzano secondo un tipico meccanismo di profezie autoverificanti. Egli, infatti, sostiene che le persone possano seguire due modalità di comportamento opposte: - teoria X: se si adotta una visione negativa della natura umana, questo causerà esattamente i comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento opportunistico. - teoria Y: se si adotta una visione positiva della natura umana, questo causerà esattamente i comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento positivo, altruista. L adozione della Teoria Y è condizione essenziale per la realizzazione di assetti aziendali che favoriscano la congiunzione di risultati di efficienza e soddisfazione. Le relazioni interpersonali fanno registrare anche comportamenti altruistici, che, grazie ad un sacrificio di chi agisce, producono un vantaggio agli altri. Questi non sono contrari al principio di massimizzazione del benessere individuale perché i valori o gli obiettivi di una persona possono essere tali per cui un comportamento altruistico è funzionale massimizzazione del benessere personale, consente di soddisfare importanti attese personali GLI ISTITUTI LE SOCIETÀ UMANE, IL BENE COMUNE, LE ISTITZIONI E GLI ISTITUTI Le persone tendono naturalmente a far parte di gruppi e di società umane sia per produrre risultati non attuabili singolarmente sia per soddisfare i bisogni di socialità. Ogni società persegue il bene comune dei suoi membri, questo è il prodotto della cooperazione societaria che condiziona i singoli nella società, è un bene funzionale per tutti che agevola l attività del singolo. Un istituto è un gruppo di persone, che uniscono conoscenze, energie, risorse personali e materiali, governato da istituzioni, ovvero da regole e strutture di comportamento comunemente condivise e codificate a livello sociale. Le caratteristiche fondamentali di un istituto sono: la durabilità nel tempo, l autonomia (affinché la capacità di scelta non sia limitata e si riescano a perseguire obietti vi di crescita), la dinamicità (capire la mutevolezza della realtà, esser capaci di adattarsi, prevenire o proporre un cambiamento) l ordine (organizzato secondo proprie leggi) e l unità (affinché siano perseguiti obiettivi condivisi dalle persone che lo compongono). Ciò consente il perseguimento di un fine comune, che a sua volta produce due fenomeni: - la rendita organizzativa: è un vantaggio anche economico che si riesce ad ottenere lavorando insieme, che risulta maggiore della somma di tutti i vantaggi che otterrebbero le singole persone lavorando in modo 8 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

9 separato. in linea di principio, la rendita organizzativa, frutto della cooperazione, deve essere ripartita tra tutti coloro che hanno cooperato. Es. Consorzio. - il risultato residuale: è frutto della cooperazione e dell incertezza, può essere positivo o negativo, ma viene in ogni caso diviso tra chi governa l istituto (è quanto residua ex-post dopo aver remunerato tutti sulla base dei patti ex-ante). Es. Consorzio GLI ISTITUTI, LE AZIENDE E GLI AGGREGATI DI AZIENDE L attività economica si svolge prevalentemente in istituti e per relazioni tra istituti. Questa è particolarmente rilevante in quattro tipi di istituto: - le famiglie - le imprese - lo Stato e gli enti pubblici - gli istituti non-profit L economia aziendale si occupa principalmente delle aziende, ovvero l ordine strettamente economico di un istituto, l insieme degli accadimenti economici disposti ad unità secondo le proprie leggi. Agli istituti corrispondono quattro classi di aziende: - l azienda di consumo e di gestione patrimoniale familiare - l azienda di produzione - l azienda composta pubblica - l azienda non-profit Queste sono accumunate dal fine generale del soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo costituito dall attività economica; si differenziano nei fini immediati (strutture caratteristiche in termini di assetto istituzionale, di combinazioni produttive, di organismo personale, di assetto tecnico e organizzativo e di patrimonio), nei portatori degli interessi economici istituzionali, ossia degli interessi economici primari, nei portatori degli interessi economici non istituzionali e nei processi economici caratteristici. L economia aziendale si occupa anche degli aggregati di aziende, ossia gli insiemi di aziende avvinte da forti relazioni istituzionali che sono soggette a un indirizzo strategico unitario (consorzi). 9 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

10 2.2. LE AZIENDE, ORDINE ECONOMICO DEGLI ISTITUTI LE AZIENDE FAMIGLIARI DI CONSUMO E DI GESTIONE PATRIMONIALE La famiglia è l istituto primario della società umana ed è caratterizzata da finalità dominanti di ordine sociale, etico e religioso, essa genera, alleva educa e assiste le persone. Essa è anche un unità economica in quanto ai fini precedenti si aggiungono anche fini economici immediati che consistono nell appagamento dei bisogni delle persone che la compongono. Gli interessi economici istituzionali (dei membri della famiglia) sono il soddisfacimento adeguato dei bisogni attuali e futuri dei membri della famiglia. L azienda familiare è innanzitutto azienda di consumo combinato con la produzione di energia di lavoro e di studio. A essa appartengono una proprietà dei beni di consumo e un patrimonio, formato da