2.1. Produzione e trasformazione Livelli di occupazione in Lombardia L occupazione agricola 28

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1 METROPOLI DOC EXPO 2015: le donne nutrono il pianeta RAPPORTO Maggio 2009

2 Indice PARTE I RICOGNIZIONE SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLA FILIERA AGROALIMENTARE DEL TERRITORIO METROPOLITANO 1. LA PRESENZA DELLE DONNE NELLA RICERCA E NELL AMBITO UNIVERSITARIO I numeri dell università I numeri dell università a Milano Successo negli studi e insoddisfazione verso il proprio corso di laurea Lavoro e lauree di 1 livello: dati a livello nazionale Lavoro e lauree di 2 livello: dati a livello nazionale Lavoro e lauree a ciclo unico: dati a livello nazionale Livelli di retribuzione: dati a livello nazionale Donne nella ricerca: molte alla base, poche al vertice LA PRESENZA FEMMINILE NELLA PRODUZIONE AGROALIMENTARE Produzione e trasformazione Livelli di occupazione in Lombardia L occupazione agricola Livelli di occupazione nelle province lombarde Imprese agricole femminili nella Regione Lombardia e nella Provincia di Milano Le reti al femminile LA PRESENZA FEMMINILE NEL CONSUMO CONSAPEVOLE Introduzione L offerta e l organizzazione della domanda I gruppi di Acquisto Solidale Cos è un GAS Motivazioni alla base della nascita di un GAS I GAS nella provincia e nel comune di Milano Le fiere sul consumo consapevole Il consumo inconsapevole Educazione e Formazione Risorse del territorio metropolitano Arte e cibo nel territorio milanese Iniziative 52 2

3 PARTE II MONITORAGGIO DELLA STAMPA QUOTIDIANA E PERIODICA IN DUE DIVERSI PERIODI (IL PRIMO, IN CONCOMITANZA CON L AGGIUDICAZIONE; IL SECONDO, NEI MESI DI MARZO E APRILE 2009) 1. OBIETTIVO METODOLOGIA RISULTATI Alimentazione Corretta alimentazione Diete dimagranti Sicurezza alimentare Descrizione della specifica filiera alimentare dell area milanese e delle realtà in essa operanti Expo Infrastrutture Società di gestione di Expo Progetti tematici incentrati sull alimentazione Donne ed alimentazione 61 PARTE III INTERVISTE A UNA VENTINA DI TESTIMONI APPARTENENTI AI DIVERSI SEGMENTI DELLA FILIERA 1. METODOLOGIA DI LAVORO Griglia ELEMENTI EMERSI Parte seconda Valutazioni sul segmento specifico e la filiera nell area metropolitana Preparazione cibo e alimentazione collettiva Ricerca Comunicazione e cultura Produzione e trasformazione Produzione e trasformazione Consumo Parte terza Expo Preparazione cibo e alimentazione collettiva Ricerca Comunicazione e cultura Produzione e trasformazione Produzione e trasformazione Consumo Livelli di innovazione in atto nella filiera nell area metropolitana 76 3

4 PARTE IV INDAGINE CAMPIONARIA SULLA POPOLAZIONE FEMMINILE PROVINCIALE SUL LIVELLO DI INFORMAZIONE, ASPETTATIVE E INTERESSE VERSO L EXPO (SWG) 1. OBIETTIVI METODOLOGIA CAMPIONE ANALISI DEI RISULTATI La conoscenza L importanza attribuita all Expo L interesse per l Expo L affluenza prevista Le caratteristiche di Milano L Expo e le donne L Expo e la crisi Le occasioni offerte dall Expo I comportamenti di consumo alimentare 85 PARTE V CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Considerazioni conclusive 86 segreteria@associazionefiorella.eu info@cdiecoop.it info@buteraepartners.it GRUPPO DI PROGETTO Anna Catasta Centro di Iniziativa Europea Valeria Sborlino Butera e Partners Alessandra Bassan Associazione Fiorella Ghilardotti Maria Teresa Collini Associazione Fiorella Ghilardotti Elisabetta Maggi Centro di Iniziativa Europea L indagine diretta sul campione di donne milanesi è stata curata da SWG (info@swg.it) 4

5 PARTE I RICOGNIZIONE SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLA FILIERA AGROALIMENTARE DEL TERRITORIO METROPOLITANO Questa parte del Rapporto si propone una ricognizione della presenza femminile nei diversi segmenti della catena dell alimentazione: ricerca produzione e trasformazione preparazione del cibo e alimentazione collettiva consumo consapevole Formazione Educazione Arte Cultura 1. LA PRESENZA DELLE DONNE NELLA RICERCA E NELL AMBITO UNIVERSITARIO 1.1. I numeri dell università La partecipazione al mercato del lavoro è misurata dal tasso di attività: ovvero la quota di popolazione occupata o in cerca di occupazione. I tassi di attività differiscono nelle diverse aree geografiche (al Nord il tasso di attività è dell 86%, al Centro dell 80% e del 63% nel Mezzogiorno), così come in funzione del genere: la presenza femminile al mercato del lavoro è da sempre tendenzialmente più bassa di quella maschile. Il tasso di attività è pari all 87% per i giovani uomini, contro il 66% delle giovani donne. I dati inerenti la partecipazione dei giovani agli studi universitari e alla carriera accademica mostrano invece un andamento diverso, in quanto la presenza femminile risulta essere più intensa di quella maschile. L Anno Accademico 2006/2007 ha registrato più di 1 milione 809 mila studenti, di cui solo immatricolati nello stesso anno: di questi il 56% erano femmine e il restante 44% maschi (ovvero su 100 immatricolati le ragazze sono state 56, mentre i ragazzi 44). 5

