2) Descrizione del monitoraggio della qualità dell acqua

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1 Valutazione del rischio igienico associato al pericolo e individuazione dei limiti critici Il Piano di autocontrollo deve basarsi sull analisi e valutazione del rischio, applicando in ogni fase o processo che potrebbe rivelarsi critico nella gestione dell attivit attività e per la qualità dell acqua, la metodologia dell HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point = Analisi dei pericoli e punti critici di controllo). Il sistema HACCP è internazionalmente riconosciuto dal Codex Alimentarius. I Gestori degli acquedotti nella stesura dei piani di autocontrollo devono individuare, sulla base delle conoscenze storiche della qualità dell acqua e della situazione impiantistica, la sussistenza o meno di condizioni di rischio per la salute, stabilendo, anche in accordo con le AULSS, le frequenze di controllo, i modelli analitici e i punti di prelievo. DGR /12/2004

2 L HACCP è il metodo più applicato e riconosciuto al mondo per gestire l autocontrollo l igienico nella produzione degli alimenti. La DGR 4080 afferma che: L acqua destinata al consumo umano deve considerarsi alimento quindi la qualità e il valore nutrizionale vanno preservati. Il tipo di approccio proposto per garantire la sicurezza alimentare è di tipo proattivo (di anticipazione) cioè si esplica nella fase di preparazione degli alimenti (produzione e dell acqua da destinare al consumo umano), perché in grado di individuare nelle diverse fasi della lavorazione, le possibili fonti di contaminazione e di mettere a punto le misure preventive e correttive idonee. L HACCP è un sistema finalizzato al riconoscimento e al controllo dei rischi del processo produttivo applicando le adeguate misure di prevenzione.

3 Il metodo di controllo impostato sulle procedure HACCP si basa su sette principi cardine. L osservanza di questi sette principi viene dimostrata attraverso la stesura del Piano di autocontrollo. Principio 1 Identificare ed analizzare le condizioni di pericolo Identificare ed elencare i rischi igienici associati ai pericoli (chimici, fisici e microbiologici) che potrebbero verificarsi in ogni fase del processo di produzione e le relative misure preventive messe in atto per il loro controllo; Principio 2 Identificare i punti critici di controllo (CCP) del processo utilizzando l albero l delle decisioni; Principio 3 Definire limiti critici e tolleranze che devono essere rispettati per assicurare che ogni CCP sia sotto controllo; Principio 4 Definire un sistema di monitoraggio che assicuri il controllo di ogni CCP mediante test o osservazioni programmate;

4 Principio 5 Definire le azioni correttive da intraprendere quando il monitoraggio indica che un particolare CCP sta andando fuori controllo; Principio 6 Definire la documentazione relativa a tutte le procedure e le registrazioni; Principio 7 Definire procedure di verifica che includano verifiche supplementari insieme a revisioni che confermino che il sistema HACCP in atto sia efficace. ce.

5 Si realizza attraverso i seguenti momenti: definire i termini di riferimento; selezionare un gruppo di partecipanti allo studio; descrivere il prodotto; identificare la destinazione d usod uso; preparare un diagramma di flusso rappresentante il processo e verificare l effettiva l rispondenza del diagramma con il processo; elencare tutti i rischi associati con ogni fase del processo e le relative misure preventive in atto, applicare l albero delle decisioni ad ogni fase del processo per identificare la presenza di un CCP,, fissare i limiti critici e tolleranze per ogni CCP; E possibile che più misure preventive siano necessarie per il controllo di un rischio, io, così come più rischi possono essere controllati da una singola misura preventiva. Il mancato rispetto dei limiti critici indica la perdita di controllo e la necessità di una azione correttiva immediata. I limiti critici possono essere sia limiti di Legge (acqua( destinata al consumo umano D. Lgs. 31/01) o derivare dall esperienza pratica (controllo di processo).

6 definire un programma di monitoraggio,, che si basa essenzialmente su rilevamenti fisici (temperatura, tempo, ) ) e chimici (ph, cloro residuo libero, )) e raramente su analisi di laboratorio che non possono essere usate on-line per la lunghezza di esecuzione; definire un piano di azioni correttive; definire un sistema di documentazione e registrazione; verifica dell efficacia efficacia del Piano di autocontrollo.. La verifica del piano è la fase in cui si valuta se quello che è stato deciso, pianificato ed attuato consente di raggiungere gli obiettivi; in caso contrario si procede alla revisione del piano.. Nella verifica potranno essere utilizzati diversi strumenti come i metodi di monitoraggio, o, i dati derivanti dai controlli interni e i rapporti di prova delle analisi di laboratorio; orio; revisione del Piano di autocontrollo (si presenta almeno una revisione/anno); no); Il Piano deve essere aggiornato a seguito di variazioni significative quali ad es. variazioni impiantistiche creazioni di nuovi tratti di rete di adduzione e distribuzione, utilizzi nuove fonti ecc. I gestori sono tenuti a produrre opportuna documentazione di aggiornamento all AULSS nei casi di nuovi interventi e/o variazioni agli impianti acquedottistici e alle reti.

