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1 Combinazioni di parole e parole sintagmatiche * Francesca Masini 1. Introduzione Spesso la morfologia è definita come lo studio della struttura delle parole, mentre la sintassi è definita come lo studio del modo in cui le parole si combinano tra loro. Nelle lingue, tuttavia, esistono combinazioni di parole che si differenziano dai classici prodotti della sintassi quali possono essere i sintagmi liberi (il libro di Raffaele), le frasi libere (il libro di Raffaele è uscito) o i testi liberi (come questo articolo). Tra queste combinazioni di parole (non o meno libere) troviamo esempi come quelli in (1): (1) casa di cura, prendere freddo, bandire un concorso, rifiutare categoricamente La letteratura sulle combinazioni di parole è molto vasta: tale denominazione raggruppa infatti sotto di sé una serie di fenomeni che, nella maggior parte dei casi, hanno una propria tradizione di studi. Non mi soffermerò qui sui numerosi studi esistenti 1, ma offrirò piuttosto una proposta di classificazione delle combinazioni di parole e un approfondimento su un sottogruppo di tali combinazioni, le parole sintagmatiche. 2. Combinazioni di parole: una proposta di classificazione Il tema dell identificazione e classificazione delle combinazioni di parole non è di recente acquisizione e anzi è riconducibile a un antica tradizione di studi che culmina nello Strutturalismo di inizio Novecento. Come ricorda Graffi (1991: 237), [m]entre l opposizione tra frase da un lato e parola dall altro risale all antichità classica (léxis e lógos in Dionisio Trace), l esistenza di entità intermedie tra l una e l altra viene riconosciuta con chiarezza solo a partire dal 700 e il gruppo di parole come entità sintattica altra viene pienamente riconosciuto solo verso la fine del XIX secolo. Per gli scopi attuali mi limito a ricordare che già in età pre-strutturalista, Paul (1920[1880]) e Bréal (1904[1897]) notano l esistenza di combinazioni di parole particolari, ovvero locuzioni fisse e dalla semantica non composizionale. Anche Saussure (1922[1916]: 172) poi nota la presenza di sequenze sintagmatiche non completamente libere e quindi non ascrivibili alla sintassi (locutions toutes faites), mentre Bally (1951[1909]) offre la prima descrizione sistematica di combinazioni non libere in francese (locutions phraséologiques). Secondo Simone (2007: 210), questa linea di ricerca sui gruppi di parole sarebbe poi entrata in una fase di declino: ciò andrebbe attribuito all abuso della nozione di sintagma, * Questo articolo è una rielaborazione di alcune parti della mia tesi dottorale (Masini 2007), diretta da Raffaele Simone. Mi è sembrato doveroso contribuire al volume in suo onore con uno scritto che riguardasse i temi che a suo tempo ci hanno avvicinato e che continuiamo tuttora a condividere attraverso le attività del laboratorio TRIPLE (Tavolo di ricerca sulla parola e il lessico, Dipartimento di Linguistica, Università Roma Tre). Ringrazio Antonietta Bisetto per aver discusso con me alcuni punti, Valentina Efrati e Valentina Piunno per aver letto il manoscritto e Lunella Mereu per la sua revisione. 1 Tra i tanti contributi significativi ricordiamo almeno Gross (1996), Moon (1998), Wray (2002), Zgusta (1967) (per approfondimenti cfr. Masini 2007).

