ATTO DI APPROVAZIONE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ATTO DI APPROVAZIONE"

Transcript

1 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I ATTO DI APPROVAZIONE Visto il Decreto Legislativo 9 maggio 2005, n. 96 il cui articolo 13 ha modificato l articolo 830 del Codice della Navigazione, Visto il D.P.R. n 662 del 28 settembre 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n 281 del 1 dicembre 1994, Vista la pubblicazione I.M.R.C.C. 006 originata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto in data 21 luglio 2006, A P P R O V O Il presente piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile incidentato in mare nell ambito di giurisdizione della Direzione Marittima della Toscana. Entra in vigore all atto della ricezione e diventa automaticamente operante in caso di sinistro in mare a qualsiasi tipologia di velivolo. Livorno, Il Direttore Marittimo Contrammiraglio (CP) Salvatore GIUFFRÉ

2 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I NUMERO ELENCO VARIANTI FIRMA DELLA PERSONA CHE ESEGUE LA VARIANTE DATA

3 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I I n d i c e ATTO DI APPROVAAZIONE.. 1 ELENCO VARIANTI. 2 INDICE 3 ELENCO DISTRIBUZIONE. 9 PARTE I Scopo del piano di emergenza 12 2 Ambito di applicazione del piano Direzione e coordinamento dei soccorsi in mare (a) Autorità coordinatrice dei soccorsi in mare.. 13 (b) ambito di applicazione della pianificazione di emergenza Direzione unitaria dei soccorsi Le fasi di emergenza.. 14 (a) Le fasi di emergenza Aeronautiche.. 14 a. Incerfa aeronautica.. 15 b. Allerfa aeronautica.. 15 c. Detresfa aeronautica 15 (b) Gli stati d allarme, emergenza e di incidente in ambito aeroportuale.. 16 (c) Le fasi di emergenza secondo la convenzione di Amburgo. 16 PARTE II 18 Pianificazione dell emergenza.. 19 PARTE II.. 20 Organigramma delle comunicazioni. 21 Piano delle frequenze 22 PARTE II A (piano di emergenza dell U.C.G. LIVORNO) Il piano di emergenza. 24 a) Ambito territoriale.. 24 b) Analisi dei rischi 25 c) Le fasi del soccorso 27 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 27 a). Generalità 27 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs.. 28 c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Centrale di controllo Radar (APP Pisa Radar) dell Aeroporto di Pisa 30 d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento 32 2). La fase di risposta iniziale.. 32 a). Generalità 32

4 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 229 PARTE I b). La catena degli allarmi 32 c). Le azioni pre-pianificate. 33 d). Elenchi degli assetti navali di guardia,aerei e subacquei quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale 33 PARTE II A (tabelle delle azioni pre-pianificate). 34 PARTE III A Premessa 56 La fase di gestione della crisi 56 a). Generalità.. 56 b). Nucleo di primo intervento dell M.R.S.C./U.C.G. Livorno. 56 c). Staff di crisi dell M.R.S.C./U.C.G. Livorno (Assetto minimo) 57 d). Staff di crisi dell M.R.S.C./U.C.G. Livorno (Assetto ottimale) e). Le funzioni chiavi dell organizzazione dei soccorsi a terra. 59 h). Le comunicazioni. 60 1) Il piano delle frequenze/circuiti da attivare 60 Rete Comando (Command Net) 61 Reti Tattiche (Tactical Nets). 61 Reti per la sicurezza dei mezzi di soccorso (Safety Net).. 61 Reti di collegamento e supporto 62 2) Organigramma delle Comunicazioni ) Elenco dei consulenti consulenti disponibili e utili per le operazioni 63 4) Elenco dei di contatto disponibili e utili per le operazioni. 63 PARTE III A. 64 PARTE II B (piano di emergenza dell U.C.G. VIAREGGIO) Il piano di emergenza. 68 a) Ambito territoriale.. 68 b) Analisi dei rischi 68 c) Le fasi del soccorso 70 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 70 a). Generalità 70 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs.. 70 c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Centrale di controllo Radar (APP Pisa Radar) dell Aeroporto di Pisa 72 d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento 72 2). La fase di risposta iniziale.. 72 a). Generalità 72

5 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I b). La catena degli allarmi. 73 c). Le azioni pre-pianificate.. 73 d). Elenchi degli assetti navali di guardia,aerei e subacquei quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale 74 e). Elenco degli assetti navali, aerei e subacquei di guardia, prontamente reperibili, quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale f). Modalità per allertare i mezzi aeronavali occasionalmente disponibili (in temporanea sosta o transito) per l intervento PARTE II B (tabelle delle azioni pre-pianificate) PARTE III B 95 Le funzioni chiavi dell organizzazione dei soccorsi a terra. 96 Individuazione delle aree per la prosecuzione dei soccorsi a terra 96 Punto medico avanzato e punto mobile di comunicazione Punto di sbarco naufraghi / imbarco SMZT. 96 PARTE II C (piano di emergenza dell U.C.G. PORTOFERRAIO) 98 5 Il piano di emergenza. 99 a) Ambito territoriale. 99 b) Analisi dei rischi 99 c) Precauzioni da osservare 102 d) Le fasi del soccorso 102 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 102 a). Generalità 102 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Torre di Controllo. 105 d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento ). La fase di risposta iniziale a). Generalità 108 b). La catena degli allarmi 109 c). Le azioni pre-pianificate. 109 d). Elenchi degli assetti navali di guardia, aerei e subacquei quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale 110 e). Elenchi degli assetti navali, aerei,subacqueidi guardiaprontamente reperibili, quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale f). Modalità per allertare i mezzi aeronavali occasionalmente disponibili (in temporanea sosta o transito) per l intervento. 112 PARTE II C (tabelle delle azioni pre-pianificate). 113

6 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I PARTE III C Premessa 138 La fase di gestione della crisi 138 a). Generalità. 138 b). Nucleo di primo intervento dell U.C.G. Portoferraio c). Le funzioni chiavi dell organizzazione dei soccorsi a terra d). Le comunicazioni ) Il piano delle frequenze/circuiti da attivare 140 Rete Comando (Command Net) 140 Reti Tattiche (Tactical Nets). 141 Reti per la sicurezza dei mezzi di soccorso (Safety Net) Reti di collegamento e supporto 142 2) Organigramma delle Comunicazioni ) Elenco dei consulenti consulenti disponibili e utili per le operazioni 143 4) Elenco dei di contatto disponibili e utili per le operazioni. 143 PARTE II D (piano di emergenza dell U.C.G. MARINA DI CARRARA) Il piano di emergenza. 147 a) Ambito territoriale b) Analisi dei rischi 148 c) Le fasi del soccorso 154 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 154 a). Generalità 154 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Torre di Controllo d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento 154 2). La fase di risposta iniziale a). Generalità 155 b). La catena degli allarmi 155 c). Le azioni pre-pianificate. 155 d). Elenchi degli assetti navali di guardia,aerei e subacquei quando dispo- 156 nibili da allertare nella fase di risposta iniziale e). Elenco degli assetti navali, aerei e subacquei di guardia, prontamente reperibili, quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale.. 156

7 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I f). Modalità per allertare i mezzi aeronavali occasionalmente disponibili (in temporanea sosta o transito) per l intervento PARTE II D (tabelle delle azioni pre-pianificate). 157 PARTE III D Premessa 179 Le funzioni chiavi dell organizzazione dei soccorsi a terra Individuazione delle aree per la prosecuzione dei soccorsi a terra PARTE II E (piano di emergenza dell U.C.G. PIOMBINO) Il piano di emergenza. 190 a) Ambito territoriale. 190 b) Analisi dei rischi 190 c) Precauzioni da osservare 199 d) Le fasi del soccorso 200 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 200 a). Generalità 200 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Torre di Controllo. 201 d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento ). La fase di risposta iniziale a). Generalità 202 b). La catena degli allarmi 202 c). Le azioni pre-pianificate. 202 d). Elenchi degli assetti navali di guardia,aerei e subacquei quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale 202 e). Elenco degli assetti navali, aerei e subacquei di guardia, prontamente reperibili, quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale f). Modalità per allertare i mezzi aeronavali occasionalmente disponibili (in temporanea sosta o transito) per l intervento. 202 PARTE II E (tabelle delle azioni pre-pianificate) PARTE III E Premessa 219 La fase di gestione della crisi PARTE III E

8 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I PARTE II F (piano di emergenza dell U.C.G. PORTO SANTO STEFANO) Il piano di emergenza. 232 a) Ambito territoriale b) Analisi dei rischi 232 c) Precauzioni da osservare 233 d) Le fasi del soccorso 234 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi 234 a). Generalità 234 b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dalla Torre di Controllo. 234 d). Modalità di ricezione delle informazioni da altra fonte e). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classifica dell evento. 235 f). Valorizzazione delle notizie 236 2). La fase di risposta iniziale. 238 a). Generalità 238 b). La catena degli allarmi 238 c). Le azioni pre-pianificate. 238 d). Elenchi degli assetti navali di guardia, (navali, aerei e subacquei) 238 e). Elenco degli assetti prontamente reperibili. 238 f). Modalità per allertare i mezzi aeronavali occasionalmente disponibili PARTE II F (tabelle delle azioni pre-pianificate) PARTE III F La gestione della crisi (Punti di riferimento logistico).. 256

