Dalle origini ai giorni nostri

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1 BICENTENARIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA. Dalle origini ai giorni nostri Le Camere di Commercio: origini, sviluppo ed evoluzione delle funzioni nel corso delle varie epoche storiche.

2 Indice 1 DALL IMPERO ROMANO AL MEDIOEVO CORPORAZIONI Funzioni delle corporazioni L organizzazione delle corporazioni Università mercantili Università dei mercanti Consolato del mare Cause del declino delle corporazioni NASCITA DELLE PRIME CAMERE DI COMMERCIO CAMERE DI COMMERCIO SETTECENTESCHE CAMERE NAPOLEONICHE CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA : PRIMA DELL UNITÀ D ITALIA DECRETO ISTITUTIVO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA 27/6/ LOGGIA DEI MERCANTI CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE: PERIODO PRE-UNITARIO REGNO DI SARDEGNA REGNO LOMBARDO VENETO DUCATO DI PARMA E PIACENZA GRANDUCATO DI TOSCANA REGNO DELLE DUE SICILIE STATO PONTIFICIO REPUBBLICA DI VENEZIA DUCATO DI MODENA E REGGIO DECRETO 6 OTTOBRE 1860 N. 36: ISTITUZIONE CAMERA D AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO DI ANCONA ANNESSIONE DELLE MARCHE AL REGNO D ITALIA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D ITALIA DOPO L UNITÀ D ITALIA UNITÀ NAZIONALE E ISTITUZIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ED ARTI (LEGGE 6 LUGLIO 1862) SCIOGLIMENTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA FUNZIONI ESERCITATE STORICAMENTE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA LEGGE 20 MARZO 1910 N. 121 LEGGE DI RIFORMA DELLA CAMERA R.D.L. 8/5/1924 N LA CAMERA ENTE DI DIRITTO PUBBLICO (LEGGE CORBINO) IL PERIODO FASCISTA LEGGE 18/4/1926 N. 731 CONSIGLIO PROVINCIALE DELL ECONOMIA R.D.L. 16 GIUGNO 1927 N UFFICIO PROVINCIALE DELL ECONOMIA TRASFERIMENTO DELLA SEDE CAMERALE IN PIAZZA XXIV MAGGIO LEGGE 18 GIUGNO 1931 CONSIGLIO PROVINCIALE DELL ECONOMIA CORPORATIVA FONDAZIONE DELLA FIERA DELLA PESCA LEGGE 7 GIUGNO 1937 CONSIGLIO PROVINCIALE DELLE CORPORAZIONI PERIODO LUOGOTENENZIALE DECRETO LUOGOTENENZIALE 21 SETTEMBRE 1944 N PERIODO REPUBBLICANO LE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA E AGRICOLTURA IL PROCESSO DI AUTORIFORMA RIFORMA DELLE CAMERE DI COMMERCIO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA NEL DOPOGUERRA

3 1 Dall Impero romano al Medioevo l istituto camerale, pur avendo assunto la sua configurazione attuale in tempi relativamente recenti, ha radici remote 1 Anche nell antica Roma gli organismi associativi di mestieri erano stati di origine remotissime. 2 essi, secondo taluni, probabilmente sarebbero stati tramandati dagli etruschi. 3 Sono da ricordare anche le formule corporative di re Numa Pompilio, la lista di otto mestieri nobili riconosciuti dalle xxii tavole :calderai, calzolai, conciatori, falegnami, flautisti, orefici, tintori e vasai. 4 i collegia artificum erano state le primordiali organizzazioni delle categorie artigiane. 5 la potenza romana fu caratterizzata dallo spirito bellico del suo popolo. 6 soltanto nel periodo storico successivo gli accresciuti domini segnarono l esigenza degli scambi e con questi la nascita dei primi mercati, che nel coinvolgere interessi commerciali condusse alla formazione dei primi organismi corporativi. 7 Successivamente la necessità della nuova organizzazione economica dell impero scaturita dal notevole incremento demografico e dai bisogni smisurati di Roma, ormai dedita al lusso facilitò l affermazione delle corporazioni alle quali fu conferito un pubblico riconoscimento con la denominazione di collegia pubblica 8. con l editto di Alessandro severo il numero delle corporazioni venne fissato a 32 e fu introdotto per qualsiasi industria o professione l obbligo dell appartenenza ad una di esse. 9 Risalgono al medioevo le prime forme di organizzazione degli interessi delle categorie produttive nei comuni italiani. Infatti di vere e proprie organizzazioni del lavoro e dei mestieri non si può parlare che nell epoca medioevale, la presenza di forme di organizzazione delle comunità artigiane mercantili e finanziarie nei centri urbani del nord e del centro Italia e in misura inferiore anche del sud costituisce parte integrante della storia delle città italiane dal medioevo fino all età moderna. 10 tali organismi variamente strutturati e diversamente definiti nelle diverse città e nei successivi periodi storici erano essenzialmente libere associazioni di tutela degli interessi commerciali regolate da propri statuti aventi funzioni giurisdizionali e politiche di controllo e di regolazione del mercato Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali Camera di Commercio di Ancona 2 Cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 3 cit. Ibidem 4 cit, La Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 5 cit. Le Camera di Commercio. Storia, ordinamento e competenze -Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 6 cit. Ibidem 7 cit. Ibidem 8 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 9 cit. Ibidem 10 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio Bidischini, Musci (1996) -. Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 11 cit. Ibidem 2