2 che avrebbe prodotto un livellamento dello spazio intermedio tra la parola e la frase, affermandosi come il solo e unico strumento teorico dell analisi sintattica. In alcuni recenti contributi, Simone (2006, 2007) si è riallacciato alla tradizione di studi sui gruppi di parole, proponendo una nuova classificazione. Essa prevede una distinzione tra combinazioni, in cui le parole si collegano occasionalmente per disaggregarsi fuori dell enunciato (Simone 2006: 393), e costruzioni, in cui le parole [...] occorrono in forma di combinazione già fatta, stabile o preferenziale (2006: 393). Le combinazioni a loro volta si suddividono in: combinazioni volatili, ovvero libere; combinazioni preferenziali, che occorrono insieme frequentemente (2006: 394, enfasi nell originale); collocazioni, ovvero sequenze che (a) incorporano sempre la propria testa, e (b) bloccano la sinonimia (2006: 394). Secondo Simone queste aggregazioni di parole si dispongono lungo un continuum come quello in (2), determinato da una crescente (da sinistra verso destra) forza coesiva 2. (2) combinazioni volatili > combinazioni preferenziali > collocazioni > costruzioni In questo contributo intendo proseguire lungo questa linea di ricerca e offrire una classificazione delle combinazioni di parole di natura lessicale, partendo da una questione definitoria che riguarda le cosiddette collocazioni. Su questo tipo di combinazione esiste infatti una notevole confusione terminologica: talvolta il termine collocazione viene usato come iperonimo per qualsiasi tipo di combinazione non libera di parole, altre volte viene invece usato in maniera più specifica. Sinclair (1991: 170) definisce tecnicamente la collocazione come the occurrence of two or more words within a short space of each other in a text. Tuttavia, nota lo stesso Sinclair, il termine viene usato anche in un accezione più ristretta per designare una sequenza di parole frequently repeated (1991: 170). Chiaramente, anche questa definizione è piuttosto ampia. Bally (1951[1909]), già all inizio del secolo scorso, propone di isolare quelle che oggi chiameremmo probabilmente collocazioni (in senso stretto) distinguendo due tipologie di combinazioni di parole: le unità fraseologiche vere e proprie (ovvero le espressioni fisse) e le serie fraseologiche, ovvero combinazioni usuali di parole come quelle in (3) 3,4. (3) AVV+AGG gravemente malato N+AGG pioggia torrenziale V+AVV rifiutare categoricamente 2 Inoltre le costruzioni, diversamente alle combinazioni, sono dotate di significato costruzionale e possono avere forza pragmatica. 3 Gli esempi di Bally sono in francese. Qui riporto dei casi equivalenti in italiano. 4 Nell articolo userò le seguenti abbreviazioni: AGG=aggettivo, ART.DET=articolo determinativo, ART.INDET=articolo indeterminativo, AVV=avverbio, CONG=congiunzione, DET=determinante (generico), F=frase, INF=infinito, N=nome, PL=plurale, PREP=preposizione, SG=singolare, SN=sintagma nominale, SP=sintagma preposizionale, SV=sintagma verbale, V=verbo. 80

3 Tali casi di modificazione sono un esempio di selezione di un lessema da parte di un altro lessema: in questi casi la testa seleziona il modificatore più usuale. Ad esempio, nella sequenza pioggia torrenziale la scelta dell aggettivo non è obbligatoria (possiamo avere anche fortissima, intensa, ecc.), tuttavia pioggia torrenziale si presenta come una delle realizzazioni più comuni della struttura [pioggia+modificatore] in italiano. La sostituzione di torrenziale con fortissima non produce quindi un radicale cambiamento semantico, ma piuttosto determina una differenza nel grado di familiarità che l espressione assume. Questa caratteristica distingue le serie fraseologiche da un altra tipologia di combinazioni di parole che nella tradizione linguistica italiana vengono spesso denominate polirematiche o anche lessemi complessi o unità lessicali superiori. Tali strutture, che qui chiamerò espressioni multiparola, presentano normalmente una forte coesione strutturale interna e una semantica non trasparente (sebbene