PROGETTO PRELIMINARE

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1 PROVINCIA DI VERONA AREA PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO Patto territoriale della Montagna Veronese D.M. n del Rimodulazione ai sensi della delibera C.I.P.E. del 23/12/2013 PROGETTO PRELIMINARE elaborato: I PROGETTISTI ing. Stefano Brunelli arch. M. Elisabetta Gasparrini arch. Gianluigi Scamperle I COLLABORATORI Servizio progettazione Servizio Sit e Pianificazione IL COORDINATORE D'AREA ing. Elisabetta Pellegrini Data: Scala: Allegato: 1 REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO CONTR. APPROV. data conclusione progetto data consegna progetto al RUP firma del RUP per ricevuta geom. Mauro Michelone

2 1. - PREMESSA La Provincia di Verona nell ambito dei propri compiti istituzionali di tutela e valorizzazione dell`ambiente e in qualità di soggetto responsabile del Patto Territoriale della Montagna e di ente capofila delle Intese Programmatiche dell Area della Montagna ha potuto valutare molteplici manifestazioni di interesse da parte di soggetti pubblici e privati finalizzate allo sviluppo dell area in questione. Lo stimolo del settore deve tenere conto però del tipo di turismo che interessa questo territorio, che non è di tipo residenziale ma è costituito bensì da soggiorni di breve durata (fine settimana) o da gite fuori porta giornaliere favorite dalla vicinanza al capoluogo di provincia, con estensione del flusso anche dalle vicine provincie lombarde ed emiliane. L attuale quantificazione delle presenze turistiche non residenziali nel territorio interessato dal progetto può essere stimato in media intorno alle persone settimanali, concentrate soprattutto nei fine settimana estivi e comunque collegati all andamento climatico. Arrivi e presenze per comune annuali Codice Istat Comune Arrivi Presenze Badia Calavena Bosco Chiesanuova Brentino Belluno Cazzano di Tramigna Dolcé Erbezzo Ferrara di Monte Baldo Fumane Mezzane di Sotto Rivoli Veronese Roveré Veronese San Giovanni Ilarione San Mauro di Saline Sant'Anna d'alfaedo San Zeno di Montagna Selva di Progno Tregnago Velo Veronese Vestenanova L offerta è rivolta a questo tipo di utenza. Il progetto quindi attraverso la creazione di un percorso ciclo-pedonale lungo la montagna veronese supportato da una rete virtuale dinamica in grado di fornire informazioni utili alla 1

3 fruizione del territorio intende offrire una gamma di alternative turistiche, che valorizzino i pregi ambientali, culturali ed architettonici del territorio, da coordinare anche con la locale offerta ricettiva e ristorativa unitamente a quella legata alla cura della bellezza e della salute. Il progetto è rivolto alle famiglie, bambini e anziani e agli sportivi (roccia, mountain bike, sci) consentendo l aumento della presenza turistica con una ricaduta positiva su tutta l economia locale. Il finanziamento avviene con fondi CIPE INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO Il progetto è strutturato per coinvolgere tutto l ambito del Patto della Montagna costituito da 19 comuni. La rete informativa di supporto al percorso ciclo-pedonale strutturata lungo lo stesso tracciato potrà mettere in connessione i comuni dell ambito in modo da assicurare ricadute economiche positive su tutti i 19 comuni incentivando il turismo e lo sviluppo dell offerta nell ambito naturalistico, culturale, enogastronomico e ricettivo. Si citano di seguito le descrizioni del territorio interessato dal progetto, indicando le principali peculiarità ambientali, storico-culturali che si intendono far conoscere e valorizzare con la realizzazione dell intervento DESCRIZIONE DEL PROGETTO Si è inteso quindi dare attuazione a queste manifestazioni di interesse provvedendo a progettare un percorso che si sviluppi nella natura e che sia facilmente fruibile. Si tratta quindi di una infrastruttura materiale costituita da un percorso culturale ciclopedonale lungo le alte vie veronesi, denominato Alta Via della Montagna Veronese, supportato da una infrastruttura immateriale costituita da una rete tecnologica di hot-spot (aree Wi-Fi) ed info-point collocati sul territorio. Il progetto, sempre nell ambito delle infrastrutture materiali, prevede anche la realizzazione di uno spazio attrezzato per camper, che funzioni come punto di appoggio essendo inserito nel tracciato dell Alta Dorsale. Lo spazio destinato è in comune di Roverè V.se ed è ubicato all ingresso dello stadio del fondo di Conca dei Parpari, la struttura acquisterebbe quindi una doppia valenza turistica: destinata alla pratica del fondo nella stagione invernale e area sosta camper nella stagione estiva. L intento è quello di promuovere una mobilità alternativa di tipo slow finalizzata ad incrementare e incentivare l attrattività dei luoghi e le ricadute sulle iniziative imprenditoriali per il turismo, offrendo un percorso culturale che utilizza una rete di connessione multimediale. 2

