Nucleo Idroelettrico Terni. EMAS - Dichiarazione Ambientale aggiornata

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1 Nucleo Idroelettrico Terni EMAS - Dichiarazione Ambientale aggiornata 21

2 Indice 3 Presentazione 4 Il Gruppo E.ON 6 Il Nucleo Idroelettrico Terni 15 La politica ambientale di E.ON e del Nucleo Idroelettrico Terni 16 Gli aspetti ambientali dell attività 26 Salute e Sicurezza 28 Rapporti con il territorio 3 Il programma ambientale 34 Il bilancio degli indicatori 39 Appendice 49 Glossario 52 Informazioni al pubblico Nucleo Idroelettrico Terni Dichiarazione Ambientale aggiornata 21 E.ON Produzione S.p.A. - Nucleo Idroelettrico Terni (Codice NACE 35.11: Produzione e distribuzione di energia elettrica) Questo sito è dotato di un sistema di gestione ambientale e i risultati raggiunti in questo settore sono comunicati al pubblico conformemente al sistema comunitario di ecogestione ed audit. GESTIONE AMBIENTALE VERIFICATA Reg. n IT-538

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4 3 Presentazione Nel 25 il Nucleo Idroelettrico di Terni ha conseguito la certificazione ambientale secondo la norma ISO 141 e la registrazione EMAS per tutti i suoi impianti. Lo ricordiamo come un grande risultato che ha richiesto un notevole sforzo di tutti i lavoratori sia in termini organizzativi che di impegno personale. Oggi, a distanza di sei anni dalla prima convalida, ci avviamo verso il secondo rinnovo della certificazione con la consapevolezza di chi sa di produrre un bene primario come l energia elettrica con modalità lavorative regolate da un sistema di gestione ambientale consolidato a tutti i livelli dell organizzazione e costantemente impegnato a conciliare l attività industriale con il rispetto per la natura. Il 21 ci ha visti impegnati nell ultima fase di rinnovamento dei nostri gruppi di produzione, iniziata nel 28. La realizzazione di questo grande progetto ci ha permesso di adottare moderne tecnologie e soluzioni costruttive tese ad aumentare l efficienza del macchinario e a ridurre i rischi ambientali connessi con il processo produttivo. La riduzione dei volumi di olio idraulico e lubrificante e l utilizzo di sostanze ecocompatibili sono solo alcuni dei provvedimenti che testimoniano il nostro impegno per la salvaguardia dell ambiente. Il presente documento, predisposto in conformità al Regolamento CE 1221/29 EMAS, fornisce al lettore uno strumento di facile consultazione per un immediata comprensione del processo idroelettrico e una visione d insieme degli impianti del Nucleo di Terni. Per i più attenti e interessati, è possibile farsi un idea dell evoluzione dei dati di esercizio, degli indicatori di prestazione e del programma di miglioramento impostato per il prossimo triennio. Rimaniamo naturalmente disponibili a fornire informazioni di natura tecnica e ambientale e saremo lieti di valutare con interesse proposte e spunti che dovessero giungerci su questi temi. Consapevole dell impegno necessario per il conseguimento degli obiettivi che ci siamo dati, colgo l occasione per ringraziare tutti i colleghi che, con passione e spirito di appartenenza, continuano a prestare la loro opera al servizio di questo gruppo di impianti. Terni, maggio 211 Cristiano Biacchi Capo Nucleo Idroelettrico Terni

5 4 Il Gruppo E.ON In Europa, Russia e Nord America, gli oltre 85. dipendenti di E.ON hanno generato nel 21 vendite per 93 miliardi di euro. L obiettivo di E.ON è generare Cleaner & Better Energy ovunque si trovi a operare. La nuova strategia che sta implementando trasformerà l Azienda in un provider globale specializzato in soluzioni energetiche. Il motto Cleaner & Better Energy Ovunque si trovi a operare, il motto di E.ON è Cleaner & Better Energy. Il vantaggio sui competitor: l obiettivo di E.ON è quello di migliorare sempre e ovunque il sistema energetico. I propri prodotti e servizi migliorano la qualità dell energia per i clienti in termini di protezione dell ambiente e competitività. Un energia sempre più rispettosa del clima, che migliora il valore dell azienda per i propri clienti, un risultato raggiunto anche grazie all implementazione delle ultime tecnologie. Tecnologie che E.ON conosce meglio dei propri competitor e che utilizza per sviluppare prodotti e servizi migliori. tradizionale di energia, le rinnovabili, il trading, il gas e trovare soluzioni energetiche innovative per i nostri clienti. Un nuovo approccio che porterà benefíci a tutti i dipendenti, ai clienti, agli investitori e al territorio. Il focus: E.ON si concentra su ciò che sa far meglio e nei luoghi dove può portare valore aggiunto, e questo è produrre e vendere energia in mercati competitivi e internazionali. Il nostro core business è la produzione

6 5 E.ON in Italia E.ON, presente in Italia dal 2, concentra la sua attività sulla produzione di energia elettrica e sulla vendita di energia e gas. L Azienda si posiziona oggi fra i leader del mercato italiano dell energia, con una capacità produttiva pari a circa 6,4 GW, un fatturato di 3,6 miliardi di euro e oltre 9mila clienti. La capacità totale installata in Italia è di 6,4 GW di cui: Termoelettrica 5,6 GW Idroelettrica,5 GW Eolica,3 GW Solare 1,4 MW

7 6 Il Nucleo Idroelettrico Terni Nucleo Idroelettrico Terni 53 MW ll Nucleo Idroelettrico Terni è ubicato sul territorio delle regioni Umbria, Lazio e Marche; in particolare, i suoi impianti ricadono nei bacini idrografici dei fiumi Tevere, Nera e Velino. Gli impianti e le opere idrauliche si trovano nelle province di Terni, Perugia, Rieti e Macerata mentre la sede della Direzione del Nucleo è nella città di Terni. Di seguito, a pagina 9, si riportano in forma sintetica informazioni e dati caratteristici del Nucleo Idroelettrico Terni. La Struttura Organizzativa L organizzazione del Nucleo conferisce al Capo Nucleo piena responsabilità, autorità e autonomia per la definizione e attuazione della politica e del programma ambientale del sito, nonché la gestione di tutti gli aspetti ambientali e di sicurezza. In particolare, egli ha l autorità per assicurare l introduzione, l applicazione e il riesame del Sistema di Gestione Ambiente, Salute e Sicurezza, per elaborare i percorsi formativi rivolti al personale. Dal 1 gennaio 211 il Nucleo Idroelettrico ha assunto la struttura organizzativa di seguito dettagliata. Sezione Esercizio Impianti affidata a un Capo Sezione composta dalle seguenti Unità: l Unità Esercizio e Teleoperazioni alla quale è affidata la teleconduzione degli impianti tramite la sala operativa del Posto di Teleconduzione, i rapporti con Energy Trading, la programmazione e il controllo dei dati di esercizio e i rapporti con le Autorità locali in relazione alla gestione elettrica e idraulica;

