SEMINARIO INFORMATIVO per i Presidenti. Direttive applicative del Decreto Legislativo 81/2008 e successive modifiche e integrazioni

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1 SEMINARIO INFORMATIVO per i Presidenti Direttive applicative del Decreto Legislativo 81/2008 e successive modifiche e integrazioni Alessandro Aimi Roberto Borsi Nuovo Intergruppo Parma Prociv ARCI Favalesi Salsomaggiore T. UNUCI - Parma

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3 Organizzazione di Volontariato di Protezione Civile FIGURE Presidente Referente Sicurezza [Ruolo consigliato] Direttivo Responsabili di settore Caposquadra Volontari

4 ORGANIZZAZIONE decisionale ed esecutiva Struttura dell Organizzazione di Protezione Civile Ruoli Presidente Legale Rappresentante Consiglio Direttivo Organo Esecutivo CODICE CIVILE Libro Primo Capo II e Capo III

5 Il PRESIDENTE compiti e responsabilità Responsabile civile nei confronti di terzi Decide in caso di indifferibilità e urgenza [poi ratifica del Consiglio Direttivo] Responsabile dell applicazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro

6 Il CONSIGLIO DIRETTIVO compiti e responsabilità Responsabile civile nei confronti di terzi [assieme al Presidente] Ratifica le decisioni del Presidente in caso di indifferibilità e urgenza Cura l applicazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro

7 RESPONSABILITÀ CODICE PENALE Art Omicidio colposo RESPONSABILITÀ Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni. Art Lesioni personali colpose Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309. Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da euro 123 a euro 619, se è gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da euro 309 a euro Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena per le lesioni gravi è della reclusione da tre mesi a un anno o della multa da euro 500 a euro e la pena per le lesioni gravissime è della reclusione da uno a tre anni.

8 SICUREZZA sotto tre punti di vista NOI Altri SOCCORRITORI Altre PERSONE PRESENTI

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10 Il quadro normativo 1. Decreto legislativo 81/ Decreto interministeriale del 13 aprile Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 12 gennaio 2012 a) l individuazione degli scenari di rischio di protezione civile e dei compiti in essi svolti dai volontari di protezione civile b) indirizzi comuni per lo svolgimento delle attività di formazione, informazione ed addestramento c) indirizzi comuni per l individuazione degli accertamenti medici basilari finalizzati all attività di controllo sanitario e di sorveglianza sanitaria

11 DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 Testo coordinato con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106 (Entrato in vigore il 20 agosto 2009) VOLONTARI in rif. alla Legge 266 / 1991 Legge quadro sul volontariato VOLONTARI di Protezione Civile in rif. al DM 13 aprile 2011 Disposizioni di attuazione del D.Lgs. 81/2008 e D.C.D.P.C. 12 gennaio 2012 DPR 194 / Regolamento partecipazione delle Organizzazioni di volontariato nelle attività di protezione civile equiparati a equiparati a LAVORATORI AUTONOMI LAVORATORI (rif. art. 2 comma 1 punto a, D.Lgs. 81/2008)

12 Decreto Capo Dipartimento della Protezione Civile del 12 gennaio 2012 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2012

13 Scenari di Rischio di Protezione Civile Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 scenario eventi atmosferici avversi; scenario rischio idrogeologico - alluvione; scenario rischio idrogeologico - frane; scenario rischio sismico; scenario rischio vulcanico; scenario rischio incendi boschivi e di interfaccia; scenario rischio chimico, nucleare, industriale, trasporti [solo supporto]; scenario rischio ambientale, igienico-sanitario [solo supporto]; scenario caratterizzato dall'assenza di specifici rischi di protezione civile ossia contesti di: operatività ordinaria, attività sociale, attività addestrativa, formativa o di informazione alla popolazione, attività di assistenza alla popolazione in occasione di brillamento ordigni bellici, supporto alle autorità competenti nell'attività di ricerca persone disperse/scomparse.

