Emissioni di Polveri Fini e Ultrafini da impianti di combustione
|
|
- Filiberto Caselli
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Laboratorio Energia e Ambiente Piacenza Consorzio partecipato dal Politecnico di Milano Emissioni di Polveri Fini e Ultrafini da impianti di combustione Relazione finale Fase 2 proff. Stefano Cernuschi e Michele Giugliano DIIAR del Politecnico di Milano prof. Stefano Consonni Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano con il contributo di: ingg. Senem Ozgen e Ruggero Tardivo DIIAR del Politecnico di Milano ing. Giovanni A. Sghirlanzoni Laboratorio Energia e Ambiente Piacenza Piacenza 3 marzo 29
2 INDICE 1 INTRODUZIONE MATERIALI E METODI Linea di campionamento e modalità di prelievo Impianti oggetto dell indagine RISULTATI SPERIMENTALI Impianti termici civili Impianti di termovalorizzazione di rifiuti urbani CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE...35 BIBLIOGRAFIA...38 S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 1
3 1 INTRODUZIONE Questa relazione riporta i risultati della seconda fase dello studio commissionato da Federambiente al laboratorio LEAP sul tema delle Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione. Dopo l analisi dello stato delle conoscenze, oggetto della prima fase dello studio, l attività sviluppata nella seconda fase è stata dedicata all indagine sperimentale per la valutazione delle emissioni di polveri fini ed ultrafini da apparati di combustione fissa. Le campagne di misura hanno interessato tre impianti di termovalorizzazione di rifiuti rappresentativi delle configurazioni più recenti presenti in Italia nonché alcune utenze termiche di riscaldamento civile, alimentate con combustibili rappresentativi della varietà di situazioni riscontrabili in tale contesto. 2 MATERIALI E METODI 2.1 Linea di campionamento e modalità di prelievo La linea di campionamento e diluizione (Figura 2.1), configurata secondo il metodo EPA CTM-39 (US EPA, 24; Chang et al., 24; Chow et al., 27), comprende una sonda di prelievo riscaldata in acciaio con anima in quarzo, in testa alla quale sono collocati due cicloni con taglio granulometrico (D 5% ) di 1 µm e 2,5 µm, rispettivamente. A valle della sonda è posizionato un misuratore di pressione differenziale Venturi alloggiato in una scatola riscaldata per la misurazione della portata di gas aspirato. Procedendo lungo la linea è collocato l apparato di diluizione (Figura 2.2) costituito da una camera di residenza in acciaio rivestita internamente in teflon ( =12 mm, L=559 mm) ed attrezzata, nella sezione terminale, con una serie di ugelli ( =95 mm) per il prelievo del gas diluito da inviare all analizzatore di polveri mediante un tubo in materiale conduttivo (Bev-A-Line XX ) e con un filtro finale in fibra di vetro ( =142 mm). La linea è dotata di due pompe, una di aspirazione del gas diluito e una di mandata dell'aria di diluizione, con rilevatori di umidità relativa e temperatura dei gas; un condizionatore ed un filtro HEPA sono adibiti al pretrattamento dell'aria di diluizione prima della sua immissione nella camera, che avviene attraverso un cono forato di miscelazione in acciaio rivestito di teflon collocato nella sezione iniziale della camera stessa. L'intero sistema è monitorato e gestito da un software, che ne regola il funzionamento attraverso un'unità di controllo. Per le misure a caldo senza diluizione è stata utilizzata sonda riscaldata (Figura 2.3) dotata di una testa di prelievo con due cicloni con taglio granulometrico (D 5% ) 1 µm e 2,5 µm. Alla sonda è associato un tubo in acciaio 316 riscaldato, che veicola il gas all analizzatore. Limitatamente ad un campionamento presso una delle utenze indagate, la misura è stata condotta utilizzando il sistema Dekati FPS-4, sviluppato per il prelievo di gas caldi senza generare fenomeni di condensazione di specie volatili e semivolatili. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 2
4 GAS IN CAMERA DI RESIDENZA CICLONI GAS DILUITO FILTRO HEPA ELPI CONDIZIONATORE Figura 2.1 Schema della linea di campionamento e diluizione. Cono di miscelazione Filtro Gas di combustione Scarico gas diluito Camera di residenza Aria di diluizione Gas diluito all ELPI Figura 2.2 Schema dell apparato di diluizione. Gas di combustione Cicloni Sonda riscaldata Gas di combustione all ELPI Figura 2.3 Schema della sonda per il prelievo a caldo dei gas. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 3
5 La linea di prelievo è integrata con un impattore elettrostatico multi stadio a bassa pressione ELPI (Electrical Low-Pressure Impactor, Dekati Ltd., Finland) (Baron et al., 25; Keskinen, 1992) per la valutazione delle presenze di materiale particolato nel flusso gassoso. L ELPI fornisce la misura in tempo reale della distribuzione dimensionale e della concentrazione in numero delle particelle aerodisperse nell intervallo compreso tra,7 µm e 1 µm. Il principio della misura si basa sulla separazione inerziale delle polveri in singoli stadi e sul conteggio delle particelle raccolte in ogni stadio tramite il segnale elettrico prodotto dal deposito delle particelle stesse sul supporto di separazione, registrato da un elettrometro e tradotto, tramite il software, in una distribuzione di correnti convertita successivamente nelle distribuzioni di interesse (numero, superficie, massa). ELPI è composto da tre unità principali (Fig. 2.4): un caricatore unipolare, un impattore a cascata, ed un elettrometro multicanale. Il caricatore è un tubo cilindrico in acciaio al cui interno è posto in posizione centrale un elettrodo ad ago in tungsteno cui è applicato un elevato potenziale elettrico (5 kv±1kv). Le particelle presenti nel flusso gassoso introdotto ortogonalmente al campo elettrico sono caricate dagli ioni positivi generati per effetto corona. L intensità del flusso di ioni è regolato dalla corrente elettrica applicata (1 µa). L impattore utilizzato per la classificazione granulometrica delle particelle è composto da 11 stadi in cascata posti in ordine decrescente di diametro di taglio (D5%) ed integrato con un filtro finale a valle dell ultimo stadio. Una portata di gas viene aspirata da un apposita pompa ad una portata di 9,79 lpm; la pressione decresce lungo la colonna fino ad un valore di 1 mbar in corrispondenza del filtro finale e le particelle sono separate per inerzia sui piatti di ciascuno stadio, opportunamente sagomato. Ogni stadio, ad eccezione del primo che ha la funzione di trattenere il materiale particolato con diametro aerodinamico superiore a 1 µm, è munito di un elettrometro per la trasmissione del segnale elettrico registrato sul piatto. Il materiale particolato raccolto su un apposito substrato posto sul piatto è disponibile per ulteriori indagini di microscopia e speciazione chimica. Durante la campagna di misura sono stati utilizzati alternativamente substrati in alluminio (Dekati CF-3, = 25 mm) trattati con un grasso speciale (Dekati DS-515) al fine di evitare fenomeni di rimbalzo delle particelle sui piatti, o substrati in policarbonato (Whatman Nuclepore, = 25 mm), con il filtro finale in fibra di vetro (PALLFLEX EMFAB TX4HI2-WW). Per l esecuzione delle prove a caldo senza diluizione è necessario riscaldare lo strumento per evitare la formazione di condense, modificandone la configurazione mediante un apposito kit. Il caricatore e l impattore vengono estratti dalla sede originaria, e avvolti in apposite coperture riscaldate in grado di mantenere la temperatura desiderata (figura 2.5). Le principali caratteristiche operative dello strumento, in termini del diametro di taglio (D5%) delle classi dimensionali per la misura a freddo ad a caldo e dell intervallo delle concentrazioni rilevabili per ogni stadio, sono sintetizzate in tabella 2.1. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 4
6 Tabella 2.1 Principali caratteristiche operative dell impattore ELPI. Stadio D 5%@21,5 C (µm) D 5%@ 15 C (µm) (a freddo) ( a caldo) Concentrazione (cm -3 ) 13 9,98 1, ,2 4,18, ,41 2,49, ,61 1,66, ,955,971, ,618,617 1, ,385, ,264, ,157, ,93, ,55, ,28, Filtro,7, Figura 2.4: Schema generale dell impattore a bassa pressione ELPI. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 5
7 (a) (b) Figura 2.5: ELPI nelle configurazione per i prelievi con diluizione (a) ed a caldo (b). Le modalità di esecuzione delle prove con diluizione prevedono il prelievo del gas a portata costante attraverso un ugello opportunamente dimensionato per mantenere il campionamento il più possibile vicino alle condizioni isocinetiche: il valore della portata di aspirazione è determinato a seconda dell esigenza di funzionamento dei due cicloni in serie e misurata dal Venturi. Al fine di evitare la formazione di condense tutta la linea viene mantenuta ad una temperatura di 5-1 C al di sopra della temperatura rilevata nel punto di prelievo del gas. Il campione raggiunge quindi la sezione di miscelazione dove l aria di diluizione, condizionata al fine di regolare temperatura ed umidità relativa (T<29 C, RH < 55%) e filtrata mediante un filtro HEPA, viene pompata attraverso il cono di miscelazione. La scelta dei rapporti di diluizione (RD) è legata alle esigenze di funzionamento del sistema ed ha portato all'utilizzo di RD nell'intervallo volte la portata di gas combusto aspirata. Il gas miscelato passa quindi nella camera di residenza, dove rimane per un tempo variabile fra circa 2 sec e,5 sec a seconda del livello di diluizione applicato: in corrispondenza della sezione di uscita della camera stessa, il gas viene successivamente prelevato con una portata di 1 l min -1 ed inviato all impattore. La restante frazione del flusso attraversa il filtro finale, che raccoglie il particolato fine (dp < 2,5 µm) primario e quello formatosi a seguito di fenomeni di condensazione, e viene aspirato in coda alla linea. Le temperature sul filtro sono variabili in relazione alla temperatura dei gas combusti ed alla temperatura dell aria di diluizione, con valori compresi fra 22 e 39 C. Per quanto riguarda invece le prove a caldo, il flusso aspirato deve essere mantenuto alla temperatura di prelievo lungo tutta la linea di campionamento. A tal fine la sonda dedicata viene riscaldata ad una temperatura di circa 5-1 C superiore a quella del gas prelevato, così come il tubo in acciaio e l impattore ELPI, utilizzando per quest ultimo le coperture di riscaldamento illustrate in precedenza. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 6
