GESTIONE DEI RIPOPOLAMENTI CON LEPRI DI ALLEVAMENTO AMBIENTATE IN RECINTO; esperienze dell ATC n.1 Campobasso. Luigi Mastrogiuseppe*, Giuseppe

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1 GESTIONE DEI RIPOPOLAMENTI CON LEPRI DI ALLEVAMENTO AMBIENTATE IN RECINTO; esperienze dell ATC n.1 Campobasso. Luigi Mastrogiuseppe*, Giuseppe Quici*. Le immagini sono di Giuseppina De Castro**, E ormai noto e documentato che i ripopolamenti effettuati mediante l immissione di Lepri provenienti da altre nazioni o da altri continenti sono dannosi per le specie e inopportuni dal punto di vista sanitario. Infatti, le popolazioni di Lepus europaeus, a seguito degli intensi e caotici ripopolamenti a scopo venatorio operati in Italia con animali importati da altri paesi, hanno fatto sì che le popolazioni italiane fossero costituite da un miscuglio di diverse razze e di un gran numero di ibridi. Questa situazione rende difficile distinguere le forme indigene da quelle alloctone (Spagnesi et al., 1993). Le specie alloctone hanno contribuito, inoltre, all incremento di patologie a carattere infettivo come l EBHS comparsa in Italia nel 1987, Fibroma Infettivo della lepre, Yersiniosi, brucellosi sostenuta da brucella suis biotipo 2 endemica nell Europa dell Est (prof. A. Poli Facoltà Medicina Veterinaria Pisa) e alla comparsa di ulteriori agenti endoparassitari. Abbiamo avuto l opportunità di collaborare con il presidente dell ATC1 Campobasso, Sig. Bruno Arielli, per mettere in atto un Piano di ripopolamento lepri 2015 per scopi venatori con strategia programmata, razionale e monitorata in ogni sua fase. Il Presidente Bruno Arielli ha scelto, per il Piano di ripopolamento, di sfruttare le potenzialità esistenti sul proprio territorio, potenzialità troppo spesso occultate e sottovalutate per assenza di cultura e conoscenza tecnica di chi opera per la gestione della fauna selvatica ed allevata. Il progetto ha previsto una preliminare valutazione a carico dell allevamento di lepri del Sig. Bartolomeo Regina di Gambatesa (CB), designato per l esperimento. Il Sig. Bartolomeo gestisce una splendida azienda agricolo - zootecnica collocata in un angolo di natura straordinaria, e per passione, integra il suo lavoro ordinario allevando un limitato numero di lepri. L'allevamento dei riproduttori viene effettuato in gabbie(reparto riproduzione) così come quello dei leprotti nati che dapprima vengono cresciuti in gabbie ben distinte fino all'età di tre-cinque mesi(reparto svezzamento) per poi essere messi a terra in ampi recinti(reparto ''ambientamento'' - di cui uno di circa venti ettari) fino alla ricattura per l immissione sul territorio. Il Sig. Bruno Arielli, proprio perchè convinto della sua scelta, ha coinvolto noi veterinari al fine di monitorare lo stato di salute dei leprotti da immettere. Il giorno della cattura, Infatti, delle giovani lepri (cattura dalle gabbie di allevamento per la collocazione nel recinto di ambientamento/inselvatichimento) abbiamo, provveduto ad effettuare: o un accertamento visivo per la valutazione della tipicità di specie, per la valutazione dell età (presenza del tubercolo di Stroh¹), per la valutazione delle condizioni organiche generali e per l identificazione del sesso; o una immunizzazione attiva individuale (vaccinazione) verso la Pasteurellosi e verso le Clostridiosi mediante l inoculazione di un vaccino stabulogeno fatto produrre ad hoc per l allevamento; o una immunizzazione attiva individuale (vaccinazione) nei confronti della malattia EBHS, meglio conosciuta come Sindrome della Lepre Bruna Europea ; o un campione di sangue (sul 10% delle lepri) per la ricerca di anticorpi passivi (immunità acquisita dalle madri) nei riguardi della malattia EBHS; o un tampone nasale (sul 10% delle lepri) per l esame batteriologico nei confronti della Tularemia. Gli animali catturati dalle gabbie, dopo le predette procedure, sono stati immediatamente immessi in un recinto di circa venti ettari, costituito da terreno alberato, con prati e macchia spontanea ed è munito di protezione elettrificata antigatto. I campioni prelevati sono stati conferiti al laboratorio Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise di Teramo che dopo alcuni giorni ha trasmesso i conseguenti rapporti di prova dai quali si evince che: il 30% dei sieri di sangue analizzati ha evidenziato positività per presenza di anticorpi specifici (immunità passiva) nei confronti della EBHS; gli accertamenti batteriologici sui tamponi nasali, nei confronti della Tularemia, sono risultati negativi (sterili). Trascorso circa un mese dall immissione nel recinto di adattamento, alle prime luci dell alba, le lepri sono state ricatturate in tre mattinate, senza non poche fatiche e grazie ad una folta schiera di battitori, separate

