Ambito Territoriale Valle Brembana Servizi socio-assistenziali e socio-sanitari

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1 Ambito Territoriale Valle Brembana Servizi socio-assistenziali e socio-sanitari Algua, Averara, Blello, Bracca, Branzi, Brembilla, Camerata Cornello, Carona, Cassiglio, Cornalba, Costa Serina, Cusio, Dossena, Foppolo, Gerosa, Isola di Fondra, Lenna, Mezzoldo, Moio de Calvi, Olmo al Brembo, Oltre il Colle, Ornica, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Roncobello, San Giovanni Bianco,San Pellegrino Terme, Santa Brigida, Sedrina, Serina, Taleggio,Ubiale Clanezzo,Valleve, Valnegra, Valtorta, Vedeseta, Zogno PIANO di ZONA per il Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali Legge 328/2000 Triennio

2 INDICE PREMESSA 1. LINEE GUIDA GENERALI pag RISULTATI RAGGIUNTI NEL PIANO DI ZONA pag L ANDAMENTO DEMOGRAFICO IL CONTESTO TERRITORIALE. pag IL PIANO DI ZONA COME STRUMENTO DI GOVERNANCE DEL WELFARE LOCALE.. pag LE POLITICHE SOCIALI PER IL TRIENNIO pag INDICAZIONI POLITICHE PER LO SVILUPPO DELLE POLITICHE pag. 41 SOCIALI PER IL NUOVO TRIENNIO 5.2 ORGANI DELLA GOVERNANCE... pag ASSEMBLEA DEI SINDACI E DIRETTIVO UFFICIO DI PIANO TAVOLI TEMATICI 6. LE LINEE PROGRAMMATICHE TRASVERSALI E LE AZIONI PER IL TRIENNIO pag SEGRETARIATO SOCIALE pag COMUNE E SOLIDARIETÀ... pag INTEGRAZIONE SOCIALE E SANITARIA. pag SISTEMA DI ACCREDITAMENTO pag TITOLI SOCIALI. pag RAPPORTO CON IL TERZO E QUARTO SETTORE pag LE AREE DI PROGRAMMAZIONE PER IL TRIENNIO. pag AREA FAMIGLIA E MINORI.pag IL SERVIZIO DI TUTELA MINORI IL CONSULTORIO FAMILIARE DI AMBITO IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI (ADM) IL SERVIZIO AFFIDI I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA I SERVIZI EXTRA SCUOLA I SERVIZI DI MEDIAZIONE CULTURALE 2

3 7.2 AREA DISABILI. pag SIL PERCORSI DI ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO 7.3 AREA SALUTE MENTALE.. pag AREA ADULTI IN DIFFICOLTÀ EMARGINAZIONE pag AREA DIPENDENZE.. pag AREA ANZIANI.. pag CONCLUSIONE.pag NORMATIVA DI RIFERIMENTO...pag. 87 ALLEGATI: All. 1) Piano Triennale Nidi All. 2) I consumi di sostanze psicoattive in provincia di Bergamo: uno sguardo al fenomeno e all attività di prevenzione. Alcune informazioni inerenti l Ambito Territoriale della Valle Brembana 3

4 PREMESSA I cambiamenti e le profonde trasformazioni di ordine demografico, economico e sociale in atto nella nostra società, stanno rendendo per le Amministrazioni Pubbliche sempre più complesso ed articolato il governo del bisogno sociale. Inoltre e rilevante, sotto l aspetto progettuale, la continua evoluzione del quadro normativo di riferimento. La costruzione del Piano di Zona rappresenta pertanto un opportunità di progettazione e sintesi fondamentale non solo rispetto alle indicazioni legislative in materia, ma soprattutto nella valutazione delle peculiarità del territorio, sia in termini di risorse che di criticità. La legge quadro di riforma dell assistenza (L. 328/2000) e la sua applicazione concreta nell attività di programmazione e gestione locale dei bisogni sociali, ha contribuito ad introdurre significativi aspetti di innovazione ed al consolidamento del rapporto di collaborazione tra istituzioni pubbliche e privato sociale; tale percorso e stato tracciato negli anni scorsi con interventi che hanno saputo creare le condizioni essenziali affinché tale processo si consolidasse. Diventa quindi sempre più fondamentale la definizione di un assetto programmatico e decisionale stabile; la progettazione comune per i diversi servizi finanziati con le risorse a disposizione dell Ambito Territoriale, la gestione di gran parte dei servizi territoriali attraverso meccanismi associativi e di solidarietà intercomunale, con l obiettivo fondamentale di patrimonializzare il percorso di rete costruito in questi anni. La programmazione per il triennio , non può che proseguire nel solco tracciato dai precedenti Piani di Zona, considerando le nuove linee guida regionali che si inseriscono in un quadro normativo delineato dalla Legge n. 3 del marzo 2008 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario. In base alla nuova disciplina, il Piano di Zona si configura non solo come il principale strumento della programmazione della rete dei servizi a livello locale, ma soprattutto come ambito privilegiato per conseguire forme di integrazione tra i vari servizi, in particolare tra le unità d offerta socioassistenziali e quelle sociosanitarie, mediante l analisi approfondita dei bisogni e la gestione innovativa, flessibile e partecipata dei servizi, con particolare attenzione all integrazione tra differenti politiche (sociali, sanitarie, abitative etc.). Il livello di complessità delle problematiche affrontate deve comportare un riordino e la messa in rete di servizi, interventi e prestazioni, anche in considerazione della difficoltà nel definire i diversi aspetti legati ad una effettiva integrazione nel campo delle politiche sociali. 4