8 Il complesso delle prove è stato condotto con una risoluzione temporale di acquisizione dei dati di 1 sec, ad eccezione delle prove di lunga durata (t > 5 ore), per le quali si è adottata una risoluzione di 6 sec. 2.2 Impianti oggetto dell indagine La prima fase dello studio, sviluppata presso i laboratori della Stazione Sperimentale per i Combustibili, ha interessato la combustione di legna (pellet), gasolio e gas naturale in impianti di media taglia per la produzione di energia termica ad uso civile. Per la combustione di pellet è stata utilizzata una caldaia Kob Pyrot di tipo avanzato da 1 kw di potenza, con camera di combustione cilindrica con fiamma a rotazione per una miscelazione ottimale dei gas di combustione (Figura 2.6-a) ed equipaggiata con un depolveratore centrifugo assiale. La combustione di gasolio da riscaldamento e gas naturale di rete è stata condotta su una caldaia Ravasio TRM15 a due giri di fumo di potenzialità termica di 15 kw, che può essere ritenuta rappresentativa del parco caldaie attualmente in uso nel settore civile per la produzione di energia termica (Figura 2.6-b). Alla caldaia sono stati abbinati un bruciatore bistadio CUENOD mod. C24 H21 per la combustione di gasolio da riscaldamento ed un bruciatore bistadio F.B.R. mod. Gas X4/2 CE per la combustione di gas naturale. Per la combustione di pellet e di gasolio sono stati indagati due regimi di funzionamento (carico nominale e carico ridotto), agendo rispettivamente tramite la riduzione diretta del carico termico per il pellet e di quella della portata d aria per il gasolio, a causa dell impossibilità di modificare la portata del combustibile alimentato. La composizione e le principali caratteristiche chimico-fisiche dei combustibili utilizzati durante le prove sono riportate nelle Tabelle (a) (b) Figura 2.6 Schema della caldaia a pellet Kob-Pyrot (a) e della caldaia Ravasio (b) utilizzate nell indagine. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 7
9 Tabella 2.2 Composizione e caratteristiche chimico-fisiche del pellet utilizzato durante le prove. PELLET Umidità (%) 7,8 Ceneri (%),3 Cloro (%) <,1 Zolfo (%),3 Carbonio (% m/m) 46,4 Idrogeno (% m/m) 5,5 Azoto (% m/m),2 P.C.S. (kcal/kg) 4487 P.C.I. (kcal/kg) 416 ANALISI DELLE CENERI (Elementi come ossidi) Alluminio (%) <,1 Calcio (%) 4,91 Ferro (%),5 Potassio (%) 12,14 Magnesio (%) 5,1 Manganese (%) 3,64 Sodio (%),97 Silicio (%) 3,66 Fosforo (%) 1,56 Tabella 2.3 Composizione e caratteristiche chimico-fisiche del gasolio utilizzato durante le prove. GASOLIO DA RISCALDAMENTO Acqua e sedimenti (% vol.) <,5 Viscosità a 4 C (mm 2 /s) 255 Zolfo (% m/m),93 Nichel (mg/kg) < 5 Vanadio (% mg/kg) < 5 Carbonio (% m/m) 86,6 Idrogeno (% m/m) 13,2 Azoto (% m/m) <,2 P.C.S. (kcal/kg) 1853 P.C.I. (kcal/kg) 1186 S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 8
10 Tabella 2.4 Composizione del gas naturale utilizzato durante le prove. GAS NATURALE Elio (% molare),2 CO 2 (% molare) 1,4 Etano (% molare) 4,23 O 2 +Argon (% molare),1 Azoto (% molare) 2,36 Metano (% molare) 89,74 Propano (% molare),93 i-butano (% molare),16 n-butano (% molare),13 i-pentano (% molare),4 n-pentano (% molare),3 Esani e idrocarburi sup. (% molare),7 P.C.S. (kcal/m 3 n ) 9758 P.C.I. (kcal/ m 3 n ) 8791 Le indagini sulle attività di termovalorizzazione di rifiuti sono state eseguite con tre campagne di prova, condotte rispettivamente sugli impianti di Milano, Brescia e Bologna. L impianto Silla2 di Milano (Figura 2.7) è caratterizzato da 3 linee di combustione dotate di letto di combustione a griglia mobile. La linea 2, oggetto d indagine, è dotata di una sistema di depurazione degli effluenti gassosi che comprende un elettrofiltro, un reattore di abbattimento a secco dei gas acidi e diossine con iniezione di bicarbonato di sodio e carbone attivo, un filtro a maniche in Gore-Tex operante ad una temperatura fumi di circa C ed un reattore SCR a bassa temperatura (18 C) posizionato in coda alla linea per la riduzione degli ossidi di azoto. Le analisi dei fumi fornite dal sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni durante i periodi di prova (Tabella 2.5) mostrano valori medi di particolato di circa,6 mg/m n 3, temperatura fra i 122 C e i 126 C, un tenore di ossigeno che si mantiene sull 8,7% ed un umidità intorno al 15-16%. I macroinquinanti mostrano valori stabili ad eccezione di alcuni episodi di concentrazione semioraria di acido cloridrico sopra i 4 mg/m n 3 rispetto ad un valor medio di 2,5 mg/m n 3. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 9
11 Iniezione reagenti Elettrofiltro SCR Filtri a maniche Figura 2.7 Configurazione impiantistica del termovalorizzatore Silla 2 di Milano. Tabella 2.5 Valori medi, minimi e massimi dei parametri e degli inquinanti rilevati durante le prove dal sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni dell impianto Silla2. HCl mg/m n 3 CO mg/m n 3 NO X mg/m n 3 NH 3 mg/m n 3 SO X mg/m n 3 PTS mg/m n 3 O 2 % vol. Umidità % vol. T C Media 2,5 6,3 42,7 1,1,4,6 8,7 16,1 125 Max 5,1 8,1 55,6 1,2,6,7 8,8 16,6 126 Min 1,8 4,5 31,9 1,,2,4 8,5 15,3 122 L impianto di Brescia è composto da 3 linee di cui due dedicate alla combustione di rifiuti urbani ed una alla combustione di biomasse. I campionamenti sono stati condotti sulla linea 2 (Figura 2.8), alimentata con rifiuti urbani e costituita da una camera di combustione a griglia mobile ed una linea fumi così configurata: reattore catalitico SCR in posizione High-Dust ad alta temperatura, reattore a secco per l abbattimento dei gas acidi e delle diossine con iniezione di calce e carbone attivo e filtro a maniche finale in Ryton- Rastex, operante ad una temperatura di circa C. Durante l esecuzione delle prove i dati del sistema di monitoraggio delle emissioni (Tabella 2.6) mostrano valori di particolato totale tra,3 e,5 mg/m n 3, una temperatura fumi di circa 131 C ed un umidità dei fumi che si mantiene in media intorno al 14,5%. Fra i macroinquinanti si evidenziano concentrazioni di acido cloridrico tra 1.8 e 6.5 mg/m n 3, e presenze di ammoniaca comprese tra 3.7 e 11.6 mg/m n 3. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 1
12 SCR Iniezione reagenti Filtri a maniche Figura 2.8 Configurazione impiantistica del termovalorizzatore di Brescia. Tabella 2.6 Valori medi, minimi e massimi dei parametri e degli inquinanti rilevati durante le prove dal sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni dell impianto di Brescia. HCl mg/m n 3 CO mg/m n 3 NO X mg/m n 3 NH 3 mg/m n 3 SO X mg/m n 3 PTS mg/m n 3 O 2 % vol. Umidità % vol. T C Media 4,6 14,2 62,2 6,3 1,7,3 1,5 14,5 131 Max 6,5 73,5 78,9 11,6 7,3,5 1,8 15,8 132 Min 1,8 7,1 23,8 3,7,1,3 1,1 12, 129 L impianto di Bologna è costituito da 2 linee così strutturate: camera di combustione con letto a griglia mobile, torre di raffreddamento ad acqua nebulizzata (quencher), reattore a secco con iniezione di sorbalite (una miscela di calce e carbone attivo), filtri a maniche in Ryton-Rastex operanti ad una temperatura fumi di circa 15 C, torre di lavaggio bistadio acido-neutro, e reattore catalitico SCR in coda che opera ad una temperatura fumi di circa 25 C (Figura 2.9). I dati registrati dal sistema di monitoraggio in continuo durante il periodo di esecuzione dei campionamenti (Tabella 2.7) mostrano valori costanti di particolato intorno a livelli di circa,3 mg/m n 3 ed una temperatura dei fumi intorno ai 128 C. L umidità presenta valori medi di circa 16,7%, con alcuni episodi superiori al 18%, ed appare collocarsi su livelli leggermente superiori rispetto a quelli degli altri due impianti, in linea con quanto atteso dalla presenza di unità di trattamento ad umido dei fumi. Gli ossidi di zolfo si mantengono mediamente su valori di,7 mg/m n 3, presentando talvolta dei picchi di concentrazione media semioraria fino a 2 mg/m n 3, mentre l acido cloridrico appare sistematicamente inferiore ai limiti di rilevabilità. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 11
13 Iniezione sorbalite Filtri a maniche Torre di raffreddamento SCR Torre di lavaggio Figura 2.9 Configurazione impiantistica del termovalorizzatore di Bologna. Tabella 2.7 Valori medi, minimi e massimi dei parametri e degli inquinanti rilevati durante le prove dal sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni dell impianto di Bologna. HCl mg/m n 3 CO mg/m n 3 NO X mg/m n 3 NH 3 mg/m n 3 SO X mg/m n 3 PTS mg/m n 3 O 2 % vol. Umidità % vol. T C Media,4 11,4 69,5 2,4,7,3 1,3 16,7 128 Max,24 6,4 15,7 3,6 19,7,4 12,7 18,7 133 Min < l.ril. 4,9 27,1 1,3 < l.ril.,3 8,7 14, RISULTATI SPERIMENTALI Le principali acquisizioni del complesso delle indagini sperimentali sono illustrate nei paragrafi seguenti, disaggregate per tipologia di utenza (impianti termici civili, termovalorizzatori). Nella descrizione dei risultati ottenuti per le distribuzioni dimensionali in numero del particolato, con il termine di frazione ultrafine e nanopolveri si sono indicate, rispettivamente, le particelle di diametro aerodinamico inferiore a,1 µm (1 nm) ed a,5 µm (5 nm). 3.1 Impianti termici civili Le campagne di indagine sugli impianti civili (Tabella 3.1) comprendono 37 prove sulla caldaia a pellet, 38 prove su quella a gasolio e 2 prove dedicate al gas naturale, S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 12