6 TAB.1.1. IMMATRICOLATI A CORSI UNIVERSITARI PER GRUPPO, TIPOLOGIA, CORSO E SESSO (VALORI ASSOLUTI E PERCENTUALI ANNO 2007) Composizioni percentuali Gruppi Valori assoluti Maschi Femmine Scientifico ,16 26,84 Chimico-farmaceutico ,78 63,22 Geo-biologico ,03 62,97 Medico ,34 63,66 Ingegneria ,28 18,72 Architettura ,73 49,27 Agrario ,97 42,03 Economico-statistico ,95 48,05 Politico-sociale ,04 58,96 Giuridico ,90 59,10 Letterario ,94 67,06 Linguistico ,20 81,80 Insegnamento ,91 90,09 Psicologico ,74 81,26 Educazione fisica ,56 32,44 Difesa e sicurezza ,75 11,25 TOTALE ,26 55,74 Elaborazione dati Miur/Urst Questi dati sono confermati inoltre dal fatto che, rispetto all anno accademico precedente, in linea di massima anche nel 2006/2007 le immatricolazioni femminili sono diminuite meno rispetto a quelle maschili: hanno subito in particolare una riduzione del 4,6% contro il 5,4% di quelle maschili. Tuttavia se si rivolge uno sguardo d insieme verso le discipline in cui le donne sono maggiormente presenti, i dati confermano una maggiore partecipazione verso i tradizionali gruppi umanistici (insegnamento, lingue e psicologia), arrivando a sfiorare punte di partecipazione del 90,1% (vedi Tab.1.1.). Al contrario i gruppi di corsi meno frequentati sono quelli a carattere scientifico, come ingegneria (81,3% di presenza maschile contro il 18,9% di presenza femminile), matematica, informatica (88,8% di maschi contro l 11,2% di femmine), da sempre a prevalente appannaggio della componente maschile. Scelte di studio che ovviamente hanno poi le loro ripercussioni sugli sbocchi professionali delle giovani laureate. La facoltà di agraria rientra anch essa in quest ultima categoria, anche se i tassi di partecipazione maschile e femminile non sono poi così netti e ben definiti come nei casi 6

7 precedenti: l Anno Accademico 2006/2007 ha visto una partecipazione di immatricolati di cui il 58,0% maschi e il 42% femmine. Come si può vedere dalla successiva Tab.1.2., la distinzione per genere dei giovani immatricolati presenta dei risultati discontinui, diversi a seconda dello specifico settore oggetto di approfondimento degli studi: la componente maschile prevale in corrispondenza del corso di laurea di 1 livello in Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali, presentando un numero di immatricolati pari a (su 6.873), con una composizione del 61,5% di maschi e del 38,5% di femmine. La situazione risulta invece ribaltata in corrispondenza dei corsi maggiormente legati allo studio e approfondimento della componente animale, ovvero: Corso di laurea di 1 livello in Scienze e tecnologie zootecniche e delle produzioni animali (1.183 immatricolati, con una composizione di 61,2% di femmine e del 38,8% di maschi); Corso di laurea specialistica a ciclo unico in Medicina veterinaria (con immatricolati, di cui il 61,8% femmine e il 38,2% maschi). TAB.1.2. DATI DI IMMATRICOLAZIONE A LIVELLO NAZIONALE ALLE FACOLTÀ DEL GRUPPO GRARIO PER TIPOLOGIA, CORSO E SESSO Composizioni percentuali Gruppi Valori assoluti Maschi Femmine Agrario ,97 42,03 Lauree di 1 livello ,51 38,49 Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali ,29 32,71 Scienze e tecnologie zootecniche e delle produzioni animali ,80 61,20 Lauree specialistiche a ciclo unico ,24 61,76 Medicina veterinaria ,24 61,76 Elaborazione dati Miur-Urst 7

8 1.2. I numeri dell università a Milano Si illustrano di seguito alcuni dati in merito alla situazione universitaria (nuovi ingressi e iscritti) della sola città di Milano, Anno Accademico 2008/2009. I dati che vengono proposti sembrano in ogni caso rispecchiare in linea di massima quella che risulta essere la situazione a livello nazionale. Si può innanzitutto partire dal fatto che, sia a livello nazionale che a livello comunale della sola città di Milano, le immatricolazioni rispecchiano una maggiore partecipazione femminile in termini di iscrizione all Università rispetto a quella maschile, che risulta invece un po più sottotono. Questo vale soprattutto per le facoltà a carattere prettamente umanistico come: Comunicazione: su un totale di 341 iscritti, 277 (81%) sono femmine e 64 (19%) sono maschi. In particolare il corso di Lingue e Culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale raggiunge punte di partecipazione femminile del 91%. Lettere e filosofia: su un totale di 1030 immatricolati, 691 (67%) sono femmine e solo 339 (33%) maschi; tra i corsi appartenenti a questo gruppo disciplinare si raggiungono picchi di partecipazione femminile che arrivano all 85%, in particolare in corrispondenza di Lingue e Letterature Europee ed Extraeuropee. Tuttavia una più intensa partecipazione femminile si registra anche in altre facoltà storiche come Medicina e chirurgia e Medicina veterinaria, pur non raggiungendo i picchi numerici precedenti. Per esempio su un totale di 164 iscritti alla laurea magistrale in Medicina e chirurgia, 101 (il 62%) sono femmine, mentre 63 (il 38%) maschi. Così come l 81% degli iscritti alla laurea magistrale in Medicina veterinaria sono di sesso femminile. La facoltà di agraria, al contrario, registra una prevalenza di immatricolati di sesso maschile, pur non essendo la differenza di genere così netta come nei casi precedenti: a Milano, su un totale di 112 nuovi iscritti alla laurea magistrale della facoltà di agraria, il 58% (68) sono maschi e il restante 42% (47) sono femmine. Si raggiunge la parità di iscrizione solo nel corso di Scienze e Tecnologie Alimentari dove maschi e femmine hanno una pari percentuale di iscrizione. 8

