INTERVENTO AL MEETING INTERPARLAMENTARE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE Parlamento europeo, 5 marzo 2014

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1 INTERVENTO AL MEETING INTERPARLAMENTARE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE Parlamento europeo, 5 marzo 2014 Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente della Commissione per i Diritti della Donna e l Euguaglianza di Genere del Parlamento Europeo, Mikael Gustafsson, e i colleghi deputati, di aver dedicato questo incontro interparlamentare al tema della prevenzione e della lotta alla violenza sulle donne, e di aver concesso al Parlamento italiano la possibilità di illustrare brevemente la legislazione nazionale in questo fondamentale ambito. Saluto voi tutti colleghi dei Parlamenti nazionali qui convenuti. Il 25 novembre scorso abbiamo celebrato la Giornata internazionale per il contrasto alla violenza di genere, ma proprio in quel periodo in Italia i media facevano emergere l enorme portata di questo fenomeno sul nostro territorio, apparentemente in crescita rispetto al passato. Benché nel nostro Paese non siano ancora previste per legge statistiche obbligatorie e ufficiali sul fenomeno, è difficile non presumere che la profonda crisi economica che sta attraversando l Italia, come il resto d Europa, abbia lacerato il tessuto sociale e contribuito a mettere in pericolo l incolumità della donna nell ambito della famiglia e della società. Da un'indagine condotta dall'istituto italiano di statistica nel 2007 ("La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia - Anno 2006") è emerso che: 6 milioni e 743 mila donne dai 16 ai 70 anni sono rimaste vittime di molestie o violenze fisiche, psichiche o sessuali nel corso della vita (una donna su tre tra i 16 ed i 70 anni); circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (il 4,8 % della popolazione femminile globale); il 14,3 % delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal proprio partner; il 24,7 % delle donne ha subito violenze da un altro uomo, 2 milioni e 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori ( stalking)

2 dai partner al momento della separazione. Cifre che comunque non forniscono un quadro reale della situazione, dato che la maggioranza degli episodi di violenza non viene denunciata. E solo negli ultimi venti anni, però, che il Legislatore nazionale ha intrapreso i primi, consistenti passi per contrastare il fenomeno della violenza sulla donna, promuovendo una rivoluzione culturale tuttora in atto. Vi ricordo infatti che l'attenuante del "delitto d onore" è venuta meno solo nel Sono state così emanate una serie di leggi tra cui la legge n. 66 del 1996, "Norme contro la violenza sessuale", che qualifica la violenza contro le donne come delitto contro la libertà personale, e la legge n. 154 del 2001, "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari". Nel 2009, con la legge n. 38, è stato introdotto nell ordinamento interno il reato di stalking, qualificato come delitto contro la libertà morale. Quest'ultimo provvedimento ha previsto una specifica aggravante del reato di omicidio, laddove il responsabile abbia agito a seguito della commissione del reato di stalking. Questo processo ha ricevuto ulteriore impulso dalle sollecitazioni che l Italia ha ricevuto sul piano internazionale. Il Comitato CEDAW prima, e quindi il Rapporto del 25 giugno 2012 sull Italia stilato dal Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze, Rashida Manjoo, hanno infatti evidenziato dati allarmanti, confermati poi dallo studio condotto dall Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) sull Italia, da cui il Consiglio europeo ha poi tratto spunto per le sue Conclusioni del 6 dicembre In particolare, il Rapporto evidenzia come la violenza domestica colpisca in modo pervasivo le donne in tutto il Paese e come, nonostante gli indubbi sforzi compiuti dall'italia in materia - sia attraverso dedicati strumenti legislativi, sia mediante l'istituzione di organi governativi preposti alla promozione e protezione dei diritti delle donne - non si sia registrata una reale diminuzione dei