9 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I ELENCO DISTRIBUZIONE COMANDO GENERALE DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO; REGIONE TOSCANA UFFICIO DI PRESIDENZA; UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI MASSA E CARRARA; UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI LUCCA; UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI PISA; UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI LIVORNO; UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI GROSSETO; COMANDO REGIONE CARABINIERI TOSCANA; COMANDO REGIONE TOSCANA GUARDIA DI FINANZA; ISPETTORATO REGIONALE DELLA TOSCANA DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO; PROVVEDITORATO REGIONALE DELL AMM.NE PENITENZIARIA TOSCANA; QUESTURA DI PISA; QUESTURA DI LIVORNO; QUESTURA DI MASSA E CARRARA; QUESTURA DI LUCCA; QUESTURA DI GROSSETO; DIREZIONE MARITTIMA DELLA TOSCANA - LIVORNO; COMANDO 46^ AEROBRIGATA PISA; CAPITANERIA DI PORTO DI VIAREGGIO; CAPITANERIA DI PORTO DI PORTOFERRAIO; CAPITANERIA DI PORTO DI MARINA DI CARRARA; AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PISA Ufficio protezione civile; AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI LIVORNO Ufficio protezione civile; AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI MASSA E CARRARA Ufficio protezione civile; AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI LUCCA Ufficio protezione civile; AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI GROSSETO Ufficio protezione civile; COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI LIVORNO; COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI PISA; COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI MASSA E CARRARA; COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI LUCCA; COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI GROSSETO; COMANDO PROVINCIALE GUARDIA DI FINANZA DI LIVORNO; REPARTO OPERATIVO AERONAVALE GUARDIA DI FINANZA LIVORNO;

10 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI PISA; COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI LIVORNO; COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI MASSA E CARRARA; COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI LUCCA; COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI GROSSETO; DIREZIONE AEROPORTUALE SCALO GALILEO GALILEI DI PISA; DIREZIONE AEROPORTUALE SCALO BACCARINI DI GROSSETO; A.T.C. - PISA RADAR c/o COMANDO 46^ AEROBRIGATA PISA; AUTORITÀ PORTUALE DI LIVORNO; AUTORITÀ PORTUALE DI MARINA DI CARRARA; AUTORITÀ PORTUALE DI PIOMBINO; UFFICO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI PIOMBINO; UFFICO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI PORTO SANTO STEFANO; DIREZIONE SANITARIA U.S.L. 5 PISA - SERVIZIO 118; DIREZIONE SANITARIA U.S.L. 6 LIVORNO - SERVIZIO 118; DIREZIONE SANITARIA U.S.L. 1 MASSA E CARRARA - SERVIZIO 118; DIREZIONE SANITARIA U.S.L. 12 VIAREGGIO - SERVIZIO 118; DIREZIONE SANITARIA U.S.L. 9 GROSSETO - SERVIZIO 118; COMUNE DI PISA - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI LIVORNO - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI CARRARA - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI MASSA - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI VIAREGGIO - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI PIOMBINO - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI PORTOFERRARIO - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI PORTO S.STEFANO - UFF. PROT.NE CIVILE; COMUNE DI MARINA DI CAMPO - UFF. PROT.NE CIVILE; SERVIZIO DEL CHIMICO DEL PORTO DI LIVORNO; CORPORAZIONE DEI PILOTI DEL PORTO DI LIVORNO; COMPAGNIA RIMORCHIATORI RIUNITI DEL PORTO DI LIVORNO; AVVISATORE MARITTIMO DEL PORTO DI LIVORNO; COMPAGNIA BATTELLIERI E ORMEGGIATORI DEL PORTO DI LIVORNO. per conoscenza COMANDO IN CAPO DEL DIPARTIMENTO MILITARE MARITTIMO DELL ALTO TIRRENO.

11 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I PARTE I

12 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I 1. SCOPO DEL PIANO DI EMERGENZA Le operazioni di soccorso ad aeromobile incidentato in mare sono da considerarsi complesse perché possono essere effettuate a favore di un rilevante numero di persone, possono protrarsi a lungo, anche in condizioni di particolare impegno, possono coinvolgere numerosi mezzi appartenenti a diverse amministrazioni e richiedono un elevata reattività dell organizzazione dei soccorsi. La molteplicità degli elementi di organizzazione che partecipano alle operazioni implica una preventiva pianificazione al fine di evitare disservizi organizzativi che possono penalizzare in modo significativo sia la pronta reazione all emergenza, sia la capacità di coordinamento per gestire le operazioni in corso. Pertanto l attività di pianificazione dei soccorsi a mare per la gestione di una siffatta emergenza, di potenziali grandi dimensioni, deve essere articolata in tre fasi in modo da assicurare: 1 una tempestiva e adeguata ricezione e valorizzazione dell allarme; 2 chiarezza e semplicità delle procedure operative nelle fasi iniziali dell intervento di soccorso nelle quali è necessaria un immediata e ordinata reazione dei mezzi; 3 il massimo coordinamento dell organizzazione dei soccorsi a mare e a terra, quando nell intervento è coinvolta un molteplicità di mezzi, anche appartenenti a diverse amministrazioni. Il piano, inoltre, tiene in considerazione i rischi possibili e potenziali a cui vanno incontro i soccorritori mediante un approfondita analisi della realtà locale compiuta sia in relazione alla specificità dell evento studiato in fase di pianificazione, sia in relazione alla peculiarità della zona di operazioni, qualora in prossimità di un aeroporto costiero. 2. AMBITO DI APPLICAZIONE DEL PIANO Il presente piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile in mare trova la sua applicazione nell ambito dello spazio acqueo marittimo coincidente con la giurisdizione S.A.R. (Search and Rescue) della Direzione Marittima della Toscana, così come individuata dal D.P.R. n 662 del 28 settembre 1994 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n 281 del 1 dicembre Quale organismo preposto al soccorso S.A.R. marittimo, la Direzione Marittima della Toscana provvede dunque ai sensi e secondo le modalità del citato D.P.R. 662/94 alle

13 VARIANTE N in data NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I operazioni di ricerca e salvataggio delle persone coinvolte in un sinistro occorso a un aereo incidentato in mare. L ambito di giurisdizione risulta pertanto delimitato dai seguenti punti: dalla foce del torrente Parmignola ( N E) alla foce del fiume Chiarore ( N E), comprese le isole dell Arcipelago toscano, delimitato a mare dalla spezzata risultante dalla congiungente i seguenti punti: Lat N N N N N N Long E E E E E E 3. DIREZIONE E COORDINAMENTO DEI SOCCORSI IN MARE (a) Autorità coordinatrice dei soccorsi in mare Il coordinamento dei soccorsi in mare durante la fase di risposta iniziale è mantenuto, in 1 a situazione operativa, dall U.C.G. titolare del circondario marittimo in cui si è verificato l evento, se quest ultimo è avvenuto all interno dell area oggetto di delega S.A.R.. Al di fuori di tale caso è immediatamente assunto dall MRSC competente, con il passaggio in 2 a situazione operativa senza attendere l insediamento dello staff di crisi. Il coordinamento dei soccorsi in mare durante la fase di gestione della crisi può essere mantenuto, nei limiti previsti dalla 1 a situazione operativa ed entro il limite della delega S.A.R., dalle UU.CC.GG. che sono sede di capitaneria di porto con VTS operativo nella cui giurisdizione si è verificato l evento, fino a quando lo svolgimento delle operazioni in mare può essere condotto efficacemente. Al di fuori di tale caso è assunto dal 2 MRSC con il passaggio in 2 a situazione operativa senza attendere l insediamento dello staff di crisi o, laddove ritenuto opportuno dal Comando Generale, in 3 a situazione operativa, dall I.M.R.C.C. ai sensi dell articolo del piano nazionale S.A.R. marittimo. (b) Ambito della applicazione della pianificazione di emergenza. Ciascuna U.C.G. titolare del circondario marittimo predispone il piano di emergenza limitatamente alla fase 1 e 2 del soccorso. Le UU.CC.GG. sede di Capitaneria di Porto con VTS operativo devono predisporre il piano di emergenza anche per la fase 3 del soccorso, per l eventuale gestione della crisi in 1 a situazione operativa, secondo quanto stabilito dal precedente comma (a). Le UU.CC.GG., ultimata l elaborazione delle parti del piano di emergenza di propria competenza, trasmettono la relativa documentazione al 2 M.R.S.C. che, dopo avere

