Nord Uganda. Tra emergenza e ricostruzione. Interventi idrici nelle scuole del distretto di Kitgum

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1 Nord Uganda Tra emergenza e ricostruzione Interventi idrici nelle scuole del distretto di Kitgum 1

2 1. NORD UGANDA. IL CONTESTO DELL INTERVENTO. Ad un anno e mezzo dall avvio dei negoziati di pace tra il Governo dell Uganda e i ribelli della Lord s Resistance Army (LRA) per porre fine a una delle più lunghe e sanguinose guerre civili africane (e che ha causato una disastrosa emergenza umanitaria), si è aperta la delicata fase del ritorno degli sfollati ai villaggi di origine o nuovi insediamenti e della ricostruzione di una regione completamente martoriata. La situazione nel nord del Paese mostra progressivi miglioramenti ma richiede uno sforzo ancora maggiore per rispondere ai bisogni sia della popolazione che vive ancora nei campi sfollati sia di quella ritornata alle zone d origine o in fase di ritorno. AMREF insieme alle altre organizzazioni e alle autorità locali è impegnata in questa duplice sfida. L attuale situazione degli sfollati nord ugandesi è come segue: più della metà dell 1,8 milioni di persone sfollate all inizio del 2005 hanno cominciato il processo di rientro; di questi, mezzo milione sono già tornati a casa e 400,000 hanno appena iniziato i primi movimenti di uscita dai campi. Veduta aerea di un campo sfollati Nei tre distretti di Gulu, Kitgum e Pader, i più colpiti dalla guerra, i movimenti di uscita dai campi sono tuttavia più lenti che altrove e si ritiene che il processo di rientro ai villaggi di origine, che in altre aree si sta concludendo o già si è concluso nel 2007, durerà per tutto il Il conflitto in questi distretti è durato più a lungo; molta gente, inoltre, anche se uscita dai campi, non è subito tornata ai villaggi di origine ma ha preferito stazionare in siti intermedi, dai quali ha verosimilmente un più facile accesso alla propria terra e può dedicarsi di nuovo alla coltivazione dei campi. Ci si attende che nel 2008 il 35% degli sfollati della regione Acholi che ancor oggi sono nei campi torneranno definitivamente a casa, mentre il 45% sarà ancora in transito e il 20% resterà all interno dei campi. 2

3 Lo scenario ora descritto sottintende la necessità di assicurare un effettiva risposta umanitaria ai bisogni degli sfollati in ciascuna delle varie fasi del rientro ai villaggi d origine. Come ribadito dalle Nazioni Unite, nessuna organizzazione umanitaria o agenzia umanitaria può permettersi in questo momento di far venire meno il proprio supporto, almeno fin tanto che gli sfollati non abbiano completato il processo di rientro ai villaggi di origine, sia nel caso che questo processo sia già in corso, sia nel caso che gli sfollati stessi decidano di posticiparlo. Questo è quanto sta effettivamente avvenendo, per esempio, nel distretto di Gulu; secondo i dati forniti da UNOCHA, un numero significativo di sfollati non intende per il momento rientrare a casa: considerazioni quali la maggiore sicurezza, la vicinanza ai servizi di base e l abitudine ormai acquisita a vivere in comunità, fa sì che molta gente preferisca rimanere nei siti intermedi se non addirittura nei campi sfollati, approfittando della vicinanza con i villaggi d origine per svolgere attività generatrici di reddito o occuparsi della produzione di cibo. Bambini in un campo di sfollati Waiting for Godot in Gulu, OCHA, 2007 Nonostante i negoziati per la pace siano in corso e il paese si trovi in condizioni di maggiore sicurezza, la guerra appena conclusa ha completamente distrutto la struttura socio-economica e le infrastrutture del paese ne hanno pesantemente risentito, in particolare quelle sanitarie. 3

4 Se all interno dei campi sfollati i servizi sociosanitari sono in via di miglioramento, grazie anche al progressivo decongestionamento dei campi, nei siti intermedi e nei campi satellite le condizioni generali in cui versa la popolazione sono ancora di estrema povertà, con alti indici di mortalità materna e infantile, con un aspettativa di vita ancora fra le più basse del mondo, con un alto livello di malnutrizione infantile, con grande diffusione di malattie ed epidemie e privazione dei diritti umani basilari. Le donne e i bambini rappresentano, come sempre, i gruppi più vulnerabili. In un tale scenario, la presenza delle organizzazioni umanitarie è più che mai importante per riuscire ad assicurare alla popolazione adeguati servizi di base nelle varie fasi del ritorno. Cisterne per approvvigionamento idrico nelle scuole del distretto di Kitgum, Nord Uganda Il distretto di Kitgum confina a nord con il Sudan, a est con il distretto di Kotido, a sud con il distretto di Pader e a ovest con il distretto di Gulu. Comprende 2 contee, Chua and Lamwo, si estende per chilometri quadrati di terreno prevalentemente piano. L intero distretto di Kitgum conta attualmente abitanti. Kitgum è una delle zone più povere del Paese e anche qui, come in gran parte dell Africa i problemi più gravi sono dovuti alla mancanza di acqua o alla presenza di acqua contaminata. Per questo AMREF vi lavora proteggendo le fonti idriche presenti, scavandone di nuove nelle aree più aride del distretto e fornendo le strutture scolastiche di cisterne per la raccolta dell acqua piovana. Nel distretto di Kitgum, come in tutto il Nord Uganda, i bambini rappresentano il gruppo più vulnerabile. Il tasso di mortalità infantile (<5 anni) è allarmante: tre volte superiore alla media sub-sahariana (3.8/ bambini). Le malattie più diffuse, che rappresentano più del 50% delle malattie infantili e che sono responsabili di almeno il 30% della mortalità infantile, sono malaria, diarrea, vermi intestinali, polmonite e difficoltà respiratorie, tutte malattie che vengono drammaticamente incrementate dalla mancanza di fonti d acqua pulita, da condizioni 4

5 igieniche inadeguate e da una scarsa o inesistente conoscenza delle pratiche igieniche di base. La costruzione di una cisterna per l approvvigionamento idrico dalla capacità di litri presso una scuola primaria, acquista pertanto un importanza fondamentale nel processo di ricostruzione attualmente in atto. I beneficiari diretti sono i bambini che frequentano la scuola (di norma circa 700), oltre agli insegnanti e alle comunità vicine. La costruzione della cisterna è affiancata da attività di formazione tecnica del comitato sanitario locale in termini di manutenzione. AMREF si occupa inoltre delle fondamentali attività di formazione sanitaria: i responsabili scolastici vengono sensibilizzati e un comitato scolastico sanitario viene istituito. Per la costruzione di una cisterna e necessario un contributo di euro 5