9 TAB.1.3. NUOVI INGRESSI AL SECONDO LIVELLO, ANNO ACCADEMICO DATI PER FACOLTÀ, TIPO DI CORSO DI STUDIO E SESSO TIPO DI CORSO LAUREE MAGISTRALI Corso di laurea Biotecnologie vegetali, alimentari e agroambientali MASCHI FEMMINE Immatr. %Immatr. Immatr. %Immatr. TOTALE 4 67% 2 33% 6 Scienze agrarie 15 60% 10 40% 25 Scienze agroambientali Scienze della produzione e protezione delle piante Scienze e tecnologie alimentari 10 59% 7 41% % 7 32% % 21 50% 42 TOTALE 65 58% 47 42% 112 In particolare può essere interessante valutare i dati degli studenti iscritti alla facoltà di agraria, ovvero coloro che frequentano gli anni universitari successivi al primo. Sulla base dell ultima riforma universitaria i corsi sono distinti in quattro tipologie. Lauree di Primo livello (3 anni) Lauree vecchio ordinamento (ciclo unico) Diplomi Lauree magistrali (3 + 2 anni) Come si può vedere chiaramente dai dati, il boom di partecipazione si riscontra nei corsi di laurea di Primo livello, con un numero di iscritti pari a 2067 su un totale di iscritti alla facoltà di agraria pari a 2513 (82,25%). Tra i diversi corsi proposti quello di Scienze e tecnologie alimentari è quello con il maggiore numero di iscritti (367) e che tra l altro presenta al 3 anno di corso (l ultimo) una partecipazione femminile superiore rispetto a quella maschile, rispettivamente di 131 (circa il (36%) iscritti contro i 126 (34%). Tuttavia un discorso simile vale anche per i due corsi di laurea magistrale legati all approfondimento dell alimentazione umana, segno dell interesse prettamente femminile per questo ramo di studio in particolare: Qualità e sicurezza dell alimentazione umana: su 39 iscritti, al 2 anno di corso 24 sono femmine e 15 maschi, Scienze alimentari: anche qui su 64 iscritti, al 2 anno di corso 36 risultano essere femmine e 28 invece maschi. 9

10 TAB.1.4. ISCRITTI ALL A.A. 2008/2009. DATI PER FACOLTÀ, TIPO DI CORSO DI STUDIO, ANNO E SESSO TIPO DI CORSO LAUREE 1 LIVELLO LAUREE VECCHIO ORDINAMENTO DIPLOMI LAUREE MAGISTRALI Corso di laurea Agrotecnologie per lambiente e il territorio G16 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 5 6 M F M F M F TOTALE biotecnologie agrarie vegetali 41 biotecnologie vegetali, alimentari e agroambientali 22 produzione e protezione delle piante e dei sistemi del verde 71 produzione vegetale 88 protezione delle piante 39 Scienze della produzione e trasformazione del latte G22 23 scienze e tecnologie agrarie G scienze e tecnologie agrarie G28 92 scienze e tecnologie alimentari G scienze e tecnologie alimentari G Scienze e tecnologie della ristorazione G Scienze e tecnologie della ristorazione G30 83 Valorizzazione e tutela dell'ambiente e del territorio monta G viticoltura ed enologia G viticoltura ed enologia G25 79 Biotecnologie agrarie vegetali 164 Scienze agrarie G01 7 Scienze agrarie G03 28 Scienze ambientali 2 Scienze delle preparazioni alimentari 7 scienze e tecnologie agrarie 36 Scienze e tecnologie alimentari G04 6 G08 29 viticoltura ed enologia G07 2 viticoltura ed enologia G11 2 Biotecnologie vegetali, alimentari e agroambientali 20 Qualità e sicurezza dell'alimentazione umana Scienze agrarie G53 36 Scienze agrarie G58 26 Scienze agroambientali G51 33 Scienze agroambientali G57 18 Scienze alimentari Scienze della produzione e protezione delle piante G54 19 Scienze della produzione e protezione delle piante G59 22 scienze e tecnologie alimentari 42 Scienze viticole ed enologiche 5 TOTALE

11 1.3. Successo negli studi e insoddisfazione verso il proprio corso di laurea I gruppi chimico-farmaceutico (18,5%), agrario (26,4%), giuridico (26,6%) e scientifico (30,3%) sono tra quelli che presentano le percentuali di successo in ambito accademico più contenute, unite tra l altro ad una insoddisfazione di fondo verso il proprio corso di laurea e verso le opportunità professionali future: si rilevano infatti quote di insoddisfazione superiori al 70%, con punte rispettivamente dell 80,8% per il gruppo geo-biologico e dell 82,3% per quello psicologico, la cui principale conseguenza è la mancata re-iscrizione da parte dei giovani studenti agli anni successivi al primo. La Tab.1.5. mostra proprio tale livello di insoddisfazione, indagando la percentuale di quanti, laureati nel 2004, non avrebbero scelto di riscriversi allo stesso corso di laurea proprio perché rimasti insoddisfatti dagli sbocchi professionali incontrati una volta usciti dall università. La facoltà di agraria è risultata essere al 3 posto per livello di insoddisfazione,con una percentuale di potenziale mancata re-iscrizione moto vicina all 80%. TAB.1.5. LAUREATI DEL 2004 CHE NEL 2007 NON SI RISCRIVEREBBERO AL CORSO CONCLUSO PERCHÉ INSODDISFATTI DAGLI SBOCCHI PROFESSIONALI (VALORI PERCENTUALI 2007) Corsi di laurea lunghi Corsi di laurea triennali Difesa e sicurezza 21,6 Psicologico 82,3 62,9 Geo-biologico 80,8 76,5 Agrario 79,2 64,3 Letterario 79,1 70,9 Insegnamento 78,1 71,1 Educazione fisica 77,1 75,7 Giuridico 67,4 48,5 Chimico-farmaceutico 67,3 72,7 TOTALE 65,4 51,2 Politico-sociale 65,4 53,9 Linguistico 63,7 57,3 Scientifico 60,9 36,2 Architettura 60,6 43,1 Ingegneria 51,1 27,9 Economico-statistico 42,7 34,7 Medico 36,8 48,5 11