beni conferiti al momento della costituzione della famiglia, dalle eredità e dal risparmio (dal patrimonio si attua poi una gestione patrimoniale). La famiglia inoltre partecipa al finanziamento delle produzioni e dei consumi degli istituti pubblici attraverso il pagamento di tributi (S = RT (CT + T)) LE AZIENDE DI PRODUZIONE L impresa è un istituto economico-sociale con dominanti caratteri e finalità di tipo economico, è parte rilevante della società umana generale e secondo condizioni proprie partecipa al raggiungimento del bene comune della stessa. Essa è l istituto fondamentale per la produzione di beni economici immediati, le relazioni che intrattiene con altri istituti non sono solo di tipo economico. Il suo fine economico immediato è la produzione di rimunerazioni monetarie. Gli interessi economici istituzionali fanno capo ai prestatori di lavoro e ai conferenti di capitale di risparmio sotto forma di capitale di rischio, anche se non sono da sottovalutare nemmeno gli interessi economici non istituzionali (soggetti non membri dell istituto). L ordine strettamente economico dell impresa è l azienda di produzione. Tra i processi economici dell impresa ci sono le trasformazioni tecniche, le negoziazioni di beni, di credito e di rischi, inoltre è caratterizzata dalla combinazione di prestazione di lavoro con capitale di risparmio e dal pagamento dei tributi LE AZIENDE COMPOSTE PUBBLICHE Lo Stato è l ordinamento politico, sociale, giuridico ed economico che cura il perseguimento del bene comune della comunità nazionale e promuove anche il progresso morale e sociale della comunità internazionale. Rilevanti ma non dominanti sono le finalità economiche, l intersezione tra finalità economiche e non economiche, intatti, si riflette anche nella struttura degli organi di governo di questi istituti. L ordine strettamente economico dello Stato è l azienda composta pubblica (di produzione e di consumo), nella quale si attuano principalmente processi economici di produzione di beni pubblici e di consumo degli stessi, con i connessi processi di raccolta dei tributi. I fini economici immediati sono l appagamento dei bisogni pubblici della collettività attraverso la produzione di beni pubblici e il loro consumo, e la rimunerazione dei prestatori di lavoro. I portatori di interessi economici istituzionali sono tutti i membri corrispondenti alle unità politiche, inoltre si manifestano rilevanti interessi economici non istituzionali LE AZIENDE NON-PROFIT 10 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

11 Si qualificano come istituti non-profit quelli che sono di natura privata, che prevedono il divieto di distribuire il risultato reddituale e il patrimonio tra le persone che esercitano il controllo sull istituto. In genere questi si ispirano a finalità di ordine sociale, morale e culturale e si differenziano sulla base dei soggetti coinvolti e dei loro ruoli economici. La componente economica degli istituti non-profit ha peso vario, può essere trascurabile così come può essere determinante. Il fine economico immediato è quello del soddisfacimento di bisogni di alcune categorie di persone (associati, classi di fornitori terzi, intera collettività). È varia la configurazione sia dei portatori di interessi economici istituzionali sia di quelli non istituzionali. I processi economici caratteristici sono quelli della produzione dei beni, del loro consumo e la raccolta di contributi privati sotto forma di donazioni e di lavoro volontario LA DIFFERENZIAZIONE DEGLI ISTITUTI L attività economica si svolge in istituti di natura molto varia, fortemente differenziati tra loro: le famiglie, le imprese grandi e piccole, le imprese pubbliche e private, gli istituti pubblici di ogni specie, le associazioni. Come mai? 1. Perché l attività economica non è totalmente svolta all interno delle famiglie? per via del fenomeno elle economie di specializzazione e delle limitate dimensioni economiche della famiglia (persone specializzate sono più efficienti di persone che non lo sono, i volumi di produzione sono maggiori del consumo della famiglia). 2. Come mai le singole persone tendono ad aggregarsi in istituti anziché operare indipendentemente scambiandosi lavoro, beni e capitali? l integrazione attraverso il mercato comporta costi di transazione, che diventano elevati quando la razionalità limitata delle persone si somma a situazioni di incertezza oppure se c è il rischio del verificarsi di comportamenti opportunistici. Perciò le parti si accordano e si aggregano sotto una stessa autorità, entrando a far parte dello stesso istituto e abbassando così i costi di transazione. 3. Perché l intera attività economica non si svolge nell ambito di una sola grande organizzazione che suddivida a coordini l attività di ciascuno? se si attuasse un modello economico di questo tipo si disperderebbero enormi volumi di conoscenze, di capacità individuali e sociali, adottando soluzioni sovrasemplificanti e si diffonderebbe un senso di iniquità. 4. Perché gli istituti esterni alle famiglie si differenziano in macro classi quali le imprese, lo Stato, gli istituti non-profit? per l opportunità di sfruttare l efficienza e l innovazione tipiche delle imprese che operano nei mercati, per la necessità di interventi dello Stato per evitare le iniquità o le inefficienze che produrrebbe la sola azione privata e per l opportunità di dare spazio ad attività organizzate ispirate anche da motivazioni altruistiche. 