Vicino alle famiglie affidatarie. Dott. Tommaso Eredi

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1 Vicino alle famiglie affidatarie Dott. Tommaso Eredi

2 L affidamento eterofamiliare è un esperienza complessa che mette in relazione tanti attori: il minore, la famiglia naturale, la famiglia affidataria, i Servizi socio-sanitari, il Centro Affidi, la Magistratura Minorile. Per la famiglia affidataria l affido è un evento significativo, che può portare con sé ostacoli ed imprevisti, ma anche preziose opportunità di riflessione e di crescita. Le difficoltà di base, infatti, intuitivamente connesse all includere un estraneo nel proprio ambiente di vita, tendono ad amplificarsi all interno di uno scenario che implica la necessità di concertare i bisogni del bambino, quelli della famiglia affidataria e quelli della famiglia naturale.

3 Chi decide di affrontare un esperienza così emotivamente ed affettivamente densa, così articolata sul piano organizzativo, si trova a doversi confrontare con un ampia varietà di vissuti, aspettative, desideri, sentimenti, attraverso un cammino fatto di dolori e gioie, delusioni ed entusiasmi, frustrazioni e sorrisi, di benvenuto e di arrivederci.

4 Cosa si richiede agli affidatari che decidono di accogliere di un bambino? 1. Esercitare temporaneamente la funzione genitoriale in sostegno e ad integrazione della altrui funzione genitoriale (una genitorialità compartecipata) 2. Assumere un ruolo che si pone a cavallo tra la dimensione pubblica e quella privata (una genitorialità sociale)

5 3. Flessibilizzarsi nell entrare in un progetto ad alta variabilità Ogni esperienza di affido è un esperienza a sé ed imprevedibile, perché fatta dalle istituzioni, ma anche dalle singole persone : turn over degli operatori eventuale ulteriore deterioramento della vita delle famiglie d origine, sopraggiunto nel corso del progetto di affido potenziale indisponibilità delle figure operative territoriali eventuale proroga dell affido ad oltranza, non inizialmente prevista (affido sine die) 4. Accogliere il dolore di un bambino senza esserne travolti e senza avere la presunzione di curare tutte le sue ferite 5. Essere e comportarsi come genitori, pur senza esserlo

6 Cosa caratterizza il momento dell inserimento di un bambino in famiglia? Mutamento negli equilibri (affettivi, emotivi, relazionali, organizzativi, abitativi) della famiglia accogliente Adattamento dei figli naturali Senso di estraneità Movimenti altalenanti da parte del bambino, tra l adattamento al nuovo contesto e l espressione di difficoltà

7 In definitiva si avanzano verso gli affidatari richieste legittime, ma certamente elevate, che possono farli sentire affaticati, sovraccarichi, traditi, inadeguati e soli.

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9 L essenza dell affido risiede nell accompagnare per un tratto di strada un bambino difficile e sofferente, aiutandolo ad equipaggiarsi per far fronte più efficacemente alla propria storia.

10 Perché il bambino possa trovare il giusto equipaggiamento, però, è necessario che possa equipaggiarsi la famiglia che si predispone ad accoglierlo. La famiglia affidataria ha consapevolmente scelto di aprirsi al mondo: l affido, infatti, è una scelta in cui è il gioco di squadra a determinare la crescita di ognuno. In tal senso, può diventare un esperienza davvero benefica e totalizzante solo nella misura in cui all accogliere corrisponda il farsi accogliere ed in cui l affidare sia sempre speculare all affidarsi. Un esperienza che necessita di essere accompagnata e costantemente monitorata.

11 Il lavoro del Centro Affidi L équipe multidisciplinare del Centro Affidi del Comune di Firenze (grazie ad una convenzione ed al prezioso contributo scientifico dell Istituto degl Innocenti, Centro Nazionale di Documentazione e Analisi sull'infanzia e l'adolescenza) è costituita da: 2 assistenti sociali 2 psicologi 2 educatori

12 Gli operatori di un Servizio Affidi devono finalizzare il proprio intervento ad un obiettivo fondamentale: l accompagnamento della famiglia affidataria lungo il tragitto che essa ha deciso di percorrere, un po come guide alpine che, durante un escursione, si prendano cura di una comitiva di viaggiatori inesperti, ora esaltando le attrattive paesaggistiche del panorama incontrato, ora allertandoli sui pericoli che, lungo il sentiero, impongono cautela ed attenzione.

13 Tre dispositivi di intervento 1. Per-corsi di Formazione-Informazione 2. Funzione conoscitiva 3. Interventi di sostegno, accompagnamento e contenimento psicologico

14 Percorso di informazione/formazione Si intende fornire alle aspiranti famiglie affidatarie un infarinatura generale sull insieme delle dinamiche emotive, affettive, relazionali, che l affido evoca nei vari attori che lo portano in scena. La trattazione di questi temi mira a gettare le fondamenta per i primi spunti di riflessione e di elaborazione personale sull avventura che si sta scegliendo di vivere ( Come mi vedo nella veste di genitore affidatario?, Sarò in grado di farlo? ), con un attenzione particolare all esame delle aspettative: l affido non è la salvezza assoluta del bambino, ma un occasione, per lui, per trovare gli strumenti per affrontare in modo maggiormente adattivo la problematicità della propria condizione familiare.

