COMMENTO ALLE ELEZIONI REGIONALI DEL 2010 NELLE MARCHE *

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1 COMMENTO ALLE ELEZIONI REGIONALI DEL 2010 NELLE MARCHE * di Giuseppe Laneve (Ricercatore confermato in Diritto Costituzionale, Università di Macerata) e Ilaria Melis (Laureata presso la Facoltà di Scienze Politiche, Università di Roma La Sapienza ) 31 marzo 2010 Sommario: Premessa 1) I candidati 2) Ripartizione dei 42 seggi nelle circoscrizioni (l.n. 117/2009) 3) Gli eletti 4) Una prima analisi del voto Premessa. Le elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010 nella Regione Marche sono state le prime ad essere disciplinate direttamente dalla legge regionale n. 27 del 2004, così come modificata * Il lavoro è frutto delle riflessioni congiunte degli Autori; tuttavia, Giuseppe Laneve ha redatto la premessa ed il paragrafo 4, mentre Ilaria Melis i paragrafi 1, 2 e 3. federalismi.it n. 6/2010

2 dalla legge n. 5 del 2005, che attraverso l eliminazione della possibilità del voto disgiunto, si è contraddistinta nello scenario nazionale per la volontà di rafforzare in concreto il legame tra il candidato Presidente e la coalizione che lo sostiene. Pertanto, qualsiasi analisi del voto, anche a caldo come quella che ci si appresta a fare in questa sede, non può non tener conto di questo dato. Come già messo in evidenza nel contributo precedente, nonostante la Regione Marche non fosse tra quelle considerate critiche dal punto di vista politico, nel senso che non era una di quelle Regioni il cui esito elettorale avrebbe potuto comportare effetti particolari a livello politico nazionale (come altre Regioni, quali il Lazio, il Piemonte o la Campania), non sono mancati alcuni profili interessanti sia per quel che concerne la formazione e dunque nello specifico la composizione delle coalizioni che esprimevano un candidato Presidente, sia per quel che riguarda il risultato che alcune forze politiche (più di altre) avrebbero potuto singolarmente conseguire. Tenendo fermamente presente che la Regione Marche appartiene a quell area geografica del nostro Paese che per ragioni storiche, sociali ed economiche, è tradizionalmente riconducibile alla sinistra o, come si dovrebbe forse dire meglio oggi, al centrosinistra - le principali attese legate all esito della consultazione elettorale ruotavano principalmente attorno alla portata della conferma, forse mai realmente in discussione, al governo della coalizione di centro sinistra (che ha optato per un alleanza con l UDC, rinunciando alle componenti della Sinistra c.d. radicale ), e alla risposta che avrebbe potuto ottenere la coalizione di centrodestra, al governo a livello nazionale, e che negli ultimi tempi, come hanno dimostrato le recenti consultazioni provinciali di Macerata del 2009, aveva fatto registrare importanti passi in avanti. A livello di singole formazioni politiche, oltre al PD, che era al primo riscontro al livello regionale, osservati speciali erano l UDC, con la sua scelta un po in controtendenza con le altre Regioni e con le provinciali di Macerata del 2009, l IDV e la Lega. 1) I candidati I candidati alla presidenza della Regione Marche, per questa tornata elettorale, sono stati in totale tre. Per il centrosinistra, il Presidente uscente Gian Mario Spacca, eletto il 4 aprile 2005 per l Unione per le Marche con il 57,75% dei voti, è stato sostenuto da 7 liste: Alleanza per 2