5. Perché le imprese sono così diverse tra di loro (dimensione, proprietà, integrazione)? per la pluralità di fattori concomitanti, alcuni spingono alla varietà (le diverse caratteristiche dei prodotti e dei mercati, la ricerca di vantaggi competitivi, l innovazione, le differenti competenze delle varie persone), altri all uniformità (l imitazione, l adattamento a modelli di impresa, l uniformità delle regole formali, l integrazione tecnica dei mercati). Esistono quattro modelli alternativi di configurazione dei sistemi economici: - il modello dell autoconsumo: modello di economia primitiva, il modello è formato esclusivamente da gruppi primari di persone che svolgono al proprio interno e in autonomia, ciò che è prodotto è destinato all autoconsumo; mancano le forme di specializzazione economica, mentre vi è la ripartizione dei compiti tra i vari membri. - il modello atomistico di mercato: modello astratto, le persone singole svolgono in autonomia la propria attività di lavoro specializzata, che viene poi coordinata dai meccanismi del mercato. 11 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

12 - il modello della gerarchia totale: modello di economie socialiste, esiste un organizzazione statale centrale che pianifica l intera attività economica, al posto delle imprese ci sono unità operative che eseguono i piani statali. - il modello della pluralità di istituti specializzati: nel sistema economico ci sono vari e numerosi istituti, all interno delle imprese il comportamento degli individui è definito e controllato da una gerarchia, mentre le relazioni tra le imprese sono regolate dal mercato. 12 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

13 2.3. LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA TRE LIVELLI DI SPECIALIZZAZIONE Una caratteristica molto evidente dei sistemi economici moderni è la specializzazione. Questa si manifesta a tre livelli: - 1 livello: specializzazione per macroclassi di istituti (imprese = produzione di beni privati, famiglie = consumi, Stato = produzione e consumo di beni pubblici, istituti). - 2 livello: specializzazione tra gli istituti di ciascuna macroclasse (imprese e istituti pubblici). - 3 livello: specializzazione all interno di ciascun istituto, dove le varie unità organizzative e le singole persone svolgono compiti particolari, usando speciali risorse e competenze LE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE La specializzazione comporta dei vantaggi, detti economie di specializzazione: le attività si svolgono più efficientemente, più rapidamente, con minor fatica e con risultati di migliore qualità. Questi derivano da: - l apprendimento da ripetizione (destrezza, scoperta, repertorio di soluzioni) - l impiego ottimale delle limitate e disomogenee competenze individuali - la differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici in relazione ad attività disomogenee (per perseguire gli obiettivi prefissati) - la riduzione dei costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi (costi di setting) - le migliori performance degli impianti specializzati (svolgono solo una lavorazione ma ad altissima efficienza e qualità) - l identificazione e la motivazione al lavoro (effetti positivi sulla motivazione, si tende ad identificarsi con la propria attività, da un senso di padronanza della situazione) GLI SVANTAGGI DELLA SPECIALIZZAZIONE La specializzazione produce anche degli svantaggi, ed è quindi dal bilanciamento tra vantaggi e svantaggi che deriva il grado opportuno di specializzazione. Questi sono: - i maggiori costi di coordinamento (possono sorgere tensioni e conflitti comportamenti opportunistici, rischi di break down, sono i costi degli strumenti di coordinamento da mettere in atto e i costi delle disfunzionalità residue, non evitate dagli strumenti di coordinamento) - i costi di rigidità e gli investimenti specifici/specializzati (le persone e gli impianti specializzati sono rigidi perché se occorre modificare l attività da svolgere, tempi e costi sono particolarmente alti; inoltre il valore di investimenti specifici può andare in larga misura perso al cessare dell attività) - la demotivazione da parcellizzazione (effetti negativi sulla motivazione quando la specializzazione porta ad attribuire alle persone compiti isolati e ripetitivi) SPECIALIZZAZIONE E DIMENSIONI CONVENIENTI Il fenomeno delle economie di specializzazione ha effetti forti sui volumi convenienti di produzione dei beni e sulle dimensioni convenienti degli istituti che producono beni. Quanto più grandi sono le economie di specializzazione, più numerosi sono i nuclei di attività che conviene specializzare e maggiore è la capacità produttiva che conviene istallare. Ma perché nascono le imprese? Mentre le famiglie creano l archetipo delle economie di autoconsumo, le economie di specializzazione fanno si che la dimensione conveniente per la produzione di molti beni sia superiore alla dimensione corrispondente ai consumi della singola famiglia. Le imprese, quindi, sono istituti 13 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

