CONSULENZA FINANZIARIA INDIPENDENTE

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1 CONSULENZA FINANZIARIA INDIPENDENTE D&P NEWS - LETTERA di INFORMAZIONE FINANZIARIA Anno IV Numero 4 del 30 aprile 2009 EDITORIALE: IL MONDO ALLA ROVESCIA di Ivano Durante Siamo noi che continuiamo ad acquistare bond bancari e polizze vita spazzatura, siamo noi che continuiamo ad affrontare la finanza come la spesa del sabato pomeriggio, siamo noi che ci prestiamo ARTICOLO - PRODOTTI FINANZIARI-ASSICURATIVI, SE LI CONOSCI LI EVITI Aduc Questa mattina 1 aprile, la trasmissione Cominciamo bene in onda su Rai Tre, nello spazio Lo Sportello, dedicato all informazione di servizio pubblico, si è occupata di prodotti finanziari-assicurativi. ARTICOLO - BANKITALIA BACCHETTA RETI DI VENDITA E BANCHE Bluerating.com Nuovo appello dell istituto guidato da Mario Draghi a favore dei risparmiatori. Secondo il responsabile della vigilanza Stefano Mieli l evoluzione del mercato finanziario e la crescente consapevolezza della... ARTICOLO - BOND ALITALIA, ESPOSTO ALLA CONSOB Morningstar.it Anima chiede la sospensione dell offerta di scambio con i titoli di stato. Anima Sgr continua la sua battaglia sulle obbligazioni Alitalia. La società guidata da Alberto Foà, ha presentato alla Consob ARTICOLO - UN REGALO DI OBAMA ALLE BANCHE LaVoce.Info Il piano Geithner-Summers implica un enorme trasferimento di ricchezza, forse per centinaia di migliaia di dollari, dai contribuenti agli azionisti delle banche. Ne sono una prova i rialzi dei prezzi dei titoli bancari ARTICOLO - L ABBRACCIO INSCINDIBILE FRA CINA E DOLLARO LaVoce.Info La Cina denuncia i pericoli di un sistema basato sul dollaro quale moneta di riserva nazionale. Più che altro, a preoccupare il gigante asiatico è una svalutazione del dollaro che comporterebbe la perdita di ARTICOLO - MONDO NUOVO FONDO NUOVO LaVoce.Info Non c è solo il G20. Altri eventi potenzialmente non meno rilevanti si verificano in questi giorni. Primo fra tutti l annuncio dell apertura di una nuova linea di credito di 47 miliardi di dollari da parte del fondo DONADI & PARTNERS di Baldasso V. & C. S.a.s. Sede Legale: Via XXIV Maggio, 51/2 Sede Operativa: Piazza Caduti per la Libertà, 1/ Spresiano fraz. Visnadello (TV) Telefono Telefax info@donadiandpartners.it SE NON DESIDERA PIU RICEVERE QUESTA MAIL CLICCHI qui

2 EDITORIALE: IL MONDO ALLA ROVESCIA di Ivano Durante Crisi finanziaria epocale Mai così dal 1929 Ci vogliono nuove regole Il mondo non sarà più quello di una volta Il mondo della finanza deve essere più etico Queste sono alcune delle frasi che si sentono dire, dai governanti e dagli addetti ai lavori dallo scoppio della crisi. Ma è proprio questo lo scenario? E soprattutto, cambierà davvero qualcosa? La risposta alla prima domanda è ancora incerta, alla seconda domanda direi che si può rispondere tranquillamente di no, non è cambiato e non cambierà nulla. Il mondo finanziario americano ed europeo ha messo l economia in ginocchio e si è preso gli aiuti di stato, valanghe di quattrini! Quei soldi non potevano essere usati per le famiglie e le imprese? Assodato che le banche hanno bisogno di liquidità, non esisteva un alternativa all aiuto diretto? Non era forse più equo e semplice per dare fiato all economia erogare dei contributi a famiglie e imprese con l obbligo di depositarne una parte, per almeno 2 anni, presso i loro istituti bancari? I cittadini avrebbero mantenuto la titolarità del denaro, e contemporaneamente finanziato il sistema. Perché dare ancora fiducia a coloro che i problemi li hanno creati? Il mondo è rovesciato, chi ruba, chi falsifica i bilanci, chi gioca con i soldi e la vita altrui viene aiutato, viene premiato. Le banche ricevono aiuto ma non aiutano le imprese e continuano anzi, a fare il bello e il cattivo tempo, modificando le regole a proprio vantaggio o non rispettando la legge. Il mondo è doppiamente alla rovescia, perché le banche che vendono titoli propri, polizze vita e fondi comuni di basso livello gravemente colpiti dalla crisi finanziaria, acquistano stranamente i titoli di stato, che non si sa perché rendono poco ma sono i loro preferiti. In altre parole, vendono la merce di scarso valore ai malcapitati clienti e con i loro soldi acquistano la merce di valore. Cosa è cambiato rispetto a qualche mese fa? Niente! Anzi, la vendita di bond bancari va a ruba presso la clientela, i titoli strutturati con costi pari al 7-8% del capitale iniziale sono molto ambiti e le polizze previdenziali e i fondi comuni peggiori della categoria continuano a regnare sovrani nei portafogli. Ma perché nel commercio di prodotti finanziari i peggiori sono i più venduti??? La risposta è ardua, e non solo economica e commerciale, forse per capire bisognerebbe riuscire ad aprire le porte dell inconscio collettivo. Questi sono degli aspetti del mondo in cui viviamo, inutile lamentarci, non accade la stessa cosa in altri ambiti? Mafiosi impuniti, stupratori agli arresti domiciliari, serviti e riveriti. Il mondo è così, probabilmente in questo momento è comunque il migliore dei mondi possibili. VÉÇáâÄxÇét Y ÇtÇé tü t \Çw ÑxÇwxÇàx