quest ultimo non sia un criterio necessario). Anche tra le espressioni multiparola possiamo avere strutture del tipo N+AGG (anno accademico, guerra fredda), tuttavia in questo caso la scelta di un determinato costituente interno non è preferenziale, bensì obbligatoria, poiché la sua sostituzione produce un cambiamento di significato (anno accademico vs. anno universitario) o una stringa senza senso (guerra fredda vs. *guerra gelida). Chiaramente la distinzione tra espressioni multiparola e combinazioni usuali non è sempre così netta: da un lato abbiamo espressioni multiparola che presentano una se pur minima variabilità paradigmatica (fare luce/chiarezza, essere/trovarsi d accordo), dall altro abbiamo combinazioni usuali talmente convenzionalizzate da costituire delle frasi fatte (tragica scomparsa, efferato delitto). Un altro caso limite è costituito dalle serie verbali del tipo prendere una decisione, che Bally annovera tra le serie fraseologiche. Occorre tuttavia precisare che non tutte le combinazioni V+N sono combinazioni usuali. Tra queste infatti trovano posto anche le costruzioni a verbo supporto in senso stretto (mettere pressione, prestare attenzione). Tali costruzioni si differenziano dalle combinazioni usuali del tipo V+N (aprire un conto, sferrare un attacco), se pur non sempre in maniera netta, perché mostrano una distribuzione e un comportamento vicini a quelli di un lessema, e infatti queste costruzioni presentano spesso un equivalente sintetico (dare avvio vs. avviare). Questo comporta una serie di proprietà morfosintattiche particolari, quali l impossibilità di interrogare il nome (*Che cosa hai prestato? - Attenzione) o di passivizzare il costrutto (Sara ha dato la mano a Maria - *La mano è stata data a Maria da Sara). Da questa disamina appare chiaro che i criteri da considerare sono (almeno) tre: la fissità sintagmatica degli elementi interni all espressione; la loro obbligatorietà, ovvero la loro fissità paradigmatica; e la loro frequenza d uso, che ne sancisce il grado di familiarità. Il criterio dell obbligatorietà aiuta a distinguere le espressioni multiparola dalle combinazioni usuali o frequenti: in quest ultime l associazione di un elemento Y (collocato) a un elemento X (base) è il mezzo preferenziale per esprimere un determinato concetto, ma non l unico. Ad esempio, se vogliamo esprimere il concetto che una persona è seriamente affetta da una malattia, uno dei mezzi più convenzionali sarà gravemente malato, ma nulla impedisce di usare nello stesso contesto altri avverbi (seriamente, molto, ecc.). Tuttavia non tutte le combinazioni usuali rispondono al criterio della preferenzialità. Abbiamo infatti alcune basi che prevedono obbligatoriamente la presenza di un dato collocato Y: è questo il caso delle già citate serie verbali V+N (prendere/*afferrare una decisione, 81

4 aprire/*inaugurare un conto), ma anche di quelle che Coseriu (1971) ha definito solidarietà lessicali (naso-camuso, gatto-miagolare) e delle costruzioni a reggenza (fidarsi di, simpatia per). La proprietà che distingue questi fenomeni dalle espressioni multiparola è proprio la mancanza di fissità sintagmatica: (4) a. il naso camuso di Maria, il naso di Maria è camuso, b. l anima gemella di Maria ma *l anima di Maria è gemella (5) a. ho aperto un conto, il conto è stato aperto, b. ho preso freddo ma *il freddo è stato preso Abbiamo pertanto due tipi di combinazioni di parole che si distinguono dalle espressioni multiparola vere e proprie per il fatto di essere non fisse. Entrambe sono frutto di una (co-)selezione tra due lessemi: l uso di un determinato termine X può richiedere preferibilmente l uso di un termine Y (pioggia torrenziale), pertanto la combinazione che ne deriva risulta molto più familiare rispetto alle altre combinazioni possibili, oppure può implicare necessariamente la presenza di un termine Y (aprire un conto). Nel primo caso parlerò di combinazioni preferenziali 5, nel secondo caso di collocazioni vere e proprie. Il risultato di questa analisi è la classificazione