4 alcuni di questi divennero tanto importanti da raggiungere la conquista del potere pubblico. 12 il percorso storico che portò alla costituzione delle camere si sviluppò nella seconda metà del xviii secolo lungo due assi portanti: il processo di formazione dello stato moderno che determinò la veloce disgregazione di un sistema corporativo incapace di assicurare un valido controllo sull attività economica; la creazione di un centro direttivo che garantì la sistematicità degli interventi economici Corporazioni l evoluzione storica delle corporazioni varia da città a città: in linea generale si può affermare che dopo il 500 iniziò un processo di progressiva subordinazione delle corporazioni allo stato che nel corso del 600 e del 700 si manifestò con limitazioni dei privilegi, controlli e ingerenze governative, con l assorbimento graduale da parte degli organi politici ed amministrativi statali ed infine con la nascita di istituzioni di nomina sovrana. 14 basti citare a tale proposito il magistrato mercantile di Bolzano istituito nel 1635 dall arciduchessa d Austria e reggente del tirolo claudia de medici, il consiglio del commercio di Livorno creato nel 1717 da cosimo iii, le accademie di agricoltura e di economia fondate nel 1789 da Ferdinando i di borbone. 15 Nella vita dei liberi comuni italiani le corporazioni esercitarono una notevolissima influenza, parteciparono infatti direttamente al governo della cosa pubblica, assumendo in alcuni periodi la direzione del comune e influendo sempre in modo determinante sulla legislazione cittadina. 16 gli organi erano costituti generalmente: dall assemblea che aveva normalmente l incarico di nominare e designare i funzionari, di approvare gli statuti e di deliberare l ammissione di nuovi soci; il consiglio con funzioni essenzialmente consultive; dai consoli o ministrali, in numero vario che costituivano l organo direttivo ed esecutivo. 17 i commercianti, a seconda del settore di attività erano raggruppati in corporazioni. 18 le corporazioni artigiane furono molto compatte e svolsero efficacemente un ruolo nello sviluppo tecnico ed economico della loro epoca eliminando attriti di interessi. Le corporazioni, articolate in gruppi d arti e mestieri affini furono regolate da statuti preventivamente approvati dal comune o dal vescovo o dal principe e soggetti alla revisione annuale. Gli statuti ne regolarono dettagliatamente l attività in relazione tanto alla durata e alla tecnica del lavoro, tanto alla condotta privata degli associati. Il fine principale fu la conquista e la conservazione del monopolio di un mercato; per tale motivo era vietato l esercizio di una manifattura o di una professione a chi non fosse stato immatricolato, ossia iscritto nella pertinente corporazione cit. Ibidem 13 cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 14 cit. Ibidem 15 cit. Ibidem 16 Ibidem 17 Le Camere di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi StabilimentoTipografico Ugo Pinto Roma Camere di Commercio di Ancona 18 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) - Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 19 cit. Ibidem 3

5 1.1.1 Funzioni delle corporazioni Le funzioni principali delle corporazioni, esercitate attraverso i consoli, furono le seguenti: Tra le politiche: la tutela della dignità della corporazione, la protezione dei mercanti da ogni offesa reale e personale, la cooperazione con i magistrati civili per la sicurezza delle strade commerciali; Tra le esecutive: l amministrazione del patrimonio della corporazione, la vigilanza sui prezzi e sulle misure, la tutela dei marchi di fabbrica o di commercio e degli usi mercantili; Tra le giudiziarie: il giudizio in prima istanza sulle controversie tra mercanti e il compito di far eseguire le sentenze; 20 creditizie e di assistenza: funzioni creditizie e di assistenza erano svolte nei confronti dei soci. 21 Le norme statutarie, oltre a prevedere obblighi di natura assistenziale fra gli associati, regolavano i rapporti con i lavoranti e gli apprendisti L organizzazione delle corporazioni indipendentemente dalla diversità e dal coinvolgimento politico più o meno profondo, il compito primario di ogni corporazione era la difesa del monopolio dell esercizio del proprio mestiere e chi lo praticava pur non essendovi iscritto veniva considerato, dalla corporazione un lavoratore che costituiva un potenziale pericolo verso gli iscritti. E quindi possibile individuare dei tratti comuni a tutte le corporazioni, riguardanti la loro linea di condotta e gli scopi perseguiti: La tutela della qualità dei manufatti, soprattutto per quanto riguarda le corporazioni dedite alle attività commerciali; i regolamenti interni imponevano un rigido controllo sull uso delle materie prime, gli strumenti di lavoro, le tecniche di lavorazione e quello che oggi chiameremmo la lotta ai falsi, cioè quei prodotti che non rispettavano gli standard qualitativi previsti dalle associazioni; Il principio dell uguaglianza tra i soci, che sebbene fosse rispettato solo formalmente, era volto a impedire azioni di concorrenza sleale tra i membri della corporazione; in realtà lo svolgimento delle attività era vincolato da un ordine gerarchico, che distingueva gli appartenenti in maestri, apprendisti e semplici lavoranti, creando una notevole disparità tra gli iscritti; La particolare attenzione rivolta verso la formazione delle nuove matricole, attraverso un periodo di apprendistato (l attuale tirocinio) che aveva durata variabile da città a città; l apprendista entrava poco più che bambino nella bottega del maestro che si impegnava ad insegnargli tutti i segreti del mestiere; L esercizio della giurisdizione sui suoi iscritti, per cui le corporazioni rivendicavano una competenza esclusiva nelle materie di loro competenza, come le cause tra i membri e le infrazioni commesse verso i regolamenti Università mercantili successivamente le corporazioni si confederarono in università mercantili o mercanzie a causa della debole giurisdizione limitata agli associati con l unica sanzione dell esclusione dall arte Le Camere di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi (1961) Camera di Commercio di Ancona Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 21 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 22 Ibidem 23 cit. 4

6 la giurisdizione delle università mercantili coesisteva con quella propria, tecnica, delle singole arti e con quella ordinaria del comune, si esplicava essenzialmente nelle controversie insorgenti per ragioni di marcatura anche con l applicazione di sanzioni disciplinari o penali e non solo fra gli iscritti all università ma anche nei riguardi di estranei. All università competeva l alta vigilanza sui servizi pubblici che interessavano il traffico, sorvegliando i trasporti, vigilando sull opera dei sensali, nominando propri pesatori, sorvegliando i mercati e le fiere. Alcune delle principali università avevano rappresentanze all estero. 25 Lo scopo principale delle università mercantili era quello giurisdizionale, quello di definire le controversie insorte, non soltanto fra i mercanti iscritti all università, ma anche fra gli estranei e di irrogare le sanzioni. Con riferimento all organizzazione interna, l università mercantile era composta dagli iscritti, suddivisi a seconda dell appartenenza a ciascuna arte, era diretta, sotto la guida del rettore da un consiglio denominato consolato che fungeva da collegio giudicante e che deteneva i poteri dell organismo mercantile Università dei mercanti Ad ancona come in altri centri commerciali la prima effettiva rappresentanza commerciale fu la corporazione dei commercianti che sotto la denominazione allora generalmente usata di università dei mercanti venne costituita agli albori del 1500, 27 era formata dall unione dei mercanti di ancona. L università dei mercanti, formata dall unione dei mercanti della città aveva principalmente lo scopo di nominare, mediante elezioni, gli ufficiali che dovevano adempiere le attribuzioni prescritte dai relativi statuti e che erano di due ordini, giudiziario e amministrativo Consolato del mare Ad ancona al pari di altre città italiane, l università dei mercanti succedette in alcune attribuzioni al consolato del mare, la cui istituzione si deve all attività legislatrice della chiesa. Il consolato del mare era un tribunale a cui venivano deferite le soluzioni di tutte le vertenze riguardanti la navigazione e il commercio marittimo, emanava leggi e ordinanze, regolamentava i rapporti commerciali e stabiliva i vantaggi commerciali atti a potenziare i traffici del porto. 29 La creazione del consolato del mare si fa risalire al 1357, quando il cardinale albornoz, durante la sua permanenza ad ancona diede vita ad un tribunale che secondo le sue intenzioni doveva trattare tutte le cause di diritto marittimo dello stato pontificio cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 25 cit. La Camera di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi (1961) Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 26 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 27 La Camera di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi (1961) Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 28 Origini e vicende della Camera di Commercio Ancona e la sua Provincia 1960 n.1 Biblioteca Comunale di Ancona 29 Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 30 La Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ancona dalle origini ad oggi (1961) Camera di Commercio di Ancona 5