12 Medico Economico-statistico Ingegneria Architettura Scientifico Linguistico Politico-sociale TOTALE Chimico-farmaceutico Giuridico Educazione fisica Insegnamento Letterario Agrario Geo-biologico Psicologico Difesa e sicurezza Corsi di laurea lunghi Corsi di laurea triennali 1.4. Lavoro e lauree di 1 livello: dati a livello nazionale La situazione occupazionale e formativa ad un anno dalla laurea triennale è molto diversificata, tenendo conto dei vari percorsi di studio. Un elevata quota di neo-laureati delle professioni sanitarie risulta già occupata ad un anno dalla laurea, in quanto possono contare, fin dal primo anno, su una più alta stabilità contrattuale. I gruppi con i più alti tassi di iscrizione alla laurea specialistica sono invece quelli psicologico, geo-biologico e ingegneria; in termini assoluti, invece, sono gli studenti dei gruppi economicostatistico, ingegneria, politico-sociale e letterario, probabilmente anche perché insoddisfatti dalle prospettive occupazionali che vengono offerte loro al conseguimento della laurea triennale. Per quanto riguarda le differenze di genere, seppur minime, le donne risultano lievemente meno favorite rispetto agli uomini, non tanto per quello che riguarda il tasso di occupazione, quanto per la quota di donne che cercano lavoro rispetto agli uomini, che risulta essere leggermente superiore. 12

13 GRAF LAUREATI DI PRIMO LIVELLO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E FORMATIVA AD UN ANNO DALLA LAUREA PER GRUPPO DISCIPLINARE Totale 32,7 Geo-biologico 11,8 Ingegneria Giuridico 16,7 17,5 Architettura 22,1 Psicologico 13,6 Letterario 20,0 Economico-statistico Linguistico Scientifico Chimico-farmaceutico Agrario Politico-sociale 25,7 28,3 30,8 33,1 29,5 30,9 Educaz. Fisica Insegnamento 41,4 42,3 Medico 84,4 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 Lavorano Lavorano Lavorano e sono iscritti alla Spec. Sono iscritti alla Spec. Non cercano Cercano DONNE 33 15,6 39,9 3,1 8,4 UOMINI 31,8 16,2 44 2,6 5,4 TOTALE 32,5 15,8 41,6 2,9 7,1 13

14 GRAF.1.7. LAUREATI DI PRIMO LIVELLO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE PER GENERE Donne 3% 8% 33% 40% 16% Uomini 3% 5% 32% 44% 16% Totale 3% 7% 33% 41% 16% 14

15 1.5. Lavoro e lauree di 2 livello: dati a livello nazionale Ad un anno dalla laurea specialistica gli esiti occupazionali sono notevolmente differenziati a seconda del percorso formativo considerato. I laureati del gruppo medico sono quelli che presentano i più elevati livelli occupazionali; ma anche tra i laureati dei gruppi di ingegneria, architettura, economia-statistica i livelli sono alti. Il numero di laureati specialistici che si dichiarano occupati ad un anno dal conseguimento del titolo sono invece inferiori alla media in particolare nei gruppi di lettere, psicologia, chimicafarmacia, geo-biologia, giurisprudenza. Per quanto riguarda le differenze di genere in termini occupazionali, già ad un anno dalla laurea risultano significative (lavorano 58 donne su 100, con uno scarto percentuale negativo del 10% rispetto agli uomini che invece sono 68 su 100). Le donne risultano meno favorite non solo perché presentano un tasso di occupazione decisamente più basso, ma anche perché si dichiarano più frequentemente alla ricerca di un lavoro: il tasso di disoccupazione femminile risulta infatti quasi il doppio rispetto a quello dei giovani maschi laureati. Gli uomini risultano avvantaggiati in particolare nei gruppi giuridico e geo-biologico, all interno dei quali il tasso di occupazione maschile è superiore rispetto a quello femminile di circa 10 punti percentuali, anche se si deve tener conto che con riferimento a questi percorsi di studio il numero di occupati ad un anno dalla laurea appare in ogni caso relativamente contenuto. Al contrario i gruppi linguistico, letterario e politico-sociale vedono una maggiore partecipazione femminile ma anche in questo caso si tratta di settori disciplinari con una scarsa prospettiva professionale futura. 15

16 GRAF.1.8. LAUREATI DI SECONDO LIVELLO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E FORMATIVA AD UN ANNO DALLA LAUREA PER GRUPPO DISCIPLINARE Totale 62,8 Giuridico 23,9 Geo-biologico Chimico-farmaceutico 35,5 38,0 Psicologico 46,8 Letterario Scientifico 52,0 55,2 Agrario Linguistico Politico-sociale 62,3 65,8 65,9 Economico-statistico Educaz. Fisica Insegnamento Architettura Ingegneria 73,1 73,9 77,4 77,7 77,8 Medico 97,7 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 Lavorano Lavorano Non cercano Cercano DONNE 58,4 18,3 23,3 UOMINI 68,4 17,2 14,4 TOTALE 62,8 17,8 19,3 16

17 GRAF.1.9. LAUREATI DI SECONDO LIVELLO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE PER GENERE Donne 23% 18% 59% Uomini 14% 17% 69% Totale 19% 18% 63% 17

18 1.6. Lavoro e lauree a ciclo unico: dati a livello nazionale I laureati specialistici a ciclo unico appartengono a cinque gruppi disciplinari. Agrario (veterinaria) Architettura Chimico-farmaceutico Giuridico Medico Ad un anno dalla laurea la condizione occupazionale varia molto in funzione del percorso di studio: esiti abbastanza buoni si rilevano per i laureati in architettura e in farmacia; leggermente superiore alla media anche la percentuale di occupati laureati in veterinaria. Diversa la situazione soprattutto del gruppo medico: in quanto in questo caso l ingresso nel mercato del lavoro è ritardato a causa dell ulteriore formazione necessaria all esercizio della professione. Per quanto riguarda le differenze di genere in termini occupazionali, non paiono rilevanti come per gli altri percorsi di laurea; anzi, per la prima volta, la quota di donne occupate arriva a superare leggermente quella dei colleghi uomini, anche se tale tendenza risente molto della tipologia di percorso disciplinare e non sempre risulta verificata. Nei gruppi agrario e chimico-farmaceutico il tasso di occupazione è pari rispettivamente al 57% per le donne contro il 49% degli uomini nel settore agrario, e al 71% donne contro il 56% uomini nel chimico-farmaceutico. Nei restanti ambiti disciplinari risultano invece favoriti gli uomini. GRAF LAUREATI SPECIALISTICI A CICLO UNICO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE AD UN ANNO DALLA LAUREA PER GRUPPO DISCIPLINARE Totale 45,6 Giuridico 14,2 Medico 31,6 Agrario 54,2 Chimico-farmaceutico 69,3 Architettura 70, Lavorano 18