3 femminicidi, né un miglioramento delle condizioni di vita delle donne e delle bambine. Nel 2013 il legislatore italiano è così intervenuto in maniera più incisiva sul fronte del contrasto alla violenza di genere. L'Italia ha ratificato nel mese di giugno 2013 la Convenzione del Consiglio d'europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, redatta a Istanbul l'11 maggio 2011 e sottoscritta dall'italia il 27 settembre 2012 (l'italia è stato il quinto Paese a ratificare la Convenzione). La legge di ratifica è stata approvata all'unanimità da entrambi i rami del Parlamento. Tale ratifica - al di là dell'indubbia valenza simbolica - rappresenta per il nostro Paese un passo significativo ed un impegno concreto per l'introduzione di ulteriori misure specifiche per prevenire e punire un fenomeno che ha assunto dimensioni allarmanti. Nel 2013, l'italia ha poi emanato la legge n. 119, contenente tra l'altro disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere. Si tratta di un provvedimento articolato, che ha il suo cuore nella normativa in materia di sicurezza e contrasto alla violenza di genere, e di cui sono stata relatrice per la Commissione Affari Costituzionali del Senato. La legge in questione mira a rendere più incisivi gli strumenti della repressione penale dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori (stalking), e introduce misure di carattere preventivo e di protezione e tutela delle vittime. Molte delle sue disposizioni provvedono ad adeguare l'ordinamento italiano alle prescrizioni della Convenzione di Istanbul.

4 Un intero capo della legge è dedicato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere che introduce, inter alia, importanti modifiche alla normativa penale. In particolare, si prevede il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere maltrattate in ambito domestico. Sono poi previste azioni per il rafforzamento della rete dei servizi territoriali e dei centri antiviolenza e delle case-rifugio esistenti sul territorio nazionale. Con riferimento alla tutela penale, in linea con l'articolo 46 della Convenzione di Istanbul, la normativa prevede diverse ipotesi aggravate. Si tratta anzitutto dell'introduzione dell'aggravante generale per tutti i delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la libertà personale, nonché per il delitto di maltrattamenti in famiglia, commessi in presenza o in danno di un minore di anni diciotto, ovvero in danno di persona in stato di gravidanza. La pena è poi aumentata se gli atti persecutori sono consumati nei confronti di donne in stato di gravidanza o nei confronti di persona della quale il colpevole sia coniuge (anche divorziato o separato) ovvero colui che alla stessa persona è o è stato legato da relazione affettiva anche senza convivenza (assume in tal modo rilevanza sul piano sostanziale la relazione affettiva). Con riferimento al reato di stalking, la legge introduce la possibilità di ricorrere alle intercettazioni telefoniche e il regime della revocabilità della querela, salvo il caso in cui le condotte persecutorie si realizzino attraverso minacce reiterate gravi, ponendo come condizione che la remissione della querela sia esclusivamente "processuale". La legge introduce poi importanti disposizioni volte ad assicurare alla vittima del reato una più efficace informazione, assistenza e protezione durante l'iter processuale, ammettendo le

5 vittime di maltrattamenti familiari e di stalking al patrocinio a spese dello Stato. Il gratuito patrocinio è anche previsto per le vittime di mutilazioni genitali femminili. Al fine di assicurare una protezione immediata della vittima, la legge prevede poi l'arresto obbligatorio in caso di flagranza di reato anche per i delitti di maltrattamenti familiari e stalking e la facoltà per l'autorità giudiziaria di disporre la misura cautelare dell'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare nei confronti di chi è colto in flagranza di reato. La legge stabilisce, infine, un obbligo di informativa e di messa in contatto con strutture di accoglienza da parte di forze dell'ordine, presidi sanitari e istituzioni pubbliche. Sempre in attuazione della Convenzione di Istanbul e in sinergia con le politiche dell'unione europea, la legge prevede l'adozione da parte del Ministro delegato per le Pari opportunità di un Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere per garantire azioni omogenee di contrasto alla violenza sulle donne nel territorio e, tra l altro, di prevenire il fenomeno attraverso l'informazione e la sensibilizzazione della collettività e degli operatori dei settori dei media e una adeguata formazione del personale della scuola. Tale normativa ha già avuto effetti significativi. Il nostro lavoro sta comunque proseguendo in Senato con due disegni di legge in materia di femminicidio, che sono in corso di esame presso le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, al fine di disporre in tempi rapidi di una legge organica per la promozione della soggettività femminile e il contrasto al femminicidio. Il Governo italiano ha più volte ribadito la centralità, nella propria agenda, delle pari opportunità e del contrasto alla violenza di genere. Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato, mediante l attivazione di un numero di pubblica utilità (1522), un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.