4 Inoltre vista l interconnessione del percorso culturale ciclo-pedonale Alta Dorsale Veronese con le altre reti di mobilità slow (piste ciclabili, ippovie, sentieristica CAI, ) anche di tipo internazionale come la ciclovia dell Adige-Sole, il progetto considera la progettualità prevista in corrispondenza del territorio di Dolcè, Rivoli e Brentino-Belluno, combinando quindi l attraversamento principalmente est-ovest del territorio del percorso in progetto con collegamenti nord-sud già realizzati o in avanzata fase di realizzazione. Infine si vogliono valorizzare anche quei progetti che possono contribuire a sviluppare l economia legata agli sport e al tempo libero. Saranno previste aree specifiche legate all uso delle biciclette come il Bike-park di San Zeno di Montagna Il progetto coinvolgerà il territorio dei comuni di: - San Zeno di Montagna - Caprino Veronese - Ferrara di Monte Baldo - Brentino Belluno - Dolcè - Sant Anna d Alfaedo - Erbezzo - Bosco Chiesa Nuova - Roverè Veronese - Velo Veronese - Selva di Progno - Vestenanova. Il percorso culturale ciclo-pedonale di circa 87 Km collega, infatti, il sistema ambientale del monte Baldo con quello della Lessinia, partendo da San Zeno di Montagna fino alla frazione di Bolca in comune di Vestenanova. E previsto anche un collegamento alternativo che da Ferrara di Monte Baldo sale a Malcesine in località Tratto Spino dove nelle vicinanze si trova la stazione funiviaria di Malcesine. Dal punto di vista culturale, il percorso permette al turista di soddisfare interessi e curiosità diversificati, che spaziano dalla botanica (orto botanico di Novezzina), all astronomia (osservatorio di Novezza), alla gastronomia (cantine vinicole della Valdadige, elicicoltura di 3

5 S. Andrea di Selva di Progno, cucina vegetariana e tradizionale, formaggi di latte di vacca e capra sul Baldo e in Lessina, gastronomia tradizionale dei rifugi, prodotti a chilometri zero degli agriturismi, ecc), alla religione (percorso devozionale del santuario della Madonna della Corona in località Spiazzi del comune di Caprino Veronese ed immagini votive sacre in pietra del periodo cimbro in Lessina, ecc), alla fitoterapia e salutistica, alla storia (linee difensive di retroguardia della grande guerra a Castelberto, luoghi della resistenza e dei partigiani,ecc), all ambiente (foresta regionale di Selva di Progno, campus ambientale e parco eolico in comune di Badia Calavena, ecc.), alla storia naturale (pesciaia e museo dei fossili di Bolca), architettura (fabbricati rurali tipici, centri storici, ecc.) e molto altro. Il progetto prevede la messa in sicurezza dei tratti più pericolosi utilizzando barriere (staccionate e parapetti in legno) e idonea segnaletica al fine di favorire la fruibilità del percorso in regime di accessibilità da parte del maggior numero di utenti. Inoltre lungo il tracciato saranno individuati punti idonei per il bird watching. Il percorso è stato studiato per attirare l interesse del più alto numero di fruitori che attratti dalle bellezze della montagna veronese, potranno raggiungere facilmente sia la zona del lago di Garda, che i luoghi intermedi, utilizzando anche le connessioni con i sistemi di trasporto pubblico (ferrovia, linee autobus, servizio bus&bike sul Monte Baldo e in Lessinia, servizio Navigarda, funivia). La rete immateriale di supporto al percorso ciclo-pedonale è costituita da sei hot-spot (aree Wi-Fi) e altrettanti info-point (per la distribuzione di contenuti multimediali e servizi) collocati in punti dove maggiore è l affluenza turistica, come musei, sedi municipali, centri di informazione turistica. Nello specifico, gli info-point, in numero di 8, distribuiti sul percorso, saranno installati nei seguenti comuni o località: 1. San Zeno di Montagna 2. Ferrara di Monte Baldo 3. Fosse di Sant Anna d Alfaedo 4. Passo Fittanze in Comune di Erbezzo 5. San Giorgio in Comune di Bosco Chiesanuova 6. Conca dei Parpari in Comune di Roverè 7. Giazza a Selva di Progno 4