19 Lavorano Non cercano Cercano DONNE 46,1 40,4 13,5 UOMINI 44,7 40,5 14,9 TOTALE 45,6 40,4 14 GRAF LAUREATI SPECIALISTICI A CICLO UNICO: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE PER GENERE Donne 14% 46% 40% Uomini 15% 45% 40% Totale 14% 46% 40% 19

20 1.7. Livelli di retribuzione: dati a livello nazionale I livelli di retribuzione mostrano altre notevoli differenze di genere. A poco più di tre anni dal conseguimento del titolo i giovani che svolgono un lavoro iniziato dopo la laurea (continuativo e a tempo pieno) guadagnano in media circa Euro al mese. Risulta lievemente più elevato lo stipendio mensile netto dei laureati in corsi lunghi (circa Euro 1.317) rispetto a quelli dei corsi triennali (Euro 1.296). Inoltre ci sono differenze anche a seconda del gruppo di studio e, successivamente di occupazione professionale: in questo senso infatti, tra quanti hanno concluso corsi lunghi nel 2004, lo stipendio medio mensile dei laureati del gruppo medico è il più elevato, seguito da quelli dei gruppi di ingegneria, economico-statistico e chimico-farmaceutico. Addirittura lo stipendio del gruppo medico risulta superiore di circa 800,00 euro a quello dei laureati del 2004 del gruppo linguistico/ di insegnamento, che registrano lo stipendio più basso. Le remunerazioni dei maschi risultano sempre più elevate rispetto a quelle femminili, con scarti particolarmente elevati in corrispondenza dei gruppi medico, psicologico e politico-sociale. Il gruppo agrario presenta, a livello retributivo, uno scarto medio mensile tra laureati e laureate di circa Euro 160,00, per i corsi di laurea lunghi, e di Euro 150,00 per quelli triennali. TAB REDDITO MEDIO MENSILE NETTO DEI LAUREATI CHE SVOLGONO UN LAVORO CONTINUATIVO E A TEMPO PIENO, INIZIATO DOPO LA LAUREA (ANNO 2007, VALORI IN EURO) Guadagno mensile netto Corsi di laurea lunghi Corsi di laurea triennali M F TOT M F TOT Scientifico Chimico-farmaceutico Geo-biologico Medico Ingegneria Architettura Agrario Economico-statistico Politico-sociale Giuridico Letterario Linguistico Insegnamento Psicologico Educazione fisica Difesa e sicurezza TOTALE

21 1.8. Donne nella ricerca: molte alla base, poche al vertice Nonostante rappresentino ormai una quota consistente della popolazione laureata, le donne in cattedra e in carriera sono ancora in Italia in numero decisamente inferiore rispetto ai colleghi uomini. Le ricercatrici costituiscono il 44,3% e le docenti con il profilo di associato il 31,4%; negli enti pubblici di ricerca sono pari al 38,4%, mentre nelle imprese costituiscono il 18,9% del totale. Se si sposta poi lo sguardo al di là dei confini italiani si nota complessivamente che nei paesi Ocse il 30% dei laureati in discipline scientifiche e dell ingegneria è rappresentato da donne, che si attestano attorno al 60% nel settore delle scienze della vita e al 30% nell area informatica. Il numero delle ricercatrici è più elevato: la percentuale oscilla tra il 25% e il 35% del totale del personale di ricerca nella maggior parte dei paesi. Bisogna poi considerare anche il settore d impiego in quanto la distribuzione varia considerevolmente: negli Usa circa due terzi delle ricercatrici lavorano nell ambito produttivo, solo il 17,5% delle europee e il 6% delle giapponesi sono occupate nell area della ricerca industriale. I settori più gettonati a tal proposito risultano quindi essere: Biologia, Agraria, Scienze della salute e Farmaceutica, mentre Ingegneria, Fisica e Informatica rimangono ancora oggi settori a prevalenza maschile. Questo è il quadro principale che emerge da una ricerca condotta tra i paesi dell Ocse dall Oecd Group (2005): a quanto pare le donne dimostrano di essere in gamba anche nelle discipline più mascolinizzate e avrebbero tutte le carte in regola per fare carriera: hanno un curriculum universitario migliore, si laureano con voti più alti e in tempi più brevi rispetto ai colleghi uomini. Eppure a fermarle nell ascesa anche nel campo scientifico e della ricerca c è un tetto di cristallo responsabile del divario di genere che si viene a creare a mano a mano che si sale nella scala gerarchica dei ruoli. A tal proposito la Commissione Europea ha provveduto alla nascita di una nuova figura volta alla promozione della presenza femminile nelle carriere scientifiche, l Ambasciatrice per le Pari Opportunità nella Scienza, di cui risulta essere rappresentante italiana Rossella Palomba, ricercatrice e Dirigente dell Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali dle Consiglio Nazionale delle Ricerche del Cnr. La Facoltà di Agraria di Milano La Facoltà di Agraria di Milano è l'unica della Lombardia ed è la più grande delle Facoltà di Agraria in Italia: 7 Dipartimenti, 3 Aziende Agrarie didattico-sperimentali, 4 Centri di ricerca. Nell anno scolastico 2008/2009 gli iscritti al primo anno della Facoltà di Agraria sono stati 614 e gli immatricolati al secondo livello