5 Con i Piani di Zona precedenti, si è realizzato l avvio e il consolidamento di un processo di lettura costante del territorio e delle sue esigenze, delle sue problematiche e delle sue potenzialità, di strategie di collaborazione e di concertazione con tutti i diversi soggetti coinvolti e di messa in rete delle responsabilità e delle risorse; si è perseguito l obiettivo di coniugare identità e specificità delle comunità locali, con criteri di omogeneità, equità, uguaglianza nei diritti di cittadinanza. Si sono messe in atto ed attestate azioni e modalità di lavoro nuove (es. voucher sociali per assistenza domiciliare) e si sono sperimentate forme di gestione associata di alcuni servizi (es. tutela minori e affidi, servizio inserimenti socio-lavorativi). Il complessivo benessere dei cittadini puo e deve essere promosso compiutamente solo attraverso l integrazione ed il concorso di tutte le diverse politiche a favore della persona e della famiglia, in modo particolare quelle che riguardano le politiche per la famiglia, l educazione, la formazione e il lavoro, le politiche per la casa e quelle relative all inclusione sociale. La cura della rete diventa allora il punto fondamentale attorno al quale devono incentrarsi gli sforzi di tutti gli attori in gioco, la condizione imprescindibile per poter veramente migliorare la qualità del sistema. La qualità del welfare è conditio sine qua non del benessere delle persone e questo richiede di garantire la qualità delle prestazioni standard o dei meccanismi erogativi, ma anche delle azioni capaci di rafforzare la buona vita e l appartenenza attiva al proprio territorio. Qualità del welfare richiede capacità del sistema (cioè delle istituzioni) di connettersi alla società (alla realtà dei propri cittadini e del proprio territorio) per la promozione, condivisa e partecipata, del benessere sociale. E solo dalla capacità di connessione tra le organizzazioni/professionalità con il sociale che può emergere il welfare (inteso come lo star bene/la qualità della vita, ecc.). Diventa essenziale allora, la qualità delle relazioni, la qualità dei rapporti tra istituzioni e società, tra servizi sociali territoriali e comunità locali, tra operatori sociali e famiglie, e anche qualità delle relazioni tra cittadini e cittadini, non necessariamente utenti o pazienti o consumatori. Nelle sempre più complicate situazioni di oggi, la strada maestra da seguire è quella di riscoprire e sostenere (a tutti i livelli) strategie condivise, progetti collettivi che sappiano farci progredire nella direzione del bene comune e del benessere collettivo, fare sintesi tra le tante e diverse strategie 5

6 che ciascun soggetto coinvolto nella rete mette in campo, in modo da poter individuare delle possibili convergenze su progetti comuni e condivisi. 1. LINEE GUIDA GENERALI Le linee guida del Piano di Zona partono dal considerare le linee guida evidenziate dalla Regione Lombardia: l invecchiamento della popolazione: è registrato dall incremento continuo dell indice di vecchiaia; il numero delle famiglie lombarde con almeno un anziano è superiore a quello delle famiglie con almeno un minore; la presenza di care giver informali retribuiti: sempre più ampio è il numero di famiglie che organizzano il proprio sistema di cura, ricorrendo a forme di care giving" informale; il numero stimato delle badanti sul territorio regionale era nel 2006 superiore a ; l impoverimento delle famiglie: è dimostrato dal trend crescente negli ultimi anni delle famiglie lombarde deprivate. Dato esemplare di questa difficoltà e il numero degli sfratti per morosità, che cresce di anno in anno; il fenomeno dell immigrazione: la Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di immigrati, prevalentemente concentrati nelle province di Milano, Brescia e Bergamo. Questo porta ad un ripensamento del welfare in una logica comunitaria e di responsabilizzazione dei diversi attori e rende necessario: salvaguardare la centralità della persona e della famiglia; focalizzare l attenzione sulla ricomposizione istituzionale e finanziaria degli interventi, delle decisioni e delle linee di programmazione; liberare le energie degli attori locali, semplificando il quadro degli adempimenti, armonizzando le linee di finanziamento regionali e facendo convergere le risorse regionali tradizionalmente destinate ai piani di zona verso sperimentazioni locali di un welfare promozionale e ricompositivo; connettere le conoscenze dei diversi attori del territorio; ricomporre le risorse che gli enti locali investono nei sistemi di welfare, favorendo l azione integrata a livello locale; facilitare l integrazione tra ambiti di intervento sociale e socio sanitario; promuovere l integrazione tra diversi ambiti di policy. In particolare si apre la necessità di concepire politiche di welfare che: 6

