1. PRIMO SOCCORSO 2. IL FUOCO 3. IL FORNO 4. CUCINA TRAPPER 5. COME SI MONTA LA TENDA 6. NODI 7. LEGATURE 8. CORDE 9. ATTREZZI 10. ORIENTAMENTO 11.

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1 1. PRIMO SOCCORSO 2. IL FUOCO 3. IL FORNO 4. CUCINA TRAPPER 5. COME SI MONTA LA TENDA 6. NODI 7. LEGATURE 8. CORDE 9. ATTREZZI 10. ORIENTAMENTO 11. SEGNALAZIONI 12. BUSSOLA 13. CARTINE 14. PERCORSO RETIFICATO 15. SCHIZZO PANORAMICO 16. ASTROLABIO 17. COSTRUZIONI AL CAMPO 18. IL CAMPO 19. EQUIPAGGIAMENTO 1

2 1. PRIMO SOCCORSO primo soccorso Sicuramente è meglio prevenirli, e se deve proprio succedere, occorre rimanere calmi ed essere ben preparati. Come si prestano i primi soccorsi? Il vademecum dello sportivo dedica molto spazio alle nozioni di base che ci possono anche salvare la vita in situazioni critiche. Perdita di coscienza (svenimenti) Se non esistono particolari traumi cranici sono dovute ad una caduta della pressione arteriosa (la minima scende al di sotto dei 60 mm di mercurio) la quale non è più in grado di trasportare al cervello un'adeguata quantità di sangue e quindi di ossigeno. La loro risoluzione consiste quindi nel favorire il ritorno del sangue al cervello. Si distinguono due forme di perdita di coscienza: le forme di perdita parziale (dette lipotimie) e le forme in cui la perdita di coscienza è totale (collassi o sincopi). Anche se questa distinzione non si riflette poi sulle prime procedure di soccorso, ne conserviamo la distinzione. Attenzione che non si tratti di un diabetico. Quando una persona sviene, ed ancor più quando la si ritrova già svenuta può essere importante far attenzione che non si tratti di diabetico in crisi ipoglicemica (generalmente questa persona dispone di un tesserino che informa di tale condizione). Una crisi ipoglicemica può essere facilmente superata somministrando dello zucchero. Lipotimia E' caratterizzata da senso di mancamento, pallore, sudorazione abbondante, nausea; il polso si mantiene buono. La coscienza non viene perduta completamente. Le cause sono numerose e vanno dalla fame, all'eccessiva fatica, alle emozioni, ad un ambiente surriscaldato etc. La lipotimia viene avvertita dalla persona stessa che spesso provvede da sola ad assumere la posizione sdraiata per evitare il rischio di perdere completamente la coscienza. Collasso o sincope E' caratterizzato da perdita di coscienza completa e transitoria. Il tutto in genere avviene in maniera rapida ed improvvisa senza segni premonitori. La persona al suo risveglio non ricorda e si domanda cosa gli sia accaduto. Numerose sono le cause che possono provocare un collasso: un forte dolore, la vista del sangue, una forte emozione, la vista di una frattura esposta etc. Cosa fare 2

3 1 - Sdraiare la persona sulla schiena cercando che la testa sia più bassa del corpo: tenere leggermente sollevate le gambe. 2 - Slacciare gli indumenti stretti (cravatte, reggiseno, cinture dei calzoni, gonne). 3 - Applicare impacchi freddi sulla fronte ed alle tempie. 4 - Se la persona si trova in ambiente chiuso aprire le finestre e far circolare aria. Possibilmente agitare un giornale sul viso. 5 - Una volta che la persona ha ripreso conoscenza è importante che rimanga sdraiata. Non somministrare alcolici. Può essere utile somministrare una bevanda tiepida zuccherata. Malesseri provocati dal caldo Colpo di calore Il colpo di calore si manifesta quando a causa dell'umidità ambientale elevata, favorita anche dalla temperatura, l'organismo non riesce a garantirsi un'adeguata dispersione del calore tramite la vasodilatazione e la sudorazione (che come è noto servono a conservare la temperatura fisiologica dei 37ºC). Prevenzione Va prevenuto attraverso l'uso di vestiti appropriati che consentano la traspirazione della pelle (attenzione quindi alle tute ed ai vestivi di materiale sintetico che non lasciano traspirare la pelle in maniera sufficiente); i locali di lavoro devono essere adeguatamente ventilati e, durante le ore più calde, il lavoro muscolare deve essere ridotto al minimo. Sintomi Debolezza, pallore, respiro affannoso e frequente, mal di testa, elevato numero dei battiti cardiaci (tachicardia), sudorazione fredda; talora perdita di coscienza. Cosa fare Spostare la persona interessata (o sé stessi quando si percepisce una sensazione di malessere) in ambiente fresco ed arieggiato ma privo di correnti; stenderla supina, con la testa leggermente più bassa del corpo oppure con le gambe leggermente sollevate; coprirla con una coperta, far bere acqua leggermente salata. Possono essere utilizzati analettici e cardiotonici. Di fronte ad una sintomatologia molto forte e persistente conviene chiamare il medico. Colpo di sole o insolazione Il colpo di sole si manifesta a causa di un'esposizione prolungata al sole a capo scoperto. Il quadro è reso più complicato dall'affaticamento dovuto a stanchezza muscolare. La prevenzione pertanto è basata sull'uso di copricapo, in particolare di copricapo che lascino trasudare il cuoio capelluto. Sintomi Prostrazione che in genere inizia in maniera improvvisa, senso di nausea, respiro difficoltoso, tachicardia. Sopraggiunge febbre elevata, la pelle diventa secca e priva 3