3 l Italia, Alleanza Riformista (formata da Movimento Repubblicani Europei, Partito Socialista Italiano, Democrazia Cristiana Marche), Italia dei Valori, Liste Civiche Marche, Partito Democratico, Unione di Centro e Verdi. Per il centrodestra, il candidato Erminio Marinelli, sindaco per due legislature consecutive a Civitanova (dal 1995 al 2007) e Capogruppo PDL della Provincia di Macerata, è stato sostenuto da 4 liste: il Popolo della Libertà, Insieme per il Presidente (formata da Movimento Autonomo Piceno, Italia Centro, Partito Repubblicano Italiano e Movimento per l Italia), La Destra e Lega Nord. Al di fuori della competizione bipolare, invece, si è presentato il candidato Massimo Rossi, sindaco di Grottammare per due mandati consecutivi (dal 1994 al 2003), sostenuto dalle due liste Rifondazione Comunisti Italiani (Federazione della Sinistra) e Sinistra Ecologia Libertà. Complessivamente, rispetto alle elezioni dell aprile 2005, è diminuito sia il numero dei candidati alla presidenza sia quello delle liste collegate. Nelle precedenti regionali, infatti, i candidati in lizza erano quattro, Gian Mario Spacca per l Unione, Francesco Massi per la Casa delle Libertà, più Angelo Maria Tiraboschi (Patto Democratico) e Vincenzo Rosini (Alternativa Sociale). Anche il numero delle liste è sceso, da 15 a 13. E tuttavia da specificarsi che il cambiamento numerico sottintende, più che altro, una diversa tipologia di alleanze. I due candidati maggiori, infatti, sono sostenuti dallo stesso numero di liste che, però, cambiano a livello qualitativo. Il dato strettamente numerico non ha interessato il centrodestra, dal momento che son rimaste quattro le liste collegate al candidato alla presidenza Marinelli: PDL (che nel 2005 era ancora FI e AN), la Lega e al posto dell UDC, stavolta confluito nelle fila di Spacca, La Destra e la lista Insieme per il Presidente. E sono state sempre sette le liste che hanno appoggiato il Presidente uscente, candidato del centro sinistra. Anche in questo caso, il cambiamento è comunque sostanziale, dal momento che l alleanza sembra essersi spostata nettamente più al centro, avendo perso la componente della sinistra più radicale: nel 2005, infatti, Spacca fu appoggiato da Federazione Uniti nell Ulivo e da RC (oltre che da Verdi, PDCI, UDEUR, Italia dei Valori e dalle Liste Civiche per Spacca), mentre oggi la presenza dell UDC e di Alleanza per l Italia sono andate a Liste Civiche Marche costituisce l unico caso di lista non presentata nella Circoscrizione di Ascoli Piceno. Le altre liste, invece, sono presentate in tutte le 5 Circoscrizioni marchigiane (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino). 3

4 sostituire in pratica quella di Rifondazione Comunisti Italiani e Sinistra Ecologia Libertà, che, da sole, hanno sostenuto il candidato Presidente Rossi. 2) Ripartizione dei 42 seggi nelle circoscrizioni alla luce della legge n. 117 del Un dato che non può essere trascurato, e che per certi versi ha inciso sulle elezioni regionali, è quello per cui, tra le elezioni del 2005 e quelle qui in commento, è intervenuta la legge 3 agosto 2009, n Tale provvedimento ha sancito, ai sensi del secondo comma dell art. 132 della Costituzione, il distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant Agata Feltria e Talamello dalla Regione Marche e la loro aggregazione alla Regione Emilia Romagna, nell ambito della provincia di Rimini, in considerazione della loro particolare collocazione territoriale e dei loro peculiari legami storici, economici e culturali con i comuni romagnoli limitrofi. Si è trattato, dunque, di una modifica geografica che ha comportato una diversa distribuzione della popolazione tra le due regioni. Le Marche sono state, dunque, interessate da una diminuzione della sua popolazione attiva da votanti ad un totale di Pertanto, si è resa necessaria una nuova ripartizione dei seggi del Consiglio regionale nelle cinque circoscrizioni elettorali. Tale assegnazione è stata effettuata, all interno del metodo proporzionale, sulla base del meccanismo del quoziente intero e dei più alti resti. Il quoziente elettorale esprime il costo di un seggio in termini di voti. Nel caso specifico in esame, esso è calcolato secondo il metodo Hare, che divide il totale dei voti validi per il numero dei seggi da assegnare: tale quoziente è, per la regione Marche, Per tale numero, poi, va diviso il totale della popolazione votante di ciascuna Circoscrizione ed il risultato ottenuto è, appunto, il numero dei seggi a questa spettanti. La parte decimale del quoziente servirà per assegnare, in ordine decrescente, i seggi che non si è riusciti ad assegnare con le parti intere del quoziente. Secondo l assegnazione a quoziente intero, sono stati assegnati 38 seggi: 12 ad Ancona, 5 ad Ascoli Piceno, 4 a Fermo, 8 a Macerata e 9 a Pesaro e Urbino. Per gli altri 4 seggi, si è ricorso ai più alti resti, che ne hanno comportato l assegnazione di uno ciascuno alle Circoscrizioni, eccezion fatta per quella di Pesaro e Urbino, che non ha avuto alcun seggio aggiuntivo. 4