22 A differenza di quanto si registra livello nazionale, la distanza tra partecipazione femminile e maschile rimane elevata: nell anno in corso, nelle iscrizioni al primo anno la presenza femminile si attesta al 23%, con un significativo riequilibrio nelle Lauree in Scienze e Tecnologie Alimentari e in Scienze e Tecnologie della Ristorazione. Si torna poi ad un maggiore equilibrio anche nelle immatricolazioni alle laurea magistrali a conferma che le donne proseguono negli studi non molto meno degli uomini. Ad un anno dalla laurea hanno trovato un occupazione: il 75,5% dei laureati (il 70,5% dei laureati a livello nazionale), ma l 85,5% dei laureati nell area Agraria il 66,3% dei laureati nell Area Alimentare. Le differenze retributive dei laureati nella facoltà di Agraria di Milano che svolgono un lavoro continuativo e a tempo pieno sono le seguenti: per i corsi di laurea lunghi: uomini, 105; donne, 92 per i corsi di laurea breve: uomini, 104,5; donne, 92 Per quanto riguarda la struttura universitaria, il Preside della Facoltà di Agraria è una delle poche donne presidi di Facoltà dell Università Italiana, particolarmente rare soprattutto nelle Facoltà Scientifiche, ma le strutture della Facoltà e della docenza sono nella quasi prevalenza maschili. TAB LA PRESENZA FEMMINILE NELLA FACOLTÀ DI AGRARIA DI MILANO Donna Uomo Donna Uom o Presidente/Coordinatore Corso di Laurea Triennale 2 6 Preside Direttore di Dipartimento (7) Docente di riferimento per il Corso di Laurea Triennale 3 18 Direttore di Istituto (4) Direttore Biblioteca Presidente Corso di Laurea Magistrale 2 4 Sovrintendente Azienda Agraria didattico-sperimentale 3 Docente di riferimento per il Corso di Laurea Magistrale 3 15 Responsabile in Azienda Agraria didattico-sperimentale 3 Responsabile Sede distaccata Azienda 2 Fonte: Portale della Facoltà di Agraria di Milano 22

23 Corso di laurea triennali in: Presidente Docenti U Riferimento D Agrotecnologie per ambiente e territorio U 3 - Biotecnologie vegetali, alimentari e agroalimentari U 3 - Produzione e Protezione delle Piante e Sistemi del Verde U 3 - Scienze e Tecnologie Agrarie U 3 - Scienze e Tecnologie Alimentari D 2 1 Scienze e tecnologie della Ristorazione D 1 2 Valorizzazione e Tutela dell ambiente e del territorio Montano U - - Viticoltura ed Enologia U 3 - Corsi Scuola di Dottorato in Innovazione Tecnologica per le Scienze agroalimentari e ambientali Scuola di Dottorato in Scienze Molecolari e Biotecnologie agrarie, alimentari ed ambientali Corsi di perfezionamento (29) Corsi di Dottorato (8) Master (29) Direttore/ coordinatore U D 2 U 6 U 2 D 1 U 1 D Corso di laurea magistrale in Presidente Docenti U Riferimento D Alimentazione e Nutrizione Umana D 1 2 Biotecnologie vegetali, alimentari e agroalimentari U 3 - Scienze agrarie U 3 - Scienze agroambientali U 3 - Scienze della produzione e della protezione delle piante U 3 Scienze e tecnologie alimentari D 2 1 Fonte: Portale della Facoltà di Agraria di Milano 23

24 2. LA PRESENZA FEMMINILE NELLA PRODUZIONE AGROALIMENTARE 2.1. Produzione e trasformazione L ultima rilevazione trimestrale (2008) dell Istat sulle forze lavoro mette in evidenza come, su circa 23 milioni di popolazione impiegata nelle diverse attività produttive del paese, circa il 40% è rappresentato da donne, di cui la maggior parte (81%) occupata prevalentemente in attività diverse da quelle industriali e agricole. TAB.2.1. OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA, SESSO E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (MIGLIAIA DI UNITÀ). AGRICOLTURA TOT. INDUSTRIA SERVIZI TOTALE Periodo di riferimento Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale NORD 2006 III Trimestre III Trimestre III Trimestre CENTRO 2006 III Trimestre III Trimestre III Trimestre MEZZOGIORNO 2006 III Trimestre III Trimestre III Trimestre ITALIA 2006 III Trimestre III Trimestre III Trimestre Elaborazione su dati Istat (3 trimestre 2008) 24

25 Il settore agricolo in particolare sembra essere ultimamente caratterizzato da una fase di complessa trasformazione e ridefinizione del proprio ruolo sociale ed economico: da settore separato è diventato componente di un più vasto sistema agricolo-alimentare; soprattutto la crescente complessità degli attuali mercati di riferimento ha contribuito ad incalzarne lo sviluppo verso un elevato livello di competitività. La realtà italiana è da sempre caratterizzata da una forte presenza di piccole aziende, connotate da una struttura tipicamente familiare e caratteristiche strutturali fortemente differenziate a livello territoriale. In questo contesto si innesta il fenomeno della presenza delle donne imprenditrici in agricoltura. In un settore economico tradizionalmente a dominanza maschile, l universo femminile sta progressivamente conquistando un posto di riguardo: il numero di donne impegnate nelle aziende agricole e nelle produzioni collegate è andato progressivamente aumentando, passando dal 18,9% del totale dei conduttori nel 1970, al 21,8% nel 1982, al 25,9% nel Inizialmente il fenomeno di femminilizzazione delle campagne era più che altro conseguenza di un processo di sostituzione e/o integrazione del lavoro degli uomini, quest ultimi più attratti retributivamente e socialmente da altri settori economici. In sostanza la componente femminile, più attaccata alla terra rispetto a quella maschile e restia ad abbandonare definitivamente l'agricoltura, è così subentrata a quella maschile nella conduzione aziendale. Oggi l aspetto più evidente di tale fenomeno risulta essere la progressiva valorizzazione della presenza e del contributo della donna nelle attività dell azienda agricola, non più limitata soltanto allo svolgimento di un ruolo secondario o di supporto all attività a conduzione famigliare (in affiancamento al marito in qualità di aiutanti o dipendenti); le donne oggi tendono ad assumere esse stesse un ruolo di comando e di responsabilità, diventando titolari di imprese in proprio o in società con terze persone. Si tratta tendenzialmente di donne con un età compresa tra i 45 e 50 anni di cui, la maggior parte, ha ereditato la passione e il lavoro dalla famiglia, ma altre hanno invece deciso di avviare l attività agricola dal nulla, sensibili alle trasformazioni in atto nel settore, magari dopo aver svolto per diversi anni una classica attività lavorativa in fabbrica o in ufficio. Agiscono in rete, partecipano ai mercati internazionali e sono attente alla qualità dei prodotti e al rapporto con i consumatori, al miglioramento degli stili di vita alimentari, alla riduzione dei costi e alla diversificazione delle produzioni. Su persone occupate nel settore agricolo a livello nazionale, la partecipazione femminile risulta essere pari a circa il 30% ( unità) di cui, la maggior parte, impiegate a tempo pieno ( unità) e una parte impiegate a tempo parziale (40.000). 25