15 Funzione conoscitiva L obiettivo principale è quello di approfondire, insieme alla famiglia, la comprensione di motivazioni e disponibilità, di aspettative e perplessità ( Ci spaventa un po l idea di affezionarci troppo al bambino, oppure Credo che l adozione faccia più al caso mio ). L intento è quello di aiutare la famiglia a mettere a fuoco se la disponibilità ad accogliere al proprio interno un bambino in difficoltà, possa davvero incarnare un esperienza positiva e, se sì, con quale bambino. La finalità di questo percorso consiste nella necessità di comprendere a fondo il nucleo per preservarlo dal rischio di un esperienza troppo dolorosa.

16 Sostegno, accompagnamento e contenimento Un sostegno di tipo psicologico e/o sociale è condizione imprescindibile per la famiglia affidataria, nel percorso ricco ma tortuoso, che l affido comporta: un cammino fatto di cambiamenti, graduali ed imprevisti, di quiete e tempeste improvvise. Il presupposto è quello di lavorare, non soltanto per il benessere del bambino, ma anche per quello della famiglia affidataria, dal momento che non può darsi il primo senza che si realizzi il secondo (Cam, 1998). Esso si attualizza tramite: Verifiche (incontri plenari di monitoraggio del progetto), Colloqui psicologici e/o sociali, Gruppi di sostegno Incontri tematici a carattere formativo

17 L intento è quello di offrire un aiuto alla famiglia nell esplorazione e nella risignificazione di ciò che accade a partire dal momento dell accoglimento del bambino nella propria casa. Tale lettura può abbracciare, se ciò è richiesto e necessario, vissuti e dinamiche relazionali ed emotive: tra i genitori affidatari ed il bambino affidato ( Quando ci dice No ci sentiamo frustrati ); tra i genitori affidatari ed i genitori naturali ( I suoi genitori tendono ad affidarsi un po troppo a noi ); tra i genitori affidatari ed i propri figli naturali ( Nostro figlio è un po geloso. Come dobbiamo comportarci con lui? ); tra i genitori affidatari e la propria rete parentale allargata ( Non mi sento aiutata dai miei genitori! Dicono che me la sono andata a cercare ).

18 Il sostegno non è una sorta di inquisizione pronta a cogliere in fallo gli affidatari al sentore di ogni più lieve incertezza; ma, piuttosto, una consulenza neutrale e proficua, di cui usufruire ogni volta che si è disposti a riconoscerne il bisogno. Pertanto, sono l assoluta franchezza, l onestà delle emozioni, la serena e matura assunzione delle proprie responsabilità personali, le uniche armi di cui i genitori affidatari dovranno equipaggiarsi. In tal modo il sostegno diviene una garanzia per lo sviluppo e la crescita di ognuno. (Arnosti, Milano, 2006 )

19 Una fiaba etiope (Tratta dal testo Passaggi di vita. Le crisi che ci spingono a crescere, A. Marcoli, Mondatori, 2004)

20 L affido nelle parole degli affidatari

21 L affidamento familiare: è aprire la propria esperienza personale e familiare all accoglienza di un bambino la cui famiglia si trova temporaneamente in difficoltà è dare a un bambino la possibilità di vivere serenamente una fase a volte difficile della sua vita per il bambino e l adolescente, l affido è un opportunità per fare nuove esperienze, per dare nuovi significati alla propria storia e prospettive al proprio futuro

22 L affidamento familiare: è un apertura alla società una forma di volontariato di famiglia che, semplicemente, si effettua nel vivere quotidiano è un esperienza che parte dal desiderio di aprirsi e di essere di aiuto agli altri e durante la quale si impara molto su se stessi

23 Il rapporto con la famiglia del bambino: è un nucleo da scoprire, da non giudicare e con il quale collaborare per garantire al bambino una crescita più serena possibile ci ha dato l opportunità di aprirci a un altra cultura, insegnandoci sempre ad andare un po oltre i nostri schemi mentali

24 L accoglienza del bambino: è stata un occasione di crescita per noi e per i nostri figli abbiamo imparato a fare qualche sacrificio e rinuncia.. inizialmente è stata una bellissima occasione per esprimere la nostra genitorialità Ora, con grande soddisfazione, la cosa più naturale che ci viene da fare

25 Il rientro del bambino in famiglia: anche se lascia un po di vuoto, non può che essere un successo è sempre l obiettivo

26 La temporaneità dell affido: è un segno di speranza: la fiducia che la realtà possa sempre migliorare

27 Grazie!

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