PET THERAPY E MEDICI DI MEDICINA GENERALE. Relazione Dott.ssa Michela Pallanti

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1 PET THERAPY E MEDICI DI MEDICINA GENERALE Relazione Dott.ssa Michela Pallanti Origini e definizione La Pet Therapy nasce nel 1953 in America, ad opera dello psichiatra Boris Levinson. Mentre lavorava con un bambino autistico si rese conto che il suo cane gli offriva la possibilità di proiettare le proprie emozioni e sensazioni interiori, costituiva un occasione di gioco, di scambio affettivo ed inoltre rendeva più piacevoli le sedute. Nel 1961 coniò il termine Pet Therapy, che viene oggi tradotto in italiano con Terapie Assistite dall Animale (TAA) a cui si affiancano anche le Attività Assistite dall Animale (AAA). Il termine Pet Therapy indica un preciso utilizzo del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico. La prima distinzione utile da sottolineare è quella tra Animal-Assisted Activities (AAA) e Animal-Assisted Therapy (TAA). Le Attività Assistite dall Animale (AAA) si riferiscono agli interventi relazionali di tipo educativo e/o ricreativo aventi l obiettivo di migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali ecc.). Questi interventi sono realizzati da gruppi di lavoro interdisciplinari composti da professionisti opportunamente formati, con l aiuto di animali in possesso di adeguati requisiti. In questo caso non viene programmato alcun obiettivo specifico per ciascuna visita, non esiste l obbligo per gli operatori di raccogliere dati e informazioni nel corso delle visite che al contrario vengono gestite con spontaneità e per un periodo di tempo non stabilito. Le Terapie Assistite dagli Animali (TAA) indicano tutti gli interventi finalizzati al miglioramento di alterazioni e disturbi fisici, della sfera emotiva, cognitiva e motoria, o conseguenze di patologie e di malesseri emozionali e psicologici, praticati da gruppi di lavoro interdisciplinari di cui fa parte necessariamente un medico esperto della patologia in oggetto, un veterinario, uno psicologo e un conduttore di animali (cani, cavalli ecc.), preferibilmente con esperienza nel settore della Pet Therapy, con l aiuto di animali specificamente educati e preparati. A differenza delle AAA si tratta in questo caso di una attività terapeutica vera e propria (cioè con precise caratteristiche) finalizzata a migliorare le condizioni di salute di un paziente attraverso obiettivi specifici. E una terapia di supporto che integra, rafforza e coadiuva le terapie normalmente effettuate per il tipo di patologia considerato; si tratta di co-terapie dolci che, affiancando i consueti trattamenti, si rivelano efficaci grazie soprattutto alla presenza dell animale. Un preciso decreto di legge (DECRETO Sirchia aprile 2003) sancisce la Pet Therapy come attività di appoggio riconosciuta dal Ministero della Sanità. Le attività e le terapie assistite dagli animali possono essere praticate presso ospedali, centri di riabilitazione, residenze sanitarie assistite, case di riposo, 1

2 asili nido e scuole di ogni ordine e grado, istituti di detenzione, comunità per recupero dei tossicodipendenti. Meccanismi psicologici coinvolti Molte ricerche indicano che gli animali influiscono sulla salute dell uomo con diverse modalità ma il meccanismo d azione principale sembra essere di tipo affettivo ed avere una base emozionale. In questo tipo di approccio, l animale viene infatti spesso utilizzato come sostituto per l intimità carente o come fonte addizionale di intimità in individui che tendono ad avere, per ragioni varie, contatti fisici con i loro simili difficoltosi o addirittura assenti. Sappiamo che il corpo rappresenta uno dei principali canali di comunicazione dell uomo. La pelle simboleggia il confine fisico che rende possibile la strutturazione di un confine psicologico e quindi di una identità personale. Molte ricerche hanno dimostrato che la mancanza di contatti tattili durante la prima infanzia può essere uno dei fattori determinanti di ritardo fisico e mentale (Bowlby, 1969; 1973). Il tatto, il contatto corporeo e il piacere tattile permettono la formazione di un confine psicologico, della propria identità, del proprio sé e della propria esistenza: tutto questo puo essere facilitato dal contatto con fisico e corporeo con un animale. I rapporti corporei sono regolati da convenzioni sociali che portano ognuno a porre delle barriere fisiche tra sé e gli altri: questo, nei casi più estremi, può causare difficoltà emotive e relazionali. Tali barriere però non sono quasi mai presenti nel rapporto con un animale che viene anzi liberamente accarezzato, abbracciato e talvolta anche baciato. Inoltre l animale, a differenza di quello che a volte accade con le persone, ha libero accesso a quella zona definita da Hall zona intima (Hall, 1963) che è riservata alle figure di massima fiducia e con le quali esiste un rapporto affettivo significativo. Infatti un animale non viene quasi mai percepito come una minaccia alla propria identità personale o all intimità: questo rappresenta sicuramente uno degli aspetti più rilevanti dal punto di vista terapeutico e una risorsa importante per tutte quelle persone che tendono ad evitare i contatti corporei e sociali con gli altri. Le prime applicazioni di questa tecnica sono infatti avvenute, ad opera di Levinson, con bambini inibiti, con comportamenti autistici e menomazioni nella sfera della socialità. Egli osservò che questi bambini riuscivano ad acquisire spontaneità proprio grazie al contatto fisico con il cane, dal quale si sentivano incondizionatamente accettati, tanto da toccarlo senza timore e permettergli di essere toccati. Spesso l interazione con il cane aveva inizio da un gioco, nel quale veniva successivamente incluso il terapeuta, ed era attraverso questa modalità che il bambino poteva iniziare a fidarsi e ad aprirsi con lui (Levinson, 1961). L elemento ludico rappresenta sicuramente uno dei principali canali di interazione con un animale; è soprattutto grazie al divertimento, al gioco e al riso che un cane riesce ad agire positivamente sulla psiche umana provocando 2