3 L aspetto più comico però è che nonostante tutto questo, le principali vittime del sistema, cioè noi tutti, forse per una inconscia tendenza masochistica o direi in questo caso sodomitica (ci piace prenderlo in quel posto magari solo per lamentarci successivamente) continuiamo a gettarci con leggiadria nella bocca del leone. Siamo noi, che continuiamo ad acquistare bond bancari e polizze vita spazzatura, siamo noi che continuiamo ad affrontare la finanza come la spesa del sabato pomeriggio, siamo noi che ci prestiamo ad essere circuiti e violentati, siamo noi, per la nostra inerzia a reagire, i principali responsabili della nostra situazione. Allora posso dire che veramente non è cambiato nulla e che il mondo è tre volte alla rovescia, perché neanche uno scappellotto di questo tipo ci ha aperto gli occhi. Eppure, affrontare l amministrazione dei nostri risparmi in maniera più coscienziosa e attiva è possibile, nonostante i difetti del sistema. Per iniziare, è sufficiente riconoscere il pericolo e rimanerne alle debite distanze. Dott. Ivano Durante - Tel Cell ivano.durante@donadiandpartners.it Professionista certificato Efpa (European Financial Planning Association) VÉÇáâÄxÇét Y ÇtÇé tü t \Çw ÑxÇwxÇàx

4 ADUC - Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Prodotti finanziari-assicurativi: se li conosci li eviti... di Alessandro Pedone Questa mattina 1 aprile, la trasmissione "Cominciamo Bene" in onda su RAI TRE, nello spazio "Lo Sportello", dedicato all'informazione "di servizio pubblico", si e' occupata di prodotti finanziari-assicurativi. Partecipando a questa trasmissione abbiamo cercato di trasferire un concetto semplice, come si addice ai messaggi lanciati attraverso mezzi di comunicazione di massa, ovvero: mai investire i propri risparmi attraverso prodotti finanziari confezionati da compagnie assicuratrici. In questo breve articolo cerchiamo di articolare meglio il concetto. Fino all'introduzione della c.d Legge di Tutela del Risparmio (L. n. 2005/262) i prodotti assicurativi erano espressamente esentati dalla normativa sull'intermediazione finanziaria. Prima dell'entrata in vigore di questa legge, i gruppi finanziari confezionavano prodotti finanziari pieni zeppi di costi e totalmente inefficienti e poi gli creavano un "vestitino assicurativo" allo scopo quasi esclusivo di poterli vendere al di fuori delle norme stringenti (in materia di informazione, valutazione di adeguatezza, ecc.) previste per i prodotti finanziari non assicurativi. Gia' prima della suddetta legge l'introduzione del Codice delle Assicurazioni Private, in vigore dal 2005, (con relativi regolamenti ISVAP del 2006) aveva introdotto una serie di norme simili a quelle in vigore per i prodotti finanziari. La legge 2005/262 ha sostanzialmente introdotto l'obbligo di prospetto informativo da redigere secondo le disposizioni della Consob (Regolamento Emittenti, ovvero n del 27 Novembre 2008). Le informazioni contenute nei prospetti informativi (quando sono redatte correttamente come solitamente accade, sebbene abbiamo rilevato in passato anche prospetti informativi contenenti informazioni matematicamente scorrette - ) se lette con un minimo di attenzione (e comprese) sconsiglierebbero qualunque persona accorta dal sottoscrivere questi prodotti. Sebbene il quadro normativo si stia allineando, i gruppi finanziari continuano a riservare alle imprese assicuratrici il ruolo di distributori di prodotti ad "alta marginalita'" (come dicono quelli che parlano bene). Alta marginalita per l'azienda che produce un prodotto finanziario significa bassa redditivita' per il malcapitato sottoscrittore. In sostanza i prodotti finanziari-assicurativi sebbene, grazie alle nuove norme ed all'evoluzione generale del mercato dei prodotti finanziari, siano leggermente migliorati rispetto ad una decina di anni fa, restano come categoria - i peggiori prodotti di risparmio gestito in circolazione. Chi legge da tempo questo sito sa che in genere, la cosi' detta industria del risparmio gestito, produce prodotti largamente inefficienti. I prodotti finanziari-assicurativi sono di norma molto piu' inefficienti (cioe' pieni zeppi di costi e/o rischi inutili). Mediamente i prodotti finanziari-assicurativi costano agli investitori all'anno intorno al 3% del capitale investito. Si tratta in sostanza del 100% del rendimento reale finanziario che un investitore si puo' attendere da un portafoglio con un rischio medio. Se parliamo di portafogli a rischio piu' contenuto (ad esempio una unit-linked collegata a fondi obbligazionari), chi sottoscrive questi prodotti ha la certezza di perdere soldi, in termini reali. Negli altri casi, l'investitore si tiene i rischi, ma non i rendimenti attesi. Ci si puo' chiedere come mai, oggi che la normativa di riferimento e' in larga parte allineata, i prodotti finanziari-assicurativi continuano ad essere peggiori dei prodotti finanziari tradizionali (che a loro volto sono pessime soluzioni rispetto alle attivita' finanziarie acquistabili direttamente sul mercato come titoli di stato, ETF e singole obbligazioni se inserite in un portafoglio ben diversificato). Le ragioni, a nostro avviso, risiedono in parte nella tradizione di questo settore ed in parte nella rete distributiva. Le compagnie di assicurazione da decenni vendono le famigerate polizze-miste che sono state le prime "fregature di massa" nel mondo del risparmio.