5 Complessivamente, pertanto, i seggi del Consiglio regionale, che ai sensi del nuovo Statuto regionale sono stati innalzati a 42, sono stati così ripartiti: Circoscrizione elettorale Seggi assegnati Ancona 13 Ascoli Piceno 6 Fermo 5 Macerata 9 Pesaro e Urbino 9 Totale 42 3) Gli eletti. La coalizione vincitrice Gian Mario Spacca Presidente ha conseguito ventisei consiglieri (25 più il Presidente), tutti attribuiti dalle circoscrizioni provinciali, mentre la coalizione Per le Marche collegata ad Erminio Marinelli ha ottenuto un totale di quindici seggi; due sono andati, infine, Unione Democratica per le Marche di Massimo Rossi. All interno della coalizione di centrosinistra, i ventisei seggi sono stati così ripartiti: quindici al Partito Democratico (più quello riservato al candidato presidente), quattro a Italia dei Valori, tre all Unione di Centro ed uno ciascuno ad Alleanza Riformista, Alleanza per l Italia e Verdi. Risultano, dunque, eletti al consiglio regionale, oltre al Presidente proclamato eletto Gian Mario Spacca, per il Partito Democratico: Marco Luchetti, Fabio Badiali, Gianluca Busilacchi, Enzo Giancarli, Almerino Mezzolani, Vittoriano Solazzi, Mirco Ricci, Gino Traversini, Sara Giannini, Francesco Comi, Angelo Sciapichetti, Antonio Canzian, Paolo Perazzoli, Paolo Petrini e Rosalba Ortenzi; per l Italia dei Valori: Paolo Eusebi, Luca Acacia Scarpetti, Paola Giorgi e Sandro Donati; per Alleanza Riformista Moreno Pieroni; per l Unione di Centro Luca Marconi, Valeriano Camela e Maura Malaspina; per Alleanza per l Italia Dino Latini e per i Verdi Adriano Cardogna. Nessun seggio è stato conseguito da Liste Civiche Marche. 5

6 Per la coalizione di centrodestra, invece, dodici seggi sonno stati conseguiti dal Popolo della Libertà (oltre a quello riservato al Candidato Presidente secondo classificato) e due alla Lega Nord, che per la prima volta ha ottenuto seggi nelle Marche. Sono eletti consiglieri, oltre ad Erminio Marinelli, per il Popolo delle Libertà, Giacomo Bugaro, Daniele Silvetti, Giovanni Zinni, Mirco Carloni, Elisabetta Foschi, Giancarlo D Anna, Francesco Massi, Francesco Acquaroli, Giulio Natali, Umberto Trenta, Franca Romagnoli e Graziella Ciriaci; per la Lega Nord, risultano eletti Roberto Zaffini ed Enzo Marangoni. Nessun seggio, invece, è stato conseguito da La Destra. Per la terza lista, sono stati eletti un consigliere per Rifondazione Comunisti Italiani, Raffaele Bucciarelli, ed uno per Sinistra Ecologia Libertà, Massimo Binci. 4) Una prima analisi del voto. Un primo dato significativo che emerge dall esame dei risultati di questa competizione elettorale nella Regione Marche è quello relativo alla affluenza alle urne. Il 62, 77 % della popolazione marchigiana si è recata alle urne a fronte di una percentuale del 71, 48 % registrata nella precedente tornata elettorale: il calo rispetto al 2005 è stato dell 8, 71 %, superiore al calo percentuale registrato a livello nazionale. In particolare la provincia in cui si è votato di meno è stata quella di Fermo (61, 11 %), mentre quella che ha segnato la più alta percentuale è stata quella di Pesaro Urbino (64, 23 %). Sul piano politico, tre sono gli aspetti meritevoli di interesse. Innanzitutto, la coalizione di centro sinistra, che ha sostenuto il presidente uscente, ha subìto un non trascurabile ridimensionamento. Premessa per certi versi ovvia, ma comunque importante, è che si tratta di una Regione del Centro Italia rientrante in un area geografica che tradizionalmente ha individuato una vera e propria roccaforte per il centro-sinistra, e rispetto alla quale, pertanto, il risultato finale non è mai stato realmente in discussione. Ferma questa premessa, è di tutta evidenza che il dato politico non è tanto la vittoria del candidato del centro sinistra, quanto il consenso raccolto dalle forze politiche che hanno deciso di sostenerlo coalizzandosi tra loro. Su questo fronte, l idea-laboratorio per il centro sinistra, di spostare la coalizione verso il centro attraverso l alleanza con l UDC, e tenendo fuori la Sinistra più radicale (a differenza di 6

