RECUPERO E RESTAURO EX CONVENTO DEI FRATI MINORI FRANCESCANI PER ATTIVITA MUSEALE ESPAZI PER LA CULTURA

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1 RECUPERO E RESTAURO EX CONVENTO DEI FRATI MINORI FRANCESCANI PER ATTIVITA MUSEALE ESPAZI PER LA CULTURA 1 INQUADRAMENTO GENERALE 1.1 Quadro di Riferimento Il complesso monumentale del settecento dei frati Francescani attiguo alla chiesa di San Francesco, rappresenta una delle emergenze architettoniche più significative del patrimonio storico-architettonico del comune di Niscemi. Il complesso architettonico, originariamente di proprietà della Chiesa cattolica, poi del comune di Niscemi, del carcere mandamentale ed infine dell ASL 2 di Caltanissetta, ha subito negli anni pesanti interventi di trasformazione a fronte delle mutate esigenze di uso a cui è stato destinato e ad oggi l intera struttura risulta fortemente compromessa richiedendo un idoneo e organico intervento di restauro conservativo e statico. Ad oggi sono stati avviati e conclusi gli atti autorizativi per il trasferimento della proprietà della struttura al comune di Niscemi. Allo stato attuale la struttura versa in uno stato di abbandono, aggravato cedimenti che si allargano coinvolgendo più parti della struttura. Il progetto di recupero e restauro del complesso architettonico, in conformità alle previsioni del Piano particolareggiato vigente del Centro storico, quale struttura museale, e alle disponibilità finanziarie previste nella nuova programmazione comunitaria PO FESR relativamente alla valorizzazione dei beni storici monumentali come operazione inserita nell ambito degli interventi previsti per l attuazione dell asse VI. L intervento riguarda il recupero di un immobile da destinarsi ad attrezzatura ad uso collettivo struttura museale e spazi per la cultura connesso al territorio comunale di Niscemi e al suo comprensorio. Tale scelta risulta compatibile per dimensioni e tipologia con le caratteristiche spaziali e distributive dell edificio interessato e con il carico urbanistico dell'impianto urbano coinvolto. Il complesso monumentale si propone come una struttura capace da un lato di garantire il soddisfacimento di una domanda di offerta Museale dall altro di offrire una rete di attività rivolta alla creazione di nuovi servizi legati alla attività culturali.

2 L'attivazione della struttura garantisce inoltre nuova occupazione in una realtà che sconta difficoltà economiche complessive, l'intervento implementa indubbiamente significativi benefici, sia diretti sul lavoro organizzato che indiretti sulla economia locale. L intervento prevede come prima operazione il recupero strutturale e funzionale dell immobile, solo allora l immobile potrà far rivivere i suoi spazi, depositari di cultura e di sapere, ospitando nelle sue numerose e suggestive sale un centro museale, organizzato secondo più sezioni. Museo civico antropologico, naturalistico. Spazi per la cultura. 1.2 Obiettivi Tali attività, tutte di matrice culturale, troveranno il loro cuore propulsore nella corte centrale che, diviene una propaggine dello spazio urbano antistante. L operazione che si propone è quella, infatti, di fare entrare la collettività dentro il chiostro riappropriandosene, grazie agli scambi culturali apportati dalle attività svolte all interno dell edificio. Così il chiostro non è più quello spazio di meditazione e di preghiera di una volta, bensì una piazza che si apre verso la città attraverso la riproposizione dell asse di penetrazione attiguo alla chiesa. Il bacino di utenza relativo al servizio che si intende attivare all interno è rapportabile, al territorio di Niscemi integrandosi con altri servizi simili gia attivati. Con il presente progetto si intende avviare un processo di recupero e riqualificazione urbana attraverso il riutilizzo di un edificio storico per la promozione di attività sociali e culturali.. Gli obiettivi connessi al progetto possono cosi sintetizzarsi: Recupero e rivitalizzazione di parti centrali del centro storico della città; Attivazione di processi di crescita culturale e sociale; Potenziamento del sistema dell'offerta turistica culturale; Offerta ai giovani di una qualità elevata del servizio/prodotto inteso come strumento di soddisfazione dell utente tramite l impiego di una serie di strumenti, attrezzature, esposizioni di materiale informativo e occasioni di studio Riqualificazione e valorizzazione dee contesto ambientale.