4 di sudore Cosa fare Portare la persona coinvolta in luogo fresco e ventilato, fare degli impacchi freddi. La testa deve essere sollevata al fine di garantire una buona escursione respiratoria. In presenza di disturbi cardiaci è indispensabile la presenza del medico. Lo shock Si tratta di uno stato di depressione organica generale con caduta della pressione arteriosa che si può manifestare anche a distanza di alcune ore dalla causa che l'ha provocato. Lo stato di shock si può verificare in persone che hanno subito una forte emozione, un trauma violento, un trauma interno, un'emorragia, un'ustione, un congelamento, che hanno utilizzato certi farmaci (barbiturici, diuretici, vasodilatatori), o sono state punte da insetti verso cui sono allergiche. Sintomi A seconda dell'intensità dei sintomi lo shock si può manifestare nei seguenti stadi, espressione di un aggravarsi della condizione: 1 - Primo stadio (stato di preshock) 2 - Secondo stadio (shock moderato 3 - Terzo stadio (shock severo) Poichè nella cura dello shock la prevenzione rappresenta un aspetto fondamentale è molto importante prevedere il rischio di shock in tutte le persone traumatizzate, che hanno subito una forte emozione, con emorragie etc. e/o coglierne i primi sintomi già in fase precoce. - Nel primo stadio la persona sente il cuore battere irregolarmente, ha freddo ed è pallida, la pressione è moderatamente abbassata. - Nel secondo stadio la pressione si abbassa molto, la persona diventa irrequieta, unghie e labbra diventano cianotiche, la cute madida di sudore freddo. - Nel terzo stadio il cuore è molto irregolare e frequente, la respirazione è superficiale e frequente, la pressione arteriosa diminuisce ulteriormente (sia a livello di massima che di minima). Lo stato mentale è confuso e compare un'invincibile sonnolenza. Cosa fare -Trattamento dello shock Lo stato di shock è una grave condizione a rischio che può evolvere portando alla morte. In particolare le persone a rischio devono essere tenute in osservazione per alcune ore cercando di cogliere l'insorgenza dei primi sintomi, allo stadio di preshock (il cuore batte forte, la pelle è pallida e fredda). In questo caso è necessario: 4

5 - far sdraiare la persona sulla schiena; - coprirla con una coperta calda; - chiamare il medico - nel caso in cui la persona presenti i sintomi di uno stadio di shock più avanzato è necessario chiamare l'ambulanza. - in attesa dell'arrivo del medico e/o dell'ambulanza tenere controllata la funzione respiratoria e se necessario intervenire con la respirazione artificiale. E' utile anche poter raccogliere notizie sulle possibili cause. - Trattamento della causa determinante lo shock Spesso lo shock interviene anche in assenza di lesioni anatomiche evidenti (fratture, emorragie, etc). Altre volte si accompagna a lesioni evidenti (fratture in genere, fratture esposte, ustioni, etc) in questo caso è spesso richiesto l'intervento di urgenza anche su di esse (ad esempio dominando eventuali emorragie o immobilizzando eventuali fratture). Piccole ferite e contusioni Piccole ferite Il principio base del trattamento di una ferita è l'allontanamento del materiale estraneo che può provocare infezione e l'arresto dell'emorragia. 1 -Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone. 2 -Detergere la ferita con acqua corrente, eventualmente sapone, al fine di togliere lo sporco. 3 -Se si tratta di una ferita da punta, con una leggera pressione, favorire il sanguinamento al fine di portare lo sporco in superficie. 4 -Schegge o piccoli frammenti possono venir rimossi con una pinzetta o con aghi sterilizzati (fatti bollire o passati alla fiamma e poi fatti raffreddare). non rimuovere grossi frammenti o frammenti penetrati in profondità. Per pulire una ferita sporca da terra, sabbia etc ci si può aiutare con una garza sterile o uno spazzolino da denti morbido. 5 -Lavare ulteriormente la ferita con acqua corrente e lasciare che si asciughi all'aria. 6 -Se i lembi di una ferita sono aperti unirli con un cerotto. 7 -Fasciare la ferita con garze e cerotti, soprattutto se si trovano in sedi particolarmente esposte al rischio di sporcarsi. 8 -Tenere la ferita in osservazione al fine di evitare la comparsa di infezioni. Importante: accertarsi se la vaccinazione antitetanica è ancora valida. Cosa fare in presenza di corpi penetrati in profondità (chiodi, grosse schegge di vetro, legno etc.) 1 - Ricorrere sempre all'intervento del medico 5

6 2 - Se si deve trasportare la persona traumatizzata, oltre a fermare l'emorragia, cercare di fissare l'oggetto, applicando attorno ad esso una garza robusta o un panno, o tenendolo fermo creando una piccola "impalcatura" (ad esempio un bicchiere di carta) che lo conservi immobile durante il trasporto. 3 - Se sono interessati gli arti immobilizzarli durante il trasporto. Attenzione! una ferita può anche nascondere lesioni d'altro tipo come ad esempio fratture. Se la o le ferite interessano il viso ed il collo il trauma che le ha provocate può avere causato danni alla colonna vertebrale. La persona traumatizzata va pertanto trattata come nei traumi alla colonna vertebrale. Contusioni Una contusione si verifica quando una parte del corpo viene colpita da un corpo largo o smusso che provoca uno schiacciamento. La pelle superficialmente rimane integra, ma i tessuti molli sottostanti possono essere danneggiati. In particolare il sangue può uscire dai vasi, piccoli e meno piccoli, e formare una raccolta tra i tessuti (ematoma). 1 - Sulla parte contusa applicare immediatamente del ghiaccio (questa procedura va bene anche se la contusione ha interessato delle articolazioni). 2 - Sistemare la persona traumatizzata in modo che la parte contusa si trovi sopra il cuore (per circa un quarto d'ora se la contusione è lieve, un'ora o più se la contusione è ampia). 3 - Se dopo 24 ore la contusione rimane dolorante e gonfia applicare impacchi caldi e umidi. Un caso particolare: l'amo da pescatore Poche persone non hanno mai pescato e poche persone non si sono mai infilate un amo in una mano o in un'altra parte del corpo. Poche persone pertanto non sanno quanto sia difficile estrarre un amo a causa della sua conformazione. Le procedure sotto riportate possono pertanto risultare utili. 1 - Se l'amo è penetrato nella pelle solo con la punta della testa effettuare l'estrazione a ritroso. 2 - Se è penetrata l'intera testa è bene lasciare l'estrazione a persona esperta. In assenza di questa procedere nel modo seguente: - Spingere l'amo al fine di far uscire la testa da un'altra parte in un tragitto il più breve possibile - Tagliare la testa con delle pinze - Estrarre a ritroso la restante parte dell'amo - Lavare la ferita con acqua e sapone e ricoprirla con garza - Verificare l'efficacia della vaccinazione antitetanica. Pronto soccorso in acqua Tuffi e cadute in acqua poco profonda 6