7 realizzino in forma compiuta un sistema di rete territoriale in grado di incontrare la famiglia, coglierne le esigenze e rispondervi in tempi brevi, in modo trasversale ed integrato; diversifichino e incrementino la gamma dei servizi fornendo ai cittadini risposte sempre più personalizzate e sempre meno indistinte; razionalizzino e ottimizzino l impiego delle risorse disponibili, perseguendo modelli di gestione associata dei servizi e l integrazione degli strumenti tecnici e dei criteri di implementazione delle policy; superino le logiche organizzative settoriali, la frammentazione e la duplicazione di interventi favorendo una presa in carico unitaria e semplificando l informazione e le procedure di accesso ai servizi. La programmazione sociale territoriale dovrà caratterizzarsi per la capacità di: sviluppare alleanze tra gli attori pubblici e gli attori della società per promuovere opportunità e benessere sociale; coordinare e integrare le politiche pubbliche: agire affinché i diversi strumenti di programmazione si parlino ed interagiscano a livello di ambito territoriale e che il Piano di Zona si coordini con gli altri strumenti di programmazione; garantire scelte sostenibili, (quelle che favoriscono il permanere nel tempo di quelle azioni e di quelle relazioni che promuovono il benessere della società e al tempo stesso offrono sostegno e tutela alle situazioni di fragilità) e adeguate all evolversi dei bisogni (appropriatezza degli interventi); promuovere, sostenere e connettere le reti sociali; promuovere un attività di valutazione permanente e diffusa, orientata a consolidare i successi e comprendere le eventuali criticità; sviluppare e potenziare la gestione associata per: - migliorare l integrazione dei servizi e degli interventi sul territorio; - garantire la copertura su tutto il territorio di riferimento; - razionalizzare l offerta rispetto alla domanda espressa; - offrire pari opportunità ai cittadini e livelli adeguati di informazione. 2. RISULTATI RAGGIUNTI NEL PIANO DI ZONA La programmazione del nuovo triennio , non può che partire da quanto sviluppato nel precedente Piano di Zona nell Ambito della Valle Brembana. 7

8 In particolare si sono sviluppati servizi che hanno permesso di: promuovere e sostenere la famiglia come luogo privilegiato di produzione di beni, di educazione, di cura, di sicurezza e snodo fondamentale dell organizzazione dei servizi, costruire azioni che facilitano il processo di integrazione prevedendo forme di una rete integrata degli interventi, superando vecchie logiche di gestione individuali dei servizi, coinvolgendo i diversi soggetti nei processi di progettazione e programmazione la sperimentazione di forme diverse come la gestione associata di diversi servizi, che ha previsto anche l istituzione di una quota di solidarietà fra i Comuni aderenti, ha progressivamente portato alla creazione di interventi maggiormente omogenei sia nella distribuzione territoriale che nelle modalità di accesso. rafforzamento e collaborazione con il Terzo settore promuovendo forme di collaborazione sempre più strette tra le rete dei servizi dell Ambito, del Privato Sociale e del Terzo Settore presenti sul territorio, rafforzare l integrazione socio sanitaria per un miglior grado di efficienza dei servizi rivolti ai cittadini. Di seguito vengono riportati sinteticamente, i dati relativi agli obiettivi raggiunti, con le specifiche azioni attuative del triennio precedente. 8

9 RISULTATI RAGGIUNTI PIANO DI ZONA AREA /ORGANIZZAZIONE AZIONI RISULTATI NOTE - ASSEMBLEA DEI SINDACI - DIRETTIVO - UFFICIO DI PIANO - TAVOLI TEMATICI CONVOCAZIONI PERIODICHE CONVOCAZIONI PERIODICHE - ASSISTENTI SOCIALI COORDINAMENTO QUINDICINALE - TERZO SETTORE VERIFICHE PERIODICHE SUI SERVIZI STRUTTURE/UNITA D OFFERTA E necessario convocare con cadenza mensile sia l Assemblea che il Direttivo per evitare di dover discutere nella medesima seduta un OdG troppo ampio. Difficoltà nell utilizzare tali contesti in termini di progettazione e non solo di confronto/valutazione delle proposte. Buono il livello di collaborazione e confronto. Necessità di dare continuità a impostazioni di lavoro condivise. E necessario sviluppare maggiore interazione con il terzo settore sia per quanto riguarda la programmazione e le verifiche dei servizi, sia per la progettazione di ulteriori interventi e collaborazioni. La cooperazione sociale e il volontariato sono una risorsa del territorio che deve avere l Ambito come interlocutore che sappia mantenere una regia rispetto alle diverse componenti e collaborazioni. - ACCREDITAMENTO SERVIZI PER LA DISABILITA - ACCREDITAMENTO SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA - REGOLAMENTO CSE - REGOLAMENTO ACCREDITAMENTO E necessario regolamentare in modo omogeneo i servizi sulla disabilità sia in termini di requisiti per l accreditamento sia in termini di compartecipazione ai costi da parte dei comuni e delle famiglie. La normativa regionale ha vincolato l erogazione di contributi alle strutture e ai servizi accreditati, quindi con requisiti di qualità. 9

10 AREA ANZIANI - RICOVERI DI SOLLIEVO - CONTRIBUTO ECONOMICO RICOVERI DI SOLLIEVO - SERVIZIO TRASPORTO SOCIALE - VOUCHER SOLLIEVO - CONTRIBUTO REGOLARIZZAZIONE BADANTI - CONVENZIONI PER: n 1 POSTO PRESSO FONDAZIONE DON PALLA (PIAZZA BREMBANA) n 2 POSTI PRESSO OPERA PIA (LAXOLO- BREMBILLA) - RIMBORSO 20,00 GIORNALIERE - CONTRIBUTO ASSOCIAZIONI - ATTIVAZIONE DI PACCHETTI ASSISTENZIALI DI 60 ORE - CONTRIBUTI ECONOMICI - TELESOCCORSO - GESTIONE ASSOCIATA La possibilità di avere a disposizione i due nuovi posti presso l Opera Pia ha permesso di migliorare la capacità di rispondere alle esigenze delle famiglie relative a ricoveri di sollievo/convalescenza. E necessario migliorare la procedura in caso di dimissioni ospedaliere. Il contributo è stato modificato durante il triennio introducendo l applicazione dell ISEE. Non è ritenuto prioritario e necessario, vista l estemporaneità del contributo. Date le difficoltà nel garantire un servizio vallare si è provveduto ad erogare contributi economici alle Associazioni che sul territorio erogano servizi di trasporto sociale. I contributi sono stati ridimensionati a causa della diminuzione di risorse. E necessario riformulare nuove modalità di collaborazione e di riconoscimento del servizio svolto. Buon utilizzo di questa tipologia di interventi, in particolare per le situazioni con fasce ISEE basse. Riconoscendone l estrema positività, si valuterà di aumentare le fasce ISEE, considerando livelli di contribuzione più simili ai servizi SAD comunali. Modifica della regolamentazione nel triennio che ha previsto la differenziazione sia in base all ISEE, sia in caso di prime richieste e/o rinnovi. L obiettivo iniziale sollecitato dalle indicazioni regionali (regolarizzazione) si è trasformato in contributo economico non prioritario. La gestione associata permette di mantenere omogeneo l utilizzo del servizio e ottimizzarne le procedure ormai consolidate. Nonostante una flessione nell utilizzo, rimane un buono strumento di comunicazione con le situazioni di solitudine e/o fragilità del territorio. 10

