PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA TROTA MARMORATA NEL FIUME ADDA SUBLACUALE Risultati della stagione

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1 Provincia di Cremona PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA TROTA MARMORATA NEL FIUME ADDA SUBLACUALE Risultati della stagione INDICE 1. INTRODUZIONE MATERIALI E METODI Area di studio Censimento dei nidi Rilevamento dei dati morfologici relativi ai nidi Rilevamento dei nidi in asciutta e recupero delle uova Cattura dei riproduttori e fecondazione artificiale delle uova Incubazione delle uova e rilascio degli avannotti Controllo dei livelli idrici del Fiume Adda Analisi dei tesserini segnacatture Elaborazione dei dati raccolti RISULTATI ED ELABORAZIONI: FIUME ADDA Area di studio Censimento dei nidi Rilevamento dei dati morfologici relativi ai nidi Cattura dei riproduttori e fecondazione artificiale delle uova Rilevamento dei nidi in asciutta, recupero delle uova, incubazione e rilascio degli avannotti Controllo dei livelli idrici del Fiume Adda Analisi dei tesserini segnacatture RISULTATI ED ELABORAZIONI: AFFLUENTI E SISTEMI LATERALI Canale Vacchelli Fiume Serio Ramo della Tila Rio Tormo e Rio Stagno...51

2 Il presente elaborato tecnico riporta i risultati delle attività svoltesi durante la stagione 2005/06 in relazione al progetto di conservazione della trota marmorata sul fiume Adda Sublacuale. Tale progetto ha ormai una storia pluriennale e permette, di anno in anno, di completare quel mosaico informativo necessario a comprendere lo stato della trota marmorata nel bacino del Fiume Adda, basandosi principalmente sulla raccolta di dati legati alla biologia riproduttiva della specie. Il reperimento di una notevole quantità di informazioni, l analisi dello stato ambientale del Fiume e delle problematiche che lo affliggono, il rilievo dei punti di forza e delle criticità costituiscono la base di partenza per la predisposizione di corrette pratiche gestionali, che mirino prioritariamente alla conservazione degli habitat e alla tutela della produzione naturale di trote. Il principio base che regola le attività relative al progetto è quello di promuovere la capacità, per le popolazioni selvatiche di trota, di autosostenersi. Solo secondariamente viene data importanza ad una logica produttiva, basata sia sul recupero delle uova in asciutta sia sull esecuzione di attività di fecondazione artificiale a partire da riproduttori selvatici appartenenti al bacino dell Adda. Tale attività ha lo scopo di integrare la produzione naturale nelle zone in cui essa, per eccessive pressioni antropiche, tende a subire una riduzione dei tassi di sopravvivenza di uova e avannotti. 2

3 2. MATERIALI E METODI 2.1 Area di studio Fiume Adda I tratti di fiume Adda interessati dalla presente indagine sono collocati tra la derivazione del Canale Muzza in comune di Cassano d Adda e l abitato di Gombito. Nel complesso sono stati censiti 61,8 km di fiume, compresi negli ambiti territoriali delle province di Cremona, Lodi e Milano. Le attività svoltesi sul corso principale hanno riguardato il censimento dei nidi, la rilevazione dei dati morfologici dei nidi, la raccolta di uova in asciutta e le attività di semina degli avannotti. Affluenti e sistemi laterali Al fine di fornire un quadro il più possibile completo della distribuzione della trota marmorata nel bacino sublacuale del Fiume Adda sono state effettuate indagini in alcuni corsi laterali. In particolare sono stati raccolti dati sul Canale Vacchelli, sul Fiume Serio (tratto tra la Palata Borromea e il ponte della tangenziale di Crema), sul sistema Ramo della Tila - Roggia Peschiera (Comazzo), sul tratto terminale del Rio Tormo e del Rio Stagno (Abbadia Cerreto, Casaletto Ceredano). Sono state utilizzate le seguenti metodiche di indagine (descritte nei paragrafi successivi): censimento dei nidi (Canale Vacchelli, Fiume Serio, Ramo della Tila-Peschiera, Rio Tormo e Rio Stagno); monitoraggio mediante elettropesca e recupero riproduttori (Canale Vacchelli); rilascio degli avannotti di trota marmorata (Fiume Serio). 2.2 Censimento dei nidi Il censimento dei nidi di trota (figura 2.1) è stato effettuato mediante conteggio visivo. Le uscite di campo sono state ripetute più volte al fine di rilevare eventuali deposizioni successive al primo censimento. I conteggi sono 3

4 stati suddivisi in più tratti di fiume, delimitati da sbarramenti o salti d acqua che possono ostacolare o impedire la migrazione degli animali. I censimenti sono stati condotti dalla fine del mese di novembre fino alla metà del mese di gennaio. Per alcune uscite ci si è avvalsi di idonea imbarcazione. 2.3 Rilevamento dei dati morfologici relativi ai nidi Oltre al conteggio dei nidi, è stata eseguita anche una misurazione delle caratteristiche morfologiche degli stessi (figura 2.2). Al fine dell indagine, sono stati considerati: lunghezza massima (lum): distanza tra l inizio dello scavo e il termine della colma lunghezza della colma (ldc): distanza tra l inizio e la fine della colma. larghezza allo scavo (las): larghezza (massima) tra le estremità laterali dello scavo larghezza alla colma (lac): larghezza (massima) tra le estremità laterali della colma profondità massima di scavo (dm): profondità massima della zona di scavo profondità pre-scavo (dp): profondità della zona immediatamente antecedente lo scavo profondità della colma (dc): profondità nel punto di massimo accumulo di materiale inerte all interno del nido differenza tra profondità massima di scavo e pre-scavo (mp): dm-dp differenza tra profondità massima di scavo e della colma (mc): dm-dc differenza tra profondità pre-scavo e della colma (pc): dp-dc Le misurazioni complete della morfologia dei nidi sono state effettuate esclusivamente nei tratti compresi tra Cassano e Lodi. 2.4 Rilevamento dei nidi in asciutta e recupero delle uova I nidi visionati durante la fase di censimento sono stati ripetutamente controllati al fine di verificare l eventuale esposizione a fenomeni di asciutta 4

