OUT OF THE BORDERS RIFUGIATI SIRIANI IN MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA
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- Graziano Scotti
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2 OUT OF THE BORDERS RIFUGIATI SIRIANI IN MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA SETTEMBRE 2015
3 INDICE INTRODUZIONE 3 LEGISLAZIONE INTERNAZIONALE SULLO STATUS DI RIFUGIATO 4 PAESI OSPITANTI RIFUGIATI SIRIANI IN MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA LIBANO 6 GIORDANIA 8 TURCHIA 10 IRAQ 12 EGITTO 14 RACCOMANDAZIONI 16 APPENDICE 17 FONTI 18
4 INTRODUZIONE Tra la fine del 2010 e l inizio del 2011, il Medio Oriente e il Nord Africa sono stati teatro di un vasto movimento di proteste popolari, le cosiddette Primavere Arabe o Rivolte Arabe. Le mobilitazioni popolari in Siria a partire dal marzo 2011 sono degenerate dopo pochi mesi in una guerra civile ancora oggi in corso, le cui violenze sono state ulteriormente amplificate dalla comparsa di Daesh (Stato Islamico) sui territori di Iraq e Siria e dal coinvolgimento nel conflitto di un gran numero di attori stranieri. ( ), Iraq ( ) ed Egitto ( ) ha reso difficoltosa la gestione dei rifugiati per i paesi ospitanti, impossibilitati ad offrire loro condizioni di vita dignitose per problemi di sovrappopolamento. In particolare i problemi hanno riguardato il Libano (in cui il numero di rifugiati equivale al 26.5% della popolazione locale), l Egitto (crisi economica) e l Iraq (disordini interni). L aggravarsi del conflitto ha portato milioni di siriani a lasciare le proprie case. Ad oggi, si contano sfollati e rifugiati su una popolazione totale di circa persone. Il grafico sottostante mostra il numero di siriani registrati all UNHCR come rifugiati tra il marzo 2011 ed il settembre Il crescente afflusso di siriani presenti in massima parte in Turchia ( persone registrate all UNHCR), Libano ( ), Giordania Numero dei rifugiati siriani dallo scoppio della guerra civile ad oggi Syria regional refugee response UNHCR ( Gennaio 2011 Gennaio 2012 Gennaio 2013 Gennaio 2014 Gennaio 2015 Settembre
5 LEGISLAZIONE INTERNAZIONALE SULLO STATUS DI RIFUGIATO - Ai sensi della Convenzione ONU del 1951 (c.d. Convenzione di Ginevra ), un rifugiato è chiunque, per causa di avvenimenti anteriori al 1 gennaio 1951 e nel giustificato timore d essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole, domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dal suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi 1 (art. 1.2). Stante la Convenzione, in nessun modo gli Stati firmatari espelleranno o impediranno l ingresso ad un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche (c.d. divieto di refoulement o respingimento, art. 33.1), e non prenderanno sanzioni penali a motivo della loro entrata o del loro soggiorno illegali, contro i rifugiati che giungono direttamente da un territorio in cui la loro vita o la loro libertà erano minacciate nel senso dell articolo 1, per quanto si presentino senza indugio alle autorità e giustifichino con motivi validi la loro entrata o il loro soggiorno irregolari (art. 31.1). 1 Cit. Art. 1.2 Convenzione ONU relativa allo status dei rifugiati del Nel 1967, la quasi totalità degli Stati contraenti firmò il Protocollo relativo allo status dei Rifugiati (c.d. Protocollo del 1967 ), che elimina le limitazioni temporali e geografiche della Convenzione di Ginevra, estendendo lo status di rifugiato anche a chi lo è divenuto dopo il 1951 e al di fuori dell Europa 2. - Stante l articolo 3.1 della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1984 (c.d. Convenzione sulla Tortura ), nessun paese firmatario espellerà, respingerà o estraderà una persona verso un altro Stato nel quale vi siano seri motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta alla tortura. - Nel 1994, la Lega Araba ha adottato la Convenzione araba sulla regolazione dello status di rifugiato nei Paesi Arabi (c.d. Convenzione araba sui Rifugiati ). In base al suo art. 8, i paesi firmatari della Convenzione si impegnano ad accogliere nel proprio territorio e a non respingere o espellere i richiedenti asilo. Lo status di rifugiato, stante l art. 1.1, è riconosciuto a chiunque abbia il fondato timore di essere perseguitato per la sua razza, religione, nazionalità o appartenenza ad un particolare gruppo sociale, che sia fuori dal 2 Art. 1, sez. a: Possono essere considerati avvenimenti anteriori al 1 gennaio 1951 nel senso dell articolo 1, sezione A: avvenimenti accaduti anteriormente al 1 gennaio 1951 in Europa. 4