5 Praticamente in ogni famiglia italiana esiste una polizza venduta come "salvadanaio" per mettere da parte un po' di risparmio (spesso con la scusa di "vantaggi fiscali"). Queste polizze, sul piano strettamente finanziario sono assolutamente insensate. Il loro successo commerciale e' ascrivibile esclusivamente all'ignoranza dei sottoscrittori e della rete di assicuratori (spesso in buona fede, ma incompetenti) abilmente adoperato dalle compagnie assicuratrici. Le polizze vita tradizionali, pur essendo vendute impropriamente, hanno una componente assicurativa reale. In sostanza con questi prodotti si spende dei soldi per garantirci contro il rischio di vivere piu' a lungo della media. Questi prodotti hanno un senso se si mette da parte dei soldi non per riprendere il capitale a scadenza (sebbene tutti lo facciano per questo, sbagliando), ma per prendere una rendita vitalizia. I soldi spesi per assicurarci, in questo caso, hanno un senso perche' la compagnia si accolla il rischio che il soggetto viva molto piu' a lungo della media e quindi, nel tempo, riprenda piu' soldi di quelli accumulati. Naturalmente, se il cliente non intende coprirsi contro questo rischio, ma vuole semplicemente mettere da parte dei soldi non deve sottoscrivere una polizza. Quando e' nato il mercato delle Index e Unit Linked, cioe' i prodotti puramente finanziari travestiti da assicurazione con una cavillo giuridico, le compagnie si sono gettate in questo settore perche' aveva gia' una rete commerciale bravissima ad ingannare i risparmiatori ed in effetti hanno avuto un grande successo commerciale. La rete di venditori di assicurazioni continua a fare il loro lavoro egregiamente (dal punto di vista dell'assicurazione) e sebbene le nuove normative creino "ostacoli burocratici" alla loro attivita', continuano ad essere "molto bravi" ad applicarla in maniera puramente formale attraverso i vari "firma qui, firma qui, qui e qui...". Ribadiamo il consiglio: se un investimento finanziario e' proposto da una compagnia assicuratrice, non perdete tempo, al 99% si tratta di una cosa da non fare FLASH Risparmio tradito dalle Poste: mentre tacciono, altre due polizze salteranno a breve L'11 Febbraio scorso, a seguito delle vergognose proposte di trasformazione di due polizze vendute dalle Poste, abbiamo scritto una lettera aperta (1) chiedendo, in primo luogo, di pubblicare informazioni sul reale contenuto delle polizze vita venduta a centinaia di migliaia di piccoli e piccolissimi risparmiatori basati su strumenti finanziari (cdo sintetici) complicati e molto rischiosi. Poste Vita S.p.A. si e' guardata bene dal fornire una risposta nonostante la grande disponibilita' manifestata a parole dopo la trasmissione televisiva "Mi Manda Rai Tre" dedicata all'argomento (2). Il silenzio delle Poste non ci stupisce, ma la situazione si aggrava sempre di piu'. I prezzi di altre due polizze della linea "Programma Dinamico" si stanno ormai avvicinando a livelli pericolosi che lasciano pensare ad una nuova imminente proposta di trasformazione. Si tratta di: - Poste Vita Raddoppio, venduta fino all'agosto del Poste Vita Index Cup, venduta fino al Dicembre 2002 Nei prossimi giorni vedremo l'evolversi della situazione. (1) (2)