7 La valutazione del rischio igienico associato ad ogni pericolo, o fattore di rischio, ragionevolmente prevedibile in ogni fase del ciclo produttivo, può p essere condotta considerando il valore del rischio R funzione di due parametri: Probabilità di accadimento del danno (P)( Gravità del danno (D)( Per cui R = f (P,D) Si definisce probabilità di accadimento del danno P la probabilità che il fattore di rischio dia luogo ad un danno. Essa può essere valutata in base ai dati di frequenza del danno prodotto dal consumo dell'alimento in esame. Si definisce gravità del danno o magnitudo D la gravità della patologia causata al consumatore. La gravità del danno è strettamente correlata alla patogenicità e tossicità dell'agente considerato ed è legata alle conseguenze del verificarsi dell'evento ossia all'entit ntità delle possibili intossicazioni che possono verificarsi in caso di inquinamento dell alimento (acqua destinata al consumo umano).

8 La quantificazione del rischio avviene mettendo in relazione la gravità del danno e la probabilità di accadimento tramite la funzione riportata nella seguente tabella: Probabilità di accadimento/frequenza: I = IMPROBABILE B = BASSA PROBABILITA M = MEDIA PROBABILITA A = ALTA PROBABILITA Gravità del danno/magnitudo: L = LIEVE M = MEDIO G = GRAVE GG = GRAVISSIMO

9 Nella tabella (parametri di routine del Controllo interno Centrale di Boara Pol.) si riporta, a titolo d esempio, d l analisi l dei rischi per l ultima l fase del trattamento di potabilizzazione (Clorazione finale). Tutte le fasi del processo di potabilizzazione vengono sottoposte e all analisi analisi dei rischi. Al fine di individuare i CCP, si utilizza l analisi l dell albero delle decisioni HACCP in ciascuna fase del processo di potabilizzazione a cui si associano livelli di rischio significativi per la salubrità dell acqua potabile (R = E e R = M).

10 Parametri microbiologici Parametri chimici Parametri indicatori Pericolo Escherichia coli (E. coli) Fluoruro Nitrato Nitrito (come NO 2 ) Clorito Alluminio Ammonio Cloruro Clostridium perfringens (spore comprese) Conduttività Concentrazione ioni idrogeno Solfato Batteri coliformi a 37 C Torbidità TOC Disinfettante residuo Clorazione finale M A A A M A B A M A A A M B A M

11 Un punto critico di controllo CCP è rappresentato da una operazione (una pratica, una procedura, un processo ecc..) in cui può essere esercitato un controllo al fine di ottenere una riduzione quantificabile del rischio che possa verificarsi un pericolo. Ogni punto, fase o procedura a livello dei quali sia possibile applicare a manovre di controllo per prevenire, eliminare o ridurre a livelli accettabili un pericolo per la sicurezza dell acqua. Punto, fase o procedura a livello dei quali pericoli biologici, fisici o chimici possono essere controllati.

12 Per facilitare l individuazione l dei CCP,, ciascuna fase del processo di potabilizzazione a cui si associano livelli di rischio significativi per la salubrità del prodotto (R = E e R = M), potrà essere sottoposta all analisi analisi dell albero delle decisioni HACCP, si eviteranno in tal modo superflue duplicazioni. Ad ogni CCP individuato corrispondono una serie di azioni, che nel n loro insieme costituiscono il Piano di autocontrollo aziendale. N.B. 1: per le fasi del ciclo produttivo non identificate come CCP, si farà ricorso al rispetto delle buone pratiche di produzione (GMP), definite come l insieme l delle attività preventive necessarie a produrre un alimento in condizioni igienicamente accettabili cettabili e che costituiscono un prerequisito per l'applicazione di un sistema HACCP efficace. N.B. 2: La metodologia HACCP è concepita per l attivitl attività di conduzione dell impianto. L operatore attua un controllo nelle fasi della produzione in cui vi è un significativo rischio igienico associato ad un pericolo.