riportata nella Tabella 1. Tabella 1. Proposta di classificazione delle combinazioni di parole espressioni multiparola collocazioni combinazioni preferenziali fissità sintagmatica fissità paradigmatica familiarità Mentre le espressioni multiparola sono costruzioni immagazzinate come tali nel nostro lessico mentale, le collocazioni si devono alla presenza di informazione sulla selezione obbligatoria tra lessemi e le combinazioni preferenziali alla presenza di informazione sulla selezione preferenziale tra lessemi, ovvero sulla frequenza d uso. È verosimile pensare che combinazioni preferenziali e collocazioni siano soggette, più di altre stringhe, a convenzionalizzazione e che pertanto possano diventare nel tempo espressioni multiparola. 3. Espressioni multiparola e parole sintagmatiche In questo paragrafo mi occuperò più da vicino delle espressioni multiparola, che costituiscono un insieme molto eterogeneo: all interno di questa classe si possono infatti trovare espressioni idiomatiche (tirare le cuoia) e metaforiche (parlare dietro le spalle), formule conversazionali (piacere di conoscerla), ma anche proverbi (si salvi chi può), citazioni (dire qualcosa di sinistra) o persino interi testi (quali canzoni, poesie, ecc.). In particolare, focalizzerò la mia 5 Si noti che la definizione che qui propongo di combinazione preferenziale non coincide esattamente con quella data da Simone (2006: 395), il quale elenca tra le combinazioni preferenziali i binomi irreversibili (baracca e burattini) e le costruzioni V+N (prendere aria), che nel presente approccio ricadono tra le espressioni multiparola. Rientrano invece nella definizione qui proposta ciò che Simone chiama sintagmi figés (pronta risposta), ovvero co-occorrenze prodotte da puri fatti di frequenza e che non bloccano la sinonimia. 82

5 attenzione su un tipo di espressioni multiparola che chiamerò parole sintagmatiche e che definirò come espressioni multiparola che creano lessemi ascrivibili alle varie parti del discorso o categorie lessicali. Questa definizione permette di escludere le espressioni multiparola di tipo frasale o testuale, così come le formule conversazionali, e di prendere in considerazione nomi sintagmatici, verbi sintagmatici, e così via Verso una tipologia delle parole sintagmatiche in italiano Una prima ricognizione delle parole sintagmatiche in italiano è stata condotta da Voghera (2004), che distingue tali espressioni ( polirematiche nella sua terminologia) in base alla categoria in uscita e alle relative strutture interne. Mostrerò ora i risultati di un analisi mirata ad affinare questa prima classificazione, se pur limitatamente alle quattro categorie lessicali maggiori. allo scopo di contribuire alla costruzione di una tipologia delle parole sintagmatiche in italiano Classi di nomi sintagmatici Per quanto riguarda i nomi, Voghera (2004) identifica quattro strutture polirematiche piuttosto produttive (N+AGG, carta telefonica; AGG+N, prima serata; N+N, conferenza stampa; N+SP, borsa di studio) e altre tre meno produttive (V+N, cessate il fuoco; AGG+AGG, chiaro scuro; binomi irreversibili, botta e risposta). Notiamo innanzitutto che il tipo N+SP si articola in una serie piuttosto ricca di sottostrutture: (6) N+PREP+N in cui PREP = di (tabella di marcia), a (barca a vela), da (camera da letto), per (smalto per unghie), in (castello in aria) (7) N+PREP+V INF in cui PREP = da (asse da lavare), per (macchina per insegnare), a (associazione a delinquere) La struttura in 0, inoltre, può presentare anche il determinante (N+PREP+DET+N), formando esempi come quelli riportati nella Tabella 2. Il tipo V+N, invece, può considerarsi come un caso di lessicalizzazione di frase (o di nome cartellino, per usare le parole di Migliorini 1975: 222), e quindi abbiamo una struttura SV o più in generale F (nontiscordardimé). Infine, ai cosiddetti binomi irreversibili vanno aggiunti i pur meno frequenti trinomi irreversibili (tizio caio e sempronio). Inoltre, i binomi di natura nominale sono formati non solo da nomi ((DET)+N+CONG+(DET)+N, armi e bagagli, il diavolo e l acquasanta), ma anche da verbi (V+CONG+V, mordi e fuggi). Come vedremo, questa costruzione binomiale non forma solo nomi, ma anche verbi, aggettivi e avverbi 7. 