6 8. Bolca a Vestenanova Il progetto prevede un servizio che consenta agli utenti di navigare gratuitamente in modalità WiFi in corrispondenza degli info-point collocati nei punti designati che saranno, come è già stato detto, spazi pubblici che presentano un elevata affluenza di visitatori. Lo scopo degli info-point multimediali è di divulgare l offerta turistica del territorio montano, in modo efficace, sfruttando le nuove tecnologie di comunicazione e soprattutto di mettere in rete tutte le offerte culturali già presenti sul territorio e poco conosciute. Si tratta quindi di un sistema di totem o chioschi multimediali a servizio delle amministrazioni comunali, delle aziende pubbliche o delle strutture ricettive (come alberghi, bed&breakfast, agriturismi, campeggi, ostelli, ) che intendono comunicare in maniera veloce ed efficace tutte le informazioni utili al turista per fruire in maniera intelligente il percorso culturale ciclo-pedonale 4. - DESCRIZIONE DELL ITINERARIO DI PROGETTO Partendo convenzionalmente da San Zeno di Montagna e muovendo verso est, fino ad arrivare a Bolca (fine itinerario) attraversando il Monte Baldo, la Val d Adige ed infine l alta Lessinia, per un totale di 93 km, con una variante per Tredes Pin (Tratto Spino) funivia di Malcesine di 21 km. La partenza a San Zeno dalla piazza della parrocchiale consente di apprezzare un grande colpo d occhio sul panorama del Lago di Garda, poi sulla comunale via Pineta Sperane, con pendenze subito molto impegnative, conduce a Lumini, frazione di San Zeno, quindi in direzione di Prada, sulla strada provinciale n. 29 e poi n. 9 fino a Prada Bassa, dove si devia a destra in prossimità di Palazzo Cervi sulla strada per Naole, strada molto bella per le viste panoramiche che regala, ma impegnativa per pendenze e fondo sconnesso. Si perviene alla loc. Due Pozze. L itinerario fin qui descritto è asfaltato e idoneo per le biciclette da montagna. Per i camminatori sono disponibili itinerari alternativi non su strada asfaltata (fatta eccezione per brevi tratti di raccordo) seguendo le indicazioni della sentieristica comunale o del C.A.I., ancora più interessanti per l ambiente attraversato (sentiero delle malghe, ecc..), sostanzialmente in parallelo a quello descritto e che afferiscono ai sentieri del Comune di San Zeno (cartelli bianchi e verdi) e ai sentieri del C.A.I. (cartelli bianchi e rossi). Il dislivello compiuto fino qui è di 700 m ( m s.m.) su una lunghezza di circa 11,5 km, (pendenza media 6%) tuttavia molti tratti sono impegnativi, con pendenza sensibilmente superiore al 10%. Molteplici sono i punti di appoggio sul tracciato, come ristori, specie agriturismi, ristoranti e alberghi. 5

7 Dalla loc. Due Pozze si svolta a destra su sterrato e si percorre una strada in sali-scendi molto interessante e panoramica, tra zone boscose e poi più aperte sulla valle di Ferrara di Monte Baldo, aggirando il Dosso dei Cavalli e quindi cambiando prospettiva ed orientazione nel passare da ovest a sud e infine a est, lasciandosi il lago alle spalle. L itinerario proposto aggira il Monte Baldo (2200 m s.m.) al Dosso dei Cavalli (1360 m s.m.) per contenere i dislivelli, dal Dosso dei Cavalli si discende rapidamente su strada sterrata e poi asfaltata, nell anticlinale baldense di Ferrara di Monte Baldo, seguendo per gande e foreste la Sp 8 dir (ex Strada militare Graziani), dalla quale si devia su sentiero C.A.I. (discesa pericolosa per le biciclette) fino a Ferrara di Monte Baldo (830 m s.m.) per risalire poi il Monte Cucco (1036 m s.m.) ed effettuare poi una discesa a tratti molto pericolosa per le biciclette in Val d Adige fino a Brentino-Belluno in loc. Castello (118 m s.m.), lunghezza del tratto 21,5 km, lunghezza progressiva dell itinerario 33 km. Si innesta su questo tratto la variante di Malcesine - Tredes Pin: invece di partire da San Zeno di Montagna, comunque servito quotidianamente in periodo estivo da servizio Bus&bike, risalendo a Tredes Pin con la funivia da Malcesine (1750 m s.m.) si guadagna quasi tutto il dislivello da compiere nel discendere a Ferrara di Monte Baldo. Per i camminatori esiste la suggestiva alternativa di portarsi a Spiazzi anziché Ferrara e scendere dal Santuario di Madonna della Corona con una mulattiera intagliata nella roccia per 600 m con innumerevoli gradini. Il tratto Ferrara-Spiazzi si sviluppa sulla sommità del Vajo dell Orsa, che inizia a Ferrara e scende ripido nella Val d Adige, percorso molto atletico che consente di unire torrentismo, canyoning e speleologia, per la presenza di interessanti grotte. A Brentino-Belluno e in loc. Castello si incrocia la ciclabile dell Adige- Sole: pista internazionale che assomma l Eurovelo n. 7 (da Capo Nord a Malta) e l itinerario Lago di Costanza-Mare Adriatico. Da Brentino ci si porta a Rivalta, si attraversa l Adige e quindi si giunge a Peri (progr. 36 km), quota 150 m s.m., da qui parte la Sp 57 Peri-Fosse che con molti tornanti porta in 8 km da Peri all altopiano lessinico a quota 900 m circa (progr. 44 km) con pendenza media 8% ma in molti tratti superiore al 10%. Si prosegue per Sp 12 e per strade sterrate per 8 km circa (progr. 52 km) fino a Passo Fittanze (quota 1380 m s.m.), da Passo Fittanze si percorre la Sp 14, per breve tratto asfaltata (4 km fino al bivio del Pidocchio), ma poi sterrata: è la strada dell alta Lessinia, che contorna la sommità dell altopiano ad una quota media di 1600 m, offrendo il panorama delle vette intorno, fino al trentino, della Val d Adige, dell altopiano stesso e della pianura a sud, fino a scorgere gli Appennini. Si prosegue per 6 km al bivio di Castelberto 1700 m s.m. - progr. 58 km - (e vale veramente la pena effettuare la 6