14 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I provveduto ad integrarla con la pianificazione relativa alla fase 3 del soccorso di propria competenza, procederà all approvazione del piano secondo le modalità riportate nel al capitolo 6 delle linee guida per l elaborazione del piano di soccorso ad aeromobile incidentato in mare, elaborate dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto. L MRSC Livorno, inoltre procederà eventualmente ad integrare le pianificazioni delle UU.CC.GG. dipendenti relative alla fase di risposta iniziale (fase 2 del soccorso) allo scopo di fronteggiare nel migliore dei modi un evento che accada in uno scenario di altura, cioè al di fuori dei limiti della delega S.A.R. assegnata alle UU.CC.GG. dipendenti, nell ambito marittimo di propria giurisdizione. (c) Direzione unitaria dei soccorsi La gestione delle operazioni di soccorso in mare e di assistenza a terra, che avviene con due organizzazioni che hanno la titolarità delle funzioni in due ambienti diversi, ma strettamente interconnessi, soprattutto nel caso di un scenario costiero, deve essere oggetto di uno stretto coordinamento tra le rispettive autorità coordinatrici al fine di assicurare un efficace gestione dell emergenza. Rimane, comunque, integra la possibilità che, in caso di evento di eccezionali proporzioni e gravità, la Protezione Civile, possa assumere in via straordinaria, anche per il tramite del Prefetto, la direzione unitaria dei soccorsi a mare e a terra (ai sensi della Legge 225/1992, artt. 2.c a 14 e della Legge 245/2002, artt.1.1 e 3, come mod. della Legge n. 286/2002), ferma restando, comunque, la piena ed esclusiva titolarità dell Autorità Marittima riguardo il coordinamento tecnico-operativo delle operazioni di soccorso in mare. 4. LE FASI DI EMERGENZA (1) Le fasi di emergenza aeronautiche In ambito aeronautico le fasi di emergenza evidenziano la situazione di possibile allarme o pericolo per la sicurezza dell aeromobile e sono normalmente correlate alla mancanza di notizie sul volo in corso nel rispetto delle procedure operative eseguite dagli Enti dei servizi del traffico aereo. Le fasi sono definite, secondo l annesso 12 della convenzione di Chicago peraltro non ancora recepita in Italia, come di seguito indicato: FASE DI INCERTEZZA: FASE DI ALLARME: una situazione in cui esiste incertezza quanto alla sicurezza di un velivolo e dei relativi occupanti; una situazione in cui esiste apprensione relativamente alla sicurezza di un velivolo e dei relativi occupanti;

15 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I FASE DI PERICOLO: una situazione in cui vi è una certezza ragionevole che un velivolo ed i relativi occupanti sono minacciati da un pericolo grave e imminente e richiede assistenza immediata. La normativa internazionale tecnico-aeronautica vigente stabilisce le seguenti condizioni operative al fine di considerare esistente una fase di emergenza di un aeromobile in volo: a. INCERFA AERONAUTICA: quando 1) nessuna comunicazione è stata ricevuta da parte di un aeromobile entro un periodo di trenta minuti (10 minuti per i jet militari) dall orario in cui: - si sarebbe dovuta ricevere una comunicazione, ivi inclusa la comunicazione di operations normal, o - è stato effettuato, senza successo, un primo tentativo di stabilire le comunicazioni con tale aeromobile, quale dei due casi si verifichi per primo; oppure 2) un aeromobile manca di arrivare entro trenta minuti (10 per i jet militari) dall ultimo orario stimato in arrivo notificato agli, o stimato dagli, Enti dei servizi del traffico aereo, quale dei due casi si verifichi per ultimo. b. ALERFA AERONAUTICA: quando 1) in seguito alla fase di incertezza, successivi tentativi di stabilire le comunicazioni con l aeromobile o ricerche presso altre fonti pertinenti non hanno fornito alcuna notizia sull aeromobile, oppure 2) un aeromobile autorizzato all atterraggio manca di atterrare entro cinque minuti dall orario stimato di atterraggio e le comunicazioni con l aeromobile non sono state ristabilite, oppure 3) sono state ricevute informazioni indicanti che l efficienza operativa dell aeromobile è menomata, ma non al punto da far ritenere probabile un atterraggio forzato, o quando l ALERFA viene comunque iniziata allorquando si è a conoscenza o si presume che un aeromobile sia soggetto ad atto illegale; c. DETRESFA AERONAUTICA: quando 1) in seguito alla fase di allarme, ulteriori tentativi, senza successo, di stabilire le comunicazioni con l aeromobile e ricerche più a largo raggio, pure esse senza successo, indicano la probabilità che l aeromobile sia in pericolo oppure 2) si ritiene che il carburante a bordo sia esaurito, o insufficiente a consentire all aeromobile di raggiungere la salvezza, oppure

16 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I 3) si ricevono informazioni o c è la ragionevole certezza che l aeromobile stia per effettuare o abbia effettuato, un atterraggio forzato. (2) Gli stati d allarme, emergenza e incidente in ambito aeroportuale Gli stati di allarme/emergenza e incidente aeronautici evidenziano la situazione di possibile allarme o di pericolo per la sicurezza dell aeromobile in ambito aeroportuale sono, di massima, correlati alle notizie ricevute dalla torre di controllo dell aeroporto costiero e relative ad uno stato di allarme o pericolo accertato dell aeromobile in volo. A tal proposito, si deve rilevare che i ruoli e le responsabilità tecnico-operative dei vari enti coinvolti nella gestione a terra in ambito aeroportuale sono definiti in relazione alle seguenti tre situazioni: stato di allarme, situazione nella quale un aeromobile ha, o si sospetta che abbia problemi la cui entità, di norma, non comporta serie difficoltà nell effettuazione di un atterraggio in sicurezza, stato di emergenza, situazione nella quale si ha certezza dello stato di pericolo in cui versa l aeromobile in avvicinamento presso l aeroporto ed i suoi occupanti e un incidente è ritenuto imminente ; stato di incidente, è il caso in cui si sia verificato un incidente nel sedime aeroportuale o nelle aree limitrofe. (3) Le fasi di emergenza secondo la convenzione di Amburgo: Come è noto la situazione di emergenza marittima può iniziare con una prima fase, detta Fase di incertezza (INCERFA MARITTIMA), che rappresenta la situazione nella quale si può dubitare della sicurezza di una persona, di una nave o di un altro congegno. In questa prima fase si svolge un accurata ricerca e raccolta di informazioni, tesa ad acquisire notizie o testimonianze sullo stato di sicurezza del mezzo o delle persone in pericolo. La seconda situazione di emergenza, detta fase di allarme (ALERFA MARITTIMA), si ha quando si può temere per la sicurezza di una persona, di una nave o di un altro congegno. In questa seconda fase, si allarga ed approfondisce l attività di raccolta informazioni e di ricerca delle notizie e si preallertano i mezzi e i servizi di soccorso per l eventuale successivo impiego.

17 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE I Il terzo stadio è la fase di pericolo (DETRESFA MARITTIMA), che rappresenta la situazione nella quale vi è luogo di pensare che una persona, una nave o altro congegno sono minacciati da un pericolo grave ed imminente e hanno bisogno di soccorso. In questa terza fase scattano le operazioni di ricerca e soccorso in mare.

18 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II PARTE II

19 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II PIANIFICAZIONE DELL EMERGENZA (U.C.G.). PREMESSE La parte seconda del presente piano è costituita dalle pianificazioni locali di risposta iniziale e di gestione della emergenza nei limiti delle competenza di ciascun U.C.G. dipendenti dal 2 M.R.S.C. di Livorno. Le pianificazioni di seguito inserite sono riferite alle seguenti U.C.G.: U.C.G. Livorno U.C.G. Viareggio U.C.G. Portoferraio U.C.G. Marina di Carrara U.C.G. Piombino U.C.G. Porto Santo Stefano Parte II A, e III - A Parte II B, e III - B Parte II C, e III - C Parte II D, e III - D Parte II E, e III - E Parte II F, e III F Negli allegati a questa PARTE II si riportano invece l organigramma delle comunicazioni ed il Piano delle Frequenze, che è identico per tutte le U.C.G. DEL 2 M.R.S.C., così da facilitare le comunicazioni tra tutte le unità navali che cooperano sulla scena d azione indipendentemente dalla sede di assegnazione nella giurisdizione.

20 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 Allegato alla PARTE II PARTE II

21 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II

22 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II PIANO DELLE FREQUENZE PER OPERAZIONI DI SOCCORSO AD AEREOMOBILE IN MARE CIRCUITO COMANDO UTENTI CIRCUITO STAFF DI CRISI COORD. OP. SAR O.S.C. MEZZI AEREI PRIMARIO VHF/FM TELEFONO ,650 Mhz SECONDARIO VHF/FM TELEFONO 14 (156,700 Mhz) PRIMARIO HF (1) SECONDARIO HF (1) Diur. Nott Diur.. Nott. G.C. 4 (6967 Khz) G.C. 1 (2241 Khz) G.C. 5 (7963 Khz) G.C. 2 (3636 Khz) TATTICO: (REPORTING) COORD.ZONA STAFF DI CRISI UU.NN. O.S.C. MEZZI AEREI AUTOR. COORDIN 08 (156,400 Mhz) 09 (156,450 Mhz) G.C. 4 (6967 Khz) G.C. 1 (2241 Khz) G.C. 5 (7963 Khz) G.C. 2 (3636 Khz) TATTICO: (COORD.TO MARE TERRA) STAFF DI CRISI MRSC/UCG/OSC & ORGANIZZAZIONE SOCCORSI A TERRA 06 (156,300 Mhz) 15 (156,750 Mhz) SICUREZZA: MEZZI AEREI A.C.O. / TWR MEZZI AEREI APP / PISA RADAR VHF/AM VHF / FM CH ,800 Mhz COLLEGAM.TO M.R.S.C. U.C.G. ENTI OPERANTI IN CONCORSO CON UNITÀ G.C. ABILITATA S.O. 2 M.R.S.C. 0586/ ABILITATA S.O. 2 M.R.S.C. 0586/ G.C. 4 (6967 Khz) G.C. 1 (2241 Khz) G.C. 5 (7963 Khz) G.C. 2 (3636 Khz) Nota: (1) La trasmissione dovrà essere effettuata, di norma, con modulazione USB simplex e con la minima potenza necessaria.