8 7 i Reparti Operativi di Galleto e Baschi, responsabili del funzionamento degli impianti, delle manovre e messe in sicurezza, dei controlli e manutenzione corrente e della reperibilità e guardiania dighe; l Unità Controllo Dighe e Opere Idrauliche che provvede ai controlli e alle misure statiche delle opere e supporta l Ingegnere Responsabile delle dighe nei rapporti con l Ufficio Tecnico per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture. Sezione Lavori affidata a un Capo Sezione e composta dalle seguenti unità: l Unità Lavori Elettromeccanici dedicata all individuazione, progettazione, gestione e coordinamento dei lavori di natura meccanica, elettrica di automazione e controllo affidati a terzi; l unità supporta inoltre la Direzione di Nucleo per la pianificazione dei programmi delle attività a breve e medio termine oltre a collaborare con l Area Tecnica per l elaborazione di grandi progetti e lavori elettromeccanici; l Unità Lavori Idrocivili dedicata all individuazione, progettazione, gestione e coordinamento dei lavori di natura civile/edile e idraulica affidati a terzi, alla gestione dei servizi di manutenzione delle aree a verde e del patrimonio immobiliare strumentale al processo produttivo; l unità supporta inoltre la Direzione di Nucleo per la pianificazione dei programmi di attività a breve e medio termine oltre a collaborare con l Area Tecnica per l elaborazione di grandi progetti e di lavori idrocivili. Linea Ambiente e Sicurezza affidata a un Capo Linea che: supporta la Direzione di Nucleo nell analisi e nella corretta applicazione della normativa vigente riguardante il processo produttivo; ha la responsabilità della gestione degli aspetti ambientali e di sicurezza sul lavoro e della cura e mantenimento dei Sistemi di Gestione ISO 141/EMAS e ISO 181/OHSAS sotto il diretto coordinamento del Rappresentante della Direzione. Linea Personale e Servizi affidata a un Capo Linea che: supporta la Direzione di Nucleo nelle relazioni industriali con le organizzazioni sindacali regionali e locali; garantisce la corretta applicazione della normativa contrattuale e il rispetto degli accordi sindacali in essere; provvede all amministrazione del personale del Nucleo e di tutte le strutture di staff in forza presso la sede di Terni in collaborazione con la Direzione Centrale delle Risorse Umane; gestisce i rapporti con il Medico Competente e i Servizi Generali di società per la sede di Terni. Sono infine presenti le seguenti linee di staff della Direzione di Nucleo.

9 8 E.ON Produzione Capo Nucleo Capo Linea Personale e Servizi Capo Linea Ambiente e Sicurezza Capo Sezione Esercizio Capo Sezione Lavori Esercizio, automazione e teleoperazioni Lavori elettromeccanici Lavori idrocivili Posto Teleconduzione Programmazione e controllo dati Reparto operativo Galleto Reparto operativo Baschi Controllo dighe e opere idrauliche Reparto operativo Galleto sede Cotilia Reparto operativo Baschi sede Narni Reparto operativo Galleto sede Preci Figura 1: Organigramma del Nucleo

10 9 Scheda tecnica del Nucleo Idroelettrico Terni Direzione Tipologia di impianti Codice NACE Proprietà Centrali di produzione Derivazioni - di cui a bacino - a serbatoio - ad acqua fluente Centrali di pompaggio Produzione media annua (26-21) Superficie totale interessata dagli invasi Superficie totale bacini imbriferi Numero di dighe Periodo di costruzione degli impianti Addetti (al ) Via Valnerina, 9-51 Terni Centrali di produzione idroelettrica (ex 4.11) Produzione di energia elettrica E.ON S.p.A. n. 16 n. 25 n. 6 n. 2 n. 17 n. 1 GWh km 2 32,498 km 2 21,234 n. 7 dal 1911 al 28 n. 7 Figura 2 Gli impianti Le centrali idroelettriche Nome Altolina Alviano Baschi Borgo Cerreto (Stazione di pompaggio) Cervino Corbara Cotilia Galleto/M.S.A. Monte Argento Nera Montoro Narni Ponte Sargano Preci Sersimone Sigillo Triponzo Visso Comune Indirizzo Provincia Foligno Loc. Altolina Alviano Loc. Pian della Nave, 4 Baschi Voc. S. Lorenzo, 125 Cerreto di Spoleto S.S. 29 Valnerina km 46,95 Terni Ex stabilimento Papigno Orvieto Loc. Corbara Cittaducale Via Cicolanense, 1 Terni S.S. Valnerina km 4,7 Terni Via Pasteur, 3 Narni Via dello Stabilimento, 161 Narni Via Tiberina, 548 Cerreto di Spoleto S.S. 319 Sellanese km 22,9 Preci Loc. Case Sparse di Corona, 13 Terni Strada di Cervara Posta S.S. 4 Salaria km 15, Cerreto di Spoleto S.S. 29 Valnerina km 5,75 Visso Via dei Molini, 6 PG TR TR PG TR TR RI TR TR TR TR PG PG TR RI PG MC Figura 3 Gli impianti Le dighe Nome Comune Indirizzo Provincia Aia Alviano Corbara La Morica Marmore Salto Turano Narni Alviano Baschi Narni Terni Petrella Salto Rocca Sinibalda Via delle Pretare, 51 Loc. Pian della Nave, 4 S.S. 448 km 2,26 S.S. Ortana, 324 Conti Menotti Strada Cicolana Via Turanense TR TR TR TR TR RI RI Figura 4

