Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale

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1 N 032 registro delibere C O M U N E D I (Provincia di Trento) A L A Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale OGGETTO: Mozione presentata dal consigliere Zendri Roberto, relativa all autonomia che vuole ancora crescere con le relative responsabilità e oneri economici L'anno duemiladodici, addì venticinque di settembre ad ore nella sede comunale, a seguito di convocazione disposta con avviso recapitato nelle forme di legge ai consiglieri comunali, si è riunito IL CONSIGLIO COMUNALE composto dai signori Presenti Assenti FERRARI FEDELE PRESIDENTE X PERONI LUIGINO SINDACO X AMBROSI MASSIMO CONSIGLIERE X BELLORIO FRANCA ASSESSORE X BRUSCO ENRICO ASSESSORE X BRUSCO NARCISO CONSIGLIERE X CAMPOSTRINI ALBERTO CONSIGLIERE X CATTOI VANESSA CONSIGLIERE X DEIMICHEI GIORGIO CONSIGLIERE X FRACCHETTI ANDREA ASSESSORE X GRIGOLI OMAR CONSIGLIERE X LORENZINI LUIGINO CONSIGLIERE X MARCHIORI SILVANO CONSIGLIERE X MONDINI PAOLO ASSESSORE X PINTER ALBERTO CONSIGLIERE X TOMASI ANTONELLA CONSIGLIERE X ZENATTI ORNELLA VICEPRESIDENTE X ZENDRI ROBERTO CONSIGLIERE X ZOMER LUCA ASSESSORE X ZOMER MICHELE CONSIGLIERE X Assiste il Vicesegretario comunale: DOTT. STEFANO LAVARINI Riconosciuto legale il numero degli intervenuti, la dott.ssa Fedele Ferrari nella sua qualità di Presidente del Consiglio dichiara aperta la seduta per la trattazione dell'oggetto suindicato

2 IL CONSIGLIO COMUNALE Vista la mozione presentata dal consigliere Zendri Roberto in data ; Visto lo Statuto Comunale approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 8 dd ; Vista la L.R n. 1 e succ. mod.; Con voti favorevoli 15, astenuti 2 (Ferrari Fedele e Tomasi Antonella) espressi per alzata di mano dai 15 consiglieri votanti su 17 presenti. Risulta assente la consigliera Cattoi Vanessa D E L I B E R A di approvare la mozione presentata dal consigliere Zendri Roberto nel testo di seguito riportato: 1. PREMESSA Le province e le regioni a statuto speciale del Nord Italia sono da alcuni anni pesantemente sotto attacco e, in queste ultime settimane, bersaglio di interventi del Governo e del Parlamento nazionale che non solo costituiscono una pesante ingerenza sulle competenze locali, ma che minano anche profondamente, non solo in prospettiva ma anche nell immediato, l effettiva capacità di autogoverno. Il Trentino risponde in modo unito e coeso, forte di un comportamento responsabile e solidale, proponendo un modello di autonomia dinamica e responsabile, capace di porsi quale modello di effettivo e concreto federalismo moderno, fondato su un percorso storico di antica data, ma corrispondente alle attuali necessità di ammodernamento dello Stato italiano in chiave federalista ed europea. Il Governo nazionale, indubbiamente costretto dalle esigenze economicofinanziarie e amministrative in cui si trova l Italia, sta ponendo in essere una manovra che nulla ha che vedere con il nostro territorio, se non per il concorso agli obiettivi di perequazione e di assolvimento agli obblighi di appartenenza all Unione Europea e che rischia di stravolgere l impianto fondamentale dello Statuto speciale di autonomia e delle relative norme di attuazione, distruggendo secoli di storia di buona amministrazione dei nostri territori. Una manovra che rende anche sempre più difficile l esistenza dei piccoli comuni tipici dei territori di montagna e che tende ad accentrare un altra volta il potere sugli organi centrali nazionali. Tali preoccupazioni non sono peregrine o demagogiche, ma comprovate, ad esempio, dal documento approvato dai Presidenti delle Province e delle Regioni autonome del Nord Italia a Borghetto all Adige nel Comune di Avio lo scorso 16 luglio, ma anche dalla risoluzione sottoscritta e approvata in data 19 luglio 2012 dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella quale si esprime la forte preoccupazione relativamente ai danni certi all impianto amministrativo e legislativo provinciale che la manovra nazionale causerà non rispettando lo Statuto dell autonomia e le sue norme di attuazione, oltre ai trattati internazionali sui quali è statuito il diritto di autogoverno dei nostri territori.