13 Albero delle decisioni

14 Esempi di pericolo e individuazione di CCP nelle fasi di trattamento dell acqua superficiale (Centrale di Boara Polesine). Pericolo microbiologico: E. coli, Enterococchi, Clostridium perfringens, Batteri coliformi a 37 C FASE D1 D2 D3 D4 Presa da fiume (CP) SI NO NO Predisinfezione SI SI=CCP Chiariflocculazione (CP) SI NO NO Il pericolo microbiologico è legato alla contaminazione, sopravvivenza, crescita, riproduzione di microrganismi. Decantazione (CP) SI NO NO Filtrazione (CP) SI NO NO Affinamento SI NO NO Disinfezione finale SI SI=CCP

15 PREDISINFEZIONE Questa importante fase del trattamento è finalizzata ad un controllo della carica batterica nella filiera del processo di trattamento. Andando ad operare su un acqua grezza risulta piuttosto intuitivo come sia praticamente impossibile ottenere una vera fase di disinfezione, a causa dell effetto effetto protettivo e di rifugio offerto ai batteri dalle sostanze particellate in sospensione. Non attuare tale fase od attuarla malamente può introdurre comunque problemi nel processo, in particolare nei comparti di filtrazione che possone divenire, quando non espressamente previsto, reattori biologici influenzando pertanto negativamente la qualità dell acqua. DISINFEZIONE FINALE Rappresenta l ultimo l atto del processo di potabilizzazione, il suo scopo è quello di abbattere in toto la carica batterica patogena e di ridurre drasticamente quella totale. Una volta esplicata questa prima fase, l agente l ossidante (Biossido di cloro) che è stato utilizzato allo scopo, presente ancora in piccole dosi, deve garantire antire l effetto l disinfettante sull acqua potabile condottata e distribuita. Deve ottemperare ad una seconda fase che viene definita clorocopertura di rispetto.

16 Fase Pericolo Misura di controllo o preventiva CCP Limiti critici Monitoraggio Frequenza Gestione NC/AC Registrazioni Predisinfezione Pericolo microbiologico Cloro residuo libero Torbidità Si Si 1 1,5 mg/l Cl 2 Limiti critici riportati nelle Tabelle Torbidità (Grezza Fiume) Determinazione del Cloro residuo libero (pocket cloro) Taratura colorimetro Verifica di taratura Determinazione della Torbidità on line Taratura torbidimetro Verifica di taratura Giornaliera Semestrale Mensile Registrazione in continuo della Torbidità Semestrale Mensile Correzione dosaggio ClO2/ NaClO Taratura dello strumento Correzione dosaggio ClO2/ NaClO Taratura del torbidimetro Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento Clorazione finale Pericolo microbiologico Cloro residuo libero Si 0,2 mg/l Cl 2 Monitoraggio on line del cloro residuo libero Taratura strumento Verifica di taratura Registrazione in continuo Semestrale Mensile Correzione dosaggio ClO2 Taratura dello strumento Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento

17 Fase Predisinfezione Modalità VERIFICA Analisi di laboratorio - parametri microbiologici (E.coli, Enterococcchi, Clostridium perfringens, Batteri coliformi a 37 C) e chimici (Cloro residuo libero) Frequenza Mensile Clorazione finale Analisi di laboratorio - parametri microbiologici (E.coli, Enterococcchi, Clostridium perfringens, Batteri coliformi a 37 C) e chimici (Cloro residuo libero) Bisettimanale Nella verifica potranno essere utilizzati diversi strumenti come i metodi di monitoraggio, i rapporti di prova delle analisi di laboratorio, gli esiti dei controlli esterni, i dati derivanti dalla gestione delle NC e delle AC.

18 Pericolo chimico: Alluminio FASE D1 D2 D3 D4 Presa da fiume NO NO Predisinfezione NO NO Chiariflocculazione SI SI=CCP Decantazione (CP) SI NO NO Filtrazione (CP) SI NO NO Affinamento SI SI=CCP Dis infezione finale SI NO NO