7 Il problema principale di chi subisce un trauma per cadute o tuffi in acque poco profonde è il trauma per il quale è necessario ipotizzare l'interessamento del collo, della schiena e del cranio. - Nel prestare i primi soccorsi pertanto è importante garantire la rigidità della persona traumatizzata e non piegarne il collo. - Se si dispone di un'asse sospingerla sotto la schiena; se non si dispone di un sostegno rigido con cui garantire la rigidità della persona è bene tenere il traumatizzato a pelo d'acqua sino a che non giungono soccorsi. Caduta e permanenza in acque ghiacciate Si parla in questa sede di persone cadute in acqua ghiacciata per rottura di una lastra di ghiaccio ricoprente la superficie ad es. di un fiume, di un laghetto etc. Chi soccorre una persona caduta in acqua ghiacciata deve fare molta attenzione al fine di non cadere a sua volta nell'acqua (pertanto può essere utile disporre di altri aiuti): non portarsi sul bordo del ghiaccio, fare una catena umana, utilizzare una scala rovesciata e scivolare su di essa fino a raggiungere l'infortunato, utilizzare funi anche di fortuna etc. - E' importante rassicurare la persona e raccomandarle di stare con le braccia distese sulla lastra di ghiaccio senza tentare di arrampicarsi. Una volta raggiunta la persona farla scivolare sul ghiaccio senza farla camminare al fine di evitare che il ghiaccio si rompa ulteriormente. - E' importante ricordare di non desistere dal ricercare una persona caduta nell'acqua ghiacciata dal momento che il freddo rallenta le attività vitali e quindi favorisce la sopravvivenza. Cosa fare per rianimare una persona salvata dall'acqua 1 - Rilevare la presenza dell'attività respiratoria 2 - Per far ciò porre l'orecchio vicino alla bocca della persona ed osservare il torace 3 - Se si rileva l'assenza dell'attività respiratoria, iniziare la rianimazione 4 - Se l'attività respiratoria è conservata cercare di prevenire lo SHOCK (sollevare leggermente le gambe, coprirla con coperte etc. vedere pag 43) e farle assumere una posizione che favorisca il drenaggio dell'acqua dalla bocca. Posizione di drenaggio: Sdraiare la persona sul fianco, con il braccio che sostenga la testa. Al fine di evitare che scivoli verso il basso accavallare la gamba superiore su quella inferiore. 5 - Se manca l'attività respiratoria iniziare con le tecniche di rianimazione: - tappare il naso dell'infortunato - appoggiare la bocca sulla sua, facendola aderire bene - NEGLI ADULTI: immettere alcuni (quattro) getti d'aria rapidi e vigorosi (l'acqua contenuta nelle vie aeree viene spinta nei polmoni liberandole) - Nei BAMBINI: appoggiare la bocca alla bocca ed al naso del bambino e procedere con 4 getti d'aria non molto vigorosi 7

8 - continuare la respirazione senza mai piegare all'indietro la testa della persona - una volta ripristinata l'attività respiratoria comportarsi come nel punto precedente. I traumi che coinvolgono il capo Bocca Un trauma che coinvolge la bocca determina in genere un abbondante sanguinamento tale da impressionare spesso sia la persona infortunata che i soccorritori. E' necessario mantenersi calmi e provvedere a bloccare l'emorragia. Nei traumi della bocca inoltre è necessario che la persona interessata eviti di ingerire il sangue causa di nausea e vomito. Si può ottenere ciò facendo sedere la persona con il capo leggermente inclinato verso l'avanti. Denti In caso di perdita di un dente in un trauma può essere utile: - fermare il sanguinamento della gengiva applicando un fazzoletto o un tampone di garza e premendo; - recuperare il dente il più presto possibile ed immergerlo, possibilmente, in un bicchiere di latte freddo senza lavarlo con acqua (se il reimpianto avviene entro 90 minuti c'è il 50% di possibilità di successo); - recarsi immediatamente da un dentista o al pronto soccorso con il dente. Labbra, lingua, gengive e palato. L'emorragia va fermata con compresse di garza tenute in sede dai soccorritori o dallo stesso ferito. N.B. Nei casi sopradescritti l'intervento medico si rende assolutamente necessario quando l'emorragia va oltre i 15 minuti; le ferite sono vaste e richiedono dei punti; se le ferite sono state provocate da oggetti sporchi e/o se il ferito non è protetto da un'adeguata vaccinazione antitetanica. Naso Epistassi Consiste nella fuoriuscita di sangue dal naso. Molto frequente nei traumi al naso ed alla testa può comunque avvenire per cause non traumatiche come raffreddori, pressione alta, influenza etc. Epistassi spontanea Nel bambino L'epistassi non provocata da traumi è frequente nel bambino dove non desta alcun allarme. 8

9 Per bloccarla far sedere il bambino con la testa in avanti e la bocca aperta al fine di evitare che il sangue venga inghiottito. Tenere premute le narici per circa 10 minuti. Può essere utile porre del ghiaccio sulla fronte. Se dopo 10 minuti di compressione l'emorragia non si è arrestata, premere le narici per altri 10 minuti. Una volta arrestata l'emorragia evitare di soffiare il naso per qualche ora. Nell'adulto Un'epistassi non giustificata da traumi può destare preoccupazione ed è pertanto necessario risalire alla causa (ipertensione, cardiopatie, terapia anticoagulante, etc). Evitare di bloccare immediatamente l'emorragia soprattutto se la persona è affetta da ipertensione. Se ne consiglia il trasporto al Pronto Soccorso. Ad ogni modo per bloccare bloccare un'epitassi anche nell'adulto seguire le procedure riportate in precedenza. La testa va tenuta in avanti; le narici compresse. Invitare la persona a non deglutire il sangue. Epistassi provocata da traumi - Si può trattare di un trauma coinvolgente solo il naso oppure la testa ed il cranio (in questo caso vedere anche pag. 49). - Se è provocata da fratture delle ossa del naso, trattare la persona come nel caso dell'epitassi spontanea: - in un trauma nasale la sede è molto dolorante; spesso vi è deformità, gonfiore, ferite aperte (in questi casi dopo i primi interventi di emergenza la persona va portata dal medico). - tenere la persona seduta, con il capo leggermente chinato in avanti. - fornirla di un panno pulito, bagnato con acqua fredda ed invitarla a comprimere la parte. (far fare questa procedura alla persona interessata al fine di evitare di procurarle dolore). - invitarla a non ingerire il sangue. Occhio Un'emergenza a carico dell'occhio può interessare lo sportivo per molteplici fattori. Nelle righe seguenti ci occupiamo dei seguenti tre aspetti: - Contusioni e ferite - Presenza di corpi estranei - Effetti delle radiazioni solari. Regole generali - E' bene che un occhio ferito o contuso con un corpo estraneo di difficile rimozione rimanga immobile per evitare che venga graffiata o lacerata la congiuntiva, ossia la sottile membrana che riveste l'occhio esternamente. - Per evitare che un occhio si muova è necessario coprirli entrambi perché essi si muovono in parallelo e l'occhio sano rimasto scoperto trascinerebbe nei suoi movimenti 9