11 AREA DISABILI - CDD - VOUCHER CDD - SERVIZI RESIDENZIALI - VOUCHER DISABILI - SERVIZIO INSERIMENTI LAVORATIVI - ASSISTENZA EDUCATIVA SCOLASTICA - IPOTESI CONTRIBUTI PER ABBATTIMENTO DELLE SPESE PER STRUTTURE RESIDENZIALI - VOUCHER SOLLIEVO Contributi a rimborso delle spese sostenute per periodi di sollievo/vacanza - VOUCHER SOCIALIZZAZIONE progetti individualizzati che prevedono l affiancamento del disabile in contesti socializzanti - VOUCHER DOMICILIARI interventi effettuati all interno del nucleo familiare - VOUCHER SOCIO- OCCUPAZIONALI Contributi a cooperative accreditate per l inserimento di soggetti che non hanno livelli adeguati ad inserimenti lavorativi, ma che necessitano di un impegno settimanale con caratteristiche socio-occupazionali - COLLABORAZIONE CON AZIENDA CONSORTILE ISOLA BERGAMASCA - GESTIONE ASSOCIATA Il triennio ha visto l investimento da parte dell Ambito di un contributo a copertura delle spese organizzative (trasporto e affitto) del CDD; è necessario una riformulazione degli accordi attualmente esistenti. L intervento non è mai stato attivato per mancanza di fondi e regolamentazione. Attualmente si è ipotizzato un regolamento comune di compartecipazione alle rette RSD viste le recenti indicazioni della Conferenza dei Sindaci provinciale di modifica della regolamentazione dei pagamenti. Nonostante le necessità delle famiglie e le positività delle attività di vacanze di gruppo, non si valuta prioritario proseguirne il finanziamento. Sono stati tra gli interventi più utilizzati e validi vista la flessibilità e la necessità di integrazione sul territorio. Sono stati utilizzati a supporto delle situazioni di fragilità non solo del disabile, ma in generale del nucleo familiare. Sono tra gli interventi necessari e opportuni per i soggetti disabili. Sarebbe necessario ampliare gli ambiti di intervento non solo agli spazi messi a disposizione dalle cooperative di tipo B, ma del territorio in generale. In tal senso è necessaria una maggiore collaborazione fra Cooperative e Amministrazioni Comunali per l affidamento di servizi idonei agli inserimenti di soggetti disabili. Nel triennio si è valutata l opportunità di sviluppare una collaborazione con il servizio gestito dall Azienda Consortile Isola Bergamasca, anche in qualità di ente capofila del tavolo di coordinamento provinciale sistema doti; attualmente a causa di alcune difficoltà organizzative e del cambio dell ente coordinatore si stanno valutando alcune ipotesi alternative. Nel triennio si è strutturato un servizio al quale hanno aderito alcuni comuni attraverso un affidamento unitario del servizio. 11

12 AREA SALUTE MENTALE - FONDO PSICHIATRIA - CONTRIBUTI ECONOMICI - TAVOLO SALUTE MENTALE - PROGETTI SPERIMENTALI - COORDINAMENTO TAVOLO PERSONALE AZIENDA OSPEDALIERA - PROGETTO TUTTI PAZZI PER LA BIBLIOTECA Finalizzati all inserimento socio-occupazionale e ai progetti di residenzialità leggera, gli interventi sono concordati e sviluppati dall assistente sociale del CPS in collaborazione con le assistenti sociali comunali. Si sono valutati positivamente gli interventi e i risultati anche se emerge la necessità di integrare (soprattutto nei progetti di lunga durata) un intervento da parte del Comune di residenza del paziente. Si è richiesta la disponibilità a garantire il coordinamento del tavolo Salute Mentale da parte del personale dell Azienda Ospedaliera ed in particolare dell Assistente Sociale del CPS. Attraverso il finanziamento da parte della Fondazione Bergamasca, si è attivato un progetto sperimentale ideato dai componenti del tavolo salute mentale per sperimentare reali spazi di integrazione sul territorio. Si ipotizza di sviluppare sia il progetto che la positiva modalità di collaborazione interistituzionale. AREA EMARGINAZIONE - FONDO FRAGILITA - CONTRIBUTI ECONOMICI Su valutazione dell assistente sociale di riferimento, si prevedono interventi economici temporanei e finalizzati in situazione di fragilità in particolare economica e lavorativa; date le difficoltà a reperire fondi questo tipo di contributo sarà valutato e sostenuto con contributi comunali. 12

