CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA PORZIONE CENTRALE DEL COSTONE ROCCIOSO IN CONTRADA GRAZIA PROGETTO ESECUTIVO

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2 REGIONE SICILIANA COMUNE DI SAN SALVATORE DI FITALIA Provincia di Messina ***** CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA PORZIONE CENTRALE DEL COSTONE ROCCIOSO IN CONTRADA GRAZIA ***** PROGETTO ESECUTIVO ***** RELAZIONE GENERALE RESS_A Relazione Generale 1311/CE OTT. 2011

3 INDICE 1. GENERALITÀ PREMESSA CARATTERISTICHE GEOLOGICHE DEI TERRENI SCHEMA GEOLOGICO-STRUTTURALE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE DESCRIZIONE DEL DISSESTO CAMPAGNA DI INDAGINI GEOGNOSTICHE CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEI TERRENI IN SITO RILIEVO GEOSTRUTTURALE CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL SITO INTERVENTI PREVISTI IN PROGETTO PREMESSA INTERVENTI DI TIPO ATTIVO SISTEMA DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE IN ROCCIA INTERVENTI DI TIPO ATTIVO SISTEMA DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO SOGGETTO A MOTI FRANOSI INTERVENTI DI TIPO PASSIVO BARRIERA PARAMASSI PREMESSA ANALISI TRAIETTOGRAFICHE SOFTWARE DI CALCOLO RISULTATI SPECIFICI DELL ANALISI... 27

4 1. GENERALITÀ 1.1. PREMESSA La presente Relazione Tecnica si riferisce al Progetto Esecutivo dei Lavori per il Consolidamento e messa in sicurezza della porzione centrale del costone roccioso in Contrada Grazia nel Comune di San Salvatore di Fitalia. Il territorio di San Salvatore di Fitalia si sviluppa su una dorsale collinare che è orientata in direzione SE-NW. La dorsale si sviluppa dal rilievo di Portella Santa Domenica (828 m s.l.m.m.) attraversa il rilievo di Serra delle Ciappe (962 m s.l.m.m.) e per il crinale su cui sorge il centro abitato di San Salvatore di Fitalia, quindi degrada verso contrada Due Fiumare in corrispondenza della confluenza tra il rampo principale della Fiumara di Zappulla ed il suo affluente principale che è costituito dalla Fiumara di Longi o Fitalia. I versanti sono caratterizzati per la presenza di numerose incisioni fluviali alternate a pendii continui e scarpate subverticali. Le aste torrentizie hanno scavato delle profonde incisioni nel substrato roccioso e nelle coperture detritiche formando delle profonde incisioni a V. I litotipi presenti nell area sono costituiti dal Flysch di Capo d Orlando con facies arenacea ed arenacea-pelitica che predominano nella parte alta del versante, mentre nella parte mediana sono presenti affioramenti di conglomerati poligenico. Nel Piano stralcio di bacino per l Assetto Idrogeologico, redatto dall Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, sono state individuate 53 aree di dissesto, di cui 9 per fenomeni di crollo che avvengono dalle pareti rocciose verticali e dai versanti acclivi costituiti dai conglomerati e dalle bancate arenitiche del Flysch di Capo d Orlando. L area oggetto di intervento si trova in contrada Grazia e si trova in posizione immediatamente sottostante le pendici del Serro delle Ciappe. La Carta Litologica del PAI descrive che l area in oggetto è caratterizzata da arenarie quarzoso-feldspatiche, la Carta dell Uso del Suolo descrive che l area in oggetto è caratterizzata da una copertura di oliveti e in parte è destinata al pascolo e quindi prova di copertura arborea. Per la sua conformazione l area non presenta rischi derivanti da fenomeni di esondazione mentre nella Carta dei dissesti del PAI l area è individuata da fenomeni franosi di crollo e ribaltamento in stato di attività. In particolare in corrispondenza della contrada Grazia si rilevano numerosi dissesti 1

5 classificati e, per la presenza di abitazioni lungo la strada provinciale SP 155, il rischio geomorfologico è R4, rischio per il quale gli eventi calamitosi possono provocare possibili perdite di vite umane o lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale e la distruzione delle attività socio-economiche. In particolare si riporta la parte della relazione del PAI per il bacino del Torrente Zappulla (016) in cui viene descritta l area oggetto di intervento. La frazione Grazia è edificata alla base della scarpata rocciosa ad Ovest di Serro delle Ciappe e su un ripiano morfologico a debole pendenza adiacente; la scarpata rocciosa a monte del tracciato della strada provinciale SP 155 è costituita dalla facies conglomeratici del Flysch di Capo d Orlando ed è stata soggetta a più riprese dal crollo di blocchi lapidei di volume spesso superiore a 1 mc. inoltre sono tuttora presenti lungo il versante diversi massi in condizioni di equilibrio precario. In seguito agli eventi di crollo sono state emesse ordinanze di sgombero delle abitazioni a monte della strada provinciale e sono state realizzate reti e barriere paramessi da parte della Provincia Regionale di Messina e della Protezione Civile Regionale. Sono stati perimetrati diversi areali a pericolosità molto elevata (P4) e sono a rischio molto elevato (R4) le abitazioni della frazione (E4) prossima al tracciato della strada provinciale e a rischio elevato (R3) i tratti di viabilità provinciale e rurale (E2,E1. A valle degli interventi di consolidamento già eseguiti è stata perimetrata un area a pericolosità moderata (P1) e le abitazioni sottostanti risultano a rischio medio (R2). Il progetto preliminare prevedeva il consolidamento delle aree ricadenti nella Contrada Grazia ed in particolare l intervento era stato previsto nelle aree che nella perimetrazione PAI sono indicate dalle seguenti sigle: SS-027 in cui la superficie in dissesto ha una estensione di mq e l area in pericolo risulta essere pari a mq SS-028 in cui la superficie in dissesto ha una estensione di 952 mq e l area in pericolo risulta essere pari a mq SS-029 in cui la superficie in dissesto ha una estensione di mq e l area in pericolo risulta essere pari a mq. In totale l area oggetto di intervento previsto nel progetto preliminare si sviluppa su una superficie pari a mq e si trova a ridosso del centro abitato di Contrada Grazia in cui si sono storicamente verificati i fenomeni di crollo. 2