3 Consapevoli della grave situazione in cui versa il Paese e la finanza dello Stato, si conferma la volontà di concorrere, come sempre fatto, al risanamento della finanza pubblica attraverso una diretta assunzione di responsabilità nel pieno rispetto e salvaguardia degli attuali livelli di autogoverno. Nel contempo, attraverso la presente mozione, si vuole esprimere un azione corale nella direzione di una chiara e determinata difesa e promozione del modello locale di autogoverno. 2. LE RADICI STORICHE DELL AUTONOMIA La Comunità trentina si riconosce in un territorio in cui la popolazioen di lingua italiana convive con popolazioni di lingua ladina e germanofona. Questa terra ha nel suo modo di essere e di vivere la cultura e soprattutto la pratica dell autonomia. Essa è in parte legata alla cultura italiana ma anche e soprattutto alla cultura amministrativa (intesa nel senso più ampio e alto) di stampo mitteleuropeo, grazie a secoli di appartenenza al principato vescovile, dotato di una quasi sovranità, e in seguito alla Contea principesca del Tirolo, dotata di autonomia legislativa ed esecutiva. Si è sempre trattato di una concezione dell Autonomia intesa quale capacità di autogovernarsi e, nello stesso tempo, di assumere piena responsabilità delle proprie decisioni e azioni, nonché del proprio ruolo sia verso la propria Comunità sia verso le più ampie istituzioni di appartenenza (fossero esse l Impero germanico, quello austro-ungarico, il Regno d Italia o la Repubblica italiana), coniugando lealtà e partecipazione con la ferma volontà di mantenere sempre la propria identità, la propria capacità di autogoverno, rispondendo sempre dei risultati. Nel recente passato questo modo di essere del Trentino è stato rappresentato in modo esemplare da Alcide De Gasperi che fu a un tempo deputato alla Dieta del Tirolo, deputato al Parlamento di Vienna, deputato nel Parlamento del Regno d Italia e poi della Repubblica, divenendone negli anni cruciali il Presidente del Consiglio dei Ministri della nuova Costituzione. Per inciso, è doveroso ricordare la formidabile richiesta popolare di autonomia che tra il 1945 e il 1948, grazie al ruolo di raccordo del movimento politico A.S.A.R. (Associazione Studi Autonomistici Regionali), mise in luce la fortissima volontà della maggioranza del popolo trentino di poter esercitare l autonomia integrale entro i confini della nascente Italia repubblicana. De Gasperi ha saputo coniugare la costante pratica dell autonomia, nelle sue più alte forme dell esercizio della potestà legislativa ed esecutiva, nell ambito delle istituzioni austro-ungariche prima e italiane poi, con la ferma rivendicazione di più adeguate forme di tutela dell identità culturale ed economica del Trentino sia presso la Dieta tirolese che presso il Governo e il Parlamento austriaco, che, infine, presso il Governo e il Parlamento del Regno d Italia. Quando De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri, si trovò a trattare le condizioni della pace con le Potenze Alleate e, in tale contesto, a trattare con il Governo federale austriaco le condizioni di autonomia per le popolazioni di lingua tedesca, poi tradotte nell Accordo di Parigi del 1946, portava con sé l esperienza di tutti quei passaggi della vita della Comunità trentina e di quella dell Alto Adige/Südtirol, i cui percorsi si intrecciano da molti e molti secoli nel percorso di pratica e rivendicazione dell autonomia: è dunque da lì che si trae soprattutto la legittimazione della speciale autonomia prevista quasi contemporaneamente dalla Costituzione del 1948 e dallo Statuto speciale, approvato a distanza di pochi giorni, come del resto appare evidente leggendo gli interventi del Presidente alle Camere proprio in sede di approvazione delle leggi costituzionali.