13 AREA MINORI - SERVIZIO TUTELA MINORI - ATS VALLE IMAGNA - SERVIZIO AFFIDI - ATS VALLE IMAGNA - ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI - AFFIDAMENTO SERVIZIO - BANCO DI SOLIDARIETA - CONTRIBUTO ECONOMICO - SOSTEGNO ECONOMICO FAMIGLIE IN DIFFICOLTA - BANDO EX SPAI - FAMIGLIE NUMEROSE - BANDO REGIONALE - FONDO SOLIDARIETA RETTE COMUNITA - CONTRIBUTO FINO AL 50% SPESE SOSTENUTE - MEDIAZIONE CULTURALE - AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO Date le notevoli criticità affrontate nel triennio dovute; al continuo cambio del personale, all impossibilità dell Ente gestore Comunità Montana Valle Brembana di poter programmare nuove assunzioni, la difficoltà a mantenere un coordinamento del servizio ed un rapporto con gli psicologi messi a disposizione dall ASL, si è valutato di affidare il servizio alla Val Cavallina per poterne garantire la maggiore continuità del personale e una riprogrammazione del servizio che ne riformuli le competenze, le collaborazione e il ruolo di regia rispetto ai servizi coinvolti sui casi. Attualmente è attiva una collaborazione con la Valle Imagna per la gestione del servizio attraverso la Cooperativa Il Varco di Brembilla; si ritiene opportuno valutare e definire i ruoli e le modalità operative alla luce delle modifiche anche del servizio tutela minori. E stato predisposto l avviso di gara che prevede l affidamento del servizio per il nuovo triennio; questo per poter ottimizzarne l organizzazione e dare maggiore continuità agli interventi anche alla luce della necessaria riduzione del relativo impegno economico. Nel triennio si è valutata la necessità di mantenere la collaborazione con l Associazione Banco di Solidarietà formalizzando la segnalazione delle situazioni prese in carico da parte delle assistenti sociali comunali e l acquisto di latte e pannolini. Sulla modalità dei precedenti contributi provinciali per i nuclei familiari in difficoltà, nel trienni si sono previsti supporti economici in situazioni specifiche valutate dalle Assistenti Sociali di riferimento. Dato il positivo utilizzo e il supporto ad interventi comunali spesso già onerosi, si valuta opportuno il proseguimento dell intervento Nel triennio Regione Lombardia ha stanziato fondi finalizzati al sostegno di famiglie numerose con tre o quattro figli; attualmente sembra che questi contributi non saranno ulteriormente previsti. Nel triennio, visto l onere economico previsto per i comuni nel caso di rette per comunità per minori, l Ambito ha previsto una compartecipazione ai costi fino a un massimo del 50% delle spese sostenute. Il servizio è svolto su richiesta delle scuole attraverso operatori messi a disposizione dalla cooperativa Kinesis. L utilizzo è stato altalenante e 13

14 vincolato ai flussi migratori nel territorio. Il progetto ha previsto la sperimentazione di diverse attività relative all uso/abuso di alcol e sostanze stupefacenti, la prevenzione agli incidenti stradali, educazione a stili di vita sani. La complessità e la PROGETTO IMPRENDITIVITA - PROGETTO PREVENZIONE (VEDI diversità relativa alla tipologie degli interventi previsti ha avuto la E PROTAGONISMO AREA SOCIO-SANITARIA) positività di un approccio di sistema, ma la difficoltà pratica a coinvolgerne i diversi interlocutori. Anche in questo caso è necessario una regia che possa sviluppare singoli interventi. Per il triennio si è previsto un finanziamento dei progetti attivati dai singoli Comuni e attraverso la collaborazione nel progetto complessivo con l UPEE; l ultimo anno a causa della riduzione dei finanziamenti a - PROGETTO EXTRASCUOLA - BANDO NON SOLO COMPITI disposizione si è prevista una compartecipazione economica e non soltanto in termine di valorizzazione da parte delle Amministrazioni Comunali e delle Parrocchie; nonostante alcune criticità si valuta la positività del progetto e soprattutto le caratteristiche preventive e educative che questo tipo di intervento comporta. SEMINARIO EXTRASCUOLA In collaborazione con la Provincia di Bergamo si sono concordati due eventi: il seminario di presentazione a livello provinciale degli spazi extrascuola dove l Ambito ha rappresentato le realtà degli Uffici di Piano a livello provinciale e una giornata formativa/ricreativa che avverrà presumibilmente a fine maggio per il quale abbiamo ottenuto 1.000,00 di finanziamento. EXTRASCUOLA E INTEGRAZIONE DISABILI L Ambito è stato selezionato con la Val Cavallina e la Valle Seriana per un progetto di integrazione dei disabili all interno dell extrascuola attraverso un finanziamento di ,00 a valere sui progetti di conciliazione. Il triennio ha previsto finanziamenti finalizzati a sostenere iniziative relative a: - dispersione scolastica (utilizzata in parte solo dal CFP); - equipe psico-socio-pedagogica per gli Istituti Comprensivi; - iniziative di prevenzione all uso/abuso di alcol e sostanze - CONTRIBUTI ISTITUTI BANDO FINANZIAMENTI ISTITUTI utilizzati dagli istituti superiori. SCOLASTICI COMPRENSIVI E SUPERIORI Si ritiene necessario una maggiore specifica rispetto alle modalità di utilizzo dei fondi erogati e le attività finanziate; è opportuno che le attività e i finanziamenti vengano incrociati con i fondi comunali per i Piani di diritto allo Studio e con le offerte formative messe a disposizione da parte di altri enti (es. ASL) - PROGETTI l.23 - PROGETTO NASCERE In collaborazione con il Distretto ASL e l Ambito Valle Imagna, si è 14