3 2 DESCRIZIONE DELL INTERVENTO PROGETTUALE 2.1 Notizie storiche La chiesa ed il convento di San Francesco vennero edificati nella prima metà del XVIII secolo, tra il 1732 ed il 1739, nel Piano della Torre a nord-ovest dell abitato di Niscemi. Il complesso edilizio, appartenuto all ordine religioso dei Frati Minori francescani riformati, sorse per iniziativa di padre Antonino da Barrafranca, giunto a Niscemi nel 1731 per la preparazione alla Pasqua dei devoti, il quale venuto a conoscenza dell imminente costruzione di una nuova chiesa per conservare l immagine di Santa Maria del Bosco e considerato che nel Piano della Torre esistevano dal 1639 una piccola chiesa ed un dormitorio abbandonati da decenni, da valente predicare colse il momento favorevole ed invogliò la popolazione a fondare un convento nel quale custodire l immagine sacra. L iniziativa ebbe l appoggio del sindaco, dei giurati, dei sacerdoti e di tutti i niscemesi ed ottenne il parere favorevole del principe don Ercole Michele Branciforte: fu concesso il trasferimento dell immagine sacra di Santa Maria del Bosco dalla piccola chiesa cadente alla nuova da costruire, una salma di terra contigua alla fabbrica esistente, tutti i beni che appartenevano alla chiesetta dalla Madonna del Bosco e tutto il materiale occorrente per la costruzione. Padre Antonino ritornò a Niscemi più volte per mantenere vivo l entusiasmo popolare e seguire i lavori preliminari alla realizzazione, fino all 11 novembre del 1732 quando venne redatto l atto di fondazione del convento. Nel 1734 padre Antonino morì stroncato da un male incurabile. La concessione a custodire l immagine venne firmata dal vescovo di Siracusa soltanto il 17 marzo del 1740 e nello stesso anno, come stabilito dalla fondazione nel 1732, si insediavano dodici padri francescani riformati. Il convento fu sede di noviziato, in seguito destinato allo studio della filosofia e della teologia e vi fu istituito il Terz ordine francescano. Il progetto venne redatto da un frate francescano, del quale non si conosce il nome, ed il complesso venne denominato Conventus sancte Maria verginis nemoris niximarum: era costituito da un ampio corpo rettangolare a due piani di m 44 x 40, con chiostro di 24 metri per lato, con pozzo centrale a pianta poligonale su pavimento in acciottolato, ed una successione di archi a tutto sesto sorretti da colonne ioniche. Al piano terra la cantina, la dispensa, la legnaia, la cucina ed il refettorio ed

4 al piano superiore trenta celle con veduta esterna e sul chiostro. La chiesa, completata nel 1739, dopo due anni dall ultimazione del convento, ha pianta rettangolare ad unica navata, lunga m.12 x40, cripta sottostante, il campanile barocco è stato demolito negli anni 70, ed è caratterizzata da un architettura sobria ed elegante che si concede, in facciata, come unico elemento decorativo il portale in pietra. Sul sacrato di fronte la chiesa fu eretta una grande croce su un massiccio basamento. Intorno al 1753 il clero secolare contestò i diritti acquisiti dai francescani sulla sacra immagine della Patrona di Santa Maria di Niscemi ed ottenne dal principe don Ercole Michele Branciforte di costruire un santuario alla Madonna del Bosco in quello stesso luogo in cui era stata tenuta in venerazione per circa un secolo e mezzo. Il santuario venne costruito in pochi anni e nel 1758 i francescani dovettero cedere i diritti conseguiti e consegnare al parroco Mongelli l immagine di Santa Maria del Bosco che venne collocata sull altare maggiore della nuova chiesa. Nel 1866, con la soppressione degli Ordini religiosi, i francescani di Santa Maria di Niscemi, per ordine del delegato governativo, dovettero abbandonare il convento ed il Comune chiese ed ottenne dal governo il complesso da destinare a opere di pubblica utilità e beneficenza. Il magistrato municipale ottenne anche la cessione della chiesa senza obbligo di tenerla aperta al culto, e della libreria da destinare a biblioteca comunale. Nel 1872 il Comune adibì ad uffici della pretura i locali della casa di custodia, a carcere mandamentale il pianterreno del convento, e ad ospedale il piano superiore, ristrutturato sulla base delle nuove esigenze. Già all epoca la chiesa cominciò a manifestare i primi segni di degrado e nel 1914, per iniziativa di don Rosario Disca rettore della chiesa, fu realizzato un intervento di restauro: si ritenne necessario demolire la sepoltura dei frati, contigua al muro di ponente, e si modificò l altare del SS.mo Crocifisso nel quale furono collocate, al posto del Crocifisso, tre statue raffiguranti la Sacra Famiglia. Nel 1969 la chiesa di San Francesco d Assisi fu eretta a Parrocchia. Tra il 1968 ed il 1970 l ospedale venne sopraelevato di un piano, realizzato in cemento armato, che ha stravolto la volumetria originaria dell impianto, gli interni, senza risparmiare gli affreschi, la partitura delle finestre, l organizzazione degli spazi ed il campanile della chiesa. La copertura della chiesa fu sopraelevata. Negli anni 70 la chiesa è stata definitivamente chiusa al culto.