14 eseguite nel periodo maggio 27 - marzo 28. Le prove sono state condotte adottando rapporti di diluizione variabili tra 15 e 5 ed operando in due diversi regimi di esercizio per le caldaie a pellet ed a gasolio. Per tutte e tre le utenze sono stati anche eseguiti i corrispondenti prelievi a caldo, ed è stata valutata anche la presenza di particolato ultrafine nell aria ambiente. Tabella 3.1 Calendario delle prove eseguite sulle caldaie civili. Caldaia Combustibile Data Tipo prova Regime caldaia Prova Kob Pyrot Pellet 28/5/27 Diluizione Carico nominale 1-7 1/6/27 Diluizione Carico nominale /7/27 Diluizione Carico nominale /7/27 Diluizione Carico nominale /7/27 Diluizione Carico nominale /7/27 Diluizione Carico nominale /7/27 Diluizione Carico nominale 31 26/7/27 Diluizione Carico ridotto /9/27 Diluizione Carico nominale 34 19/9/27 Diluizione Carico ridotto 35 12/1/27 Diluizione Carico nominale Ravasio Gasolio 14/12/27 Diluizione Carico nominale /12/27 Diluizione Carico ridotto /12/27 Diluizione Carico nominale 13 27/12/27 Diluizione Carico nominale /1/28 Diluizione Carico nominale /1/28 Diluizione Carico nominale 18 5/2/28 Diluizione Carico nominale /2/28 Diluizione Carico ridotto /2/28 Diluizione Carico nominale /2/28 Diluizione Carico ridotto /2/28 A caldo Carico nominale 37 14/2/28 A caldo Carico ridotto 38 Gas naturale 29/2/28 Diluizione Carico nominale 1 26/3/28 Diluizione Carico nominale 2 I risultati delle prove sulla combustione del pellet in regime di carico nominale (Figura 3.1) mostrano valori medi di concentrazione pari a 4,5 1 7 cm -3 a bassi rapporti di diluizione (RD=15-2), 3,8 1 7 cm -3 a medi rapporti di diluizione (RD = 25-35) e 5,2 1 7 cm -3 a rapporti di diluizione elevati (RD=4-5). La moda delle distribuzioni è localizzata in corrispondenza del diametro pari a,72 µm (Figura 3.2), con la frazione granulometrica del particolato ultrafine che costituisce circa il 95% della concentrazione totale misurata (Figura 3.3). Le misure non appaiono particolarmente influenzate dall entità della diluizione applicata, con le emissioni che presentano caratteristiche del tutto confrontabili tanto in termini di concentrazioni che delle caratteristiche dimensionali delle distribuzioni. Rispetto al regime nominale di funzionamento, i rilevamenti a carico S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 13
15 termico ridotto mostrano una leggera riduzione delle concentrazioni, collocate su un valor medio di 2,2 1 7 cm -3 (Figura 3.4), ed un corrispondente apprezzabile spostamento delle distribuzioni dimensionali verso granulometrie più elevate: la frazione di particolato ultrafine si riduce sino al 66% (Figura 3.5), con un contestuale aumento della moda sino a valori collocati intorno a,2 µm (Figura 3.2). Tale acquisizione, confermata dai risultati di analoghe indagini condotte su impianti simili (Bäfver, 28), indica che l esercizio della caldaia in queste condizioni sembra generare un minor numero di particelle ultrafini, probabilmente in virtù della presenza di particelle grossolane di origine primaria derivanti da condizioni di combustione non ottimale e in grado di comportarsi da nuclei di condensazione. Le concentrazioni misurate durante le prove a caldo, eseguite sul gas tal quale senza diluizione, sono risultate superiori al limite di rilevabilità strumentale dell impattore (2 1 7 cm -3 ). Come era ragionevole attendersi, i livelli di particolato risultano infine decisamente superiori rispetto a quelli rilevati nell aria ambiente, che presentano un valor medio pari a 2,9 1 4 cm -3 (Figura 3.4). Contrariamente al caso della combustione del pellet, i livelli di particolato misurati allo scarico della caldaia a gasolio in condizioni di carico nominale mostrano un apprezzabile dipendenza dal rapporto di diluizione utilizzato. Le concentrazioni (Figura 3.6) crescono da un valor medio di 8,6 1 6 cm -3 per i rapporti di diluizione più elevati (RD=4-5), a 2,2 1 7 cm -3 per rapporti di diluizione intermedi (RD=25-35) fino a 6,7 1 7 cm -3 per le diluizioni più ridotte (RD=15-2), mentre non si osservano analoghe variazioni nella distribuzione dimensionale del particolato, con le particelle ultrafini che incidono per oltre il 99% sul totale (Figura 3.7) e la moda localizzata in corrispondenza di un diametro di circa,2 µm (Figura 3.8) per tutte le diluizioni esplorate. Le differenze rilevate nelle concentrazioni appaiono riconducibili all effetto dell entità della diluizione nel ridurre progressivamente la pressione parziale delle componenti semivolatili, sfavorendo in tal modo la formazione per fenomeni di condensazione delle frazioni ultrafini (Easter et al., 1994; Lighty, 2; Ninga et al., 24). Le acquisizioni dei prelievi a caldo, che mostrano concentrazioni medie pari ad 1,3 1 6 cm -3, evidenziano altresì il ruolo della frazione condensabile sulle emissioni del particolato, con un incremento nelle presenze rilevate nelle prove a freddo compreso tra circa 7 volte per le diluizioni più elevate sino a 52 volte per quelle più ridotte. Le prove in condizioni di carico ridotto presentano concentrazioni sostanzialmente indipendenti dalla diluizione applicata, con valori medi pressoché costanti tra 1,1 1 7 cm -3 e 1,7 1 7 cm -3 (Figura 3.9); le distribuzioni dimensionali mostrano uno spostamento verso granulometrie più elevate, con un contributo delle frazioni ultrafini che si riduce al 92% - 95% (Figura 3.1) ed un corrispondente leggero incremento della moda sino a,7 µm (Figura 3.8). I risultati paiono così confermare le acquisizioni della caldaia a pellet nell indicare, in condizioni di combustione non ottimale, una maggior presenza di particelle primarie che fa prevalere fenomeni di condensazione eterogenea su nuclei già presenti rispetto a quelli di nucleazione omogenea di specie semivolatili. Come già illustrato per il regime a carico nominale, anche in condizioni di carico ridotto le prove a caldo evidenziano l incremento S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 14
16 delle concentrazioni associato alla componente condensabile (Figura 3.9), peraltro collocato su livelli più modesti. In linea con quanto atteso dalla tipologia della combustione, in tutte le condizioni di prova e per entrambi i regimi di esercizio della caldaia le concentrazioni rilevate sono infine largamente superiori ai valori misurati nell aria ambiente. Le acquisizioni della combustione del gas naturale risultano, ovviamente, in livelli emissivi decisamente inferiori rispetto a quelli degli altri combustibili. I risultati indicano una concentrazione media di 4,5 1 3 cm -3 per un rapporto di diluizione pari a 15 volte (Figura 3.11), un ordine di grandezza inferiore rispetto a quella presente nell aria ambiente, mentre per diluizioni superiori si registrano valori inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale. La distribuzione dimensionale (Figura 3.12) appare fortemente caratterizzata dalla presenza di particelle ultrafini e nanopolveri, con una moda collocata in corrispondenza di,2 µm (Figura 3.13). Le modestissime presenze rilevate durante le prove con diluizione hanno suggerito di non procedere con le misurazioni a caldo sul gas tal quale. Le principali acquisizioni ricavate dal complesso delle prove eseguite sulle utenze termiche civili sono sintetizzate comparativamente in Tabella E+9 IQR media min max mediana Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) 1.E+8 1.E+7 4.5E+7 3.8E+7 5.2E+7 1.E Rapporto di diluizione Figura 3.1 Concentrazioni di particelle (cm -3 ) misurate dalla caldaia a pellet in condizioni di carico nominale. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 15
17 12 12 dn/dlogdp [1 6 /cm 3 ] dn/dlogdp [1 6 /cm 3 ] ,1,1 1, 1,,1,1 1, 1, Dp [µm] Dp [µm] RD=3, carico nominale RD=3, carico ridotto Figura 3.2: Distribuzione granulometrica del numero di particelle emesse dalla combustione di pellet rilevate nei due regimi di esercizio della caldaia. 1%.7<dp<.5.4<dp<.1.1<dp<1 Frazione numerica (%) 8% 6% 4% 2% % 74% 73% 68% 28% 19% 19% 6% 7% 5% Rapporto di diluizione Figura 3.3 Frazione in numero di particelle (%) misurata dalla caldaia a pellet in condizioni di carico nominale. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 16
18 IQR media min max mediana 1.E+9 Aria ambiente Carico nominale Carico ridotto Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) 1.E+8 1.E+7 1.E+6 1.E+5 2.9E+4 3.8E+7 2.2E+7 1.E+4 Aria ambiente 3 3 Rapporto di diluizione Figura 3.4: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) misurate dalla caldaia a pellet in condizioni di carico nominale e carico ridotto (RD=3) e nell aria ambiente durante l esecuzione delle prove. 1%.7<dp<.4.4<dp<.12.12<dp<1 Frazione numerica (%) 8% 6% 4% 2% 2% 73% 7% \ 5% 61% 34% % Carico nominale Carico ridotto Regime di funzionamento della caldaia Figura 3.5: Frazione in numero di particelle (%) misurata dalla caldaia a pellet per i due regimi di esercizio indagati. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 17
19 IQR media min max mediana 1.E+9 Aria ambiente Fumi a caldo Fumi con diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) 1.E+8 1.E+7 1.E+6 1.E+5 2.9E+4 1.3E+6 6.7E+7 2.2E+7 8.6E+6 1.E+4 Aria ambiente Rapporto di diluizione Figura 3.6: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) misurate dalla caldaia a gasolio nell esercizio a carico nominale. Frazione in numero (% 1% 8% 6% 4% 2% %,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 97% 96% 89% 74% 23% 1% 3% 2% 1% 4% % 1% Rapporto di diluizione Figura 3.7: Frazione in numero di particelle (%) misurata dalla caldaia a gasolio nell esercizio a carico nominale. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 18
20 12 12 dn/dlogdp [1 6 /cm 3 ] dn/dlogdp [1 6 /cm 3 ] Dp [µm] Dp [µm] RD=3, carico nominale RD=3, carico ridotto Figura 3.8: Distribuzione dimensionale del numero di particelle emesse dalla combustione di gasolio nei due regimi di esercizio della caldaia. IQR media min max mediana 1.E+8 Aria ambiente Fumi a caldo Fumi con diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) 1.E+7 1.E+6 1.E+5 2.9E+4 6.E+6 1.1E+7 1.7E+7 1.6E+7 1.E+4 Aria ambiente Rapporto di diluizione Figura 3.9: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) misurate dalla caldaia a gasolio nell esercizio a carico ridotto. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 19