15 - SERVIZI PRIMA INFANZIA - GESTIONE ASSOCIATA - COORDINAMENTO E FORMAZIONE prevista una collaborazione con il Consorzio Solco Priula in qualità di ente titolare del progetto Nascere finanziato attraverso i fondi della L.23. Attraverso il progetto si sono positivamente sperimentate attività quali il sostegno domiciliare attraverso le figure dell ostetrica, dell educatrice e della psicologa, supporto economici e in particolare la fornitura di latte e pannolini, l apertura di uno spazio gravidanza e neonato di confronto e formazione delle mamme. A seguito della presentazione di un progetto di gestione associata relativo ai servizi alla prima infanzia, si sono erogati finanziamenti finalizzati a rendere il più omogenee possibili le rette degli asili nidi, oltre che offrire momenti formativi e attività animative in Valle. La sperimentazione si è conclusa a seguito dello scioglimento della gestione associata. Si è istituito il coordinamento servizi alla prima infanzia con la partecipazione da parte dei 5 nidi vallari e il percorso formativo per il quali l ambito, in collaborazione con la Valle Imagna, ha messo a disposizione le due percorsi per garantire le 20 ore necessarie per l accreditamento dei servizi. La Provincia di Bergamo ha erogato a tal fine un contributo di 1.000,00. INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA - ACCESSO RSA - MODULISTICA UNICA RSA - CONTINUITA ASSISTENZIALE - NUCLEO DI VALUTAZIONE - PROTOCOLLI ASL-AMBITI- AZIENDE OSPEDALIERE- CLINICHE - COLLABORAZIONE ASSISTENTI SOCIALI E EDUCATRICE ASL - L ASL con Regione Lombardia, in collaborazione con le RSA ha predisposto una modulistica unica utilizzabile per le diverse RSA agevolando l accesso alle famiglie. - l ASL ha promosso protocolli d intesa per formalizzare alcuni passaggi tra istituzioni nel caso di dimissioni ospedaliere. Nonostante la positività e l opportunità nel rinnovare suddetti protocolli, appare necessario migliorare le collaborazioni e i passaggi tra operatori coinvolti in particolare con i reparti ospedalieri. Mantenere e sviluppare maggiore presenza all interno del CEAD di Ambito Con l apertura dello Sportello Socio-Sanitario presso il distretto ASL, si era ipotizzata la costituzione di un nucleo di valutazione mai formalizzato. Secondo recenti indicazioni regionali e provinciali (PAR) si è prevista la formalizzazione del protocollo per le dimissioni 15

16 - CONSULTORIO FAMILIARE - NEUROPSICHIATRIA INFANTILE - PROTOCOLLO CONSULTORIO FAMILIARE PRIVATO ACCREDITATO - PROTOCOLLO DIMISSIONI UONPI - RICHIESTE ASSISTENZA EDUCATIVA SCOLASTICA dall UONPI (VEDI NEUROPSICHIATRIA) Si sono avviate le procedure per l accreditamento e la messa a contratto di due sedi consultoriali del privato sociale di cui una a Zogno, già aperta e in attesa della messa a contratto regionale e la seconda a Piazza Brembana in fase di accreditamento, da pochi giorni in funzione. Risulta necessario formalizzare il livello di collaborazione tra ASL, Ambito e Enti Gestori del Consultorio per una migliore collaborazione e programmazione degli interventi sul territorio. E stato predisposto un protocollo d intesa tra ASL, Azienda Ospedaliera e Ambiti Valle Brembana e Valle Imagna, per la creazione di un nucleo di valutazione del progetto di vita del disabile in particolare a seguito delle dimissioni dalla UONPI. Risulta necessario mantenere e sviluppare un raccordo con la UONPI per la valutazione delle richieste relative all assistenza educativa scolastica. 16

17 - EDUCAZIONE ALLA SALUTE - PROGETTO PREVENZIONE - RIMBORSI SERVIZI SOCIO- SANITARI NON GARANTITI - COLLABORAZIONE CON I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE E MEDICINA DI COMUNITA Rimborsi in particolare per le spese di logopedia, psicomotricità e consulenze specifiche erogate nel triennio (con alcune modifiche relative alla valutazione ISEE introdotte successivamente); si sta valutando l opportunità di sospenderne l erogazione vista la competenza esplicitamente sanitaria. Collaborazioni degli operatori ASL all interno delle scuole e con le Amministrazioni comunali per le attività di promozione alla salute (prevenzione a l tabagismo, programmi guida sicura, gruppi di cammino,.); è necessario mantenere una collaborazione per poter individuare le azioni ipotetiche e/o necessarie applicabili sul territorio. Gli operatori ASL hanno partecipato all attuazione del progetto prevenzione attraverso incontri periodici del tavolo tecnico e rapporti con le scuole in applicazione del progetto sperimentale scuola che promuove salute. 17

18 RENDICONTAZIONE ECONOMICA

19 RENDICONTAZIONE ECONOMICA ANNUALITÀ

20 COSTI SOSTENUTI DAI COMUNI

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22 RENDICONTAZIONE ECONOMICA ANNUALITÀ