23 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A PIANO DI EMERGENZA AD AEREO INCIDENTATO IN MARE NELL AMBITO DELLA GIURISDIZIONE DELLA Unità Costiera di Guardia L I V O R N O

24 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A 5. IL PIANO DI EMERGENZA a). Ambito territoriale L estensione territoriale entro cui l U.C.G. Livorno svolge la propria attività S.A.R. in prima situazione operativa, anche nei confronti di aeromobili sinistrati in mare, è assegnata con specifico decreto di delega del 2 M.R.S.C.. Limiti di competenza dei vari M.R.S.C. italiani da cui si evincono quelli del 2 M.R.S.C. di Livorno.

25 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A b). Analisi dei rischi Considerazioni generali. La superficie del mare ricadente nella giurisdizione della Direzione Marittima di Livorno è sovrastata da uno spazio aereo che viene attraversato per la quasi totalità della sua estensione, con direttrici di massima nordsud, da varie aerovie e dai percorsi di avvicinamento ad alcuni aeroporti sia civili sia militari ubicati in prossimità della costa. Condizione particolare è invece quella esistente sopra i cieli intorno all Isola d Elba dove si ha un intensificarsi di aerovie che convergono e divergono su di essa in numerose rotte aeree alla quale si aggiunge la presenza di un piccolo aeroporto in prossimità della costa. Ciò premesso il presente piano di emergenza è pensato allo scopo di fornire un utile ed efficace strumento di intervento nei casi in cui sia necessario portare soccorso a velivoli che abbiano effettuato un ammaraggio o un crash aereo. Si è in presenza della prima situazione quando un aereo abbia avuto un impatto controllato con la superficie del mare; mentre nel secondo caso il velivolo impatta l acqua spezzandosi in due o più parti. Oltre al normale traffico commerciale e sportivo, un'altra tipologia di traffico aereo che insiste sull area di giurisdizione è costituita da velivoli ad ala rotante, da velivoli militari e da ultraleggeri. Questi generalmente non seguono piani di volo prefissati e noti, ma possono volare in VFR al di fuori delle quote assegnate dalle aerovie e senza precise rotte predefinite, costituiscono quindi una categoria di possibili soggetti a rischio di sinistro aereo in qualunque punto dell area S.A.R. di giurisdizione. Pertanto l ambito di applicazione del presente piano è tutto quello spazio marittimo, coincidente con l area S.A.R., entro il quale può accadere che un velivolo si trovi nelle condizioni di aver effettuato un ammaraggio o un crash aereo. Tuttavia, pur anche non potendosi escludere nessuna zona marittima ricadente nella giurisdizione di questa Direzione Marittima quale area indenne dal rischio di incidente aereo, si possono ritenere come zone con maggior probabilità di accadimento di sinistro aeronautico quelle più prossime agli aeroporti a ridosso alla costa. Questo, come noto, in considerazione alla maggior pericolosità delle manovre connesse con le procedure operative e tecniche di atterraggio e decollo, e di ingresso e uscita dai circuiti di Holding e Landing aeroportuali. Aeroporto di Pisa. L aeroporto di Pisa va inquadrato, ai sensi dell art. 700 del Cod. Nav. quale aerodromo militare aperto al traffico civile, con prevalenza di quest ultimo in termini di numero di scali. Ne consegue, tra l altro, che il personale della Torre di Controllo e della Sala Controllo radar sono esclusivamente militari dell Aeronautica Militare Italiana.

26 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A Procedura di atterraggio. La pista strumentale sull aeroporto di Pisa è la 04R ed il sentiero di avvicinamento utilizzato normalmente per gli atterraggi è orientato sulla radiale 216 di Pisa V.O.R.. Il sentiero di avvicinamento si può in linea di massima identificare con la congiungente dei punti O.M. (Outer Marker Coord N E) ed il punto JESSY (Coord N E). Procedure di decollo. I velivoli in partenza da Pisa a seconda della SID (Standard Instrumental Departure) che utilizzano, intercettano la linea di costa rispettivamente all altezza della foce del fiume Arno per radiale 279 in direzione MARLY/SPEZI, all altezza di Tirrenia per radiale 254 in direzione di BELEL, all altezza di Calabrone per radiale 174 di Pisa Locator (coincidente con il punto denominato Outer Marker) in direzione Elba (Rife CN 265 e 271 del P.I.V., Pubblicazione Informazioni Volo variante 4 edizione 2/2006 dell Aeronautica Militare Italiana). Alla luce di quanto sopra esposto si individua dunque quale area a maggior sensibilità di sinistro aeronautico ricadente nel settore S.A.R. dell U.C.G: di Livorno la zona di mare sottostante al circuito di atterraggio/decollo dell aeroporto di Pisa Arturo dall Oro ed il tratto di discesa/salita da/per le aerovie. I fondali. Nello specchio acqueo al di sotto dei suddetti percorsi la tipologia del fondale è variabile con prevalenza del fondale di tipo fangoso. Il lento degradare della platea marina verso l alto mare determina un graduale incremento della profondità che, in media, non superiore ai 200 metri. Questo limite viene raggiunto oltre la piattaforma continentale che è pressoché delimitata sul limite esterno verso l alto mare dalla congiungente le isole di Gorgona e di Capraia. Le correnti superficiali. Dall esame delle carte nautiche 1700 da 1 a 12 (Atlante delle correnti superficiali dei mari italiani, I.I.M. edizione 1982) si evince che le correnti marine che attraversano il braccio di mare compreso nella giurisdizione dell U.C.G. Livorno sono pressoché con direzione costante da sud verso nord ed hanno una intensità minima di 0,3 Kts nel mese di settembre ed un massimo di 0,9 Kts nel mese di luglio, con valori medi di intensità durante il resto dell anno intorno a 0,5 Kts. Zone di fonda. Il sentiero di discesa dei vettori aerei sulla pista di Pisa inizia al largo sul mare; all incirca tra l abitato di Antignano e l ingresso al porto di Livorno a circa 14 miglia dalla testa della pista 04R. Pertanto gli aerei in atterraggio sorvolano a quote decrescenti la zona del cono di ingresso al porto di Livorno ad una quota minima di circa 2100 piedi (circa 700 metri). La quota di sorvolo dell area appare comunque ampiamente sufficiente a garantire il margine di sicurezza tra l altezza di volo degli aerei sulla rotta di discesa o di salita e l ingombro aereo (air draft) delle navi eventualmente alla fonda sotto la verticale del sentiero.

27 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A Le tipologie dei velivoli. Le tipologie di aerei che più frequentemente interessano l aeroporto di Pisa facendovi scalo sono i B 737, B 734, B 738; gli AT 42, 45 e 72; i CRJ 1 e CRJ 2, gli A 319, A 320 e A 300B. Questi aerei trasportano un numero di persone mediamente intorno ai individui, con valori massimi di 200 persone (tale eventualità rappresenta circa l 1% dei voli commerciali giornalieri). Sporadicamente effettuano scalo all aerostazione Galileo GALILEI di Pisa aerei Jumbo la cui portata è di circa 270 persone. Esistono infine vettori che trasportano merci pericolose in quantità variabile a seconda del tipo di prodotto. Questa informazione, in caso di sinistro e susseguente intervento di unità navali, verrà comunicata all Autorità Marittima a cura della Sala Operativa della 46 a Aerobrigata di Pisa (tel. 050/ ; linea Emergenza 050/ ) anche con una comunicazione successiva a quella di notifica dell emergenza ma da acquisire comunque prima che i mezzi giungano sul luogo del sinistro. c). Le fasi del soccorso 1). La fase di ricezione e valorizzazione degli allarmi a) Generalità. La fase della ricezione dell allarme è la fase in cui l organizzazione S.A.R. marittima riceve, prende coscienza, acquisisce elementi e valorizza l informazione di allarme relativa ad un aeromobile in volo sul mare procedendo alla sua classifica in una delle tre fasi di emergenza marittima, qualora l informazione non sia già stata classificata dagli enti dei servizi del traffico aereo (ATS) che notificano l allarme, secondo le proprie procedure precedentemente descritte. Questa fase si presenta particolarmente delicata poiché un errore commesso durante la sua conduzione potrebbe inficiare l esito e lo sviluppo dell intera operazione di soccorso. La particolarità della fase risiede infatti sia nella diversa procedura e modalità di inoltro delle comunicazioni di allarme (sistema di riporto di tracce, punti di riferimento, terminologia specifica aeronautica, ecc ) sia nella particolarità delle necessarie informazioni da acquisire da parte del S.A.R. marittimo, quali ad esempio posizione di impatto del velivolo, numero di persone a bordo, eventuale presenza di merci pericolose, quantità di combustibile residuo, non sempre sono immediatamente disponibili all atto dell inoltro della chiamata di allarme effettuata dagli Enti Aeronautici.