5 conseguenti alle riduzioni di portata del Fiume Adda nel periodo successivo alla deposizione. I nidi posti in asciutta sono stati conteggiati e per ognuno di essi è stata prevista, dopo un periodo superiore a 30 giorni dal primo conteggio (al fine di permettere alle uova di raggiungere uno stadio di maturazione tale da poterle maneggiare senza traumi) l attività di recupero, mediante scavo nella ghiaia e recupero a mano delle uova deposte per i nidi completamente asciutti, ovvero, per quelli con residui di acqua, attraverso l uso di pipette e di una pompa idraulica a motore. Le uova recuperate sono state trasportate all interno di bacinelle presso l incubatoio della Provincia di Cremona, situato in comune di Spino d Adda. Il numero di uova recuperate è stato ottenuto mediante fotografia digitale dei contenitori delle uova e successivo conteggio su PC a partire dalle foto (figura 2.3). 2.5 Cattura di riproduttori e fecondazione artificiale delle uova In data 19 novembre 2005 è stato eseguito un censimento ittico con contestuale recupero di riproduttori di trota marmorata all interno del Canale Vacchelli nelle località Mosi e Pandino. Le attività di cattura, che hanno coinvolto anche il personale volontario dello Spinning Club Italia, della FIPSAS sezione provinciale di Cremona e dell ARCI Pesca si sono svolte mediante elettropesca. Per ogni campionamento sono state riportate le specie ittiche censite, i valori di abbondanza (da 1=rara con eventualmente in parentesi il numero di individui catturati a 4=molto abbondante) e i codici di struttura (S=popolazione strutturata, NSA= popolazione con soli adulti, NSG= popolazione con soli giovani). I riproduttori catturati sono stati stabulati presso l impianto seminaturale di Soncino fino al 16 gennaio 2006, data alla quale sono stati rilasciati nuovamente nel Canale Vacchelli in località Mosi all interno della zona di protezione. A partire dal 30 novembre 2005 sono stati eseguiti controlli della maturazione delle femmine con cadenza di uno ogni 5 giorni. Parallelamente a quelli eseguiti su riproduttori selvatici provenienti dal Vacchelli, sono stati eseguiti controlli della maturazione sessuale anche sui riproduttori (circa 70 soggetti) stabulati presso l impianto di Soncino e allevati da uova raccolte in asciutta nella stagione 2002/03. Le attività di fecondazione 5

6 artificiale delle uova provenienti da femmine mature sono state effettuate mediante metodo a secco, cui sono seguite le consuete attività di risciacquo (figura 2.4). Dopo la fecondazione le uova sono state trasportate in apposite bacinelle presso l incubatoio provinciale di Spino d Adda. 2.6 Incubazione delle uova e rilascio degli avannotti Sono stati rilevati presso l incubatoio di Spino d Adda i principali dati di incubazione delle uova e di riassorbimento del sacco vitellino. L acqua utilizzata per l incubazione è pervenuta esclusivamente dal pozzo artesiano della Cascina Reseghina. Periodicamente sono stati eseguiti controlli chimici e fisici (Ossigeno disciolto, ph, Conducibilità) sulla matrice acquosa. Giornalmente sono stati raccolti i dati di temperatura. Nei mesi di febbraio e marzo 2006 gli avannotti a scacco vitellino riassorbito sono stati rilasciati nel Fiume Adda (ad eccezione di un piccolo lotto destinato a prove di alimentazione, ancora in corso). Il rilascio è avvenuto mediante costruzione di nidi artificiali e successiva liberazione degli avannotti (figura 2.7). Ogni nido artificiale è stato costruito attraverso lo scavo di una depressione in tratti a corrente debole nei pressi della riva (profondità di partenza da 20 a 40 cm). Il materiale inerte estratto dallo scavo è stato utilizzato per rinforzare le pareti della depressione. Il nido artificiale ha assunto un tipico aspetto a vulcano. Nella porzione centrale del nido, al fine di aumentare il numero di rifugi per gli avannotti, è stato posizionato ulteriore materiale inerte costituito in prevalenza da ciottoli. La motivazione che ha portato alla costruzione dei nidi artificiali è duplice: da un lato si è voluto tutelare gli avannotti fornendo loro, al momento dell immissione in un nuovo ambiente, un riparo che potesse proteggerli da fenomeni di predazione; dall altro il nido dovrebbe, in teoria, permettere un controllo qualitativo (presenza/assenza) nel tempo dei pesci immessi, nell ipotesi che questi ultimi abbiano la tendenza a mantenersi per un certo periodo nei pressi del nido stesso. 2.7 Controllo dei livelli idrici del fiume Adda 6

