Capitolo 5. La produzione e i costi
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- Flaviana Ruggiero
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1 Capitolo 5 La produzione e i costi
2 Spostiamo l'attenzione sulle imprese La natura delle imprese L'impresa è una organizzazione, posseduta e gestita da privati, specializzata nella produzione La produzione è il processo che combina gli input per ottenere beni e servizi Figura 1: relazione dell'impresa con fornitori (di input), proprietari, Stato e Clienti L'impresa ottiene dai clienti un ricavo.
3 Parte importante del ricavo serve per pagare i fornitori dei fattori produttivi: lavoro, macchinari, materie prime, ecc. Il complesso di questi pagamenti costituisce i costi di produzione Il profitto è dato dalla differenza tra ricavi e costi, cioé profitto = ricavo costi Il profitto, al netto delle imposte (versate allo stato), spetta ai proprietari L'impresa versa le imposte allo Stato, ne deve rispettare le leggi, riceve dei servizi: strade, ponti, ecc., e un sistema giuridico
4 La produzione L'impresa utilizza degli input come lavoro, capitale fisico e umano, terra. L'impresa combina gli input tramite la tecnologia. Noi la consideriamo come un dato, come un vincolo a cui l'impresa è soggetta Tale vincolo è rappresentato dalla funzione di produzione (Figura 2) Per ogni diversa combinazione di input, la funzione di produzione indica la quantità massima di prodotto realizzabile in un dato periodo
5 La funzione di produzione è una funzione matematica che può diventare molto complicata. Per i nostri scopi considereremo una funzione di produzione semplice, in cui l'impresa utilizza due input: capitale e lavoro Breve e lungo periodo Per modificare il proprio livello di produzione, tipicamente una impresa deve modificare il livello di input utilizzati Si definisce lungo periodo, un periodo di tempo nel quale l'impresa ha la possibilità di modificare tutti i suoi fattori di produzione
6 Si definisce breve periodo, un periodo di tempo nel quale almeno uno dei fattori di produzione non può essere modificato Gli input che non si possono variare nel breve periodo sono detti input fissi. Un input che non sia fisso si definisce input variabile Nel LP tutti gli input sono variabili Nel BP almeno un input è fisso
7 La produzione nel breve periodo Consideriamo l'impresa Autolavaggio Spotless L'impresa utilizza due fattori: capitale K (fisso), e lavoro L (variabile) Ipotizziamo che la quantità di capitale sia fissata a 1 unità nel BP. Consideriamo le variazioni del prodotto totale Q quando L varia e K è fisso Prodotto totale: quantità massima di prodotto che si può ottenere con una data combinazione di input
8 Figura 3 Ogni unità aggiuntiva di Q che si ottiene con una unità aggiuntiva di L si defnisce prodotto marginale del lavoro (MPL) Più precisamente.. Il prodotto marginale del lavoro è dato dal rapporto tra la variazione del prodotto totale ( Q) e la variazione del numero di lavoratori ( L). MPL = Q/ L
9 I rendimenti marginali del lavoro Torniamo alla Figura 3.. Quando MPL è crescente, siamo in presenza di rendimenti crescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché inizialmente si può sfruttare meglio la specializzazione del lavoro. Un lavoratore aggiuntivo rende più produttivi gli altri lavoratori Quando MPL è decrescente, siamo in presenza di rendimenti decrescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché man mano i lavoratori diventano troppi in relazione al fattore fisso
10 Quest'ultimo aspetto può essere generalizzato La legge dei rendimenti (marginali) decrescenti afferma che, quando la quantità di un fattore aumenta in presenza di una quantità fissa di tutti gli altri fattori, il prodotto marginale di questo fattore tenderà a diminuire. I costi L'aspetto dei costi è fondamentale per la attività di una impresa. Una impresa tipicamente cercherà di mantere i propri costi al livello minimo (essendo profitto=ricavi costi)
11 Il concetto di costo opportunità si applica anche all'impresa Il costo totale di produzione di una impresa corrisponde al costo opportunità sostenuto dai proprietari: comprende tutto ciò che devono sacrificare per realizzare una certa quantità di prodotto Cosa includere nei costi di produzione? Alcuni costi non sono rilevanti: es. costi irrecuperabili (sunk costs). Costi sostenuti a prescindere dalla produzione futura di un bene. Es. costi di ricerca sugli effetti di un nuovo prodotto.