4 3. I FATTI PIU RECENTI ( ) Quando si è giunti a conclusione della lunga vertenza con l Austria, con il rilascio della quietanza liberatoria depositata all ONU nel 1992, si è dato atto della positiva evoluzione del secondo Statuto di autonomia del 1972 e delle numerosissime norme di attuazione concordate in sede di Commissioni Paritetiche, che concretamente hanno attuato il percorso di crescita qualitativa e quantitativa della speciale autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol. Anche questo passaggio è ottimamente descritto nell articolo 1 del Decreto legislativo n. 266 del 1992 ( Norme di attuazione della Statuto del Trentino-Alto Adige in materia di rapporto tra le leggi dello Stato e quelle della Regione e delle Province autonome, nonché di potestà di indirizzo e coordinamento dello Stato ) che così recita: 1.Considerato che nella Regione Trentino-Alto Adige è riconosciuta parità di diritti ai cittadini qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono e sono salvaguardate le rispettive caratteristiche etniche e culturali e che la tutela delle minoranze linguistiche locali è compresa tra gli interessi nazionali, è dovere istituzionale dello Stato, della Regione, delle Province autonome e degli enti locali che ne fanno parte contribuire nell'ambito delle rispettive funzioni all'osservanza dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, modificato con legge 30 novembre 1989, n. 386, di seguito denominato "statuto speciale". 2.Le disposizioni del presente decreto relative al rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali ed alla potestà statale di indirizzo e coordinamento sono poste ad ulteriore garanzia della speciale autonomia della Regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e Bolzano, fondata sullo statuto speciale e ricollegantesi all'accordo concluso a Parigi il 5 settembre 1946, che prevede l'esercizio di un potere legislativo ed amministrativo autonomo anche a tutela delle minoranze linguistiche. Si è quindi giunti tra il 1992 e il 1994, attraverso una complessa ma fruttuosa trattativa tra Autonomie e Stato, a definire un intesa di assoluto rilievo istituzionale anche sotto il profilo finanziario. Anche allora si viveva, come è noto, una profonda crisi finanziaria ed economica che portò a grandi e dolorose manovre di finanza pubblica che in un primo tempo contemplavano il congelamento unilaterale di una parte considerevole delle risorse finanziarie spettanti alle Province autonome e alla Regione, comprendenti la riserva all erario degli effetti degli incrementi della pressione fiscale riferibili al territorio della medesima Regione. Anche allora, attraverso una serrata ma leale e costruttiva trattativa tra Governo statale, Province autonome e Regione, si pervenne ad una soluzione alternativa altrettanto efficace e soddisfacente per entrambe le parti: lo Stato trasferiva o delegava tutte le allora ritenute possibili competenze alle Province autonome, in primis in materia di istruzione (personale insegnante delle scuole di ogni ordine e grado compreso), di grandi infrastrutture (strade statali, acque ed opere idrauliche), di lavoro (direzioni regionali, provinciali e sezioni locali del Ministero), di trasporti (Motorizzazione civile) solo per citare le principali, riducendo la spesa del proprio Bilancio con riferimento ad oltre dipendenti e alle relative spese di organizzazione, funzionamento e di investimento. Per contro le Province autonome e la Regione riacquisivano piena certezza delle loro risorse, quali previste dallo Statuto speciale. Questa nuova impostazione ha trovato espressione anche nelle riforme della Costituzione del 2001 con il nuovo articolo 116 e nelle importanti modifiche dello Statuto di autonomia con la legge costituzionale n. 2, sempre del Da ciò è derivata l assunzione di nuove importanti competenze come quella sulle grandi derivazioni di acque pubbliche (nel frattempo trasferite alla totale