3 un effetto psicosomatico. Le persone, attraverso il gioco e il divertimento possono liberare le loro energie e ricavare sensazioni di benessere e di calma. Strettamente connessi alla stimolazione sensoriale derivante dal contatto con un animale sono poi tutti quei moduli comportamentali innati in grado di innescare meccanismi di attaccamento. L attaccamento viene definito come uno stato emotivo ed affettivo che spinge un individuo a restare in comunicazione frequente con un altro, che presenta manifestazioni spiacevoli in caso di separazione (Bowlby, 1969). Il bisogno espresso nelle relazioni di attaccamento può essere almeno in parte soddisfatto anche dagli animali domestici, anche perché questi presentano molte caratteristiche infantili come gli occhi sbarrati, la forma rotonda del muso, la dipendenza e i comportamenti giocosi. Il legame che si viene a creare tra uomo e animale può favorire lo sviluppo di legami di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, anche essere trasferiti ad altri individui. Inoltre l interazione con un animale domestico, primo fra tutti il cane, può rappresentare un valido esercizio alla comprensione dei messaggi non verbali espressi nella comunicazione con conseguenze positive che si riflettono nei rapporti sociali tra i propri simili. Oltre a questo la facilitazione sociale derivante dal possesso di un animale è ben nota: ad esempio la presenza di un cane spesso costituisce un occasione di interazione e di scambio con altre persone. L interazione non verbale con un animale assume un ruolo importante anche nel corso dell infanzia: il possesso di un animale domestico sembra essere correlato ad un migliore sviluppo della capacità di comprensione dei simboli facilitando quindi il bambino nel passaggio dalla lingua parlata alla lingua scritta (Guttman, 1984) e favorisce senz altro lo sviluppo del senso di responsabilità connesso al prendersi cura di un essere vivente che possiede bisogni ed emozioni. Le persone comunque si rivolgono agli animali anche con il linguaggio verbale:durante i colloqui con un animale si osservano minori livelli di pressione sanguigna,rallentamento del battito cardiaco, cambiamenti nelle espressioni facciali con distensione del tono muscolare e modificazioni nel tono della voce che diventa dolce e pacata (Katcher, 1981). Quindi il rapporto uomo- animale, affettivo ed emozionale, è in grado di arrecare non solo benefici emotivi e psicologici ma anche fisici. Tutto questo sembra riconducibile anche al fatto che in questo tipo di interazione non avvertiamo il disagio che deriva dal sentirci giudicati: è possibile instaurare così un rapporto di fiducia, non valutativo, empatico ed emotivamente molto coinvolgente. L empatia, la capacità di identificarsi con l animale, nel tempo, viene trasferita anche nelle relazioni con gli altri esseri umani. Questa modalità di comunicazione si basa su una forma di linguaggio molto semplice, cadenzata, con ripetizioni frequenti, tono crescente ed interrogativo che produce un effetto rassicurante sia in chi parla che in che ascolta. Inoltre, l antropomorfismo, l attribuzione di alcune caratteristiche umane all animale, può rappresentare un valido meccanismo per superare un eventuale egocentrismo e focalizzare la propria attenzione sul mondo esterno. 3