12 I costi rilevanti per la decisione di produrre una merce sono i costi di produzione e commercializzazione di quella merce. I costi di una impresa comprendono costi espliciti e costi impliciti Costi espliciti: salari dei dipendenti, costo delle materie prime, ecc. Costi impliciti: costi opportunità della terra del proprietario, c.o. del denaro e del tempo del proprietario, ecc. Se un individuo avvia una impresa, il costo opportunità di questa decisione è quanto avrebbe potuto ottenere avviando, ad es. una impresa in un altro settore.
13 I costi di breve periodo L'impresa affronta la questione dei costi su diversi orizzonti temporali. Iniziamo dallo studio dei costi nel breve periodo (BP), in cui almeno uno dei fattori di produzione è fisso. I costi degli input fissi si definiscono costi fissi. I costi fissi non dipendono dalla quantità prodotta I costi degli input variabili si definiscono costi variabili. I costi variabili dipendono dalla quantità prodotta
14 Il calcolo dei costi nel BP Il livello dei costi dipende dal livello della produzione. Per calcolare i costi di produzione, ad es. di una certa quantità, è necessario: Identificare le quantità di input necessarie per produrre quella quantità Considerare i prezzi degli input Vedi Tabella 3
15 I costi totali Costo fisso totale (TFC): costo di tutti i fattori fissi Costo variabile totale (TVC): costo di tutti i fattori variabili Costo totale (TC): somma di tutti i costi fissi e costi variabili Vedi Figura 4 TC = TFC + TVC
16 I costi medi Indicano i costi per unità di prodotto Costo fisso medio (AFC): costo medio di tutti i fattori fissi. Q: quantità di prodotto AFC = TFC/Q AFC diminuisce sempre all'aumentare della produzione
17 Costo variabile medio (AVC): costo medio di tutti i fattori variabili. Q: quantità di prodotto AVC = TVC/Q AVC può aumentare o diminuire all'aumentare della produzione. Tipicamente ha una forma a U (prima decrescente poi crescente) Costo totale medio (ATC): costo medio di tutti i fattori. Q: quantità di prodotto ATC = TC/Q Per l'andamento di ATC vedi Figura 5
18 Costo marginale (MC): rapporto tra la variazione del costo totale e la variazione della produzione. MC = TC/ Q Q: variazione della quantità di prodotto Vedi Tabella 3 Il motivo della forma della curva di MC Vedi Figura 5 (1) Il MC è pari alla pendenza della curva di TC Nella Figura 4, si nota che la pendenza (che è sempre positiva) è inizialmente decrescente e poi crescente
19 Perchè? Questo andamento riflette l'andamento del rendimento marginale del lavoro (MPL). Inizialmente, MPL è crescente (cioè i primi lavoratori aggiunti danno un rendimento marginale maggiore dei lavoratori già presenti) Quindi, inizialmente, per ottenere una unità aggiuntiva di prodotto si deve aggiungere una quantità inferiore di lavoro. Quindi, MC inizialmente diminuisce (essendo MC la variazione di costo totale associata alla produzione di una unità aggiuntiva) Finchè MPL aumenta, MC diminuisce Proseguendo, all'aumentare di Q la situazione si ribalta... Finchè... MPL diminuisce, MC aumenta
20 (2) Relazione tra costi marginali e costi medi Figura 5: la curva di MC e ATC/AVC inizialmente scendono e poi risalgono La curva MC è inizialmente sotto le curve di ATC e AVC, poi passa sopra La curva MC taglia le curve di ATC e AVC nel loro punto più basso (punto di minimo)
21 Perchè? Esempio della media dei voti Se avete la media del 27 e prendete un 30...la vostra media aumenta.. Se avete la media del 27 e prendete un 24...la vostra media diminuisce.. Se avete la media del 27 e prendete un 27...la vostra media non cambia.. Se avete un certo voto medio (27).. Se il voto marginale (30) è superiore al voto medio, la media aumenta Se il voto marginale (24) è inferiore al voto medio, la media diminuisce Se il voto marginale (27) è uguale al voto medio, la media non cambia
22 Perchè? La relazione tra costi medi e marginali si spiega in questo modo... Figura 5 Questo spiega anche perchè le curve di costo medio hanno un andamento a U.