5 competenza e responsabilità delle due Province autonome), nonché in materia di energia, compresa la rete di distribuzione dell energia elettrica nell intero territorio, assorbendo anche quella già dell Enel. Nello stesso ambito possono essere annoverate le importanti intese istituzionali e gli Accordi quadro definiti tra il 2001 e il 2004 tra Stato e Provincia in materia anche di totale ristrutturazione della logistica degli Uffici dello Stato ancora operanti nel territorio trentino: Palazzi di Giustizia, Carceri, Questura, Agenzie Fiscali, Caserme, nonché le grandi infrastrutture di interesse nazionale ed europeo connesse con il cosiddetto Corridoio multi-modale del Brennero, ivi compreso il Tunnel ferroviario di base del Brennero, sulla cui base le Province autonome sono entrate nella Commissione Intergovernativa di gestione dell Accordo Italia-Austria nonché nella Società Tunnel Ferroviario del Brennero SpA del Gruppo Ferrovie dello Stato e quindi nella stessa BBT Società europea. Si prosegue, poi, con l articolo 27 della legge n. 42 del 2009 sul cosiddetto Federalismo fiscale e da ultimo nell Accordo di Milano del 2009, che per primo ha dato attuazione alla predetta legge n. 42, con la modifica conseguente dell intero Titolo VI dello Statuto stesso, in materia di Finanza della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e delle Province autonome. Da quella intesa e da quelle precedentemente citate sono derivate quindi oltre quaranta nuove norme di attuazione che hanno sancito tutti questi passaggi, da ultimo quello inerente la delega delle funzioni statali legislative e amministrative in materia di Università degli Studi di Trento, delega già attivata con la norma di attuazione (D.Lgsl. 142/2011), con la legge provinciale e con il nuovo Statuto dell Università recentemente entrato in vigore e in corso di attuazione. 4. L AUTONOMIA DEL TRENTINO-ALTO ADIGE/ SÜDTIROL COME UN MODELLO REGIONALE E FEDERALE COMPIUTO Alla luce di quanto sopra menzionato, è conseguito che nel territorio del Trentino-Alto Adige/Südtirol le funzioni esercitate dallo Stato sono riconducibili a un effettivo modello regionale compiuto e per certi versi ad un quasi modello federale. Infatti, sono rimasti statali: gli uffici giudiziari (con l eccezione di quelli dei giudici di pace, la cui organizzazione, funzionamento e spesa sono affidati alla Regione, e della logistica; il nuovo polo giudiziario è già progettato e sarà costruito a cura e spesa della Provincia), nonché gli Ordini professionali; la difesa e l ordine pubblico (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria, con esclusione del Corpo Forestale sostituito dal Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Trento); le Agenzie fiscali (con esclusione delle sedi cui ha provveduto la Provincia Autonoma di Trento); la filiale della Banca d Italia; il Commissario del Governo (con funzioni ridotte rispetto al restante territorio nazionale); l INPS (con l eccezione delle funzioni riconducibili agli invalidi civili, in capo alla Provincia, e della Previdenza integrativa nella quale è intervenuta la Regione con propria legislazione e con propri istituti. Da sottolineare anche che da tempo le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno chiesto la delega allo Stato in materia di ammortizzatori sociali (CIG-CIGS, ecc.) mediante apposite norme di attuazione statutaria previste dall Accordo di Milano del 2009 e ora ferme in Commissione paritetica); le concessioni di telecomunicazioni di ambito nazionale e il servizio postale (del quale si chiede da tempo il trasferimento delle funzioni statali con norma di attuazione);

6 la concessione delle ferrovie e autostrade di ambito nazionale (anche di questa funzione da tempo si chiede l attribuzione delle funzioni statali sempre con norma di attuazione), tenendo presente peraltro che l attuale Concessionaria Autostrada del Brennero, costruttrice dell opera intera negli anni, è costituita quasi interamente da capitale della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, delle province autonome, degli enti locali e delle Camere di Commercio locali e che le Province autonome partecipano alla Commissione Intergovernativa, al Consiglio di Indirizzo di Brenner Basis Tunnel S.E. e sono socie di Tunnel Ferroviario del Brennero Spa. Tutte le altre funzioni sono esercitate dalle Province autonome o dalla Regione, compresi - a solo titolo di esempio e con riferimento a materie che non compaiono nelle competenze regionali ordinarie del restante territorio nazionale (e salve, ma solo in alcuni casi e per alcune materie, alcune autonomie speciali, con l