7 Il controllo dei livelli idrici dei principali corsi del bacino del Fiume Adda è stato effettuato mediante raccolta dei dati messi a disposizione dal sito Il periodo di rilevamento è risultato compreso tra il 1 ottobre 2005 e il 31 marzo Le stazioni di rilevamento utilizzate sono state Lago di Como a Malgrate; Adda a Lavello, Cornate, Cassano e Spino; Canale Muzza a Cassano e Canale Vacchelli a Spino (a partire dal 18 novembre 2005). 2.8 Analisi dei tesserini segnacatture Sono stati predisposti tesserini mirati a raccogliere dati sulle catture di trota marmorata nel Fiume Adda. Tali tesserini sono stati consegnati in via esclusiva a pescatori considerati specialisti nella pesca alla trota marmorata con la tecnica spinning. La selezione di sole persone considerate attendibili si è resa necessaria al fine di ottenere dati utilizzabili dal punto di vista scientifico. Ogni tesserino consente la rilevazione di ogni giornata e del numero di ore di pesca, oltre che i dati (luogo di cattura, specie, lunghezza,numero) relativi alle trote catturate. 2.9 Elaborazione dei dati raccolti Sono stati utilizzati, a seconda dei casi, metodi di statistica descrittiva, inferenziale e multivariata. In particolare sono risultati utili i test di Kolmogorov-Smirnov (per testare la normalità dei campioni di dati raccolti), il test di Kruskall-Wallis, il test t di student, l analisi della varianza (ANOVA) e i test post-hoc, i coefficiente di correlazione rho di Spearman, il test chi-quadro. 7

8 3. RISULTATI ED ELABORAZIONI: FIUME ADDA 3.1 Area di studio Il tratto tra Cassano e Lodi risulta idoneo a sostenere popolazioni selvatiche di trota marmorata, grazie alla presenza di una regolare alternanza tra pozze (luoghi di rifugio), lame e raschi (luoghi di deposizione), al substrato prevalentemente ciottoloso e ghiaioso, alla maggiore distanza tra le interruzioni della continuità fluviale e all importante ruolo svolto dall acqua di risorgenza all interno dell alveo. Nel corso del 2005 si è registrata, tuttavia, una spaccatura del tratto in due sottotratti, il primo dei quali localizzato a monte della derivazione del Vacchelli e il secondo a valle. Nel tratto a monte la portata estiva, relativamente esigua dopo la derivazione della Muzza, acquista pian piano consistenza grazie all acqua proveniente dal subalveo e mantiene valori sufficienti per tutto il periodo estivo e autunnale. Viceversa il tratto a valle risente della totale captazione estiva e in parte autunnale operata dalla derivazione del Canale Vacchelli (figura 3.1) che mette praticamente in asciutta le porzioni sottese alla derivazione, se si eccettua la presenza di acqua dovuta a fenomeni di risorgenza che consente la sopravvivenza, pur in condizioni di stress idrico, della fauna ittica. Il grave stato di stress idrico unito alla presenza di un corso d acqua, la Roggia Calandrone, che periodicamente veicola acqua torbida derivante dall irrigazione dei campi di mais e dei due scarichi dei depuratori di Zelo Buon Persico e Spino d Adda, potrebbe determinare una forte pressione a carico delle popolazioni di trota marmorata situate a valle del Vacchelli. I tratti tra Lodi e il Ponte di Gombito (figura 3.2), idonei dal punto di vista idromorfologico a sostenere popolazioni stabili di trota marmorata, risentono di problemi legati alla qualità, al maggiore surriscaldamento delle acque e alla diffusione delle specie esotiche, tra le quali in particolare il siluro (Silurus glanis). 8

9 3.2 Censimento dei nidi Nelle tabelle 3.1 e 3.2 sono riportati i numeri e le relative densità di nidi censiti nel Fiume Adda nella stagione 2005/06 e per confronto i dati relativi ai periodi precedenti di censimento (a partire dalla stagione 1999/00). Nelle figure 3.3 e 3.4 è riportata (suddivisa nei tratti Cassano derivazione Muzza - Lodi e Lodi - Bocca di Serio) la distribuzione dei nidi per la stagione 2005/06. Nell allegato 1 sono riportate con maggiore dettaglio le posizioni dei nidi (stagione 2005/06) nei vari tratti. Tratti da Cassano a Lodi I primi nidi sono stati osservati in data 26 novembre 2005, in corrispondenza dell arrivo di una perturbazione in grado di abbassare notevolmente la temperatura atmosferica. Tale dato anticipa di circa 10 giorni quanto osservato durante le due stagioni precedenti. Le attività di deposizione si sono protratte indicativamente fino a metà dicembre. Nelle zone comprese tra Cassano e la derivazione del Vacchelli è da ritenersi molto positivo (figura 3.3; tabella 3.1) il continuo incremento del numero delle deposizioni. La presenza di portate estive sufficienti, l acqua non eccessivamente calda (valori massimi attorno a 20 C), il buon successo delle deposizioni naturali e le attività di semina eseguite nell ambito del presente progetto sembrano aver favorito la ripresa della popolazione selvatica di trote marmorate. Le densità complessive risultano relativamente elevate, con il tratto tra la briglia di Rivolta e la derivazione del Vacchelli caratterizzato da un valore superiore a 20 nidi per chilometro di fiume. La situazione a valle della derivazione del Vacchelli (portate quasi nulle, presenza di scarichi con conseguente peggioramento della qualità delle acque) ha viceversa determinato un arresto del trend di crescita del numero di deposizioni, che complessivamente risultano leggermente inferiori a quelle della stagione 2004/05. La perdita di deposizioni dovuta alla scarsità d acqua e al suo conseguente peggioramento qualitativo sono stimabili (mediante confronto con la situazione a monte, che funge da riferimento) in circa il 44% 9