7 nel 1377 il papa gregorio xi approvò l istituzione di tale magistratura, dando facoltà alla città di ancona di legiferare su ogni materia concernente la navigazione e il commercio marittimo. 31 gli statuti cittadini precisavano i compiti dei consoli del mare che in numero di tre dovevano essere eletti dal consiglio comunale ogni sei mesi, dovevano dare udienza tre giorni alla settimana e avevano la piena potestà e autorità di conoscere, trattare e definire qualsiasi lite e controversia dei mercanti, delle navi e dei marittimi Cause del declino delle corporazioni Le corporazioni conobbero un lento crepuscolo che ebbe inizio nel xvi secolo. Gli organismi corporativi tuttavia resistettero ancora a lungo, fino alla fine del xviii secolo, le cause del loro declino furono: Politiche: per la tendenza delle signorie del rinascimento e dei nuovi regni dell età moderna a liberarsi da tutti gli impacci che ostacolavano la libertà d azione del rafforzato potere; Economiche: per il mutamento dei sistemi economici, per la concorrenza internazionale che rendeva sempre più difficile la conservazione degli antichi monopoli, per lo sviluppo di nuove industrie e per il sorgere del sistema capitalistico; Filosofiche: per il diffondersi, specie durante il secolo xviii, delle dottrine liberali che propugnavano la libertà di lavoro e l abolizione di ogni privilegio. 33 la prima norma legislativa concernente l abolizione delle corporazioni si ebbe in Inghilterra nel 1753, in Francia un primo editto per la soppressione delle corporazioni fu proposto dal ministro Turgot ma non ebbe seguito, 34 le corporazioni vennero soppresse dalla costituente con un decreto del 4 agosto 1789, 35 poiché però le associazioni, se pure non riconosciute con enti morali, potevano continuare a sussistere di fatto, fu necessaria una nuova legge, votata su proposta del deputato Le Chepelier il 17 giugno 1791 che le soppresse definitivamente, e che rimase in vigore anche sotto l impero e la restaurazione 36 l abolizione delle corporazioni fu decretata in Austria nel 1771, 37 in olanda le associazioni corporative cessarono di esistere nel in Italia la soppressione legale delle corporazioni cioè di quelle poche associazioni che potevano ancora presentare un carattere corporativo, avvenne con la legge 29 maggio 186 n cit. Ibidem 32 cit. Ibidem 33 Le Camere di Commercio dalle origini ad oggi (1961) Camera di Commercio di Ancona 34 cit. Le Camere di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 35 Ibidem 36 Ibidem 37 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) - Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 38 cit. Ibidem 39 Le Camere di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 6

8 1.2 Nascita delle prime camere di commercio la nascita delle prime camere di commercio coincise con la crisi e con la progressiva eliminazione delle corporazioni e delle strutture analoghe. 40 i primi enti camerali non furono soltanto tutori degli interessi dei mercanti e dei commercianti, ma veri e propri organi propulsori e coordinatori di tutta l attività economica. 41 Le prime camere di commercio ebbero origine in Francia: la prima fu quella di Marsiglia, sorta nel 1599, le successive furono istituite nelle città più importanti su proposta del consiglio del commercio, organo consultivo del governo, creato da Colbert nel solo nel 1701 si ha una regolamentazione legislativa di questi organismi. 42 La rivoluzione ritenendo queste associazioni fonti di privilegi, nel 1791 ne decretò la soppressione, ma a distanza di pochi anni, le stesse furono ricostituite, con decreto consolare, con carattere di generalità in tutto il territorio dello stato. 43 Le camere di commercio, anche se organizzate come libere associazioni di commercianti, con il fine principale della tutela degli interessi di categoria, furono promosse dall amministrazione statale per lo svolgimento di compiti di carattere pubblico. 44 Gli enti camerali esistevano in Francia precedentemente alla soppressione delle corporazioni. 45 le corporazioni francesi dei mercanti e degli artigiani avevano anch esse origine antiche e le loro caratteristiche e le loro finalità erano molto simili a quelle delle corporazioni italiane. Rispetto a queste ultime si riscontra una differenza sostanziale, e cioè mentre in Italia hanno avuto, almeno per molto tempo, in Francia furono soggette all autorizzazione dei signori feudali. Tuttavia anche in Francia le corporazioni ebbero una notevole influenza politica per molti secoli. 46 in Italia il primo istituto camerale sorse a Firenze il 1 febbraio 1770, poco prima dell abolizione delle corporazioni toscane, aveva lo scopo di vigilare sull attività artigianale, manifatturiera e commerciale; possedeva estese funzioni consultive. 47 In un primo tempo il granduca Pietro Leopoldo degli asburgo-lorena, dimostrando grande accortezza, ritenne di non sopprimere immediatamente le corporazioni ancora esistenti (ridotte alle sole arti maggiori tra cui quella della seta) ma di riunirne le direzioni nella camera di commercio, arti e manifatture. In Lombardia, dopo la pace di Aquisgrana, con la liberalizzazione dei commerci furono abolite le corporazioni artigiane e istituite, con gli editti 13 marzo e 24 luglio 1786 dall imperatore giuseppe ii le camere mercantili (Milano, Mantova, Cremona, Como, Pavia, Lodi, Gallarate e Codogno) cit cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 42 cit. Le Camere di Commercio Industria e Agricoltura Pertempi Stabilimento Tipografico Ugo Pinto Roma Camera di Commercio di Ancona 43 Ibidem 44 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 45 cit. Le Camere di Commercio in Italia Fricano - (1976) Camera di Commercio di Ancona 46 Ibidem 47 camerecultura 48 camerecultura 7