23 Produzione e costi nel lungo periodo (LP) Nel LP non ci sono costi fissi, tutti i costi sono variabili L'impresa deve decidere quale combinazione di input utilizzare per ogni livello possibile di produzione. La regola che l'impresa seguirà, essendo interessata a massimizzare i profitti, sarà di cercare di produrre ogni quantità al minor costo
24 Esempio L'autolavaggio spotless vuole conoscere il costo di lavaggio di 196 automobili Nel BP esso sarà pari a 435 (Tabella 3). Nel BP l'impresa può variare solo il numero di lavoratori Ma nel LP l'impresa può variare anche la quantità del capitale Tabella 5: l'impresa può ad esempio scegliere tra 4 combinazioni capitale/lavoro, ciascuna delle quali sarà associata ad un certo costo totale per 196 automobili. In questo caso il metodo C corrisponde al costo totale di LP per lavare 196 automobili
25 Esso è cioè il minore costo al quale l'impresa può produrre 196 lavaggi di automobili, tra varie opzioni disponibili Questo concetto si può generalizzare: si può definire per ogni livello di produzione il costo totale di lungo periodo (LRTC), cioè il minore costo di produzione di ciascuna quantità. Vedi Tabella 6 E' possibile defire anche il costo medio totale di lungo periodo (LRATC), dato da: LRATC = LRTC/Q
26 La relazione tra costi di LP e BP In alcuni casi, LRTC è inferiore a TC (ad esempio per lavare 196 automobili, vedi Tabelle 3 e 5) Per alcuni livelli produzione però, è possibile che LRTC sia uguale a TC (ad esempio per 130 auto) Cioè, anche essendo libera di variare la combinazione di tutti gli input, l'impresa otterrà il minor costo con la combinazione di BP Intuizione: se il numero di lavaggi è sufficientemente piccolo (ad es 130 < 196), non sarà conveniente utilizzare un impianto grande
27 In generale... LRTC sarà sempre minore o uguale a TC (LRTC TC) Stesso discorso per i costi medi... (LRATC ATC) Essendo LRATC = LRTC/Q e LRATC = ATC/Q Relazione grafica tra LRATC e LRTC Ogni curva ATC è tracciata per un dato impianto (nome che indica gli input fissi) Possiamo dire dunque che, nel LP, un'impresa è in grado di scegliere impianti diversi.
28 Quindi, graficamente, noi possiamo tracciare tante curve ATC quanti sono gli impianti disponibili Vedi Figura 6 L'impresa, nel LP, sceglierà di posizionarsi per ogni livello di produzione, sulla curva ATC più bassa. La curva LRATC si ottiene unendo le parti più basse di ciascuna curva ATC per ogni livello di produzione Potremmo anche dire: nel BP l'impresa si muove su una data curva ATC, nel LP, l'impresa si muove tra diverse curve ATC
29 La forma della curva LRATC Figura 7: la curva LRATC è liscia (caso in cui l'impresa può scegliere tra un numero molto elevato di impianti). L'andamento è a U : inizialmente il costo medio di LP diminuisce, poi rimane costante, poi aumenta. Questo è quello che accade in molte industrie Le economie di scala Si hanno economie di scala quando, all'aumentare della produzione, il costo unitario diminuisce (LRATC decrescente)
30 Affinchè questo accada è necessario che, all'aumentare della produzione, il costo di produzione aumenti in misura meno che proporzionale Es. se la produzione raddoppia, il costo di produzione aumenta di meno del doppio. Quando è possibile realizzare economie di scala? Specializzazione: all'aumentare della produzione, i lavoratori man mano si specilizzano, diventando più produttivi. Tipicamente questo accade a livelli bassi di produzione
31 Utilizzo di fattori fissi in blocco (indivisibilità): tipicamente i macchinari sono utilizzabili in quantità intere (non si può ad esempio utilizzare mezzo forno, mezzo apparecchio radiografico, ecc.) In questo caso, per livelli di produzione bassi, il macchinario inciderà molto sul costo unitario. Man mano che si aumenta la produzione, l'incidenza sarà minore. Quindi, per livelli bassi di produzione, l'impatto su LRATC sarà elevato, ma tenderà a diminuire per livelli crescenti di produzione.
32 Le diseconomie di scala Si hanno diseconomie di scala quando, all'aumentare della produzione, il costo unitario aumenta (LRATC crescente) Intuizione: le grandi dimensioni creano problemi..in particolare di natura organizzativa e burocratica I rendimenti costanti di scala Si hanno rendimenti di scala costanti, all'aumentare della produzione, il costo unitario rimane costante (LRATC piatta) Situazione intermedia: i benefici delle economie di scala sono terminati, e gli effetti delle diseconomie
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