19 Fase Pericolo Misura di controllo o preventiva CCP Limiti critici Monitoraggio Frequenza Gestione NC/AC Registrazioni Chiariflocculazione Pericolo chimico - Alluminio ph Portata/ torbidità Si Si 7,4 7,8 unità ph Limiti critici riportati nelle Tabelle Q/torbidità Determinazione del ph on line Taratura phmetro Verifica di taratura Determinazione della Torbidità on line Taratura torbidimetro Verifica di taratura Registrazione in continuo Semestrale Mensile Registrazione in continuo della Torbidità Semestrale Mensile Correzione ph (dosaggio acido) Taratura dello strumento Correzione dosaggio del flocculante (Alpoclar) Taratura del torbidimetro Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento Affinamento Pericolo chimico - Alluminio Al Si <50 µg/l Determinazione colorimetrica Giornaliera Correzione dosaggio del flocculante (Alpoclar)/ Rigenerazione dei filtri a carbone attivo (GAC) Registro di controllo impianto

20 Fase Chiariflocculazione Affinamento Modalità VERIFICA Analisi di laboratorio parametri chimici (Alluminio, ph, Torbidità) Analisi di laboratorio parametri chimici (Alluminio) Analisi di laboratorio parametri chimici (verifica del grado di esaurimento dei GAC) Frequenza Mensile Mensile Annuale Nella verifica potranno essere utilizzati diversi strumenti come i metodi di monitoraggio, i rapporti di prova delle analisi di laboratorio, gli esiti dei controlli esterni, i dati derivanti dalla gestione delle NC e delle AC.

21 Pericolo chimico: Cloriti FASE D1 D2 D3 D4 Presa da fiume NO NO Predisinfezione SI SI=CCP Chiariflocculazione (CP) SI NO NO Decantazione (CP) SI NO NO Filtrazione (CP) SI NO NO Affinamento SI SI=CCP Disinfezione finale SI SI=CCP

22 Fase Pericolo Misura di controllo o preventiva CCP Limiti critici Monitoraggio Frequenza Gestione NC/AC Registrazioni Predisinfezione Pericolo chimico - Cloriti Cloro residuo libero Si 1 1,5 mg/l Cl 2 Determinazione del Cloro residuo libero Taratura colorimetro Verifica di taratura Giornaliera Semestrale Mensile Correzione dosaggio ClO2 Taratura dello strumento Registro di controllo impianto Verifica di taratura e/o taratura dello strumento Affinamento Pericolo chimico - Cloriti Cloriti Si <50 µg/l ClO 2 Analisi dal Laboratorio Settimanale Rigenerazione dei filtri a carbone attivo (GAC) Registro di controllo impianto Clorazione finale Pericolo chimico - Cloriti Cloro residuo libero Si 0,2 mg/l Cl 2 Monitoraggio on line del cloro residuo libero Registrazione in continuo Correzione dosaggio ClO2 Registro di controllo impianto Taratura strumento Verifica di taratura Semestrale Mensile Taratura dello strumento Verifica di taratura e/o taratura dello strumento

23 VERIFICA Fase Predisinfezione Affinamento Clorazione finale Modalità Analisi di laboratorio parametri chimici (Cloriti, Cloro residuo libero) Analisi di laboratorio parametri chimici (Cloriti, Cloro residuo libero) Analisi di laboratorio parametri chimici (Cloriti, Cloro residuo libero) Frequenza Mensile Mensile Bisettimanale Nella verifica potranno essere utilizzati diversi strumenti come i metodi di monitoraggio, i rapporti di prova delle analisi di laboratorio, gli esiti dei controlli esterni, i dati derivanti dalla gestione delle NC e delle AC.

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25 Punti di campionamento (alle fonti, presso l impianto l di potabilizzazione e lungo la rete di distribuzione) e tipologia di utenze particolari/sensibili i/sensibili Il Piano di Autocontrollo prevede il controllo della qualità dell acqua destinata al consumo umano, alle fonti, presso l impianto l di potabilizzazione e nei punti di controllo lungo la rete di distribuzione.

26 Punti di campionamento in rete di distribuzione Il controllo in rete di distribuzione (l obbligo dell Ente Gestore si esaurisce al punto di consegna = contatore) è fondamentale dal punto di vista sanitario in quanto garantisce la qualità del prodotto finale, ovvero l acqua l che l utente l beve aprendo il rubinetto. Essi rappresentano la verifica finale della corretta impostazione e dei controlli effettuati a monte della rete (autocontrollo igienico in produzione) ed in caso negativo, contribuiscono a modificare l azione l di monitoraggio. Rappresentano inoltre punti decisivi per il monitoraggio dei parametri ametri microbiologici, connessi a fenomeni di contaminazione o ricrescita batterica e dei d parametri chimici, correlati alla cessione di sostanze da parte dei materiali delle condotte. Sono necessari per monitorare l efficacia l della disinfezione e l eventuale l formazione di sottoprodotti della disinfezione.