9 1.3 Camere di commercio settecentesche Nella seconda metà del xviii secolo vennero costituite altre camere di commercio: nel 1768 a New York e nel 1773 a Glasgow. In Gran Bretagna, a quella di Glasgow seguirono, a breve tempo, quella di Liverpool e quella di Londra che precedettero la soppressione delle corporazioni avvenuta alla fine del xviii secolo. 49 le camere settecentesche, istituite allo scopo di favorire la definitiva soppressione delle corporazioni e di promuovere le attività economiche, accentrando in un solo organismo le funzioni più disparate (consultive, giudicanti e amministrative), si rivelarono istituti scarsamente vitali, ancora lontani da un moderno sistema di amministrazione Camere napoleoniche Durante il periodo napoleonico nella repubblica italiana, la l. 26 agosto 1802 n. 70 riconobbe le camere di commercio, definendone l organizzazione e le competenze, prescrivendone l istituzione in ogni comune nel quale esistesse un tribunale mercantile, al quale subentravano (art.1) riservando al governo il potere di istituirne altre dove lo ritenesse necessario (art.2). le camere napoleoniche nacquero in primo luogo come tribunali ed erano soggette al controllo del ministero della giustizia. Si ebbero camere principali e camere sussidiarie per le cause di minor conto, una sezione di commercio presso i tribunali di appello ed infine due tribunali di revisione, a Milano e a Bologna, per le cause mercantili di seconda istanza (art. 20). La legge regolava unicamente le funzioni giudiziarie ma confermava che le camere avrebbero potuto continuare a svolgere le attività precedenti (art. 27). 51 l assetto delle camere fu ulteriormente definito dal regolamento del 30 aprile 1804 emanato dal ministro della giustizia. 52 Ogni camera era divisa in due sezioni: una giudiziaria, l altra politica ed economica. tutte le risoluzioni nel settore giudiziario facevano capo al ministero della giustizia, mentre quelle relative agli affari politici ed economici avevano quale referente il ministero dell interno tramite il prefetto dipartimentale. 53 Erano organi delle camere: l assemblea - cui spettavano le decisioni più importanti - e il presidente, si tenevano sedute ordinarie e straordinarie, sia per gli affari politici che per quelli giurisdizionali. con il passaggio nel 1805 al regno d Italia, la riorganizzazione dell apparato amministrativo generale, compreso quello giudiziario, produsse un cambiamento radicale anche nelle (compreso quello giudiziario) funzioni camerali Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editori Camera di Commercio di Ancona 50 cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 51 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci _ Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali 52 cit. Ibidem 53 cit. Ibidem 54 cit. camerecultura 8

10 il regolamento organico della giustizia civile e punitiva del 13 giugno 1806 n. 105 riaffermava le competenze dei tribunali di commercio (artt ) devolvendo loro tutti gli affari commerciali di terra e di mare. 55 particolare importanza rivestì la tenuta del registro ditte. 56 vennero istituite camere e Bergamo, Bologna, Brescia, Como, Ferrara, Rimini, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Avia, Reggio Emilia, Rovigo e Verona. 57 a comporre le camere venivano chiamati cinque o più membri appartenenti al ceto dei mercanti, la cui nomina affidata la prima volta al governo, era poi di competenza dei negozianti del circondario. 58 La camere si autofinanziavano con i proventi dell amministrazione dell amministrazione della giustizia. 2 Camera Di Commercio Di Ancona : prima dell Unità d Italia 2.1 Decreto istitutivo della Camera di Commercio di Ancona 27/6/1811 Anzitutto, esiste la concomitanza, in quel tempo, dell abolizione del porto franco dorico e delle università dei mercanti di pontificia memoria. 59 Il 27 giugno 1811 con decreto dell allora regno d Italia - decreto con cui venne istituita la camera di commercio, arti e manifatture di ancona - furono costituite le camere di commercio arti e manifatture nei comuni economicamente più evoluti (Milano, Venezia, Ancona, Bologna, Verona, Vicenza, Bolzano, Bergamo, Como, Intra, vigevano), ritenuti rilevanti per la presenza attiva e dinamica del ceto mercantile. 60 La legislazione e il sistema amministrativo francese furono integralmente introdotti nei territori annessi prima alla repubblica, poi all impero; la tenuta del registro ditte fu sottratta alle camere. 61 alla rappresentanza commerciale vennero restituite le antiche funzioni di tutelare privatisticamente il commercio, le arti e le manifatture dei circondari e di sopperire alle loro esigenze. 62 Alle camere di commercio arti e manifatture vennero attribuite, oltre la tutela degli interessi delle categorie commerciali e industriali, le seguenti funzioni pubbliche: Raccolta di notizie sulla situazione economica, sulle difficoltà che ostacolavano lo sviluppo del commercio e dell industria; 55 cit. Ibidem 56 cit.ibidem 57 cit. Ibidem 58 cit. Ibidem 59 La Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 60 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) - Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 61 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Camera di Commercio di Ancona 62 cit. Origini e vicende della Camera di Commercio Ancona e la sua Provincia 1960 n. 1 Camera di Commercio di Ancona 9