10 quello traumatizzato. - gli occhi vanno bendati senza provocare pressioni anche quando vi è emorragia. Rimozione di corpuscoli e di corpi estranei E' una procedura delicata. Si deve infatti evitare di provocare danni alla congiuntiva probabilmente già graffiata. Importante è la lacrimazione: da sola potrebbe rimuovere i corpuscoli più piccoli. Alternativamente può esser utile un lavaggio con acqua tiepida spruzzata, possibilmente con un contagocce. Se il corpo estraneo è conficcato, non rimuoverlo ma portare la persona al pronto soccorso con entrambi gli occhi tappati. Corpo estraneo di grosse dimensioni Se le dimensioni dell'oggetto non consentono la chiusura della palpebra proteggere l'occhio con un cono formato da un bicchierino fissato saldamente con un cerotto. Anche in questo caso va chiuso anche l'altro occhio. Congiuntivite da radiazioni solari In caso di eccessiva esposizione ai raggi solari (frequente in montagna) senza adeguata protezione si può verificare un'infiammazione della congiuntiva, denunciata dalla persona come "sabbia dentro l'occhio". Non far fregare gli occhi. Coprirli con una benda e portare la persona al pronto soccorso. Orecchio Possono interessare lo sportivo i traumi coinvolgenti l'orecchio esterno e traumi interni. Traumi esterni I traumi esterni possono danneggiare il padiglione dell'orecchio sino a determinarne un completo distacco. Il trattamento d'urgenza rientra nel trattamento generale delle ferite: tamponare la ferita (in caso di completo distacco recuperare la parte recisa) e recarsi al pronto soccorso. Traumi interni La fuoriuscita di un liquido chiaro e/o di sangue dal condotto uditivo dopo un trauma può significare la frattura della base cranica. Contusione e commozione cerebrale Contusione cranica Avviene tutte le volte che si batte il capo contro un corpo solido o un corpo solido colpisce il cranio. Si può manifestare un lieve stato di shock con breve perdita di coscienza (può durare alcuni minuti), con ripresa completa delle funzioni. Cosa fare Il pericolo maggiore è il rischio di insorgenza tardiva di un'emorragia intracranica. 10

11 Tale emorragia non avendo la possibilità di espandersi verso l'esterno, a causa della rigidità della calotta cranica, può determinare compressione del cervello. E' buona norma quindi tenere in osservazione la persona interessata da una contusione cranica e farla visitare da un medico. Come riconoscere l'insorgenza di una emorragia intracranica Essa si annuncia con intontimento della persona traumatizzata la quale nel giro di pochi minuti o di ore, talora anche di giorni, presenta rallentamento del respiro ed evidente diminuzione della temperatura corporea (sintomi cosiddetti bulbari). Se l'emorragia coinvolge centri nervosi si avranno i segni della loro compromissione (paralisi degli arti, dilatazione della pupilla etc). Cosa fare Trasporto immediato della persona in ospedale. Commozione cerebrale Si intende per commozione cerebrale un complesso di sintomi che vengono subito dopo un violento scuotimento dei centri nervosi a causa di azioni meccaniche dirette o indirette, brusche e violente che si esercitano a carico del cranio. Se in qualche caso la commozione cerebrale può portare al coma ed anche alla morte nella maggior parte dei casi regredisce in maniera completa in un tempo più o meno lungo. Sintomi 1 - Perdita della coscienza immediatamente dopo il trauma (può durare da qualche istante a qualche giorno) 2 - Rilasciamento muscolare completo 3 - Abolizione dei riflessi 4 - Pallore del volto Differenze rispetto allo shock: mentre nello shock esiste uno stato di coscienza anche se obnubilato ed il polso è lento (bradicardico) nel commozionato si ha una perdita totale di coscienza. Cosa fare 1 - Liberare la persona da ogni indumento che gli rende difficile la respirazione. 2 - Fare assumere una posizione adatta con la testa sempre declive, il capo deve essere sempre in un piano più basso rispetto al torace affinché una maggior quantità di sangue possa affluire al cervello ed al fine di evitare che la persona craniolesa ingurgiti, ostruendo le vie aeree superiori, sostanze estranee come il sangue proveniente da lesioni interne, materiale vomitato, eventuali apparecchi di protesi dentaria etc, rischiando in tal caso la morte per soffocamento. Se si dovesse intervenire con la respirazione artificiale è bene praticare quella bocca a bocca al fine di evitare che manovre di compressione toracica possano provocare danni ai polmoni a causa di fratture costali (in questo tipo di traumatizzati c'è sempre il rischio che altre zone dell'organismo siano state coinvolte). 11

12 Piccole emergenze dell'apparato muscolo-scheletrico Crampi muscolari Consistono in improvvise contrazioni dolorose di un muscolo che sopraggiungono mentre viene eseguito un esercizio fisico oppure a letto, quando si cambia posizione o anche in assoluto riposo. Cosa fare - Porre il muscolo interessato in posizione allungata ed indurre alternativamente stiramenti e rilassamenti - Quando il muscolo è in stiramento massaggiarlo - Riscaldare la parte con un bagno tiepido o acqua calda. Come comportarsi in caso di crampi - Piede: afferrare le dita del piede: tenderle e rilassarle alternativamente. - Dita del piede: alternare un movimento di estensione (spingendole verso la gamba) e di flessione (piegarle) - Mano: afferrare il dito interessato, tenderlo e successivamente fletterlo verso il dorso della mano. - Coscia: far sedere la persona, con una mano sollevare la gamba interessata, con l'altra fletterla premendo sul ginocchio; massaggiare la coscia. - Polpaccio: far sedere la persona, afferrare la gamba e flettere il piede verso il ginocchio. Infiammazioni ai tendini, alle capsule articolari etc. Le cause di una infiammazione a carico dei tendini e dei tessuti affini (capsule articolari, guaine etc) sono molteplici. Nello sportivo sano la causa più frequente è l'esercizio intenso. Cosa fare: - Lasciare il più possibile in riposo la parte colpita (non tentare movimenti che possono riattivare i dolori e quindi il processo infiammatorio) - Applicare ghiaccio anche per più ore al giorno - Chiedere l'intervento del medico per poter utilizzare eventuali farmaci antinfiammatori. Traumi dell'apparato muscolo-scheletrico: strappi, distorsioni, lussazioni Nella maggior parte dei casi si tratta di leggere sollecitazioni meccaniche che si limitano ad un dolore più o meno intenso privo di conseguenze. In alcuni casi, come ad 12