28 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A b). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme dagli ACCs. L informazione di allarme proveniente dagli Enti (ATS) dei servizi del traffico aereo può pervenire all organizzazione S.A.R. tramite: - notizia pervenuta dagli ACCs all I.M.R.C.C. La notizia di allarme perverrà tramite: Linea telefonica dedicata utilizzando lo stampato appositamente predisposto; Linea AFTN dedicata all inoltro della messaggistica aeronautica. Le relative informazioni di allarme verranno prontamente inoltrate dall I.M.R.C.C. alle sale operative dei Comandi dipendenti interessati. In futuro, per l inoltro dei dati citati e di tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso in mare con gli ACCs, verranno impiegati ulteriori canali di comunicazione, già concordati a livello centrale, che saranno attivati con successive disposizioni; - notizia pervenuta dalla Torre di Controllo all U.C.G. interessato. La fase di emergenza aeronautica (INCERFA; ALERFA o DETRESFA), o lo stato di allarme o di emergenza/incidente di aeromobile in volo sul mare vengono notificati direttamente dalle Torri di controllo/centro di Controllo Radar all organizzazione S.A.R. marittima periferica di Livorno, con il collegamento punto punto. Questa provvederà a trasmettere all U.C.G. titolare del circondario marittimo di giurisdizione la comunicazione di allarme così come pervenuta dall Ente Aeronautico. Queste informazioni dovranno pervenire, per quanto possibile tramite: o un collegamento luminoso/sonoro, significativo dello stato di allarme emergenza/incidente di un aeromobile e azionato dalla Torri di controllo/centro di Controllo Radar verso la Sala Operativa del 2 M.R.S.C./U.C.G. titolare del circondario marittimo di giurisdizione; o una linea telefonica punto punto tra la Torre di controllo/centro di Controllo Radar e la Sala Operativa del 2 M.R.S.C./U.C.G. titolare del circondario marittimo di giurisdizione, al fine di consentire la comunicazione della posizione dell aeromobile in mare e delle informazioni essenziali relative alla trattazione dell emergenza.

29 NON CLASSIFICATO Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A Sarà opportuno, inoltre, prevedere presso la Sala Operativa del 2 M.R.S.C., titolare del circondario marittimo di giurisdizione: o un ripetitore del radar presente in Torri di controllo/centro di Controllo Radar, quando disponibile; o un ulteriore apparato radio VHF/AM dedicato sulla frequenza aeroportuale del Controllo Radar. L allarme relativo ad un soccorso ad aeromobile in mare deve essere immediatamente riportato dall U.C.G. al M.R.S.C. e all I.M.R.S.C. per l attivazione delle risorse S.A.R. di guardia, prontamente reperibili nelle aree di giurisdizione delle UU.CC.GG. vicine, o occasionalmente disponibili (navi e aeromobili in transito) nella zona di mare vicina all evento. La posizione dell aeromobile in mare rilevata dalla la Torre di controllo/centro di Controllo Radar tramite radar o altri ausili alla navigazione può essere riportata anche con rilevamento vero (definito in termini aeronautici radiale) e distanza in miglia rispetto a dei riferimenti aeronautici (Torre di controllo, VOR, stazioni di assistenza) preventivamente concordati e condivisi dall organizzazione S.A.R. marittima (U.C.G. titolare del circondario marittimo di giurisdizione) con le Torri di Controllo. A tal proposito, in sede locale, la Torre di controllo/centro di Controllo Radar e l organizzazione S.A.R. marittima hanno redatto congiuntamente un apposito elenco dei punti di riferimento aeronautici, corredati delle relative coordinate in latitudine e longitudine (riportato anche graficamente in allegato alla successiva pagina n 31), impiegabili in ambito locale dalla Torre per il riporto delle posizioni dell aeromobile incidentato in mare. Nelle more dell installazione completa dei canali di comunicazione previsti le U.C.G. e la Torre di controllo/centro di Controllo Radar possono già adottare, avvalendosi della sola linea punto punto, le procedure operative sopra descritte, così come sviluppate in sede locale, non appena sottoscritte dal Titolare dell U.C.G., dal Direttore dell aeroporto e dal Responsabile della la Torre di controllo/centro di Controllo Radar. - notizia pervenuta da altra fonte. La notizia di aeromobili in stato di emergenza che perverranno, tramite una qualsiasi altra fonte (nave, persona, Cospas/Sarsat, ecc..) all organizzazione S.A.R. marittima dovranno essere immediatamente riscontrate con gli Enti (ATS) dei servizi del traffico aereo interessati direttamente o, se del caso, tramite I.M.R.C.C.

30 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A c). Modalità per l inoltro delle informazioni di allarme da Centro di Controllo Radar (APP Pisa Radar) dell aeroporto di Pisa. Con i rappresentati dell Aeronautica Militare Italiana, incaricata di effettuare il controllo del traffico aereo nella area C.T.R. di Pisa, in sede di riunione congiunta, sono state stabilite le modalità di riporto dell ultimo eco del vettore aereo rappresentato dal radar. Quando sia stato perso il contatto radar con un aereo, e si possa presumerne la sua caduta in mare, la Sala Radar (APP - PISA Radar) comunicherà la posizione dell ultimo eco-radar ricevuto, la direzione della rotta seguita, la quota e la velocità, se noti, ed ogni ulteriore elemento utile alla determinazione della posizione del velivolo in mare. Il riporto della posizione del punto sarà quindi comunicato dall Ente Radar Aeronautico all Autorità preposta al soccorso marittimo utilizzando uno dei seguenti metodi nell ordine di priorità con cui sono stati di seguito indicati: 1 ). coordinate geografiche Lat. e Long.; 2 ). rilevamento e distanza dal VOR.. Per quanto attiene invece il riporto delle posizioni di aeromobili incidentati con il metodo della gridmap l ente A.T.C. (APP - Pisa RADAR) conferma che non è in grado di rappresentare un reticolato di qualsivoglia dimensione sul PPI dello schermo radar con cui vengono tracciati gli echi dei velivoli. Pertanto l operatore radar in caso sinistro non è in condizione di fornire una posizione dell aeromobile con il metodo della grid map. È stato quindi ritenuto molto più rapido e immediato il riporto della posizione del velivolo incidentato da parte dell A.T.C. con i valori di latitudine e longitudine e/o radiale e distanza da Pisa VOR. È risultato altresì inapplicabile da parte della Torre di Controllo dell aeroporto di Pisa fornire con la metodologia della griglia gridmap il punto di impatto a mare di un aeromobile. L ubicazione della Torre di Controllo infatti è tale che non è nella materiale capacità di avere in visibilità la linea di costa e quindi avere la possibilità di discriminare se il punto di caduta sia sul mare o su terra. Inoltre la stessa Torre è sprovvista della linea punto punto con la sala operativa dell Autorità Marittima. Sono stati poi forniti dall A.T.C. (APP - Pisa RADAR) alcuni punti di riferimento aeronautici, relativi al VOR ed al sentiero di discesa corredati delle relative coordinate in lat. e long. che vengono di seguito riportati:

31 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A PISA V.O.R. Lat N Long E ELBA V.O.R. Lat N Long E GENOVA V.O.R. Lat N Long E Punto Jessy Lat N Long E Punto Outer Marker Lat N Long E Stralcio della carta nautica riportante l area di interesse dalla pianificazione M.R.S.C.; in colore azzurro scuro è evidenziata l area relativa all U.C.G. Livorno.

32 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A d). Modalità esecutive per assegnare tempestivamente la classificazione dell evento. La comunicazione di allarme può provenire sia Enti qualificati del controllo aereo sia da fonti che occasionalmente abbiano la possibilità di assistere al sinistro. Nel primo caso vi è direttamente da parte dell Ente di controllo la valorizzazione dell allarme e quindi la immediata attivazione della Sala Operativa dell Autorità Marittima, comunicando la classificazione della fase. Se invece la notizia di un sinistro/emergenza perviene all Autorità Marittima da altra fonte diversa dalle precedenti, la notizia dovrà essere prima riscontrata con gli altri enti del Controllo aereo, APP PISA Radar, correlando le informazioni in possesso dell Autorità Marittima. A seguito di ciò verrà attribuita la classifica della fase di emergenza da parte dell Autorità Aeronautica; conseguentemente si attiveranno le azioni previste ed eventualmente la catena degli allarmi. 2). La fase di risposta iniziale a) Generalità. Acquisita notizia dell emergenza aerea l U.C.G. Livorno deve attivarsi per portare i primi soccorsi nel minor tempo possibile. A tal proposito dovrà quindi dare immediata risposta con le risorse S.A.R. che sono al momento nella disponibilità e, successivamente con quelle occasionali eventualmente disponibili. Lo strumento operativo attraverso cui si dovranno allertare le predette risorse S.A.R. è costituito dalla cosiddetta catena degli allarmi. L U.C.G., attraverso il Capo Servizio Operazioni, dopo aver attivato ogni risorsa immediatamente disponibile ed utile in relazione allo scenario informa il M.R.S.C. e l I.M.R.C.C.. Provvede quindi a richiamare in sede il personale costituente il team di crisi del caso. b) La catena degli allarmi. La catena degli allarmi rappresenta l ordine di successione con cui vengono attivate le varie componenti dell organizzazione S.A.R. secondo una pianificata e predeterminata logica di risposta. Il centro del coordinamento dei soccorsi a mare si attiva quindi per dare nel più breve tempo possibile la sua risposta all emergenza allertando prioritariamente gli assetti che devono operare nella fase di risposta iniziale, ovvero attiva i servizi di guardia, successivamente quelli prontamente reperibili ed infine quelli occasionalmente disponibili. In un secondo momento e se la situazione operativa lo impone vi è il passaggio alla fase di gestione della crisi.