14 Scenari di Rischio di Protezione Civile Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 A supporto delle strutture operative e degli enti competenti in via ordinaria vengono assimilati a scenari di rischio di protezione civile ai fini della presente intesa anche i seguenti contesti: incidenti che richiedano attività di soccorso tecnico urgente; attività di assistenza e soccorso in ambiente acquatico; attività di assistenza e soccorso in ambiente impervio, ipogeo o montano; attività di difesa civile [salvaguardia della popolazione in occasione di "aggressione alla Nazione" ovvero atti definibili di matrice volontaria, ad esempio gli atti di terrorismo; ndr]. Per tali scenari di rischio di protezione civile le autorità di protezione civile (Comuni, Province, Prefetture - Uffici Territoriali del Governo, Regioni e Province Autonome e Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri) e le altre autorità individuate dalla legge provvedono, per quanto di competenza, a definire la pianificazione relativa, nel rispetto delle disposizioni vigenti.

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16 Compiti svolti dai volontari Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 I compiti svolti dai volontari appartenenti alle organizzazioni di volontariato di protezione civile, alla Croce Rossa Italiana, al Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, alle organizzazioni equivalenti esistenti nelle Province Autonome di Trento e di Bolzano sono ricompresi nelle presenti categorie minime di base: assistenza alla popolazione, intesa come: o attività psicosociale; o attività socio-assistenziale; o assistenza ai soggetti maggiormente vulnerabili (giovani, anziani, malati, disabili); informazione alla popolazione; logistica; soccorso e assistenza sanitaria; uso di attrezzature speciali; conduzione di mezzi speciali; predisposizione e somministrazione pasti; prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi e di interfaccia; supporto organizzativo, anche nell'ambito di sale operative, attività amministrative e di segreteria; presidio del territorio; attività di ripristino dello stato dei luoghi di tipo non specialistico; attività formative; attività in materia di radio e telecomunicazioni; attività subacquea; attività cinofile.

17 Compiti svolti dai volontari Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 Negli scenari di rischio assimilati a quelli di protezione civile nei quali i volontari possono essere chiamati unicamente a supporto di altri soggetti competenti individuati dalla legge, i compiti di cui può essere chiesto lo svolgimento sono individuati dal soggetto che richiede il supporto e nei limiti dei compiti sopra indicati. I compiti di soccorso in ambiente montano, impervio od ipogeo costituiscono compiti specifici svolti dai volontari appartenenti al Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico ed alle organizzazioni equivalenti esistenti nelle Province Autonome di Trento e di Bolzano. Ciascun volontario può svolgere compiti appartenenti a diverse categorie, nel rispetto dei percorsi formativi ed addestrativi all'uopo previsti dalle rispettive Regioni e Province Autonome ovvero dall'organizzazione di appartenenza.

18 SICUREZZA DOTAZIONI MISURE ORGANIZZATIVE

19 Definizioni DECRETO MINISTERIALE 13 aprile 2011 Art. 1 - Definizioni b) «formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire conoscenze e procedure utili all'acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza delle attività operative, all'identificazione e alla eliminazione, o, ove impossibile, alla riduzione e alla gestione dei rischi; c) «informazione»: complesso di attività dirette a fornire conoscenze utili all'identificazione, alla eliminazione, o, ove impossibile, alla riduzione e alla gestione dei rischi nello svolgimento delle attività operative; d) «addestramento»: complesso di attività dirette a far apprendere l'uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, dispositivi, anche di protezione individuale, nonché le misure e le procedure di intervento;

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21 Informazione, Formazione e Addestramento dei Volontari Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 CRITERI DI MASSIMA PER LE ATTIVITA' DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DEI VOLONTARI Le organizzazioni devono curare che il volontario nell'ambito degli scenari di rischio di protezione civile e sulla base dei compiti da lui svolti, sia dotato di: attrezzature dispositivi di protezione individuale idonei per lo specifico impiego e che sia adeguatamente formato e addestrato al loro uso conformemente alle indicazioni specificate dal fabbricante. Le attività formative per il volontariato di protezione civile devono prevedere uno specifico spazio dedicato alle tematiche della sicurezza.