10 della produzione potenziale per il tratto tra il Vacchelli e Lodi (stimabile attorno a 276 nidi). Complessivamente (tabella 3.3) la zona tra Cassano e Lodi registra un incremento del numero di nidi, rimanendo tuttavia suddivisa in due macroporzioni la prima delle quali in buone condizioni, la seconda viceversa molto critica a seguito dell aumento delle pressioni (con conseguenti impatti) antropiche. Tratti da Lodi a Gombito. Il tratto a valle di Lodi presenta numerosi punti idonei alla riproduzione delle trote marmorate, sia per condizioni di substrato che per flussi di corrente. Tuttavia il numero di nidi censiti permane esiguo e analogo a quello delle stagioni precedenti. A valle di Cavenago le deposizioni di trota assumono ormai un carattere occasionale (figura 3.4). Viene confermata l importanza, come fattori critici, del surriscaldamento delle acque (temperature estive anche oltre C) durante il periodo estivo e della diffusione delle specie esotiche, in primo luogo il siluro. 3.3 Rilevamento dei dati morfologici relativi ai nidi In tabella 3.5 sono riportati i dati morfologici relativi ai nidi di trota. Le sigle fanno riferimento a quanto indicato nella sezione materiali e metodi. I valori morfologici mostrano un andamento simile a quello riscontrato nelle stagioni precedenti (Lombardi e Al., 2003; Lombardi e Rossi, 2004 e 2005). Analizzando (tabella 3.6, figura 3.6) i dati relativi alla larghezza allo scavo (las), parametro in relazione con la dimensione dei riproduttori, risulta altamente significativa la tendenza al ringiovanimento della popolazione (test di Kruskall-Wallis applicato ai dati delle stagioni 2001/02, 2002/03, 2003/04, 2004/05 e 2005/06: χ 2 (4)=18,14; p=0,001). In figura 3.7 è possibile osservare la distribuzione delle frequenze (%) delle larghezze allo scavo nelle stagioni sopra indicate. Prima di analizzare le relazioni tra le variabili morfologiche dei nidi è stata testata la normalità dei campioni mediante il test di Kolmogorov-Smirnov. I risultati di tale test hanno evidenziato (p<0,05) che la maggior parte delle 10

11 variabili non è normalmente distribuita. In seguito sono state investigate le relazioni bivariate tra i parametri, mediante indice di correlazione non parametrica di Spearman. I valori dei coefficienti di correlazione (rho) sono visibili nella tabella 3.7. I dati di tabella 3.7 confermano, in analogia a quanto già dimostrato negli anni precedenti, la presenza di tre distinti gruppi di variabili. In primo luogo è possibile rilevare l associazione tra i parametri dimensionali las, lac, lum e ldc; emerge poi il gruppo dei parametri di profondità (dm, dp, dc), che sembra avere un andamento a sé stante. Il terzo raggruppamento, più labile, riguarda le variabili mc e pc. 3.4 Cattura di riproduttori e fecondazione artificiale delle uova Durante il censimento ittico sul Canale Vacchelli sono stati recuperati e stabulati presso l impianto seminaturale di Soncino 15 riproduttori di trota marmorata, di cui 8 femmine e 7 maschi (figura 3.8). Durante il periodo compreso tra il 30 novembre 2005 e il 13 gennaio 2006, tutte le femmine selvatiche sono giunte a maturazione, ad eccezione di un soggetto apparso privo di uova già durante le fasi di cattura. I riproduttori provenienti dal Canale Vacchelli si sono bene adattati alla situazione di cattività e sono stati rilasciati in buone condizioni nel canale medesimo al termine delle attività di produzione (figure 3.9 e 3.10), ad eccezione di 1 femmina che è deceduta nei giorni successivi alla spremitura. Parallelamente ai soggetti selvatici catturati sul Vacchelli sono stati effettuati controlli su circa 70 individui (figura 3.11), dell età di quasi 3 anni (ossia schiusi nel mese di gennaio 2003), derivanti da uova in asciutta raccolte durante la stagione 2002/03 e stabulati dalla schiusa presso l impianto seminaturale di Soncino. La lunghezza media delle femmine utilizzate risulta pari a 312 (dev. st. 17) mm. Il corrispondente peso medio è pari a 272 (dev. st. 54) grammi. Si tratta pertanto di pesci al primo periodo riproduttivo. Complessivamente sono giunte a maturazione 11 femmine su 40 circa. Il relativo scarso numero di femmine correttamente maturate potrebbe essere 11

12 riconducibile sia a carenze nutrizionali legate all utilizzo di un mangime non specifico sia al fatto che non tutte le femmine di trota marmorata giungono a completa maturazione a 3 anni di età. Tali riproduttori risultano ad oggi ancora stabulati presso l impianto di Soncino. 3.5 Rilevamento dei nidi in asciutta,recupero delle uova, incubazione e rilascio degli avannotti. Dati generali sul rilevamento e la raccolta dei nidi in asciutta Nel corso della stagione 2005/06 sono stati raccolti (in quanto rimasti in asciutta o in semiasciutta con acqua stagnante) 11 nidi, pari al 2,2% del totale. Di questi, 4 hanno mostrato una mortalità totale delle uova presenti. Il numero di nidi raccolti (tra il 4 e l 8 gennaio 2006) con sopravvivenza non nulla è risultato pertanto pari al 63,6% degli aperti. In tabella 3.8 oltre ai dati relativi alla stagione in corso sono riportati, per confronto, i valori dei quattro periodi precedenti. La stima numerica delle uova rimaste in acqua è stata ottenuta moltiplicando il valore medio di uova deposte per nido nella stagione 2002/03 (1.295 uova) per il numero di nidi in acqua, in quanto durante la stagione indicata la maggioranza delle deposizioni è risultata soggetta ad asciutta e successivamente recuperata, ottenendo così un dato numerico rappresentativo (Lombardi e al., 2003). Il valore medio delle uova presenti nei nidi asciutti nel corso della stagione 2005/06 (calcolato su 7 nidi nei quali è stato conteggiato con accuratezza il numero complessivo di uova presenti) è risultato pari a (dev.st. 874). Tale dato risulta simile a quello del periodo riproduttivo 2002/03 ed è da considerarsi una leggera sottostima della media della popolazione, in quanto i nidi di maggiori dimensioni non possono essere utilizzati nel calcolo in quanto rimasti in acqua. Il numero di uova perse per asciutta è stato calcolato sottraendo al numero di uova teoricamente deposte sia il numero di uova in acqua sia quelle trasportate in incubatoio. Caratteristiche chimiche e fisiche dell acqua di incubazione 12