13 esempio in presenza di lussazioni o fratture, il danno può essere rilevante ed è necessario che le persone occasionalmente presenti all'incidente debbano prestare i primi soccorsi. Strappi muscolo-tendinei Si verificano quando vengono danneggiati i legamenti che tengono uniti i muscoli alle ossa. Si verificano in seguito ad un movimento scoordinato, a sforzi improvvisi non preceduti da un adeguato riscaldamento. Il grado di gravità di uno strappo è proporzionale al dolore avvertito. Cosa fare: - Mettere la parte a riposo - Se si tratta di braccio o gamba, tenerli sollevati al fine di favorire il deflusso dei liquidi e quindi diminuire o evitare gonfiori - Applicare ghiaccio o comunque compresse fredde - Dopo 24 ore si può applicare campresse calde che accelerano la guarigione. Distorsioni Si verificano quando in un qualche incidente (un urto contro un ostacolo improvviso, un movimento brusco etc.) le superfici di un'articolazione si allontanano MOMENTANEAMENTE tra loro. Ovviamente i tessuti molli quali: la capsula, i legamenti, i muscoli, vengono sollecitati e possono subire delle lesioni dolorose. Sintomi La persona avverte un forte dolore in corrispondenza dell'articolazione interessata. Quest'ultima non presenta modificazioni particolari ad eccezione, talora, di un leggero gonfiore, i movimenti vengono conservati anche se spesso, a seconda dei danni provocati ai tessuti, possono risultare molto dolorosi. Applicare ghiaccio. Lussazioni Nelle lussazioni le superfici di contatto delle articolazioni (superfici articolari) a causa di trauma subito vengono allontanate tra loro in maniera permanente ed è necessario l'intervento del medico per poterle far ritornare a posto. Sintomi L'articolazione interessata ha perduto il suo normale profilo; le parti coinvolte assumono posizioni spesso innaturali. I movimenti vengono interdetti ed il dolore è molto forte soprattutto se contemporaneamente si sono verificate delle lesioni ai tessuti molli (capsula, legamenti, muscoli, tendini). Cosa fare Una lussazione va curata e rimessa a posto nel più breve tempo possibile da persona esperta. I primi soccorsi devono provvedere a far assumere alla persona interessata una posizione normale senza provocarle eccessivi dolori o aggravare il danno subito. Applicare ghiaccio al fine di prevenire il gonfiore. In assenza del medico la persona va accompagnata al pronto soccorso cercando di immobilizzare la parte interessata al fine di evitare che le vibrazioni del trasporto aumentino il dolore. 13

14 Le fratture - Frattura chiusa, quando l'osso fratturato non fuoriesce dalla pelle; - Frattura esposta, quando i monconi dell'osso fuoriescono dalla pelle. Quest'ultima è più pericolosa della prima perchè ovviamente è accompagnata da emorragia più o meno abbondante e c'è il rischio di infezione. Diagnosi di frattura Non sempre la diagnosi di frattura è immediata in particolare per le persone inesperte. Molto spesso è solo la radiografia in grado di risolvere il problema. Si può sospettare la presenza di una frattura quando è presente uno o più dei seguenti sintomi: 1 - dolore in corrispondenza dell'osso o dell'articolazione, accompagnato da sensazione di cedevolezza 2- durante il trauma la persona coinvolta ha percepito uno schiocco, il "crac" che in genere accompagna le fratture 3 - la zona colpita è gonfia, bluastra o fa male soprattutto se viene toccata o se la persona si muove 4 - la persona non riesce a muovere la parte traumatizzata 5 - la parte colpita assume una posizione non naturale o appare deformata 6 - l'arto che ha subito il trauma appare più corto o più lungo dell'altro 7 - si percepiscono rumori e sensazioni di scricchiolii muovendo la parte traumatizzata. Cosa fare 1 - Valutare le condizioni generali della persona coinvolta e controllare polso e respirazione. Se necessario e conoscendone le procedure effettuare la respirazione artificiale. 2 - In caso di frattura esposta o di emorragia cercare di arrestare l'emorragia tamponando la ferita con garza o panno pulito, senza toccare le ossa e non cercare mai di intervenire su di esse. Non lavare nè medicare la ferita. 3 - Evitare movimenti prima che vengano immobilizzate le parti fratturate. Ciò evita il rischio di lacerazioni ai tessuti (a causa dei monconi delle ossa fratturate), di dolore, di aggravare l'emorragia e favorire lo shock. 4 - Provvedere ad immobilizzare la parte fratturata (con la cosìddetta steccatura) senza cercare di modificarne la posizione, al fine di alleviare il dolore e di impedire che le ossa fratturate possano danneggiare nervi, vasi sanguigni e muscoli. 5 - Far sì che l'infortunato venga trasportato il più presto possibile ad un pronto soccorso. Come si effettua l'immobilizzazione L'immobilizzazione di un arto fratturato deve essere effettuata prima che la persona 14

15 ferita venga spostata al fine di evitare il rischio di danni ai tessuti vicini ed aumentare il dolore. L'immobilizzazione dovrebbe avvenire con apposite stecche metalliche o di legno o con speciali involucri di plastica. Non disponendo di questo materiale va bene qualunque supporto che consenta di raggiungere l'obiettivo di tenere assolutamente fermo l'arto: giornali, coperte arrotolate attorno all'arto, manici di scopa, ombrelli, bastoni vari, rami d'albero puliti dalle fronde etc. Cercare che queste "stecche d'emergenza" siano più lunghe dell'arto interessato. In assenza anche di questi supporti immobilizzare l'articolazione su di un'altra parte del corpo (il torace per l'arto superiore, la gamba sana per l'arto inferiore etc.). Una volta applicate le stecche vanno fissate con bende, garze, cinghie etc; in loro assenza con qualunque materiale a disposizione (cravatte, strisce di tela, corde etc.). Prima di provvedere alla steccatura è opportuno appoggiare sulla parte fratturata un'imbottitura realizzata con qualsiasi materiale morbido (pezze di stoffa, coperte, asciugamani etc.). ATTENZIONE! Nel fissare la steccatura è opportuno valutare che essa non impedisca, perchè troppo stretta, la circolazione del sangue. Se le dita diventano pallide o bluastre o se l'infortunato sente formicolii all'arto coinvolto è bene sospettare che la steccatura sia troppo stretta. In questo caso allentarla. Esempi di lussazioni e fratture (cosa fare) Di seguito vengono riportati esempi di trattamento e immobilizzazione di fratture, distorsioni e lussazioni delle varie parti del corpo. I suggerimenti di seguito riportati ovviamente si riferiscono a condizioni di emergenza quando gli incidenti si verificano in assenza di persone esperte e i presenti occasionali debbono prestare la prima assistenza. Arti superiori Mano Numerosi sono i traumi a carico delle parti della mano. Essi possono interessare il palmo, il dorso, il pollice, le articolazioni delle dita, etc. Come norma porre subito del ghiaccio. Per il trasporto dell'infortunato sostenere l'avambraccio con un fazzoletto attorno al collo e se necessario bloccare la mano incidentata con il palmo fissato ad un sostegno. In caso di lesione ad un dito non è necessario effettuare la steccatura, anzi, in caso di distorsione può risultare pericoloso. Come immobilizzare la mano in presenza o sospettando delle fratture - Posizionare l'avambraccio in modo che formi quasi un angolo retto con il braccio e con la mano leggermente più alta del gomito. Il palmo della mano piatto sul sostegno verso il basso. - Fasciare la mano ed il braccio con una imbottitura. - Steccare la mano assieme all'avambraccio. -Legare il braccio attorno al collo della persona. 15

