MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofická fakulta. Bakalářská diplomová práce

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1 MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofická fakulta Bakalářská diplomová práce Brno 2011 Gabriela Streitová

2 MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofická fakulta Ústav románských jazyků a literatur Italský jazyk a literatura Gabriela Streitová Sulle caratteristiche principali delle pubblicità automobilistiche e motociclistiche Bakalářská diplomová práce Vedoucí diplomové práce: PhDr. Jan Pavlík

3 Prohlašuji, že jsem uvedenou práci vypracovala samostatně s využitím uvedených pramenů a literatury. Podpis autora práce 3

4 Zde bych ráda poděkovala svému vedoucímu diplomové bakalářské práce, PhDr. Janu Pavlíkovi, za odborné rady, bystré poznámky, nápaditost a trpělivost, čímž mi velice pomohl rozvinout můj původní nápad a záměr. 4

5 Indice I. Introduzione...6 II. Le lingue speciali...7 II.1. Il problema di una denominazione corretta...8 II.2. La stratificazione delle lingue speciali...11 II.3. La storia delle lingue speciali...13 III. Le caratteristiche delle lingue speciali...15 III.1. Il lessico...15 III.2. La morfosintassi...17 III.3. L organizzazione testuale...18 III.4. Lingue speciali contro lingua comune...19 IV. Alcune osservazioni sulla pubblicità...21 IV.1. Il livello linguistico...23 IV.2. Il livello retorico...26 V. Dalla teoria alle osservazioni...28 VI. Le pubblicità automobilistiche e motociclistiche...30 VI.1. Caratteristiche linguistiche...30 VI.1.1 L uso dell imperativo...30 VI.1.2 Il paragone...32 VI.1.3 Usi speciali delle parole...36 VI.1.4 Tecnicismi...39 VI.1.5 Dialetto e lingue straniere...45 VI.2. Caratteristiche retoriche...48 VI.2.1 Lo stile nominale...48 VI.2.2 Le figure retoriche ed i giochi di parole...52 VI.2.3 Le strutture iterative...58 VI.2.4 La creazione dei miti ed il ritorno alle frasi già fatte...60 VI.2.5 L imitazione dell arte e la riproduzione grafica...65 VII. Conclusione...68 VIII. Bibliografia

6 I. Introduzione La pubblicità è diventata un fenomeno che tocca tutti o, più precisamente detto, tocca tutti gli abitanti del mondo moderno. La persuasione pubblicitaria si svolge sul piano dell immagine ma anche su quello linguistico, sfruttando un ampia gamma linguistica, che va dalla lingua parlata comune fino alla lingua del livello più alto, per esempio l uso della poeticità negli slogan. La presente tesi si propone di studiare le specificità della lingua pubblicitaria, concentrando si sulle pubblicità automobilistiche e motociclistiche. Nella prima parte vengono definiti i termini necessari del settore; nella seconda parte, cioè nel lavoro con il corpus, gli slogan pertinenti all argomento dello studio vengono sottoposti alla classificazione basata sulla prima parte, modificata però per corrispondere alle esigenze del corpus studiato. Le caratteristiche trovate nelle pubblicità vengono considerate dal punto di vista linguistico e retorico, ispirandosi alla classificazione descritta da Michele A. Cortelazzo 1. Ogni categoria viene divisa in sottocategorie riguardando le specificità del fenomeno, le strutture delle parole oppure delle frasi usate, e la posizione del brano esaminato nel testo della pubblicità. Lo scopo della presente tesi è di descrivere le caratteristiche linguistiche e retoriche della pubblicità nel suddetto settore e, nello stesso tempo sottolineando certi fenomeni poco comuni scoprire i trucchi delle aziende usati per convincere il pubblico di comprare il loro prodotto. 1 Cortelazzo, Michele A. Italienisch: Sprache und Massmedien. in: Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp

7 II. Le lingue speciali Lo sviluppo costante della ricerca in tutti i settori dell attività umana comporta periodicamente una ridefinizione dei campi del sapere. I termini scientifici usati in tali campi non fanno certo parte del linguaggio quotidiano, eppure per gli specialisti sono parole comuni e comprensibili. Dalle lingue speciali i termini penetrano spesso nel linguaggio quotidiano come neologismi o espressioni nuove. Le lingue speciali possono essere studiate da diversi punti di vista: con riferimento alle discipline di cui fanno parte, in rapporto alle classi sociali che ne fanno uso, in rapporto alla lingua comune, rispetto al quale essi appaiono subordinate, ecc. Secondo la funzione che deve svolgere e secondo la situazione in cui si usa, la lingua compie delle scelte che si dividono in due varietà: i sottocodici ed i registri 2. I sottocodici sono «delle varietà del codice e presentano questa caratteristica: ai dati di base del codice aggiungono dei dati particolari che si riferiscono a un determinato settore di attività culturale e sociale» 3. Ciascun sottocodice può arricchirsi di parole e di espressioni nuove, adattando a nuovi contesti parole ed espressioni che esistono già nel codice e che assumono significati nuovi; esso si può anche suddividere in successive partizioni, cioè in sottosottocodici che corrispondono alla suddivisione e alla specializzazione dei vari campi del sapere. Il termine sottocodice equivale a lingue speciali. La prima denominazione sottolinea il rapporto di subordinazione fra il codice e il sottocodice, mentre la seconda evidenzia il rapporto con particolari attività umane speciali. I registri, invece, sono «le varietà del codice che dipendono dalla situazione e che si realizzano non aggiungendo qualcosa al codice, ma piuttosto scegliendo tra le diverse possibilità offerte dal codice stesso» 4. Mediante i registri è possibile scegliere tra diverse varianti di pronuncia o tra diverse possibilità morfologiche e sintattiche. 2 Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, pp Ivi, p Ivi, p

8 Nella società contemporanea il numero delle attività lavorative è sempre più esteso, fino a richiedere alte forme di specializzazione. Questo fenomeno sociale di grande ampiezza ha naturalmente coinvolto la lingua, all interno della quale si sono prodotti raggruppamenti di termini specialistici necessari per i diversi campi di attività umana 5. La caratteristica principale delle lingue speciali è quella di avere un lessico specialistico; in molte di esse, riferite agli ambiti della tecnica e della ricerca scientifica, il lessico specialistico si configura come una vera e propria nomenclatura, «cioè un insieme di termini ciascuno dei quali ha una definizione concettuale esplicita all interno di una tassonomia gerarchica. A sua volta la tassonomia è determinata da una classificazione scientifica (o tecnica) che dipende dalle strutture concettuali tipiche della disciplina.» 6 L elenco delle lingue speciali è aperto, e praticamente indelimitabile. II.1. Il problema di una denominazione corretta Le varietà della lingua utilizzate in settori specifici della vita umana sociale e professionale sono indicate, nei relativi studi di autori italiani, con denominazioni diverse e non sempre sinonime. Per esempio: «[...] linguaggi settoriali, fino a qualche anno fa denominazione di più largo uso, è iperonimo di ogni altro termine in Beccaria 1973a, dove designa una gamma ampia ed eterogenea di varietà non letterarie e non quotidiane dell italiano; è un iponimo in Berrutto 1987, Sobrero 1993c e Mengaldo 1994, ma in ognuna di queste opere si inserisce in un quadro di opposizioni diverse: Berrutto (1987: ) distingue tra lingue speciali in senso stretto e lingue speciali in senso lato e considera linguaggi settoriali sinonimo di lingue speciali in senso lato; Sobrero (1993c: 239) opera una distinzione concettualmente analoga a qualle di Berrutto 1987, ma oppone ai linguaggi settoriali le lingue specialistiche e considera lingue speciali termine sovraordinato ad entrambi; [...]» 7 5 Cfr. Polizzi, Gaspare. Della lingua italiana. Casa editrice D. D Anna, Messina, 1984, p Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p Cortelazzo, Michele A. Italiano d oggi. Esedra, 2000, pp Le opere a cui Cortelazzo rimanda sono: Beccaria, Gian Luigi. I linguaggi settoriali in Italia. Bompiani, Milano 1973; Berutto, Gaetano. Sociolinguistica dell italiano contemporaneo. La Nuova Italia Scientifica, Roma 1987; Sobrero, Alberto A. Lingue speciali. in: Sobrero, Alberto. Introduzione 8

