ITINERARIO 2 MONTECCHIO EMILIA Area di riequilibrio ecologico Sorgenti Enza. Comune di Montecchio Emilia. Comune di Montecchio Emilia
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- Fabiana Zanella
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1 Delegazione di Reggio Emilia FAI Scuola APPRENDISTI CICERONI Giornata FAI Primavera 2009 Provincia di Reggio Emilia Assessorato alla Cultura e al Paesaggio Biennale del Paesaggio gio Comune di Montecchio Emilia ITINERARIO 2 MONTECCHIO EMILIA Area di riequilibrio ecologico Sorgenti Enza Comune di Montecchio Emilia L area denominata Sorgenti Enza si trova nel territorio del Comune di Montecchio Emilia, a poche centinaia di metri dal centro storico del paese in direzione sud in prossimità del greto del torrente Enza. La sua forma assomiglia ad un trapezio allungato in direzione nord sud, parallelo al corso del torrente ed ha una superficie di poco superiore a sei ettari. In passato il luogo fu destinato alla captazione di acqua potabile per cui i pozzi sono stati protetti da un ampia cinta di rispetto, costituita appunto dall attuale area naturalistica entro la quale fu inibita qualsiasi attività antropica. Questa favorevole circostanza ha permesso la conservazione di associazioni vegetali ed anima che altrove stanno scomparendo; su di un substrato costituito da un vecchio prato polifita, ricchissimo di specie erbacee, si sono formati folti raggruppamenti arboreo arbustivi, con grande variabilità specifica. Quest area costituisce quindi a tutti gli effetti un autentico relitto dell originario ambiente di perialveo del torrente Enza del quale non rimangono attualmente altri esempi così significativi lungo l intero corso d acqua. Di proprietà di Enia che ha stipulato con in Comune di Montecchio Emilia una convenzione per attività didattiche e di conservazione sia del patrimonio naturalistico che di quello storico (pozzi di captazione dell acquedotto Ulderico Levi). Nel 1997 il Comune ha provveduto a classificare questo territorio come Area di Riequilibrio Ecologico ai sensi della Legge Regionale n 11/88
2 La storia Ma l area delle Sorgenti Enza è anche una preziosa testimonianza del lavoro dell uomo. Da queste sorgenti provenivano le acque che, a partire dal 1885, dissetarono per molti decenni la città di Reggio, grazie all acquedotto Levi che fu forse la prima opera ingegneristica moderna del territorio. I pozzi di Reggio, in condizioni disastrose, avevano favorito le epidemie di colera. Ulderico Levi, di facoltosa famiglia ebraica, decise di stanziare una somma enorme, che venne portata da fino a Lire, per donare alla città un acquedotto. Gli studi di Pellegrino Spallanzani, illustre chimico della Scuola Zootecnica e caseificio fiore all occhiello dell agricoltura reggiana, pioniere dello sviluppo dell industria del Parmigiano Reggiano, dimostrarono che le acque più adatte da portare a Reggio erano quelle dell Enza ed in particolare quelle delle falde sotterranee del torrente, particolarmente abbondanti presso Montecchio. Nel 1881 venne firmato l accordo con la società Galopin Sue Jacob di Savona, che realizzò, con la tecnologia superiore di cui disponeva da qualche decennio all estero, l acquedotto della città ligure oltre a quelli di Ancona e Bergamo. Per problemi tecnici e societari alla suddetta società subentro la Societè Metallurgique Lyonnaise. Questo fatto fece ritardare notevolmente i tempi di realizzazione e levi si fece carico personalmente dell aumento dei costi tramite un lascito di Lire al Comune di Reggio. I lavori terminarono nel I cinque pozzi di Montecchio (ne venne scavato più tardi un sesto), di portata prevista in 20 litri al secondo, davano in realtà oltre 37 litri di buona acqua potabile. Una conduttura di cemento portava le acque dei pozzi da Montecchio al serbatoio di raccolta di Codemondo, dove una tubazione in ghisa lunga 7 Km le conduceva a Reggio. il pensionamento definitivo dei pozzi risale alla fine degli ani 60. La geologia Le caratteristiche geologiche dell area sono quelle tipiche del cosiddetto tratto anastomizzato delle zone pedemontane, nel quale le acque torrentizie diminuiscono la velocità depositando gran parte dei detriti erosi a monte. nel medio tratto del torrente Enza è presente una rassegna significativa dei più frequenti tipi di rocce presenti nel territorio del medio appennino emiliano. Accanto a rocce formatesi in ambiente marino, sono infatti presenti spesso depositi alluvionali, grandi coltri argillose ed affioramenti di materiali vulcanici. Questo sistema geologico è ordinato cronologicamente, infatti risalendo il torrente dall alta pianura, dai comuni di Montecchio e Montechiarugolo, verso la montagna, si ripercorre a ritroso la storia geologica della valle, incontrando in successione le diverse tipologie di substrati la cui età varia dalle poche migliaia ad oltre cento milioni di anni. I terreni geologicamente più recenti appartengono al territorio di Montechiarugolo e di Montecchio: si tratta principalmente di depositi ghiaiosi, ciottolosi e sabbiosi di origine alluvionale, risalenti al periodo quaternario. Questi depositi alluvionali hanno uno spessore elevato; nel corso delle ere geologiche le acque del torrente li hanno più volte