13 In tabella 3.9 sono riportati i dati relativi alle caratteristiche chimiche e fisiche dell acqua di incubazione. Le misure della temperatura (eseguite con cadenza giornaliera) fanno riferimento rispettivamente ai periodi 30/11/ /03/2006 per l incubatore V1, 25/12/ /02/2006 per l incubatore V2 e 12/01/ /03/2006 per l incubatore orizzontale. Le misure degli altri parametri sono state effettuate in 6 differenti occasioni nel periodo compreso tra il 21 gennaio e il 2 marzo Dai dati di tabella 3.9 emerge che l incubazione delle uova è avvenuta ad una temperatura relativamente costante attorno ai 12 C. La concentrazione di ossigeno disciolto è risultata relativamente bassa a causa origine di falda dell acqua utilizzata. Tale origine, se da un lato riduce sensibilmente il rischio di patologie, dall altro potrebbe determinare l insorgere di problematiche legate alla scarsità di ossigeno disciolto con contestuale aumento di gas nocivi alle trote (anidride carbonica e azoto). In realtà sembra che le concentrazioni relativamente basse di ossigeno non abbiano inciso negativamente sulle percentuali di sopravvivenza degli avannotti. Il problema del basso livello di saturazione è stato superato facilmente negli incubatori verticali, in cui la caduta goccia a goccia dell acqua consente una rapida ossigenazione del mezzo liquido. Occorrerà viceversa risolvere il problema per l incubatore orizzontale, mediante agitatori che consentano un rapido interscambio di gas all interfaccia aria-acqua. Nonostante le problematiche di cui sopra, è possibile affermare che l acqua di pozzo attualmente utilizzata risulta idonea all incubazione delle uova e a consentire il riassorbimento del sacco vitellino agli avannotti di trota marmorata. Dati generali di incubazione In tabella 3.10 sono riportati i dati di sopravvivenza delle uova e degli avannotti stabulati presso l incubatoio di Spino d Adda nella stagione 2005/06. Il tempo medio di incubazione (calcolato sui lotti provenienti da fecondazione artificiale dalla spremitura fino all inizio della schiusa) è risultato pari a 421 (dev.st. 31) gradi giorno. Il tempo medio di riassorbimento del sacco vitellino 13

14 (calcolato su tutti i lotti dall inizio della schiusa fino al rilascio degli avannotti) è risultato pari a 369 (dev.st. 53) gradi giorno. Relativamente alla stagione 2005/06, le percentuali di produzione degli avannotti rispetto alle uova iniziali risultano molto variabili a seconda della provenienza. I dati relativi ai nidi in asciutta hanno sopravvivenze analoghe a quelle degli anni precedenti. Viceversa tali percentuali si abbassano notevolmente nel caso di uova provenienti da fecondazione artificiale di soggetti selvatici (40,8%) o allevati (16,7%). Le rese relativamente scarse delle uova derivanti da fecondazione artificiale hanno due motivazioni. Per quanto riguarda i soggetti selvatici, le uova rilasciate (così come lo sperma) sono apparse di buona qualità. La scarsa resa percentuale è da attribuire ad un ritardo nella spremitura di qualche soggetto, che ha determinato una sovramaturazione delle uova con conseguente infecondabilità delle stesse. La frequenza di controllo della maturazione dei riproduttori è stata di 1 volta ogni 5 giorni. Tale frequenza è apparsa insufficiente a garantire buone rese percentuali, soprattutto in condizioni termiche relativamente elevate (temperatura dell acqua superiore a 10 C). A parziale conferma di quanto ipotizzato è possibile osservare che la resa percentuale delle seconde spremiture (ossia delle spremiture volte a completare, a distanza di qualche giorno, il rilascio delle uova da parte di femmine che in prima battuta avevano liberato solo una parte delle uova) risulta notevolmente più bassa (sopravvivenza media 21,4%; dev.st. 30,3%) rispetto a quella delle prime spremiture (sopravvivenza media 51,3%; dev.st. 33,2%). Dati di dettaglio sulla raccolta delle uova In tabella 3.11 sono riportati i dati di dettaglio relativi ai nidi raccolti. 4 nidi su 11, tutti localizzati a valle dello scarico del depuratore di Zelo Buon Persico, hanno presentato mortalità totale delle uova deposte. Tale dato è probabilmente imputabile allo stato idroqualitativo relativamente scadente dell Adda dovuto in gran parte allo scarico di cui sopra e accentuato dalla presenza di acqua stagnante dovuta a portate fluviali esigue. Al fine di investigare l ipotesi di cui sopra, sono stati confrontati mediante test t di 14