14 che organizzano la produzione di beni specializzando e coordinando una pluralità di attività umane e di risorse L AMPIEZZA DEI MERCATI E DELLE CONOSCENZE Lo sviluppo economico è legato ai gradi di specializzazione economica e all accumulo di conoscenza. Questo perché: - la specializzazione può crescere in proporzione all ampiezza dei mercati, in termini di volume di produzione e di consumo dei beni. - la crescita delle aziende può essere franata da problemi organizzativi, ma l invenzioni di nuovi strumenti di integrazione permette di passare a dimensioni più ampie e di realizzare economie di specializzazione. - maggiori sono le previste dimensioni del mercato e le potenziali economie di specializzazione, maggiori sono la disponibilità di risorse e gli incentivi per investire nella ricerca e nello sviluppo LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA TRE LIVELLI DI SPECIALIZZAZIONE Una caratteristica molto evidente dei sistemi economici moderni è la specializzazione. Questa si manifesta a tre livelli: - 1 livello: specializzazione per macroclassi di istituti (imprese = produzione di beni privati, famiglie = consumi, Stato = produzione e consumo di beni pubblici, istituti). - 2 livello: specializzazione tra gli istituti di ciascuna macroclasse (imprese e istituti pubblici). - 3 livello: specializzazione all interno di ciascun istituto, dove le varie unità organizzative e le singole persone svolgono compiti particolari, usando speciali risorse e competenze LE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE La specializzazione comporta dei vantaggi, detti economie di specializzazione: le attività si svolgono più efficientemente, più rapidamente, con minor fatica e con risultati di migliore qualità. Questi derivano da: - l apprendimento da ripetizione (destrezza, scoperta, repertorio di soluzioni) - l impiego ottimale delle limitate e disomogenee competenze individuali - la differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici in relazione ad attività disomogenee (per perseguire gli obiettivi prefissati) - la riduzione dei costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi (costi di setting) - le migliori performance degli impianti specializzati (svolgono solo una lavorazione ma ad altissima efficienza e qualità) - l identificazione e la motivazione al lavoro (effetti positivi sulla motivazione, si tende ad identificarsi con la propria attività, da un senso di padronanza della situazione) GLI SVANTAGGI DELLA SPECIALIZZAZIONE La specializzazione produce anche degli svantaggi, ed è quindi dal bilanciamento tra vantaggi e svantaggi che deriva il grado opportuno di specializzazione. Questi sono: - i maggiori costi di coordinamento (possono sorgere tensioni e conflitti comportamenti opportunistici, rischi di break down, sono i costi degli strumenti di coordinamento da mettere in atto e i costi delle disfunzionalità residue, non evitate dagli strumenti di coordinamento) 14 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

15 - i costi di rigidità e gli investimenti specifici/specializzati (le persone e gli impianti specializzati sono rigidi perché se occorre modificare l attività da svolgere, tempi e costi sono particolarmente alti; inoltre il valore di investimenti specifici può andare in larga misura perso al cessare dell attività) - la demotivazione da parcellizzazione (effetti negativi sulla motivazione quando la specializzazione porta ad attribuire alle persone compiti isolati e ripetitivi) SPECIALIZZAZIONE E DIMENSIONI CONVENIENTI Il fenomeno delle economie di specializzazione ha effetti forti sui volumi convenienti di produzione dei beni e sulle dimensioni convenienti degli istituti che producono beni. Quanto più grandi sono le economie di specializzazione, più numerosi sono i nuclei di attività che conviene specializzare e maggiore è la capacità produttiva che conviene istallare. Ma perché nascono le imprese? Mentre le famiglie creano l archetipo delle economie di autoconsumo, le economie di specializzazione fanno si che la dimensione conveniente per la produzione di molti beni sia superiore alla dimensione corrispondente ai consumi della singola famiglia. Le imprese, quindi, sono istituti che organizzano la produzione di beni specializzando e coordinando una pluralità di attività umane e di risorse L AMPIEZZA DEI MERCATI E DELLE CONOSCENZE Lo sviluppo economico è legato ai gradi di specializzazione economica e all accumulo di conoscenza. Questo perché: - la specializzazione può crescere in proporzione all ampiezza dei mercati, in termini di volume di produzione e di consumo dei beni. - la crescita delle aziende può essere franata da problemi organizzativi, ma l invenzioni di nuovi strumenti di integrazione permette di passare a dimensioni più ampie e di realizzare economie di specializzazione. - maggiori sono le previste dimensioni del mercato e le potenziali economie di specializzazione, maggiori sono la disponibilità di risorse e gli incentivi per investire nella ricerca e nello sviluppo. LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO 3.1. IL SISTEMA DEGLI ACCADIMENTI E LE COMBINAZIONI ECONOMICHE L insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone di un istituto forma le combinazioni economiche generali dell istituto stesso. Queste sono parte del sistema degli accadimenti, ossia l insieme delle azioni e dei fenomeni che si manifestano nell azienda e nel suo ambiente (una speciale categoria del sistema degli accadimenti è costituita dal sistema delle operazioni, ossia il sistema delle attività svolte dalle persone che compongono l organismo personale dell azienda) L ARTICOLAZIONE DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE NELLE IMPRESE Le combinazioni economiche delle imprese si articolano in: - coordinazioni economiche parziali (dette anche funzioni ) - combinazioni economiche parziali ed elementari (dette anche, nelle imprese, aree di affari ) - negoziazioni LE COORDINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI E LE NEGOZIAZIONI 15 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