3 erosi, in tal modo hanno avuto origine le alte scarpate tra Montechiarugolo, Traversetolo e Montecchio che delimitano l attuale pianura alluvionale di greto. I depositi alluvionali che si estendono nel pedecolle, formando grandi depositi ghiaiosi, prendono il nome di conoidi. Presenti allo sbocco delle principali valli appenniniche, rappresentano forme a tronco di cono molto appiattite ed allungate, infossate a monte entro la fascia dei terrazzi e si sviluppano verso la pianura. In genere si tratta di depositi del tardo Pleistocene o, in alcuni casi, dell Olocene antico, poco deformate dall attività tettonica, formati da ghiaie prevalenti e sabbie, sovente ricoperti in superficie da materiali più fini. Il loro spessore aumenta verso valle e sono sede delle principali risorse idriche sotterranee dell alta pianura. Il torrente Enza dopo aver depositato le imponenti masse delle conoidi, ha successivamente iniziato ad erodere i medesimi cumuli dando origine, in questa parte del suo corso, al caratteristico paesaggio terrazzato connotato da alte scarpate. L acqua del sottosuolo è contenuta nei pori esistenti fra i materiali (ghiaie e sabbie) che costituiscono, insieme alle argille, il primo sottosuolo della pianura reggiana. Mentre le ghiaie e le sabbie sono permeabili e possono contenere acqua, le argille non possiedono questa caratteristica in quanto impermeabili. la presenza di livelli argillosi determina quindi un ostacolo alla circolazione idrica e, delimitando i materiali permeabili, consente la formazione di un serbatoio sotterraneo che può venire riempito d acqua. La Fauna La salvaguardia delle falde, realizzata istituendo una cintura di rispetto attorno ai pozzi inibita a qualsiasi attività antropica, di fatto ci ha tramandato, pressoché intatto, un tratto dell ambiente tipico di un terrazzo fluviale del torrente Enza. La presenza di molte specie di piante ha creato un architettura vegetale tale per cui molti animali, appartenenti ai più diversi tipi zoologici, hanno trovato una,loro nicchia componendo una vetrina zoologica sorprendente. Tra i mammiferi si annoverano tra gli altri: il riccio, la talpa, il toporagno, la lepre comune, lo scoiattolo, il moscardino, il topo campagnolo, la donnola, la faina, il tasso, la volpe e il capriolo. Numerosissimi gli uccelli con la presenta di alcuni rapaci diurni come gheppio e poiana e di rapaci notturni come il gufo, il barbagianni e la civetta. Tra gli anfibi e i rettili troviamo il ramarro, le lucertole, il saettone, il biacco, il rospo comune la rana rossa. Ricchissima la microfauna di invertebrati. La flora e la vegetazione
4 Molto spesso i sostantivi flora e vegetazione vengono usati indistintamente come sinonimi, ma in realtà il loro significato, pur facendo riferimento agli stessi esseri, le piante, è profondamente diverso. La flora è l elenco delle specie che vegetano in una determinata area, mentre la vegetazione è sostanzialmente il modo con cui queste piante si riuniscono ed interagiscono tra loro per formare l abito vegetazionale di un ambiente. L area delle Sorgenti Enza, pur avendo specie vegetali piuttosto comuni, caratteristiche di questo ambiente, ha una connotazione vegetazionale completamente diversa dalle aree adiacenti che sono fortemente antropizzate proprio perché la flora si è riunita in associazioni spontanee che conferiscono all area una copertura vegetale del tutto particolare. La facies predominante è quella del prato polifita con un substrato formato da terreno sabbioso e ghiaioso che con la sua alta permeabilità all acqua è estremamente arido; le numerose specie erbacee aridofile che vi prosperano sono intervallate da isole più o meno estese costituite da dense macchie di cespugli con la presenza di specifici elementi arborei che in alcuni casi prendono il sopravvento e divengono individui isolati oppure si riuniscono a formare caotici boschetti. La flora, censita di recente, annovera oltre 200 specie di piante vascolari oltre a numerosissimi vegetali inferiori. Sono state rinvenute specie ormai scomparse dalla nostra pianura e che quuì trovano un rifugio naturale. Tra le altre una orchidea autunnale chiamata trecce di dama per la sua fioritura a spirale. Nell area sono presenti alcuni notevoli esemplari di quercia (farnie e roverelle). Bibliografia AA.VV. Guida all area di riequilibrio ecologico Sorgenti Enza del comune di Montecchio Emilia Comune di Montecchio Emilia Claudio Mori Le aree di riequilibrio ecologico: una peculiarità della Regione Emilia Romagna Regione Emilia Romagna AA.VV. Media Val d Enza Comuni di Canossa, Montecchio Emilia, Montechiarugolo, San Polo d Enza e Traversetolo INDICAZIONI STRADALI (area sorgenti Enza) partenza dal castello di Montecchio dal castello, accedere a via Marconi attraverso il viale alberato girare a sinistra e seguire via Marconi giunti si viale Prampolini svoltare a sinistra su viale Prampolini svoltare a destra in via della Libertà proseguire fino all incrocio con strada Gondar proseguire a destra su strada Gondar fino al punto di ritrovo, posto all ingresso dell area
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