26 A livello di suddivisione delle aree territoriali la maggiore concentrazione risulta essere al Sud, con una percentuale di presenza femminile nel settore agricolo del 51%; seguono il Nord con il 33% ( unità) e il Centro con il 15% ( unità). TAB.2.2. OCCUPATI NEL SETTORE AGRICOLO PER SESSO E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (MIGLIAIA DI UNITÀ) Periodo di riferimento Maschi AGRICOLTURA (occupati a tempo pieno) Femmine Totale AGRICOLTURA (occupati a tempo parziale) AGRICOLTURA (occupati) NORD 2004 III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre CENTRO 2004 III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre MEZZOGIORNO 2004 III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre ITALIA 2004 III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre III Trimestre Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Elaborazione su dati Istat (3 trimestre 2008) 26

27 2.2. Livelli di occupazione in Lombardia Volendo entrare maggiormente nel dettaglio territoriale si prenderà di seguito in considerazione quella che risulta essere la situazione del genere femminile nel settore agricolo della regione Lombardia e nella provincia di Milano, questo permetterà di avere una panoramica della tematica in questione più completa. La regione Lombardia si è resa protagonista dal 2006, in generale, di un aumento occupazionale, raggiungendo in particolare nel terzo trimestre i 4,27 milioni di unità lavorative, per arrivare ai 4,33 milioni nell ultimo trimestre del Di questi 4,33 milioni di unità lavorative impiegate nel territorio lombardo 2,5 milioni sono maschi e 1,8 milioni sono femmine. Nonostante il tasso di occupazione femminile risulti inferiore di quasi 20 punti percentuali rispetto a quello maschile, risulta importante tenere in considerazione che la Lombardia mostra dei valori superiori rispetto al dato nazionale, anche se ancora abbastanza lontani rispetto alla media europea. TAB.2.3. OCCUPATI PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE E SESSO (LOMBARDIA) - DATI IN MIGLIAIA DI UNITÀ TOTALE M+F TOTALE M TOTALE F Periodo di riferimento Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale 2004 III Trim III Trim III Trim III Trim III Trim Elaborazione dati Istat 27

28 Inoltre il 61% degli occupati è impiegato nel terziario, il 37% nell industria e circa il 2% in agricoltura, registrando valori pari rispettivamente a 2,71 milioni, 1,58 milioni e 81 mila unità lavorative nel GRAFICO 2.4. COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEGLI OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA 2% 37% 61% Agricoltura Industria Servizi TAB.2.5. OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA E SESSO (LOMBARDIA) - DATI IN MIGLIAIA DI UNITÀ Periodo di riferimento TOTALE M+F TOTALE M TOTALE F Agricoltura Industria Servizi Agricoltura Industria Servizi Agricoltura Industria Servizi 2004 III Trim III Trim III Trim III Trim III Trim A livello territoriale il 42% degli occupati in Lombardia è concentrato nella provincia di Milano, il 12% a Brescia, l 11% a Bergamo e il 9% a Varese, mentre le restanti province contribuiscono con quote inferiori al 5% del totale regionale L occupazione agricola In base alle rilevazioni Istat gli occupati agricoli presenti all interno del territorio lombardo sarebbero passati dalle unità del primo trimestre del 2007 alle del primo trimestre del 2008, dopo che i livelli di occupazione agricola avevano registrato una variazione negativa nel passaggio dal 1996 al 2006, come conseguenza di un intenso processo di ristrutturazione del settore caratterizzato da una progressiva riduzione delle aziende agricole di piccole dimensioni e dall affermazione di attività già radicate, o emergenti, con un impiego intensivo di manodopera dipendente flessibile. 28

29 Delle 69 mila unità registrate nel 2006, circa erano uomini: ne derivava che la componente femminile rappresentava soltanto il 17% (12.000) del totale degli occupati del settore agricolo lombardo. Dal punto di vista della rappresentatività di genere femminile la situazione ha registrato invece un miglioramento negli ultimi due anni: infatti su un totale di lavoratori agricoli lombardi, stante alla rilevazione del primo trimestre del 2008, la percentuale di rappresentatività femminile ha subito un salto positivo di ben 11 punti percentuali raggiungendo, con le sue unità (I trimestre 2008), un livello del 28%, a differenza di quella maschile, passata soltanto dalle (III trimestre 2007) alle unità (I trimestre 2008). Tra l altro la posizione professionale maggiormente interessata da questi sbalzi occupazionali sembra essere quella dei lavoratori indipendenti, la cui consistenza avrebbe subito un trend decrescente dal 2004 al 2007 ( unità nel 2004, unità nel 2005, unità nel 2006, unità nel 2007), per poi risollevarsi a quota unità nel primo trimestre del La contrazione degli occupati indipendenti sarebbe però, in parte, mitigata dall aumento dell occupazione dipendente, che invece ha registrato un aumento occupazionale di ben unità dal 2004 al TAB.2.6. OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA E SESSO (LOMBARDIA) - DATI IN MIGLIAIA DI UNITÀ Periodo di riferimento TOTALE M+F TOTALE M TOTALE F Agricoltura Industria Servizi Agricoltura Industria Servizi Agricoltura Industria Servizi 2004 I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre Elaborazione dati Istat tavole regionali 29