22 I PIANI FORMATIVI Contenuti: Programmazione attività informative, formative e addestramento (periodo: semestrale annuale pluriennale). Storia formativa - ricostruzione delle iniziative degli anni precedenti. Definizione percorso formativo e addestrativo dei volontari in base ai compiti svolti. Definizione delle periodicità di aggiornamento. Definizione dei criteri di organizzazione e svolgimento del corso: Modalità di organizzazione, documentazione e archiviazione. Possesso dei requisiti e idoneità dei docenti, addestratori e istruttori. Contenuti del corso.

23 SPECIALIZZAZIONE ADDESTRAMENTO AGGIORNAMENTO

24 PERCORSI FORMATIVI NUOVI ISCRITTI Corso Base Volontari VOLONTARI (anche "storici") CHE NON HANNO MAI FREQUENTATO ALCUN CORSO VOLONTARI CHE HANNO GIÀ FREQUENTATO UN CORSO DI P.C. (CON ATTESTAZIONE) Integrazione / Aggiornamento

25 FORMAZIONE Formazione per specifica abilitazione all'uso di attrezzature di lavoro Accordo Conferenza Stato/Regioni n. 53/CSR del 22 febbraio 2012 Piattaforme di lavoro mobili elevabili Gru a torre Gru mobile Gru per autocarro Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo: > Carrelli semoventi a braccio telescopico > Carrelli industriali semoventi > Carrelli / Sollevatori / Elevatori semoventi telescopici rotativi Trattori agricoli o forestali Macchine movimento terra: > Escavatori idraulici > Escavatori a fune > Pale caricatrici frontali > Terne > Autoribaltabile a cingoli Pompa per calcestruzzo 11 marzo 2015 Scadenza abilitazione formazione pre-marzo 2013 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 Marzo 2012, n. 60

26 ATTREZZATURE E MEZZI Le attrezzature e i mezzi dati in uso devono essere a norma e non modificate, con l adeguata manutenzione, controllate periodicamente, verificate, ecc. Ma i volontari che le usano devono essere: idonei all uso formati addestrati

27 Il volontario deve essere dotato di attrezzature e DPI idonei per lo specifico impiego c

28 COME GESTIRE LE ATTREZZATURE E I MEZZI Le Organizzazioni devono: - Effettuare le manutenzioni periodiche - Tenere i registri delle manutenzioni effettuate - Conservare i libretti di uso e manutenzione - Programmare gli aggiornamenti

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30 Definizioni DECRETO MINISTERIALE 13 aprile 2011 Art. 1 - Definizioni e) «controllo sanitario»: insieme degli accertamenti medici basilari individuati anche da disposizioni delle regioni e province autonome, emanate specificatamente per il volontariato oggetto del presente decreto, finalizzati alla ricognizione delle condizioni di salute, quale misura generale di prevenzione nell'ambito delle attività di controllo sanitario nello specifico settore, fatto salvo quanto specificato al successivo art. 5 in materia di sorveglianza sanitaria. Art. 5 Sorveglianza sanitaria Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 La sorveglianza sanitaria è l'insieme degli atti medici finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei volontari, in relazione: agli scenari di rischio di protezione civile, ai compiti svolti dai volontari, all'esposizione di quest'ultimi ai fattori di rischio previsti nel decreto legislativo n. 81/2008.

31 Controlli Sanitari dei Volontari Rif. Decreto Interministeriale 13 aprile 2011 DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI LOTTA AGLI INCENDI BOSCHIVI È fatto salvo quanto previsto in materia di accertamento della sussistenza dei requisiti psicofisici ai punti 1, 2 e 3 dell'accordo sancito in sede di Conferenza Unificata in data 25 luglio 2002, concernente i requisiti minimi psicofisici e attitudinali e i dispositivi di protezione individuale - DPI relativi agli operatori, ivi compresi gli appartenenti alle organizzazioni di volontariato, da adibire allo spegnimento degli incendi boschivi. I volontari che acquisiscono il titolo di idoneità all'attività sul fronte del fuoco, come disciplinato dal punto 2 del predetto accordo, non necessitano di essere sottoposti al controllo sanitario di cui alla presente intesa.