15 Student (con n 1 =18 nidi a monte; n 2 = 12 nidi a valle; varianze non omogenee) i tassi di sopravvivenza delle deposizioni collocate a monte e a valle del punto di immissione dei reflui. I dati disponibili fanno riferimento al periodo 2002/ /06. La differenza nei tassi di sopravvivenza (t = 2,76 p=0,014) risulta significativa, con il gruppo a monte dello scarico con sopravvivenza media pari a 85,6 (dev.st. 25,5) % e quello a valle con valore pari a 47,2 (dev.st. 43,5) %. Tali risultanze mettono in luce l impatto negativo degli scarichi civili sulle deposizioni di trota, soprattutto in presenza di insufficiente deflusso idrico (nidi asciutti, in acqua stagnante o debolmente corrente). Dati di dettaglio sull incubazione delle uova e sul rilascio degli avannotti In tabella 3.12 sono riportati i dati relativi all incubazione delle uova fino al rilascio degli avannotti a sacco vitellino riassorbito. In Tabella 3.13 sono riportati in dettaglio i dati relativi alle attività di incubazione delle uova provenienti dalla fecondazione artificiale di soggetti selvatici del Canale Vacchelli. Come precedentemente accennato, le scarse rese percentuali ottenute sono da imputare principalmente ad una insufficiente frequenza di controlli. Il dato della femmina F7 è stato probabilmente penalizzato dalla scarsa quantità di sperma prodotta dai maschi utilizzati, che risultavano già verso la fine del periodo di produzione dello sperma. In Tabella 3.14 sono riportati in dettaglio i dati relativi alle attività di incubazione delle uova provenienti dalla fecondazione artificiale di soggetti stabulati nell impianto seminaturale di Soncino. Le esigue rese percentuali ottenute dai lotti allevati sono da imputare probabilmente a carenze nutrizionali legate all utilizzo di mangime non specifico; al fatto che, a 3 anni, non tutte le femmine di trota marmorata giungono a maturazione; alla rilevante incidenza dei fenomeni di sovramaturazione delle uova dovuti a insufficiente frequenza dei controlli. Il rilascio degli avannotti ha previsto la preparazione nidi artificiali. Ogni nido è stato costruito per ospitare un numero di avannotti compreso tra 300 e 600. Il diametro dei nidi artificiali è risultato variabile tra 50 e oltre 100 cm. I rilasci degli avannotti risultano per la maggior parte concentrati a valle della briglia di 15

16 Spino in quanto nel tratto in esame la produzione naturale potrebbe aver subito ripercussioni negative dovute alle scarse portate e alla concomitante presenza di fonti inquinanti (in particolare gli scarichi dei depuratori di Zelo Buon Persico e Spino d Adda). Gli avannotti prodotti da fecondazione artificiale di uova provenienti dai riproduttori allevati, unitamente ad alcuni avannotti provenienti dalla spremitura di soggetti selvatici del Vacchelli, sono stati immessi (n=792) nel Fiume Serio a Pianengo. Tale scelta deriva dalla considerazione che, sebbene tale Fiume presenti livelli di inquinamento relativamente elevati, esso dovrebbe essere in grado di consentire la vita agli individui di trota immessi. Il fattore limitante sembrerebbe a carico delle uova deposte, mentre già allo stadio di avannotto a sacco vitellino quasi riassorbito (figura 3.12) le giovani trote dovrebbero superare le avverse condizioni idroqualitative. Una parte degli avannotti (n=1818) è stata utilizzata per prove di alimentazione presso l Incubatoio della Provincia di Lecco (Fiumelatte, LC). 3.6 Controllo dei livelli idrici del Fiume Adda Vengono riportati in figura 3.13 i valori dei livelli idrometrici delle seguenti stazioni di rilevamento: Lago di Como a Malgrate; Fiume Adda a Lavello; Fiume Adda a Cornate; Fiume Brembo a Ponte Briolo; Fiume Adda a Cassano; Fiume Adda a Spino. I dati, trasmessi in automatico sul sito web hanno valore indicativo in quanto non ancora soggetti a validazione da parte del personale del Consorzio Adda. 16

17 Al fine di completare il quadro del Fiume Adda vengono riportati in figura 3.14 gli andamenti di due delle principali derivazioni a scopo irriguo poste lungo l asta fluviale: il Canale Muzza e il Canale Vacchelli. Dall osservazione dei livelli idrometrici è possibile evidenziare come i valori della stazione di Spino d Adda, in condizioni di portate relativamente scarse, siano inversamente proporzionali alla quantità di acqua derivata dal canale Vacchelli. La riduzione dei livelli del Canale in data 19 novembre 2005, nel periodo immediatamente precedente la riproduzione delle trote è risultata, nel corso della stagione riproduttiva 2005/06, di fondamentale importanza al fine di assicurare alle stesse la possibilità di deporre correttamente le uova nel Fiume Adda. Il Brembo sembra influenzare, in condizioni di scarso deflusso dal lago, le variazioni di livello dell Adda nella stazione di Cassano. L analisi dei livelli idrometrici risulta molto importante poiché l attività riproduttiva delle trote marmorate e il buon esito della stessa sono fortemente dipendenti dalle variazioni dei flussi idrici. Un immagine della relazione esistente tra flussi idrici e principali tappe della biologia riproduttiva e dello sviluppo delle trote è riportata nelle figure 3.15 e I dati idrometrici fanno riferimento alle stazioni di Spino d Adda e di Cassano. I calcoli relativi alla schiusa in fiume e alla fine del riassorbimento del sacco vitellino sono stati effettuati stimando in circa 420 gradi giorno il tempo necessario all incubazione delle uova e in circa 370 gradi giorno il tempo richiesto per il riassorbimento del sacco vitellino, ad una temperatura dell acqua variabile tra 7 e 10 C (anche se non mancano casi di incubazione in punti di risorgenza con temperature superiori a 10 C o viceversa situazioni temporanee con acqua stagnante prossima agli 0 C). 3.7 Analisi dei tesserini segnacatture Al termine della stagione di pesca 2005 non è stato possibile eseguire tutte le elaborazioni statistiche condotte nelle stagioni precedenti a seguito dell esiguo numero (n=4) di tesserini segnacatture consegnati. Del campione di trote di cui è stata segnalata la cattura (n=27) nel tratto a monte di Lodi, 1 è risultata ibrida dal punto di vista fenotipico. A Comazzo sono state catturate anche due trote fario (lt 34 e 41 cm). Nella zona a valle di Lodi 17