6 Banca d'italia bacchetta reti di vendita e banche :44 Nuovo appello dell'istituto guidato da Mario Draghi a favore dei risparmiatori. Secondo il responsabile della vigilanza Stefano Mieli l'evoluzione del mercato finanziario e la crescente consapevolezza della complessità dei meccanismi che condizionano le scelte dei consumatori "richiedono strumenti sempre più sofisticati di protezione dei clienti più deboli". La revisione della disciplina sulla trasparenza dei servizi bancari e finanziari; il funzionamento del sistema di soluzione stragiudiziale delle controversie previsto dal Cicr; la capillare attività di controllo e di gestione degli esposti; le iniziative di educazione finanziaria. Sono questi gli interventi previsti dalla Banca d'italia per migliorare ulteriormente la tutela della clientela in questa fase caratterizzata da una crescente complessità. E va in questa direzione l'appello rivolto agli intermediari dal responsabile della vigilanza di Via Nazionale, Stefano Mieli, nei giorni scorsi. Mieli ha precisato che Bankitalia si attende dagli intermediari "un impegno forte per superare le criticità legate alla crescente complessità dei prodotti e delle reti di vendita, alla trasparenza dei costi, a prassi consolidate e diffuse a livello di sistema e suscettibili di miglioramento". E' necessario che vi sia "piena consapevolezza del legame tra rapporti leali con la clientela e sana e prudente gestione". Per questo, accanto alle iniziative volte a monitorare e migliorare la trasparenza e la correttezza dei rapporti con la banca e le reti di vendita, l'istituto guidato da Mario Draghi, spinge molto anche sull'educazione finanziaria, che è "globalmente cresciuta, come conseguenza dello sviluppo dei mercati finanziari e dei cambiamenti demografici, economici e politici". In particolare, ha chiarito Mieli, "l'aumentata complessità e articolazione dei prodotti finanziari, la maggior propensione all'indebitamento delle famiglie, l'allungamento delle aspettative di durata della vita, i cambiamenti nei regimi pensionistici sono i principali fattori che spingono verso una crescita delle conoscenze dei singoli individui in materia finanziaria. Si tratta quindi di fattori sia endogeni sia esogeni al sistema finanziario". Purtroppo un'indagine condotta da Via Nazionale rivela che solo la metà delle famiglie italiane è in grado di rispondere correttamente a domande inerenti la gestione del budget familiare, distinguendo tra differenti tipologie di mutuo o comprendendo le relazioni tra diversi strumenti finanziari. E la percentuale di investitori in grado di calcolare il rendimento di un titolo si riduce a un quarto del campione intervistato. Partendo da questi presupposti per Banca d'italia è quindi fondamentale una maggiore protezione dei risparmiatori da parte delle banche e delle reti di vendita. Secondo Mieli l'evoluzione del mercato finanziario e la crescente consapevolezza della complessità dei meccanismi che condizionano le scelte dei consumatori "richiedono strumenti sempre più sofisticati di protezione dei clienti più deboli". Le informazioni contenute in bluerating.com si basano su fonti ritenute attendibili, non ne possiamo tuttavia garantire l'assoluta esattezza o veridicità. Le opinioni espresse nei contributi giornalistici possono essere modificate senza preavviso e sono redatte a solo scopo informativo e non costituiscono sollecitazione al pubblico risparmio. Chiunque ne faccia un uso diverso da quello per cui sono state pensate se ne assume la piena responsabilità.

7 Bond Alitalia, esposto alla Consob di Sara Silano 15/04/2009 Anima chiede la sospensione dell offerta di scambio con i titoli di Stato. Anima Sgr continua la sua battaglia sulle obbligazioni Alitalia. La società, guidata da Alberto Foà, ha presentato alla Consob un esposto relativo all offerta di scambio delle obbligazioni Alitalia con titoli di Stato aventi un controvalore pari a circa il 30% del valore nominale delle obbligazioni, promossa dal Ministero dell economia e delle finanze e inserita nel cosiddetto Decreto incentivi (Decreto 5/09, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l 11 aprile scorso). Nell esposto, Anima Sgr rileva che l offerta del Ministero, in quanto attuata senza la preventiva pubblicazione di un prospetto informativo che orienti gli investitori nella scelta di aderire o meno alla stessa, presenta gravi violazioni delle disposizioni sancite in tema di offerte pubbliche di acquisto e scambio dal Tuf (Testo unico della finanza) e dal Regolamento Emittenti della Consob. Di conseguenza, Anima chiede all autorità di vigilanza la sospensione in via cautelare dell offerta (secondo quanto previsto dall articolo 102, comma 6, del Tuf, in merito agli obblighi degli emittenti). Altrettanto grave è la violazione del principio di parità di trattamento dei destinatari dell offerta, che prevede un tetto massimo di 100mila euro per ciascun obbligazionista, commenta Alberto Foà, che interverrà in prima persona all assemblea del prossimo 20 aprile 2009 a Roma. Intanto, sul sito di Anima prosegue la raccolta delle deleghe degli obbligazionisti Alitalia in vista dell assemblea, nella quale Anima sarà assistita dallo studio legale Bisogni. Ad oggi, la società di gestione ha raccolto la delega di oltre 450 fra risparmiatori privati e investitori istituzionali. Anima ha inoltre messo a disposizione degli obbligazionisti per informazioni e assistenza il numero verde e la casella obbligazioni_alitalia@fondianima.it. Sara Silano è Caporedattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi.