6 paese della sua nazionalità e non possa o, a causa di tale timore, non voglia avvalersi della protezione di quel paese. Nell art. 1.2, la Convenzione specifica le ragioni di uscita forzata dal paese di origine: a) l aggressione, l occupazione e la dominazione di un paese straniero; b) gli eventi che mettano a repentaglio il pubblico ordine in tutto o in parti del paese; c) le catastrofi naturali 3. 3 Essendo stata ratificata da un solo Stato - l Egitto - la Convenzione non è mai entrata in vigore. Per farlo avrebbe dovuto essere ratificata da 7 paesi. 5
7 PAESI OSPITANTI RIFUGIATI SIRIANI IN MEDIO ORIENTE E NORDAFRICA LIBANO Rifugiati siriani registrati presso l UNHCR: (26.5% della popolazione libanese) Legislazione internazionale in materia di rifugiati - Il Libano non è firmatario della Convenzione di Ginevra e del Protocollo del Il paese è firmatario della Convenzione sulla Tortura del Il paese non ha ratificato la Convenzione araba sui Rifugiati del Il Libano è vincolato con la Siria da un accordo bilaterale (1994) secondo cui, per entrare nel paese e rimanere in territorio libanese per un periodo di 6 mesi (prolungabile ad 1 anno), i cittadini siriani non necessitano di visto o passaporto, ma di un semplice documento di identità. - In base al Memorandum of understanding (2003) stipulato con l UNHCR, il Libano non è un Asylum Country e i richiedenti asilo in territorio libanese non hanno diritto a rimanervi in via permanente. Stante il memorandum, il compito di determinare lo status di rifugiato ai richiedenti (eccetto i palestinesi) spetta all UNHCR; una volta 6
8 riconosciuti come rifugiati, ai richiedenti è riconosciuto un permesso di circolazione temporaneo nel territorio del paese. - Il Libano è, infine, firmatario di varie convenzioni per i diritti umani, tra cui la Convenzione ONU sui diritti dell infanzia (1989) e la Carta araba dei diritti dell uomo (2004). L adesione a tali convenzioni, seppur di per sé non vincolanti, ha portato il paese a sviluppare una sostanziale politica di non-refoulement per i rifugiati. Ad oggi, il Libano ospita profughi palestinesi. rinnovare il suo permesso di residenza senza dover rientrare ed uscire dalla Siria pagando una tassa di 200 dollari. Eccezion fatta per alcuni casi di deportazione segnalati tra il 2012 ed il 2013, il Governo libanese si è impegnato ad evitare il rimpatrio forzato dei siriani. L assenza di norme e politiche governative specifiche per la protezione dei rifugiati rende, tuttavia, l applicazione del principio di non-refoulement a completa discrezione del Governo. Legislazione nazionale in materia di rifugiati All interno dell ordinamento libanese non è presente una normativa specifica in materia di rifugiati. Da un punto di vista generale, la trattazione ricade all interno della Legge del 1962 su entrata, residenza ed uscita dal Libano, il cui art. 26 sancisce che ogni cittadino straniero soggetto a procedimento penale o condanna da un autorità non libanese per un crimine politico o la cui vita o libertà sia minacciata per motivi politici può fare richiesta di asilo in Libano. Nel suo art. 31, la norma stabilisce che quando un rifugiato politico è deportato dal Libano, esso non sarà inviato verso un paese in cui la sua vita o libertà è minacciata. Accoglienza dei rifugiati siriani Ad oggi, la disciplina di ingresso dei cittadini siriani in Libano è disciplinata dall accordo bilaterale del 1994; il Libano, come accennato, non è infatti parte né della Convenzione di Ginevra