8 digressione a Castelberto, 1,5 km) grande sperone roccioso, che si affaccia a 1750 m di quota a nord sulla Val d Adige e sull altra grande faglia della Val di Ronchi, in mezzo alle vestigia della 1^ Guerra mondiale: le trincee scavate nelle ampie diaclasi della roccia del rosso ammonitico, l osservatorio e la costruzione dell ex comando militare oggi un ristorante-rifugio. Dal bivio per Castelberto si percorre la Sp 14, sterrata, contornando la sommità del versante sinistro della Val di Ronchi, avendo dispiegate sull altro versante le Piccole Dolomiti (Monte Carega, 2200 m s.m., in particolare) quindi si perviene al piccolo centro turistico di Malga San Giorgio 1500 m s.m., 10 km (progr. 68 km) e, successivamente, sempre su ex strada militare sterrata, Conca dei Parpari 1400 m s.m. 5 km (progr. 73 km), entrambe località specializzate negli sport invernali, in particolare per il fondo. La viabilità indicata, su ex strade militari, di cui esiste sull altopiano una intricata rete, essendo di per sé monumento, con muri e opere idrauliche in pietra ammirevoli, è priva o pressoché priva di traffico motorizzato, rendendo assai piacevole il tragitto. Sul tratto descritto esistono numerosi punti di appoggio sia per ristorazione che per alloggio: le malghe riattate per il turismo, spesso con grande gusto, sono numerose; da Fosse a Parparo: Malga De Rocon, Malga Valbella, Malga Lessinia, Rifugio Castelberto, Malga Podestaria, Malga Malera, Malga Parparo Vecchio, per citare solo i locali più caratteristici, innumerevoli sono poi i ristoranti tradizionali e tipici, anche rinomati che si incontrano sul percorso o a poca distanza nei centri abitati toccati dall itinerario. Da Parparo segue una emozionante discesa a Giazza (760 m s.m.) tra boschi prima e dirupi poi, sempre su ex strada militare scavata nelle rocce del canyon della val d Illasi (tratto pericoloso in bicicletta). Giazza, incastrata sul fondo della valle d Illasi, che si chiude tra alte ed incombenti pareti nel vallone di Campobrun, nel cuore del Monte Carega, è una piccola capitale cimbra e merita una visita per il suo carattere tipico Taucias. Lasciata Giazza per 4 km, (progr. 77 km), si scende poi lungo la val d Illasi sulla Sp 10 per un tratto di 4 km fino alla strada impegnativa (asfaltata) che risale da quota 600 m a Roncari-Tebaldi, 1100 m (vecchia via di accesso all altopiano di Campofontana), per scendere poi lungo la SP 17a fino a San Bortolo e, quindi, con la Sp 17 a Bolca (850 m s.m. progr. 93 km). L altopiano di Campofontana con le contrade Roncari, Tebaldi, Grisi, Pagani ecc. rappresenta una porzione a sé del mondo Lessinico, essendo un altopiano isolato dalle profonde valli dell Illasi e del Chiampo, rappresenta anch esso una peculiarità rinforzata dall isolamento secolare, con le tipiche architetture in pietra ancora ben leggibili in molte delle contrade. L itinerario termina a Bolca, località nota in tutto il mondo per la eccezionale pesciara, giacimento fossilifero, coltivato da generazioni, da cui vengono estratti fossili di altissimo 7

9 pregio, di cui esistono ragguardevoli esemplari al museo di Bolca e al museo di storia naturale di Verona, noti in tutto il mondo, perché il giacimento a pesci e piante fossili di Bolca, per la diversità delle specie, per la qualità della conservazione, e per il numero dei reperti è considerato il più importante deposito fossilifero del periodo Cenozoico. L itinerario è stato descritto in direzione ovest-est. Naturalmente può essere percorso anche in senso inverso, con alcuni accorgimenti: alcuni tratti molto ripidi sono eseguibili in entrambi i sensi a piedi, ma in bicicletta sono eseguibili preferibilmente in discesa e con attenzione, pertanto spesso è preferibile utilizzare delle varianti che riducano le pendenze: in particolare i tratti Strada Graziani-Ferrara-Monte Cucco-Pian di Festa-Castello, eseguiti a ritroso richiedono a tratti la bicicletta alla mano o l aggiramento con varianti su strade con pendenze affrontabili in sella. 5. ASPETTI DESCRITTIVI DEI PRINCIPALI ELEMENTI NATURALISTICI DELLA MONTAGNA VERONESE Inquadramento generale Il territorio della provincia di Verona è caratterizzato da una grande varietà di ambienti: la montagna con i Lessini da una parte e il Monte Baldo dall altra, la collina alla base dei Lessini e la colline moreniche del Garda, Questa ampia disponibilità di diverse tipologie di ambienti diversamente dislocati si traduce in una ricca diversità ecologica. Questa si esprime non solo in una grande varietà di specie ma anche in un ampio elenco di specie endemiche veronesi soprattutto al livello di fauna invertebrata (insetti, aracnidi e crostacei) che si concentrano nell'area del Monte Baldo, con catena Stivo/Bondone, e dei Lessini, dalla Val d'adige a quella del Brenta. Non mancano comunque endemismi nell'ambito del Fiume Adige. Gli endemismi sono importantissimi a livello europeo per il Monte Baldo in campo floristico con numerose specie relitte pre-glaciazioni che si sono qui salvaguardate grazie a peculiari condizioni climatiche. Su tutta la montagna veronese, sia il Baldo che la Lessinia ha visto la reintroduzione di importanti specie animali, alcune hanno trovato condizioni ideali moltiplicandosi (le camosciare dei circhi glaciali del Baldo, i grandi cervidi nel santuario tra vajo dell Anguilla, Scandole e Bocca di Selva, i camosci nella zona del Malera, le marmotte si sono diffuse ovunque, adirittura sovrapopolando e così pure i rapaci e i grandi rapaci sono facilmente avvistabili; sono possibili avvistamenti della volpe e di molti altri animali elusivi 8

