LA SALUTE SUL LAVORO COME VALORE AGGIUNTO DELL IMPRESA rischi psicosociali e stress lavoro-correlato: uno sguardo all Europa

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1 LA SALUTE SUL LAVORO COME VALORE AGGIUNTO DELL IMPRESA rischi psicosociali e stress lavoro-correlato: uno sguardo all Europa Il 23 giugno scorso l European Agency for Safety and Health (EU-OSHA 1 ), di seguito Agenzia Europea, ha presentato al Parlamento europeo i primi risultati della seconda edizione dell indagine, sui rischi nuovi ed emergemti (European Survey of Enterprises of New and Emerging Risks (ESENER: EU OSHA, 2010). Dall indagine che ha imteressato circa imprese in rappresentanza di tutti i Paesi dell Unione, si è confermato che: 1) i rischi psicosociali e lo stress, dopo i disturbi muscoloschetletrici, sono tra i più diffusi negli ambienti di lavoro e 2) che la valutazione dei rischi è ancora il modo migliore per affrontarli e gestirli. In questa sede volutamente si trascura il fenomeno muscoloscheletrico, di pertinenza medica, per soffermarci sugli aspetti di natura psicosociale di dretto interesse del nostro percorso formativo. Si definisce rischio psicosociale (Cox e Griffith, 1995) il rschio di deterioramento del benessere fisico e psicologico dei lavoratori, determinato dall interazione disfunzionale tra la progettazione e/o la gestione del lavoro. Condizione, questa, in grado di produrre conseguenze di caattere stressogeno. In accordo con l Agenzia Europea per stress occupazionale, s intende la condizione in cui le richieste dell ambiente di lavoro eccedono le capacità dei soggetti di gestirle e/o controllarle (EU-OSHA, 2009). Insieme al concetto di stress lavoro-correlato, va richiamato anche quello di job strain caratterizzato da condizioni lavorative con alte richieste, ma scarse possibilità di controllo e d influenza sul proprio lavoro da parte dei soggetti. Nel breve periodo, l esposizione a condizioni stressogene può determinare il depauperamento della performance lavorativa, cambiamenti del tono dell umore, disturbi del sonno, irritabilità, ecc. (Beswick et al., 2006; Chandola, 2010). Esposizioni prolungate, però, possono causare seri danni alla salute sia mentale che fisica, come ansia, depressione, tentativi di suicidio, disturbi cardiovascolari, ecc. (Beswick et al., 2006; Cohen, 2012), Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) nel 2020 la principale causa di inabilità al lavoro sembra che sarà la depressione. Recentemente 1 L Occupazional Safety and Health Agency (OSHA ) è l Agenzia d informazione dell UE nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL). Contribuisce al quadro strategico della Commissione in materia di SSL, l ultimo dei quali riguarda il periodo Dispode di un focal point in ogni Stato membro, designato da ciascun governo, in qualità di rappresentante ufficiale dell OSHA nel rispettivo Paese. In Italia funge da focal point l INAIL. Ulteriori informazioni sull Agenzia e lo stato della SSL nell Unione si possino trovare sul sito della stessa Agenzia che pubblica in diverse lingue dei Paesi membri. Specifiche indagini di carattere psicosociale sono disponibili sul sito della Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro.

2 Matrix (2013) ha stimato il costo attuale della depressione correlata al lavoro in 617 miliardi di euro/anno (EU-27). Non è un caso che da oltre vent anni l Agenzia Europea abbia considerato lo stress occupazionale come un tema prioritario tra i propri interventi. Per il biennio ha promosso una seconda campagna di sensibilizzazione nei diversi Paesi dell Unione Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato ( 2 ). Lo scopo è quello di richiamare l attenzione dei datori di lavoro, delle parti sociali e dei governi alla promozione di una sana gestione dello stress all interno delle organizzazioni e all attuazione di efficaci azioni di contrasto ai rischi psicosociali (per le iniziative della campagna in Italia, si veda il sito di INAIL). Ad ogni campagna europea si accompagna: a) il premio per le buone prassi, esempi di datori di lavoro e managers che collaborano per la realizzazione di una buona SSL. Le candidature sono aperte anche a professionisti e consulenti del settore e b) il premio cinematografico Ambienti di lavoro sani e sicuri che viene assegnato al miglior documentario sul tema del lavoro e presentato al Festival DOK di Lipsia. Il vincitore riceve un premio in danaro e 1000 copie del film vengono distribuite in Europa. L OSHA poi ha cura di proiettarne la visione in occasione di eventi organizzati in tutti gli Stati membri. I costi dello stress. Nessuno è esente: persone, imprese, società Secondo l Health & Safety Executive (UK), lo stress interessa quasi un lavoratore su quattro e dagli studi condotti emergerebbe che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse sia a causa dello stress (Cooper et al ). Più del 40% dei managers europei dichiara la presenza di condizioni stressogene negli ambientei di lavoro e che il rischio psicosociale sia molto più difficile da gestire dei tradizionali fattori di rischio 3 (ESENER EU OSHA, 2010). Non solo lo stress comporta danni alla salute dei lavoratori. Ulteriori costi umani si riscontrano nella riduzione della qualità della vita e nel decremento delle relazioni interpersonali sia in ambito familiare che sociale. Ripercussioni diverse e altrettanto significative riguardano il risultato economico che lo stress comporta alle imprese e alla redditività degli Stati. Secondo l indagine condotta dal Sainsbury Centre for the Mental Health (2007) si stima che il costo complessivo per i datori di lavoro a causa di stress, ansia e depressione, nel Regno Unito, ammonti a 1035 sterline, pari a 1220 euro per lavoratore/anno, prevalentemente a causa di assenteismo, presenteismo, turnover e perdita di produttività. Hans Leymann (1990) ha calcolato che negli USA il mobbing costi alle imprese tra i e i dollari per vittima (soprattutto donne). 2 La prima campagna europea Lavorare con stress?, data 2002 (EU-15) 3 Per rischi tradizionali s intende i rischi di natura antinfortunistica e igienico-ambientale che richiamano rispettivamente competenze tecniche e bio-mediche.