del 1951 né del Protocollo del 1967, e nel memorandum con l UNHCR ha specificato di non essere un Asylum Country. In più occasioni, infine, il Governo di Beirut ha affermato che per la gestione dei rifugiati siriani farà riferimento alle decisioni del Consiglio dei Ministri, e non alla legge del 62. Accoglienza dei palestinesi provenienti dalla Siria A partire dall agosto 2013, il Governo ha imposto una serie di nuove condizioni volte a regolare l accesso in Libano dei palestinesi rifugiati in Siria, quale la presentazione di un permesso rilasciato dagli uffici amministrativi di Damasco per lasciare il paese, la prenotazione di una visita medica in Libano e il pagamento di una tassa di transito e residenza. Al momento, l UNRWA è presente alla frontiera con la Siria per monitorare l accesso dei rifugiati palestinesi e controllare che non siano commesse discriminazioni nei loro confronti. Principali problematiche Sovrappopolazione ( profughi siriani e circa palestinesi su un totale di Libanesi); difficile sostenibilità economica di un così alto numero di rifugiati; difficile riallocazione dei siriani nel settore lavorativo a causa di una forte crisi economica; tensioni interne (politiche e religiose); campi profughi sovraffollati. Il 70% delle famiglie siriane rifugiate in Libano vive attualmente al di sotto della soglia di povertà stabilita dal paese, pari a 3,84 dollari giornalieri. Per poter rimanere nel paese, ogni siriano legalmente residente in Libano (chi, cioè, ha attraversato le frontiere ufficiali mostrando un valido documento di identità siriano) può 7
9 GIORDANIA Rifugiati siriani registrati presso l UNHCR: (9.4% della popolazione giordana) Legislazione internazionale in materia di rifugiati - La Giordania non è firmataria della Convenzione di Ginevra del 1951 e del Protocollo del Il paese è firmatario della Convenzione sulla Tortura del Il paese non ha ratificato la Convenzione araba sui Rifugiati del Come il Libano, la Giordania ha stipulato con l UNHCR un Memorandum of Understanding (1998) in cui specifica di non essere un Asylum Country. Questo comporta che, formalmente, ai rifugiati è riconosciuto un permesso di residenza non permanente, ma temporaneo, destinato ad estinguersi non appena un Asylum Country accolga in via permanente la richiesta di asilo dei rifugiati dislocati in Giordania. Legislazione nazionale in materia di Rifugiati Nell ordinamento della Giordania manca una normativa specifica in materia di richiedenti asilo. Riferimenti sono presenti nella Costituzione (l art. 12 vieta l estradizione dei rifugiati politici) e nella legge che regola gli affari dei cittadini stranieri stazionanti in Giordania (Legge 24/1973). L art. 12 di quest ultima stabilisce che, per non essere considerati clandestini, i rifugiati devono recarsi in una stazione di Polizia entro 48 ore dal loro ingresso nel paese, presentando formale domanda di asilo. La legge, infine, delega al Ministero degli Affari Internazionali la facoltà di adottare provvedimenti per gli stranieri in situazioni speciali o di emergenza. L assenza di una normativa specificamente dedicata ai richiedenti asilo e la mancata adesione alla Convenzione di Ginevra e al protocollo del 1967 rendono difficile, nonostante i citati richiami normativi, l esatta individuazione dei requisiti per ottenere lo status di rifugiato. Da un punto di vista formale, tali mancanze si traducono nella totale discrezionalità del Ministero degli Interni sull ingresso e sul respingimento dei richiedenti asilo in Giordania. Accoglienza dei rifugiati siriani Nella gestione dei rifugiati in fuga dalla guerra civile siriana, la Giordania ha adottato una politica di non-refoulement, esentandoli dall obbligo di presentare visto d ingresso e permesso di residenza per rimanere all interno del paese. Ha inoltre delegato all UNHCR il riconoscimento e la registrazione dei richiedenti asilo. Tuttavia, tra il gennaio e l aprile 2013 dopo che il numero dei richiedenti asilo era aumentato esponenzialmente, arrivando ad oltre richieste al giorno, il Governo giordano ha limitato il numero di rifugiati siriani accolti giornalmente ad un massimo di 300 persone, nei mesi successivi poi innalzato a 600. Sin dall inizio della crisi siriana, il Governo giordano ha cercato di limitare il più possibile la presenza nelle aree urbane e di indirizzare i rifugiati verso i campi profughi dei rifugiati siriani. Tale politica, viste anche le condizioni difficile dei due campi allestiti in zone semi desertiche, ha invece favorito gli insediamenti in 8