10 che hanno ripreso a popolare le montagne soprattutto nelle zone protette. Come al solito, i luoghi più ricchi di fauna e di avvistamenti sono quelli con minore pressione antropica Le aree nucleo dell ambito baldense e del suo sistema pedecollinare Il Monte Baldo rappresenta un unità geomorfologica molto ben definita nell ambito dei rilievi della provincia di Verona. E attualmente incluso nel contesto delle Prealpi Gardesane che rappresentano il nucleo orientale delle Prealpi Lombarde Orientali (Marrazzi S., 2005, Atlante orografico delle Alpi. SOIUSA, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca). E suddiviso amministrativamente tra le province di Verona e Trento, senza che il confine corrisponda a limiti geografici ed ecosistemici definiti. Nel tratto veronese include varie aree protette, in particolare la riserva naturale Lastoni-Selva Pezzi e lecceta di Navene, i SIC Monte Luppia e Punta san Vigilio, Rocca del Garda e Val dei Molini. Nel sistema naturalistico della provincia veronese l intero Monte Baldo, dal Lago di Garda alla Val Lagarina, viene fatto corrispondere a un unica area nucleo che al suo interno presenta una grande articolazione sulla base di un insieme di fattori intrinseci e relazionali che vanno commentati separatamente. 1. Connessioni. Il Monte Baldo è un unità fortemente isolata dai rilievi circostanti, in una situazione accentuata peraltro dalle opere umane. A ovest il Lago di Garda, a nord il solco di Loppio e a est la Val Lagarina costituiscono barriere morfologiche difficilmente superabili da elementi faunistici che non siano altamente erratici. Il limite più permeabile è a nord la valle di Loppio che mette in comunicazione il sistema baldense con quello dello Stivo Bondone e quindi con l intera area delle Valli Giudicarie, delle Dolomiti di Brenta e della Val di Non. Ciò spiega ad esempio la presenza sul Monte Baldi di individui erratici di orso bruno provenienti dal Parco Adamello Brenta. Più efficace è la barriera della Val Lagarina, anche per la presenza del canale Medio Adige, dell Adige, dell autostrada del Brennero e delle altre vie di comunicazione. A sud il sistema baldense sfuma in quello delle morene di Rivoli e del Garda, e in questo caso la barriera è soprattutto di tipo ecologico per la prevalenza di aree coltivate e urbanizzate. 2. Zonazione altitudinale. Sul Monte Baldo gli orizzonti vegetazionali sono ben definiti con una fascia mediterranea a leccio (sostituito spesso dalla coltura dell olivo sul lago di Garda), una a carpino nero e roverella (dominante nelle situazioni più xerotermofile), una a faggio e una a pino mugo e arbusti di quota che sfuma sulle 9

11 vette negli ambienti cacuminali. La presenza di abete rosso e altre conifere che caratterizza la Selva Pezzi può essere di origine antropogena. Gli orizzonti vegetazionali così ben definiti corrispondono a ecosistemi distinti con popolamenti molto differenziati e con limitato flusso energetico reciproco. 3. Diversità ambientale. Alla zonazione altitudinale si sovrappone un accentuata diversità ambientale, descritta per il Monte Baldo fin dai tempi dei naturalisti cinquecenteschi. Il Monte Baldo costituisce di fatto un mosaico ambientale in cui è stato possibile individuare la presenza di almeno 13 habitat di interesse comunitario di cui tre prioritari. Questi includono nel Monte Baldo in senso stretto: a. formazioni forestali (leccete, boschi pannonici a Quercus pubescens, foreste di Castanea sativa, faggete dell Asperulo-fagetum, foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion). b. formazioni arbustive (formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli, boscaglie di Pino Mugo e Rododendro irsuto, arbusteti alpini di salici di altitudine) c. formazioni prative (formazioni erbose calcicole alpine e subalpine, formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo) d. formazioni rocciose (ghiaioni calcarei e scisto calcarei montani alpini e subalpini, pareti calcaree con vegetazione casmofitica) e. ambienti sotterranei (grotte non ancora sfruttate a livello turistico). Nel sistema pedecollinare (Area del Monte Luppia e Punta san Vigilio, area di Rocca del Garda Val dei Molini: formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo, pareti calcaree con vegetazione casmofitica, leccete - Endemismo. Il fenomeno dell endemismo, cioè la presenza in un area di specie vegetali e/o animali esclusive dell area stessa, è uno dei tratti salienti della flora e dalla fauna delle aree prealpine calcaree. Sul Monte Baldo l endemismo è particolarmente diffuso e importante, soprattutto tra gli invertebrati, ed è legato all isolamento dell area durante le glaciazioni e alla permanenza di zone di rifugio in essa. Sono state descritte numerose specie endemiche del Monte Baldo (spesso con limitate appendici in aree vicine). Esse sono legate soprattutto agli ambienti di 10