4 Applicazioni cliniche della Pet Therapy I primi risultati delle applicazioni cliniche di tale co-terapia vennero ottenuti negli anni sessanta con bambini inibiti, autistici e con menomazioni del comportamento sociale e culturale (Levinson, 1961). Studi più recenti confermano l efficacia di un rapporto con un animale in situazioni di questo tipo, in particolare in presenza di sindromi autistiche (Campbell e Katcher, 1992). Sono stati anche notati effetti positivi su bambini con esperienze familiari traumatiche, nonché con disturbi dell apprendimento (Limond et al., 1997). Possiamo però affermare che i vantaggi derivanti dall utilizzo di animali, ed in particolare di un cane, all interno di un setting terapeutico non possono essere limitati ai soli bambini. Ad esempio è stato dimostrato come gli animali possano offrire legami affettivi stabili, utili nel recupero di pazienti con trauma relazionale (Altschuler, 1999). La presenza di un animale può essere utile in particolari condizioni di stress e di conflittualità svolgendo la funzione di ammortizzatore e può rappresentare un importante aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specialmente per bambini e anziani. Possono inoltre trarre beneficio da questo tipo di terapie anche pazienti con depressione reattiva o endogena o persone che soffrono di depressione a causa di inabilità, malattia o dovuta ad ospedalizzazione (Baun, 1992). In tutti questi casi infatti l animale è in grado di fornire positive conferme alla valutazione del sé provocando anche un generale effetto rilassante, agendo in tal modo sul livello di ansia, uno degli indici alla base della diagnosi di depressione (Bergler, 1992). E stato osservato che nei bambini inibiti o con sindrome di autismo, in alcune categorie di malati, negli anziani, in persone diversamente abili sia dal punto di vista fisico che psichico, il contatto con un animale può aiutare a soddisfare certi bisogni (sicurezza, affetto, relazioni interpersonali) e a recuperare alcune abilità che queste persone possono aver perduto. Le Attività Assistite dagli Animali (AAA) hanno infatti lo scopo di aiutare a soddisfare tali bisogni fondamentali per l uomo favorendo il mantenimento di un buon equilibrio psico-fisico e migliorando in tal modo la qualità della vita e dei rapporti umani. La Pet Therapy può anche contribuire, affiancando ed integrando le terapie mediche tradizionali, al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari situazioni di disagio, attraverso Terapie Assistite dagli Animali (TAA), interventi mirati a favorire il raggiungimento di funzioni fisiche, sociali, cognitive e/o emotive. Possiamo inoltre affermare che l introduzione di un animale come co-terapia potrebbe risultare utile in tutte quelle forme psicopatologiche e di disabilità che ostacolano un immediata espressione e verbalizzazione delle emozioni. 4

5 Le applicazioni della Pet Therapy su anziani istituzionalizzati sono molteplici e numerosi studi ne confermano l efficacia (Savishinsky, 1992; Keil e Barba, 1995). Gli animali sembrano infatti in grado di creare un clima maggiormente domestico e familiare, aumentando in tal modo il coinvolgimento sociale ed interpersonale del paziente. Si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del tono dell umore, una maggiore reattività e socievolezza, quindi un miglioramento dello stato generale di benessere. Sono stati dimostrati anche abbassamenti nei livelli di depressione e miglioramenti nella sfera del linguaggio (Adams, 1997). I risultati ottenuti con pazienti affetti da malattia di Alzheimer sono altrettanto positivi, considerato anche che l interazione con un cane può anche rappresentare un valido appoggio per gli assistenti dei malati, i quali si trovano spesso a dover fronteggiare problemi emozionali e frustrazioni (Zaki, 1989). Ipertesi e cardiopatici possono trovare vantaggio dalla vicinanza di un animale: è stato dimostrato che accarezzare un animale favorisce la riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. Esistono poi numerosi studi sugli effetti dell applicazione della Pet Therapy nelle carceri (Quinn, 1987; Mc Cuiston, 1989; Mead, 1992) che indicano correlazioni tra la presenza di animali all interno degli istituti ed un generale miglioramento della cooperazione e della comunicazione, una marcata riduzione di aggressività, di episodi di violenza e di fenomeni depressivi riducendo in tal modo il numero di tentativi di suicidio. I pazienti confusi mentali e tossicodipendenti sembrano reagire più facilmente alle premure degli animali piuttosto che a quelle degli uomini quando entravano in contatto tattile e visivo con un animale. In questi casi i cani risultano in grado di ridurre l introversione e l egocentrismo esibiti durante la terapia (Salmi, 1999). Alcune recenti esperienze condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Attività Assistite dagli Animali, hanno evidenziato che la curiosità e la gioia manifestate durante gli incontri con gli animali consentono di alleviare i sentimenti di disagio e sofferenza dovuti alla degenza e alla malattia migliorando quindi la qualità della loro vita. La Pet Therapy può inoltre essere diretta verso pazienti che presentano disturbi dell apprendimento e/o dell attenzione permettendo una vivace stimolazione mentale, verso pazienti con disturbi motori o in riabilitazione motoria, pazienti con sindrome di Down. Con idonee precauzioni, inoltre, gli animali possono costituire un importante supporto emozionale anche nella terapia di pazienti con Aids o immunodepressi; soprattutto in quei pazienti privi di valido supporto sociale umano, la compagnia di un cane si è dimostrata associata ad una riduzione della depressione (Gorczyca, 1992). Naturalmente la Pet Therapy, come qualsiasi tipo di terapia, è soggetta ad alcune controindicazioni. Indicativamente essa non è applicabile in presenza di ipocondria, che porta a ritenere gli animali portatori di malattie o di virus e nei casi di zoofobia. Inoltre è sconsigliabile nella terapia di psicosi maniacali o comunque in qualsiasi tipo di grave malattia mentale, che potrebbe rappresentare un rischio per gli stessi animali. 5

6 Nonostante queste importanti controindicazioni, è stato comunque rilevato da studi condotti già negli scorsi decenni e attualmente comprovati da sempre più numerose esperienze, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti carenti o mancanti, è particolarmente adatto a favorire i contatti interpersonali migliorando le capacità comunicative e di relazione. 6

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