11 1 L impianto e i processi produttivi Il processo idroelettrico consente di convertire l energia potenziale di una massa d acqua posta in quota in energia elettrica mediante l azionamento con un flusso idrico dei gruppi turbina-alternatore posti al piede del salto idraulico. I sistemi idroelettrici sono costituiti dalla successione di opere di derivazione, di canali di adduzione, di serbatoi e di centrali collocati lungo l asse vallivo che utilizzano le acque derivate a partire dalle quote superiori, valorizzando la potenzialità idraulica della risorsa idrica sul massimo del salto disponibile. In caso di più impianti in successione, all uscita dalla centrale di produzione, l acqua viene captata e nuovamente inviata alla centrale successiva per essere utilizzata su un nuovo salto; con il procedere verso valle il volume dell acqua turbinata tende a crescere grazie al contributo di nuovi apporti provenienti da derivazioni effettuate lungo lo sviluppo degli impianti fino alla sezione di chiusura finale. Una volta prelevata dalla rete idrografica, l acqua viene dunque impiegata più volte all interno degli impianti al fine di valorizzare al meglio tutto il suo contenuto energetico. Al termine del ciclo idroelettrico, le acque sono restituite definitivamente ai corsi idrici rialimentando il ciclo idrologico naturale. Il prelievo delle acque dal reticolo idrografico naturale avviene mediante uno sbarramento dei corsi idrici e la captazione dei deflussi con opere idrauliche adeguate. Questo tipo di intervento assume rilevanza diversa a seconda delle dimensioni del corso d acqua e in funzione della necessità o meno di creare un serbatoio a monte della opera idraulica. Si può dunque distinguere per semplicità tra opere di presa, la cui funzione è quella di prelevare le acque e convogliarle verso altre fasi del ciclo, e dighe finalizzate all accumulo durevole di acqua per le esigenze di regolazione degli impianti di produzione. Nel primo caso, le opere idrauliche hanno dimensioni proporzionali alle caratteristiche dei corsi d acqua ma in generale risultano limitate a una decina di metri di lunghezza del coronamento per altezze variabili da 2 a 8 m. Le opere di regolazione sono di caratteristiche variabili: possono essere del tipo a paratie mobili oppure a soglia fissa in muratura. La derivazione in generale prevede le seguenti azioni: imbocco dei deflussi nel corpo del manufatto attraverso bocche di presa, griglie metalliche disposte nel corpo della traversa (lateralmente al corso d acqua o trasversalmente) che immettono le acque in misura proporzionale alla portata naturale. Tutta la portata in arrivo è deviata verso le bocche di presa; decantazione delle acque in appositi manufatti (dissabbiatori) per l estrazione del materiale sedimentabile a granulometria medio-fine (sabbie e limi). Tali opere, talvolta a cielo aperto, talvolta in galleria, hanno uno sviluppo nell ordine della decina di metri e sono collegate al corso d acqua da paratoie poste normalmente al termine del manufatto per lo scarico; immissione della portata derivata nelle opere di adduzione, canali in galleria a servizio delle utenze successive; rilascio di portate a valle delle traverse mirato a garantire tutti gli usi plurimi della risorsa idrica, in attuazione agli obblighi previsti nei disciplinari di concessione e dalle leggi vigenti. Il rilascio viene normalmente attuato mediante l apertura controllata degli organi di scarico od organi dedicati. Le attività di manutenzione delle opere di presa prevedono azioni di pulizia delle bocche di presa (definite sghiai) dal materiale solido grossolano che si posiziona all imbocco e non consente il corretto esercizio delle bocche stesse. Questi interventi consistono nell apertura di apposite paratoie posizionate sulla sezione di derivazione che, in condizioni prestabilite di portata naturale, consentono il passaggio dei deflussi e del materiale sedimentato. Tali operazioni hanno cadenza variabile a seconda delle condizioni di esercizio e della dimensione dell opera. Ulteriore attività di manutenzione consiste nella pulizia dei dissabbiatori che avviene con cadenza variabile da opera a opera e nell ambito della stagione, normalmente in contemporanea con gli sghiai: si attua una chiusura dell immissione alle opere di adduzione e l apertura delle paratoie di immissione in alveo. L acqua transita nelle vasche e trasporta i sedimenti raccolti sul fondo dei dissabbiatori fino all alveo. Le manovre vengono condotte con la massima attenzione e gradualità, secondo precise modalità, modulando i deflussi per evitare la formazione di onde di piena non compatibili con le condizioni dell alveo e comunicando con debito anticipo le operazioni alle autorità locali.