8 Finanza UN REGALO DI OBAMA ALLE BANCHE di Jeffrey D. Sachs Il piano Geithner-Summers implica un enorme trasferimento di ricchezza, forse per centinaia di miliardi di dollari, dai contribuenti agli azionisti delle banche. Ne sono una prova i rialzi dei prezzi dei titoli bancari già nella settimana che ha preceduto l'annuncio. Il valore di questo salvataggio di massa è di gran lunga superiore al bonus destinato ad Aig e Merrill. Ma il meccanismo è molto meno ovvio e la reazione dell'opinione pubblica è stata debole, almeno finora. Per ripulire i bilanci delle banche esistono alternative molto più efficaci e più eque. Timothy Geithner e Larry Summers hanno annunciato il loro piano: depreda la Federal Deposit Insurance Corporation e la Federal Reserve per garantire credito agli investitori che acquistano dalle banche attivi tossici a prezzi esagerati. Se il piano sarà attuato, il risultato sarà un enorme trasferimento di ricchezza, forse per centinaia di miliardi di dollari, dai contribuenti (su cui ricadranno le perdite di Fdic e Fed) agli azionisti delle banche. Il rialzo dei prezzi dei titoli bancari nella mattina dell'annuncio, e anche nella settimana di indiscrezioni e allusioni che l'ha preceduto, sono un'indicazione del salvataggio di massa in atto. Ci sono modi molto più equi e molto più efficaci per raggiungere l'obiettivo di ripulire i bilanci delle banche. COME FUNZIONA Page 1/4

9 Ecco come funziona una parte importante del piano. Sarà creato un gigantesco fondo di investimento (o forse più di uno) per acquistare attivi tossici dalle banche. I bilancio dei fondi di investimento sarà così organizzato: per ogni dollaro di attivi tossici che acquistano dalle banche, la Fdic garantirà un prestito fino a 85,7 centesimi (i 6/7 di un dollaro), il Tesoro e gli investitori privati metteranno ciascuno 7,15 centesimi di capitale. Il prestito della Fdic sarà non recourse, ovvero se il valore degli attivi tossici acquistati dagli investitori privati scenderà al di sotto dell'ammontare del prestito Fdic, i fondi di investimento non lo restituiranno e la Fdic si ritroverà con gli attivi tossici. IL REGALO DEL CONTRIBUENTE SPIEGATO CON UN ESEMPIO NUMERICO Per comprendere come funziona il regalo agli azionisti bancari, è utile ricorrere a una spiegazione numerica. Consideriamo un portafoglio di attivi tossici con un valore nominale di mille miliardi. Assumiamo che abbia il 20 per cento di probabilità di ripagare interamente il suo valore nominale e l'80 per cento di probabilità di ripagare soltanto 200 miliardi. Il valore attuale di mercato degli attivi tossici è dato dal loro rendimento atteso, che è il 20 per cento di mille miliardi più l'80 per cento di 200 miliardi, ovvero 360 miliardi. Di conseguenza, gli attivi si scambiano a un prezzo che è il 36 per cento del loro valore nominale. I fondi di investimento dovranno fare un'offerta per questi attivi tossici. A prima vista, si direbbe che l'offerta dovrebbe essere di 360 miliardi, ma non è la risposta giusta. Gli investitori ne faranno una nettamente superiore a 360 miliardi, a causa del massiccio sussidio implicito nel prestito Fdic. In effetti, quello che la Fdic propone agli investitori privati è una scommessa del tipo testa vinci tu, croce perde il contribuente. In particolare, la Fdic presta denaro a un basso tasso di interesse e sulla base della formula non recourse nonostante sia probabile una massiccia inadempienza degli impegni relativi ai prestiti da parte dei fondi di investimento. Il sussidio nascosto prende la forma di un prezzo di offerta per gli attivi tossici nettamente superiore ai 360 miliardi. In sintesi, la Fdic trasferisce centinaia di miliardi di dollari di ricchezza del contribuente alle banche. CALCOLO SUL RETRO DELLA BUSTA: 276 MILIARDI Basta un piccolo esercizio di aritmetica per calcolare l'entità del trasferimento. Nel nostro scenario gli investitori privati, che gestiscono il fondo di investimento, saranno pronti a offrire 636 miliardi per i 360 miliardi di reale valore di mercato degli attivi tossici, trasferendo così 276 miliardi in più dalla Fdic (i contribuenti) alle banche. Ecco perché. Secondo le regole del piano Geithner-Summers, gli investitori e il Tarp mettono ciascuno il 7,5 per cento del prezzo di acquisto di 636 miliardi, pari a 45 miliardi. La Fdic darà un prestito di 546 miliardi (tutti i numeri sono arrotondati). Se gli attivi tossici ripagano interamente i mille miliardi, ci sarà un profitto di 454 miliardi, pari al pagamento dei mille miliardi meno il rimborso del prestito Fdic di 546 miliardi. Gli investitori privati e il Tarp prenderanno ciascuno metà del profitto, 227 miliardi di dollari. Ma questo risultato si verifica solo nel 20 per cento dei casi, dunque i profitti attesi degli investitori Page 2/4