10 aree urbane. Ad oggi, l 80% di loro ha trovato sistemazione nelle città giordane, dove vive al di sotto della soglia di povertà stabilita dal paese, pari a 3,2 dollari al giorno. Il rimanente 20% è dislocato all interno di quattro campi profughi istituiti nei pressi del confine siriano. Accoglienza dei palestinesi provenienti dalla Siria Nonostante le accuse di infrazione del divieto di non-refoulement, in più occasioni il Governo ha ordinato l estradizione in Siria dei palestinesi entrati illegalmente all interno dello Stato. Principali problematiche Difficile sostenibilità economica di un così alto numero di rifugiati; scarsità d acqua. La competenza di riconoscimento e registrazione di richieste d asilo da parte dei palestinesi provenienti dalla Siria non spetta all UNHCR ma all UNRWA (stabilmente presente in Giordania, che ne ospita oltre 2 milioni) 4. Sin dai primi mesi della crisi siriana, così come denunciato da UNRWA e UNHCR, la Giordania si è resa protagonista di diversi casi di discriminazione nell accoglienza di profughi palestinesi dalla Siria. Tali discriminazioni sono culminate con la decisione, nel gennaio 2013, di vietargli definitivamente l accesso nel paese. 4 Per consentire il ritorno dei rifugiati palestinesi in Siria a guerra civile conclusa, la sede giordana dell UNRWA ha deciso di non registrare nuovamente chi era già stato registrato in Siria. 9
11 TURCHIA Rifugiati siriani registrati presso l UNHCR: : (2.5% della popolazione turca) Legislazione internazionale in materia di Rifugiati - La Turchia è firmataria della Convenzione di Ginevra del 1951 e del Protocollo del Nella firma di quest ultimo trattato internazionale, la Turchia ha apposto una riserva all art. 1 sez. B (che elimina la limitazione geografica presente nella Convenzione di Ginevra). Tale riserva fa sì che, formalmente, la Turchia si impegna a riconoscere come rifugiati solo quelle persone che sono diventate rifugiati in seguito ad eventi verificatisi in Europa. - Nel 1960, il Governo turco ha autorizzato l UNHCR a stabilirsi sul proprio territorio. - Il Paese è firmatario della Convenzione sulla Tortura del Legislazione nazionale in materia di Rifugiati - Al momento dello scoppio delle proteste siriane, la protezione dei richiedenti asilo nell ordinamento turco era disciplinata dalla Direttiva Quest ultima sanciva l impegno della Turchia ad offrire protezione temporanea ai richiedenti asilo provenienti da fuori Europa, in attesa del loro re-insediamento in un altro paese. - La Direttiva 1994 è stata sostituita dalla Legge n. 6458/2013 (c.d. Legge sugli Stranieri e sulla Protezione Internazionale del 2013 ). Tale direttiva non corregge la limitazione geografica dei trattati internazionali e della Direttiva 1994, ma offre maggiori garanzie di protezione ai richiedenti asilo provenienti da fuori Europa. Secondo il suo art. 91.1, la protezione temporanea può essere concessa a quei cittadini stranieri costretti a lasciare il loro paese e che non possono ritornarvi, o a coloro che sono arrivati o hanno oltrepassato in massa i confini della Turchia richiedendo protezione. La norma delega la gestione del processo all Ufficio Generale dell Amministrazione della Migrazione, un nuovo istituto che fa parte del Ministero degli Interni incaricato di coordinare agenzie ed organizzazioni competenti in materia di entrata, uscita, deportazione e protezione internazionale degli stranieri) ed al Consiglio delle Politiche Migratorie, un direttorio rappresentativo dei vari Ministeri competenti