12 quota, ma si estendono spesso all orizzonte del faggio. La presenza di endemiti in un territorio costituisce un patrimonio di grande importanza. - All area nucleo cui si affiancano aree di connessione minori nei lembi meridionali e occidentali più urbanizzati (riva del Lago di Garda, area dei dintorni di Caprino Veronese) - Le aree nucleo dell ambito baldense presentano quindi un carattere complessivo di molto elevato valore ambientale. Il sistema al suo interno è scarsamente urbanizzato, esclusa una stretta fascia sul lago di Garda. e la mobilità della fauna è garantita dalla scarsità di barriere interne. E possibile comunque individuare in prospettiva una serie di fattori che possono compromettere questa situazione attualmente ancora relativamente buona: a. La presenza di nuovi assi di comunicazione viaria, in particolare sul versante gardesano del Monte Baldo, che intaccherebbe la continuità territoriale, introdurrebbe elementi di disturbo e aprirebbe la via ad ulteriore urbanizzazione. b. L abbandono del pascolo nelle medie quote, che avvierebbe una successione ecologica di difficile gestione e abbasserebbe la diversità ambientale. c. L utilizzo a fini agricoli dei lembi di prato arido ancora presenti soprattutto nell anfiteatro morenico di Rivoli, che comprometterebbe l esistenza di questo habitat che risulta essere attualmente il più minacciato nel territorio tra quelli di interesse comunitario. d. L incremento incontrollato di specie animali di recente reintroduzione. Il notevole successo dell immissione di Camoscio alpino e Marmotta nel Monte Baldo costituisce un fattore positivo. Va ricordato tuttavia che, soprattutto il primo, può avere un impatto negativo sulla vegetazione di alta quota, in questo caso particolarmente pregiata, se le dimensioni della popolazione presente nel territorio superano la capacità portante dello stesso. Si tenga comunque presente che si tratta di fauna che deve ricercare i suoi spazi lontano dalle zone di sostentamento più ricche, già sovraccaricate dagli allevamenti antropici, che, specie nel caso dei bovini, pressa e sfrutta eccessivamente il territorio. Problematica appare la gestione delle connessioni del sistema baldense con quelli limitrofi, in particolare con gli anfiteatri morenici di Rivoli e del Garda. Questi ultimi presentano un mosaico fitto tra aree a carattere urbano, aree agricole e nuclei 11

13 seminaturali. Una gestione oculata di questi ultimi, sia dal punto di vista del numero che da quello delle dimensioni e delle caratteristiche, costituirebbe un sistema di stepping stones tra il sistema pedemontano baldense e quello della pianura alluvionale. 5.3 Le aree dell ambito lessineo e del suo sistema pedecollinare I monti Lessini costituiscono l ambito maggiormente esteso dei rilievi veronesi. Si possono descrivere come un tavolato calcareo con le quote maggiori a nord dolcemente inclinato verso la pianura - che raggiungono tra l altro in corrispondenza della città di Verona -, solcato da alcune valli profonde e strette (vaj) che si dipartono da nord divergendo. Negli attuali sistemi di classificazione del sistema alpino SIOUSA costituiscono l estremo lembo sud-occidentale delle Prealpi Venete. I Lessini in senso stretto sono interamente nella provincia di Verona. La valle d Illasi li separa dai Lessini orientali con la valle dell Alpone che, assieme alle valli vicentine del Chiampo e dell Agno, confluisce a nord nel sistema del Gruppo del Carega e Piccole dolomiti, amministrativamente suddiviso tra le provincie di Verona, Vicenza e Trento. I Lessini includono numerose aree protette, di cui il Parco Naturale Regionale della Lessinia è la più ampia. Questo è articolato in un area maggiore settentrionale, da cui si irradiano verso sud delle digitazioni corrispondenti ai vaj. Una serie di lembi di parco di modesta estensione, separati dal corpo centrale del parco, caratterizzati da emergenze geomorfologiche, è sparsa in tutto il resto della Lessinia. Nella porzione più meridionale collinare - dei Lessini, si trovano due SIC di notevole estensione, quello del Monte Pastello a ovest, e quello di Val Galina e Progno Borago a nord della città di Verona. L area nucleo corrispondente a quest ultimo è stata estesa ad est per comprendere alcuni dei prati aridi residui più importanti del territorio veronese. L articolazione delle rete ecologica in questo ambito dipende da un insieme di fattori che vanno commentati separatamente: 1. Connessioni. Il sistema nel suo insieme viene ad essere scarsamente connesso a ovest col Monte Baldo, da cui è separato dalla Val Lagarina, molto maggiormente a Nord e a Est con i complessi del Pasubio e degli Altopiani di Lavarone e Asiago, e con il resto dei rilievi vicentini, costituendo nell insieme un nucleo ben definito dal punto di vista morfologico ed ecosistemico, limitato a ovest dal corso dell Adige fino a Trento e a nord ed est da quello del Brenta. La permeabilità faunistica nell area è notevole, ed ha permesso il permanere di nuclei faunistici autoctoni antichi (ad esempio il Camoscio alpino) estinti in aree più ristrette e meno connesse (Monte 12