6 Gli eventi calamitosi che si sono verificati nel Gennaio 2003 e sono consistiti in una caduta massi, hanno determinato l emissione di ordinanze di sgombero per molte abitazioni e la chiusura della SP155. Gli eventi descritti hanno determinato la dichiarazione di Stato di Calamità per il territorio di San Salvatore di Fitalia da parte della Giunta Regionale Siciliana (Deliberazione 4/2003 del ) e successivamente con DPCM del emesso ai sensi dell art. 5 della Legge 225/95 è stato dichiarato lo Stato di Emergenza. Il distacco delle masse rocciose, nel caso in oggetto, è favorito dalla presenza di materiali di appoggio facilmente erodibili, dalla elevata pendenza dei terreni e dal ruscellamento delle acque superficiali che esercitano un azione di dilavamento alla base dei blocchi rocciosi. Inoltre spesso i terreni sono stati oggetto di ripetuti e violenti incendi che hanno quasi completamente devastato l originaria vegetazione arbusto-boschiva rendendo i fronti maggiormente esposti all azione erosiva delle acque meteoriche. Tutte queste ragioni inducono a pensare che i terreni oggetto di intervento sono soggetti a crolli che si possono determinare per diverse cause tra le quali possono essere riscontrate quelle tettoniche, geomorfologiche o sismiche. Un crollo nella parte sommitale della zona coinvolgerebbe la SP 155 e le abitazioni che si trovano a monte della stessa strada in quanto il blocco non troverebbe ostacoli nella sua caduta verso valle a causa della sparuta vegetazione che si trova in parte nella zona in oggetto. Durante la stagione invernale, prolungate e intense piogge sulla zona determinerebbero delle azioni di dilavamento del terreno con il conseguente aggravamento del rischio di crollo per persone e infrastrutture. Il presente progetto riguarda in particolare la messa in sicurezza e consolidamento dell area individuata con il codice 016-5SS-029 e di tutta la porzione di terreno a monte dell area, fino alla linea di displuvio, in quanto tale superficie è sede di molti amassi a rischio caduta e di alcuni ammassi fratturati di notevoli dimensioni, il cui distacco coinvolgerebbe direttamente le abitazioni presenti i contrada Grazia e la SP CARATTERISTICHE GEOLOGICHE DEI TERRENI Le caratteristiche geologiche e geotecniche del sito sono state desunte dalla Relazione Geologica e sono state determinate attraverso una ricerca bibliografica dei dati disponibili in letteratura, un rilevamento geologico di superficie esteso alle aree strettamente 3

7 interessate dall intervento, rilievo geologico di dettaglio per l individuazione delle caratteristiche geomorfologiche e geologiche dell area, individuazione dell assetto stratigrafico dei terreni e delle proprietà fisico-meccaniche con l ausilio di una dettagliata campagna di indagini geognostiche e geotecniche in sito. La campagna di indagini geognostiche e geotecniche è stata condotta attraverso 7 profili sismici a rifrazione, 4 prove di densità in situ, il prelievo di 3 campioni indisturbati di terreno mediante l infissione di apposite fustelle che sono state inviate presso un laboratorio di prove geotecniche. Le indagini sono state completate con un rilievo geostrutturale al fine di caratterizzare gli affioramenti conglomeratici sparsi, discontinui e di diverse dimensioni che incombono sull abitato SCHEMA GEOLOGICO-STRUTTURALE In corrispondenza dell area in oggetto i terreni sono caratterizzati dalla presenza della formazione del Flysh di capo d Orlando, i cui litotipi occupano il settore che dal rilievo di Serro delle Ciappe si estende verso Ovest fino alle C/de di Grazia e Scrisera mentre ad est raggiunge la fiumara di Tortorici. Essi sono costituiti essenzialmente da sedimenti torbiditici silicoclastici in cui si distingue in generale una porzione basale data da conglomerati poligenici a clasti etrometrici prevalentemente cristallini con struttura caotica evolventi verso l alto e lateralmente a facies arenacee o arenaceo-pleitiche disposte in strati da decimetrici a metrici cui si intercalano livelli decimetrici argilloso-marnosi con immersione generale verso Nord. Tutte le formazioni presenti sono ricoperte da Coltri detritiche a composizione e potenza variabile e discontinua in relazione alle litologie sotto e soprastanti di cui risultano il prodotto del disfacimento ricoprono notevoli porzioni di territorio soprattutto nelle zone a morfologia più depressa. Lo smantellamento delle epimetamorfiti produce un mantello detritico a composizione variabile costituita principalmente da elementi metamorfici eterometrici immersi in una matrice a composizione argilloso-limosa con grado di addensamento variabile. Tali coltri si riscontrano nei versanti in oggetto di studio accumulandosi sui fianchi dei pendii ed ai piedi dei rilievi. 4

8 1.4. CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE L area in oggetto è caratterizzata da irregolari e frequenti variazioni di pendenza dei versanti e tale conformazione fisica è strettamente legate alla natura dei terreni e connessa con le strutture tettoniche. Infatti nelle zone in cui affiorano rocce si riscontra una acclività più accentuata dovuta alla maggiore resistenza che tali rocce offrono allo smantellamento prodotto dagli agenti atmosferici, mentre in corrispondenza degli affioramenti di terreni plastici la morfologia risulta meno accidentata anche se sono sempre presenti incisioni generate dall erosione diffusa che le acque di ruscellamento superficiale provocano più facilmente su tali terreni. Il contesto geomorfologico generale denota uno stato di evoluzione giovanile, dettato da fenomeni recenti di sollevamento della regione che hanno determinato la morfologia spiccatamente acclive riscontrabile in sito e con la conseguente formazione di valli dal profilo a V, creste a sviluppo rettilineo, contropendenze sui versanti e gomiti nei corsi d acqua. Tali fenomeni comportano un elevata propensione all instabilità dei pendii con un aumento dei processi erosivi a carico dei rilievi che risentono della profonda fratturazione del substrato dovuta alle azioni tettoniche e degli effetti delle acque incanalate che provocano erosione a carico delle zone di testata ed il collasso delle sponde. L insieme di questi fattori ha generato la formazione di vaste coltri detritiche che assumono spessori variabili fino a qualche metro e che, dove la superficie topografica ne ha permesso il deposito, coprono ampie zone di versanti CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE La circolazione idrica superficiale assume peculiarità differenti in funzione del substrato esercitando l azione erosiva di fondo delle fasce di minore resistenza in corrispondenza delle litologie competenti approfondendo progressivamente il proprio alveo, mentre in corrispondenza delle formazioni meno competenti particolarmente fratturate o dove prevalgono le coperture detritiche l azione erosiva si esplica espandendosi arealmente. Il regime idrografico dell area è a carattere torrentizio con tempi di corrivazione molto brevi. Nella fattispecie le acque scendono dai versanti in alvei generalmente stretti ed incassati, caratterizzati da pendenze longitudinali medio-elevate ed esercitando un forte potere erosivo ed un elevato trasporto solido verso le aste principali. 5