11 Proposte di premi a favore degli inventori e introduttori di macchine; Funzioni di giurisdizione commerciale. 63 le camere venivano così istituzionalmente destinate a raccogliere le notizie e i documenti relativi allo stato del commercio, delle arti, delle fabbriche, delle manifatture, occupandosi, già da allora, della tenuta del registro dei commercianti, istituzionalizzando il commercio e tutta l attività economica. 64 la nuova camera sorgerà anche per dare una rappresentanza alle arti più di tipo economico che non sociale, in città. 65 La camera di commercio arti e manifatture di ancona si occupava anche dell agricoltura 66 Gli organi camerali erano nominati dallo stato, 67 la nomina dei primi componenti delle camere venne fatta direttamente dal re il 27/12/1811, in seguito provvidero le camere stesse, tra cui l ente camerale dorico. I membri delle camere potevano essere rieletti. le camere erano presiedute dal prefetto nei capoluoghi di dipartimento, dal viceprefetto nei capoluoghi di distretto e dal podestà negli altri comuni (art. 10) e dipendevano dal ministero dell interno per mezzo delle prefetture. 68 Il presidente della camera di commercio di ancona era il prefetto del dipartimento del Metauro. Il dipartimento del Metauro prendeva il nome dal fiume Metauro, aveva come capoluogo ancona, era diviso in sei distretti. 69 subentrava alle due delegazioni apostoliche di ancona (ove governatore, ossia delegato pontificio era dal 1800 mons. Pietro Vidoni) e Urbino. 70 le spese per il mantenimento delle camere erano a carico del corpo dei commercianti del comune in cui risiedeva l ente camerale. 71 con le camere di commercio volute da Napoleone si concluse una lunga metamorfosi, passando dal collegio dei mercanti, corpo sociale intermedio, indipendente dall autorità di governo, alla camera di commercio ente pubblico, dotato di una autonomia, ma sostanzialmente assoggettate allo stato. 72 ma il decreto 27/6/1811 costituisce una tappa importante non solo nella storia della camera di commercio di ancona, ma di tutte le camere di commercio italiane, in quanto segna un ulteriore avvicinamento dell istituto camerale a quelle che sono le funzioni, le attribuzioni e l ordinamento stesso delle attuali camere di commercio. 73 la camera di commercio arti e manifatture di ancona fu ufficialmente costituita il 4 febbraio 1812 da napoleone e dal ministro aldini a palazzo Mancinforte. 63 cit. Le Camere di Commercio in Italia Remo Fricano (1976) 64 cit. Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 65 cit. Ibidem 66 www. camerecultura.it 67 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 68 cit Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci. Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 69 Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 54 Ibidem 71 cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 72 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento, competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 73 cit. Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 10

12 il 1 giugno 1813 napoleone, con un decreto, costituiva, come atto dovuto, la borsa di commercio 74, sul modello di quelle già esistenti a Milano e a Venezia. La sede dell ente camerale dorico si trasferì, nel 1827, in via loggia 1. le funzioni che la camera già esercitava nel 1811 furono incrementate e riconosciute sul presupposto che il commercio costituiva la ricchezza e la prosperità degli stati. 75 A seguito delle lamentele delle città escluse dal decreto precedente del 27/6/1811, Eugenio Napoleone, vice-re d Italia, con decreto del 27 dicembre 1811 n. 304, aggiunse le camere di città che in passato erano state sedi di camere di commercio, vale a dire: Sondrio, Chiavenna, Cremona, Lodi, Ferrara, Padova, Brescia, Mantova, Macerata, Fabriano, Pavia, Modena, Rimini E Treviso Loggia dei mercanti Ad ancona la loggia dei mercanti fu molto frequentata dai commercianti, verso la metà del secolo xvi, in conseguenza anche dei privilegi concessi alla città dal pontefice paolo iii che aprì il porto al commercio internazionale. Si segnala, tra gli altri, la presenza di mercanti ebrei e turchi. 77 Si hanno poche e frammentarie notizie sulla loggia dei mercanti in quanto la camera di commercio ha perduto in seguito alla seconda guerra mondiale il suo prezioso archivio. In dipendenza e a seguito dello sviluppo economico della città e del conseguente incremento dei traffici, gli anconetani nell anno 1442 stabilirono di costruire un pubblico seggio ridotto dove i mercanti potessero riunirsi e trattare i loro affari, per cui edificarono, su disegno di moccio da Siena, uno stabile tra il fondaco 78 del comune e Palazzo Benincasa, il quale venne chiamato loggia dei mercanti. 79 Per stabilire la borsa alla loggia dei mercanti, con avviso 23 giugno 1813, il prefetto del dipartimento del Metauro, presidente della camera di commercio, invitò gli ingegneri a presentare un progetto idoneo alla camera di commercio entro il mese di luglio. L iniziativa non ebbe seguito, anche se con decreto 28 marzo 1815 Gioacchino i, re di Napoli, donò la loggia al commercio di ancona e quindi alla camera. Il governo pontificio non riconobbe la donazione, infatti soltanto nel 1884 l ente camerale ottenne la proprietà della loggia dopo un regolare acquisto fattone dallo stato. 2.3 Camere di commercio italiane: periodo pre-unitario Si e ritenuto opportuno effettuare una panoramica relativamente alle camere di commercio italiane nel periodo pre-unitario. 74 cit. Ibidem 75 Ibidem 76 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 77 La Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ancona dalle origini ad oggi (1961) Camera di Commercio di Ancona 78 fondaco: edificio di origine medioevale che nelle città di mare svolgeva funzioni di magazzino e spesso di alloggio per i mercanti stranieri 79 La Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ancona dalle origini ad oggi (1961) Camera di Commercio di Ancona 11

13 dopo la restaurazione rimasero quasi ovunque in vigore leggi e Organizzazioni di origini napoleoniche. Alla rifondazione delle camere di commercio si accompagnò la differenziazione delle loro funzioni, attribuzioni Regno di Sardegna Vittorio Emanuele I con l editto 21 maggio 1814 revocò tutti gli atti della dominazione francese. Solo a Genova, quando la Liguria fu annessa agli stati sardi, la camera consultiva venne conservata con il nome di regia camera di commercio insieme al tribunale di commercio. Successivamente con le regie patenti 4 gennaio 1825 Carlo felice istituì camere di commercio e agricoltura a Torino, Chambery e Nizza. Con regia patente del 26 gennaio 1836 per iniziativa del governatore della città e del capo del logudoro fu istituita la camera di agricoltura, di commercio e d arti di Sassari con fini di studio e promozione economica; essa cessò di esistere nel a Sassari le vice-regie patenti istituirono una camera d agricoltuira e di commercio, mentre nel 1850 furono istituite ad Alessandria, Cuneo, Novara, Annecy, Savona, Vercelli e Cagliari speciali giunte con il compito di selezionare i prodotti da ammettere alle esposizioni, che rappresentarono gli embrioni delle future camere di commercio del Regno lombardo veneto le camere furono regolate dagli ordinamenti francesi fino alla l. 3 ottobre 1848 e al regolamento per le camere di commercio del regno lombardo veneto 21 luglio La l. 18 marzo 1850 sulla istituzione delle camere di commercio e d industria abrogò le disposizioni precedenti e stabilì competenze, estensione territoriale e finalità dell istituto. Ogni camera venne ripartita in due sezioni: commerciale e industriale. Le camere svolgevano funzioni generali di carattere consultivo, informativo e amministrativo. 83 la legge del 1850, che costituisce la prosecuzione e lo sviluppo più coerente della legislazione napoleonica, e la più avanzata tra quelle del periodo pre-unitario, tanto che alcuni aspetti fondamentali, quali il principio dell elettività degli organi, l obbligo della registrazione delle ditte, l importanza attribuita alle funzioni statistiche camerali verranno riprese dalla legge di riordinamento generale delle camere del ogni camera venne ripartita in due sezioni: commerciale e industriale cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 81 cit. Ibidem 82 Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) - Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 83 Guida agli Archivi Storici della Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali de Ambientali Camera di Commercio di Ancona 84 cit. Ibidem 85 cit. Ibidem 12