16 Le coordinazioni economiche parziali sono un insieme di processi caratterizzati da una funzione e da un insieme di competenze specialistiche applicate al loro svolgimento. Le coordinazioni economiche parziali di tutte le imprese sono riconducibili alle seguenti classi e sottoclassi: - CONFIGURAZIONE DELL ASSETTO ISTITUZIONALE: che comprende le operazioni che determinano la nascita, la configurazione di base, le trasformazioni e la cessazione dell istituto. Questo è dato dalla costituzione dell istituto, dalla compagine iniziale dei soci e dalle successive trasformazioni, dalla prima scelta e dalle trasformazioni di forma giuridica, dalla configurazione degli organi di governo, dalle acquisizioni, fusioni, scissioni, dalla stipulazione di alleanze e dalla liquidazione dell istituto. Tutte le altre classi di operazioni sono fortemente influenzate dalle scelte di fondo che si compiono con la configurazione dell assetto istituzionale. - GESTIONE: è il vasto insieme di operazioni attraverso cui l impresa attua direttamente la produzione economica (progetta, acquista, trasforma e vende). Si compone di cinque sottoinsiemi: a. gestione caratteristica: è composta dall insieme delle operazioni di gestione che identificano la funzione economico-tecnica tipica di ciascuna azienda e che suscitano la gran parte dei costi e dei ricavi dell impresa. La gestione caratteristica è una gestione attiva quando è ben condotta e produce un risultato reddituale positivo (reddito operativo della gestione caratteristica). Si articola nelle seguenti coordinazioni e.p. che sono tra loro fortemente interdipendenti: - operazioni di ricerca e sviluppo: attività volte a configurare le caratteristiche del prodotto e le modalità di svolgimento dei processi di fabbricazione. - operazioni di acquisto merci e servizi destinati alla produzione: acquisto di impianti, materie prime e servizi. - operazioni di fabbricazione: attività di lavorazione e assemblaggio delle materie prime e dei componenti acquistati, attività di programmazione della produzione, di controllo intermedio e finale della qualità. - operazioni di commercializzazione: vendita dei prodotti dell impresa massimizzando la sua convenienza economica (vendita e marketing). - operazioni di logistica: svolte per trasportare, immagazzinare e movimentare le materie prime, i semilavorati o i prodotti finiti. b. gestione finanziaria: comprende l insieme delle operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario, ossia il fabbisogno di mezzi monetari necessari per avviare l impresa e per sostenerne lo sviluppo. Questo nasce perché di regola nelle imprese gli incassi derivanti dalle vendite si manifestano successivamente ai pagamenti derivanti dagli acquisti; può essere coperto ricorrendo al capitale proprio (o capitale di rischio) oppure al capitale di prestito (mutui, obbligazioni). La gestione finanziaria è una gestione passiva, in quanto comporta interessi passivi sul capitale di terzi e remunerazioni del capitale proprio. Si compone di quattro attività: la previsione e l analisi del fabbisogno finanziario, la valutazione in merito alla combinazione ottimale di ricorso al capitale di rischio e al capitale di prestito, la pianificazione e attuazione delle negoziazioni di capitale di rischio e di prestito e infine la gestione di relativi contratti. c. gestione patrimoniale: può accadere che, per un certo periodo di tempo,un impresa disponga di mezzi monetari eccedenti rispetto a quanto richiesto dalla gestione caratteristica; in questi casi, si attiva la gestione patrimoniale che consiste nell investimento di tali mezzi monetari (surplus) al fine di trarne un reddito. L investimento può consistere, ad esempio, nell acquisto di titoli di Stato o di azioni di altre imprese o nell acquisto di immobili. La gestione patrimoniale è in linea di principio una gestione attiva, ma talvolta può provocare perdite (quotazioni decrescenti delle azioni acquistate). d. gestione assicurativa: ciascun istituto è soggetto sia ad un rischio economico generale (possibilità che le combinazioni economiche complessive producano utili o perdite che ne sostengono o ne minacciano la vita), sia a rischi particolari che possono essere oggetto di copertura mediante la sottoscrizione di contratti di assicurazione (furti, incendi, danni a terzi). I rischi coperti possono derivare sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria. E una gestione tipicamente passiva comportando il costo dei premi assicurativi e indennizzi solo a fronte di equivalenti danni. e. gestione tributaria: consiste nella liquidazione e nel pagamento della vasta gamma di tributi che le imprese devono versare allo Stato e ad altri enti pubblici a fronte dei beni pubblici ricevuti. Gli oneri tributari 16 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