21 Frazione in numero (% 1% 8% 6% 4% 2% %,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 64% 56% 52% 51% 44% 4% 39% 3% 6% 9% 5% 4% Rapporto di diluizione Figura 3.1: Frazione in numero di particelle (%) misurata dalla caldaia a gasolio nell esercizio a carico ridotto. 6 IQR mediana media min max Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) Aria ambiente Fumi con diluizione Tipo di prova Figura 3.11: Concentrazione di particelle (cm -3 ) misurate dalla caldaia a gas naturale. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 2
22 ,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 1% Frazione in numero (% 8% 6% 4% 2% 68% 21% 11% % 15 Rapporto di diluizione Figura 3.12: Frazione in numero di particelle (%) misurata dalla caldaia gas naturale. dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] Figura 3.13: Distribuzione dimensionale del numero di particelle emesse dalla combustione di gas naturale. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 21
23 Utenza Tabella 3.2: Sintesi dei risultati ottenuti nelle prove sulle utenze termiche civili. Condizione di campionamento-regime di esercizio caldaia Diluizione-carico nominale Concentrazione (cm -3 ) Fraz.<,1µm(%)/ Fraz.<,5µm(%) Moda (µm) Pellet / 19-28,72 Diluizione-carico ridotto /,24 Diluzione-carico nominale > 99 / 89-97,21 Gasolio Diluizione-carico ridotto / 4-56,72 A caldo-carico nominale / 74,54 A caldo-carico ridotto 6 94 / 64,54 Gas naturale Diluizione-carico nominale / 68,21 Aria ambiente / 64, Impianti di termovalorizzazione di rifiuti urbani Le campagne di indagine hanno interessato i tre impianti di Milano, Brescia e Bologna, rappresentativi delle più moderne installazioni nell attuale contesto tecnologico ed equipaggiati con sistemi di depurazione allineati alle MTD di settore per il controllo spinto di inquinanti convenzionali (particolato, gas acidi, ossidi di azoto) e sostanze in traccia (metalli, diossine). L indagine sull impianto Silla2 di Milano è stata realizzata sulla linea 2, durante una settimana di campionamento nella quale sono state condotte 14 prove (Tabella 3.3) così suddivise: - 11 prove dedicate alle misure con la linea di prelievo e diluizione a freddo; - 1 prova per la misura a caldo senza diluizione; - 1 prova per la misura delle concentrazioni nell aria ambiente del sito di campionamento. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 22
24 Tabella 3.3: Calendario dei campionamenti eseguiti presso l impianto Silla2. Prova Data Ora Sorgente Tipo prova RD 1 31/3/ Linea 2 Diluizione /3/ Linea 2 Diluizione /3/8 16: Linea 2 Diluizione /3/ Linea 2 Diluizione /3/ Linea 2 Diluizione /4/ Aria ambiente /4/ Linea 2 Diluizione 2 8 1/4/ Linea 2 Diluizione 2 9 1/4/ Linea 2 Diluizione /4/ Linea 2 Diluizione /4/ Linea 2 Diluizione /4/ Linea 2 Diluizione /4/ Linea 2 A caldo Il complesso delle misure indica livelli di concentrazione che non appaiono particolarmente influenzati dall entità della diluizione (Figura 3.14), con valori medi pressoché costanti di circa 11 cm -3 per rapporti di diluizione medio-bassi (RD=15-35) ed un lieve incremento sino a 17 cm -3 per le diluizioni più elevate (RD=4-55). Analoghe osservazioni sono ricavabili dai risultati dei rilevamenti disaggregati per singole prove a rapporto di diluzione costante (Figura 3.15) che, pur con un leggero ampliamento dell intervallo di variabilità tra i valori medi, compresi tra circa 7 cm -3 e 2 cm -3, non presentano tendenze identificabili con la diluizione stessa. Il prelievo a caldo fornisce un valore di concentrazione pari a circa 28 cm -3 (Figura 3.14), più basso rispetto ai livelli medi rilevati nelle prove con diluizione e confermando, come già per le utenze civili, la formazione di polveri di origine condensabile ad opera della diluizione stessa: gli incrementi osservati, in termini dei rapporti tra le rispettive concentrazioni, variano tra circa 4 volte per le basse diluizioni (RD=15-2) e 6 volte per quelle più elevate (RD=4-55). Ciò nonostante, le concentrazioni medie rilevate appaiono collocate su livelli inferiori a quelli misurati nell aria ambiente, caratterizzata da presenze pari a circa 32 cm -3 (Figura 3.14): tale risultato rappresenta un acquisizione particolarmente importante, soprattutto se inquadrato comparativamente con il contesto rilevato per le caldaie civili a pellet e gasolio che mostrano, a tal proposito, risultati diametralmente opposti. Le distribuzioni dimensionali mostrano frazioni di particelle ultrafini pari al 95%- 97%, senza particolari variazioni con il rapporto di diluizione né rispetto al prelievo a caldo (Figura 3.16): le presenze di nanoparticelle appaiono relativamente consistenti, con frazioni comprese tra l 8% ed il 93% circa passando dai bassi agli alti rapporti di diluizione e dell 86% nel prelievo a caldo. Le distribuzioni sono generalmente S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 23
25 caratterizzate da una moda collocata nell intervallo delle nanoparticelle, anche se non mancano situazioni di bimodalità (Figura 3.17) con la presenza di una seconda moda più grossolana. Le variazioni appaiono riconducibili alla notevole sensibilità che presentano le caratteristiche modali delle distribuzioni rispetto ad oscillazioni anche molto modeste nelle caratteristiche dei gas emessi, tipiche del regime di esercizio degli impianti a piena scala alimentati con materiali relativamente eterogenei come i rifiuti. A titolo illustrativo dei potenziali effetti in tal senso, la Figura 3.18 riporta un esempio dell evoluzione delle concentrazioni istantanee di particolato (tempi di acquisizione di 1 sec) misurate durante l esecuzione di due prove. IQR media min max mediana 5 Aria ambiente Fumi a caldo Fumi con diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) Aria ambiente Rapporto di diluizione Figura 3.14: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate alle emissioni dell impianto Silla2 per i diversi intervalli dei rapporti di diluizione e nell aria ambiente. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 24
26 IQR media min max mediana 45 4 A caldo Diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) (14) 15 (5) 2 (1) 2 (7) 2 (8) 2 (1) 35 (2) 35 (13) 4 (3) 45 (12) 55 (4) 55 (9) Rapporto di diluizione (cod.prova) Figura 3.15: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate per singoli valori del rapporto di diluizione nelle prove sull impianto Silla2. Frazione in numero (% 1% 8% 6% 4% 2% % 86% 9%,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 93% 84% 79% 16% 12% 5% 5% 4% 4% 3% Rapporto di diluizione Figura 3.16: Frazione in numero di particelle (%) misurata a diversi intervalli del rapporto di diluizione presso l impianto Silla2. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 25
27 dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] Prova n.1, diluizione (RD=2, C=1916 cm -3 ) Prova n.2, diluizione (RD=3, C=1767 cm -3 ) dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] Prova n.7, diluizione (RD=2, C=11295 cm -3 ) Prova n.13, a caldo (RD=, C=2812cm -3 ) Figura 3.17: Distribuzioni dimensionali del numero di particelle emesse dall impianto Silla2. Conc. numerica di particelle (cm -3 ) RD 2 RD Figura 3.18: Andamento delle concentrazioni istantanee di particelle (tempo di acquisizione = 1 sec) misurate sull impianto Silla2 durante due prove con diversi rapporti di diluizione. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 26
28 L indagine sull impianto di Brescia ha interessato la linea 2 ed è stata anch essa eseguita durante una settimana di campionamento, nella quale sono state condotte 11 prove (Tabella 3.4) così strutturate: - 1 prove dedicate alle misure con la linea di prelievo e diluizione a freddo; - 1 prova per la misura delle concentrazioni nell aria ambiente del sito di campionamento. La prova con prelievo a caldo, pur essendo stata eseguita, non ha fornito risultati utilizzabili per alcune problematiche tecniche nel funzionamento dell impattore ELPI che hanno reso impossibile la misura delle concentrazioni. Tabella 3.4: Calendario delle prove effettuate presso l impianto di Brescia. Prova Data Ora Sorgente Tipo prova RD 1 17/6/ Aria ambiente /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/8-19/6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione /6/ Linea 2 Diluizione 4 Anche in questo caso il complesso delle misure conferma livelli di concentrazione che non mostrano significative dipendenze con l entità della diluizione applicata. I valori medi (Figura 3.19) sono compresi tra circa 4 cm -3 per rapporti di diluizione bassi e medi (RD=15-35) e 7 cm -3 per le diluizioni più elevate, mentre quelli disaggregati per singole prove a diluizione costante (Figura 3.2) si collocano in un intervallo leggermente più ampio, compreso tra 25 e 9 cm -3. Le misure in aria ambiente indicano concentrazioni medie di circa 135 cm -3 che, collocandosi su livelli superiori rispetto a quelle misurate alle emissioni dall impianto (Figura 3.19), confermano l analoga ed importante acquisizione dei rilevamenti sull impianto Silla2. Le distribuzioni dimensionali appaiono sempre fortemente caratterizzate dalla presenza delle frazioni di particolato ultrafine (Figura 3.21), che rappresentano oltre il 9% del numero complessivo, senza particolari variazioni con la diluizione: la frazione di nanoparticelle risulta ancora relativamente consistente, compresa tra il 71% per le diluizioni medie l 82% per quelle più elevate. Anche per l impianto di Brescia le distribuzioni confermano la presenza generale di una moda principale nell intervallo delle nanoparticelle, talvolta associata ad una o più mode in corrispondenza delle granulometrie più grossolane. A titolo di esempio, in Figura S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 27