30 2.3. Livelli di occupazione nelle province lombarde Dai dati rilevati dall Istat nel 2007 la situazione occupazionale risultante all interno della regione Lombardia appare la seguente: dei occupati (maschi e femmine) in generale a livello regionale, (1,7%) risultano esserlo nel settore agricolo; di questi la maggior parte è concentrata nelle province di Brescia (19%), Mantova (15%), Cremona (15%) e Milano (11%), che registrano rispettivamente 14 mila, 11 mila (Mantova e Cremona) e 9 mila unità lavorative. TAB.2.7. OCCUPATI AGRICOLI PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE E PROVINCIA Regioni e Province Occupati M+F Agricoltura Dipendenti Indipendenti Totale % occupaz. Agricola % dipend. su Occupaz. Agricola Varese ,67% 49,90% Como ,30% 45,80% Sondrio ,56% 38,70% Milano ,85% 50,60% Bergamo ,33% 51,60% Brescia ,91% 41,10% Pavia ,76% 40,70% Cremona ,74% 37,80% Mantova ,76% 37,90% Lecco ,53% 56,60% Lodi ,60% 33,40% Lombardia % 43,10% Elaborazione dati Istat (2007) Rispetto al peso dei dipendenti sul totale degli occupati agricoli a livello regionale, pari a 43 punti percentuali nel 2007, si rileva la presenza di province che mostrano un indice al di sopra della media, fra cui Varese (50%), Como (46%), Milano (51%), Bergamo (52%), e Lecco (57%). Le motivazioni che giustificano la presenza di manodopera dipendente in misura superiore alla media regionale riguardano soprattutto la tipologia produttiva e la forma di conduzione delle imprese presenti in queste province. Varese, Milano e Lecco, per esempio, sono province caratterizzate dalla presenza di numerose attività zootecniche e florovivaistiche basate su forme di conduzione a base societaria. Al contrario, nelle province in cui l impresa risulta ancora basata significativamente su vincoli e legami di parentela, si verifica un incidenza dell occupazione agricola dipendente inferiore alla media lombarda. E il caso, per esempio, di Cremona e Mantova (38%), Lodi (33%) e Sondrio (39%), dove il peso degli indipendenti risulta, invece, superiore rispetto alla media lombarda. 30

31 Imprese agricole femminili nella Regione Lombardia e nella Provincia di Milano L agricoltura italiana si tinge sempre più di rosa. Sulla base dell ultimo rilevamento del 2008 sono donne circa un terzo (27%) degli imprenditori agricoli italiani a tempo pieno (vedi Tab.2.10) con punte, in alcune regioni, che superano il 40%. La fotografia dell agricoltura italiana realizzata da Eurostat è quindi caratterizzata da una presenza sempre più forte delle donne e traccia un profilo dell agricoltura che sta cambiando ed è destinato a mutare negli anni. TAB.2.8. AZIENDE DELLA REGIONE LOMBARDIA PER CATEGORIA DI MANODOPERA FAMILIARE, CLASSE DI SUPERFICIE TOTALE E SESSO (ANNO 2007) Classi di superficie Tot. Senza superficie Meno di 1 ettaro Conduttore Coniuge che lavora in azienda Altri familiari che lavorano in azienda Parenti del conduttore Totale manodopera familiare M F TOT. M F TOT. M F TOT. M F TOT. M F TOT da 1 a da 2 a da 3 a da 5 a da 10 a da 20 a da 30 a da 50 a ed oltre TOTALE Elaborazione dati Istat In particolare una tendenza importante di questi ultimi anni risulta essere quella di una partecipazione femminile sempre più intensa nel settore agricolo ma il cui ruolo sta progressivamente assumendo un importanza crescente. Mentre in passato il ruolo delle donne all interno dell azienda agricola familiare era fondamentalmente di supporto all attività produttiva, oggi si trovano esse stesse a capo di vere e proprie aziende agricole, passando di conseguenza da un ruolo marginale e di supporto a uno di vero e proprio coordinamento dell attività complessivamente intesa. 31

32 La presenza femminile costituisce inoltre un elemento rilevante nei processi di diversificazione della produzione e dell attività agricola, che sempre più caratterizzeranno la nostra agricoltura. E noto che da sempre le donne ricoprono un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare della famiglia, in generale, e la conservazione delle biodiversità. Le donne valutano generalmente le colture non soltanto in base al loro valore di mercato ma anche sui bisogni alimentari delle persone membri della famiglia, alle proprietà organolettiche e gastronomiche delle varietà. Inoltre rivelano tendenzialmente un profondo legame con l ambiente nel quale l impresa è inserita, probabilmente derivante dal fatto che, nella maggioranza dei casi, il luogo di lavoro coincide con il luogo di vita. A partire quindi dal ruolo che la donna ha da sempre ricoperto nelle collettività rurali locali in generale, e nell azienda agricola in particolare, si può arrivare a delineare quelli che possono essere tendenzialmente considerati come i potenziali punti di forza della componente femminile e che permettono di incentivarne significativamente la presenza e il ruolo all interno del settore agricolo. Le donne che operano nel settore possiedono spesso un ampio ventaglio di conoscenze che, se sfruttate sinergicamente in un ottica di valorizzazione imprenditoriale, possono rivelarsi preziose nello sviluppo di attività complementari a quelle agricole. Ecco che allora una delle caratteristiche principali delle attuali imprese agricole di stampo femminile sembra essere proprio, sopra di tutto, la multifunzionalità che le caratterizza (basti pensare alle nuove opportunità quali l agriturismo, la produzione e vendita diretta di prodotti, lo sviluppo di servizi sociali, come gli agri-asilo, l agricoltura biologica, l utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, l internazionalizzazione dell impresa, ecc.) e che contribuisce ad innalzare il livello di innovatività del settore. Dinamicità, innovatività ed efficienza sono infatti i principali fattori che sembrano caratterizzare ad oggi questa tipologia di imprese. La produzione viene quindi considerata non più come l unica e principale attività di svolgimento, ma ad essa se ne possono affiancare altre, verso le quali la donna ha in generale un innata familiarità: la cucina, l accoglienza, le preparazioni alimentari, le lavorazioni artigianali, ecc. Elementi che rappresentano un importante occasione al fine di rafforzare la presenza femminile in agricoltura e contribuire a superare i fattori di svantaggio che impediscono la piena affermazione delle potenzialità ed aspirazioni delle imprenditrici nell attuale contesto lavorativo. 32

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