17 sono suscitati sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria. Differenti scelte d impresa (relative, ad esempio, alla forma giuridica, alle modalità di finanziamento, alla localizzazione) determinano differenti combinazioni e livelli di tributi da corrispondere. La gestione tributaria è tipicamente una gestione passiva comportando solo oneri tributari. Il profilo reddituale e monetario delle gestioni: - analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare il formarsi dei costi e dei ricavi, cioè come ciascuna delle cinque gestioni contribuisce al formarsi del risultato reddituale (utile o perdita). - analizzare la gestione secondo il profilo monetario significa studiare i flussi di entrate e di uscite, ossia delle riscossioni e dei pagamenti suscitati dalle varie classi di negoziazioni. Ciò serve per capire se e come l impresa è sistematicamente in grado di far fronte, con le entrate, alle proprie uscite (grado di solvibilità) Il profilo reddituale e il profilo monetario sono strettamente connessi, ma non coincidono. - ORGANIZZAZIONE: disegna la struttura organizzativa dell impresa ed è alla base della motivazione delle persone e dell efficienza aziendale. Si compone di due classi di attività: a. progettazione dell assetto organizzativo: consiste nella progettazione della struttura organizzativa dell impresa (chi deve fare che cosa, chi dipende da chi) e nella progettazione dei sistemi operativi (sistemi di pianificazione, di programmazione e di gestione del personale). b. gestione dei prestatori di lavoro: è l attuazione dei sistemi operativi di gestione del personale in modo che l azienda disponga di un organismo personale adatto, che queste persone vengano ricompensate equamente e che siano motivate. - RILEVAZIONE: consistono nella raccolta, nell elaborazione, nella conservazione e nella diffusione dei dati e delle informazioni e servono per supportare le scelte dei decisori, sia interni sia esterni all azienda. Sono una classe particolare di accadimenti aziendali, infatti sono operazioni che si sostanziano nella variazione di valori componenti il capitale di funzionamento dell azienda. Tutte le classi di attività (progettazione degli assetti istituzionali, gestione, organizzazione, rilevazione) comportano lo svolgimento sia di attività interne sia di attività esterne, ossia di relazioni con altri istituti. Tra le attività esterne sono di primaria importanza le negoziazioni che servono per acquisire da terzi le condizioni di produzione e per cedere i prodotti e le condizioni di produzione. Le negoziazioni reali non si svolgono mai in condizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealtà e di equilibrio di potere delle parti, non si svolgono cioè in condizioni di razionalità assoluta e in mercati perfetti. Si tengono perciò in considerazione: - i costi di transazione - l asimmetria informativa - gli investimenti specifici - la forza contrattuale Le grandi classi di negoziazioni svolte dalle imprese sono: a. negoziazioni di beni privati: operazioni di acquisto e di vendita di merci e servizi che sono ceduti da soggetti privati, si svolgono sotto forma di scambio monetario. Gli elementi di scambio sono il bene scambiato, il volume, il prezzo unitario, il prezzo complessivo e il tempo di pagamento. Inoltre comprendono l acquisto di beni da reddito e da rivalutazione. b. negoziazioni di beni pubblici c. negoziazioni di lavoro d. negoziazioni di capitale di rischio: consiste nell acquisto la disponibilità di mezzi monetari a titolo di capitale proprio, i conferenti danno all impresa mezzi monetari attendendosi una rimunerazione correlata ai risultati reddituali dell impresa, e quindi incerta; nel caso si ceda la propria quota il conferente capitale di rischio realizza un guadagno in conto capitale (g.f.). Inoltre comprendono l acquisto di azioni (g.p.). e. negoziazioni di capitale di prestito: hanno per oggetto l acquisizione e la cessione di mezzi monetari destinati alla copertura dei fabbisogni finanziari delle aziende, chi lo riceve si impegna a rimborsarlo in un 17 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

18 determinato periodo di tempo e di pagare interessi passivi in proporzione alla quantità di denaro ricevuta e al livello di rischio. Inoltre comprendono l acquisto di titoli di stato, o di obbligazioni (g.p.). f. negoziazioni di rischi particolari: o contratti di assicurazione volti a coprire i danni derivanti da possibili eventi negativi nell ambito delle varie gestioni LE COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI Per combinazione economica parziale (aree d affari) si intende una combinazione prodotto-mercato con propri caratteri distinti rispetto alle altre combinazioni prodotto-mercato attuate da una stessa impresa (questo tipo di imprese, dette imprese diversificate, hanno deciso di compiere mosse di diversificazione). Le combinazioni economiche parziali sono però avvinte da un rapporto di complementarietà e di comunanza, si possono, quindi, apprezzare compiutamente solo se osservate insieme LE VARIANTI PER DIFFERENTI CLASSI DI IMPRESE Le combinazioni economiche delle imprese sono riconducibili a: operazioni che servono per acquisire gli input necessari per la produzione, operazioni