6 La metodologia usata è mista e comprende la consultazione di corpora e dizionari, lo spoglio della letteratura di settore e l osservazione diretta. Per ragioni di spazio, l analisi dei vari casi è limitata al minimo: ogni sezione offrirà una breve discussione e una tabella riassuntiva con le strutture identificate. 7 L altro tipo citato da Voghera (chiaro scuro) è probabilmente un N+N, e non un AGG+AGG, poiché definisce una tecnica pittorica che fa uso di una graduazione luminosa più o meno uniforme del chiaro e dello scuro, ottenuta con l'ombreggiatura o la lumeggiatura delle figure (GRADIT). 83

6 Tipi Tabella 2. Classi di nomi sintagmatici Esempi N+AGG carta telefonica AGG+N prima serata N+N conferenza stampa N+PREP+(DET)+N N+di+(DET)+N casa di cura, avvocato del diavolo N+da+(DET)+N carta da parati, manna dal cielo N+a+(DET)+N giacca a vento, cartina al tornasole N+per+(DET)+N cibo per cani, macchina per l ossigeno N+in+(DET)+N festa in maschera, morte nella culla N+PREP+V INF N+da+V INF macchina da scrivere N+per+V INF gomma per cancellare N+a+V INF vuoto a rendere X+CONG+X (DET)+N+CONG+(DET)+N botta e risposta, una coppia e un paio V+CONG+V gratta e vinci N+N+CONG+N aglio olio e peperoncino SV/F cessate il fuoco Classi di verbi sintagmatici Tra le parole sintagmatiche di natura verbale, piuttosto studiate sono le espressioni idiomatiche e metaforiche con una struttura SV più o meno complessa (tirare le cuoia, prendere il toro per le corna, essere come l araba fenice) (per dettagli cfr. Vietri 2004: ), nonché le costruzioni a verbo supporto. Queste ultime presentano un certo numero di varianti configurazionali, che fanno capo ad almeno due strutture di base: V+(DET)+N e V+AGG (fare nero). La prima struttura a sua volta si articola in diverse sottostrutture, come dettagliato nella Tabella 3, a seconda che ci sia o meno l articolo (in)determinativo e che il nome compaia al singolare o al plurale. Un altra classe di verbi sintagmatici che ha conosciuto una notevole fortuna negli ultimi anni è quella dei verbi con particella del tipo mettere via 8. La particella è normalmente un avverbio locativo, ma possiamo avere anche avverbi temporali (fare prima), deittici (buttare là), di modo (andare male, parlare chiaro) e di quantità (venire meno). Un ulteriore sottoclasse di V+PRT è costituita dai verbi sintagmatico-pronominali del tipo farsela sotto (Simone 1997). Alcuni verbi sintagmatici sono seguiti da elementi preposizionali anziché avverbiali. È il caso dei sintagmi preposizionali fissi (come già notato da Voghera 2004) del tipo V+[PREP+N] (mettere in moto). 8 Simone (1997) ha coniato per queste strutture il termine verbi sintagmatici, calcando il termine inglese phrasal verbs. Qui useremo tale termine per l intera classe dei verbi multiparola e chiameremo queste strutture, appunto, verbi con particella. Naturalmente i verbi con particella vanno distinti dai verbi seguiti da preposizione a reggenza (fidarsi di), che sono un tipo di collocazione (cfr. paragrafo 2). 84

7 Infine, anche tra i verbi sintagmatici abbiamo (un numero limitato di) strutture binomiali, come andare e venire. Tipi Tabella 3. Classi di verbi sintagmatici Esempi SV vuotare il sacco, chiudere la porta in faccia V+AGG stare fresco, essere chiaro V+(DET)+N V+ART.DET+N SG dare la mano V+ART.DET+N PL avere le paturnie V+ART.INDET+N SG fare una telefonata V+N SG avere fame V+N PL fare scintille V+AVV V+AVV LOCATIVO tirare su, darci dentro V+[PREP+N] V+CONG+V V+AVV TEMPORALE V+AVV DEITTICO V+AVV MODO V+AVV QUANTITÀ venire dopo buttare lì andare bene, andare forte, rimamerci male mancarci poco essere di guardia andare e venire Classi di aggettivi sintagmatici Voghera (2004: 66-67) nota che la stragrande maggioranza delle polirematiche aggettivali presenti nel GRADIT sono riconducibili al tipo SP: la preposizione può