9 Per la valutazione della permeabilità dei terreni in sito si è individuata la seguente suddivisione: Terreni a permeabilità medio-elevata per porosità A questa classe appartengono i depositi detritici che mostrano una buona permeabilità per porosità primaria. Terreni a permeabilità media per fratturazione Sono costituiti dai depositi flyshoidi caratterizzati da permeabilità media (10-6 cm/s < K < 10-4 cm/s), per i quali si riscontrano litotipi poco permeabili in corrispondenza dei livelli argilloso-marnosi e litotipi più permeabili per la fratturazione dovuta ai notevoli stress tettonici soprattutto in corrispondenza dei banconi arenacei. Terreni a bassa permeabilità Sono costituiti dalle metamorfiti paleozoiche caratterizzate da una bassa permeabilità per fratturazione (10-7 cm/s < K < 10-5 cm/s) 1.6. DESCRIZIONE DEL DISSESTO In corrispondenza del sito in oggetto si riscontrano ammassi conglomeratici, le cui caratteristiche sono descritte nel seguito, che non presentano continuità sia lateralmente che in profondità ed appaiono come blocchi isolati di varie dimensioni ed interessati da diaclasi diversamente orientate nello spazio, la cui intersezione spesso isola blocchi di considerevoli dimensioni, lasciandoli in condizioni di precaria stabilità. In particolare, le masse rocciose presentano delle fratture in cui non si è verificato alcun movimento nel piano della frattura (diaclasi) e che sono soggette a movimenti per la facile erodibilità del terreno di appoggio dovuta alla notevole pendenza dello stesso e al ruscellamento delle acque dilavanti. In particolare, il distacco delle masse rocciose a cui è storicamente stato soggetto il versante in studio è stato ed è attualmente favorito dalle forme di diaclasi, mentre la loro movimentazione è agevolata dalla facile erodibilità dei terreni di appoggio, dall esasperata pendenza e dall azione erosiva dell acque dilavanti. L intero versante è inoltre caratterizzato dalla presenza di una coltre detritica di spessore variabile in ragione delle condizioni locali di acclività, che influenza l aspetto morfologico 6

10 dell intero pendio dove si alternano una serie di spuntoni e piccole aree incassate che fanno intendere come esso sia stato oggetto di importanti fenomeni di svuotamento determinati dal collasso di rilevanti quantità di detrito accumulatosi nei settori di minore acclività. Inoltre va osservato che negli ultimi anni numerosi incendi che si sono verificati sul versante hanno completamente distrutto la vegetazione originariamente presente, rendendo il versante stesso maggiormente esposto agli agenti atmosferici. Pertanto i blocchi rocciosi che si trovano sulla sommità del versante possono crollare per effetto di cause tettoniche o sismiche coinvolgendo la strada provinciale SP 155 e le abitazioni che si trovano ai margini della strada, determinando notevole rischio per la pubblica incolumità. Allo stato attuale, la parte alta del versante si trova del tutto priva di qualsivoglia protezione di tipo arbusto-boschiva, per cui i versanti sono ulteriormente esposti al dilavamento superficiale operato dalle acque meteoriche, mentre la rada copertura arborea non assolve in tali aree la funzione di barriera naturale nei confronti dei probabili fenomeni di crollo. Per quanto sopra descritto, il versante può essere suddiviso in tre zone: Zone interessate da coltre detritica a tratti molto allentata e con assenza di vegetazione arborea in cui si possono verificare fenomeni di scivolamento in concomitanza di abbondanti precipitazioni meteoriche che ne fanno scadere le caratteristiche meccaniche; Zone con presenza di ammassi conglomeratici interessati da fratture che isolano blocchi rocciosi potenzialmente instabili e di dimensioni variabili da qualche metro cubo fino anche a 30 mc; Aree con blocchi conglomeratici sparsi di dimensioni superiori al metro cubo, alcuni dei quali in condizioni di potenziale instabilità CAMPAGNA DI INDAGINI GEOGNOSTICHE Per la definizione delle caratteristiche geometriche, litostratigrafiche, geotecniche e fisiche dei litotipi riscontrati in sito è stata eseguita una approfondita campagna di indagini geognostiche (Figura 1). 7

11 Figura 1 - Planimetria campagna di indagini geognostiche eseguite 8

12 1.8. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEI TERRENI IN SITO Sulla base delle indagini eseguite sono stati caratterizzati i terreni che costituiscono la coltre detritica e i terreni che costituiscono il substrato conglomeratici. In particolare i terreni costituenti la coltre detritica hanno le caratteristiche riportate nella Tabella 1 mentre i terreni costituenti il substrato conglomeratici hanno le caratteristiche riportate nella Tabella 2. Valori adottati per le Coltri Detritiche γ c' φ k (ton/mc) (kg/cmq) ( ) 1,75 0,000 33,4 Tabella 1 Valori delle caratteristiche meccaniche adottati per la coltre detritica Substrato Conglomeratico γ c' φ σ n (ton/mc) (kg/cmq) ( ) (kg/cmq) 2,00 1,50 35,0 190 Tabella 2 Valori delle caratteristiche meccaniche adottati per il substrato conglomeratico 1.9. RILIEVO GEOSTRUTTURALE E stato quindi eseguito un rilievo geostrutturale di alcuni ammassi conglomeratici siti lungo il versante di notevole pendenza nei pressi di località Serro delle Ciappe oggetto di intervento. In particolare il rilievo geomeccanico è stato eseguito al fine di caratterizzare gli affioramenti conglomeratici sparsi, discontinui e di dimensioni diverse affioranti nelle porzioni medio-alte del versante; tali affioramenti per comodità di rilievo sono stati numerati progressivamente e denominati ammassi conglomeratici. Nel versante oggetto di studio affiorano litologie appartenenti al Flysch di Capo D Orlando ed in particolare si tratta di facies arenacee e conglomeratiche. La litofacies arenacea è costituita da arkose e arkose litiche di colore grigio giallastre mentre la litofacies conglomeratica è costituita da conglomerati poligenici ed eterometrici con prevalenti clasti cristallini in scarsa matrice arenacea. Durante il rilievo eseguito si è potuto osservare che tali ammassi conglomeratici sembrano non avere una loro continuità sia lateralmente che in profondità ed appaiono come blocchi 9