9 Negli studi che si occupano del problema delle varietà della lingua, si usano moltissimi termini. Per esempio quelle che Berrutto chiama lingue speciali per altri sono linguaggi speciali, linguaggi specialistici, microlingue, linguaggi settoriali. Non è facile decidere quale denominazione adottare, perché ognuna ha qualche contraindicazione: linguaggi settoriali sembrano piuttosto vaghi; lingue/linguaggi specialistici si riferiscono elettivamente all uso di queste varietà solo tra specialisti, e dunque escludono altre circostanze d uso; microlingue comprendono limitazioni o semplificazioni rispetto alla lingua comune, che non si riscontrano nella realtà. 8 Per lingua speciale si intende una varietà funzionale della lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o da una sfera di attività specialistici, utilizzata da un gruppo di parlanti più ristretto della totalità dei parlanti della lingua comune, per soddisfare i bisogni comunicativi di quel settore specialistico. La lingua speciale è costituita a livello lessicale da una serie di riferimenti aggiuntivi rispetto a quelle generali e comuni della lingua, e a quello morfosintattico da un insieme di selezioni, ricorrenti con regolarità, all interno dell inventario di forme disponibili nella lingua. 9 C è la necessità di distinguere tra due tipi di varietà di lingua, entrambe legate a settori particolari dell attività umana, ma diverse nella strutturazione interna. Partiamo da due considerazioni: 10 a) Le lingue specialistiche sono lingue speciali che riguardano discipline ad alto grado di specializzazione, sono veri e propri sottocodici con un lessico particolare (spesso sistemi di nomenclatura) ed eventualmente tratti morfosintattici e testuali caratteristici. b) Le lingue settoriali sono lingue speciali che partecipano ai settori o ambiti di lavoro non proprio scientifici specialistici, senza un lessico specialistico esteso, ma comunque legate ad aree particolari di impiego, e caratterizzate da determinate all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Laterza, Roma 1993; Mengaldo, Pier Vincenzo. Il Novecento. Il Mulino, Bologna Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p

10 scelte lessicali e da formule sintattiche e testuali ricorrenti, sono lingue speciali nel senso lato. La differenza fondamentale fra le lingue specialistiche e le lingue settoriali riguarda il lessico. Le lingue specialistiche hanno non solo un lessico peculiare e particolarmente esteso, ma anche regole di formazione di termini convenzionalmente stabilite e accettate. Le lingue settoriali non dispongono di un lessico specifico vero e proprio, o ne dispongono in misura piuttosto ridotta e, soprattutto, non dispongono di regole di formazione di termini rigorosamente definibili, ma attingono spesso alla lingua comune o ad altre lingue speciali, di cui importano parole, metafore ed espressioni. L ampiezza dei bisogni lessicali dei settori specialistici può essere molto vasta, al punto che il lessico di una lingua speciale può essere più esteso di quello della lingua comune che non compie tutte le denominazioni varie dei fatti speciali delle lingue specialistiche. Nel lessico di una lingua specialistica il rapporto «biunivoco» 11 fra significato e significante esclude in gran parte relazioni semantiche, la sinonimia e la polisemia, usate nella lingua comune. 12 Al livello sociolinguistico «la distanza dalla lingua comune è massima; spesso la distanziazione è volutamente cercata, soprattutto nel lessico, per evitare possibili fraintendimenti o l introduzione di indesirate associazioni con tratti di significato presenti in parole della lingua comune (questo spiega la predilezione per forestierismi, derivati o composti a base allogena, acronimi, eponimi, che riducono al minimo i rapporti semantici con il lessico comune)» 13. Le lingue settoriali riguardano in gran parte i mass media: la necessità di farsi capire da un gruppo molto ampio e indifferenziato, e numerosi contatti con la lingua comune mantengono il lessico quasi senza specializzazione. 11 Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p Cfr. ivi, pp Ivi, p