32 Controlli Sanitari dei Volontari Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 25 novembre 2013 Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 25 novembre 2013 Sono in corso di elaborazione i protocolli dei controlli sanitari correlati ai compiti svolti dai volontari. I Volontari di Protezione Civile hanno accesso ad un insieme di misure generali di prevenzione, educazione e promozione alla salute. Il controllo sanitario è integrato mediante campagne di informazione e prevenzione anche in relazione agli scenari nei quali le organizzazioni di volontariato sono chiamate ad operare. Queste attività possono comprendere l effettuazione di vaccinazioni, come previsto dai Piani vaccinali Regionali o richieste in particolari aree internazionali o di rischio. REGISTRAZIONE Al responsabile dell organizzazione spetta il compito di registrare l avvenuta partecipazione di ogni volontario alle attività di controllo sanitario. Non viene rilasciato il giudizio di idoneità dal medico.

33 Sorveglianza Sanitaria dei Volontari Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 «SORVEGLIANZA SANITARIA» Le organizzazioni di volontariato di protezione civile individuano i volontari esposti ai fattori di rischio specifici in misura superiore alle soglie previste e negli altri casi contemplati nel D.Lgs. 81/2008, affinché siano sottoposti alla necessaria sorveglianza sanitaria con il giudizio di idoneità rilasciato dal medico. Fattori di rischio: movimentazione di carichi manuali, attrezzature munite di videoterminali, agenti fisici, sostanze pericolose, agenti biologici (per volontari che svolgono compiti di soccorso e assistenza sanitaria) Le attività di volontariato non devono comportare l'esposizione agli agenti cancerogeni e mutageni, all'amianto e alle atmosfere esplosive. Qualora risulti che un volontario possa essere stato accidentalmente esposto a tali fattori di rischio, questi deve essere sottoposto nel più breve tempo possibile ad un accertamento sanitario specifico. I nominativi dei volontari individuati sono comunicati nei termini previsti agli interessati ed alla Regione mediante posta elettronica certificata o con lettera raccomandata A/R.

34 VERIFICA APPLICAZIONE NORMATIVA Rif. Decreto del Capo Dipartimento Protezione Civile del 12 gennaio 2012 PROCEDIMENTI DI VERIFICA E CONTROLLO mantenimento dei requisiti di idoneità tecnico-operativa le organizzazioni di volontariato sono tenute ad attestare, con la periodicità stabilita per la verifica degli altri requisiti, l'adempimento a quanto stabilito in merito: alle attività di informazione, formazione e addestramento all'effettuazione del controllo sanitario e della sorveglianza sanitaria per i propri volontari individuati e secondo le scadenze prefissate. A tal fine è possibile ricorrere all'utilizzo di autocertificazioni aventi requisiti di legge, sulle quali sono svolti i controlli a campione nei termini previsti. SOGGETTI ADDETTI ALLA VERIFICA (per quanto di rispettiva competenza): Il Dipartimento della protezione civile, le Regioni e Province Autonome, la Croce Rossa Italiana, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. forse

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36 Roma, 03 Settembre 2014 Gruppi di lavoro per l elaborazione di indicazioni di massima in materia di DPI, attività formative e addestrative e controllo sanitario per i volontari impegnati nei compiti di : LOGISTICA PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE PASTI RISCHIO IDRAULICO

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41 STRUMENTI LA MODULISTICA IN EMERGENZA

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45 Alessandro Aimi Roberto Borsi Nuovo Intergruppo Parma Prociv ARCI Favalesi Salsomaggiore T. UNUCI - Parma

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WINTER. D.Lgs 81/2008 PROTEZIONE CIVILE. Template. Adempimenti

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