3 Nel 2002 la Commissione Europea ha stimato il costo dello stress lavoro--correlato in 20 miliardi di euro/anno (EU-15). G. Nolfe, dal convegno Il disagio da lavoro tra prevenzione e danno Roma, 20 aprile 2015 Infine nei Paesi dell Unione Europea l onere dello stress è stimato intorno al 5-10 per cento del PIL, tra assenze per malattia, assistenza sanitaria e benefici d invalidità, nonché pensionamenti prematuri (L.C. Cooper, 2008).

4 G. Nolfe, dal convegno Il disagio da lavoro tra prevenzione e danno Roma, 20 aprile 2015 GLI INTERVENTI I rischi psicosociali e lo stress occupazionale rappresentano una delle sfide principali con cui è necessario confrontarsi sia per le conseguenze sopra accennate da cui nessuno stakeholder può ritenersi esente sia per il nuovo modello economico già in atto, anticipato dalle cosiddette imprese eccellenti, che di necessità si trova a dover coniugare profitto ed etica. L Unione Europea già dalla fine degli Anni 80 (direttiva 89/391 CE) ha promosso una strategia per la tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, basata sul miglioramento continuo delle condizioni di benessere fisico, psicologico e sociale. Detta strategia è stata recepita in Italia con il D.Lgs 626/94 e con la L. 39/02 che hanno posto l accento sulla valutazione di tutti i rischi. Tuttavia è soltanto con il D.Lgs.81/08 e s.m.i. che tale concetto è diventato un adempimento e si è affermato nella realtà delle organizzazioni. Nella maggior parte dei casi però più come un atto dovuto, un appesantimento delle tante incombenze che gravano sui datori di lavoro, senza comprendere quella che potrebbe essere la reale portata dell investimento. Infatti il decreto 81, il cosiddetto Testo Unico per la Sicurezza, obbliga i datori di lavoro, pubblici e privati, indipendentemente dalla consistenza dell impresa e dalla tipologia di rischio, a procedere alla valutazione di tutti i rischi, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato di cui all Accordo Europeo dell 8 ottobre La valutazione dei fattori di rischio stressogeno fa parte integrante del documento di valutazione di tutti i rischi e deve essere tenuto a disposizione dell autorità vigilante. Detto documento deve essere opportunamente aggiornato in presenza di cambiamenti organizzativi, tecnici e/o gestionali Se la letteratura clinica ha fornito strumenti affidabili di analisi e di valutazione dello stress soggettivo, molti dubbi sono sorti in Europa intorno ad una metodologia altrettanto affidabile per la valuzione dello stress organizzativo. Perché il decreto 81 non riguarda i singoli lavoratori 5, anche se in alcune occasioni la partecipazione dretta dei lavoratori è necessaria per rilevare il livello di stress dell impresa. 4 Il Framework agreement on work related-stress, firmato a Bruxelles l 8 ottobre 2004, è stato recepito in Italia con l Accordo Interconfederale in data 9 giugno Precedentemente era stato inserito, con vigore di legge, nel D. Lgs. 9 aprile 2008, n.81 e s.m.i. 5 Tuttavia ciascun lavoratore, ancorché non soggetto a sorveglianza sanitaria obbligatoria, può richiedere una visita medica al medico competente che la gestirà nell ambito della sua professionatà (art. 41, lettea c).