18 è stata catturata una trota marmorata (lt 56 cm), a fronte tuttavia di sole 5 uscite di pesca. Di particolare rilevanza dal punto di vista gestionale risulta l analisi delle lunghezze dei soggetti catturati. Le variabili descrittive (media, deviazione standard, mediana, valore minimo e massimo, numero complessivo di catture) relative alle lunghezze delle trote dell anno 2005 dei tratti tra Cassano d Adda e Lodi e tra Lodi e Montodine sono riportate in tabella Per confronto sono riportati anche i valori delle stagioni 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004 (tratti tra Cassano e Lodi) e 2002, 2003 e 2004 (tratti da Lodi a Montodine). Dopo aver testato la normalità dei campioni delle lunghezze totali con il test di Kolmogorov-Smirnov (p>0,05 in tutti i casi) è stata applicata l analisi della varianza (ANOVA) ai dati dimensionali dei tratti a monte di Lodi nel periodo Dai risultati ottenuti sono emerse differenze altamente significative (F=3,48; g.l. totali=326; p=0,004). I test post-hoc Tukey HSD e Gabriel, condotti per interpretare tali differenze hanno evidenziato una differenza dimensionale significativa (p<0,05) tra il 2000 e gli anni 2004 e Scheffe, Bonferroni, Sidak e Hochberg hanno fatto emergere una differenza significativa solo tra l anno 2000 e il il test LSD ha evidenziato una differenza significativa tra il 2000 e i periodi 2001, 2003, 2004 e In sintesi è possibile confermare la tendenza al ringiovanimento della popolazione, già emersa durante le analisi delle stagioni precedenti. Tale tendenza emerge graficamente in figura Non è possibile effettuare confronti attendibili tra i dati delle zone a valle di Lodi a seguito delle basse numerosità dei campioni. Sovrapponendo la distribuzione percentuale di frequenza delle lunghezze degli individui catturati (n=297) nelle stagioni 2000, 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005 (con l esclusione preventiva dei soggetti catturati di lunghezza inferiore a 34 cm) con la distribuzione delle larghezze allo scavo (las) dei nidi misurati (n=745) nelle stagioni 2001/02, 2002/03, 2003/04, 2004/05 e 2005/06 emergono importanti analogie, già rilevate nelle precedenti pubblicazioni (Lombardi e Al., 2003; Lombardi e Rossi, 2004 e 2005) e ora confermate da una numerosità più ampia di dati (tabella 3.16 e figura 3.18). Pur considerando i limiti relativi alla metodica di confronto (tra le catture effettuate dai pescatori 18

19 vi sono sicuramente maschi; i dati di cattura fanno riferimento ad un periodo relativamente ampio, da fine febbraio a inizio ottobre, durante il quale i pesci si accrescono in misura anche considerevole) è possibile confermare l esistenza di una relazione tra le variabili larghezza allo scavo e lunghezza del riproduttore. Il confronto statistico (tabella 3.17) tra le distribuzioni delle lunghezze dei riproduttori e delle larghezze allo scavo dei nidi è stato eseguito scartando le classi più esterne. Tale scelta è frutto di due considerazioni. La percentuale di trote con lunghezza inferiore a 39 cm che depone in fiume sembra inferiore al 100% (figura 3.18) e pertanto il numero di nidi deposti da questo gruppo è inferiore alla abbondanza percentuale della classe. Le trote di grandi dimensioni (> 78 cm) risultano più difficilmente catturabili (figura 3.18), pertanto il numero di deposizioni presenti risulterà percentualmente superiore rispetto a quello relativo agli individui allamati, per riduzione dell efficacia di cattura. Fatte queste premesse, nell intervallo di lunghezza compreso tra 39 e 78 cm, corrispondente a larghezze allo scavo comprese tra 90 e 289 cm il test chi-quadro (χ 2 (9)=4,384; p=0,885) conferma la concordanza (e quindi la relazione) tra le due variabili in quanto le differenze riscontrate non risultano statisticamente significative. 19

20 4. RISULTATI ED ELABORAZIONI: AFFLUENTI E SISTEMI LATERALI 4.1 Canale Vacchelli Censimento delle comunità ittiche mediante elettropesca In tabella 4.1 vengono riportati i risultati del censimento ittico condotto sul Canale Vacchelli in data 19 novembre Tabella 4.1: comunità ittiche censite sul Vacchelli I dati relativi al censimento ittico confermano la presenza di una comunità ittica di elevato pregio naturalistico, ricca di specie endemiche e/o minacciate e pressoché priva di specie esotiche (se si esclude qualche sporadica carpa). La trota marmorata risulta discretamente rappresentata, nonostante i rifugi per la specie risultino complessivamente scarsi a seguito delle attività di manutenzione del canale. La popolazione di trota marmorata appare tuttavia non ben strutturata, in quanto risultano prevalenti o individui adulti in età riproduttiva, o giovani dell anno (0+). Censimento dei nidi In data 17 dicembre 2006 è stato eseguito il censimento dei nidi di trota marmorata nel tratto tra la presa dal Fiume Adda in comune di Merlino e lo scolo nel Fiume Serio in comune di Crema (figura 4.1). Sono stati censiti complessivamente 13 nidi di trota, concentrati prevalentemente nella zona tra il Ponte di Pandino e quello di Palazzo Pignano (figura 4.2). A questi occorre aggiungere i 7 nidi che teoricamente avrebbero 20