11 II.2. La stratificazione delle lingue speciali La stratificazione orizzontale rispecchia la varietà delle lingue speciali legate ai settori corrispondenti alle diverse specializzazioni, con diverse nomenclature, diversi lessici (lingua dell economia, lingua del diritto, lingua della medicina ecc.). La stratificazione verticale, dall altro canto, distingue tra i diversi livelli socio-pragmatici della lingua speciale. 14 Lo statuto sociolinguistico, cioè quello verticale, di una lingua specialistica è molto vario. La lingua si distribuisce su più livelli stilistici, disposti su una scala che va da un massimo a un minimo di tecnicità, e che si combina con una massima/minima corrispondenza con la lingua comune. La scelta di un registro risponde a esigenze extralinguistiche del contesto; in altri termini, tale scelta dipende in primo luogo dalla situazione, e in particolare da tre fattori della situazione: il destinatario, l argomento e lo scopo. Secondo i destinatari, lo scopo e l argomento si può individuare un numero di tipi del testo con altrettanti livelli della stratificazione verticale. Alcuni autori identificano i seguenti tipi di discorso, ai quali corrispondono altrettanti tipi di testo: 15 discorso scientifico specializzato (p.e. saggio di rivista scientifica) discorso di semivulgazione scientifica (p.e. gli articoli di medicina destinati ai medici e agli operatori sanitari) discorso semi-scientifico (tesi universitarie) discorso di divulgazione scientifica (p.e. rubriche su quotidiani e mensili, ad esempio il supplemento Salute di un giornale) discorso scientifico-pedagogico (i libri di testo delle scuole medie) discorso scientifico ufficiale (discorsi e interventi pubblici rivolti a politici, amministratori, ecc.) Nella presente tesi si prendono in considerazione solo due poli stilistici o due livelli elementari: quelli che si realizzano nella comunicazione diretta tra tecnici e quelli utilizzati nella divulgazione (che comprende anche la didattica). 14 Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p Cfr. ivi, p

12 L autore dovrebbe scrivere e costruire il suo testo a seconda dell utente o lettore. La citazione di A. A. Sobrero serve d esempio: «L articolo pubblicato su una rivista scientifica che ha lo scopo di dare informazioni altamente specialistiche e pochi addetti ai lavori è scritto in una lingua altamente formalizzata, fa uso di molti tecnicismi, e contando su un gran numero di conoscenze specialistiche condivise lascia nel sottinteso numerosi passaggi logici; un manuale universitario destinato a un pubblico molto largo, cha ha poche conoscenze specialistiche fa uso di un numero molto minore di tecnicismi, è più ricco di glosse, spiegazioni, illustrazioni, ed esplicita molti (o tutti) i passaggi logici; un foglietto di istruzioni potenzialmente destinato a tutti usa (o dovrebbe usare) pochissimi tecnicismi, molte spiegazioni, figure, ecc., con il grado più basso possibile di formalizzazione.» 16 La comunicazione diretta tra specialisti, cioè quella che si svolge al livello scientifico, è caratterizzata dal contatto linguistico diretto tra i parlanti. Le ampie conoscenze enciclopediche comuni permettono una grande economia verbale della comunicazione, anche se lo scopo della comunicazione è la massima specializzazione. Si incontrano quindi le caratteristiche generali della comunicazione informale con le caratteristiche specifiche, relative al lessico speciale: formulazioni linguistiche abbreviate, enunciazioni mistilingui e tratti originariamente affettivi oppure eufemistici. 17 La divulgazione si realizza nel contatto fra esperto e profano in forme parzialmente diverse, soprattutto attraverso i mass media e nella didattica. Nel livello divulgativo la lingua speciale perde alcune delle caratteristiche proprie e si avvicina alla lingua comune, o utilizza la lingua comune come metalingua. Nel lessico, per esempio, si sostituiscono i termini specialistici con parole del lessico generale o con perifrasi. Una parola tecnica viene accoppiata spesso con una glossa o una parafrasi in lingua comune, con la spiegazione di concetti tecnici per mezzo di metafore o analogie. Sul piano 16 Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, pp per esempio: letterina, domandina, firmetta Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp

13 sintattico-testuale si nota un uso più variegato delle forme verbali. I testi didattici, nei quali l allontanamento dalle lingue speciali non riguarda tanto il lessico, ma piuttosto il piano testuale presentano caratteristiche analoghe 18. Va sottolineato che la bipartizione illustrata è una semplificazione, mentre in realtà appaiono numerosissime situazioni testuali di confine. II.3. La storia delle lingue speciali Per le diverse lingue speciali si delineano anche storie diverse, ma alcuni elementi restano comuni: il rapporto col latino, come lingua della comunicazione specialistica, il rapporto con le nomenclature delle arti e dei mestieri (generalmente a base regionale), e la ricerca di «un serbatoio privilegiato» 19 capace di soddisfare tutti i bisogni lessicali, individuato di volta in volta nella lingua comune, nelle lingue regionali, nelle lingue straniere o in quelle classiche. Il più noto e il più emblematico caso è dato dalla costituzione della lingua della fisica sperimentale da parte di Galileo Galilei ( ). Per poter descrivere le sue esperienze scientifiche Galileo ebbe il bisogno di rinnovare radicalmente il linguaggio. Rifiutando la vecchia terminologia scolastico-aristotelica Galileo doveva rifiutare anche la sua lingua, il latino. Davanti a lui apparivano due strade diverse: o accogliere le terminologie tecniche in volgare elaborate dai technici, ma ricchissime di sinonimi e di varianti dialettali, o assumere termini della lingua comune, del volgare toscano dell epoca, e re-applicarli in sensi nuovi. «Maturata la scelta di rinunciare ad una lingua di comunicazione internazionale come il latino, troppo compromessa con la terminologia scolastico-aristotelica rispetto alla quale la concezione galileiana si poneva in antitesi, evita anche il pur consolidato lessico volgare delle arti meccaniche, inadatto sia ai contenuti (teorici 18 Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp Ibid. 13

14 e non pratici) che doveva esprimere, sia al pubblico colto cui doveva rivolgersi; [...]» 20 Galilei si orienta verso un livello medio-alto della lingua comune, dalla quale trae i termini il cui significato si avvicina di più a quello desiderato, rideterminandoli semanticamente ed eliminandone i sinonimi. È di Galileo l imposizione di nuovi significati a parole come forza, azione, reazione, funzione, ecc. 21 «Nel campo della lingua economica è il Settecento a costituire una svolta: si sostituisce o ridetermina la vecchia terminologia mercantile e si costruiscono le basi della lingua economica (in particolare dell economia politica), [...]» 22 Nel Settecento nasce il vocabolario scientifico europeo, si creano nuovi vocaboli, si eliminano denominazioni ambigue e sinonimie inutili. Con la seconda metà dell Ottocento si stabilizza un lessico scientifico italiano, le cui caratteristiche si riconoscono ancora oggi nei lessici contemporanei. Il procedimento scelto da Galilei, cioè scegliere le parole dalla lingua comune arricchendoli con i significati nuovi e più tecnici, va utilizzato spesso anche nel settore tecnico automobilistico e motociclistico di oggi. Il corpo umano serve frequentemente da ispirazione nell introduzione di certe parole tecniche, come per esempio l ossatura dell autotelaio, la testata del motore (da testa), ecc. Anche altre parole, che assumono un significato traslato, non hanno originariamente nessuna sfumatura di tecnicismo, come per esempio il freno a disco, il freno a tamburo, la camera d aria, ecc. 20 Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, pp Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, p Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p

15 III. Le caratteristiche delle lingue speciali III.1. Il lessico In generale è possibile dire che la lingua speciale si afferma e diventa stabile in seguito al verificarsi di tre fattori: la propria identificazione concettuale, l organizazzione nozionale e il volume di comunicazione prodotta 23. Nelle lingue speciali, più esattamente nelle lingue specialistiche, le particolarità lessicali sono certamente prevalenti. Tuttavia vi sono anche altre particolarità: aspetti specifici nella morfologia, nella sintassi, nella semantica e nell organizzazione testuale e pragmatica. I caratteri specifici si manifestano nei procedimenti di nominalizzazione, nella sintassi del verbo, negli aspetti delle modalità, nella struttura della frase, ecc. 24 Le lingue speciali formate da termini propri si differenziano profondamente dalla lingua comune. L esigenza della massima individuazione prevale sul principio del minimo sforzo 25. Il problema centrale di ogni lingua speciale è la denominazione in modo inequivoco di concetti, oggetti e attività che non fanno parte della lingua comune quotidiana. Per formare il vocabolario nuovo si possono seguire quattro vie principali: 26 a) Si può ricorrere ai prestiti linguistici, cioè termini di una lingua straniera nella loro forma originaria, o calchi, cioè traduzioni letterali. Le lingue contemporaneamente più utilizzate sono l inglese, il latino e il greco. 23 Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, p Cfr. ibid. 25 Principio di economia linguistica è una delle teorie del strutturalista André Martinet. Secondo tale teoria, l'essere umano è spinto a minimizzare il sistema del linguaggio, ad ottenere quindi un «miglior risultato funzionale» con il «minore sforzo possibile». Martinet spiega che i cambiamenti linguistici nel tempo avvengono attraverso il processo di ottimizzazione della lingua, per opera del parlante. (preso da articolo Lo stutturalismo di Alissa Peron e 26 Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, pp Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, pp Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, pp