12 11 Le dighe consentono la formazione di serbatoi per l accumulo di acqua derivata al servizio delle centrali idroelettriche. Tali manufatti, oltre a derivare le acque di competenza del proprio bacino idrografico, costituiscono uno sbarramento della valle ove sono collocate dando origine a invasi di dimensioni variabili. Le modalità di esercizio delle dighe rispondono alle seguenti priorità gestionali: garantire le condizioni ottimali di utilizzo dei gruppi di produzione in termini di disponibilità di acqua invasata e di quota di invaso; garantire le più rigorose condizioni di sicurezza degli impianti sia in termini strutturali, sia nei riguardi delle modalità di esercizio idraulico. La manutenzione degli invasi prevede interventi differenziati in relazione alle diverse opere. Per i grandi serbatoi le condizioni di esercizio non richiedono, di norma, interventi specifici relativamente al bacino di invaso: le dimensioni dei serbatoi garantiscono una presenza trascurabile di sedimenti. In altri casi si pone invece la necessità di interventi di rimozione dei sedimenti secondo criteri definiti in Piani di Gestione personalizzati per ciascun invaso di cui si dirà nel seguito. Trasferimento acque derivate Il trasporto delle acque derivate fino ai serbatoi di regolazione, oppure da questi verso la centrale di produzione, avviene mediante canali idraulici in galleria o a cielo aperto che, funzionando a gravità o in pressione, garantiscono il trasferimento delle acque all interno del sistema. Realizzati tra il 1922 e il 1994 con tecniche di scavo tradizionali, le opere del Nucleo presentano sezioni variabili con tipologie di rivestimento differenti a seconda dello stato delle rocce attraversate e delle condizioni di esercizio (a pelo libero o in pressione); per esempio si ritrovano tratti di galleria non rivestiti dove le rocce presentano buone condizioni di stabilità e compattezza, tratti rivestiti in calcestruzzo per garantire la miglior tenuta idraulica, tratti rinforzati con centine dove sono richieste specifiche azioni di stabilizzazione. I canali sono soggetti a cicli di controllo ogni otto/dieci anni che prevedono la messa fuori esercizio dell intero impianto, l ispezione visiva con il rilevamento dello stato dei rivestimenti e la segnalazione per eventuali interventi di manutenzione. Invio in Centrale In generale l invio delle acque in Centrale è effettuato tramite condotte forzate, tubazioni di grande diametro disposte sulla linea di massima pendenza dove le acque provenienti dal bacino di regolazione acquistano la necessaria velocità per azionare le pale delle turbine compiendo un salto pari al dislivello tra monte e valle. Le condotte sono realizzate in materiale metallico e si presentano sia all aperto, appoggiate sul versante, sia in caverna. Le manovre di regolazione dei deflussi vengono effettuate azionando appositi organi d intercettazione (valvole rotative, a farfalla, paratoie) poste alle estremità delle condotte; un dispositivo di disconnessione idraulica, costituito da un pozzo piezometrico, interposto tra la galleria di adduzione e la condotta forzata, evita la generazione di sovrapressioni all interno della galleria in grado di produrre effetti dannosi sulla struttura. Sulle condotte si effettuano ispezioni visive periodiche e all occorrenza rilievi strumentali. Produzione La produzione di energia elettrica è ottenuta dall azionamento del gruppo turbina-alternatore da parte dell acqua proveniente dalla condotta forzata, al piede del salto. Il flusso a elevato carico idraulico impatta con le pale della turbina che, collegata rigidamente all alternatore, consente la produzione di energia elettrica alla tensione normalmente di 1 kv e alla frequenza di 5 Hz della rete. Le centrali sono realizzate in caverna, a profondità variabile, oppure all esterno, dove gli edifici sono realizzati al piede del versante. Esaurita la sua azione dinamica, l acqua viene allontanata verso il canale di scarico. Le diverse centrali si differenziano tra loro per potenza installata e modalità tecnica di produzione, variabile in funzione del salto e della portata disponibile. Tali differenze non sono comunque significative rispetto alla individuazione delle attività di processo. Restituzione acque in alveo Al termine del ciclo di produzione le acque vengono recapitate nel corpo idrico prossimo all impianto; in alcuni impianti, posti uno dopo l altro, l acqua passa direttamente dallo scarico della centrale di monte all opera idraulica di alimentazione della centrale di valle. In ogni caso l acqua viene integralmente restituita al fiume allo scarico dell ultima centrale di asta. La restituzione dei deflussi avviene secondo l andamento dei cicli di produzione, la portata quindi può variare in modo significativo nell arco della giornata in relazione all energia da produrre.

13 12 Trasformazione elettrica in alta tensione, connessione alla rete di trasmissione La trasformazione dell energia elettrica in media e alta tensione, che consente l immissione della stessa sulla rete di trasmissione, viene effettuata con trasformatori elevatori raffreddati con sistemi acqua-olio o aria-olio collocati normalmente all aperto nella stazione elettrica annessa alla centrale, sporadicamente al chiuso. Le stazioni elettriche possono avere un numero variabile di stalli (elementi della stazione collegati alla rete) in funzione della configurazione delle linee di trasmissione. La storia e il futuro del sito Tra le novità degli ultimi anni che hanno avuto riflessi importanti dal punto di vista ambientale si segnala: l entrata in servizio nel 28 della centrale idroelettrica di piccola taglia realizzata a valle della diga di Corbara che utilizza il rilascio dalla diga corrispondente al minimo deflusso vitale prima che l acqua venga immessa nel fiume Tevere. La centralina ha una potenza nominale di 868,24 MW e, con un salto medio di 36 metri, utilizza e rilascia in alveo una portata costante pari a 2,46 m 3 /s. È importante notare che, anche quando la centrale è ferma, il rilascio sul fiume viene comunque garantito attraverso una valvola di by-pass che si apre automaticamente; l attivazione nella Centrale di Monte Argento di un sistema di rilevazione di tracce di olio (lubrificante o idraulico) nell acqua di drenaggio della centrale che viene restituita al corpo idrico. Questo sistema consente di intervenire tempestivamente con arresto dei gruppi di produzione e utilizzo di materiali oleoassorbenti in caso di accidentali sversamenti di olio nell acqua. L attivazione del sistema di rilevamento rientra nell ambito del più ampio programma di miglioramento già avviato dall Organizzazione negli anni passati; l utilizzo di lubrificanti (oli e grassi) a minor impatto ambientale. Si tratta di sostanze biodegradabili che, a contatto con acqua, vengono trasformate in sostanze chimicamente più semplici che non presentano effetti negativi per l ambiente. In particolare, dopo una fase sperimentale avviata nel 28, si è introdotto l uso di questi lubrificanti su alcune installazioni, come sistemi idraulici e di lubrificazione di gruppi idroelettrici (Centrale di Alviano), e gru per la movimentazione dei materiali rimossi dai corsi d acqua prima del loro uso nel processo idroelettrico attraverso macchine denominate sgrigliatori. Queste possono quindi definirsi sostanze eco-compatibili in quanto possiedono caratteristiche di biodegradabilità associate a quelle di non tossicità. Da un lato, infatti, la biodegradabilità stabilisce la capacità di un lubrificante di decomporsi in acqua e anidride carbonica sotto l azione dei microbatteri, dall altro la non tossicità definisce la proprietà di una sostanza di non essere nociva per l ambiente e le specie viventi del pianeta. Questi concetti sono stati normati attraverso marchi ecologici nazionali - come, per esempio, il marchio Blu Angel in Germania, il nordic SVAN nei Paesi scandinavi, lo standard svedese n , il Vamil in Olanda - oppure attraverso norme tecniche di riferimento come la ISO L olio biodegradabile impiegato negli impianti del Nucleo Terni possiede le certificazioni ambientali standard Blu Angel, Swedish n e Vamil. Sperimentazione di un sistema di separazione di olio dall acqua installato nel sistema di drenaggio della Centrale di Monte Argento. Si tratta di un apparecchiatura in grado di rimuovere dall acqua gli eventuali residui oleosi prima della restituzione verso il corpo idrico. Rinnovamento impianti Particolare risalto merita il progetto di rinnovamento della maggior parte dei gruppi di produzione (26 su 38) installati presso le centrali del Nucleo di Terni. Tale attività si inquadra nell ambito degli incentivi, regolati per legge, sull incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e ha come requisito di base quello di aumentare l efficienza energetica degli impianti rinnovati, ovvero incrementare l energia elettrica prodotta da questi a parità di acqua derivata dal fiume. Nel 28 sono stati aperti i primi cantieri. Il rinnovamento ha interessato due gruppi nella Centrale di Galleto Monte S. Angelo e un gruppo rispettivamente nelle centrali di Monte Argento, Baschi e Alviano. L attività di rinnovamento è proseguita anche nel corso del 29. Al 31 dicembre 29 ben 15 gruppi idroelettrici, su 26 totali previsti nel progetto, sono stati riconsegnati all esercizio per la loro gestione. Le centrali interessate dal progetto nel corso del 29 sono state Sigillo, Cotilia, Galleto, Monte Argento, Narni, Nera Montoro, Preci e Ponte Sargano. Nel corso del 21 i lavori di ammodernamento hanno riguardato le centrali di Triponzo, Monte S. Angelo, Monte Argento e Narni.