27 Il controllo della qualità dell'acqua destinata al consumo umano in rete distribuzione viene effettuato: all uscita dagli accumuli/serbatoi (nota l area l di influenza); alle utenze sensibili (a priorità sanitaria); in altri punti della rete ritenuti significativi ed opportunamente te individuati anche in base allo storico (tratti terminali, tratti di rete con scarsa presenza di disinfettante residuo, tratti di rete obsoleti, tratti di possibile interferenza tra condotte idriche e reti fognarie etc.). Per utenze sensibili si intendono: scuole (asili nido, scuole materne) dove vi è la preparazione e la somministrazione di cibo; centri di preparazione pasti (per ospedali, mense aziendali, scuole etc.); industrie alimentari; comunità (ristoranti, alberghi), ospedali e case di cura (caratterizzati da un elevato numero di presenze e dalla non interrompibilità dell erogazione). erogazione).

28 In rete di distribuzione i punti di prelievo (rappresentativi del tratto di acquedotto considerato) sono costituiti da diramazioni predisposte mediante la presenza di apposite cassette di prelievo e adeguatamente identificati da un codice alfanumerico riportato anche sulla cassetta di prelievo. Le cassette di prelievo consentono un accesso rapido e sicuro agli operatori e garantiscono la rappresentatività del campione. Per esempio dove vi sia miscelazione si sono previsti punti di campionamento separati posizionati sulle condotte di adduzione o sui serbatoi che raccolgono le acque provenienti da più fonti. Se necessario, è possibile campionare in altri punti della rete mediante l installazione l di rubinetti direttamente su apparecchiature esistenti (es. idranti) ) o su derivazioni d utenza d (al contatore).

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32 Punti di campionamento presso l impianto l di potabilizzazione I punti di campionamento presso la Centrale di Boara Polesine sono punti di prelievo rappresentativi delle diverse fasi di trattamento (attingimento, trattamento, potabilizzazione) e delle relative criticità. Attingimento: : si tratta del controllo al punto di captazione dell acqua grezza non trattata e riguarda il monitoraggio dei parametri chimici di natura idrogeologica e di origine antropica e dei parametri microbiologici. Trattamento e potabilizzazione: : si tratta del controllo nelle diverse fasi di trattamento con lo scopo di verificare l abbattimento l dei parametri chimici di natura idrogeologica e d origine antropica, degli inquinanti derivanti dal tipo di trattamento, dei parametri chimici ceduti dalle condotte a monte, nonché delle contaminazioni batteriche. I punti di campionamento sono identificati univocamente da un codice alfanumerico (riportato con una targhetta anche al punto di erogazione). Sono scelti in modo da rappresentare la qualità dell acqua attinta e trattata.

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34 Tipologia e frequenza dei controlli (alle fonti, presso l impianto l di potabilizzaizone e lungo la rete di distribuzione) L Allegato 2 del D. Lgs. 31/01 distingue il controllo in controllo di routine e di verifica. Controllo di routine Il controllo di routine mira a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque fornite per il consumo o umano nonché informazioni sull'efficacia degli eventuali trattamenti dell'acqua potabile (in( particolare di disinfezione), per accertare se le acque destinate al consumo umano rispondano o no ai pertinenti valori di parametro fissati dal decreto. Controllo di verifica Il controllo di verifica mira a fornire le informazioni necessarie per accertare se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto sono rispettati.

35 Per i controlli esterni la Tabella B1 (Allegato 2 del D. Lgs. 31/01) riporta la frequenza minima di campionamento e analisi per le acque destinate al consumo umano fornite da una rete di distribuzione, ai punti di prelievo individuati dall art. art. 6. Per la determinazione del numero minimo di controlli annuali, si fa riferimento al volume di acqua distribuito o prodotto ogni giorno in una zona di approvvigionamento. Di seguito si riporta uno schema riassuntivo dei m 3 erogati dalle Centrali di potabilizzazione di Polesine Servizi, con il calcolo delle relative frequenze minime ime di campionamento ed analisi (anno 2006). Centrali di potabilizzazione Volume d'acqua erogato (mc/anno) Volume d'acqua erogato (mc/giorno) Controllo di routine (numero campioni/anno) Controllo di verifica (numero campioni/anno) Badia Polesine Boara Polesine Canalnovo Castelnovo Bariano Cavarzere Corbola Occhiobello Polesella Ponte Molo