14 2.6 Ducato di Parma e Piacenza negli stati parmensi, l inclita università de negozianti che si era formata nel 1736 dalla fusione delle tre arti della seta, della lana e della merceria, con decreto 13 maggio 1814 fu trasformata da Maria Luisa D Austria in camera di commercio. 86 il ducato di parma e di Piacenza nel 1814 acquistò un esistenza autonoma con Maria Luisa D Austria. Il decreto 13 maggio 1814 istituì una camera di commercio nella città di Parma. La risoluzione sovrana del 5 novembre 1817 istituì una camera di commercio in Piacenza con le medesime norme vigenti per quella di parma, con funzioni prevalentemente consultive. Il mantenimento delle camere era a carico dello stato. Successivamente il decreto sovrano 2 aprile 1850 modificò l organizzazione delle camere di commercio, istituendo un unica camera di commercio e agricoltura per i due ducati articolata in due sezioni sostanzialmente autonome, una a parma, l altra a Piacenza. Con lo stesso provvedimento venne prevista la formazione del registro delle persone applicate al commercio, alle fabbriche e all industria Granducato di Toscana la camera di commercio arti e manifatture di Firenze fu ricostituita dal granduca Ferdinando III con motu proprio 88 del 30 giugno 1818 con funzioni consultive. A Livorno l ente venne confermato dal granduca Ferdinando III con regolamento del Successivamente venne riformato con decreto 30 dicembre Una caratteristica delle camere toscane fu la loro ingerenza nell amministrazione della banca toscana. A Lucca venne ripristinato nel 1815 il tribunale del commercio e l anno successivo riformata la vecchia corte dei mercanti denominando camera di commercio il suo collegio ristretto. le camere toscane erano di emanazione governativa 89 Erano organi della camera (di nomina sovrana) l auditore della mercanzia e l assessore criminale rispettivamente competenti per le cause civili e criminali e il segretario che interveniva alle adunanze per tenere il registro degli atti. In questa forma sopravvisse fino al 1782: il febbraio 1782 il granduca, ritenendo che la camera avesse esaurito il proprio compito di superamento del sistema corporativo, la soppresse Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze. Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 85 cit. Guida agli Archivi Stortici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Camera di Commercio di Ancona 88 motu proprio (spesso anche moto proprio) : è una locuzione latina che indica un documento, una nomina o in genrale una decisione presa di propria iniziativa da chi ne ha il potere o la facoltà. 89 Cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 90 camerecultura 13

15 2.8 Regno delle due Sicilie Ferdinando di Borbone non abrogò il sistema amministrativo francese, limitandosi ad assumere la normativa riformata nel corpo delle leggi borboniche. Ciò accadde anche per la camera di commercio di Napoli che venne formalmente istituita ex novo con il r.d. 11 marzo 1817 con il nome di camera consultiva di commercio. Come quella del periodo francese la camera era presieduta dall intendente della provincia e i membri, scelti tra i commercianti, erano di nomina sovrana; il vicepresidente era di fatto un vero e proprio presidente; la camera aveva poi un segretario perpetuo. 91 con la costituzione nel 1816 del Regno delle due Sicilie, lo stato borbonico, in attuazione del regio decreto sull amministrazione civile del 1817, creò, con decreto 20 ottobre 1818, n. 1362, a Messina, città di fiorenti traffici e commerci, la prima camera di commercio dell isola. L anno successivo, con regio decreto 13 ottobre 1819, n. 1730, fu costituita a Palermo la camera consultiva di commercio. Nel 1820 sorse la camera consultiva di commercio e una borsa di cambi a foggia, per effetto del decreto di Ferdinando I, 12 aprile 1820, n Quelle di bari e di Catania furono istituite soltanto più tardi con decreto borbonico rispettivamente del 27 marzo 1849 e del 26 ottobre Stato pontificio Nel 1815, anno in cui si svolse il congresso di Vienna, l Austria cedeva la marca di ancona restituendola allo stato pontificio. 93 l adeguamento della camera di commercio di ancona ai fattori politici contingenti non fu difficile, in quanto, una volta ripristinata la delegazione di ancona con il motu proprio del 1816, la nomina del presidente rientrava nell ambito del controllo statale. 94 l anno dopo, il 26 settembre 1816, entrarono nel consiglio comunale di ancona nuovi componenti: 25 i nobili, 9 i mercanti, un avvocato, un notaio, 3 rappresentanti del clero e 9 semplici cittadini dell alta borghesia d affari. 95 in luogo del podestà fu eletto un gonfaloniere, il conte Giuseppe Ferretti, in carica per due anni. 96 l istituzione di camere di commercio nei territori dello stato pontificio si ebbe a seguito dei mutamenti recati dalla rivoluzione francese e dal regime napoleonico. 97 le norme napoleoniche furono confermate inizialmente solo nelle marche e nelle legazioni 98 (editto 5 giugno 1815), successivamente furono estese a tutto il territorio pontificio (editto 1 giugno 1821) cit. Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane Bidischini, Musci (1996) Ministero per i Beni Culturali e Ambientali 92 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camere di Commercio di Ancona 93 cit. La Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio dio Ancona 94 cit. Ibidem 95 cit. Ibidem 96 cit. Ibidem 97 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camere di Commercio di Ancona 14