14 13 Alla fine del 21, ben 24 gruppi su 26 totali previsti sono stati riconsegnati all esercizio e sono attualmente in servizio. Naturalmente l installazione dei nuovi gruppi, progettati e costruiti secondo criteri e standard di ultima generazione, ha avuto riflessi positivi sotto il profilo ambientale ed energetico: la riduzione dei volumi d olio idraulico e lubrificante contenuti nel macchinario e nei sistemi oleodinamici di potenza. Tale risultato si è potuto ottenere grazie all adozione di soluzioni di tipo autolubrificante oil free per gran parte dei componenti di macchina in reciproco scorrimento tra loro e l aumento delle pressioni di lavoro nei sistemi di potenza, con conseguente riduzione delle dimensioni impiantistiche a parità di forze in gioco necessarie al funzionamento delle macchine; l adozione di sistemi di refrigerazione dell olio, lubrificante e idraulico, che riducono ulteriormente il rischio di contaminazione dell acqua restituita ai corpi idrici. Si tratta di sistemi in cui i circuiti oleodinamici di potenza e lubrificazione delle macchine sono fisicamente separati da quelli di refrigerazione. Lo scambio termico avviene all interno di scambiatori a doppio corpo nei quali le eventuali perdite di olio non possono miscelarsi con l acqua di refrigerazione; l adozione in molti casi di sistemi a circuito chiuso nei quali l acqua di refrigerazione, dopo aver compiuto la sua azione di drenaggio del calore, non viene riversata direttamente nel corpo idrico ma rimane confinata all interno di un circuito refrigerante; l aumento dell efficienza energetica del macchinario e cioè l incremento di energia prodotta per metro cubo di acqua che attraversa le turbine; l impiego di oli idraulici e lubrificanti eco-compatibili come descritto in precedenza; la riduzione in molti casi della rumorosità degli impianti, sia attraverso una minore emissione sonora delle sorgenti attive sia attraverso la realizzazione di sistemi fonoassorbenti come, per esempio, cappottature del macchinario o sistemi di confinamento. L ambiente circostante Gli impianti del Nucleo interessano un ampia porzione dell Italia centrale nella quale sono presenti tutte le caratteristiche tipiche del territorio regionale. Nel seguito viene fornita una breve descrizione degli aspetti che, nel loro insieme, consentono di inquadrare il contesto generale di inserimento degli impianti. Morfologia e geologia L Umbria, nella quale insiste la maggior parte degli impianti e opere idrauliche, presenta un territorio prevalentemente collinare e montuoso con limitate aree pianeggianti. L orografia è caratterizzata da una serie di dorsali montuose e collinari con prevalente direzione NO-SE nei settori centro settentrionali e direzione N-S in quello meridionale. Le massime quote, che solo localmente superano i 2. m, si raggiungono nella catena dei Sibillini. Le aree pianeggianti presentano una generale forma allungata parallela a quella delle dorsali. Le principali pianure alluvionali sono la Val Tiberina, la Valnerina e la Valle Umbra, mentre le principali depressioni intramontane sono i Piani di Castelluccio e di Colfiorito. Idrografia La rete idrografica principale è quella del fiume Tevere. Il Tevere nasce dal Monte Fumaiolo e si estende su un territorio di km 2, i suoi affluenti principali sono, i fiumi Chiascio e Nera, in riva sinistra, i fiumi Nestore e Paglia, in riva destra. Il corso d acqua è caratterizzato da un regime torrentizio, la natura scarsamente permeabile dei bacini di alimentazione determina un basso deflusso di base e una forte dipendenza delle portate superficiali dall andamento pluviometrico. Il Nera ha origine nei monti Sibillini, il suo bacino idrografico ha una superficie totale di 4.28 km 2. Limitatamente alla porzione umbra si possono distinguere due parti: una tipicamente montana, sottesa dalla sezione a monte del fiume Velino e una di pianura a valle di essa, con morfologia e idrologia differenti. Il Nera è l unico corso d acqua umbro a presentare un regime tipicamente fluviale: l elevata permeabilità dei terreni assicura, infatti, alla circolazione idrica superficiale un abbondante alimentazione di base. Il Velino ha origine a quota metri s.l.m. a valle di Monte Pozzoni e termina il suo percorso gettandosi, con il salto delle Marmore, nel Nera. L estensione del suo bacino idrografico è di circa km 2. Grande importanza, nella produzione idroelettrica, hanno i laghi che si trovano nel territorio di interesse. Il lago di Piediluco è regolato artificialmente per la