sulle questioni dell immigrazione e della protezione internazionale. A partire dal 2014, l Ufficio Generale dell Amministrazione della Migrazione è divenuto infine l unica istituzione responsabile delle richieste d asilo. Accoglienza dei rifugiati siriani Nel 2012, in concomitanza con l aggravarsi della situazione umanitaria in Siria, il Governo ha emanato una Direttiva Speciale per l accoglienza dei rifugiati in Turchia. Tale direttiva non si riferiva ai singoli richiedenti asilo, ma a tutti i siriani e agli apolidi provenienti dalla Siria e diretti in Turchia. La norma tuttavia, non essendo stata convertita in legge del Parlamento, non ha mai prodotto effetti. Il limite di carattere geografico della Convenzione di Ginevra, la riserva posta sul Protocollo del 1967, l inesistenza di un memorandum con l UNHCR e la mancata specificazione nella legge n. 6458/2013 di una 10
12 chiara ed univoca definizione di rifugiato, hanno consentito al Governo turco di avere massima discrezionalità nel riconoscimento ed accettazione dei richiedenti asilo. Sino ad oggi, non ha riconosciuto ai siriani lo status di rifugiati, limitandosi a definirli mesafir (ospiti) e riconoscendo la semplice protezione internazionale. Ciononostante, il paese sta portando avanti nei confronti dei siriani una politica di accoglienza, che non prevede il refoulement e che include fornitura di cibo, assistenza sanitaria ed un posto per dormire. Tra il 2011 ed il 2015, il Governo ha incaricato la Turkish Disaster and Emergency Presidency (AFAD) della costruzione dei campi profughi, ad oggi 24. Principali problematiche Difficile sostenibilità economica di un così alto numero di rifugiati; flusso dei richiedenti asilo che non accenna a diminuire; gestione dell AFAD dei campi profughi che, sebbene giudicata dall UNHCR come conforme agli standard internazionali, è stata portata avanti con degli errori (es. costruzione dei campi sui confini con la Siria, una pratica sconsigliata nei casi di richieste d asilo per conflitti). Dall estate del 2015 si sono osservate sempre maggiori partenze verso l Europa, dopo anni in cui le frontiere marittime e terrestri turche sono state rigidamente controllate. Ciò potrebbe denotare un cambio nelle politiche di accoglienza e di contenimento sinora adottate verso l Unione Europea e va letto alla luce dei mutamenti in corso nella politica interna del paese. La Turchia sta contemporaneamente affrontando un crescente afflusso di persone dall Iraq, dove ad oggi ci sono più di cinque milioni di sfollati interni a causa della guerra. 11
13 IRAQ Rifugiati siriani registrati presso l UNHCR: (0.7% della popolazione irachena); Sfollati iracheni: Legislazione internazionale in materia di rifugiati - L Iraq non è firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951 e del Protocollo del Il paese è firmatario della Convenzione sulla Tortura del Il paese non ha ratificato la Convenzione araba sui Rifugiati del Legislazione nazionale in materia di rifugiati - In base alla legge 51/1971 (c.d. Political Refugee Act ), l Iraq si impegna a riconoscere lo status di rifugiato a coloro che hanno il giustificato timore di essere in pericolo per questioni politiche o militari (art. 1.3). Lo Stato si impegna a non respingere o espellere i richiedenti asilo, ai quali, oltre alla protezione temporanea, sono riconosciuti i medesimi diritti al lavoro, sanità ed istruzione spettanti ai cittadini iracheni. La norma delega all UNHCR l individuazione dei rifugiati politici ed istituisce una Commissione permanente per gli Affari dei Rifugiati, competente ad esaminare le richieste di particolari gruppi di rifugiati. - La legge 21/2010 istituisce il Ministero della Migrazione e del Dislocamento, incaricato di fornire assistenza e servizi sia agli sfollati interni iracheni (cd. Internally displaced persons IDPs, sfollati) che ai rifugiati stranieri stazionanti in Iraq. 21/2010. Discostandosi dalla politica del potere centrale, il Governo della Regione autonoma del Kurdistan (KRG) ha portato avanti una politica