essere seguita da un aggettivo (in bianco) o da un nome, che a sua volta può comparire con determinante (sulla carta), senza determinante (fuori stagione) o modificato da un aggettivo (di massima sicurezza, a senso unico). La struttura analitica è pertanto PREP+(DET)+SN/AGG. Voghera inoltre elenca le seguenti strutture: AGG+AGG (papale papale) e N+N (terra terra) da un lato, N+CONG+N (acqua e sapone) dall altro. Le prime due si possono considerare come reduplicazioni, con base ora aggettivale ora nominale. La seconda invece è un caso di costruzione binomiale (X+CONG+X) con categoria in uscita aggettivale. Essa si articola nelle seguenti sottostrutture: AGG+CONG+AGG (sano e salvo), N+CONG+N (casa e chiesa), V+CONG+V (apri e chiudi), PREP+N+CONG+(PREP)+N (senza testa nè coda). Proponiamo infine di ascrivere alla classe degli aggettivi sintagmatici le seguenti strutture, usate prevalentemente con aggettivi di colore: AGG+AGG (bianco sporco) e AGG+N (giallo canarino) 9. 9 Questi esempi fanno emergere una problematica che riguarda anche le strutture N+N, ovvero la distinzione tra composti e parole sintagmatiche. Secondo Scalise & Bisetto (2008: ) gli aggettivi con struttura AGG+AGG (esemplificati da agrodolce e grigioverde) e AGG+N COLORE (rosso mattone) sono composti. Gli autori non citano il tipo di combinazione AGG+AGG qui riportata, né le combinazioni di aggettivi di colore che formano aggettivi che si riferiscono a squadre sportive (giallorosso per romanista ). L esatta collocazione di queste strutture richiede un analisi e una riflessione teorica più approfondite. Tuttavia i tipi bianco sporco e rosso mattone mi sembrano più riconducibili 85

8 Tipi Tabella 4. Classi di aggettivi sintagmatici Esempi PREP+(DET)+SN PREP+N fuori stagione PREP+ART.DET+N alla mano PREP+[N+AGG] a senso unico PREP+[AGG+N] di bassa lega PREP+(DET)+AGG PREP+AGG in bianco PREP+ART.DET+AGG al verde X+CONG+X AGG+CONG+AGG vero e proprio N+CONG+N acqua e sapone V+CONG+V usa e getta PREP+N+CONG+(PREP)+N senza arte nè parte X i +X i N i +N i terra terra AGG i +AGG i papale papale AGG+AGG verde scuro AGG+N rosso ruggine Classi di avverbi sintagmatici La stragrande maggioranza delle polirematiche avverbiali assume, secondo Voghera (2004: 67), la struttura del sintagma preposizionale, con le stesse varianti presentate dagli aggettivi sintagmatici (e dettagliate in Tabella 5), pertanto anche in questo caso abbiamo la struttura PREP+(DET)+SN/AGG. 10 Voghera cita inoltre il tipo PREP+N+PREP+N/AGG, che mi sembra si articoli in (almeno) due sottogruppi: da un lato abbiamo, come fa notare anche Voghera (2004: 67), strutture in cui il primo sintagma preposizionale svolge la funzione di una preposizione complessa ([PREP+N+PREP]+N, in via di sviluppo); dall altro abbiamo due configurazioni con preposizioni discontinue (di+n+in+n/agg, di male in peggio; da+(det)+n+a+(det)+n/agg, dalla padella alla brace) che presentano una semantica definita di trasferimento o passaggio. Voghera (2004: 67) riporta infine altre quattro strutture: N+SP (pancia all aria, porta a porta); AVV+PREP+AVV (su per giù); AVV+AVV (così così); AVV+CONG+AVV (più o meno). Quest ultima è riconducibile alla già citata costruzione binomiale (X+CONG+X), all interno della quale possiamo identificare almeno tre sottostrutture che producono avverbi sintagmatici: AVV+CONG+AVV (su e giù), (DET)+N+CONG+(DET)+N (un giorno o l altro); PREP+N+CONG+(PREP)+N (tra capo e collo). La struttura N+SP, invece, raggruppa chiaramente in sé due configurazioni differenti, come mostrano gli esempi riportati: pancia all aria è formato da un nome seguito da un SP fisso (pertanto la struttura alle parole sintagmatiche che non ai composti, mentre il contrario mi sembra di poter dire di espressioni come bianco-azzurro, agrodolce o grigioverde. 10 Di fatto, le espressioni di questo tipo fungono spesso sia da aggettivi sia da avverbi a seconda del contesto sintattico (pasta in bianco, mangiare in bianco). 86