29 3.22 sono illustrate una tipica distribuzione unimodale, con moda pari a,72 µm, ed una seconda distribuzione in cui è possibile evidenziare tre diametri modali pari, rispettivamente, a,21 µm,,121 µm e,49 µm. Analogamente al caso dell impianto di Milano, le variazioni rilevate sono anche in questo caso riconducibili alla sensibilità delle distribuzioni rispetto alle oscillazioni nelle caratteristiche dei gas emessi e di cui la Figura 3.23 illustra un esempio, riferito all andamento delle concentrazioni istantanee di particolato misurate in due prove. IQR media min max mediana 4 Aria ambiente Fumi con diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) Aria ambiente Rapporto di diluizione Figura 3.19: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate alle emissioni dell impianto di Brescia per i diversi intervalli dei rapporti di diluizione e nell aria ambiente. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 28
30 IQR media min max mediana 4 Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) (6) 15 (8) 15 (9) 15 (2) 2 (1) 3 (3) 3 (7) 4 (11) 5 (4) 5 (5) Rapporto di diluizione (cod. prova) Figura 3.2: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate per singoli valori del rapporto di diluizione nelle prove sull impianto di Brescia. Frazione in numero (% 1% 8% 6% 4% 2% %,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 74% 71% 19% 2% 7% 9% 82% 13% Rapporto di diluizione Figura 3.21: Frazione in numero di particelle (%) misurate a diversi intervalli del rapporti di diluizione presso l impianto di Brescia. 5% S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 29
31 dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] Prova n.3, diluizione (RD=3, C=479 cm -3 ) Prova n.1, diluizione (RD=2, C=3564 cm -3 ) Figura 3.22: Distribuzioni dimensionali del numero di particelle rilevate per l impianto di Brescia. Conc. numerica di particelle (cm -3 ) RD 3 RD Figura 3.23: Andamento delle concentrazioni istantanee di particelle (tempo di acquisizione = 1 sec) misurate sull impianto di Brescia durante due prove con diversi rapporti di diluizione. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 3
32 La campagna sull impianto di Bologna, eseguita sulla linea 1 nel periodo 2-5 luglio 28, ha interessato 15 prove (Tabella 3.5), così strutturate: - 1 prove con la linea di prelievo e diluizione a freddo; - 1 prova a caldo, con l utilizzo della linea dedicata FPS-4 (Dekati, Finland); - 1 prova dedicata alla misura delle concentrazioni in aria ambiente. Tabella 3.5: Calendario delle prove eseguite presso l impianto di Bologna. Prova Data Ora Sorgente Tipo prova RD 1 1/7/8-2/7/ Linea 1 Diluizione 5 2 2/7/ Aria ambiente /7/ Linea 1 Diluizione 2 4 2/7/ Linea 1 Diluizione 4 5 2/7/ Linea 1 Diluizione /7/ Linea 1 Diluizione /7/8-3/7/ Linea 1 Diluizione /7/ Linea 1 Diluizione /7/ Linea 1 Diluizione 4 1 3/7/ Linea 1 Diluizione /7/ Linea 1 A caldo /7/8-4/7/ Linea 1 Diluizione 3 Il complesso dei risultati ottenuti mostra valori medi superiori a quelli rilevati negli altri due impianti, indicando altresì una modesta tendenza all incremento per rapporti di diluizione progressivamente crescenti. Le concentrazioni medie (Figura 3.24) passano da circa 46 cm -3 per bassi rapporti di diluizione (RD=15-2) a 63 cm -3 per rapporti medi (RD=25-35) fino a 71 cm -3 per le diluizioni più elevate (RD=4-5), con i dati medi puntuali per singole prove (Figura 3.25) compresi tra circa 33 cm -3 ed 84 cm - 3. Il prelievo a caldo fornisce valori di concentrazione di circa 25 cm -3 (Figura 3.24), anch essi superiori rispetto all altro dato disponibile relativo all impianto di Milano; il confronto con i prelievi a freddo con diluizione evidenzia gli incrementi già osservati per lo stesso impianto di Milano, con rapporti tra le corrispondenti concentrazioni pari a 2 per le basse diluizioni ed a circa 3 per quelle più elevate, confermando ulteriormente la formazione di polveri di origine condensabile. Rispetto alle misure in aria ambiente, che forniscono valori medi di circa 2 cm -3, le acquisizioni indicano inoltre un incremento osservabile delle corrispondenti concentrazioni all emissione, non registrato negli altri due impianti. Pur nella complessità dei processi di formazione delle frazioni ultrafini di origine condensabile, un importante caratteristica degli impianti in grado di differenziare i risultati osservati risiede nella presenza di unità di depurazione ad umido dei fumi che, S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 31
33 determinando incrementi anche modesti nell umidità dei gas, potrebbe favorire maggiormente i fenomeni di nucleazione di speci residue presenti nel flusso depurato. Alcuni riscontri in tal senso sono reperibili da indagini sperimentali che evidenziano fenomeni di formazione di particolato nei sistemi di abbattimento ad umido, attraverso processi di nucleazione che coinvolgono le specie ossidate dello zolfo (Sinanis et al., 28; ). Per ciò che si riferisce alle distribuzioni dimensionali, anche per l impianto di Bologna le frazioni ultrafini appaiono largamente prevalenti (Figura 3.26), con frazioni superiori al 95% sia nelle prove con diluizione sia nella prova a caldo; la frazione di nanoparticelle risulta sempre relativamente consistente, crescendo dal 78% nella prova a caldo sino all 88% nelle prove a diluizione più elevata, in linea con l incremento osservato nelle presenze complessive di particolato di origine condensabile. Le distribuzioni granulometriche appaiono viceversa più uniformi, generalmente caratterizzate da un unica moda nell intervallo delle nanopolveri, localizzata intorno a,21 µm sia nelle prove con diluizione sia in quella a caldo (Figura 3.27). IQR media min max mediana 14 Aria ambiente Fumi a caldo Fumi con diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) Aria ambiente Rapporto di diluizione Figura 3.24: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate alle emissioni dell impianto di Bologna per i diversi intervalli dei rapporti di diluizione e nell aria ambiente. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 32
34 1.4E+5 A caldo IQR media min max mediana Diluizione Concentrazione numerica di particelle (cm -3 ) 1.2E+5 1.E+5 8.E+4 6.E+4 4.E+4 2.E E+ (11) 15 (5) 15 (6) 15 (7) 2 (3) 2 (1) 3 (12) 4 (4) 4 (9) 5 (1) 55 (8) Rapporto di diluizione (cod. prova) Figura 3.25: Concentrazioni di particelle (cm -3 ) rilevate per singoli valori del rapporto di diluizione nelle prove sull impianto di Bologna. Frazione in numero (% 1% 8% 6% 4% 2% % 78%,7<dp<,5,5<dp<,1,1<dp<1µm 82% 84% 86% 18% 13% 1% 11% 4% 5% 6% 4% A caldo Rapporto di diluizione Figura 3.26: Frazione in numero di particelle (%) misurate a diversi intervalli del rapporti di diluizione presso l impianto di Bologna. S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 33
35 dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] dn/dlogdp [1 /cm 3 ] Dp [µm] Prova n.13, diluizione (RD=2, C=53777 cm -3 ) Prova n.14, a caldo (C=24531 cm -3 ) Figura 3.27: Distribuzioni dimensionali del numero di particelle rilevate per l impianto di Bologna. Le principali acquisizioni delle prove condotte sugli impianti di termovalorizzazione sono sintetizzate in Tabella 3.6. Tabella 3.6: Sintesi comparativa dei risultati dell indagine sugli impianti di termovalorizzazione rifiuti. Impianto Milano Brescia Bologna Condizione di campionamento Diluizione A caldo Aria ambiente Diluzione Aria ambiente Diluizione A caldo Aria ambiente Concentrazione (cm -3 ) Fraz.<,1µm(%)/ Fraz.<,5µm(%) / / / / / / / / 86 Moda (µm),21 -,72,17,21,21 -,72,21,21,21,21 S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 34
36 4 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Le principali indicazioni che emergono dall indagine sperimentale sono così sintetizzabili: le emissioni di particolato ultrafine (PU), inteso come il materiale di dimensioni tra,7 e,l µm, appaiono in linea con la qualità del combustibile, le modalità di combustione e la presenza e configurazione delle linee di depurazione; le concentrazioni di PU rilevate all emissione dei termovalorizzatori risultano generalmente collocate sugli stessi livelli, quando non addirittura inferiori, a quelli presenti nell aria ambiente dei siti di localizzazione (Tabella 4.1). L unica eccezione è rappresentata dall impianto dotato di unità di depurazione ad umido dei fumi, nel quale il pur modesto incremento appare attribuibile al maggior contenuto di umidità del flusso gassoso. Per tutti gli impianti indagati le concentrazioni misurate risultano altresì sistematicamente inferiori di almeno due ordini di grandezza rispetto a quelle rilevate per la combustione di pellet e gasolio in caldaie civili (1 4 cm -3 contro cm -3 ) e di poco superiori a quelle prodotte dalla caldaia a gas naturale (5 1 3 cm -3 vedi Figure ); tanto nel settore delle utenze termiche civili che in quello dei termovalorizzatori, la componente condensabile presenta apprezzabili effetti nell incrementare i livelli emissivi delle PU; le distribuzioni dimensionali in numero appaiono caratterizzate dalla larga prevalenza di frazioni ultrafini e nanopolveri per tutto il complesso degli impianti indagati; Tabella 4.1: Sintesi dei risultati ottenuti nell indagine. Sorgente Concentrazione in numero (cm -3 ) A caldo Dopo diluizione e raffreddamento Termovalorizzatori Pellet n.ril. (> 2 ) Gasolio Gas naturale n.d. 45 Aria ambiente S. Cernuschi, S. Consonni e M. Giugliano pag. 35
Valutazione sperimentale delle emissioni di nanopolveri (Dp<0,05 µm) da impianti di riscaldamento domestico. Michele Giugliano
Valutazione sperimentale delle emissioni di nanopolveri (Dp
DettagliARPA Valle d Aosta Sezione ARIA ed ENERGIA Ing. Giordano Pession Ing. Ivan Tombolato. RIGENERGIA12, Aosta 26 maggio 2012 ARPA VdA
ARPA Valle d Aosta Sezione ARIA ed ENERGIA Ing. Giordano Pession Ing. Ivan Tombolato Uniformare gli strumenti e i sistemi di monitoraggio della qualità dell aria. Potenziare le misure di tutela (es. Piani
Dettagli6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento
Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione
DettagliIL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.
IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale
DettagliSINTESI PER LA STAMPA Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione Milano, 2 dicembre 2010 Introduzione
SINTESI PER LA STAMPA Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione Milano, 2 dicembre 2010 Introduzione Lo studio, commissionato da Federambiente al laboratorio LEAP, ha l obiettivo
DettagliConfronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento
Capitolo 6 Risultati pag. 447 Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo
DettagliImpianto di termovalorizzazione I cipressi (FI) Fasi di funzionamento dell'impianto: Prima fase. Schema. Sezione
Impianto di termovalorizzazione I cipressi (FI) Fasi di funzionamento dell'impianto: Prima fase Schema Sezione 1 La seconda fase, quella più "calda", dove i rifiuti vengono bruciati e, col calore ottenuto,
DettagliEmissioni inquinanti. Derivati della combustione e del raffreddamento dei fumi
Depurazione fumi Emissioni inquinanti Derivati della combustione e del raffreddamento dei fumi Macroinquinanti (g m -3 o mg m -3 ) Microinquinanti (µg m -3 o ng m -3 ) rganici (es. PCDD/F) Inorganici Es.
DettagliRisultati della caratterizzazione dei fumi
Progetto Produzione di energia e sostanza organica dai sottoprodotti del vigneto Risultati della caratterizzazione dei fumi Paolo Giandon ARPAV Dipartimento Provinciale di Treviso Biella, 24 settembre
DettagliBanco Prova Caldaie. per generatori di energia termica avente una potenza nominale inferiore a 100kW
Banco Prova Caldaie per generatori di energia termica avente una potenza nominale inferiore a 100kW 1 Generalità Il banco prova caldaie attualmente disponibile presso il nostro Laboratorio è stato realizzato
Dettagli6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000
pag. 217 6. Risultati Di seguito si riportano i risultati relativi alle diverse simulazioni di diffusione atmosferica degli inquinanti effettuate. In particolare sono riportati i risultati sotto forma
DettagliALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio.
ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. Per una migliore caratterizzazione del bacino idrologico dell area di studio, sono state acquisite
DettagliIl controllo dei gas di combustione degli impianti termici
AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIRO L Landesagentur für Umwelt PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Agenzia provinciale per l ambiente Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici Nel
Dettagliair protection technology Regenerative Thermal Oxidizer for alogenated compound
RTO per SOV alogenate Regenerative Thermal Oxidizer for alogenated compound Sede Legale e Unità Operativa: p.zza Vittorio Veneto 8 20013 MAGENTA (MI) ITALY tel. 02 9790466 02 9790364 fax 02 97297483 E-mail:
DettagliCaratterizzazione del particolato organico e inorganico allo scarico del reattore ISOTHERM PWR
Caratterizzazione del particolato organico e inorganico allo scarico del reattore ISOTHERM PWR Antonio D Alessio, Andrea D Anna Report RSE/29/97 Ente per le Nuove tecnologie, l Energia e l Ambiente RICERCA
DettagliProgramma di sperimentazione
Programma di sperimentazione 1 GENERALITÀ Dopo avere valutato quanto indicato nel Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 22/10/97 con riferimento alla Guida ai programmi di sperimentazione allegata
DettagliAudizione IV e VI ccp Città di Torino presso il termovalorizzatore
Torino, 24 luglio 2013 Il Termovalorizzatore del Gerbido Audizione IV e VI ccp Città di Torino presso il termovalorizzatore Fase di Esercizio Provvisorio In data 01.05.2013 l Appaltatore ha comunicato
DettagliFigura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica
Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati
Dettaglivosges di Moreno Beggio
vosges di Moreno Beggio tel. 0444-387119 r.a. Divisione catalizzatori magnetici telefax 0444-264228 Via Roma, 133 mail : commerciale@vosges-italia.it 36040 - TORRI DI QUARTESOLO - (VI) http://www.vosges-italia.it
DettagliPOLITECNICO DI MILANO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
POLITECNICO DI MILANO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA IDRAULICA, AMBIENTALE, INFRASTRUTTURE VIARIE, RILEVAMENTO Sezione Ambientale ZIGNAGO POWER S.r.l. CARATTERIZZAZIONE DELLE PRESENZE ATMOSFERICHE DI PARTICOLATO
DettagliRapporto ambientale Anno 2012
Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e
DettagliPROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO
VIII Incontro EXPERT PANEL EMISSIONI DA TRASPORTO STRADALE Roma, 5 novembre 2003 PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO Massimo Capobianco, Giorgio Zamboni
DettagliPer lo sviluppo del teleriscaldamento: l acqua di falda come fonte energetica.
1 Per lo sviluppo del teleriscaldamento: l acqua di falda come fonte energetica. A2A Calore & Servizi, società del gruppo A2A attiva nella gestione del teleriscaldamento nelle città di Milano, Brescia
DettagliLA PRODUZIONE DEL CDR E IL SUO UTILIZZO IN CO-COMBUSTIONE Isola di San Servolo, Venezia. Il Termovalorizzatore di Padova 13 Maggio 2011
LA PRODUZIONE DEL CDR E IL SUO UTILIZZO IN CO-COMBUSTIONE Isola di San Servolo, Venezia Il Termovalorizzatore di Padova 13 ENERGIA GAS ACQUA AMBIENTE E SERVIZI Cristiano Piccinin Responsabile Operativo
DettagliInquinamento atmosferico Limiti d emissione Tecniche di depurazione dei fumi Prospettive future
Aspetti Ambientali Combustione del legno e inquinamento atmosferico Inquinamento atmosferico Limiti d emissione Tecniche di depurazione dei fumi Prospettive future Luca Colombo, ufficio protezione aria,
DettagliTali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:
LA COGENERAZIONE TERMICA ED ELETTRICA 1. Introduzione 2. Turbine a Gas 3. Turbine a vapore a ciclo combinato 4. Motori alternativi 5. Confronto tra le diverse soluzioni 6. Benefici ambientali 7. Vantaggi
DettagliATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati
ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati 2.02.4 - Svolgimento di campagne di misura sul campo I dati raccolti all interno del Progetto Eur-eau-pa sono stati organizzati in due differenti
DettagliDIATI Dipartimento di Ingegneria dell Ambiente, del Territorio e delle infrastrutture TECNOLOGIE E TENDENZE PER IL RECUPERO DA RIFIUTI Termovalorizzatore di Torino: aspetti ambientali ed energetici Piacenza
DettagliCAPITOLO 14 DISTRIBUZIONE ED UTILIZZO DEL GAS NATURALE
CAPITOLO 14 DISTRIBUZIONE ED UTILIZZO DEL GAS NATURALE 1 NORMATIVE PER IL TRASPORTO E LA DISTRIBUZIONE DI GAS NATURALE LE NORMATIVE CHE REGOLANO LE MODALITA' DI REALIZZAZIONE PER GLI IMPIANTI DI TRASPORTO
DettagliLABORATORIO NORD - OVEST Offerta di energia. Il sistema Cogen-Barca
LABORATORIO NORD - OVEST Offerta di energia. Il sistema Cogen-Barca Bologna, 15 maggio 2006 Hera Bologna s.r.l. 1 COGEN OSPEDALE MAGGIORE RIVA CALZONI BARCA BECCACCINO 2 La rete 3 Le condotte Posa tubazioni
DettagliApplicazioni della Termochimica: Combustioni
CHIMICA APPLICATA Applicazioni della Termochimica: Combustioni Combustioni Il comburente più comune è l ossigeno dell aria Aria secca:! 78% N 2 21% O 2 1% gas rari Combustioni Parametri importanti:! 1.Potere
DettagliMetodi di abbattimento delle emissioni. Università di Roma La Sapienza Sistemi Energetici II
Metodi di abbattimento delle emissioni Metodi per l abbattimento l delle emissioni I sistemi di abbattimento delle emissioni a valle della camera di combustione risultano indispensabili qualsiasi sia la
DettagliEmissionidi PolveriFinie Ultrafini da impianti di combustione
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Milano, 22 maggio 2009 Emissionidi PolveriFinie Ultrafini da impianti di combustione Stefano Consonni Dipartimento di Energia - Politecnico di Milano Presidente
DettagliQUALITA DEL GAS. Qualità del gas. Codice di Rete
QUALITA DEL GAS 1) PREMESSA... 2 2) PARAMETRI DI QUALITÀ DEL GAS... 2 2.1) PARAMETRI PER IL CALCOLO DELL ENERGIA... 2 2.2) PARAMETRI DI CONTROLLO DELLA QUALITÀ DEL GAS NATURALE... 2 2.3) OBBLIGHI DI INFORMAZIONE...