16 Polso Il meccanismo traumatico avviene molto spesso per caduta sul palmo della mano. Osservare se esistono deformità o tumefazioni nel qual caso si può sospettare la presenza di fratture ed ogni movimento è inopportuno. In loro assenza effettuare una serie di movimenti a mano libera e facendo opporre resistenza. In assenza di dolore fasciare e porre del ghiaccio. Come immobilizzare il polso in presenza o sospettando delle fratture - Posizionare l'avambraccio in modo che formi un angolo retto con il braccio. La mano deve essere leggermente più alta del gomito. Il palmo rivolto verso il torace con il pollice verso l'alto - Fasciare l'avambraccio con una imbottitura e steccarlo. -Legare il braccio attorno al collo della persona. Avambraccio L'avambraccio è composto dalle ossa ulna e radio (il radio è dalla parte del pollice) In caso di frattura dell'avambraccio occorre applicare due stecche ai lati dell'avambraccio, dal gomito alla mano, in modo da immobilizzare l'arto. Sostenerlo con un fazzoletto attorno al collo e, se necessario, bloccare il braccio attorno al torace con un secondo fazzoletto. Corretta fasciatura al collo 1 - Appoggiare sul petto della persona una fascia triangolare come ad esempio un fazzoletto da testa, una camicia etc. 2 - Steccare il braccio o la parte lesa secondo le modalità in precedenza riportate. 3 - Sistemare il braccio piegato quasi ad angolo retto, sul torace (la mano deve essere circa 10 cm sopra il gomito). 4 - Portare l'angolo superiore della fascia attorno al collo, sollevare l'angolo inferiore e legarlo a quello superiore, possibilmente in posizione laterale al fine di evitare che dia noia al collo. 5 - L'angolo laterale va piegato sopra il gomito e fissato con una spilla o annodato (vedi figura). Gomito Cenni di anatomia: corrisponde all'articolazione ulna/radio dell'avambraccio con l'omero del braccio Il gomito è un'articolazione continuamente sollecitata da movimenti ed è sede frequente di distorsioni, lussazioni e fratture. Osservando l'articolazione si può facilmente osservare tumefazioni. In caso di lussazione si può osservare come l'avambraccio sporga oltre l'angolo retto formato con il braccio. Cosa fare In caso di necessità di trasferimento della persona traumatizzzata bloccare braccio e/o avambraccio lasciando l'articolazione nella posizione assunta dopo il trauma. E' molto importante controllare il polso (numero di pulsazioni e consistenza). Se il gomito è piegato 16

17 E' sufficiente farlo sostenere da una fascia attorno al collo e tenerlo accostato al torace per mezzo di una seconda fascia. Se il gomito è disteso - Ripiegare un asciugamano e metterlo sotto l'ascella in modo da fare uno spessore di alcuni centimetri che lo tenga separato dal corpo. - Steccare il braccio lasciando il gomito steso; alternativamente avvolgere un cuscino attorno al braccio bloccandolo con spille, cerotti o fasce. - Braccio Cenni di anatomia: è composto da un solo osso l'omero che si articola con l'ulna ed il radio (a livello del gomito) e con la scapola (a livello della spalla). Cosa fare - Ripiegare un asciugamano e posizionarlo sotto il cavo ascellare - Appoggiare il braccio contro la parete toracica, posizionando l'avambraccio in modo da formare un angolo retto con il braccio. - Steccare il braccio nella parte esterna (con un giornale, un legno, ecc.) tenendolo legato con due legature poste una sopra ed una sotto la sospetta frattura. - Sostenere il braccio al collo con una piccola fasciatura - Con una seconda fascia fermare il braccio vicino al torace ATTENZIONE! Una volta effettuata le operazioni sopra riportate è bene controllare di non aver interrotto la circolazione (rilevare la regolarità del polso, l'assenza di formicolii; se necessario allentare la fasciatura). Spalla Cenni di anatomia: la spalla costituisce un'articolazione complessa cui partecipano l'omero (l'osso che va a costituire il braccio), la clavicola (l'ossicino che collega la spalla anteriormente allo sterno) e la scapola (l'osso piatto, posto nella parte posteriore del torace). Sulla spalla si scaricano tutte le sollecitazioni del braccio ed in parte del torace e pertanto sono frequenti le distorsioni, le lussazioni e le fratture. In caso di grave lussazione o di frattura se è necessario provvedere al trasporto della persona traumatizzata cercare di immobilizzare l'arto nella posizione in cui si viene a trovare dopo il trauma. Qualora sia necessario tenere sollevata la spalla (come ad esempio nel caso della frattura della clavicola) mettere sotto l'ascella qualche cosa di morbido (un cuscino, del cotone, un indumento arrotolato etc). Il braccio va immobilizzato (per mezzo di un fazzoletto) in posizione verticale (come nelle figure riportate in precedenza) e l'avambraccio deve formare un angolo retto. Collo e schiena Il pericolo dei traumi che coinvolgono collo e schiena è dovuto al fatto che essi possono provocare lesioni al midollo spinale. Una persona con la spina dorsale traumatizzata è comunque una persona a rischio per quanto riguarda lesioni che possono derivare anche da una maldestra assistenza. Quali sono i sintomi? 17