14 Baldo, dove è stato reintrodotto recentemente). A sud il sistema lessineo degrada dolcemente nella pianura da cui viene staccato dal punto di vista sistemico da fattori esclusivamente antropogeni (agricoltura, urbanizzazione). 2. Zonazione altitudinale. Gli orizzonti vegetazionali sono ben definiti in Lessinia e presentano una fascia collinare di tipo submediterraneo dominata dagli orno-ostrieti (a carpino nero e orniello) che nelle facies più xeriche si associano a boschi di roverella. Al di sopra di questa si estende la fascia del faggio che naturalmente occuperebbe gran parte dell altopiano lessineo, con piccoli ma rilevanti lembi di vegetazione di quota nelle aree più alte (Vallone del Malera). Alla faggeta sono stati sostituiti la pecceta in alcuni ambiti (Foresta dei Folignani e, soprattutto, Foresta di Giazza che è il risultato di una riforestazione recente che ha avuto notevole successo), ma, soprattutto, i pascoli montani che occupano tutte le aree meno acclivi dell altopiano costituendo il tipico paesaggio aperto degli Alti Lessini. Vegetazione subalpina dominata da cespuglieti (pino mugo, rododendro) occupa le porzioni più elevate della Lessinia Orientale (versanti delle Valli di Revolto e Fraselle, area delle Lobbie). 3. Diversità ambientale. La diversità ambientale della Lessinia è notevole, anche se meno elevata di quella del Monte Baldo. Il mosaico ambientale è meno fitto per la dominanza di alcuni stili paesaggistici (pascoli e prato-pascoli montani e alto collinari) in cui gli habitat di interesse comunitario si inseriscono con tessere di minori dimensioni. Questi includono nell intera Lessinia: a. formazioni forestali (foreste di Castanea sativa, faggete dell Asperulofagetum, foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion). b. formazioni arbustive (formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli, boscaglie di Pino Mugo e Rododendro irsuto, arbusteti alpini di salici di altitudine). c. formazioni prative (formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo) d. formazioni rocciose (pareti calcaree con vegetazione casmofitica) e. ambienti sotterranei (grotte non ancora sfruttate a livello turistico). 4. Endemismo. Il fenomeno dell endemismo presenta in Lessinia caratteri abbastanza diversi dal Monte Baldo. Gli habitat subalpini idonei ad un popolamento ricco di endemiti sono più ridotti che sul Monte Baldo, e si riducono al Vallone del Malera 13

15 nell altopiano e alle zona delle vette delle valli di Revolto e Fraselle. Sono invece estremamente ricche di elementi endemici le cavità carsiche della Lessinia (vedi elenco) che sono abitate da specie di grande interesse faunistico e biogeografico. Sulla base di queste premesse il sistema relazionale della Lessinia è più complesso di quello baldense. Se si individuano come aree nucleo le aree protette, in particolare il Parco della Lessinia e i SIC del Monte Pastello e di Val Galina e Progno Borago, il sistema relazionale proposto si articola come segue: La porzioni nordoccidentale del Parco della Lessinia e il Monte Pastello sono connessi dal versante orientale della Val d Adige (sinistra orografica) che è coperto da un continuum di boschi più o meno termofili, a leccio nella porzione più meridionale, che hanno caratteri del tutto analoghi di quelli del SIC del Monte Pastello. Essi vengono individuati come area nucleo che mette in evidenza l unità delle due aree protette. I versanti boscati dei vaj della Lessinia sono individuati come corridoi principali tra l area nucleo dell Alta Lessinia e il sistema delle aree protette collinari, che permettono flussi faunistici nelle due direzioni per le specie erratiche o comunque tendenzialmente in espansione. Emblematici possono essere i casi dello Scoiattolo comune che da nord ha ormai popolato massivamente gli ambienti collinari e quello dell Istrice che da sud tende a conquistare territori montani. La presenza di questi corridoi è poi molto importante per specie minacciate come alcuni anfibi. l intero sistema dei prati-pascoli (spesso a frutteto) e degli altri coltivi, spesso alternati a lembi boscati, con un urbanizzazione diffusa ma non dominante, che occupa le dorsali tra i vaj, viene individuato come area di connessione naturalistica tra le aree nucleo con i loro corridoi, per la discreta naturalità del territorio che permette flussi faunistici senza barriere importanti. Il valore complessivo del sistema ambientale della Lessinia è elevato, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che l istituzione del Parco Naturale è partita dall individuazione di una serie di emergenze geologiche che sono il vero tratto dominante del territorio, su cui si modellano habitat spesso notevoli tra cui ha particolare rilievo quello ipogeo delle grotte. I maggiori fattori di disturbo e di minaccia agli ecosistemi possono essere così individuati. 14