23 RENDICONTAZIONE ECONOMICA ANNO

24 COSTI SOSTENUTI DAI COMUNI ANNO

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26 RENDICONTAZIONE ECONOMICA ANNUALITÀ

27 RENDICONTAZIONE ECONOMICA ANNUALITÀ

28 COSTI SOSTENUTI DAI COMUNI ANNO

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30 3. L ANDAMENTO DEMOGRAFICO: IL CONTESTO TERRITORIALE Comune Popolazione residente (dati ISTAT ) Popolazione straniera residente (dati ISTAT ) Algua Averara Blello 79 1 Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo 86 0 Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno Valle Brembana Provincia

31 ANALISI DELLA POPOLAZIONE PER FASCIA DI ETÀ PERCENTUALI COMPARATE (DATI ISTAT AL 01/01/2011): 6,00 % popolazione val Brembana 0-2 anni 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI LENNA MEZZOLDO MOIO OLMO AL OLTRE IL ORNICA PIAZZA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN SAN SANTA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO % popolazione per fascia di età 3-5 anni 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI LENNA MEZZOLDO MOIO OLMO AL OLTRE IL ORNICA PIAZZA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN SAN SANTA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO % popolazione 6-10 anni 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATACORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTASERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLADI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIODE'CALVI OLMOAL BREMBO OLTREIL COLLE ORNICA PIAZZABREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SANGIOVANNI B. SANPELLEGRINOT. SANTABRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALECLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATACORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTASERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLADI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIODE'CALVI OLMOAL BREMBO OLTREIL COLLE ORNICA PIAZZABREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SANGIOVANNI B. SANPELLEGRINOT. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALECLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO 31

32 popolazione anni 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATACORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTASERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLADI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIODE'CALVI OLMOAL BREMBO OLTREIL COLLE ORNICA PIAZZABREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SANGIOVANNI B. SANPELLEGRINOT. SANTABRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALECLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO 32

33 popolazione anni 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 20,00 18,00 16,00 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO popolazione anni 10,00 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIODE'CALVI OLMOAL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SANGIOVANNI B. SANPELLEGRINOT. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO 33

34 RAFFRONTO POPOLAZIONE TOTALE/POPOLAZIONE STRANIERA (DATI ISTAT AL 01/01/2011): popolazione straniera residente su popolazione totale A lgua A v erara B lello B rac c a B ranz i B rem billa Cam erata Cornello C arona C as s iglio C ornalba Costa S erina C us io D os s ena F oppolo G eros a Isola di Fondra Lenna M ez z oldo M oio de' C alv i O lm o al B rem bo Oltre il Colle O rnic a P iaz z a B rem bana P iazzatorre P iaz z olo R onc obello S an G iov anni B ianc o S an P ellegrino T erm e S anta B rigida S edrina S erina T aleggio Ubiale Clanezzo V allev e V alnegra V altorta V edes eta Z ogno % popolazione straniera su popolazione totale per fasce di età oltre % 80% 60% 40% 20% 0% ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO

35 PERCENTUALI DI POPOLAZIONE PER MACRO AREE (DATI ISTAT AL 01/01/2011): popolazione val Brembana per macro area età 100% 80% 60% 40% oltre 65 20% 0% ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO % popolazione straniera su popolazione totale per macro aree di età 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% oltre % 20% 10% 0% ALGUA AVERARA BLELLO BRACCA BRANZI BREMBILLA CAMERATA CORNELLO CARONA CASSIGLIO CORNALBA COSTA SERINA CUSIO DOSSENA FOPPOLO GEROSA ISOLA DI FONDRA LENNA MEZZOLDO MOIO DE'CALVI OLMO AL BREMBO OLTRE IL COLLE ORNICA PIAZZA BREMBANA PIAZZATORRE PIAZZOLO RONCOBELLO SAN GIOVANNI B. SAN PELLEGRINO T. SANTA BRIGIDA SEDRINA SERINA TALEGGIO UBIALE CLANEZZO VALLEVE VALNEGRA VALTORTA VEDESETA ZOGNO 35

36 TASSI DI INCIDENZA IN % SULLA POPOLAZIONE GENERALE (DATI ISTAT AL 01/01/2011): tasso di mascolinità 140,00 120,00 100,00 80,00 60,00 40,00 20,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno tasso di femminilità 140,00 120,00 100,00 80,00 60,00 40,00 20,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno tasso popolazione minorile 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno tasso incidenza popolazione anziana 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno 36

37 indice di carico familiare 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno n persone povere residenti per comune Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno carico sociale 100,00 90,00 80,00 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno dipendenza giovanile 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno 37

38 indice di popolazione attiva 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno indice di ricambio popolazione attiva 800,00 700,00 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 100,00 0,00 Algua Averara Blello Bracca Branzi Brembilla Camerata Cornello Carona Cassiglio Cornalba Costa Serina Cusio Dossena Foppolo Gerosa Isola di Fondra Lenna Mezzoldo Moio de' Calvi Olmo al Brembo Oltre il Colle Ornica Piazza Brembana Piazzatorre Piazzolo Roncobello San Giovanni Bianco San Pellegrino Terme Santa Brigida Sedrina Serina Taleggio Ubiale Clanezzo Valleve Valnegra Valtorta Vedeseta Zogno 4. IL PIANO DI ZONA COME STRUMENTO DI GOVERNANCE DEL WELFARE LOCALE La legge quadro di riforma dell assistenza L.328/00 e la Legge Regionale 3/2008, individuano nella programmazione, condotta in una logica che promuova la massima partecipazione di tutti gli attori del sistema sociale territoriale, l azione fondamentale per l attuazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Il sistema di welfare, inteso come combinazione degli elementi sociali, economici e culturali, deve favorire l integrazione tra individui, gruppi e organizzazioni, che caratterizzano il contesto territoriale di riferimento. In particolare questo territorio caratterizzato da una storia e da una strutturazione demografica, socio-culturale e politica propria, deve trovare in questo nuovo Piano di Zona, la possibilità di mantenere e valorizzare il tradizionale senso di appartenenza comunitario, il forte radicamento dei legami famigliari e parentali, la capacità di farsi carico dei nuovi bisogni emergenti e di fronteggiare, con logiche solidaristiche al venir meno di risorse economiche. 38