DettagliMynute Sinthesi. Condensazione / Murali. Caldaie murali a condensazione, combinate istantanee, per impianti ad alta temperatura.
Mynute Sinthesi Caldaie murali a condensazione, combinate istantanee, per impianti ad alta temperatura. Condensazione / Murali Residenziale Mynute Sinthesi Mynute Sinthesi: tradizione ed innovazione Mynute
DettagliIn tabella 2 si riportano alcuni parametri statistici del campo elettrico (E) misurato, suddivisi per anno. Valore del Campo Elettrico E (V/m)
Report campagne di misura CEM per il sito: Hotel Londra Comune: Cervia Località: Milano Marittima - Periodo: 2003 2008 1. PARAMETRI IDENTIFICATIVI DELLA CAMPAGNA DI MISURA - Luogo dei rilievi: Hotel Londra
DettagliCOMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO
Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.2/2013
DettagliDomanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006).
Marca da Al SUAP del Comune di Bollo Domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006). Il/la sottoscritto/a nato/a a il residente
DettagliRelazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3)
Relazione Tecnica Allegato n 1 Valutazione Impatto Ambientale Impianto IPPC SEDAMYL S.p.A. AIA n.1018 del 12/10/2007 in fase di rinnovo Comune SALUZZO CENTRALE DI COGENERAZIONE IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE
DettagliBenchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna
Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna Diffusione e modalità di utilizzo dello Sportello Unico per le Attività Produttive online (SUAP) Settembre 2015 Il presente documento è stato
DettagliFILTRO A TESSUTO. Allegato n. Azienda. Punto di emissione n. Temperatura emissione (K) Altezza geometrica di emissione (m)
REGIONE EMILIA-ROMAGNA Allegato n. Azienda ASSESSORATO AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO FILTRO A TESSUTO Punto di emissione n. Temperatura emissione (K) Altezza geometrica di emissione (m) Portata massima di
DettagliARPAT Dipartimento Provinciale di Firenze
ARPAT Dipartimento Provinciale di Firenze Seminario: FATTORI DI EMISSIONE DA TRAFFICO: DATI SPERIMENTALI IN ITALIA Organizzato da: ANPA CTN - ACE Centro Tematico Nazionale Atmosfera Clima Emissioni. Contributo:
DettagliGeneratori a Condensazione. Caldaie pensili e a basamento da 34 a 1100 kw
Generatori a Condensazione Caldaie pensili e a basamento da 34 a 1100 kw Wallcon Grazie al controllo integrato di Siemens è possibile gestire una cascata termica fino a 16 generatori Bassi costi per implementare
DettagliTermovalorizzatore di Acerra
Termovalorizzatore di Acerra Il termovalorizzatore di Acerra è uno dei più grandi impianti d Europa, con una capacità di smaltimento pari a 600.000 t/anno di RSU pretrattato; esso produce 600 milioni di
DettagliCOMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO
Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.1/2013
DettagliParametro Valore Unità misura
Parametro Valore Unità di misura Dimensione lotto 268.660 m 2 Potenza elettrica lorda 16,8 MWe Potenza elettrica netta 14,0 MWe Producibilità media lorda annua 126 GWh/anno Tensione di rete 150 kv Potenza
DettagliCOGENERAZIONE A BIOGAS
COGENERAZIONE A BIOGAS Aspetti ambientali L evoluzione del biogas per un agricoltura più sostenibile BOLOGNA, 6 Luglio 2011 INTERGEN Divisione energia di IML Impianti s.r.l. - via garcía lorca 25-23871
DettagliMetodologie per la misura, il campionamento delle emissioni di ossidi di azoto prodotte dagli impianti termici civili.
REGIONE PIEMONTE BU12 20/03/2014 Codice DB1013 D.D. 12 marzo 2014, n. 52 Metodologie per la misura, il campionamento delle emissioni di ossidi di azoto prodotte dagli impianti termici civili. Con D.C.R.
DettagliSi riporta nel seguito una breve nota informativa sull indagine svolta.
Indagine conoscitiva sulle caratteristiche di campioni di biomasse legnose prelevati presso l impianto della Società TELERISCALDAMENTO - COOGENERAZIONE VALCAMONICA, VALTELLINA, VALCHIAVENNA SPA TIRANO
DettagliFILTRO A TESSUTO. Punto di emissione n. Temperatura emissione (K) Altezza geometrica di emissione (m)
FILTRO A TESSUTO Punto di emissione n. Temperatura emissione (K) Altezza geometrica di emissione (m) Portata massima di progetto (mc/s) Sezione del camino (mq) Percentuale di materiale particolato con
Dettagli7.2 Indagine di Customer Satisfaction
7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,
DettagliENERGIA DA OLI VEGETALI
PROGETTO 012 ENERGIA DA OLI VEGETALI IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA TRAMITE DIESEL GENSET ALIMENTATO AD OLIO DI PALMA Prove effettuate nell anno 2009 1 Scopo del documento Riportare i risultati
DettagliMASAJA - MASAJA INOX DESCRIZIONE PER CAPITOLATO DIMENSIONI MASAJA / MASAJA INOX 29 43 55 68 88 112
MASAJA - MASAJA INOX Le caldaie a legna MASAJA e MASAJA INOX possono essere alimentate con tronchetti di lunghezza massima, a seconda dei modelli, da 500 a 1.060 mm. Corpo caldaia costituito da due elementidi
DettagliMynute Sinthesi Mynute Sinthesi
Mynute Sinthesi Mynute Sinthesi si presenta in una veste rinnovata, mantenendo inalterate tutte le caratteristiche che l hanno sempre contraddistinta. Mynute Sinthesi è l innovativa caldaia a condensazione
DettagliBROCHURE QUADRO ABE_1200 CON ANALIZZATORE FISSO ABE_1000. Istruzioni operative
BROCHURE QUADRO ABE_1200 CON ANALIZZATORE FISSO ABE_1000 Istruzioni operative A.B.ENERGY S.r.l. Versione 001 www.abenergy.it Caratteristiche principali ABE_1000 analizzatore per Metano (CH4), Anidride
DettagliDESCRIZIONE U.M. QT. Prezzo unitario Prezzo totale
DESCRIZIONE U.M. QT. Prezzo unitario Prezzo totale Caldaia a condensazione a basamento con corpo in acciaio, camera di combustione in acciaio inossidabile Hoval UltraGas. Superfici di scambio secondarie
DettagliReport Monitoraggio Traffico
14 Campagna di Monitoraggio presso il Comune di Corzano nel periodo da 1/7/14 al 3/7/14 Reperimento dati Geom. Giovanni Santoro Analisi scientifica Prof. Ing. Maurizio Tira Sommario Premessa... 3 Obiettivo
DettagliMonitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro
ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione
DettagliAmministrazioni comunali di Rezzato e Mazzano
C.F. n CRRRRT48B06D117X; Partita IVA n 0073846016 1 Amministrazioni comunali di Rezzato e Mazzano Adeguamento tecnologico della cementeria Italcementi di Rezzato-Mazzano Obiettivi di riduzione delle emissioni
DettagliRiduzione degli NOx tramite applicazione di membrane catalitiche su filtri a maniche del Termovalorizzatore. Cristiano PICCININ WTE Padova
Riduzione degli NOx tramite applicazione di membrane catalitiche su filtri a maniche del Termovalorizzatore Cristiano PICCININ WTE Padova INTRODUZIONE Nel 2007 venne deliberato il rifacimento delle linee
DettagliLA GASIFICAZIONE DELLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI SNG (SUBSTITUTE NATURAL GAS)!