16 dopo la restaurazione, nello stato pontificio fu ripristinato il potere temporale che recepì il codice di commercio francese, 100 entrato in vigore in Italia il 1 settembre Nel 1823 la camera di commercio di ancona ottenne l approvazione dal cardinale Consalvi per l istituzione della scuola nautica. 102 nel periodo la struttura camerale rimase legata alla struttura propria del sistema economico in cui si trovò ad operare. 103 Nello stato della chiesa soltanto due camere, dal 1815, proseguirono nella loro attività: Ancona e Bologna. Bologna, col rescritto ottobre 1815, assunse la denominazione di consiglio generale di manifatture e commercio, mentre quella di ancona continuò ad essere disciplinata dalla legge napoleonica del i risultati fruttuosi, conseguiti dalle camere di commercio nell epoca napoleonica, indussero al ripristino e all istituzione di altri enti camerali: a Pesaro fu fondata per la prima volta una camera di commercio con l editto 31 gennaio 1835,(quale erede del tribunale di commercio istituito dieci anni prima con l editto 18 aprile 1825) a Civitavecchia sorse la camera di commercio, arti e manifatture per effetto della notificazione del camerlengo cardinale Pier Francesco Galleffi del 25 aprile 1828, a Rimini la camera venne riordinata nel febbraio 1829, a Roma la camera fu ricostituita dall editto del pro-segretario di stato di Papa Gregorio xvi, cardinale Tommaso Bernetti, dell 8 luglio Con l editto del 31 gennaio 1835 del segretario per gli affari di stato interni, cardinale Anton Domenico Gamberini, sotto il pontificato di Gregorio xvi, furono istituite nello stato pontificio tre camere primarie (Roma, Bologna, Ancona), due di seconda classe (Civitavecchia e Ferrara) e tre sussidiarie (Rimini, Pesaro e Foligno), dipendenti dalle primarie cui erano addette (la camera di Rimini dipendeva da quella di Bologna; la camera di Pesaro dipendeva da quella di ancona; la camera di Foligno dipendeva da quella di Roma). 107 l editto del 1835 conferì alle otto camere di commercio un assetto che rimase immutato sino alla fine dello stato pontificio. 108 L editto 31 gennaio 1835 è intervenuto anche per adeguare le camere alle nuove disposizioni relative ai tribunali di commercio. 98 legazioni: dalla Restaurazione e fino alla presa di Roma lo Stato Pontificio fu suddiviso amministrativamente in Delegazioni. Le Delegazioni assumevano il nome di Legazioni quando erano governate da un cardinale. 99 cit.camerecultura 100 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 101 Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 102 Dal periodo napoleonico ai nostri giorni - Natalucci Biblioteca Amatori 103 Storia della Camera di Commercio di Ancona Luca Guazzati Camera di Commercio di Ancona 104 rescritto: è una fonte del diritto romano. In pratica si tratta di una risposta data ad un quesito,attinente questioni giuridiche rivolto all imperatore da parte di un privato o di un pubblico funzionario. Il parere, apposto in calce all istanza, faceva stato divenendo un indirizzo giuridico generale. 105 cit. Le Camere di Commercio. Storia ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 106 cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 107 Ibidem 108 cit. Ibidem 15

17 2.10 Repubblica di Venezia Nel dicembre 1764 il senato della repubblica decise di razionalizzare l apparato burocratico che si occupava delle attività commerciali, sostituendo i numerosi uffici allora preposti al settore con una camera di commercio che desse unità di indirizzo alla politica dello stato in materia. Ma la resistenza di gruppi economici retrogradi portò nel 1768 all annullamento del decreto senza che l organismo fosse mai entrato concretamente in funzione Ducato di Modena e Reggio dopo il congresso di Vienna si ebbe la restaurazione degli estensi nel ducato di Modena e Reggio. La camera di Modena era stata istituita il 30 dicembre 1803 in esecuzione della legge 26 agosto 1802 ed ebbe funzioni giurisdizionali fino a quando, con il regolamento del 13 giugno 1806, fu deciso di istituire il tribunale di commercio del dipartimento del Panaro che entrò in funzione il 1 settembre anche la camera di commercio di Reggio, costituita per effetto della richiamata legge 26 agosto 1803, fu attivata il 6 settembre 1803 e soppressa nell ottobre quella di Modena invece fu soppressa con il proclama del 28 agosto 1814 di Francesco iv Decreto 6 ottobre 1860 n. 36: istituzione camera d agricoltura industria e commercio di ancona Disciplinata dai regolamenti e dalle disposizioni vigenti, la camera di commercio primaria di ancona svolse le proprie funzioni fino alla liberazione delle marche, quando Lorenzo Valerio, regio commissario generale straordinario, con decreto 6 ottobre 1860 n. 36 abolì la camera pontificia istituì la camera d agricoltura, industria e commercio con il compito di rappresentare l agricoltura, il commercio e l industria esercitati in tutte le provincie delle marche, fino alla costituzione di altre camere secondarie. 112 Le attribuzioni della camera dorica furono affidate ad una commissione provvisoria che prese il nome di commissione agricola, industriale e commercio e che rimase in carica fino al dicembre 1860, giorno in cui si insediò la nuova camera eletta il 9 dicembre 1860 e composta da 9 membri Annessione delle Marche al Regno d Italia il 4 e il 5 novembre 1860 si svolsero nelle marche e in Umbria i plebisciti per l annessione alla monarchia sabauda cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 110 cit. Ibidem 111 cit. Ibidem 112 Vicende e origini della Camera di Commercio Ancona e la sua Provincia n Biblioteca Comunale di Ancona 113 Vicende e origini della Camera di Commercio Ancona e la sua Provincia n Biblioteca Comunale di Ancona 114 cit. Corriere Adriatico 6/2/

18 Su una popolazione appena superiore ai abitanti ( ), i cittadini che votarono per l Italia rappresentarono il 14,81% dei residenti marchigiani (spesso le minoranze fanno la storia). I contrari furono (lo 0,9% dei votanti). 115 I liberali marchigiani ebbero chiara la situazione: bisognava far presto a dar luogo ad una qualche forma di economia di mercato in un sistema post feudale, qualcosa che desse subito il segno del cambiamento. Nelle marche come altrove il risorgimento matura il processo di Unità nazionale Proclamazione del regno d Italia il 17 marzo 1861 viene proclamato il regno d Italia. La promulgazione della legge conferisce a Vittorio Emanuele ii e ai suoi discendenti il titolo di re d Italia Dopo l Unità d Italia 3.1 Unità nazionale e istituzione delle Camere di Commercio ed Arti (legge 6 luglio 1862) anteriormente all unificazione nazionale si contavano negli stati italiani 26 camere di commercio regolate da norme e statuti differenti, con ordinamenti e attribuzioni assai diversificati. 118 Raggiunta nel 1861 l unita nazionale e proclamato il regno d Italia, emerse l esigenza di conferire alle camere un assetto istituzionale uniforme e adeguato alle mutate condizioni politiche. 119 Malgrado il principio legislativo ispiratore delle camere nei vari stati preunitari fosse sostanzialmente comune, le differenze tanto nell ordinamento che nelle attribuzioni delle singole camere erano Notevolissime. Il 6 luglio 1862 venne definitivamente approvato e tradotto in legge il progetto concernente la istituzione delle camere di commercio ed arti. Con la l. 6/7/1862 n. 680 le camere di commercio assunsero un nuovo assetto unitario e vennero estese a tutto il regno per rappresentare presso il governo e per promuovere gli interessi commerciali e industriali (art. 1). la determinazione delle sedi, delle circoscrizioni territoriali e del numero dei membri di ciascuna camera spettavano all esecutivo Ibidem 116 Corriere Adriatico 17/3/ cit. Corriere Adriatico 6/2/ cit. Le Camere di Commercio. Storia, ordinamento e competenze Remo Fricano (2006) Maggioli Editore Camera di Commercio di Ancona 119 Ibidem 120 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 17