16 b) Si formano neologismi, con i procedimenti standard. Il più diffuso consiste nell aggiunta di serie di affissi, ai quali è convenzionalmente attribuito un certo significato. Una parte dei derivati appartenenti alle lingue speciali utilizza morfemi derivativi della lingua comune, però «ancor più significativi sono quei derivati che utilizzano suffissi o prefissi esclusivi delle lingue speciali [...] o affissi che, pur omofoni di prefissi o suffissi della lingua comune (e spesso derivati da essi), acquistano, con l inserimento in un sistema derivativo rigidamente normato, un valore semantico diverso e rigorosamente determinato» 29 c) Si utilizzano termini che esistono già nella lingua comune, attribuendo loro un significato diverso, di solito più specializzato. Per esempio la parola base è passata dalla lingua comune alla lingua della chimica organica. «Dal momento in cui una lingua speciale usa una parola della lingua comune, la parola nell uso scientifico taglia i ponti con tutti i suoi possibili valori evocativi, allusivi, ecc. e viene ridefinita.» 30 Al tempo stesso osserviamo che vocabolari tecnici già costituiti forniscono termini ed espressioni a vocabolari di nuova formazione. Con gli stessi vocaboli si esprimono diversi significati realizzando la economia di segni, che è una delle leggi fondamentali del linguaggio umano. 31 d) Si formano sigle e acronimi che sono utilizzate come parole semantiche. Per esempio TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e LASER (Light Amplification by Simulated Emission od Radiation) o acronimi come per esempio eliporto (eli-cottero + aero-porto) hanno un significato pieno. 27 Ad esempio nella lingua medica la nomenclatura relativa alle malattie si serve spesso dei sequenti suffissi di origine greca: Suffisso Nome della malattia ite = infiammazione acuta Artritide, dermatide, nevrite osi = affezione cronica Artrosi, dermatosi, cirrosi 28 Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, p Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p Cfr. Dardano, Maurizio. Manualetto di linguistica italiana, seconda edizione. Zanichelli, 1998, p

17 La formazione dei termini speciali ed i loro cambiamenti non sono dei fenomeni occasionali. «Il campo terminologico mostra un incessante processo di revisione, modifica e, si deve credere, ottimizzazione. In nessun altro settore della lingua è forse possibile esaminare, in una diacronia di brevissimo periodo, il tentativo (continuo) di ristrutturazione di un sotto-sistema della lingua, per rendere il sottosistema sempre più efficace.» 32 Termine e concetto sono legati dal rapporto di monoreferenzialità. 33 L assenza o lo scarso uso dei sinonimi causa l uso ripetuto dello stesso termine. Infatti nella lingua specialistica non c è la preoccupazione di evitare le ripetizioni che si ha nella lingua comune. 34 III.2. La morfosintassi Al livello morfosintattico le lingue speciali non sono caratterizzate da fenomeni specifici, ma prevalentemente dalla particolare frequenza di certi fenomeni, che esistono anche nella lingua comune: «Il tratto sintattico più rilevante delle lingue speciali, e in particolar modo delle lingue tecnicoscientifiche, è il depotenziamento del ruolo del verbo e il corrispondente potenziamento del ruolo del nome.» 35 I fatti si possono sintetizzare nella seguente maniera: 36 a) Il processo di nominalizzazione è il processo più diffusso, che consiste nella trasformazione di un sintagma verbale in un sintagma nominale, spesso con nomina actionis che stanno al posto di frasi verbali Cortelazzo, Michele A. Italiano d oggi. Esedra, 2000, p Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p. 246: «Monoreferenzialità è sinonimo di univocità semantica, secondo la quale a un dato termine corrisponde un unico significato. Tra il termine e il concetto si stabilisce, infatti, un accordo di definizione fisso tale per cui il termine non può essere sostituito convenientemente da un sinonimo ma solo da una sua definizione o perifrasi. In questo senso, ogni termine è rappresentativo di un concetto e in quanto tale riassume in modo efficace il valore semantico che gli è stato attribuito nel processo definitorio che l ha generato.» 34 Cfr. ibid. 35 Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, pp Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p