39 Partendo pertanto da livelli di government macro, - lo Stato, chiamato a definire i livelli essenziali e di assistenza sociale (LIVEAS), le Regioni, chiamate ad ottemperare agli obiettivi di integrazione tra politiche sociali e politiche sanitarie (come del resto richiamato dalla L.R 3/2008), fondamentale sarà promuovere sinergie e strategie di lavoro, che permettano una governance locale, centrata sulla definizione, da parte dei Comuni, delle priorità di intervento, delle modalità organizzative e dell insieme di strumenti e risorse necessari, per la realizzazione della rete dei servizi sociali. La metodologia della programmazione degli interventi e delle risorse, oltre ad essere orientata a dare operatività alla fase di elaborazione dei progetti, dovrà contraddistinguersi in base alle seguenti caratteristiche: decentramento: sempre più vicini ai luoghi di vita quotidiana dei cittadini; questo richiederà l individuazione di forme, modalità e tempi di servizi che permettano di individuare specifici bisogni, fornendo risposte adeguate anche in piccole aree o Comuni del territorio; valutazione: costruzione di modalità di monitoraggio diretto, anche attraverso la governance locale del singolo Comune, dello stato di attuazione del sistema integrato di politiche sociali. La valutazione è elemento necessario e prioritario per garantire la qualità dei servizi erogati; partenariato e progettazione partecipata: la sussidiarietà è principio fondamentale dell agire futuro del sistema sociale vallare e la caratteristica essenziale di una metodologia di lavoro sociale tesa a garantire, attraverso la concertazione, la partecipazione della pluralità di soggetti, istituzionali e privati che rappresentano la vera ricchezza sociale del nostro territorio ; gestione integrata e sovra comunale (associata): condizione necessaria per affrontare i problemi e rendere sostenibile, la promozione della rete dei servizi, che da sempre rappresentato il ruolo e la funzione essenziale del Piano di Zona. Nel campo sociale, e in particolare in quello della pianificazione di zona, il termine governance locale appare come il più appropriato per rappresentare, un processo che vede coinvolti, una pluralità di soggetti pubblici e privati che non è possibile (oltre a essere inopportuno), governare in modo gerarchico. In un territorio complesso e diversificato come quello della Valle Brembana, applicare la governance locale significa sostanzialmente, riuscire a promuovere un processo condiviso di costruzione collettiva delle politiche sociali. 39

40 Rafforzare la coerenza fra i diversi livelli e ambiti di pianificazione, per non disperdere le energie e le risorse del territorio, diventa sempre più urgente e necessario. Il Piano di Zona rappresenta lo strumento privilegiato per la condivisione e la concertazione delle politiche sociali, per la fissazione di modalità organizzative dei servizi, di forme di rilevazione dei bisogni e delle risorse e di modalità di collaborazione tra i diversi attori che operano sul territorio. In questo modo si realizza un efficace passaggio da una tradizionale gestione di government ad una moderna prospettiva di governance locale, vicina al territorio e alle esigenze dei singoli cittadini. Gli organi politici e tecnici della governance locale, in questo Piano di Zona, di seguito maggiormente declinati, hanno quindi la necessità di creare delle forte sinergiche progettuali, sia nella fase preventiva di realizzazione dei progetti territoriali o individuali, sia in fase successiva di monitoraggio e verifica dell andamento degli interventi che verranno posti in essere. Questo vale anche per la creazione di Tavoli e Gruppi di lavoro che si andranno a costituire, che dovranno rappresentare il più possibili tutti gli ambiti del pubblico e del privato sociale che agiscono ed operano nelle diverse aree del territorio e che facciano da tramite, tra il livello politico e tecnico e le esigenze del territorio stesso. La possibile sinergia tra i vari livelli, politico, tecnico e locale, in questo Piano di Zona, dovrà cercare di raggiungere alcuni obiettivi che possiamo così sintetizzare: Un sistema di servizi e di prestazioni integrate che rappresentino una forte connotazione di appartenenza locale, Nuove forme di finanziamento del sistema, attualmente non più sufficiente considerati i continui tagli alla spesa pubblica e i limitati trasferimenti, comunicati dalla Regione nell ultimo periodo; Modalità organizzative e gestionale dei servizi, nonché le modalità di accesso alla rete dei servizi, che vadano incontro alle reali esigenze delle famiglie e dei cittadini della zona; Gli apporti del privato sociale nella progettazione e gestione del sistema dei servizi; L integrazione tra servizi sociali e servizi sanitari di base o specialistici, presenti sul territorio. Il Piano di Zona e adottato attraverso un Accordo di programma, sottoscritto dai Comuni dell ambito e dall ASL territorialmente competente. Esso rappresenta, la sintesi delle scelte concertate con tutti i soggetti che concorrono alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e sanitari. 40

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