16 a. La gestione delle aree a pascolo dell alta Lessinia, nell evoluzione attuale, può vedere in prospettiva sia tendenze a carichi ambientali eccessivi che l abbandono con il conseguente avvio di successioni ecologiche i cui esiti sono del tutto incerti, ma tali comunque da snaturare i caratteri di un territorio i cui valori sono in prima istanza paesaggistici. b. La presenza diffusa e, in alcune aree, capillare di attività estrattive di materiali lapidei porta problemi di alterazione paesaggistica ed ecosistemica cui va aggiunta la minaccia di introduzione di inquinanti, in particolare polveri, nelle falde acquifere, già caricate dall allevamento e dalla presenza umana. c. L habitat più particolare e notevole del sistema pedecollinare della lessinia, quello dei prati aridi, che diviene spesso prioritario per la presenza di notevoli fioriture di orchidee, è ormai ridotto a piccoli lembi che rischiano di sparire o perché convertiti in vigneti o oliveti, o per l evoluzione naturale verso cespuglieti e, alla fine, boschi termofili con caratteri di diversità e peculiarità molto minori. La tutela e la gestione di queste aree prende oggi caratteri di vera urgenza. La connessione del sistema lessineo con quelli vicini è complessa. La relazione con quello baldense è scarsa a causa della barriera naturale della valle dell Adige. L unico punto di quasi contatto è costituito falla forra di Ceraino, attraverso la quale può esistere un certo flusso faunistico. A sud il divario netto tra gli ambienti seminaturali collinari e il sistema urbano e agricolo dell alta pianura costituisce un limite scarsamente valicabile per la fauna. Situazioni locali come quella della cinta delle mura magistrali della città di Verona rivestono un certo rilievo di connessione tra il sistema collinare e quello di pianura, anche se lo spazio urbano presenta caratteri molto particolari sia in senso negativo che positivo, quest ultimo testimoniato dalla tendenza all urbanizzazione di molte specie selvatiche. Sono state individuate infine come stepping stones alcune aree collinari prossime alla pianura che hanno avuto un attenzione di tutela, la più importante delle quali è la tenuta Musella di San Martino Buon Albergo. Al confine orientale della provincia di Verona non corrispondono barriere naturali importanti che lo isolino dai territori contigui del Vicentino. A nord l area nucleo del Parco della Lessinia continua naturalmente col tratto vicentino del parco stesso nell alta valle del Chiampo, mentre per il rimanente ambito di confine è inserita in un territorio classificato quasi interamente come area di connessione (il piccolo tratto di area nucleo di Bolca non si caratterizza per particolari emergenze ecosistemiche, ma per emergenze paleontologiche). 15

17 6. - CARATTERISTICHE TECNICHE DELL INTERVENTO Il progetto prevede interventi molto eterogenei, costituiti da opere civili di tipo edile e stradale e equipaggiamenti elettronici idoneamente racchiusi in involucro di protezione in acciaio a realizzare la rete tecnologica wi-fi, quindi, in dettaglio: opere civili di movimento terra, costruzione di piazzole sosta con fornitura e posa di cordonate e pavimentazioni in autobloccanti forati, fornitura e posa di geotessuti, sabbia, sistemazioni esterne in toutvenant e misto granulare stabilizzato, sistemazioni/ristrutturazioni strutture di servizio, realizzazione di piccole strutture coperte (tettoia) il legno-pietra-acciaio, con realizzazione di platee in c.a., fornitura e posa di elementi di arredo e servizio; ancora nelle opere civili si ricomprende la sistemazione a spot degli itinerari, con movimento terre e fornitura e posa di idonee protezioni per la messa in sicurezza dei sentieri; l integrazione della segnaletica tradizionale con cartellonistica su pali in legno, infine: fornitura e posa della parte tecnologica (la più onerosa) costituita dagli 8 totem multimediali dislocati lungo i 93 km dell itinerario. Tutte le opere, essendo realizzate in un contesto di protezione, zona parco, vincolo ambientale, dovranno essere idonee ad un corretto inserimento nell ambiente DESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI ANALIZZATI PER LA DETERMINAZIONE DEI COSTI La stima per gli interventi è stata fatta sulla base di sopralluoghi, e valutazioni su carta tecnica e altra cartografia disponibile. I costi sono stati determinati per le opere descritte con riferimento al prezzario della Regione Veneto per l esecuzione di opere pubbliche, integrato per forniture (es. totem multimediali) non comprese nel prezziario opere pubbliche DISPONIBILITÀ DELLE AREE Trattandosi di strade pubbliche o di percorsi già segnalati (C.A.I., Comuni) ad uso pubblico o con servitù di passaggio, le aree interessate dall intervento sono già in disponibilità dell amministrazione o non necessitano né di esproprio, né di assoggettamento a servitù FINANZIAMENTO Il progetto prevede una spesa complessiva di ,44 come dettagliatamente esposto nel quadro economico, con finanziamento da fondi CIPE (delibera ). 16

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