di accoglienza dei richiedenti asilo che ha previsto la costruzione a Domiz di un campo per profughi. Ed ha poi previsto un ampio sistema di campi attrezzati in tutto il territorio curdo, dove ad oggi vivono la maggior parte dei siriani fuggiti in Iraq, in maggioranza dall area curda della Siria. Tra il 2013 ed il 2015, il peggioramento dell emergenza umanitaria in Siria, la crescita dell instabilità irachena e la comparsa ed il rafforzamento di Daesh hanno provocato la precipitazione della situazione umanitaria nel Kurdistan iracheno, in cui nel frattempo sono affluiti sfollati interni, tra cui gli iracheni che in precedenza avevano trovato rifugio in Siria e che sono tornati in Iraq dopo la degenerazione della guerra civile. Principali problematiche Difficile sostenibilità economica dei rifugiati a causa della difficile situazione economica irachena; difficile gestione di un gran numero di rifugiati siriani e curdi e di sfollati iracheni. Accoglienza dei rifugiati siriani Pochi mesi dopo lo scoppio e l aggravarsi della guerra civile siriana, il Governo iracheno ha chiuso le frontiere con la Siria, impedendo l accesso ai richiedenti asilo e violando il divieto di refoulment previsto dalle citate leggi 51/1971 e 12
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15 EGITTO Rifugiati siriani registrati presso l UNHCR: Siriani presenti in Egitto: / Legislazione internazionale in materia di rifugiati - L Egitto fa parte della convenzione di Ginevra (1951) e del protocollo del Il paese ha stipulato un Memorandum of understanding (1954) con l UNHCR che affida a quest ultimo la piena responsabilità nell identificazione, individuazione e registrazione dei rifugiati in Egitto. - Il paese è parte della Convenzione OUA del 1969 (c.d. Convenzione sugli aspetti specifici del problemi dei rifugiati in Africa ). Nel suo art. 12, la Convenzione stabilisce che ogni persona che, per via di aggressione esterna, occupazione e dominazione straniera o eventi minanti l ordine pubblico in tutto o parti del suo paese di origine o nazionalità è costretto lasciare il suo posto di abituale residenza per cercare rifugio in un luogo altro rispetto al suo paese di origine o nazionalità. - Il paese è firmatario della Convenzione sulla Tortura del Il paese ha ratificato la Convenzione araba sui Rifugiati del l Egitto è parte della Convenzione OUA sui rifugiati del 1969 (Addis Abeba) e della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (New York, 1984). Accoglienza dei rifugiati siriani Tra l aprile 2011 e il luglio 2013, la politica egiziana sulle richieste di asilo dei siriani si è conformata al divieto di refoulement: non era richiesto alcun visto di ingresso e non era previsto il rimpatrio o il respingimento dei richiedenti asilo alla frontiera. Dopo il Colpo di Stato del 3 luglio 2013, la politica del neonato Governo militare guidato dal generale Abd al-fattah Al-Sisi nei confronti dei richiedenti asilo è stata più restrittiva, prevedendo un visto d ingresso obbligatorio per tutti i siriani che vogliono entrare in Egitto e il nulla osta da parte della Polizia. In seguito a tali misure motivate dal sospetto dell esercito che la maggior parte dei siriani rifugiati siano sostenitori della Fratellanza Musulmana e del deposto presidente Mohamed Morsi il flusso di richiedenti asilo si è arrestato. Oltre a queste disposizioni di per sé violanti i trattati internazionali di cui l Egitto è firmatario il Governo ha ordinato in più occasioni il rimpatrio forzato di alcuni cittadini siriani. Accoglienza dei palestinesi provenienti dalla Siria Ai palestinesi presenti in Egitto non è riconosciuto lo status di rifugiati, necessario per ottenere il permesso di residenza temporaneo accordato ai richiedenti asilo. Legislazione nazionale in materia di rifugiati - Nel 1984, l Egitto ha stabilito tramite decreto presidenziale la Commissione di Affari per i rifugiati, incaricata di collaborare con l UNHCR nella gestione dei rifugiati. Principali problematiche Difficile sostenibilità economica dei rifugiati a causa della situazione economica egiziana; politica governativa spesso violante il divieto di refoulement; mancato finanziamento di tutte le 14