eccezione della Valle d Aosta) - l intervento nell economia, l istruzione di ogni ordine e grado, l ordinamento degli enti locali e la finanza locale (in sostituzione di quella dello Stato) relativa a tutti gli enti locali, nonché la vigilanza e tutela sugli enti locali medesimi, la ricerca scientifica, cui sono dedicati ingenti investimenti sia a sostegno dell Università che di apposite Fondazioni istituite dalla Provincia medesima e riconosciute a livello nazionale e internazionale, l intero demanio idrico e forestale, l intera rete stradale statale, la protezione civile e i servizi antincendi anche del corpo dei vigili del fuoco, l università e i conservatori musicali, la tutela e la conservazione di tutti i beni culturali, artistici ed architettonici (con la sola esclusione del monumento a Cesare Battisti a Trento e del monumento alla Vittoria a Bolzano), la tutela del paesaggio, gli ispettorati del lavoro e le direzioni del lavoro, nonché i servizi per l impiego, la previdenza integrativa, gli invalidi civili, la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche ladine e germanofone, la polizia idraulica e le opere idrauliche di ogni categoria (compresi il Lago di Garda e il Fiume Adige), anche a carattere internazionale (Fiume Drava), il catasto e l impianto e il funzionamento dei libri fondiari (Sistema cosiddetto Tavolare), i giudici di pace, ma anche le intese istituzionali e gli accordi di programma quadro sottoscritti con lo Stato e con le altre Regioni, in particolare quelle confinanti (si pensi ai numerosi accordi con la Regione Veneto e la Regione Lombardia per il governo delle acque pubbliche), nonché il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale costituito nel 2011 con la Provincia autonoma di Bolzano e il Land Tirolo per l esercizio in comune di importanti attività di interesse reciproco. 5. CONCLUSIONI: LE PREROGATIVE DELL AUTONOMIA Da questo pur sommario esame, emerge come per il Trentino e per l Alto Adige/Südtirol l autonomia non sia un modo di dire, ma bensì un modo di essere, praticato e perseguito tutti i giorni e a tutti i livelli nonché in tutti i possibili ambiti. A tal proposito basti scorrere l elenco delle Norme di attuazione statutaria emanate dal 1973 a oggi, ma in particolare dal 1992 in poi. Emerge quindi in modo chiaro ed incontrovertibile come: nel Trentino Alto Adige/Südtirol il progetto dell autonomia definito dal suo Statuto speciale è da considerarsi pienamente compiuto; le Istituzioni dell Autonomia hanno inoltre perseguito, utilizzando tutte le possibilità offerte dallo Statuto medesimo (artt ), il superamento dei limiti imposti dallo Statuto in alcune materie, quali, ad esempio, il personale insegnante per la scuola di ogni ordine e grado della Provincia autonoma di Bolzano, le grandi derivazioni di acque pubblica a scopo idroelettrico, le opere idrauliche di prima e seconda categoria, attraverso le deleghe disposte con le norme di attuazione statutaria; le medesime Istituzioni hanno assunto responsabilità anche in materie ed attività o servizi di interesse nazionale (si ricordi, ad esempio, quanto

7 evidenziato in materia di carceri, caserme, logistica per l ordine pubblico o le agenzie fiscali, gli interventi per il corridoio del Brennero e il tunnel di base, la ricerca scientifica e l università, ecc.); le stesse Istituzioni si sono fatte carico di partecipare al perseguimento di finalità di riequilibrio della finanza pubblica, di perseguimento degli obiettivi e degli obblighi derivanti dall appartenenza all Unione Europea, di perequazione e solidarietà, rivendicando però al contempo di: 1. concordare con lo Stato gli obiettivi da perseguire sulla base di intese bilaterali che potessero tenere debito conto di una conclamata specificità strutturale e funzionale, oltre che giuridica costituzionale, e che, come si è evidenziato, ben poco ha in comune con il restante territorio nazionale e con le Regioni a statuto ordinario. Fra tali obiettivi rientrano anche le norme di attuazione per il trasferimento o la delega di funzioni statali, nonché per il coordinamento tra finanza statale e finanza della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e delle Province autonome, previste sia dallo Statuto e dall Accordo di Milano (legge 191/2009) che dalla