15 14 produzione idroelettrica; un canale collega la parte occidentale del lago con il fiume Velino, convogliando le sue acque alla Centrale di Galleto Monte S. Angelo. Inoltre la derivazione del Medio Nera, è stata realizzata con lo scopo di aumentare la portata disponibile a valle. La regolazione idrologica del lago comporta un oscillazione del livello dell acqua tra i,5 e,7 m, stabilita sulla base di criteri di salvaguardia ambientale. Il lago di Corbara alimenta la Centrale idroelettrica di Baschi e, insieme alla Centrale di Alviano alimentata dall omonimo lago, costituisce un importante polo idroelettrico della valle del Tevere. Per sfruttare il rilascio dalla diga di Corbara relativo al minimo deflusso vitale, è stata realizzata una centrale subito a valle dello sbarramento alimentata mediante una condotta forzata direttamente collegata a uno degli scarichi diga. A seguito del processo di trasporto solido del Tevere, l invaso di Alviano si è trasformato in un area umida di notevole importanza dal punto di vista faunistico ma particolarmente sensibile a qualsiasi azione di disturbo ambientale. Una parte del lago costituisce un oasi naturalistica e, insieme all invaso di Corbara, fa parte del Parco Fluviale del Fiume Tevere. Per quanto riguarda il territorio di Rieti, due sono i laghi realizzati a scopo idroelettrico e per la laminazione delle piene: il Salto e il Turano, i cui livelli idrici sono entrambi regolati dal funzionamento della Centrale Idroelettrica di Cotilia nel comune di Cittaducale. Clima Il clima nel territorio è di tipo mediterraneo un po attenuato, fortemente influenzato dalla dorsale appenninica. La topografia molto varia esercita un peso notevole sia sul regime pluviometrico sia su quello termometrico. In particolare si possono distinguere tre aree: con periodo arido (Terni, Umbertide, Todi, Monte del Lago), senza periodo arido (Norcia), con periodo perumido (Gualdo Tadino). Anche i venti risentono della particolare conformazione territoriale, le direzioni prevalenti mostrano una variazione stagionale dal quadrante nord-est in inverno al quadrante sud-ovest in estate, in concomitanza dell orografia regionale. L indice di boscosità, intendendo come tale il rapporto tra la superficie forestale e quella territoriale, è del 35%. Le aree boschive sono prevalentemente dominate da quattro specie: cerro (31%), roverella (27%), leccio (12%) e carpino nero (11%). Per quanto riguarda la fauna ittica, nell ambito territoriale della regione sono state censite complessivamente 37 specie, 32 delle quali sono autoctone (anguilla, cavedano, vairone, scardola, tinca, luccio, trota fario ecc.). Aree naturali protette La percentuale delle aree protette in Umbria è del 7,3%. Grande importanza, nell ambito del progetto comunitario BioItaly, ha l individuazione di numerose aree di salvaguardia, classificate in tre diversi gruppi: Siti di Interesse Comunitario (SIC), Siti di Interesse Naturalistico (SIN) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Principalmente sono tre le aree a Parco in cui rientrano gli impianti: Oasi Naturalistica di Alviano, Parco del fiume Nera, Parco del fiume Tevere. In questi territori la legislazione in materia stabilisce vincoli riguardanti la realizzazione di nuovi progetti che dovranno essere sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale nel caso ricadano in area Parco e Valutazione di Incidenza nel caso ricadano in aree SIC o ZPS. La sismicità Gli studi mostrano che l attività sismica della regione Umbria è stata sempre presente, con danni, in alcuni casi, anche notevoli. L unico strumento per ridurre gli effetti della sismicità è la prevenzione realizzata attraverso le definizione delle zone a rischio e un attenta pianificazione urbanistica. Il settore a ovest del fiume Tevere, fatta eccezione dell alta valle del Tevere, presenta una sismicità minore rispetto a tutto il settore orientale; in quest ultimo è possibile individuare quattro zone sismogenetiche: la Valnerina e l area Nursina, l area spoletino terzana, l area di Nocera Umbra e Gualdo Tadino e l area tra Assisi e Valfabrica. Flora e fauna L Umbria si estende su una superficie territoriale di ettari, di cui 31.4 occupati da foreste.

16 15 La politica ambientale di E.ON e del Nucleo Idroelettrico Terni Per HSE: servirebbe un sottotitolo per almeno due righe, grazie. Politica di E.ON Italia per la Salute, la Sicurezza e l Ambiente E.ON Italia crede nello sviluppo sostenibile e opera per distinguersi come realtà affidabile, sicura e orientata alla responsabilità di impresa. La Società ritiene che il rispetto dell ambiente, delle persone e della loro incolumità siano fattori chiave per il successo duraturo delle proprie attività produttive, commerciali e strategiche. Consapevole della rilevanza delle tematiche ambientali e della sicurezza sul lavoro, E.ON Italia si propone di perseguire una politica di impegno e trasparenza nella gestione delle proprie attività, orientata alla progressiva riduzione dell impatto ambientale e a una sempre maggiore tutela delle persone attraverso il miglioramento continuo delle prestazioni e dei processi. Politica integrata Ambiente e Sicurezza del Nucleo Idroelettrico Con l adozione delle Politiche Aziendali per l Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro (aprile 29) il Board di EON Italia ha definito strategie e princípi operativi finalizzati a perseguire una progressiva riduzione dell impatto ambientale e il rispetto delle persone e della loro incolumità attraverso il continuo miglioramento delle prestazioni aziendali. In coerenza con questa politica, la Direzione di Nucleo è impegnata a consolidare il senso di responsabilità di ogni dipendente in materia ambientale attraverso il mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI ISO 141 e al regolamento EMAS 1221/29. Nello stesso tempo la Direzione intende rafforzare una cultura della sicurezza attraverso il progetto di adesione allo standard internazionale OHSAS 181. Il programma prevede il conseguimento della certificazione entro settembre 211.