13 isolati. Tali ammassi conglomeratici di dimensioni diverse sono interessati da fratture (diaclasi) diversamente orientate nello spazio la cui intersezione spesso isola dei blocchi (a volte anche di notevoli dimensioni) in condizioni di potenziale instabilità. In generale i vari affioramenti conglomeratici rilevati si presentano massivi e disposti orizzontalmente o leggermente a reggipoggio. L evoluzione geomorfologica di tali ammassi è determinata dal modo di operare dell erosione stessa; un erosione selettiva che spesso erode l appoggio di tali ammassi nelle porzioni meno cementate determinando uno scalzamento al piede per cui alcune porzioni risultano sbalzanti. Figura 2 Viste generali del versante in studio 10

14 Figura 3 Ammassi conglomeratici affioranti Figura 4 Blocchi conglomeratici sparsi potenzialmente instabili Si può inoltre constatare che alcune delle porzioni degli ammassi conglomeratici in condizioni di instabilità sono stati oggetto di consolidamento mediante ancoraggio e fasciature con cavi d acciaio. Il rilievo geomeccanico speditivo è stato eseguito secondo le linee operative generali 11

15 prescritte nelle Raccomandazioni dell Associazione Internazionale per la Meccanica delle Rocce (ISMR, 1975). Di ogni discontinuità presente nell ammasso sono state rilevate la giacitura, la lunghezza, la distanza tra una discontinuità e l altra, l apertura, il tipo di riempimento e le condizioni di umidità. Inoltre sono stati rilevati i profili di scabrezza delle diaclasi utilizzando il Pettine di Barton. Le giaciture dei piani di discontinuità sono state visualizzate attraverso la proiezione equiangolare di Wulff. Il rilievo delle discontinuità ha permesso di determinare la qualità dell ammasso roccioso utilizzando la classificazione di Bieniawski BRMR (Basic Rock Mass Rating) 1973 modificato. Dal rilievo effettuato emerge (in linea generale) che il pendio in questione è costituito prevalentemente da una facies conglomeratica dove quest ultima si rinviene come ammassi più o meno estesi e sono costituiti da clasti eterometrici e poligenici in matrice prevalentemente sabbiosa; il grado di cementazione si è osservato essere alquanto variabile dal basso al medio grado. Il versante mostra una pendenza variabile dal 50 al 60%. Lungo il versante si sono osservate zone a diverso comportamento cinematico: zone interessate da coltre detritica a tratti molto allentata e con assenza di vegetazione arborea. In alcuni tratti si sono osservati fenomeni di scivolamento di tale coltre detritica, a seguito di abbondanti precipitazioni meteoriche che fanno scadere le caratteristiche meccaniche del detrito. zone interessate dagli ammassi conglomeratici che risultano interessate da fratture che, diversamente orientate nello spazio, isolano in taluni casi blocchi rocciosi potenzialmente instabili e di dimensioni variabili da qualche metro cubo fino anche a 30 mc. Infine una terza zona è caratterizzata da aree con blocchi conglomeratici sparsi di qualche metro cubo alcuni dei quali in condizioni di potenziale instabilità CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL SITO La successione litologica dei terreni interessati dalle opere di consolidamento in progetto è caratterizzata dalla presenza di due orizzonti litologici principali: Superiormente la coltre detritica con spessore variabile tra 2,00 e 4,00 ml costituita dal prodotto dell alterazione di entrambe le facies del Flysh di capo d Orlando 12

16 ovvero le sabbie limose con inclusi frammenti arenacei ed i ciottoli poligenici provenienti dal disfacimento del conglomerato; L orizzonte inferiore è dato dai terreni afferenti al Flysh di Capo d Orlando localmente espresso dal livello basale costituito da conglomerati poligenici a clasti eterometrici prevalentemente cristallini con struttura caotica in scarsa matrice arenacea, disposti in grossi banchi interessati da fratture (diaclasi) diversamente orientate nello spazio la cui intersezione spesso isola dei blocchi a volte anche di notevoli dimensioni, che sovente si trovano in condizioni di instabilità. Data la natura dei terreni riscontrati in sito e sulla scorta delle risultanze delle prove M.A.S.W eseguite in sito si ritiene di poterli assegnare alla Categoria di Sottosuolo di riferimento B (Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati ) di cui alla Tab. 3.2.II del D.M. 14/01/2008. Per quanto riguarda la vita nominale si assume pari a 50 anni trattandosi di un opera classificabile come non provvisoria e di importanza non strategica ai fini di protezione civile, mentre per la Classe d Uso si assume la II, in quanto le opere assumono rilevanza nei confronti della protezione di costruzioni in cui si prevede affollamento normale, assenza di contenuti pericolosi per l ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Il Coefficiente d uso C U è quindi pari a 1,00, per cui il periodo di riferimento si determina con la relazione: V R = V N *C U = 50*1.00 = 50 anni Infine, con riferimento alla tabella 3.2.IV del D.M. 14/01/2008, la Categoria Topografica del sito può essere assunta coincidente con la T4 (rilievi con inclinazione media superiore a 30 ). Nel caso in esame, si ha quindi: Categoria Topografica del sito: Cat. = T4 Classe d Uso dell opera: Classe = II Vita Nominale dell opera V N = 50 anni Categoria di Sottosuolo Cat. = B 13

17 L applicazione dei parametri sopra indicati ha portato, per il sito in oggetto (lat , long ) ai seguenti risultati in termini di a g : Figura 5 Caratterizzazione sismica del sito (dati STS) Valori dei parametri a 0, F 0 e T c associati ai diversi Stati Limite In particolare le verifiche delle strutture geotecniche soggette ad azioni sismiche devono essere eseguite agli stati limite ultimi (SLU) e agli stati limite di danno (SLD); la stabilità dei pendii ai soli stati limite ultimi. Determinando inoltre i coefficienti di amplificazione stratigrafica S S e topografica S T dalle tabelle 3.2.V e 3.2.VI del D.M. 14/01/2008, si ottiene: Coefficiente di amplificazione stratigrafica S S = 1.20 (SLO) S S S S S S = 1.20 (SLD) = 1.20 (SLV) = 1.16 (SLC) Coefficiente di amplificazione topografica S T =