18 b) La perdita di importanza del verbo si dimostra nella riduzione dei tempi, modi, persone verbali, con schiacciante prevalenza della terza persona dell indicativo presente; si usano forme nominali del verbo (participio presente e passato) e copule verbali, con la funzione di collegare sintagmi nominali, composti per esempio da verbi: essere, diventare, esistere, significare, rappresentare, dipendere, ecc. c) La totale abolizione di ogni forma verbale è il punto estremo del processo. Succede spesso nella lingua della medicina. d) L uso ridotto delle preposizioni subordinate è utilizzato soprattutto quando è possibile accoppiare due sostantivi unendoli con un trattino: dispositivo input-output. e) L uso del passivo e della forme impersonali e frequente riferimento a se stesso in terza persona sono processi che rispondono alle esigenze di spersonalizzazione del discorso scientifico. Le caratteristiche corrispondono alle due esigenze di molte lingue speciali: la deagentivizzazione e la condensazione del testo. L aspetto semantico, la deagentivizzazione, è legato all orientamento delle lingue speciali sugli oggetti, sugli eventi, sui processi, soprattutto nella loro astrattezza e atemporalità, e non sull agente. L aspetto sintattico, la condensazione, si realizza attraverso l uso di frasi implicite e attraverso la nominalizzazione, ed è l espressione della economia della lingua. 38 III.3. L organizzazione testuale «Il piano testuale pare essere, dopo quello lessicale, il livello che più differenzia le lingue speciali sia tra di loro, sia nei confronti della lingua comune, sia anche nei confronti delle lingue speciali straniere.» 39 Le qualità fondamentali obbligatorie per 38 Cfr. ivi, p Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p

19 tutte le lingue speciali sono: chiarezza, assenza di contraddizioni e coerenza. La struttura dei testi scientifici è in realtà molto rigida. 40 Per gli aspetti fondamentali della coerenza e della coesione testuale sono tipiche due caratteristiche: la referenza anaforica e i connettivi. La referenza anaforica si realizza come un rinvio interno ad un preciso punto del testo, per esempio p. x, come si vedrà al capitolo, detta ipotesi, ecc. I connettivi scandiscono gli snodi del ragionamento, ad esempio se... allora, quindi, ecc. 41 Nei testi pubblicitari, però, tali aspetti appaiono raramente perché i testi sono troppo corti. III.4. Lingue speciali contro lingua comune Il contatto tra la lingua comune e le lingue speciali esiste in due direzioni. Fino ad adesso si sono trattati i fenomeni che le lingue speciali prendono o duplicano dalla lingua comune. Dall altra parte l influsso delle lingue speciali sulla lingua comune si dimostra per esempio al livello lessicale. A favorire tale influsso sono i mezzi di comunicazione di massa, in primo luogo il giornale e la televisione, vero e proprio canale di trasferimento di parole tecniche nel lessico comune. Durante il trasferimento della parola «speciale» al sistema del lessico comune, il proprio significato può essere mantenuto oppure cambiato nel senso metaforico. Ma anche quando la parola mantiene il proprio significato originale, nel sistema della lingua comune perde la specificità (perde i contatti con le altre parole speciali, con le quali era legata da rapporti semantici) e acquista l espressività (la provenienza da un lessico specialistico le dà una connotazione che la differenzia dalle altre parole del lessico della lingua comune). 42 Impiegando le parole delle lingue speciali si rischia il loro uso sbagliato oppure l incomprensione dalla parte dei lettori. La ridondanza dei termini tecnici appartiene tra gli esempi sbagliati frequenti: ho fatto l elettrocardiogramma al cuore. Tali casi mostrano quanto grande sia il prestigio delle lingue speciali, anche presso parlanti che 40 Cfr. Sobrero, Alberto A. Introduzione all italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Editori Laterza, 1993, p Cfr. ivi, p Cfr. Holtus, Günter; Metzeltin, Michael; Schmitt, Christian. Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band/Volume IV. Tübingen 1988, p

20 non sono capaci di distinguere i significati esatti. Il prestigio legato alle lingue speciali consente agli pseudospecialisti e ai mass media di adornare messaggi di contenuto anche banale con termini tecnici per colpire il ricevente Cfr. ivi, pp

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