17 16 Gli aspetti ambientali dell attività Le principali interazioni del processo produttivo idroelettrico con l ambiente sono riconducibili in massima parte all uso dell acqua, all interazione con l ambiente idrico di superficie e ai processi di supporto: potenziali sversamenti, produzione di rifiuti ecc. Esistono anche aspetti indiretti delle interazioni del processo produttivo con l ambiente riconducibili principalmente ad attività affidate a terzi sulle quali comunque l Organizzazione esercita un controllo assumendone la responsabilità. La valutazione degli aspetti ambientali, sia diretti che indiretti, viene effettuata con l ausilio di un supporto informatico (Programma EsiRun), che permette una ragionata individuazione di quegli elementi dell attività dell Organizzazione che possono interagire con l ambiente. La valutazione effettuata nel corso del triennio precedente è stata sottoposta a verifica per individuarne eventuali evoluzioni negli anni. A valle di questa, è stato aggiornato il Registro degli aspetti ambientali significativi per le attività di produzione di energia idroelettrica. In altri termini sono stati riconsiderati tutti gli aspetti del processo produttivo che, interferendo con l ambiente, risultano significativi sulla base di due importanti parametri di valutazione: la gravità dell aspetto e il livello di gestione operato sullo stesso. La combinazione di tali fattori ha permesso di stabilire il livello di significatività di ogni singolo aspetto dal quale scaturisce la severità dell impatto connesso: un aspetto molto importante e poco gestito assume chiaramente la massima significatività, al contrario questa è minima quando l aspetto valutato ha lieve importanza ambientale ed è fortemente gestito. La significatività ambientale è stata ordinata per priorità da L1 a L5, dove L1 rappresenta la condizione di maggior attenzione. Gli aspetti ambientali risultati di livello L1, L2 ed L3 sono stati raccolti in un apposito registro degli aspetti significativi allo scopo di essere tenuti sotto controllo. Per ciascuno di essi, dunque, vengono messe in moto

18 17 azioni di analisi, verifica, sviluppo e miglioramento finalizzate a ridurre l impatto delle specifiche attività che generano l aspetto stesso. Uso di combustibili ed energia l - MWh Gasolio litri acquistati Energia consumata Gli aspetti ambientali diretti Uso di combustibili ed energia (non significativo) L uso di combustibili è limitato al gasolio necessario al funzionamento di impianti per il riscaldamento dei locali a uso civile e all azionamento dei gruppi elettrogeni di emergenza durante le prove periodiche oppure in condizioni di mancanza di energia dalla rete. Il consumo è molto limitato, pertanto questo aspetto è trascurabile e citato solo per completezza di esposizione. L energia elettrica da fonte esterna, oltre a illuminare uffici e fabbricati, è necessaria per alimentare i servizi ausiliari delle centrali e delle opere idrauliche. Il consumo è quindi strettamente legato al funzionamento degli impianti La figura 5 riporta il trend del gasolio acquistato e dell energia consumata nel quinquennio Dal grafico si può rilevare un incremento del gasolio acquistato negli ultimi tre anni (28-21) dovuto sostanzialmente a tre ragioni: al reintegro dei normali livelli di giacenza, a più rigide condizioni climatiche degli ultimi inverni e a un più alto utilizzo dei gruppi elettrogeni di emergenza per indisponibilità accidentali delle linee elettriche. Il trend dell energia consumata si mantiene su valori consueti anche se, considerando l eccezionale produzione di energia del 21, si registra un gradito calo dei consumi dovuto principalmente a due fattori che hanno caratterizzato la stagione: la progressiva entrata in servizio dei nuovi gruppi di produzione sicuramente più performanti rispetto al vecchio macchinario e la riduzione di energia consumata per i due impianti di pompaggio. Figura 5 Uso di risorse idriche Uso di risorse idriche (non significativo) Il consumo di risorse idriche è trascurabile ed è dovuto ai prelievi da acquedotto per il normale uso igienico e umano. La produzione idroelettrica comporta il prelievo di acqua per l alimentazione dei gruppi di produzione, acqua che viene poi integralmente restituita nei corpi idrici a valle degli impianti con le stesse caratteristiche chimico-fisiche. La figura 6 indica la quantità di acqua complessivamente derivata negli impianti del Nucleo. Le variazioni sono dovute al diverso regime idrologico negli anni. Il 21 è stato un anno molto generoso in termini di idraulicità. Conseguentemente anche l energia prodotta ha raggiunto il suo valore massimo da quando si dispone di registrazioni della produzione.

19 18 Acqua derivata 1 6 m maggio 1989, n. 36 del 5 gennaio 1994 (più nota come Legge Galli) e dal D.Lgs. n. 152 del 26 e finalizzato a stabilire per ogni corso d acqua la minima portata necessaria ad assicurare il mantenimento dell ecosistema fluviale Figura Consumo e uso di materie prime Consumo e uso di sostanze e materiali (non significativo) A parte l acqua fluviale derivata per il funzionamento delle centrali, che viene comunque restituita in alveo come detto al punto precedente, il processo produttivo idroelettrico non comporta l uso di quantità importanti di altre materie. Oltre al gasolio, di cui si è già parlato, vengono utilizzati alcuni materiali di consumo come oli lubrificanti, spazzole a base di grafite, solventi a base acquosa per la pulizia dei componenti meccanici ecc.; le relative quantità sono da ritenersi molto limitate e quindi praticamente irrilevanti al fine della valutazione dell impatto che il loro consumo può avere sull ambiente. La gestione del territorio e della biodiversità Modifica del regime idrologico del corso d acqua (significativo) La produzione idroelettrica comporta necessariamente cambiamenti nel regime idrologico di un corso d acqua. Per questa ragione tale aspetto rientra tra quelli significativi; in particolare, uno sbarramento, sia esso diga o traversa, crea una discontinuità nell ecosistema fluviale con evidenti effetti sull alveo di valle. Tali effetti vengono comunque mitigati dall adozione di rilasci d acqua a valle di ogni sbarramento per l igiene dell alveo e per usi irrigui sulla base di quanto stabilito nel Disciplinare di Concessione relativo a ogni derivazione. Inoltre, per diverse derivazioni, la quantità di acqua rilasciata è stata incrementata nel corso degli anni in linea con l adozione del Minimo Deflusso Vitale, concetto introdotto per la prima volta dalle leggi n. 183 del 18 Modifica degli apporti naturali all alveo del fiume (significativo) Con la riduzione della quantità di acqua che defluisce nell alveo di valle si riducono anche le sostanze naturali trasportate. Si tratta sia di materiale in sospensione sia di composti disciolti, materiale in genere ricco di sostanze organiche nutrienti che vengono così sottratte ai fiumi modificando l equilibrio dell ecosistema, con particolare riferimento alla flora e alla fauna del corso d acqua. Gli sbarramenti, interrompendo la continuità tra monte e valle, limitano la libera circolazione delle specie ittiche lungo il fiume. Sensibile a questa problematica, il Nucleo contribuisce al ripopolamento dei corsi d acqua mediante accordi economici con le Province interessate che provvedono materialmente a periodiche semine ittiche. Detta attività prevede annualmente l immissione nei corpi idrici di determinate quantità di specie. Modifica del trasporto solido lungo l alveo del fiume (significativo) Le opere di sbarramento possono trattenere, in prossimità della struttura, parte del materiale solido trasportato dal corso d acqua. Questo può provocare, nel corso degli anni, da un lato la diminuzione del volume utile dell invaso e dall altro il mancato apporto di sedimento del corso d acqua a valle oltre che alla sua foce. Per gli impianti del Nucleo, il problema dell interrimento assume rilevanza nei seguenti casi: bacino del Ratto sul torrente omonimo, bacini dell Aia e di Alviano rispettivamente sul torrente Aia e sul fiume Tevere. A tale riguardo il D.Lgs. 152/6 e s.m.i. prevede la predisposizione di un Progetto di Gestione per ogni invaso finalizzato a definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo, [ ] da eseguirsi anche per stralci, per assicurare il mantenimento ed il graduale ripristino della capacità utile propria dell invaso [ ], nonché a definire i provvedimenti da porre in essere durante le suddette operazioni per la prevenzione e la tutela delle risorse idriche invasate e rilasciate a valle dello sbarramento, [ ] nel rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici interessati. Per i grandi invasi, è stata conclusa l attività di predisposizione dei Piani di gestione commissionati a CESI S.p.A.; detti Piani comprendono uno studio