LA GASIFICAZIONE DELLE BIOMASSE PER LA PRODUZIONE DI SNG (SUBSTITUTE NATURAL GAS)! F. Ruggeri, L. Mancuso, G.Collodi, Foster Wheeler Italiana. Milano, 20 maggio 2010 Agenda Schema d impianto Preparazione
DettagliMISURE DI POTERE CALORIFICO E COMPOSIZIONE
MISURE DI POTERE CALORIFICO E COMPOSIZIONE Potere calorifico dei combustibili: bomba calorimetrica e calorimetro di Junkers Composizione: gascromatografia Composizione dei gas combusti: o Sonda λ o Strumenti
DettagliMisure di polveri su caldaia a legna ad uso domestico
PM2008 3 Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico Bari, 6-8 Ottobre 2008 Misure di polveri su caldaia a legna ad uso domestico G. Antonacci(1), A. Cemin(1), D. Antolini(2), M. Ragazzi(2), I. Todeschini(1),
DettagliS3 Turbo Caldaia a legna. S3 Turbo ORA ANCHE CON SONDA LAMBDA A BANDA LARGA E SERVOMOTORI. www.froeling.com
S3 Turbo Caldaia a legna S3 Turbo ORA ANCHE CON SONDA LAMBDA A BANDA LARGA E SERVOMOTORI www.froeling.com Un marchio di eccellenza Froling si occupa da oltre cinquant anni dell utilizzo efficiente del
DettagliEMISSIONI DI PARTICOLATO ULTRAFINE E NANOPOLVERI DALLA COMBUSTIONE DELLA LEGNA
POLITECNICO DI MILANO DIIAR Sezione Ambientale EMISSIONI DI PARTICOLATO ULTRAFINE E NANOPOLVERI DALLA COMBUSTIONE DELLA LEGNA Stefano CERNUSCHI,, M. Giugliano, S. Ozgen, G. Ripamonti Generalità Polveri
DettagliProve di combustione
Giornata Dimostrativa del Progetto BioTec Analisi delle tecniche di combustione e ricerca sui processi di produzione di biocombustibili da biomasse agro-forestali Prove di combustione Andrea Cristoforetti
DettagliIL DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI IDROSANITARI Miscelatori e riduttori di pressione
FOCUS TECNICO IL DEGLI IMPIANTI IDROSANITARI Miscelatori e riduttori di pressione CRITERI DI CALCOLO DELLA PORTATA DI PROGETTO Lo scopo principale del dimensionamento di una rete idrica è quello di assicurare
DettagliARTU 11-14 / 11-14 ie b. Scaldabagni istantanei a camera aperta
ARTU - / - ie b Scaldabagni istantanei a camera aperta Massima soddisfazione con piccole dimensioni Artù - Scaldabagni istantanei a gas a camera aperta e tiraggio naturale, con fiamma pilota e accensione
DettagliL impianto di termovalorizzazione di Torino. Ing. Riccardo Statini TM.E. S.p.A. Termomeccanica Ecologia
L impianto di termovalorizzazione di Torino Ing. Riccardo Statini TM.E. S.p.A. Termomeccanica Ecologia Soggetto aggiudicatario Costituenda Associazione Temporanea di Imprese tra TM.E. S.p.A. termomeccanica
DettagliMynute Low NOx Mynute Low NOx basse emissioni inquinanti di NOx Mynute Low NOx
Mynute Low NOx La gamma di caldaie murali Mynute di Beretta si completa con un nuovo modello in grado di coniugare prestazioni e rispetto dell ambiente. Mynute Low NOx è la caldaia standard ecologica di
DettagliEvoluzione tecnologica e mercato degli apparecchi ad uso privato
Evoluzione tecnologica e mercato degli apparecchi ad uso privato Sessione 1 Biogas, Biomassa: La filiera della legna per il riscaldamento domestico: dal bosco al caminetto Ing. Roberta ROBERTO - Ricercatrice
DettagliScaldabagni. istantanei a camera aperta. Unyc 11 11-14 b 11-14-17 ie b
Scaldabagni istantanei a camera aperta - b --17 ie b Per soddisfare tutte le esigenze La gamma degli scaldabagni istantanei a gas Sylber a camera aperta e tiraggio naturale, offre ben 6 modelli in grado
DettagliScaldabagni. istantanei a camera aperta. Novità
Scaldabagni istantanei a camera aperta Novità Artù 11-14 11-14 ie b Massima soddisfazione con piccole dimensioni La gamma degli scaldabagni istantanei a gas Artù a camera aperta e tiraggio naturale, offre
DettagliFORNI CREMATORI PER ANIMALI D AFFEZIONE. ciroldi. ciroldi.it FORNI CREMATORI - PRODOTTI INOX - SVERNICIATORI - INCENERITORI
FORNI CREMATORI PER ANIMALI D AFFEZIONE ciroldi.it ciroldi FORNI CREMATORI - PRODOTTI INOX - SVERNICIATORI - INCENERITORI FORNI CREMATORI PER ANIMALI D AFFEZIONE FORNI STATICI PER LA CREMAZIONE DI SPOGLIE
Dettagli7.2 Indagine di Customer Satisfaction
7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo
DettagliIntervento di Revamping Impianto di termovalorizzazione Sito in Busto Arsizio
Intervento di Revamping Impianto di termovalorizzazione Sito in Busto Arsizio Schema di riferimento generale Raccolta rifiuti Controllo radioattività / allarme Ricevimento / Fossa di stoccaggio Sistema
DettagliAnno 2014. Rapporto ambientale
Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel
DettagliIMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE
IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE parti 3 4 1 IMPIANTO TERMICO In generale si può pensare articolato nelle seguenti parti: Generatore uno o più apparati che forniscono energia termica ad un mezzo di trasporto
Dettagli(gruppo filtro aria perfezionato) per motori EURO 6
Progetto Europeo AIR-BOX AUTOMOTIVE 2014 AIR-BOX (gruppo filtro aria perfezionato) per motori EURO 6 APPARATO AIR-BOX per la riduzione dei NOx e del CO2 e per l incremento delle prestazioni del motore
Dettagli12. GARANZIE PROGETTO DEFINITIVO. Page : 1/8. Via Giacomo Puccini, 8/10. Numéro du document
Page : 1/8 12. GARANZIE Page : 2/8 SOMMARIO 12.1 Basi di definizione delle garanzie... 3 12.2 Garanzie di prestazioni... 3 12.2.1 Potenzialità di trattamento... 3 12.2.2 Caratteristiche e portate vapore
DettagliRELAZIONE DI SINTESI
Progetto Sergan INTERREG III A SARDEGNA / CORSICA / TOSCANA Progetto SERGAN Reti locali del gas RELAZIONE DI SINTESI Studio sulle reti locali del gas Domanda prevedibile di gas nei prossimi dieci anni
DettagliLA QUALITA DEL GAS...
QUALITÀ DEL GAS 11.1. LA QUALITA DEL GAS... 152 11.2. I PARAMETRI DI QUALITA DEL GAS... 152 11.2.1 I parametri per il calcolo dell energia (componenti del PCS)... 152 11.2.2 I parametri di controllo della
DettagliEmissioni in impianti civili per il riscaldamento domestico
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI UDINE DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE E AMBIENTALI Emissioni in impianti civili per il riscaldamento domestico R. Gubiani, G.Pergher, D. Dell Antonia, D. Maroncelli Convegno Nazionale
DettagliConversione a biomassa di centrali a olio combustibile: Risultati delle simulazioni 3D. Lucia Giovannini -Sandro Merlini
Conversione a biomassa di centrali a olio combustibile: Risultati delle simulazioni 3D Lucia Giovannini -Sandro Merlini Attività svolte Messa a punto di strumenti di calcolo per la simulazione di sistemi
DettagliCENTRALI TERMOELETTRICHE
CENTRALI TERMOELETTRICHE Le centrali termoelettriche sono impianti che utilizzano l energia chimica dei combustibili per trasformarla in energia elettrica. Nelle centrali termoelettriche la produzione
DettagliCaldaie a gasolio/gas di media e grande potenza
Caldaie a gasolio/gas di media e grande potenza Caldaia a condensazione a gas Vitocrossal 00 Vitocrossal 00 da 87 a 00 kw 6/7 VITOCROSSAL La consolidata tecnica della condensazione rende le caldaie della
DettagliRAPPORTO DI PROVA rapport d essai test report. Nota tecnica Utilizzo di un prodotto derivato da RSU in sistemi energetici
ISO 9001 - Cert. n. 5203 Cliente Client client Impianto/Progetto Project subject Titolo object title 4-D Engineering Impianto Pilota REFOLO Roccaraso (AQ) RAPPORTO DI PROVA Data Commessa marchè project
DettagliGENERATORI A CONDENSAZIONE PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO GAMMA RENDIMENTI INSTALLAZIONE APPLICAZIONI IMPIANTISTICHE
GENERATORI A CONDENSAZIONE PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO GAMMA RENDIMENTI INSTALLAZIONE APPLICAZIONI IMPIANTISTICHE Le possibilità impiantistiche legate all utilizzo delle caldaie a condensazione OBIETTIVI
DettagliPROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA
LABORATORIO DI MACCHINE ELETTRICHE PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA PROVE SULLA MACCHINA A C. C. Contenuti Le prove di laboratorio che verranno prese in esame riguardano: la misura a freddo, in
DettagliProgetto H 2 Filiera Idrogeno
WP 4 MOTORI AD IDROGENO CON INIEZIONE DIRETTA A BASSA PRESSIONE Un ostacolo all uso dell idrogeno negli autoveicoli è portarne a bordo la quantità necessaria per una ragionevole autonomia. La densità energetica
DettagliINDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011
INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra
DettagliS i s t e m i p e r l a P r o d u z i o n e
Edea SA Via Pasquale Lucchini 4 CH-6900 Lugano Tel +41 (0)91 921 47 80 +41 (0)91 921 47 81 info@edea.ch S i s t e m i p e r l a P r o d u z i o n e C o m b i n a t a d i E n e r g i a T e r m i c a e d
DettagliARES Condensing 32 Caldaia a basamento, a condensazione, per solo riscaldamento
66 ARES Condensing 32 Caldaia a basamento, a condensazione, per solo riscaldamento VANTAGGI E CARATTERISTICHE GENERALI PREDISPOSTA PER FUNZIONAMENTO INDIPENDENTE O IN CASCATA ARES Condensing 32 può essere
DettagliMetodologia. 5 rapporto sull energia
2 Metodologia 5 rapporto sull energia 23 2.1 Usi finali e consumi finali Per l aggiornamento del bilancio energetico provinciale al 2005 si è adottata la stessa metodologia utilizzata per il Quarto Rapporto
DettagliAntincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile
Antincendio Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile realizzato secondo gli Standard Regionali in materia di Formazione per la Protezione Civile D.G.R. 4036/2007 - Scuola Superiore di
DettagliCaratteristiche progettuali e gestionali del sistema di aspirazione di un forno elettrico in Lombardia
Caratteristiche progettuali e gestionali del sistema di aspirazione di un forno elettrico in Lombardia Monitoraggio e controllo delle polveri industriali A. Corsini Roma, 11 Novembre 2015 Il contesto normativo
DettagliCome funziona una centrale a ciclo combinato? Aggiungere l immagine sotto e fare un mix dei due testi di spiegazione del funzionamento
LA TECNOLOGIA DEL CICLO COMBINATO A GAS NATURALE La maggiore quantità di energia elettrica generata da Edison è prodotta da 28 centrali termoelettriche. Edison sviluppa, progetta e costruisce interamente,
DettagliCaldaie a pellet. maxima14-24. con sistema
Caldaie a pellet maxima14-24 con sistema LUNGA AUTONOMIA ANCHE DI MESI MAXIMA Innovativo sistema brevettato di pulizia del crogiolo LA CALDAIA A PELLET TECNO 1 NOVITÀ assoluta 2 Sistema automatico di pulizia
DettagliAzienda USL n.4 - Nuovo presidio ospedaliero di Prato Prato Ugo Foscolo snc Edoardo Michele Majno
Via Giovanni Pisano, 1-59100 Prato Tel. 0574 5341 Fax 0574 53439 Pag.1 AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA AI SENSI DELL ART.69, MMA, DEL D.LGS.15/006 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE EMISSIONI : (valori
DettagliOggetto: Campagna di rilevamento di inquinanti atmosferici mediante analizzatore LAVOISIER TM presso il casello di Beinasco (Torino).
Oggetto: Campagna di rilevamento di inquinanti atmosferici mediante analizzatore LAVOISIER TM presso il casello di Beinasco (Torino). La campagna di monitoraggio si è svolta presso il casello autostradale
Dettagli