6 La Presidenza semestrale italiana dell Unione Europea, che avrà inizio il prossimo 1 luglio, sosterrà iniziative volte a combattere tale fenomeno. Il Governo italiano contribuirà infatti all'elaborazione di un Rapporto europeo di valutazione complessiva dell'attuazione degli obiettivi contenuti nelle 12 aree critiche della Piattaforma d'azione di Pechino dal 2010 al 2014, nell ambito delle priorità e finalità strategiche dell UE, con una speciale attenzione alla revisione dell area relativa alla violenza contro le donne. In tale contesto, il Governo ha in animo di organizzare, in collaborazione con la Commissione europea, una Conferenza di alto livello sulle tematiche della Piattaforma d azione di Pechino nonché riprendere la prassi, interrotta nel 2008, di organizzare una Riunione informale dei Ministri per le Pari Opportunità degli Stati Membri finalizzata a consentire lo scambio di opinioni e l adozione di un testo di Conclusioni consiliari. Durante la Presidenza italiana, la semestrale riunione del Gruppo di Alto Livello sul Mainstreaming di genere sarà organizzata a Roma. Per quanto riguarda poi l attività svolta a livello europeo sul tema della violenza sulle donne, il Senato italiano intende partecipare attivamente alla divulgazione dei risultati dell'indagine condotta dalla Agenzia per i Diritti Fondamentali dell Unione Europea che contiene per la prima volta dati comparabili tra gli Stati membri dell'unione. Il Senato italiano saluta con favore le diverse risoluzioni del Parlamento europeo sul tema della violenza sulle donne e da ultimo l'adozione, lo scorso 25 febbraio, della. recante Raccomandazioni alla Commissione europea sulla lotta alla violenza sulle donne. Colgo ora l occasione per ringraziare la relatrice onorevole Antonyia Parvanova, qui presente.

7 La partecipazione costante del Parlamento italiano alle importanti iniziative di cooperazione interparlamentare messe in atto dalla Commissione FEMM del PE testimonia la nostra ferma convinzione che lo strumento della cooperazione tra Parlamenti racchiuda considerevoli potenzialità, soprattutto per quanto riguarda la sfera della tutela dei diritti umani. L auspicio è che i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo possano progressivamente arrivare a costituire un blocco democratico sulle problematiche di genere, con particolare riferimento al tema della violenza sulle donne, che possa essere percepito quanto piu coeso e interconnesso possibile. Un blocco democratico al cui interno scambiare informazioni e migliori pratiche, che possa operare un controllo democratico sull applicazione della Convenzione di Istanbul e degli altri strumenti internazionali, discutere dell efficacia delle soluzioni via via approntate a livello europeo e nazionale e promuovere iniziative volte a determinare quel radicale cambiamento culturale necessario per sradicare il fenomeno della violenza di genere. Tale azione congiunta è tanto più urgente quanto più si consideri che l Europa dovrebbe rappresentare in questo campo un modello cui conformarsi per i milioni di immigrati che vi risiedono o vi soggiornano provvisoriamente, spesso provenienti da culture più arretrate sotto il profilo del rispetto dei diritti umani. Un blocco democratico che sappia dare centralità al tema della lotta contro la violenza di genere pur quando le contingenze economiche e politiche spingessero in altra direzione, e che soprattutto si mantenga vigile circa la ricaduta concreta delle varie misure di tutela delle donne, perché aveva ragione Eleanor Roosvelt quando, in occasione del 10 anniversario della Carta dei Diritti Umani, affermava: "Dove iniziano i diritti umani universali? In piccoli posti vicino casa, così vicini e così piccoli che essi non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. Ma essi sono il mondo di ogni singola persona; il quartiere dove si vive, la scuola frequentata, la fabbrica, fattoria o ufficio dove si lavora. Questi sono i posti in cui ogni uomo, donna o bambino cercano uguale giustizia, uguali opportunità, eguale

8 dignità senza discriminazioni. Se questi diritti non hanno significato lì, hanno poco significato da altre parti. In assenza di interventi organizzati di cittadini per sostenere chi è vicino alla loro casa, guarderemo invano al progresso nel mondo più vasto. Quindi noi crediamo che il destino dei diritti umani è nelle mani di tutti i cittadini in tutte le nostre comunità". Vi ringrazio dell attenzione.