Legge n. 42/2009, nonché da pressoché tutte le leggi finanziarie dello Stato dal 1992 ad oggi; 2. mantenere l autonomia e la responsabilità di definire gli strumenti per l attuazione degli obiettivi, salvo l ovvio rispetto dei limiti posti dallo Statuto stesso alla potestà legislativa delle Province autonome e della Regione; 3. mantenere il pieno rispetto dello Statuto di Autonomia e delle relative norme di attuazione con riguardo alle rispettive prerogative delle Province autonome e della Regione, anche in materia di entrate; 4. definire un agenda dei lavori e delle scadenze che garantiscano sia per lo Stato che per le Istituzioni dell Autonomia il raggiungimento degli obiettivi concordati e il pieno rispetto anche dei tempi e delle scadenze di rispettiva competenza. Tutto ciò premesso, il Consiglio del Comune di Ala facendosi inteprete della ferma e decisa protesta della Comunità 1. stigmatizza la violazione delle prerogative statutarie dell Autonomia delle Province di Trento e di Bolzano e della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, oltre che degli Accordi internazionali e dei Patti sottoscritti con il Governo nazionale, operata con le ultime manovre finanziarie ed in particolare con la cosiddetta spending review ; 2. ridadisce la natura pattizia, costruita a più riprese con un serrato e autorevole confronto politico, dell Autonomia delle Province di Trento e di Bolzano e della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e ritiene che tale impianto non possa essere modificato o peggio ignorato, sacrificato sull altare tecnico e non politico dell emergenza finanziaria, senza un accordo preventivo con le Istituzioni interessate; 3. ribadisce la disponibilità delle Istituzioni trentine a concorrere responsabilmente al doveroso risanamento finanziario dello Stato italiano, come già fatto dal 2009 ad oggi e come ribadito anche in tutte le comunicazioni istituzionali ed in particolare nella lettera del Presidente della Provincia Autonoma di Trento del 2 febbraio scorso; lo dimostra anche il Piano per il miglioramento della pubblica amministrazione approvato dalla Giunta provinciale di Trento nella seduta del 20 luglio scorso;

8 4. chiede al Governo nazionale di istituire tempestivamente, coinvolgendo anche le rispettive delegazioni parlamentari, il tavolo bilaterale, previsto dalla normativa, con le Province autonome di Trento e di Bolzano e con la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol per definire l intesa sulle modalità e sugli strumenti di partecipazione agli obiettivi di riequilibrio e risanamento della finanza pubblica dello Stato, in relazione anche agli obblighi derivanti dall appartenenza all Unione Europea; 5. chiede al Governo nazionale la definizione, attraverso le Commissioni paritetiche, e l approvazione delle norme di attuazione necessarie per il trasferimento o, quando non possibile, la delega, con benefici a favore del bilancio dello Stato, di funzioni anche legislative ed attività statali alle Province autonome o alla Regione, in particolare in materia di Agenzie fiscali, di ammortizzatori sociali, di logistica dei servizi statali sul territorio regionale, di grandi infrastrutture, di servizi postali e radiotelevisivi, nonché per il coordinamento tra la finanza statale e quella delle Province autonome e della Regione, nell ambito del nuovo Titolo VI dello Statuto, quale derivante dall Accordo di Milano del 2009; 6. impegna il Sindaco a trasmettere il presente atto al Presidente della Repubblica italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente della Provincia autonoma di Trento, al Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, alla Presidenza della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol.

9 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (dott.ssa Fedele Ferrari) IL VICESEGRETARIO COMUNALE (dott. Stefano Lavarini) RELAZIONE DI PUBBLICAZIONE Copia del presente verbale è stata pubblicata all albo pretorio Dal 03 ottobre 2012 per rimanervi fino a tutto il 13 ottobre 2012 IL SEGRETARIO COMUNALE: (dott. Gian Andrea Moz) Deliberazione divenuta esecutiva il 14 ottobre 2012 ai sensi del 2 comma dell art. 54 della L.R. 1/93. IL SEGRETARIO COMUNALE: (dott. Gian Andrea Moz)

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