18 per cui si ottiene il valore dell accelerazione massima attesa per ciascuno Stato Limite Ultimo come a max /g= S S S T a g, riportati nella Tabella seguente: DETERMINAZIONE DELLA a g,max /g SLV SLC 1,20 0,183 = 0,220 1,16 0,233 = 0,271 Tabella 1 Valori di a max /g DETERMINAZIONE DI β S SLV SLC 0,24 0,28 Tabella 2 Valori di β S da cui si deducono per le analisi di Stabilità globale dei pendii, ovvero anche per la determinazione delle azioni sismiche sui blocchi lapidei in condizioni di stabilità precarie i seguenti valori di azione orizzontale allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita: k h = β s *(a max /g) = 0,24*1,0*1,4*0,220 = 0,075 k v = ± 0.5 k h = ± 0,5*0,075 = ± 0,037 15

19 2. INTERVENTI PREVISTI IN PROGETTO 2.1. PREMESSA I possibili interventi che possono essere eseguiti per il consolidamento in oggetto si dividono in due categorie: a) interventi di tipo attivo b) interventi di tipo passivo Gli interventi di tipo attivo sono quegli interventi di consolidamento dell ammasso roccioso con i quali si rendono stabili i blocchi originariamente in precarie condizioni di equilibrio. Gli interventi di tipo passivo sono quelli che non impediscono che si possano verificare dei distacchi di massi dai fronti lapidei, ma si neutralizzano i relativi effetti su quello che si intende salvaguardare. In dettaglio questi interventi non sono realizzati in corrispondenza dell ammasso roccioso da consolidare, ma sono manufatti ubicati tra la parete lapidea e le abitazioni o le infrastrutture e hanno la funzione di intercettare i blocchi eventualmente distaccatesi dal fronte roccioso. Per ovviare alle condizioni di pericolo determinate dai possibili crolli di blocchi non radicati presenti nel pendio sovrastante la zona urbanizzata e la strada SP 155, si è fatto riferimento ad una barriera paramassi ad elevato assorbimento di energia INTERVENTI DI TIPO ATTIVO SISTEMA DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE IN ROCCIA L intera area soggetta ad interventi di consolidamento si può suddividere in cinque macro zone distinte, identificate nella tavole di Rilievo Geostrutturale come ammassi rocciosi più un area che si trova immediatamente sopra le abitazioni di contrada Grazia dove insistono dei blocchi di diversa pezzatura. Su tali ammassi, in relazione all interasse fra le spaziature delle discontinuità, sono stati individuati i seguenti blocchi instabili tipici: Blocco tipico 1 Volume = 10 m 3 Blocco tipico 2 Volume = 15 m 3 Blocco tipico 3 Volume = 20 m 3 16

20 Per quanto riguarda i meccanismi di instabilità di questi blocchi sono stati individuati principalmente meccanismi di scivolamento e ribaltamento. Dal rilievo geostrutturale si possono assumere piani di scivolamento con inclinazione variabile tra 30 e 40. Il braccio della forza agente sugli ancoraggi di monte è ben superiore al braccio creato dal peso proprio rispetto all eventuale punto di ribaltamento, dunque il fenomeno del ribaltamento non rappresenta un problema intervenendo con questo sistema di consolidamento. In Figura 6 si osserva uno schema che considera, ad esempio, un blocco instabile tipico (giallo scuro) e la realizzazione di un sistema di consolidamento composto di ancoraggi in barra e rete in acciaio ad alta resistenza posta in contatto con il versante. Il sistema, offre una forza stabilizzante aggiuntiva P. Figura 6. Schema del modello generale 17

21 Nella Figura 6 si osserva la scomposizione di questa forza in una componente verso l alto Zo e una componente verso il basso Zu. Gli angoli o e u dipendono dalla posizione degli ancoraggi a monte e a valle del blocco instabile e dalla geometria del blocco stesso. Una parte della forza P agisce anche nelle direzioni laterali. Il sistema adottato in questo progetto grazie all estesa campagna di sperimentazione sia di laboratorio che di test a vera grandezza, permette di valutare il contributo laterale S (Figura 7) come una percentuale della forza Zo e allo stesso modo permette di valutare la forza Zu come una percentuale della forza Zo. La forza laterale S è funzione del rapporto ξ (S/Zo) che dipende a sua volta dell angolo δ e del rapporto L/B. La resistenza a trazione della rete e la resistenza a una forza di strappo sui singoli nodi della rete sono tutte note tramite prove di laboratorio. Figura 7. Influenza laterale Per il calcolo dell azione stabilizzante P, delle sue componenti Zo, Zu, S e dello schema di ancoraggio è stato utilizzato il programma RUVOLUM ROCK. Le forze Zo, Zu e S sono trasmesse rispettivamente dalla rete agli ancoraggi superiori, 18

22 inferiori e laterali. Pertanto, la forza agente sul nodo in cui viene inserito l ancoraggio con la sua piastra, non può superare la resistenza allo strappo del nodo. Il programma RUVOLUM ROCK permette di scegliere lo schema di ancoraggio intorno al blocco instabile che soddisfa le seguenti verifiche: Verifica di trasmissione della forza locale a monte: La forza Zo, trasmessa agli ancoraggi di monte, deve essere minore della resistenza allo strappo del nodo in direzione longitudinale per il numero di ancoraggi; Verifica di trasmissione della forza locale a valle: La forza Zu, trasmessa agli ancoraggi di valle, deve essere minore della resistenza a strappo del nodo in direzione longitudinale per il numero di ancoraggi; Verifica di trasmissione della forza locale lateralmente: La forza S, trasmessa agli ancoraggi laterali, deve essere minore della resistenza allo strappo del nodo in direzione trasversale per il numero di ancoraggi. La forza di contrasto necessaria è garantita dall utilizzo di una rete ancorata alla roccia, che sia in grado di: 1. mobilizzare la propria resistenza e il contributo stabilizzante P immediatamente dopo il movimento incipiente del corpo instabile 2. non lacerarsi sotto l azione delle forze esercitate dal masso in incipiente scivolamento. Il sistema adottato utilizza la rete ad alta resistenza con le seguenti caratteristiche: Maglia romboidale in fune spiroidale, 292 x 500 mm (+/- 10 mm); Fune spiroidale in acciaio, costituita da tre fili in acciaio ad alta resistenza (tensione di snervamento 1770 N/mm²) del diametro non inferiore a 4 mm. nodi tra le maglie reciprocamente mobili e tali da garantire resistenza a trazione non inferiore a 220 kn/m, in senso longitudinale; apertura della maglia strutturale: diametro cerchio inscritto non superiore a 230 mm; Resistenza caratteristica (secondo gli Eurocodici) del singolo nodo a una forza di strappo longitudinale pari a 60 kn e una forza in senso trasversale pari a 45 kn (le 19