33 NON CLASSIFICATO - Uso Esclusivo Ufficio Pagina di 262 PARTE II A Per tale successione nelle varie fasi è opportuno che venga seguito lo schema della catena di allarme dei soccorsi dell organigramma in allegato n 1 alla sezione Parte II A riportato alla pagina 35. c) Le azioni pre-pianificate. Alla ricezione della comunicazione di un allarme la Sala Operativa del 2 M.R.S.C. e U.C.G. Livorno, appurato che il sinistro ricade nell ambito della propria area di giurisdizione, si attiva dando corso a una serie di attività predeterminate volte a dispiegare la macchina dei soccorsi per portare con la massima rapidità e tempestività i mezzi nel luogo dell avvenuto sinistro e procedere quindi con il recupero dei naufraghi. Per permettere che il dispiegamento delle risorse S.A.R. avvenga in modo ordinato e sinergico ottimizzando così ogni elemento costitutivo sono state predisposte una serie di schede che riportano, in ordine di priorità, la successione delle azioni che i principali elementi dell organizzazione sono chiamati a fornire e di massima a porre in essere in relazione anche ai vari aspetti peculiari che ogni evento di sinistro aeromarittima porta con sé. In allegato n 3, nella sezione allegati alla PARTE II A del presente piano sono pertanto inserite le schede riferite alle attività minime ritenute indispensabili compiere da parte dei rispettivi soggetti. d) Elenchi degli assetti navali di guardia, aerei e subacquei quando disponibili da allertare nella fase di risposta iniziale. In caso di sinistro ad un aereo che impatta la superficie del mare, la Sala Operativa dell U.C.G. Livorno, si attiva inviando sul posto le risorse S.A.R. che ha immediatamente a disposizione secondo quello che è il normale assetto dei mezzi previsto dai turni di servizio per gli interventi di soccorso a vettori navali. Provvederà poi a disporre per l impiego delle seguenti ulteriori risorse S.A.R. nei tempi e con le procedure previste per l attivazione di ogni specifica risorsa: - Mezzo dedicato S.A.R. aereo (Gommone oceanico A2 o Boston Whaler quando disponibili secondo la normale attività di lavoro giornaliero); - Vigili del fuoco Reparto subacquei; - Previsione di imbarco su seconda M/v CP, qualora del caso; - Risorse S.A.R. Aeronautica Militare Italiana, - Unità navali ed aeree eventualmente in transito nella zona.

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti CAPITANERIA DI PORTO - GUARDIA COSTIERA PORTO EMPEDOCLE

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti CAPITANERIA DI PORTO - GUARDIA COSTIERA PORTO EMPEDOCLE Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti CAPITANERIA DI PORTO - GUARDIA COSTIERA PORTO EMPEDOCLE Via Gioeni 55, 92014 Porto Empedocle (AG) - Centralino: 0922 531811-531812 - Sala Operativa: 0922

Dettagli

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA*

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA* REV. 0 PAG. 1/5 Sommario 1. SCOPO... 2 2. SOGGETTI COINVOLTI... 2 3. ATTIVAZIONE DELL EMERGENZA... 3 4. TEMPI DI ATTIVAZIONE SERVIZI... 4 5. MODALITA OPERATIVE... 4 6. FINE DELLE OPERAZIONI... 7 7. GESTIONE

Dettagli

REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI

REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI Edizione n 1 approvata con disposizione d urgenza del Direttore Generale n. 9/DG

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Certificato n.9175.arpl

UNI EN ISO 9001:2008 Certificato n.9175.arpl L aeroporto di Bergamo Orio al Serio insiste sul territorio dei comuni di Orio al Serio, di Grassobbio e di Seriate, e si trova a pochi chilometri dal centro di Bergamo. Lo sviluppo programmato a partire

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

Comune di Bracciano. Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale

Comune di Bracciano. Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale Comune di Bracciano Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale (approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. del ) Indice Art. 1 Oggetto...

Dettagli

COMUNE DI RENATE Provincia di Monza e Brianza

COMUNE DI RENATE Provincia di Monza e Brianza REGOLAMENTO COMUNALE PER L INSTALLAZIONE E LA TENUTA DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 50 del 25/11/2009 versione 3 03/11/2009 REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE

Dettagli

S.P.A. NAVICELLI DI PISA PROCEDURA 08 MOVIMENTAZIONE PONTI E CONTROLLO DELLA NAVIGAZIONE

S.P.A. NAVICELLI DI PISA PROCEDURA 08 MOVIMENTAZIONE PONTI E CONTROLLO DELLA NAVIGAZIONE S.P.A. NAVICELLI DI PISA PROCEDURA 08 0 01-06-2012 Prima emissione RSGI VICEPRESIDENTE PRESIDENTE / AD REV. DATA DESCRIZIONE REDAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE Pag. 2 di 8 INDICE 1. SCOPO... 3 2. DOCUMENTI

Dettagli

e, p.c. Al Sig. Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco SEDE

e, p.c. Al Sig. Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco SEDE Alle Direzioni Centrali LORO SEDI All Ufficio Centrale Ispettivo Alle Direzioni Regionali e Interregionali VV.F. LORO SEDI Ai Comandi provinciali VV.F. LORO SEDI Agli Uffici di diretta collaborazione del

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato con delibera consiglio comunale n. 175 del 22/11/2006 Modificato con delibera consiglio comunale n. 36 DEL 14/03/2013

Dettagli

COMUNE DI RUFFANO Provincia di Lecce REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI PRONTA REPERIBILITA'

COMUNE DI RUFFANO Provincia di Lecce REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI PRONTA REPERIBILITA' COMUNE DI RUFFANO Provincia di Lecce REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI PRONTA REPERIBILITA' Art. 1 Servizio di Pronta Reperibilità- Istituzione e finalità 1.Nell ambito del Territorio del Comune di Ruffano è

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Circolare n. 25 Prot. AOODPIT/Reg.Uff./509 Roma, 2 marzo 2009 Al Direttore Generale per il personale della scuola SEDE Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI e, p.c. Al Gabinetto

Dettagli

Regolamento per l installazione e l utilizzo di impianti di videosorveglianza del territorio

Regolamento per l installazione e l utilizzo di impianti di videosorveglianza del territorio Regolamento per l installazione e l utilizzo di impianti di videosorveglianza del territorio ARTICOLO 1 FINALITA Le finalità che la Città di Desio intende perseguire con il progetto di videosorveglianza

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

PROCEDURE PER ARRIVI E PARTENZE DEI VISITATORI/PILOTI PARTECIPANTI AL SALONE DEL VOLO DI PADOVA

PROCEDURE PER ARRIVI E PARTENZE DEI VISITATORI/PILOTI PARTECIPANTI AL SALONE DEL VOLO DI PADOVA PROCEDURE PER ARRIVI E PARTENZE DEI VISITATORI/PILOTI PARTECIPANTI AL SALONE DEL VOLO DI PADOVA L organizzazione tiene in altissima considerazione la Sicurezza del Volo e per questo, con il supporto e

Dettagli

Settore Affari Generali e Istituzionali. Disciplinare per le Pubblicazioni on line

Settore Affari Generali e Istituzionali. Disciplinare per le Pubblicazioni on line Settore Affari Generali e Istituzionali Disciplinare per le Pubblicazioni on line ANNO 2014 INDICE Art. 1 Principi generali... 3 Art. 2 Modalità di accesso al servizio on line... 3 Art. 3 Atti destinati

Dettagli

GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO

GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO 1) INTRODUZIONE... 2 2) EMERGENZE DI SERVIZIO... 2 2.1) LE TIPOLOGIE DI EMERGENZA... 2 2.2) INFORMAZIONI RELATIVE ALLE EMERGENZE... 2 3) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI...

Dettagli

REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE

REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE 1.Premessa Gli interventi finalizzati alla gestione delle emergenze che interessano il sistema viario autostradale

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1.