10 privati sono il 20 per cento di 227 miliardi, ovvero 45 miliardi, esattamente quello che hanno investito. Anche per il Tarp i profitti sono esattamente uguali all'investimento. Così, sia il Tarp sia gli investitori privati sono in pareggio: come partecipanti all'asta, hanno offerto il prezzo massimo che consente loro di ottenerlo. Gli azionisti delle banche, invece, chiudono il gioco con in tasca 276 miliardi in più, mentre la Fdic si sobbarca 276 miliardi di perdite attese. Il trasferimento avviene a causa delle inadempienze sul prestito Fdic quando gli attivi tossici pagano solo 200 miliardi, un risultato che si verifica nell'80 per cento dei casi. Quando ciò accade il fondo di investimento si ritrova in rosso: ha più debito verso la Fdic di quanto abbia ricevuto dagli attivi tossici. Ma a quel punto, il fondo di investimento non ripaga il suo debito alla Fdic. E l'ente ottiene 200 miliardi invece della restituzione di 546 miliardi, con una perdita netta di 346 miliardi. E poiché questo risultato si verifica nell'80 per cento dei casi, la perdita attesa per il contribuente è l'80 per cento di 346 miliardi, ovvero 276 miliardi. Che corrisponde esattamente al guadagno in eccesso delle banche. I prezzi alle stelle dei titoli bancari nella settimana che lo ha preceduto e nel giorno stesso dell'annuncio del piano svelano il salvataggio: tra il 9 e il 20 marzo l'indice bancario Kbw è salito del 33 per cento, mentre il Dow per l'industria solo dell'11 per cento, il che indica quanto fossero favorevoli alle banche le indiscrezioni sul piano. La mattina dell'annuncio, Citibank ha triplicato il suo valore rispetto al minimo dell'inizio di marzo. Il valore del salvataggio è di gran lunga superiore al bonus destinato ad Aig e Merrill, ma poiché il primo è molto meno ovvio del secondo, la reazione dell'opinione pubblica è stata debole, almeno all'inizio. UN PIANO MIGLIORE Il piano non dovrebbe andare avanti su queste basi così poco eque. Nel rispetto della legge, il Congresso dovrebbe applicare il Federal Credit Reform Act del 1990, che richiede un accantonamento di bilancio a copertura delle perdite attese nei programmi di prestito pubblico: si presume che le perdite attese della Fdic sulla base del piano Geithner-Summers dovrebbero rientrarvi. Con una corretta contabilità, l'intera operazione descritta nel nostro esempio richiederebbe un accantonamento di bilancio di 276 miliardi, pari alle perdite attese di Fdic e Tesoro. Se l'amministrazione chiedesse al Congresso un accantonamento simile, la risposta sarebbe un secco no : l'opinione pubblica non accetterebbe un pagamento eccessivo degli attivi tossici a spese del contribuente. Così, è molto probabile che l'amministrazione cerchi di evitare un controllo del Congresso sul piano e faccia affidamento sulla confusione e sulla buona notizia dei rialzi dei corsi azionari per giustificare le proprie azioni. I piani Geithner-Summers per la Fdic non sono gli unici trasferimenti fuori-bilancio agli azionisti delle banche. Altri punti del piano suffragano prestiti agevolati del Tesoro e ancor di più della Fed. La Fed sta già acquistando centinaia di miliardi di attivi tossici con scarso, se non nessun, controllo o accantonamento compensativo. E poiché alla fine guadagni e perdite della Fed sono iscritti a bilancio, anche l'acquisto degli attivi tossici dovrebbe ricadere sotto il Federal Credit Reform Act e dovrebbe essere esplicitamente finanziato. Esistono innumerevoli alternative preferibili e più trasparenti. Gli attivi tossici potrebbero essere venduti a prezzi di mercato, non a prezzi esagerati, facendo sopportare agli azionisti delle banche i Page 3/4

11 costi delle perdite. Se a quel punto le banche avessero bisogno di maggior capitale, il governo potrebbe acquistare direttamente le loro azioni: questo permetterebbe di salvare il sistema bancario senza salvare gli azionisti delle banche. Il processo sarebbe più corretto, meno costoso e più trasparente per il contribuente. Nelle banche già ora insolventi dovrebbe intervenire direttamente la Fdic, in una forma di amministrazione controllata temporanea. Il ritorno per l'azionista sarebbe completamente cancellato, eccetto forse per qualche residuo diritto nel caso che gli attivi tossici superino largamente le loro attuali aspettative di mercato. Foto: Barack Obama, di Pete Souza. White House. Page 4/4