che servono per trasformare gli input in output cedibili ai clienti, operazioni che servono per cedere ai clienti i beni offerti dall impresa e operazioni di impostazioni e di governo della complessiva attività aziendale COMBINAZIONI ECONOMICHE NELLO STATO IL RUOLO DELLO STATO Lo Stato svolge un ruolo essenziale nei sistemi economici intervenendo secondo più modalità: producendo direttamente o indirettamente beni pubblici o privati, regolamentando la produzione o il consumo di altri beni, imponendo tributi e ridistribuendo la ricchezza. Esso interviene quando: un bene economico e considerato politicamente critico e quando lasciando la sua produzione a imprese private si otterrebbero esiti negativi dal punto di vista politico. Lo Stato interviene se il mercato è inefficiente e quindi perché: 1. esistono beni pubblici puri: sono beni senza rivalità nei consumi e non escludibili (difesa nazionale). 2. si formano mercati non concorrenziali: in particolare i monopoli naturali, infatti senza controlli le imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti, perciò interviene lo Stato come produttore o come regolatore. 3. esistono esternalità positive/negative: quando un soggetto compie un azione che ha effetti positivi o negativi su un altro soggetto senza che quest ultimo paghi per tale effetto o riceva un indennizzo. Le imprese private tendono ad appropriarsi di esternalità positive e a scaricare esternalità negative, lo Stato interviene come produttore o come regolatore. 4. esistono mercati incompleti: quando spazi di mercato sono lasciati vuoti dalle imprese che li giudicano non attraenti (troppo piccoli o rischiosi) e che invece secondo lo Stato sono critici. 5. esistono asimmetrie informative: quando i beni sono complessi e difficili da giudicare ex-ante (sanità, istruzione), il consumatore può preferire un fornitore pubblico. Oppure anche se esistono mercati perfetti per: 6. ridistribuire il reddito: se la distribuzione dei redditi è giudicata politicamente non valida dallo Stato, questo può rendere accessibili beni critici a prezzi non di mercato, o producendoli direttamente o distribuendo sussidi o incentivi. 7. imporre il consumo di beni di merito: lo Stato incentiva il consumo di beni giudicati politicamente importanti ma che i cittadini non percepiscono come tali. 8. garantire uno Stato di diritto: in generale, lo Stato interviene con le leggi per far sì che l attività economica si svolga correttamente. 18 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

19 COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI La struttura delle combinazioni economiche può essere rappresentata attraverso l incrocio di due dimensioni: - le aree di intervento: combinazioni parziali corrispondenti ad insiemi di bisogni pubblici, definibili anche come finalità o prodotti dello Stato. - le aree di gestione: insieme delle attività di varia natura svolte dallo Stato per il perseguimento delle finalità. Le tipiche aree di intervento dello Stato sono: difesa nazionale, giustizia, sicurezza pubblica, relazioni internazionali, istruzione e cultura, assistenza e previdenza, sanità, trasporti e comunicazioni, sviluppo economico. In ciascuna di queste interviene offrendo una pluralità di prodotti destinati a varie categorie di cittadini (prodotti, destinatari, aree geografiche) COORDINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI Le coordinazioni economiche parziali dello Stato sono riconducibili a: - CONFIGURAZIONE DELL ASSETTO ISTITUZIONALE: il suo assetto istituzionale si evolve ogni volta che cambiano le aree nelle quali deve intervenire, i rapporti da configurare con i prestatori di lavoro, le forme dirette e indirette con cui realizzare la produzione e l erogazione dei beni pubblici, l interazione con altre pubbliche amministrazioni, l impostazione del sistema fiscale, le relazioni con i cittadini attraverso gli organi elettivi ed amministrativi. - GESTIONE: a. gestione caratteristica: la gestione caratteristica dello Stato si svolge in tre classi di operazioni: - produzione diretta o indiretta di beni: può decidere di produrre sia beni pubblici puri, sia beni privati o misti, sia in maniera diretta (proprio lo Stato) sia in maniera indiretta (attraverso imprese che possiede). I costi possono essere coperti attraverso tasse o tariffe correlate all utilizzo del bene, imposte non correlate o tariffe proporzionate ai costi. - emanazione di leggi e regolamenti: in generale può essere considerata come l attività essenziale degli istituti pubblici ed influenza il soddisfacimento dei bisogni pubblici, si distinguono le norme che impongono divieti, autorizzazioni, e regole di comportamento e le norme che impongono la produzioni di beni pubblici da parte di soggetti privati. - trasferimenti di mezzi monetari: assegnazione di una parte di mezzi monetari raccolti dallo Stato ad istituti che non fanno parte della pubblica amministrazione, sia volti ad attuare ridistribuzioni di ricchezza sia volti a finanziare attività o ad adottare comportamenti giudicati di interesse pubblico. b. gestione finanziaria: è molto rilevante, spesso lo Stato e gli istituti pubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devono coprire i loro deficit ricorrendo all indebitamento. Il fabbisogno finanziario dello Stato può essere soddisfatto con varie