23 resistenze di progetto sono 40 kn e 30 kn rispettivamente). Al sistema di consolidamento si sovrappone, al solo scopo di contenere l eventuale porzione fine che potrebbe distaccarsi dagli ammassi rocciosi, una rete a maglia quadrata di 50x50mm, in filo d acciaio. In pratica per massi di dimensioni di 5 m 3 circa o inferiori, sono necessari 4 ancoraggi perimetrali, con un interasse congruente con le dimensioni del masso e con una configurazione tendenzialmente a quinconce dove possibile, come illustrato nella figura sottostante (Figura 8), mentre per i massi di dimensioni superiori a 5m 3 gli ancoraggi perimetrali devono risultare in numero maggiore di 6 fermo restando l interasse sul corpo del masso congruente con le sue dimensioni e le sue asperità. Figura 8. Rappresentazione schematica per l'interpretazione dei risultati. Le barre d acciaio dovranno avere una lunghezza di 4 m in modo tale da garantire l ancoraggio oltre la zona dove l ammasso si presenta fratturato (con presenza di giunti con persistenza lineare dal 50 al 90%). Gli ancoraggi necessari sono del tipo GEWI F 28 mm o equivalenti, in termini di resistenza, sia a taglio che a trazione. Il sistema proposto è in grado di mettere in sicurezza da fenomeni di crollo di blocchi rocciosi instabili la porzione di versante trattata con tale sistema con i fattori di sicurezza previsti dalla Normativa Italiana. E chiaro che il risultato ottenuto in termini di sicurezza e 20

24 di stabilità del fronte dipende strettamente dalla tecnologia scelta, in grado di trasmettere un azione stabilizzante alla roccia. Altri tipi di intervento difficilmente possono essere altrettanto efficaci, soprattutto a parità di densità di ancoraggi. Figura 9. Sistema di consolidamento del versante in roccia 2.3. INTERVENTI DI TIPO ATTIVO SISTEMA DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO SOGGETTO A MOTI FRANOSI Per il dimensionamento dell intervento di consolidamento del terreno soggetto a moti franosi, è stato impiegato un sistema di calcolo che modella la scarpata analizzandone la stabilità superficiale (intesa come scorrimento probabile di uno strato di terreno, o roccia alterata, su un substrato ritenuto stabile) e la stabilità locale (intesa come contenimento delle porzioni dello strato superficiale comprese nel reticolo degli elementi di ancoraggio, normalmente barre in acciaio ad alta resistenza Figura 10).Va chiarito sin da subito che il modello non analizza il versante secondo la ricerca di eventuali cerchi di scorrimento profondo. In altre parole, non viene svolta un analisi di stabilità globale, peraltro non significativa nel sito in esame considerato l assetto geologico e geomorfologico. 21

25 - Figura 10. Meccanismi di rottura considerati per il dimensionamento. - Meccanismo superficiale (sinistra), meccanismo locale (destra). Il sistema utilizzato concetto RUVOLUM di Ruegger e Flum, è uno tra i pochi software esistenti in cui la stabilizzazione e/o il consolidamento di un versante, che avviene per mezzo di ancoraggi strutturali, attivi o passivi, tiene conto del contributo del rivestimento superficiale del versante stesso, ossia della rete in acciaio ad alta resistenza. Chiaramente, affinché il contributo sia sensibile, il materiale che riveste il versante, avente la funzione di distribuire lateralmente i carichi e le sollecitazioni, deve essere di caratteristiche tali da poter essere apprezzabili, ovvero, in altre parole, avere una resistenza a trazione intrinseca elevata nelle due direzioni, ma anche una resistenza al punzonamento nota ed elevata. La rete in acciaio, con filo di diametro 3 mm, ha le seguenti caratteristiche: - resistenza della rete allo sforzo di trazione parallelamente al versante, ZR = 30 kn; - resistenza della rete allo sforzo di pressione nella direzione dell ancoraggio, DR = 180 kn; - resistenza della rete allo sforzo di taglio nella direzione dell ancoraggio (immediatamente al di sopra della piastra romboidale), PR = 90 kn; 22

26 I valori di resistenza ottenuti da prove di laboratorio d accordo all Eurocodice sono definiti come valori caratteristici; i valori di progetto sono ottenuti applicando un fattore di sicurezza riduttivo (uguale a 1.5). I valori di resistenza sopra riportati nascono dalla sperimentazione in laboratorio del sistema e dei suoi singoli componenti; il programma ne tiene conto nella verifica che le sollecitazioni non superino le capacità del sistema stesso. Essi intervengono nel dimensionamento che opera nello spirito della verifica di quattro prove: - prova di stabilizzazione dello strato instabile per mezzo degli ancoraggi secondo l interasse calcolato (metodo del pendio indefinito); - prova di resistenza della rete rispetto al taglio al bordo superiore delle piastre d ancoraggio; - prova di resistenza della rete alla trasmissione del pre-carico dell elemento di ancoraggio (normalmente mai superiore ai 30 kn); - prova della resistenza dell ancoraggio sotto l azione combinata di taglio e trazione. Una delle peculiarità del sistema scelto per il consolidamento del versante è anche quello della durata nei confronti della corrosione: la protezione è garantita dalla galvanizzazione che abbina allo Zinco una percentuale significativa di Alluminio, tale da aumentare sensibilmente la durata anche in ambienti aggressivi. In abbinamento alla rete in acciaio, è stata studiata un apposita piastra di ripartizione dei carichi trasferiti dagli ancoraggi alla rete e viceversa, in grado in sostanza di conferire, in abbinamento alla rete, in maniera omogenea i carichi con i quali gli ancoraggi sono serrati INTERVENTI DI TIPO PASSIVO BARRIERA PARAMASSI PREMESSA Al fine di verificare il rischio cui sono sottoposte le abitazioni in contrada Grazia in Comune di Fitalia (ME) per fenomeni di caduta massi, si è provveduto ad eseguire delle analisi traiettografiche di caduta massi lungo sezioni rappresentative del tratto di versante in esame. Le analisi sono state svolte sulle sezioni previo lo sviluppo di considerazioni di tipo cautelativo nel senso che, il punto di distacco ipotizzato è stato collocato nella fascia 23