36 Rispetto a quanto calcolato per i controlli esterni, il Piano di autocontrollo della Centrale di Boara Polesine (così come i PA delle Altre Centrali di Polesine Servizi S.p.A.) prevede un incremento delle frequenze di controllo (calcolato in relazione allo storico, alle criticità degli impianti e al grado di rischio associato) della qualità delle acque superficiali e sotterranee da destinare al consumo umano, dell acqua destinata al consumo umano in uscita dalla centrale e di quella q distribuita, secondo quanto riportato nelle seguenti tabelle (frequenze annuali). Per alcuni dei parametri del controlli di verifica, Polesine Servizi S.p.A. si avvale di un laboratorio esterno accreditato secondo la norma UNI EN ISO/IEC 17025:2005. Il Laboratorio di Polesine Servizi non dispone, per il momento, della strumentazione necessaria per l analisi l di tutti i parametri riportati nel D. Lgs. 31/01.

37 2) Descrizione del monitoraggio dell acqua Fonti di approvigionamento Controlli analitici eseguiti dal Laboratorio Analisi di Polesine Servizi S.p.A. Fiume Po Fiume Adige Pozzi Centrali di Canalnovo, Corsola, PonteMolo Centrali di Badia, Cavarzere, Boara, Portesine Centrali di Castelnovo, Boara, Polesella, Occhiobello Parametri analizzati A- Parametri microbiologici n. controlli/anno totale n. controlli/anno totale n. controlli/anno Escherichia coli Enterococchi totale B- Parametri chimici Fluoruro Nitrato Nitrito C- Parametri indicatori Ammonio Cloruro Clostridium perfringens (spore comprese) Conduttività Concentrazione ioni idrogeno Ferro Manganese Solfato Sodio Conteggio delle colonie a 22 C e 36 C Batteri coliformi a 37 C Carbonio organico totale

38 2) Descrizione del monitoraggio dell acqua Fonti di approvigionamento Controlli analitici eseguiti dal Laboratorio esterno Parametri analizzati Centrali di Badia, PonteMolo, Corbola, Cavarzere IN IMPIANTO Centrale di Boara IN IMPIANTO Centrale di Castelnovo IN IMPIANTO Centrali di Occhiobello, Polesella IN IMPIANTO Centrale di Canalnovo IN IMPIANTO Centrale di Portesine IN IMPIANTO B- Parametri chimici Antimonio Arsenico Benzene Benzo(a)pirene Boro Cadmio Cromo Rame Cianuro ,2 dicloroetano Piombo Mercurio Nichel Antiparassitari Antiparassitari Totale Idrocarburi policiclici aromatici Selenio Tetracloroetilene Tricloroetilene Vanadio

39 2) Descrizione del monitoraggio dell acqua Impianti di potabilizzazione Controlli analitici eseguiti dal Laboratorio Analisi di Polesine Servizi S.p.A. Parametri analizzati Centrali di Badia, Boara, Canalnovo, PonteMolo, Corbola OUT IMPIANTO routine OUT IMPIANTO verifica Centrali di Castelnovo B, Occhiobello, Polesella OUT IMPIANTO routine OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO routine Centrale di Cavarzere OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO routine Centrale di Portesine OUT IMPIANTO verifica A- Parametri microbiologici Escherichia coli Enterococchi B- Parametri chimici Bromato Fluoruro Nitrato Nitrito Clorito C- Parametri indicatori Alluminio Ammonio Cloruro Clostridium perfringens Spore di Clostr. solfito riduttori Conduttività Concentrazione ioni idrogeno Ferro Manganese 104 Solfato Sodio Conteggio delle colonie a 22 C e 36 C Batteri coliformi a 37 C Carbonio organico totale Torbidità Durezza Residuo secco a 180 C Cloro libero Colore Odore Sapore

40 2) Descrizione del monitoraggio dell acqua Impianti di potabilizzazione Controlli analitici eseguiti dal Laboratorio esterno Parametri analizzati Centrali di Badia, PonteMolo, Corbola, Cavarzere Centrale di Boara Centrale di Castelnovo Centrali di Occhiobello, Polesella Centrale di Canalnovo Centrale di Portesine OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO verifica OUT IMPIANTO verifica B- Parametri chimici Antimonio Arsenico Benzene Benzo(a)pirene Boro Cadmio Cromo Rame Cianuro ,2 dicloroetano Piombo Mercurio Nichel Antiparassitari Antiparassitari Totale Idrocarburi policiclici aromatici Selenio Tetracloroetilene Tricloroetilene Trialometani Totale Vanadio

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