16 case in precedenza messe a disposizione per i rifugiati (vuoto coperto in gran parte dalle organizzazioni islamiste, tra cui alcuni gruppi Salafiti). 15
17 RACCOMANDAZIONI Alla luce dell analisi è evidente che la progressiva diminuzione degli aiuti (vedi Appendice), il protrarsi del conflitto e l instabilità in tutta la regione stanno provocando un flusso enorme di persone in fuga dalla Siria verso l Europa. In questo contesto va praticata una politica di accoglienza e di pace allo stesso tempo. Le due iniziative devono essere parallele per ridare una speranza ai siriani ed evitare che altri milioni di persone siano costrette a fuggire. 1. Aumentare programmi ed aiuti umanitari a favore della Siria e dei paesi limitrofi che accolgono i rifugiati. 2. Creare un sistema stabile di re-settlement (re-insediamento) e quote per i rifugiati dal Medio Oriente in Europa con identificazione dei casi più vulnerabili nei paesi di transito e riconoscimento in loco della protezione internazionale. 3. Moltiplicare il sostegno a trattative e iniziative di Pace che coinvolgano sia le fazioni politiche sia la società civile siriana e internazionale, con attenzione alla partecipazione delle donne siriane nel processo di pace, come da UN Res Embargo sulla vendita di armi agli attori del conflitto siriano, con stretto monitoraggio sulle triangolazioni con paesi terzi. Severe sanzioni sul Governo Siriano per imporre il rispetto della UN Res. 2139, che vieta i bombardamenti aerei su zone popolate, in particolare tramite barili bomba. 5. Non delegare la politica migratoria dell'unione Europea a paesi dove non esiste il rispetto dei diritti umani. Vincolare gli accordi EU-Turchia in materia di rifugiati all'effettivo rispetto dei diritti umani nel paese ed applicare i futuri accordi esclusivamente dopo gli esiti delle elezioni politiche turche ed al ripristino del gioco democratico e la fine della violenza politica. 16
18 APPENDICE Il grafico 1.a mostra il numero dei rifugiati siriani tra il settembre 2012 ed il settembre In tale fascia di tempo, l entità dei richiedenti asilo siriani nei Paesi di Medio Oriente, Nord Africa ed Europa è cresciuto da a Contemporaneamente alla crescita dei rifugiati è aumentata la richiesta di finanziamenti da parte dell UNHCR. Il grafico 1b mette in relazione i finanziamenti richiesti e quelli effettivamente ottenuti; esso evidenzia che, sebbene la richiesta dei fondi sia aumentata, progressivamente l entità dei fondi erogati in favore dell UNHCR è diminuita. Grafico 1.a. Rifugiati siriani settembre settembre Grafico 1.b. Rapporto fondi richiesti (blu)/fondi ricevuti (rosso) $ ,00 $ , $ , $ ,00 $ ,00 $ , $ , settembre 2012 settembre 2013 settembre 2014 settembre 2015 $ ,00 $0,
19 FONTI - AKRAM, S., BIDINGER, S., HITES, D.,KUZMOVA, Y., LANG, A. &NOUREDDINE, E. (2013) Protecting Syrian Refugees: Laws, Policies, and Global Responsibility Sharing. Boston University School of Law - LEAGUE OF ARAB STATES (1994) Arab Charter on Human Rights.( - MIGRATION POLICY CENTER AT THE EUROPEAN UNIVERSITY INSTITUTE IN FLORENCE. Syrian Refugees A snapshot of the crisis in the Middle East and Europe ( - MINISTRY OF FOREIGN AFFAIRS OF REPUBLIC OF TURKEY. - MINISTRY OF INTERIOR OF REPUBLIC OF TURKEY DIRECTORATE GENERAL OF MIGRATION MANAGEMENT. - SADEK, G. Legal status of refugees: Egypt, Jordan, Lebanon, Iraq. ( - UNHCR. Convention and protocol related to the status of Refugees. ( - UNHCR. Syria regional refugee response ( Appendice: - Financial tracking service. Total funding to the Syrian crisis 2012 provided by OCHA. - Financial tracking service. Total funding to the Syrian crisis 2013 provided by OCHA. - Financial tracking service. Total funding to the Syrian crisis 2014 provided by OCHA. - Financial tracking service. Total funding to the Syrian crisis 2015 provided by OCHA
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