27 rocciosa sommitale del versante. In Figura 11 si osserva la planimetria della zona in esame e le 4 sezioni di caduta massi ritenute rappresentative dell intero versante. Le sezioni seguono in linee generali le traiettorie di massima pendenza nonché le incisioni vallive. BARRIERA INTERCETTA SEZ D BARRIERA INTERCETTA SEZ C BARRIERA INTERCETTA SEZ A E SEZ B Figura 11. Planimetria di Progetto e sezioni di caduta massi rappresentative dell'intero versante SEZ A SEZ B SEZ C SEZ D quota (m) ascissa (m) Figura 12. Profili di quota e ascissa delle sezioni di caduta massi. 24

28 I profili di quota e ascissa delle sezioni di caduta massi considerate vengono illustrate nel diagramma di Figura 12. Attualmente sono molto in uso i programmi di simulazione di caduta massi che permettono, sulla base di leggi statistiche dedotte dai grandi numeri di ipotesi svolte, di acquisire un idea di come i massi si comportano lungo il versante in esame. I risultati che si ottengono, riconducibili sostanzialmente alla dinamica delle traiettorie prevalenti, ed alle energie che i massi sviluppano in ogni punto del loro percorso, devono sempre e comunque essere intesi come indicativi, poiché l assetto geometrico del versante, le sue caratteristiche geomorfologiche, e le interazioni con i massi che rimbalzano raggiungono in natura un dettaglio ed una diversificazione che non è mai possibile restituire fedelmente in elaborazioni computerizzate. Non solo, ma deve essere molto chiaro che i risultati devono essere necessariamente interpretati dall operatore che ha elaborato i dati, e dunque la componente soggettiva rimane imprescindibile ANALISI TRAIETTOGRAFICHE Una barriera paramassi può rivelarsi sottodimensionata secondo due meccanismi di insufficienza: - insuccesso di carattere geometrico: la struttura è superata in altezza; - insuccesso di carattere strutturale: la struttura non è abbastanza robusta da sostenere le energie di impatto. Al momento è usanza comune ed accettata nel mondo scientifico l elaborazione computerizzata per l analisi di fenomeni di caduta massi: diversi metodi di calcolo del percorso di caduta di massi sono disponibili in letteratura. Essi si distinguono sulla base delle approssimazioni introdotte. Il metodo più semplice è definito modello del lumped mass, in quanto considera il blocco in caduta simulata come puntiforme con massa concentrata nel punto. Anche nel caso di studio di cadute simultanee di più massi, pertanto, la consuetudine, ma anche i limiti imposti da elaborazioni al calcolatore con i metodi attuali, devono essere affrontati con l approccio del lumped mass. Il principio fondamentale che deve essere tenuto in conto prima di procedere al dimensionamento di un opera paramassi è quello secondo cui il blocco, soggetto ad un movimento di caduta o rotolamento lungo il pendio, rispetta in ogni istante la condizione di massima efficienza del moto. Di 25

29 conseguenza sia le traiettorie, sia il tipo di moto assunto durante il percorso sono quelli che determinano la minor perdita di energia cinetica. Il tipo di moto a massima efficienza è quello per caduta libera e dunque, per antitesi, la gradonatura di un pendio, è una misura efficiente per rallentare ed arrestare i blocchi, così come lo sono i fossati di protezione. La scelta della posizione di un opera di difesa deve dunque essere fatta solo dopo avere esaminato le variazioni di energia cinetica subite durante il percorso nell ambito del calcolo del moto del masso in caduta. Il rimbalzo è un movimento che può essere conseguente all impatto di un blocco sul pendio. Gli urti sono classificati in elastico ed anelastico a seconda che in essi si conservi o meno l energia cinetica; in più si può verificare che il corpo a seguito dell impatto rimanga conficcato nell altro: l urto viene definito allora completamente anelastico. I coefficienti di restituzione possono essere determinati dal principio della conservazione della quantità di moto. Per urti completamente anelastici, K = 0, per urti completamente elastici K = 1. L analisi sperimentale dei fenomeni che si osservano nell urto di un masso su una scarpata ha evidenziato che le caratteristiche del moto successive all impatto dipendono dalla forma del blocco, dalla geometria e rugosità del profilo del pendio e dalla quantità di energia dissipata nell urto, quest ultima legata alle caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti la superficie d impatto e del blocco in caduta, e all angolo di incidenza. Prima di procedere ad ogni elaborazione, è necessario che i profili individuati siano disponibili ad una scala significativa, che permetta di apprezzare, cioè, variazioni piano altimetriche nella maniera più precisa possibile. Il rilievo topografico di dettaglio è dunque condizione senza la quale ogni risultato dell analisi traiettografica è assolutamente opinabile. Nel caso in esame, la restituzione fedele delle asperità per mezzo delle calate effettuate durante l esecuzione del rilievo di dettaglio, è da ritenersi assolutamente eccellente. Alla luce di quanto esposto in precedenza, altrettanto importanti e da determinare in fase iniziale sono: la definizione delle caratteristiche geometriche, litologiche e meccaniche dei massi e delle pareti rocciose (spaziature giaciture persistenze dei sistemi di discontinuità, classificando i blocchi cubici, tabulari, colonnari o prismatici (suggerimento della ISRM 1978); la classificazione geomorfologica del pendio lungo il quale si suppone avvenga il cinematismo di caduta dei massi (valutazione della pezzatura e delle caratteristiche 26