19 L importanza della legge 6/7/1862 deriva dal fatto che e la prima dello stato italiano sulla materia, con cui si avvia un processo di progressiva pubblicizzazione degli enti camerali. Le camere di commercio vennero a configurarsi, nel nuovo ordinamento, come enti periferici di natura privata strettamente collegati all amministrazione centrale. 121 Alle camere furono assegnati compiti di carattere consultivo, informativo, amministrativo. Gli organi erano elettivi, il presidente era il legale rappresentante della camera. 122 le attribuzioni camerali andarono via via aumentando o per il consolidarsi di consuetudini di fatto o per l emanazione di leggi speciali e regolamenti. 123 l emanazione del nuovo codice di commercio (1882) comportò inoltre modifiche alle funzioni svolte dalle camere. 124 La legge 6/7/1862 n. 680, pur presentando lacune e imperfezioni in gran parte da attribuire al fatto che aveva dovuto armonizzare in un testo organico e unitario gli ordinamenti diversi degli ex-stati italiani, continuò a disciplinare l attività delle camere anche quando con il naturale evolversi dell economia del paese, vennero ad accrescersi i loro compiti di rappresentanza e di tutela degli interessi commerciali e industriali locali. la legge del 1862 venne estesa alle provincie venete e a quella di Mantova nel 1867, e alla provincia di Roma nel fu perfezionato il sistema di controllo sui bilanci camerali. 126 Con il r.d. 16 ottobre 1862 n. 929 la camera di ancona fu riordinata in camera di commercio ed arti con giurisdizione su tutta la provincia Scioglimento della camera di commercio di ancona La camera di commercio di ancona venne sciolta, per breve tempo, in seguito al r.d. 3/2/ Funzioni esercitate storicamente dalla Camera di Commercio di Ancona Tra le principali funzioni esercitate storicamente dalla camera di commercio di ancona devono annoverarsi la gestione dei magazzini Generali, la vigilanza sul deposito franco, la stagionatura della seta Storia dell Unione Italiana delle Camere di Commercio ( ) Sapelli Rubbettino Unioncamere Catanzaro Istituto di Storia 122 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini. Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali 123 cit. camerecultura 124 cit. Ibidem 125 cit. camerecultura 126 cit. Ibidem 127 Vicende e origini della Camera di Commercio Ancona e la sua Provincia n Biblioteca Comunale di Ancona 128 Atti della Camera di Commercio in ordine al suo scioglimento per Decreto Reale 3 Febbraio 1876 Biblioteca Comunale di Ancona 18

20 l ente camerale, data la grande importanza e diffusione dell allevamento del baco da seta nella provincia istituì nel giugno 1870 l ufficio di stagionatura della seta. 130 la costruzione dei magazzini generali nell ambito portuale il cui progetto fu compilato nel 1884 costituì un altra importante iniziativa della camera di commercio di ancona. La camera con un contributo del comune ne diresse e ne vigilò la costruzione, che iniziata il 5 dicembre 1884 venne ultimata nel novembre 1886, e ne assunse l esercizio, prima mediante l appalto e più tardi, il 1 gennaio 1905, direttamente con personale proprio, dando vita al più grande stabilimento del genere in Italia. 131 per incrementare e sviluppare i traffici portuali l ente camerale promosse e patrocinò, d intesa con il comune di ancona, l istituzione di un deposito franco nel lato nord della mole vanvitelliana. L esercizio e l amministrazione di questo deposito vennero affidate al municipio di ancona sotto il controllo, ai sensi di legge, della camera. 132 L ente camerale rivolse sempre una grande attenzione all istruzione professionale, promuovendo anche nuove scuole. 133 nel 1906 la camera di commercio fondò la regia scuola pratica di commercio che venne inaugurata il 25 novembre 1907, fu il primo Istituto di questo tipo in Italia 134, ebbe un notevole sviluppo e incontrò un grande successo. 135 la camera di commercio propose nel 1910 l istituzione della regia scuola industriale di ancona, alla cui sede provvide in seguito il comune di ancona Legge 20 marzo 1910 n. 121 legge di riforma della camera Nei primi anni del secolo si moltiplicarono le richieste di riforma avanzate con insistenza dalle camere e filtrate dal 1901 dalla loro unione nazionale. Con la promulgazione della legge di riforma le camere assunsero la denominazione di camere di commercio e industria (art.1), e fu loro assegnata la finalità di rappresentare gli interessi commerciali e industriali del proprio distretto presso il governo e dovevano promuoverne lo sviluppo in armonia con gli interessi generali economici della nazione. secondo la nuova disciplina la competenza delle camere di commercio non si estendeva alle attività agricole. 137 L istituzione del registro ditte fu l innovazione più importante sul modello della legislazione austriaca del 1850, con l obbligo da parte delle camere di registrare la costituzione, modificazione e cessazione delle ditte del proprio distretto. 129 Guida agli Archivi Storici delle Camere di Commercio italiane (1996) Bidischini, Musci Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Camera di Commercio di Ancona 130 cit. La Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ancona dalle origini ad oggi (1961) Camera di Commercio di Ancona 131 cit. Ibidem 132 Ibidem 133 Ibidem 134 cit. Ibidem 135 Ibidem 136 cit. Ibidem 137 cit. Tesi di laurea del Dott. Roberto Bertolini relativa al processo di autoriforma delle Camere di Commercio 19

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