5 Per adempiere al dettato normativo, varie metodologie hanno visto la luce negli Stati dell Unione. L Agenzia Europea ha dato riferimenti teorici ed indicazioni operative anche per mantenere una certa confrontabilità tra i dati raccolti. In Italia forse la metodologia più sperimentata è stata quella proposta dall ex ISPESL 6. Partendo dalle indicazioni fornite dall Agenzia Europea ha cercato di coniugare quelle indicazioni con la realtà delle piccole e piccolissime imprese che caratterizzano il tessuto imprenditoriale del nostro Paese e, nel contempo, soddisfare i requisiti di semplicità, brevità e comprensibilità come richiesto dallo stesso decreto 81 (art.28) La metodoligia dell ISPESL è servita come documento di lavoro sia al Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di lavoro sia alla Commissione Consultiva Permanente del Ministero del Lavoro che ha dettato le linee guida e i requisiti minimi cui devono attenersi le imprese italiane per la valutaziione dello stress lavorocorrelato 7 Per completezza d informazione, si ricorda che detta Commissione Permanente si era data 24 mesi di tempo per verificare l affidabilità delle diverse metodologie in uso in Italia. Purtroppo l imperversare della crisi e della disoccupazione hanno reso il posto di lavoro come la variabile indipendente cui tutto viene subordinato, stress compreso. Al momento, infatti, non passiamo se le check liste usate non siano in grado di rlevare livelli critici di stress o se le crriticità non vengano di proposito evidenziate. 6 A far data dal 1 luglio 2010 l Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) è stato accorpato a INAIL. Le informazioni sull attività dell ex ISPESL sono reperibilii sul sito di INAIL. 7 Il Ministero del Lavoro e delle Poltichie Sociali in data 18 novembre 2010 ha pubblicato la lettera-circolare in ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato...

6 Per saperne di più - eurofound.europa.eu European Foundation for Improvement of Living and Working Conditions - ilo.org International Labour Office - inail.it Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro - cdc.gov.niosh National Institute for Occupational Safety and Health - osha.europa.eu/it European Agency for Safety and Health at Work - who.org World Health Organization 1. Avallone F., Benessere Organizzativo, Edizioni Rubettino, Roma, Barbato L., Frascheri C. (a cura di), Salute e Sicurezza sul Lavoro. Guida al D.Lgs. 81/08 integrato con il D.Lgs. 106/09, Edizioni Lavoro, Roma, Beswick J. et al., Bullying at work: a review of the literature, Health and Safety Laboratories, Buxton, Chandola T., Stress of Work, The British Accademy, London, Cohen S. et al., Chronic Stress, Glucocorticoid Receptor Resistence, Information and Disease Risk, Proceedings of the National Accademy of Sciences of the USA, Vol.109,2012,pp Cox T. & Griffiths A.J., The assessment of psychosocial hazards at work in MJ Shabracq, J.A.M. Winnbust & CL. Cooper (Eds) Handbook of Work an Health Psychology, Chichester, Willey & Sons, Cooper L.C., Dewe P., Well-being absenteeism presenteeism, cost and challenge, Occupational Medicine, Vol. 58, 2008, pp Cooper L.C. et al., Stress prevention in the worplaces: assessing the cost and benefits to organization, Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro,, Dublin, Cox T. & Griffiths A.J., The nature and measurement of work stress: theory and practice in N. Corlett & J. Wilson (Eds) Evaluation of Huma Work: A Practical Ergonomics Methodology, London, Taylor and Francis,1994

7 10. D Orsi F., Ballottin A., Stress lavoro-correlato. Dalla valutazione del rischio agli interventi correttivi, EPC Editore, Roma, De Carlo N., Teorie & Strumenti per lo Psicologo del Lavoro nelle Organizzazioni, Milano, Franco Angeli, 2004fm 12. EU-OSHA, European Campain Guide Managing stress and psychosocial risk at work, European Commission, Luxembourg, Fattorini E. (a cura di), La valutazione dello stress lavoro correlato: proposta metodologica, Roma, ISPESL, Fattorini E., Gilioli R., Stress e Mobbing. Guida per il Medico, Roma, ISPESL, Leymann H., Mobbing and Psychological Terror at Workplace in Violence and Victims, Vol. 5, 1990, pp Levi L., Working Life and Mental Health a challenge to psychiatry?, World Psychiatry Vol.4, n.1, 2005, pp Matrix, Ergonomic analysis of workplace mental health, promotion and mental disorder prevention objectives, Executive Agency for Health and Consumers, Specific Request EAHC/2011/Health/19 for the Implementation of Framework Contract EAHC 2010/Health 01, Lot 2, Pellegrino F., La syndrome del burn-out, Centro Scientifico Editore, Torino, 2009j

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