30 meccaniche del litotipo costituente i pendii detritici, valutazione della presenza, consistenza e spessore dello strato pedogenizzato) SOFTWARE DI CALCOLO Rockfall, versione 6.1, giugno 2002, è un software applicativo per la simulazione delle cadute massi. E stato sviluppato da Dr.Rer.Nat. R.M. Spang, Dr.-Ing. L.Weber, Dipl.Geol. N.Graf e Dr.-Ing. B.Romunde, della SPANG Civil and Geotechnic Consultants LTD, Witten (Germania). Il programma è basato sulle leggi del moto e della teoria delle collisioni e lavora in campo bi-dimensionale. La traiettoria di un singolo blocco roccioso, o di blocchi rocciosi fino al numero di , può essere calcolata ed interpretata. In ogni punto lungo un profilo di verifica, possono essere calcolate e determinate energie cinetiche e altezze di rimbalzo. Rockfall ha un approccio di tipo probabilistico, utilizzando un generatore di eventi casuali per mezzo delle variazioni dei parametri di input durante la simulazione: tutti i dati di input vengono indicati nel loro valor medio e con un campo di variabilità che tiene conto delle incertezza della loro determinazione. I risultati sono presentati in istogrammi di frequenza per classi e, eventualmente, istogrammi di frequenza cumulata. Con un sufficiente numero di iterazioni, la simulazione conduce a determinare le distribuzioni di energie e altezze di rimbalzo in ciascun punto delle sezioni analizzate. Per determinare i valori di progetto, deve essere decisa una probabilità della loro occorrenza, e per questo è raccomandato l impiego di un numero di iterazioni ampio al punto da ottenere, per due simulazioni consecutive con i medesimi dati di input, valori massimi pressoché identici. Questa procedura è stata suggerita dallo Swiss Ministry of Ecology, Traffic, Energy and Communications in 1998 per il dimensionamento delle gallerie artificiali paramassi RISULTATI SPECIFICI DELL ANALISI Come anticipato in precedenza, l analisi è stata svolta su quattro sezioni, in quanto rappresentative dell intero versante. Per la morfologia subaffiorante si fa riferimento all inquadramento geologico e geomorfologico osservabile in sito. Prevalentemente è stata assunta la presenza in 27

31 affioramento di roccia, roccia ricoperta da detrito in spessore sottile e accumulo detritico nelle zone a bassa pendenza tra 20 e 25. Il masso di progetto a favore di sicurezza è stato considerato di tipo sferico; e sono state considerate 3 scenari per quanto riguarda il volume del masso di progetto, il peso di volume è stato assunto pari a 22 kn/m 3. Nel seguito si illustrano i parametri di input. Scenario 1: Scenario 2: Scenario 3: V = 1,5 m3 raggio 0,71 m variazione + - 0,07 m volume 1,10 2,00 m 3 densità 22 kn/m³ peso kg V = 2,5 m3 raggio 0,84 m variazione + - 0,05 m volume 2,10 3,00 m 3 densità 22 kn/m³ peso kg V = 3,5 m3 raggio 0,94 m variazione + - 0,04 m volume 3,10 4,00 m 3 densità 22 kn/m³ peso kg Il punto di distacco dei massi è stato fissato come anticipato precedentemente nella porzione sommitale del versante, allo scopo di predisporre la presente analisi traiettografica nell ottica di disporre di risultati nelle condizioni peggiori possibili, e fatto variare con range di ± 2-3 m rispetto alla ascissa di partenza a sottolineare come il masso possa prendere movimento da un punto non esattamente definibile nell ambito della parete. Le barriere paramassi sono state valutate in rapporto ala sezione posta a quota 720 m. Le sezioni idealizzano la barriera paramassi con lo scopo di verificarne le prestazioni in ordine a: 28

32 1. corretto posizionamento 2. corretta altezza 3. corretta inclinazione sull orizzontale 4. corretta energia di assorbimento Le posizioni da 1 a 3 sono intimamente correlate e possono influire anche notevolmente sulle prestazioni della barriera. Sono riportati, per ciascuna delle quattro sezioni: - la tabella di riepilogo dei parametri descrittivi della geomorfologia del sito; - la tabella di riepilogo di tutti i dati di input dell analisi; - il diagramma del profilo del versante (nel quale sono plottate tutte le iterazioni di calcolo ottenute al variare dei parametri che regolano il moto dei massi); - la curva di inviluppo delle energie e delle altezze di transito rispetto alle ascisse della sezione; - il diagramma statistico (istogramma di frequenza) di distribuzione di energia e altezza di transito; - il diagramma statistico (istogramma di frequenza cumulata) di energie e altezze di transito; Nel seguito si riportano i risultati per ogni sezione e ogni scenario di masso di progetto, nelle seguenti tabelle si riportano i risultati della simulazione, in particolare i risultati più significativi, che danno le indicazioni per il dimensionamento della barriera: Sezione di caduta massi A Scenario 1 Dati U.M. Sezione a quota 720 m Energia massima [kj] 1273 Energia media [kj] 276 Energia al 95 percentile [kj] 1000 Altezza minima della barriera [m] 5,52 Altezza massima di rimbalzo [m] 4,81 Altezza media di rimbalzo [m] 1,82 Altezza di rimbalzo al 95 percentile [m] 4,00 29

33 Scenario 2 Dati U.M. Sezione a quota 720 m Energia massima [kj] 2145 Energia media [kj] 460 Energia al 95 percentile [kj] 1500 Altezza minima della barriera [m] 6,61 Altezza massima di rimbalzo [m] 5,77 Altezza media di rimbalzo [m] 1,69 Altezza di rimbalzo al 95 percentile [m] 3,50 Scenario 3 Dati U.M. Sezione a quota 720 m Energia massima [kj] 2755 Energia media [kj] 577 Energia al 95 percentile [kj] 1750 Altezza minima della barriera [m] 5,71 Altezza massima di rimbalzo [m] 4,77 Altezza media di rimbalzo [m] 1,72 Altezza di rimbalzo al 95 percentile [m] 4,00 Sezione di caduta massi B Scenario 1 Dati U.M. Sezione a quota 720 m Energia massima [kj] 835 Energia media [kj] 189 Energia al 95 percentile [kj] 700 Altezza minima della barriera [m] 6,01 Altezza massima di rimbalzo [m] 5,30 Altezza media di rimbalzo [m] 1,69 Altezza di rimbalzo al 95 percentile [m] 4,00 Scenario 2 Dati U.M. Sezione a quota 720 m Energia massima [kj] 1575 Energia media [kj] 331 Energia al 95 percentile [kj] 1000 Altezza minima della barriera [m] 6,20 Altezza massima di rimbalzo [m] 5,36 Altezza media di rimbalzo [m] 1,91 30