18 - Dolore alla schiena o al collo; - Paralisi o indebolimento di un braccio o di una gamba - Intorpidimento o formicolio di un braccio o di una gamba Se la persona è incosciente il sospetto di questo tipo di fratture è d'obbligo. Cosa fare quando si prestano i primi soccorsi a persone con queste tipo di traumi? 1 - Quando non si deve rimuovere la persona traumatizzata: - Quando non si trova in immediato pericolo di vita a causa di un pericolo ambientale imminente (come ad es. il traumatizzato si trova all'interno di un'auto in fiamme, incombe una valanga etc.) - Quando le sue condizioni fisiche non destano preoccupazioni immediate: la respirazione è normale, le pulsazioni sono regolari; non sta vomitando. Cosa fare? - Non ruotare la schiena, il collo, la testa - Cercare di prevenire lo schock coprendo la persona - Immobilizzare la persona nell'esatta posizione in cui si trova per mezzo di asciugamani arrotolati, cuscini etc. tenuti poi fermi da materiali pesanti (pietre, mattoni etc). - Chiamare l'assistenza medica 2 - Quando è necessario rimuovere la persona traumatizzata: - Quando il traumatizzato si trova in pericolo di vita per fiamme, esplosioni, frane etc., aiutati da più soccorritori (almeno 4) girare la persona su di un'asse rigida. In assenza di un'asse il traumatizzato può essere girato su di una coperta assicurandosi che la testa ed il collo rimangano fermi. Come ultima speranza il soccorritore può intervenire da solo. - trascinando il traumatizzato per i piedi se la superficie è liscia; - trascinando il traumatizzato per le spalle, se la superficie è irregolare o se il traumatizzato si trova su scale. - Quando si trova a faccia in giù in una pozzanghera, fango etc E' necessario girare la persona sul dorso facendosi aiutare da più persone: una deve tenere la testa ed il collo; una le spalle; una il bacino; una le gambe. Se si ha un numero inferiore di soccorritori di certo uno tenga la testa e il collo, un altro le gambe. In caso alternativo se il soccorritore si trova da solo, trascini il traumatizzato per le spalle, tenendo immobilizzata la testa tra le braccia. - Quando la persona traumatizzata non respira, non ha pulsazioni ed è a faccia in giù Per girare il traumatizzato utilizzare le procedure sopra descritte. Se il soccorritore è solo può girare il traumatizzato come ultima risorsa. - La persona traumatizzata si trova supina ma rischia di soffocare per vomito o emorragia E' neccessario girare il traumatizzato su di un fianco; la testa deve poggiare su di una superficie (il braccio della stessa persona). Per girare la persona un solo soccorritore non è sufficiente: è necessaria la presenza di più soccorritori che operino in sincronia. 18

19 - Fatta assumere la posizione ottimale ed eliminate le condizioni di rischio è necessario immobilizzare il traumatizzato (vedere le righe precedenti). Arti inferiori Piede e caviglia La diagnosi fra una brutta distorsione e una frattura in questa sede può essere difficile. In ogni caso, poichè anche in presenza di una distorsione è controindicato camminare, i primi aiuti sono uguali per entrambi - Sdraiare la persona e sfilare la scarpa. - Appoggiare la gamba, dall'incavo del ginocchio sino al tallone, su di un supporto morbido come ad esempio una coperta ripiegata o un cuscino. Ripiegare i lembi della coperta o del cuscino sopra la gamba in modo che essa ne venga avvolta. Fissare questo supporto con dei lacci o bende. - Il piede va tenuto possibilmente sollevato al fine di diminuire il gonfiore (è utile applicare del ghiaccio). Gamba Cenni di anatomia. E' composta da due ossa: la tibia ed il perone che in alto si articolano con la rotula, ed il femore per formare il ginocchio; in basso con le ossa del piede per formare la caviglia. In caso di frattura Una diagnosi di frattura delle due ossa che compongono la gamba (tibia e perone) è spesso facilitata dal fatto che la gamba assume una posizione non naturale (ad esempio guardando l'infortunato disteso si può vedere come il piede interessato non è in linea con il ginocchio). Cosa fare - Sdraiare la persona e sfilare la scarpa. - La gamba, dall'incavo del ginocchio sino al tallone, va appoggiata su di un supporto morbido come ad esempio una coperta ripiegata od un cuscino. Ripiegare i lembi della coperta o del cuscino sopra la gamba in modo che essa ne venga avvolta. Fissare questo supporto con dei lacci o bende. - La gamba va steccata ai due lati partendo dalla coscia. Si consiglia di usare tre stecche: una posta sotto il polpaccio e le altre due ai lati. - In assenza di stecche usare una coperta, legando la gamba sana a quella fratturata. N.B. - Poichè lo stinco (la parte anteriore della gamba) è coperto solo da un sottile strato di tessuti molli è possibile che le fratture in questa sede siano aperte e quindi si possano vedere i monconi dell'osso fratturato. E' necessario ricordare quanto esposto a pag. 53 a proposito delle ossa esposte. - Controllare periodicamente la presenza e la regolarità delle pulsazioni della caviglia fratturata, il colore delle dita e l'eventuale formicolio denunciato dalla persona 19

20 traumatizzata. Se necessario allentare le legature. Nel caso che la gamba fratturata venga legata a quella sana è bene controllare le pulsazioni alla caviglia anche di quest'ultima. Ginocchio Cenni di anatomia: costituisce l'articolazione tra la tibia e perone della gamba, il femore della coscia ed un piccolo osso, la rotula. La frattura può coinvolgere la rotula o le altre ossa che partecipano alla formazione del ginocchio. In caso di frattura della rotula la gamba assume spesso una posizione non naturale. Prima di steccare una gamba con la rotula fratturata cercare di raddrizzare la gamba con molta delicatezza e senza toccare il ginocchio. Se questa manovra provoca dolore lasciare il ginocchio piegato. Come immobilizzare un ginocchio piegato - La persona infortunata deve rimanere distesa sulla schiena o sul lato sano. - Farle piegare il ginocchio sano parallelamente a quello infortunato - Sistemare tra i polpacci e le cosce una imbottitura (le ginocchia devono rimanere libere e distanti). - Legare tra loro le due gambe a metà del polpaccio e della coscia - Applicare del ghiaccio sul ginocchio al fine di ridurre il gonfiore - Controllare il polso di entrambe le caviglie e l'intorpidimento delle dita dei piedi Come immobilizzare un ginocchio disteso - Avvolgere un asse di circa 10 cm con un'imbottitura lunga tutta la gamba, fino al calcagno. - Riempire gli incavi sotto le caviglie e il ginocchio - Legare l'asse alla gamba all'altezza della caviglia, sopra e sotto il ginocchio e nella parte alta della coscia. - Applicare del ghiaccio sul ginocchio - Controllare le pulsazioni a livello della caviglia, l'intorpidimento delle dita: allentare i nodi se necessario. Anca e coscia Cenni di anatomia: la coscia è formata dal femore; quest'osso si articola con l'ileo, osso che contribuisce a formare il bacino. L'anca corrisponde ad una zona composta dall'articolazione del femore e dalla parte di bacino corrispondente. Nei traumi che coinvolgono anca e coscia generalmente la gamba interessata appare più corta dell'altra ed il piede è piegato verso l'esterno. In caso di lussazione, ossia di fuoriuscita del femore dall'articolazione, la coscia è ruotata verso l'interno. In caso di frattura del femore se la persona traumatizzata è un giovane il dolore avvertito al momento della frattura è acuto; al contrario nelle persone anziane il dolore avvertito può anche essere leggero. Immobilizzazione della coscia Lussazione e frattura vanno trattate allo stesso modo - la persona deve restare distesa 20