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1. PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE 1. Premessa 2. Campo di applicazione 3. Documenti di riferimento 4. Definizioni

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

SCHEMI LETTERE DI NOTIFICA SCHEMA DI AUTOCERTIFICAZIONE SCHEMI LETTERE DI DESIGNAZIONE SCHEMA LETTERA DI INFORMAZIONE AI LAVORATORI

SCHEMI LETTERE DI NOTIFICA SCHEMA DI AUTOCERTIFICAZIONE SCHEMI LETTERE DI DESIGNAZIONE SCHEMA LETTERA DI INFORMAZIONE AI LAVORATORI SCHEMI LETTERE DI NOTIFICA SCHEMA DI AUTOCERTIFICAZIONE SCHEMI LETTERE DI DESIGNAZIONE SCHEMA LETTERA DI INFORMAZIONE AI LAVORATORI SCHEMA DEL VERBALE DI RIUNIONE PERIODICA Modello A) BOZZA DI LETTERA

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA Allegato A Autorità per l energia elettrica e il gas Guardia di Finanza PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

Dettagli

COSTITUZIONE DI ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE MEDIANTE CONFERIMENTO DI MANDATO COLLETTIVO SPECIALE CON RAPPRESENTANZA

COSTITUZIONE DI ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE MEDIANTE CONFERIMENTO DI MANDATO COLLETTIVO SPECIALE CON RAPPRESENTANZA COSTITUZIONE DI ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE MEDIANTE CONFERIMENTO DI MANDATO COLLETTIVO SPECIALE CON RAPPRESENTANZA I sottoscritti: a) (Capofila). nato a il. nella sua qualità di.. e legale rappresentante

Dettagli

PARTE SECONDA. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 13 aprile 2015, n. 745

PARTE SECONDA. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 13 aprile 2015, n. 745 18465 PARTE SECONDA Deliberazioni del Consiglio e della Giunta DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 13 aprile 2015, n. 745 Protocollo d Intesa relativo alla gestione delle notizie di reato aventi ad oggetto

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGOLAMENTO PER GLI STAGE REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI Pagina:1 di 6 MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI INDICE 1. INTRODUZIONE...1 2. ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL INIZIO DELLE VERIFICHE...2 3. PIANO OPERATIVO DELLE ATTIVITÀ...2

Dettagli

RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali

RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali a) Il piano di volo può essere presentato senza preavviso per le seguenti categorie di voli: 1) antincendio;

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE Art. 1 (Istituzione del servizio) Il Comune di Fossalto promuove il benessere dei propri cittadini, con il fine di inserire ed integrare socialmente

Dettagli

CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169

CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.

Dettagli

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione REGIONE TOSCANA REGIONE TOSCANA Azienda USL3 di Pistoia REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione - AREA della DIRIGENZA MEDICA e VETERINARIA - 1 Finalità La gestione degli incarichi e delle verifiche

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

La prevenzione incendi

La prevenzione incendi Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Direzione Regionale Emilia-Romagna Stabilimenti a rischio di incidente rilevante Nuova scheda tecnica (D.G.R. 392/2009: Direttiva per l applicazionel dell art. 2 della

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE SERVIZIO AMBIENTE REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.63 del 09.08.2012 1 Sommario ART. 1 - Finalità

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

Regolamento Isvap n. 24 del 19 maggio 2008

Regolamento Isvap n. 24 del 19 maggio 2008 Regolamento Isvap n. 24 del 19 maggio 2008 1 Oggetto - 1 Il Regolamento disciplina: a) la proposizione e la gestione dei reclami presentati all ISVAP dalle persone fisiche e giuridiche dalle associazioni

Dettagli

RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI

RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI Normalmente poco considerato nei cantieri. Tuttavia possono costituire fonte di innesco con conseguenze devastanti: - Uso fiamme libere per operazioni di impermeabilizzazioni

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

REGOLAMENTO PER L AFFIDAMENTO DI INCARICHI ESTERNI DI STUDIO, RICERCA, CONSULENZA E COLLABORAZIONE

REGOLAMENTO PER L AFFIDAMENTO DI INCARICHI ESTERNI DI STUDIO, RICERCA, CONSULENZA E COLLABORAZIONE REGOLAMENTO PER L AFFIDAMENTO DI INCARICHI ESTERNI DI STUDIO, RICERCA, CONSULENZA E COLLABORAZIONE APPROVATO CON DELIBERA DI G.C. N. 222 DEL 29/11/2011 Articolo 1 Finalità ed ambito applicativo 1. Il presente

Dettagli

* * * Prot. 300/A/4628/11/101/3/3/9 Prot. 12409 del 18 maggio 2011 18 maggio 2011 R.U. USCITA

* * * Prot. 300/A/4628/11/101/3/3/9 Prot. 12409 del 18 maggio 2011 18 maggio 2011 R.U. USCITA Prot. 300/A/4628/11/101/3/3/9 Prot. 12409 del 18 maggio 2011 18 maggio 2011 R.U. USCITA - ALLE QUESTURE DELLA REPUBBLICA - AI COMPARTIMENTI DELLA POLIZIA STRADALE - ALLE ZONE POLIZIA DI FRONTIERA - AI

Dettagli

2.1.1 Rischi prevedibili

2.1.1 Rischi prevedibili 2.1.1 Rischi prevedibili Per rischi prevedibili s intendono gli eventi per i quali è possibile individuare dei precursori di evento, cioè dei fenomeni che preludono al verificarsi dell evento vero e proprio.

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli

Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07

Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07 Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07 Al termine del primo trimestre ( dicembre) Alla fine del mese di marzo inizio aprile ( valutazione intermedia) Alla fine dell anno scolastico.

Dettagli

TECNOLOGIA E MODELLI ORGANIZZATIVI PER LA GESTIONE DEI SINISTRI. Giacomo Lovati Direttore Sinistri, Unipol Assicurazioni

TECNOLOGIA E MODELLI ORGANIZZATIVI PER LA GESTIONE DEI SINISTRI. Giacomo Lovati Direttore Sinistri, Unipol Assicurazioni TECNOLOGIA E MODELLI ORGANIZZATIVI PER LA GESTIONE DEI SINISTRI Giacomo Lovati Direttore Sinistri, Unipol Assicurazioni Milano, 21 marzo 2012 I tempi di apertura del sinistro e l impatto sulle variabili

Dettagli

DATALOGIC S.P.A. RELAZIONE ALL ASSEMBELA DEGLI AZIONISTI

DATALOGIC S.P.A. RELAZIONE ALL ASSEMBELA DEGLI AZIONISTI DATALOGIC S.P.A. RELAZIONE ALL ASSEMBELA DEGLI AZIONISTI ACQUISTO E DISPOSIZIONE DI AZIONI PROPRIE DELIBERAZIONI INERENTI E CONSEGUENTI Consiglio di Amministrazione 1 aprile 2016 Signori Azionisti, l Assemblea

Dettagli

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE Questa nota è a beneficio degli operatori che intendono svolgere operazioni specializzate, a titolo oneroso (commerciali o

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI COMUNE DI BALLAO Piazza E. Lussu n.3 ~ 09040 Ballao (Cagliari) ~ 070/957319 ~ Fax 070/957187 C.F. n.80001950924 ~ P.IVA n.00540180924 ~ c/c p. n.16649097 REGOLAMENTO CONTROLLI INTERNI I N D I C E TITOLO

Dettagli

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 Allegato 2 DGU 5/2014 UNIONE BASSA REGGIANA (PROVINCIA DI REGGIO EMILIA) Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 1. PREMESSA In data 20.4.2013, è entrato in vigore il D.lgs. 14.3.2013

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 3 gennaio 2013. Nomina del Commissario per fronteggiare la situazione di grave criticità

Dettagli

1 PREMESSA...2 1.1 INTRODUZIONE... 2 1.2 CENNI SULL ITER DI APPROVAZIONE DELL INTERVENTO... 2 3 COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PIANI E PROGETTI...

1 PREMESSA...2 1.1 INTRODUZIONE... 2 1.2 CENNI SULL ITER DI APPROVAZIONE DELL INTERVENTO... 2 3 COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PIANI E PROGETTI... INDICE 1 PREMESSA...2 1.1 INTRODUZIONE... 2 1.2 CENNI SULL ITER DI APPROVAZIONE DELL INTERVENTO... 2 2 OBIETTIVI DELLA RELAZIONE...3 3 COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PIANI E PROGETTI...3 4 CONCLUSIONI...4

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Teramo

PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Teramo Si presenta qui il Protocollo per l identificazione e l approccio alle possibili vittime di tratta elaborato congiuntamente dalla Procura di Teramo, dall Associazione On the Road, dall Ufficio Immigrazione

Dettagli

Disciplinare sulla gestione dei reclami, suggerimenti e segnalazioni dei cittadini nei confronti dell Amministrazione Comunale di Ancona

Disciplinare sulla gestione dei reclami, suggerimenti e segnalazioni dei cittadini nei confronti dell Amministrazione Comunale di Ancona Disciplinare sulla gestione dei reclami, suggerimenti e segnalazioni dei cittadini nei confronti dell Amministrazione Comunale di Ancona Approvato con Delibera di Giunta n 372 del 9 ottobre 2012 Art. 1

Dettagli

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA TURISMO Dirigente: PERUZZINI ALBERTO Decreto N. 185 del 22-07-2013 Responsabile del procedimento: Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA Ordinario [X ] Immediatamente

Dettagli

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI PREMESSA Il panorama delle disposizioni all interno delle quali si pone la manutenzione è cambiato e si avverte la necessità di individuare

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I

Dettagli

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI SALUDECIO Provincia di Rimini ******************************** REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI ART. 3 D.L.10.10.2012 n.174 convertito nella L. 07.12.2012 n.213 Approvato con delibera

Dettagli

Il Ministro delle Attività Produttive

Il Ministro delle Attività Produttive Il Ministro delle Attività Produttive VISTO l articolo 21, del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese di gas naturale che svolgono nel