12 Moneta e Inflazione / Internazionali L'ABBRACCIO INSCINDIBILE TRA CINA E DOLLARO di Arvind Subramanian La Cina denuncia i pericoli di un sistema basato sul dollaro quale moneta di riserva internazionale. Più che altro, a preoccupare il gigante asiatico è una svalutazione del dollaro che comporterebbe la perdita di valore delle notevoli riserve accumulate negli anni. Ma il suo problema di oggi è l'ovvia conseguenza della strategia mercantilistica deliberatamente perseguita dai governanti cinesi. E che ha garantito una costante crescita del paese. Oggi non può sottrarsi al pagamento di un costo relativamente basso per gli enormi benefici che ne ha ricavato. È tutta la settimana che la Cina fa notizia sui giornali del mondo intero, in virtù della sua proposta di rimpiazzare il dollaro con un altra valuta come moneta di riserva internazionale. La perfetta tempistica della proposta, proprio alla vigilia del G20 londinese, ha permesso alla Cina di articolarla come una preoccupazione di sistema. STRATEGIE CINESI Certo, possono esserci problemi col dollaro quale valuta di riferimento del sistema finanziario mondiale. E la moneta americana può anche aver svolto un ruolo importante nell attuale crisi. Ma i reali motivi della Cina sono ben altri e sono nazionali: teme che una brusca caduta del dollaro Page 1/3

13 determini una perdita di valore delle sue riserve, che ammontano a 2 mila miliardi di dollari. E una simile minaccia è improvvisamente divenuta più concreta, a causa della drammatica vulnerabilità del bilancio Usa. Forse che la Cina sta tentando di tenere il piede in due staffe? Vuole mostrarsi come la vittima del sistema basato sul dollaro, quando per lungo tempo ne ha beneficiato e ha contribuito a favorirlo. Il problema attuale è l ovvia conseguenza della strategia mercantilistica, deliberatamente perseguita dalla Cina. Per giudicare se i timori della Cina siano o meno giustificati è necessario procedere a un analisi costi-benefici del mercantilismo realizzato dai governanti cinesi. La strategia di sviluppo della Cina è stata semplice e focalizzata: esportare ovunque e a ogni costo. Per realizzare il suo scopo ha mantenuto un tasso di cambio sottovalutato. La strategia mercantilistica si appoggia su basi empiriche. Recenti ricerche accademiche (per esempio, quella di Dani Rodrik di Harvard) confermano che un tasso di cambio sottovalutato contribuisce a evitare il sottosviluppo e a favorire la crescita a lungo termine. Insomma, la strategia di sviluppo, messa in atto dai governanti cinesi, è stata ragionevole e sensata. Ma i tassi di cambio sottovalutati e il conseguente rapido aumento delle esportazioni hanno anche portato a un aumento delle eccedenze delle partite correnti. Le autorità cinesi sono intervenute nel mercato dei cambi per evitare un apprezzamento della loro moneta, il che ha provocato un forte accumulo di riserve in valute estere. È importante capire che tutto ciò è la conseguenza della strategia mercantilistica di sviluppo cinese. Se avesse permesso alla moneta di rivalutarsi, la Cina avrebbe ora meno eccedenze delle partite correnti e non avrebbe tutte quelle riserve di cui preoccuparsi. I COSTI E I BENEFICI Sono proprio i costi del mercantilismo che preoccupano oggi il governo cinese: vale a dire una considerevole diminuzione di valore delle sue riserve di valuta estera, che ammontano a 2 mila miliardi di dollari. Il rischio, sempre ritenuto inevitabile, è ora divenuto imminente, per il forte deterioramento del bilancio statunitense, che ha anticipato la data del declino del dollaro. Supponiamo che il declino del dollaro e il riequilibrio dello yuan significhino un 20 per cento di perdita di capitale. Ciò significherebbe una perdita di 400 miliardi di dollari, vale a dire circa il 10 per cento del Pil cinese. Queste perdite finanziare sono, tuttavia, compensate dai vantaggi della crescita mercantilistica? Supponiamo che la Cina badi più alla crescita che al consumo (i nostri calcoli si rifanno alle preferenze rivelate del governo cinese). Supponiamo anche che la sottovalutazione abbia funzionato, generando in un determinato periodo una crescita che altrimenti non sarebbe avvenuta. E diamo pure per scontato che negli ultimi dieci anni il mercantilismo cinese abbia portato a un tasso annuale di crescita della produttività dell 1 per cento (compatibile con le ricerche di Rodrik e di altri). Questo consistente aumento della produttività ha generato, nel giro di dieci anni, un 10 per cento in più di Pil. Con il deprezzamento delle riserve si perde un anno di crescita del Pil. Però, Page 2/3