forme di debiti di finanziamento (emissione di titoli di debito pubblico). c. gestione patrimoniale: si compone di operazioni di investimento e di disinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzione di ricavi addizionali a quelli della gestione caratteristica. Di solito lo Stato e gli altri istituti pubblici sono in deficit, ossia non dispongono di risorse da dedicare alla gestione patrimoniale. d. gestione assicurativa: si svolge con modalità analoghe a quelle delle imprese dovendo coprire numerose classi di rischi particolari. In alcuni casi lo Stato diviene anche l assicuratore a favore di famiglie, imprese, istituti non-profit a fronte di particolari eventi dannosi quali le calamità naturali. e. gestione tributaria: svolge due gestioni tributarie: una gestione tributaria passiva, nella quale lo Stato paga varie categorie di tributi, e una gestione tributaria attiva. Questa si compone dei processi di definizione delle caratteristiche e dei livelli dei tributi, di accertamento, di prevenzione e repressione dell evasione fiscale, di riscossione. Può anche essere vista come parte della gestione caratteristica, costituendo il corrispettivo (nelle diverse forme nelle quali si possono classificare i tributi: prezzi, tariffe, imposte) della produzione ed erogazione dei servizi pubblici. 19 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

20 - ORGANIZZAZIONE: queste operazioni sono simili a quelle delle imprese, si tratta di impostare la struttura organizzativa e i sistemi operativi in modo da assicurare efficienza, motivazione e flessibilità. Due importanti differenze rispetto alle imprese sono: il delicato rapporto tra organi politici eletti dai cittadini e gli organi amministrativi formati da tecnici, il prevalere del principio della legalità (applicazione uniforme della legge) rispetto a quello dell imprenditorialità (soluzioni varie e sempre nuove). - RILEVAZIONE: sono più complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche le dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e dei risultati dello Stato COMBINAZIONI ECONOMICHE NELLA FAMIGLIA IL RUOLO DELLA FAMIGLIA Le famiglie sono i protagonisti essenziali dell attività economica, sono gli istituti nei quali si compie la gran parte dell attività economica di consumo, inoltre è l istituto nel cui ambito si svolgono alcune parti essenziali della produzione economica, e dove si predispongono le condizioni necessarie per il soddisfacimento dei bisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le famiglie esternalizzano molte attività di produzione precedentemente svolte dai propri membri, mentre si svolgono all interno della famiglia le attività che dal punto di vista morale ed etico sono considerate critiche (educazione, assistenza), dal punto di vista tecnico non comportano rilevanti diseconomie di specializzazione e di dimensione COORDINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI Le coordinazioni economiche parziali delle famiglie sono riconducibili a: - CONFIGURAZIONE DELL ASSETTO ISTITUZIONALE: in quanto istituto sociale e primario, la famiglia non comporta fondamentali scelte di configurazione dell assetto istituzionale; tuttavia, alcune scelte critiche riguardano il regime patrimoniale tra i coniugi, le relazioni economiche con le famiglie di parenti e affini, eventuali affidamenti e adozioni, la suddivisione del lavoro interno ed esterno, le relazioni con coloro che prestano lavoro domestico. - GESTIONE: a. gestione caratteristica: è composta essenzialmente da: - attività di produzione di redditi mediante il lavoro esterno - attività di lavoro interno alla famiglia - attività di consumo: comprende un complesso insieme di operazioni di produzione a cui si applicano grandi volumi di lavoro interno: negoziazioni di acquisto di beni, operazioni di trasformazione tecnica dei beni di consumo, negoziazioni di beni pubblici e operazioni di pagamento. b. gestione finanziaria: è formata dalle operazioni di negoziazione di credito di prestito (mutui, credito al consumo) che fanno sorgere i debiti di finanziamento e dai connessi pagamenti di quote capitale ed interessi. c. gestione patrimoniale: consiste nell impiego di risparmio in investimenti (titoli, immobili da reddito) destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno, dipende fortemente dalle scelte di consumo e risparmio (in questo caso può essere considerata come parte della gestione caratteristica). Si attua come combinazione di una vasta gamma di operazioni: operazioni di investimento di mezzi monetari, acquisti di beni di uso durevole da reddito e da rivalutazione, operazioni di negoziazioni di rischi particolari connessi agli investimenti, operazioni di pagamento e riscossione, operazioni di impiego e amministrazione degli investimenti e operazioni di fruizione dei beni pubblici. d. gestione assicurativa: sia sulla vita dei singoli membri sia a copertura di danni particolare alle cose (abitazione, furti, responsabilità civile) è spesso presente nella gestione familiare. e. gestione tributaria: consiste nelle operazioni di accertamento, di liquidazione e di pagamento di vari tipi di tributi (imposte, tasse e contributi a fronte del diritto di accedere ai beni prodotti dallo Stato). 20 GRUPPO FACEBOOK: DISPENSE BOCCONI

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