21 potuto deporre i riproduttori selvatici catturati sul Canale e utilizzati per le attività di fecondazione artificiale. Ipotizzando un numero teorico di nidi pari a 20, tale valore risulta inferiore al dato della stagione 2001/02, che risultava pari a 34. Le motivazioni di tale riduzione sono probabilmente imputabili in buona parte alla modifica delle pratiche di manutenzione da parte dell Ente Gestore, che negli ultimi anni ha asciugato il canale facendo poi intervenire macchine dotate di benne e in parte cingolate (quindi in grado di muoversi in alveo). Le attuali pratiche, che si svolgono tra fine marzo e metà aprile, potrebbero determinare una forte alterazione a livello dei substrati, con distruzione degli avannotti di trota marmorata. Inoltre gli esigui livelli idrici dovuti all asciutta parziale potrebbero favorire gli episodi di bracconaggio. 4.2 Fiume Serio Censimento dei nidi E stato eseguito in data 15 dicembre 2005, limitatamente al tratto tra la Palata Borromea e il ponte della tangenziale di Crema. Sono state rilevate 13 deposizioni, a conferma del dato della stagione precedente (in cui le deposizioni censite risultavano 11). La distribuzione delle stesse è riportata in figura Ramo della Tila Censimento dei nidi E stato eseguito in data 16 dicembre Rispetto all anno precedente, in cui erano state censite 22 deposizioni, si osserva un notevole calo numerico in quanto i nidi conteggiati risultano complessivamente pari a 8 (figura 4.5). Tale situazione è probabilmente da imputare al notevole calo di portata subito dal corso d acqua a seguito dell estate particolarmente siccitosa che ha caratterizzato il Tale riduzione di portata potrebbe aver favorito anche episodi di bracconaggio a carico delle trote. 21

22 4.4 Rio Tormo e Rio Stagno Censimento dei nidi E stato eseguito in data 6 gennaio 2006 esclusivamente nelle porzioni limitrofe alla confluenza in Adda. Per il Rio Tormo la zona censita è compresa tra la confluenza dei due rami in località Cascina Resega e la immissione nel Fiume Adda (1,0 km). Per il Rio Stagno è stata osservata la zona dal Ponticello in località Cascina Resega fino alla immissione in Adda (2,5 km). Nonostante la presenza di trote marmorate sia stata recentemente accertata (Rossi, 2005) non sono state rilevate deposizioni. Tale risultanza potrebbe essere spiegabile con la possibile risalita delle trote marmorate dal fiume negli affluenti, in cui le acque a prevalente carattere sorgivo risultano più fresche, durante il periodo caldo e con la probabile discesa delle stesse al fiume, in cui le condizioni di substrato e velocità di corrente risultano migliori rispetto agli affluenti, nel periodo riproduttivo. 5. DISCUSSIONE I risultati riportati nelle sezioni precedenti mettono in luce la permanenza, ormai a carattere pluriennale, di un interessante fenomeno di reclutamento naturale, che determina un graduale ringiovanimento della popolazione di riproduttori e contribuisce all aumento del numero di trote presenti nel corso principale del Fiume e nei suoi affluenti o corpi idrici collegati. Tale fenomeno è probabilmente da collegarsi alla buona riuscita della attività riproduttiva dei soggetti selvatici e dimostra come uno dei principali fattori limitanti la densità delle trote marmorate sia proprio il successo riproduttivo. Le attività svolte nell ambito del presente progetto mirano a monitorare e sostenere la riproduzione naturale, mediante attività quali il recupero di uova in asciutta e la fecondazione artificiale di soggetti selvatici appartenenti al bacino dell Adda che vivono in aree in cui, per cause antropiche, spesso la deposizione naturale 22

23 viene distrutta o alterata. Se da un lato la popolazione di trota marmorata dell Adda appare, nel tratto tra Cassano e Lodi, complessivamente in ripresa, dall altro è sempre più forte il rischio di impatto dovuto alla impossibilità per questa popolazione di espandersi. A monte di Cassano le caratteristiche fluviali non risultano particolarmente idonee alla riproduzione delle trote, a valle di Lodi le esigue densità osservate, dovute probabilmente al surriscaldamento delle acque, al peggioramento idroqualitativo e alla presenza di specie esotiche fanno ipotizzare che le trote presenti non rappresentino più una frazione in grado di autosostenersi ma più probabilmente un fenomeno di drift dalla popolazione collocata più a monte. In una situazione di precarietà come quella in esame, in cui è possibile considerare una buona presenza di trote solo per 35 km di fiume, risulta particolarmente grave la crisi idrica degli ultimi anni, che comporta la captazione di tutta l acqua proveniente da monte all interno di derivazioni a scopo irriguo l ultima delle quali, il Canale Vacchelli, annulla i valori di portata nelle sezioni immediatamente a valle della presa. L assenza di acqua, unita alla presenza di importanti scarichi civili e/o agricoli determina una forte pressione sulla fauna ittica, che si perpetua per molti mesi all anno e che mette a serio rischio, nel medio periodo, le popolazioni di trota marmorata dell Adda. In quest ottica risulta provvidenziale l introduzione, a partire dal 31 dicembre 2008, dell obbligo di Deflusso Minimo Vitale, secondo quanto previsto dall Atto di indirizzi per la politica di uso e tutela delle acque della Regione Lombardia Linee strategiche per un utilizzo razionale, consapevole e sostenibile della risorsa idrica (D.C.R. n. VII/1048 del 28 luglio 2004), dalla Proposta di Programma di Tutela e Uso delle Acque (D.G.R. n. VII/19359 del 12 novembre 2004) e dal Programma di Tutela e Uso delle Acque (D.G.R. n. 8/2244 del 29 marzo 2006), che ne riprendono e integrano i contenuti. L entrata in vigore dei provvedimenti di cui sopra, pur non essendo gli stessi esaustivi al fine di una piena tutela degli ecosistemi acquatici, dovrebbe comunque fornire alle comunità ittiche una boccata di ossigeno e una speranza per il futuro. 23

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