14 questo Pil più alto rappresenta un vantaggio permanente, che si ripete anno dopo anno e che si estende ben oltre il periodo dei dieci anni. Una quantificazione precisa dei benefici dipende da numerose variabili, ma l ordine di grandezza è comunque evidente: l incremento totale del Pil dovuto alla strategia mercantilistica è considerevolmente più elevato dei costi finanziari. La Cina dovrebbe pertanto riconoscere di aver deliberatamente scelto una strategia mercantilistica. Tale strategia ha portato tutti gli enormi benefici voluti dalle autorità cinesi, ma ha anche comportato costi inevitabili, il rovescio della medaglia dei benefici della crescita. Pertanto, se vanno accolti con favore gli appelli della Cina a una rivalutazione del dollaro, questi non dovrebbero però trasformarsi in un tentativo di evitare i costi finanziari. Sono costi da cui non si può prescindere e, per giunta, sono piccola cosa rispetto ai vantaggi in termini di crescita che ne sono derivati. Il mondo intero, in questo periodo, fa molta fatica ad accettare il salvataggio dei debitori. Ben diverso sarebbe dover salvare anche il più grande creditore: questo sembra infatti essere il reale obiettivo dei governanti cinesi, camuffato da richiesta di cambiare il sistema basato sul dollaro. Cina e Stati Uniti, attraverso il commercio e il movimento di capitali, sono ora uniti come due gemelli siamesi persi uno dentro l altro, per usare le parole di Salman Rushdie. La Cina ha scelto questo abbraccio a occhi aperti, come parte del contratto. Ha goduto dei suoi benefici. Ora vuol dividersi per evitarne i costi. Ciò non è auspicabile, né tanto meno si dovrebbe permetterlo. Il testo originale in inglese su Real Time Economics (traduzione di Daniela Crocco) Foto: da internet Page 3/3

15 Internazionali / Finanza MONDO NUOVO, FONDO NUOVO di Francesco Daveri Non c'è solo il G20. Altri eventi potenzialmente non meno rilevanti si verificano in questi giorni. Primo fra tutti l'annuncio dell'apertura di una nuova linea di credito di 47 miliardi di dollari da parte del Fondo monetario in favore del Messico. La novità è che sono soldi concessi dall'fmi solo sulla fiducia, senza condizioni e senza basarsi sui giudizi delle società di rating, come avveniva in passato. Dopo la crisi, il mondo sarà davvero molto diverso. Tutti ricordiamo la retorica no-global che descriveva il Fondo monetario internazionale come l agente del capitalismo mondiale che affamava gli Stati del Terzo Mondo con prestiti associati a pesanti condizioni: vere e proprie intromissioni nella conduzione della politica economica dei paesi cui veniva solitamente imposto di ridurre il deficit pubblico tagliando la spesa pubblica. Forse c era qualcosa di vero. Quei tempi potrebbero però essere finiti. Merito della crisi. UN FONDO TRASFORMATO Già prima della crisi, o meglio fino all estate 2008, si parlava di ridimensionamento del ruolo del Fondo. Per mancanza di clienti. Nel 2008 gli era rimasto un solo grosso cliente, l ultimo, e alla fine gli aveva detto addio anche quello. La Turchia, infatti, aveva deciso di rimborsare in anticipo il prestito che aveva ottenuto dal Fondo. Poteva permetterselo: non ne aveva più bisogno. Come avevano fatto in precedenza il Brasile, l Indonesia e l Argentina. Tutti effetti collaterali della rise of the rest, della crescita rapida dei paesi emergenti, le cui finanze erano tornate in buona salute come non mai, grazie al rialzo dei prezzi delle materie prime e al boom delle loro esportazioni. Di riflesso, il povero Fondo monetario era andato in crisi per mancanza di debitori, dei suoi vecchi clienti. E l austerità, per una volta, l aveva preventivata a casa sua, annunciando il licenziamento del 15 per cento dei suoi dipendenti. Ma poi le cose sono cambiate: è arrivata la crisi e i saldi di bilancia dei pagamenti dei paesi emergenti stanno rapidamente ritornando in rosso. Quindi c è di nuovo una speranza di vita per il Fondo monetario. Ma l Fmi, e questa è la buona notizia, sembra aver imparato qualcosa dal passato. Come riporta l Economist, il presidente del Messico ha con fierezza annunciato l apertura di una nuova linea di credito, una Flexible Credit Line, di 47 miliardi di dollari (mica noccioline!) da parte del Fondo monetario in favore del suo paese. Senza imporre nessuna condizione sul tipo di politiche economiche e fiscali da attuare. Non è detto che una rondine faccia primavera: però, è un evento mai avvenuto in precedenza. Soldi dal Fondo monetario solo sulla fiducia: non sui giudizi delle società di rating, sulla fiducia vera, guadagnata sul campo e garantita al Messico da molti anni di fedeltà al trattato di libero scambio Page 1/2

16 Nafta e di conduzione di politiche economiche radicalmente diverse dai cicli populisti del passato che tanta inflazione, svalutazione e debito avevano portato ai cittadini messicani, e qualche guaio anche in giro per il mondo, come durante la Tequila Crisis del Mentre i 20 più grandi paesi del mondo, compreso il Messico si riuniscono a Londra, ci sono tanti eventi collaterali oscurati dal G20, ma potenzialmente non meno rilevanti. L apertura della nuova linea di credito flessibile del Fondo è uno di questi eventi. Dopo la crisi, il mondo sarà davvero molto diverso. Page 2/2

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