2 per sesso, poste nelle casse di contenimento, raccolte in un locale ombreggiato per l applicazione di un marchio auricolare recante la sigla dell ATC1 Campobasso e, successivamente, spedite nel territorio dove sono state immesse prontamente a cura dello stesso allevatore, Sig. Bartolomeo Regina. CONSIDERAZIONI. Le lepri allevate dal Sig. Bartolomeo Regina esprimono un tipo morfologico con taglia abbastanza contenuta, raccolto e muscoloso, con mantello dalle cromie e tessitura tipico della lepre europea. Le lepri hanno dimostrato di possedere un discreto livello anticorpale passivo per EBHS (trasmesso dalle madri a loro volta sottoposte a vaccinazione) il quale è stato potenziato (come anzidetto) dalla vaccinazione subita circa un mese prima dell immissione nel territorio dell ATC1 Campobasso. Gli animali hanno dimostrato di essere indenni da Francisella tularensis, responsabile della Tularemia della lepre (grave zoonosi pericolosa anche per l uomo). Il livello sanitario indotto (protezione passiva e protezione attiva per le principali patologie della specie) e la buona conduzione igienica - alimentare dell allevamento hanno permesso che le perdite durante tutte le fasi e le manipolazioni anzidette si riducessero a due capi feriti per rottura della colonna vertebrale all atto dell immissione nel recinto di adattamento e due capi rinvenuti morti durante le ricatture, ovvero una percentuale di perdite pari al 2,1%. Al momento non possediamo dati e riscontri circa il grado di attecchimento delle lepri sul territorio nel quale sono state immesse. Riteniamo che la procedura descritta si possa ulteriormente migliorare per garantire un optimum operativo nei tempi e nei modi d azione. Riconosciamo che la miglior forma di ripopolamento (per il successo conseguibile) sarebbe quella per irradiamento ad opera delle popolazioni naturali o del ripopolamento di aree carenti con lepri catturate in arre limitrofe a maggiore densità, tuttavia, riteniamo non trascurabile esperimenti del tipo descritto che, se fatti con la dovuta perizia, possono fornire risultati apprezzabili. Le potenzialità possedute dal territorio in cui abbiamo operato sono state ignorate nel passato. Sperando che la presente esperienza ritorni utile, condividiamo la scelta del Presidente dell ATC1 Campobasso Sig. Bruno Arielli, parimenti apprezziamo e valorizziamo la semplice e funzionale professionalità dell allevatore Sig. Bartolomeo Regina. ¹ essenzialmente trattasi di un nucleo cartilagineo (come un chicco di grano o poco più) posto sulla sommità dell avambraccio (radio ulna) a circa un centimetro dal polso e sulla faccia laterale dell ulna ; è presente unicamente nei primi otto- nove mesi di vita, scomparendo definitivamente con il sopraggiungere della pubertà.

3 LA SEQUENZA NUMERICA DELLE FOTO RISPETTA L ORDINE DI NARRAZIONE RILASCI PER IL PREAMBIENTAMENTO Foto** 1 Foto** 2

4 Foto** 3 Foto** 4 Foto** 5

5 Foto** 6 RICATTURE Foto** 7 Foto** 8

6 Foto** 9 Foto** 10 Foto** 11

7 Foto **12 Bibliografia Giardini L., Baldi A., Riga F. (1998) Conservazione e gestione delle lepri autoctone dell Italia centrale (Lepus europeaus meridiei, Lepus corsicanus) Realizzazione di un area faunistica nel Parco regionale Marturanum. Comune di Barbarano e Parco Regionale Marturanum (relazione interna). Spagnesi M., V. Trocchi, La lepre comune. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Documenti Tecnici, 13. Smith, A.T. & Johnston, C.H Lepus europaeus. The IUCN Red List of Threatened Species. Version Amori, G., Contoli, L., Nappi, A. (2008), Fauna d'italia, Mammalia II: Erinaceomorpha, Soricomorpha, Lagomorpha, Rodentia Calderini, Bologna. Trocchi, V. & Riga, F. (2005), I Lagomorfi in Italia. Linee guida per la conservazione e la gestione.documenti tecnicimin. Politiche Agricole e Forestali Ist. Naz. Fauna Selvatica pp * Medici Veterinari SSN, esperti in fauna selvatica ed allevata. ** Ecologa Animale, rappresentante di Legambinete nell ATC1 Campobasso.

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