20 19 di dettaglio sulle caratteristiche morfologiche e idrologiche del bacino imbrifero, sul volume, sulla quantità e qualità fisico chimica e biologica dei sedimenti, sulla qualità delle acque invasate e di quelle del corso d acqua intercettato. Con il supporto di tali informazioni e l esperienza nell attività di esercizio sono state quindi individuate le modalità operative da adottare per eventuali interventi di svaso dei bacini e/o per la rimozione del materiale sedimentato e il suo smaltimento/recupero. Tutti i Piani di gestione dei grandi invasi (Corbara, Alviano, Aia, La Morica, Marmore, Turano, Salto) sono stati presentati presso le regioni competenti e sono in fase di valutazione. Modifica della falda acquifera (non significativo) La diminuzione della portata nel fiume a valle di ciascuno sbarramento, nel caso in cui l alveo sia in relazione con la falda sotterranea, potrebbe avere conseguenze sul ricaricamento di questa per i tratti di fiume intermedi, tra prelievo e restituzione. Il Nucleo utilizza l acqua fluviale nel ciclo produttivo. Questa è captata dagli invasi o direttamente dai corsi d acqua, convogliata in turbina e rilasciata in alveo. In questo ciclo la risorsa naturale viene filtrata nel passaggio attraverso le griglie installate presso le opere di presa. In tal modo viene rimosso dall acqua tutto il materiale solido trasportato dalla corrente (legname, arbusti, foglie, platica, rifiuti solidi urbani, terriccio ecc.) al fine di evitare danni al macchinario di produzione. L acqua non viene invece modificata nelle sue caratteristiche fisico chimiche, tanto che l attività di produzione idroelettrica è definita produzione da fonte rinnovabile. Modifica del carico inquinante (non significativo) La modifica del carico inquinante si può avere nel caso in cui vengano riversate acque di processo industriale in un corpo idrico; nel Nucleo di Terni non esistono scarichi di acque reflue da processo industriale. Come si dirà nel seguito le acque reflue di natura domestica sono convogliate in apposite vasche a tenuta o in fogna pubblica o smaltite in impianti al suolo o in corpi idrici superficiali provvisti di autorizzazione. La gestione dei serbatoi durante gli eventi di piena (significativo) In un bacino idrografico, un lago naturale costituisce l elemento fondamentale nel processo di laminazione delle piene facendo da bacino di raccolta nei periodi di piena e da bacino di ricarica nei periodi di magra. Questo permette a tutti i corpi idrici di avere portate abbastanza regolari in tutti i periodi dell anno. La presenza di uno sbarramento artificiale potrebbe causare uno strozzamento al deflusso naturale delle acque nell alveo di valle e una modificazione nel regime delle portate. Una buona gestione idroelettrica permette di regolare opportunamente il regime idraulico. L esercizio degli invasi, durante gli eventi di piena, assicura che le portate lasciate defluire a valle degli sbarramenti siano sempre inferiori o al massimo uguali a quelle in arrivo ai serbatoi stessi. Per la gestione delle piene si applicano specifiche procedure che tengono conto delle prescrizioni concordate con l Autorità Idraulica e di Protezione Civile. Nel caso di eventi meteorici importanti, oltre al controllo a distanza di impianti e pertinenze idrauliche effettuato dal Posto di Teleconduzione di Terni, il Nucleo provvede ad attuare un presidio rinforzato delle dighe con personale tecnico specializzato; in ogni caso il personale di vigilanza sempre presente in diga è professionalmente qualificato e abilitato ad applicare le procedure appositamente previste per gli eventi di piena. Stabilità delle sponde (significativo) Prima e durante la progettazione di un opera idraulica viene effettuato uno studio geologico per accertare le condizioni di stabilità dei terreni su cui poggiano le opere e dei pendii che insistono su di esse, in modo tale da evitare preventivamente qualsiasi problema di instabilità. Per quanto riguarda gli invasi, in linea generale l oscillazione del livello idrico non comporta fenomeni di instabilità delle sponde se non in particolari situazioni dipendenti dalla geologia del territorio. In taluni casi, nella zona di fluttuazione del livello del lago soggetta a periodiche escursioni di livello, si possono determinare situazioni da tenere sotto controllo a seconda del tipo di materiale affiorante. In qualche caso sono stati individuati fenomeni di erosione o instabilità lungo le sponde degli invasi le cui cause non sono sempre imputabili all esercizio idroelettrico ma a problemi di regimentazione delle acque superficiali soprattutto in concomitanza con forti precipitazioni piovose. Il Nucleo, coadiuvato da tecnici dell area ingegneria della Società, esegue periodicamente controlli su tutte le opere idrauliche per verificare la stabilità delle aree, delle sponde e dei pendii circostanti. Laddove necessario progetta e realizza strutture di protezione adottando soluzioni tradizionali (scogliere con massi ciclopici o gabbionature) o di ingegneria naturalistica.

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