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11 2.2 Le azioni di progetto Nel corso degli anni, come illustrato nella relazione storica, il complesso ha subito molte trasformazioni che ne hanno alterato la geometria originaria ed in parte anche l organizzazione interna degli spazi. Il progetto, che prevede una destinazione museale, si articola attorno ad un

12 elemento fondamentale che ha come obiettivo la restituzione della volumetria e delle proporzioni originarie del monumento: a ciò si intende giungere attraverso la demolizione dell intero secondo piano, realizzato negli anni 70. Fonti documentarie certe, considerato che si tratta comunque di interventi relativamente recenti, consentono di affrontare il lavoro di recupero, ricorrendo ad ipotesi filologiche e con il supporto necessario per restituire alla comunità niscemese uno dei monumenti storici ed architettonici più significativi. - In particolare i lavori, sommariamente, comprendono: - la demolizione del secondo piano e la ricostruzione della copertura con tetto a falde, capriate in legno lamellare e coppi siciliani; - la riconfigurazione delle aperture e la sostituzione di tutti gli infissi esterni con altri in legno e scuretti interni; - la sostituzione degli infissi interni; - la demolizione dei pavimenti e la collocazione di parquet e marmi locali; - la demolizione e ricostruzione degli intonaci interni ed esterni, con l utilizzo di malte di calce; - il recupero del chiostro attraverso il restauro del pozzo in pietra, della pavimentazione in acciottolato, della cisterna per la raccolta delle acque; - il consolidamento delle fondazioni; - il consolidamento delle colonne del portico interno; - il rifacimento dell impianto elettrico, idrico e di climatizzazione; - l allestimento del museo etnoantropologico; - l istallazione dell impianto antintrusione e videosorveglianza. Il progetto di recupero dell ex Convento di San Francesco (già Ospedale civile Suor Cecilia Basarocco ) si inserisce perfettamente nelle linee di intervento previste dagli assi del PO FESR Si tratta, infatti, del recupero e riqualificazione, sia strutturale che funzionale, di un emergenza storico -artistico -architettonica. Il recupero di questa emergenza architettonica si configura, in una prospettiva più ampia, come una porzione significativa della riqualificazione di un intero contesto, quello dell asse di via Madonna,

13 anch esso oggetto di intervento a valere sulla stessa programmazione. La valorizzazione dei beni che gravitano attorno a questo significativo frammento dell urbano, consentirà di recuperare la centralità di un luogo, marginale per collocazione spaziale, ma storicamente e antropologicamente fortemente connesso al cuore della città. Nell espletamento delle sue funzioni l intervento, consentirà il miglioramento dell accessibilità ed all adeguamento dei servizi di accoglienza e di supporto alla fruizione delle risorse del patrimonio culturale, attraverso la dotazione di maggiori servizi di offerta culturale. Il recupero del monumento è promosso dal Comune di Niscemi, dalla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta, dall ASP della Provincia di Caltanissetta, dal Lions Club di Niscemi e dal Museo della Civiltà Contadina Angelo Marsiano di Niscemi. La sua destinazione d uso prevede il trasferimento di beni e reperti già in possesso del Museo stesso che consta di circa 2000 oggetti, e la creazione di una sezione dedicata alle scienze naturali. Un forte impulso alla costituzione di questa attività museale, giunge del resto, dall istanza di un territorio, di vaste proporzioni e densamente abitato, che vanta una storia ed una tradizione di grande spessore storico e culturale. Nella fattispecie la dotazione funzionale prevede non solo un utilizzo rivolto alla fruizione delle opere del Museo, oggetti e arnesi, che si costituiscono di fatto come memoria storica dell identità collettiva della città, ma anche una partecipazione attiva che avvenga mediante la sperimentazione attraverso laboratori didattici, sale multimediali e istallazioni interattive. L obiettivo è quello di esperire una realtà come quella dei beni culturali con un approccio di tipo innovativo in grado di avvalersi delle moderne tecnologie. I Progettisti

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