21 - se la gamba è ripiegata cercare di distenderla con molta attenzione e delicatezza, se questa manovra provoca dolore, far ripiegare la gamba sana parallelamente a quella traumatizzata (vedere paragrafo seguente). - Sono necessarie due stecche: una deve essere lunga almeno dal bacino al calcagno; l'altra dall'inguine al calcagno. Avvolgerle con materiale morbido (coperte) - Far passare sotto la gamba traumatizzata alcune strisce di stoffa, almeno 7, (non muovere la gamba ma spingerle sotto con un bastoncino) di lunghezza sufficiente a legare le due stecche una volta posizionate. Disporle lungo l'intera lunghezza della gamba (caviglia, ginocchio, sopra il ginocchio etc.) comunque non sopra la zona fratturata. - Appoggiare le stecche (quella più lunga al fianco; quella più corta all'interno) - Legarle saldamente evitando che facciano male in corrispondenza della zona fratturata, controllando le pulsazioni alle caviglie. Se non si dispone di stecche - Ripiegare una coperta e porla tra le gambe - Legare assieme le gambe. NORME FONDAMENTALI PER L'INTERVENTO Quando ci si accinge ad effettuare il primo soccorso è bene suddividere l'intervento in due fasi: la prima è di carattere preliminare, un'indagine per stabilire le condizioni di gravità del soggetto. la seconda tratta di una serie di atti da compiere per mettere il più possibile a proprio agio il soccorritore ed il ferito (regola del non nuocere). FASE 1 - INDAGINE PRELIMINARE 1. esaminare la situazione 2. accertarsi se la vittima ha subito un trauma 3. accertarsi dello stato di coscienza della vittima 4. accertarsi che il soggetto abbia le vie aeree libere e che respiri 5. accertarsi che il cuore batta 6. verificare la portata di eventuali emorragie FASE 2 - COMPORTAMENTO PRELIMINARE Dopo aver effettuato una prima indagine per stabilire sommariamente la patologia e quindi l'urgenza e la conseguente tipologia di intervento, si effettuano le seguenti procedure: 21

22 1. evitare nel modo più assoluto di nuocere al paziente effettuando manovre incongrue (non sottoporre il paziente a movimenti o scosse inutili. 2. eliminare l'azione della causa dell'infortunio ponendo particolare attenzione al rischio cui ci si espone eventualmente. 3. provvedere a slacciare gli indumenti che possano costituire ostacolo alla respirazione. 4. adottare la posizione antishock (1). o la posizione laterale di sicurezza (2). 5. provvedere ad avvisare il soccorso specializzato richiedendo l'intervento dopo aver valutato lo stato del soggetto. 6. non premere, schiacciare o massaggiare quando vi è il sospetto di lesioni profonde. 7. non dare bevande se non si è sicuri che il paziente sia in piena coscienza Questo è lo schema base che viene normalmente utilizzato dai V.D.S. (Volontari Del Soccorso) della C.R.I. per ogni intervento. Un soccorritore se dovesse trovare una persona che, per es., stia dormendo all aperto, non può avvicinarsi e posarle una mano sul polso o sulla carotide (metodo più comunemente usato) per sentirne il battito, e poi, se ha avuto la fortuna che il soggetto avesse il sonno pesante, controllare che abbia le vie aeree libere e che respiri. La prima cosa fondamentale da fare sarebbe verificare lo stato di coscienza della persona, e questo: per evitare di prendersi un pugno da un ignara vittima (dell intervento, non di un incidente!!!) che magari stava semplicemente schiacciando un pisolino. per evitare interventi inutili e dannosi. Inoltre, è necessario prima accertarsi che le vie aeree siano libere (ed eventualmente, se possibile, liberarle) e che sia presente il respiro. In caso contrario intervenire facendo 2 insufflazioni, poi verificare se il cuore batte (sentendo il battito carotideo). Se il battito cardiaco fosse assente, intervenire con 15 compressioni sternali. Continuare il ciclo (2 insufflazioni/15 compressioni) per 4-5 volte (durata di circa 1 minuto). Verificare successivamente i parametri vitali al contrario (prima battito cardiaco; se assente, continuare rianimazione; se presente, controllare il respiro). Se il respiro non dovesse riprendere, continuare le insufflazioni; in caso di ripresa mettere in Posizione Laterale di Sicurezza (se le condizioni del soggetto lo permettono), oppure intervenire con manovra di sublussazione della mandibola o di estrazione della lingua (in caso di sospetto trauma cervicale). LA POSIZIONE ANTI-SHOCK Il concetto medico" di shoch può essere riassunto come una riduzione momentanea di 22

23 tutte le funzioni fisiche e psichiche. In genere si distinguono 5 situazioni in cui si può verificare lo shock. 1. incidenti mediogravi e gravi, 2. emorragie medioforti e forti 3. in caso di insufficenza cardiaca 4. avvelenamenti 5. perdita di liquidi (dissenteria, tifo) I sintomi: pallore al viso dita delle mani bluastre sudorazione fredda battito cardiaco accelerato o rallentato respirazione accelerata (simile alla respirazione dei cani) LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA Da adottarsi quando nella vittima, priva di conoscenza, sia presente attività respiratoria (es. svenimento). Flettere la gamba contraria al lato verso cui vogliamo girare la vittima e sovrapporla all'altra. Piegare il braccio dallo stesso lato della gamba flessa (senso di rotazione) adagiandolo sul torace, eventuale distensione sul pavimento dell'altro braccio. Afferrare il bacino e le spalle della vittima e ruotarla verso il lato desiderato (opposto ai due arti flessi), agganciamola sul polpaccio dellla gamba sottostante in modo che il ginocchio tocchi terra. Iperestendere la testa con il soccorritore dal lato verso cui viene ruotata la vittima. Annegamento Se vi avvicinate ad una persona che si sta dibattendo e rischia di annegare, dovete stare molto attenti ai movimenti inconsulti che può effettuare. 23

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