Dettagli

REGOLAMENTO PROGETTO METANO

REGOLAMENTO PROGETTO METANO REGOLAMENTO PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELL UFFICIO OPERATIVO DELLA CONVENZIONE DI COMUNI PROGETTO METANO Ufficio Progetto Metano - Comune di Torino 1 Art. 1 FINALITA 1. Il presente Regolamento,

Dettagli

Riferimenti normativi

Riferimenti normativi CRITERI E MODALITÀ PER IL RIMBORSO DELLE SPESE DIRETTAMENTE SOSTENUTE DALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI REGOLAMENTATI DA CONVENZIONE I Progetti possono essere integrativi

Dettagli

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA*

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA* REV. 0 PAG. 1/5 Sommario 1. SCOPO... 2 2. SOGGETTI COINVOLTI... 2 3. ATTIVAZIONE DELL EMERGENZA... 3 4. TEMPI DI ATTIVAZIONE SERVIZI... 3 5. MODALITA OPERATIVE... 4 6. FINE DELLE OPERAZIONI... 7 7. GESTIONE

Dettagli

Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI

Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI OGGETTO: CORSI DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA PER LAVORATORI, PREPOSTI, DIRIGENTI - ART. 37 D. LGS. 81/08 Accordi Stato Regioni del 21 dicembre

Dettagli

COMUNE DI ANZANO DI PUGLIA

COMUNE DI ANZANO DI PUGLIA COMUNE DI ANZANO DI PUGLIA Provincia di Foggia REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL GRUPPO COMUNALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 13 in data 04.06.2015

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA L INTEGRITA 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA L INTEGRITA 2014-2016 AZIENDA SPECIALE SERVIZI PUBBLICI LOCALI VIA SOLFERINO, 13 56022 CASTELFRANCO DI SOTTO (PI) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2014-2016 Con la redazione del programma triennale per la

Dettagli

Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS.

Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS. Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS. Approvato dal Consiglio Nazionale il 10 settembre 2005 Art.1 - L A.N.P.AS. svolge attività di Protezione Civile direttamente o attraverso i Comitati Regionali

Dettagli

STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

STATO MAGGIORE DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Linee guida applicative del Sistema di misurazione e valutazione della Performance del Personale Civile delle aree funzionali della Difesa 1. Premessa In data 01/01/2016, è

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione

Dettagli

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA degli iscritti negli Albi tenuti dagli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

Dettagli

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. (Approvato con atto di Consiglio comunale n. 81 del 11/11/2005) indice ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4

Dettagli

2. Articolazione sequenziale dei controlli e delle verifiche ispettive

2. Articolazione sequenziale dei controlli e delle verifiche ispettive Procedura per l effettuazione dei controlli telefonici e delle verifiche ispettive nei confronti di imprese distributrici di gas in materia di pronto intervento svolti ai sensi della deliberazione dell

Dettagli

Articolo 1 Composizione

Articolo 1 Composizione Regolamento interno di organizzazione per il funzionamento della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Istituita dall art. 3, comma 7, della legge 12 luglio

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DELIBERAZIONE 31 OTTOBRE 2012 449/2012/A/EFR STIPULA DI CONVENZIONE CON LA SOCIETÀ RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI

Dettagli

DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012

DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 OGGETTO: L. 365/00. Istanza di aggiornamento PAI Tagliamento, ai sensi dell art. 6 delle Norme di Attuazione, a seguito della progettazione di interventi urgenti

Dettagli

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni CONVEGNO FACILITY MANAGEMENT: LA GESTIONE INTEGRATA DEI PATRIMONI PUBBLICI GENOVA FACOLTA DI ARCHITETTURA 06.07.2010 Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei

Dettagli

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Direttiva del 28 settembre 2009 Indirizzi interpretativi ed applicativi in materia di destinazione delle spese per l acquisto di spazi pubblicitari da parte delle Amministrazioni dello Stato ai sensi dell

Dettagli

COMUNE DI VIGNALE MONFERRATO Provincia di Alessandria REGOLAMENTO GRUPPO VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE

COMUNE DI VIGNALE MONFERRATO Provincia di Alessandria REGOLAMENTO GRUPPO VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI VIGNALE MONFERRATO Provincia di Alessandria REGOLAMENTO GRUPPO VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE INDICE: ARTICOLO 1: ARTICOLO 2: ARTICOLO 3: ARTICOLO 4: ARTICOLO 5: ARTICOLO 6: ARTICOLO 7 : ARTICOLO

Dettagli

NOTIFICAZIONE E PUBBLICITÀ LEGALE DEGLI ATTI NELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIGITALE

NOTIFICAZIONE E PUBBLICITÀ LEGALE DEGLI ATTI NELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIGITALE Università degli Studi di Macerata NOTIFICAZIONE E PUBBLICITÀ LEGALE DEGLI ATTI NELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIGITALE La società dell informazione e della conoscenza Tutte le organizzazioni, pubbliche

Dettagli

AVVIO DI UN PROCEDIMENTO PER L ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI SANZIONATORI E PRESCRITTIVI PER VIOLAZIONI IN MATERIA DI PRONTO INTERVENTO GAS

AVVIO DI UN PROCEDIMENTO PER L ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI SANZIONATORI E PRESCRITTIVI PER VIOLAZIONI IN MATERIA DI PRONTO INTERVENTO GAS DELIBERAZIONE 15 GENNAIO 2015 1/2015/S/GAS AVVIO DI UN PROCEDIMENTO PER L ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI SANZIONATORI E PRESCRITTIVI PER VIOLAZIONI IN MATERIA DI PRONTO INTERVENTO GAS L AUTORITÀ PER L ENERGIA

Dettagli

FASE DI PROGETTAZIONE DELL OPERA

FASE DI PROGETTAZIONE DELL OPERA Premessa La presente relazione è stata elaborata in ottemperanza a quanto disposto dall art. 18, comma 1, lettera f) del DPR 554/99 (Regolamento di attuazione alla legge quadro in materia di lavori pubblici

Dettagli

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.

Dettagli

Effettuare gli audit interni

Effettuare gli audit interni Scopo Definire le modalità per la gestione delle verifiche ispettive interne Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Qualità (centrale) e Referenti Qualità delle sedi territoriali Direzione Qualità

Dettagli

PROCEDURA SCR_PG. - 07.2 Prestazione del servizio di certificazione del Sistema di Gestione della Qualità in organizzazioni multisite.

PROCEDURA SCR_PG. - 07.2 Prestazione del servizio di certificazione del Sistema di Gestione della Qualità in organizzazioni multisite. PROCEDURA SCR_PG. - 07.2 Prestazione del servizio di certificazione del Sistema di Gestione della Qualità in organizzazioni multisite. STATO DEL DOCUMENTO REV. PAR. PAG. DESCRIZIONE Data REV. 01 Emissione

Dettagli

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica Indirizzo Trasporti e logistica Profilo Il Diplomato in Trasporti e Logistica: ha competenze tecniche specifiche e metodi di lavoro funzionali allo svolgimento delle attività inerenti la progettazione,

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

Come accedere ai laboratori del DPSS CORSO DI FORMAZIONE PER L'ACCESSO AI LABORATORI DELL'ATENEO

Come accedere ai laboratori del DPSS CORSO DI FORMAZIONE PER L'ACCESSO AI LABORATORI DELL'ATENEO DPSS Dipartimento di Psicologia dello Come accedere ai laboratori del DPSS GUIDA RAPIDA 1. Scaricare e compilare la " Scheda di accesso ai corsi per i frequentatori dei laboratori" 2. Accedere a: https://elearning.unipd.it/servizioformazione/

Dettagli

- l art. 21 del C.C.N.L. Area del Comparto dell 1/9/95; - l art. 22 del C.C.N.L. Area del Comparto del 21/09/01;

- l art. 21 del C.C.N.L. Area del Comparto dell 1/9/95; - l art. 22 del C.C.N.L. Area del Comparto del 21/09/01; $&&25'2 GHO/8*/,2 75$/ $00,1,675$=,21((/(25*$1,==$=,21,6,1'$&$/, $5($'(/&203$572 5(*2/$0(1723(5/ $&&(662$/ ',5,772$//2678',2! /(3$57, 9,67, - l art. 21 del C.C.N.L. Area del Comparto dell 1/9/95; - l art.

Dettagli

Azienda Sanitaria Firenze

Azienda Sanitaria Firenze Azienda Sanitaria Firenze I Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro in relazione al D.Lgs. 231/01 DALLA VERIFICA DELL APPLICAZIONE FORMALE ALLA VALUTAZIONE DELL EFFICACIA DEL

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

È adottato e posto n vigore Il seguente

È adottato e posto n vigore Il seguente STATUTO E REGOLAMENTO PER LA FORMAZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO SCIENTIFICO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DI CORSI DA PARTE DI VILLA SERENA S.P.A. PROVIDER E.C.M. ACCREDITATA PROVVISORIAMENTE

Dettagli

Questionario di esame per L'ATTESTATO DI VOLO DA DIP. O SPORT.

Questionario di esame per L'ATTESTATO DI VOLO DA DIP. O SPORT. Questionario di esame per L'ATTESTATO DI VOLO DA DIP. O SPORT. Parte 8 - ELEMENTI DI LEGISLAZIONE AERONAUTICA 1 È consentito pilotare un apparecchio VDS facendo uso, da parte del pilota, di medicinali,

Dettagli