9 sarà N+[PREP+(DET)+N]); porta a porta invece merita una trattazione a parte. Questo tipo di costruzioni (N i +PREP+N i ) sono state infatti studiate nel dettaglio da Jackendoff (2008) per l inglese e sembrano formare una classe a sé stante anche in italiano. Tipi Tabella 5. Classi di avverbi sintagmatici Esempi PREP+(DET)+SN PREP+N a rate PREP+ART.DET+N sulla carta PREP+[N+AGG] a ruota libera PREP+[AGG+N] in buona fede PREP+(DET)+AGG PREP+AGG a caldo PREP+ART.DET+AGG al verde [PREP+N+PREP]+N a portata di mano PREP+(DET)+N+PREP+(DET)+N/AGG da+(det)+n+a+(det)+n/agg dalla padella alla brace di+n+in+n/agg di punto in bianco N+[PREP+(DET)+N] pancia all aria N i +PREP+N i porta a porta X+CONG+X AVV+CONG+AVV avanti e indietro N+CONG+N notte e dì PREP+N+CONG+(PREP)+N per filo e per segno AVV+PREP+AVV su per giù AVV+AVV meno male AVV i +AVV i così così 4. Conclusioni Con questo articolo ho voluto contribuire alla ricerca sulle combinazioni di parole da un punto di vista sia teorico che descrittivo. Ho infatti proposto una classificazione tripartita delle combinazioni di parole e un analisi descrittiva delle principali strutture di parole sintagmatiche in italiano riconducibili alle quattro categorie lessicali maggiori. La ricchezza e varietà di tali strutture mostra come la ricerca su questi temi sia appena all inizio e come sia necessario proseguire nello studio di dettaglio delle singole parole sintagmatiche per arrivare a una conoscenza più approfondita di questa classe di combinazioni e del loro rapporto con i processi di formazione di parola. Bibliografia Bally, Charles (1951[1909]), Traité de stylistique française, Vol. I, Ginevra, Librairie Georg & Cie S. A. & Parigi, Librairie C. Klincksieck. Bréal, Michel (1904[1897]), Essai de sémantique, Parigi, Hachette. Coseriu, Eugenio (1971), Solidarietà lessicali, in Coseriu, Eugenio, Teoria del linguaggio e linguistica generale. Sette studi, Roma/Bari, Laterza, GRADIT = Il grande dizionario italiano dell uso, a cura di Tullio De Mauro, Torino, Utet, Graffi, Giorgio (1991), La sintassi tra Ottocento e Novecento, Bologna, Il Mulino. Gross, Gaston (1996), Les expressions figées en français: noms composés et autres locutions, Parigi, Ophrys. 87

10 Jackendoff, Ray (2008), Construction after construction and its theoretical challenges, in «Language» 84 (1), Masini, Francesca (2007), Parole sintagmatiche in italiano, Tesi di dottorato, Università Roma Tre. Migliorini, Bruno (1975), I nomi-cartellino, in «Archivio Glottologico Italiano» LX, Moon, Rosamund (1998), Fixed Expressions and Idioms in English: A Corpus-based Approach, Oxford, Clarendon Press. Paul, Hermann (19205[1880]), Prinzipien der Sprachgeschichte, Halle, Niemeyer. Saussure, Ferdinand de (1922[1916]), Cours de linguistique générale, Parigi, Payot. Scalise, Sergio & Antonietta Bisetto (2008), La struttura delle parole, Bologna, Il Mulino. Simone, Raffaele (1997), Esistono verbi sintagmatici in italiano?, in De Mauro, Tullio & Vincenzo Lo Cascio (a cura di), Lessico e grammatica. Teorie linguistiche e applicazioni lessicografiche, Roma, Bulzoni, Simone Raffaele (2006), Classi di costruzioni, in Grandi, Nicola & Gabriele Iannàccaro (a cura di), Zhì. Scritti in onore di Emanuele Banfi in occasione del suo 60 compleanno, Cesena/Roma, Caissa Italia, Simone, Raffaele (2007), Constructions and categories in Verbal and Signed Languages, in Pizzuto, Elena, Paola Pietrandrea & Raffaele Simone (a cura di), Verbal and Signed Languages. Comparing Structures, Constructs and methodologies, Berlino/New York, Mouton De Gruyter, Sinclair, John (1991), Corpus, Concordance, Collocation, Oxford, Oxford University Press. Vietri, Simonetta (2004), Lessico-grammatica dell italiano: metodi, descrizioni e applicazioni, Torino, Utet. Voghera, Miriam (2004), Polirematiche, in Grossmann, Maria & Franz Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Tübingen, Niemeyer, Wray, Alison (2002), Formulaic Language and the Lexicon, Cambridge, Cambridge University Press. Zgusta, Ladislav (1967), Multiword lexical units, in «Word» 23,

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