7 quanto avvenuto in Piemonte dove la Sinistra radicale è stata parte della coalizione nonostante l alleanza con l UDC) non può certo dirsi che abbia prodotto un risultato esaltante. Il risultato dell UDC (5, 81%) non ha compensato la perdita dei voti della Sinistra radicale (che, presentatasi autonomamente, ha conseguito il 7,11 %). Cosicché, la coalizione nel suo complesso, tenendo altresì presente il risultato in negativo del PD, ha registrato un calo intorno al 4 % rispetto al risultato del Tale risultato della coalizione vincente va altresì valutato tenendo presente la scelta fortemente orientata a rinforzare l identità coalizionale operata dalla Regione Marche con la l.r. n. 27 del 2004, attraverso l eliminazione, caso unico tra le Regioni che hanno adottato una propria legge elettorale, della possibilità del voto disgiunto. Anche la scelta dell UDC di appoggiare il candidato di centrosinistra non sembra sia stata particolarmente gradita ai suoi elettori, giacché nella precedente tornata elettorale, appoggiando il candidato di centrodestra (scelta, tra l altro, replicata nelle elezioni per la Provincia di Macerata del 2009), il partito raggiunse il 7, 2 %. Per di più, va evidenziato come un contributo notevole alla vittoria della colazione sia stato fornito dall IDV che ha conseguito una percentuale del 9,06 %, la più alta nel Centro Italia dopo la Toscana (9, 42 %). Questo vuol dire che il ruolo del IDV diventa cruciale all interno della maggioranza consiliare. La Regione Marche diviene per l IDV il terreno su cui misurare gli intendimenti avanzati a livello nazionale dal suo leader di non essere più identificativo di un voto di sola protesta, bensì di candidarsi quale forza di governo. Se così non dovesse essere, al contrario, proprio il progetto del centrosinistra di porsi quale coalizione di governo capace di essere autonoma rispetto alle correnti di protesta fallirebbe del tutto. Il secondo aspetto riguarda l individuazione del primo partito regionale. In seguito a questa tornata elettorale, infatti, il primo partito regionale risulta essere il PDL con una percentuale del 31, 2 %. Lo scarto rispetto al PD, che si è attestato al 31,12 %, è davvero irrisorio, ma il valore politico di questo sorpasso è di ben altro tenore. Certo, nel 2005 la scelta di DS e Margherita di confluire nel PD non era ancora stata effettuata, e la lista Uniti nell Ulivo, oltre a DS e Margherita, contava altri partiti, ma il risultato di lista nel 2005 è stato del 40,1 %. Per cogliere, forse in modo maggiore, l arretramento registrato dal PD basti guardare al risultato conseguito in occasione delle politiche del 2008, quando la forza politica di recente formazione ottenne la convincente percentuale del 41, 4 %. 7

8 Al calo importante del PD ha risposto, invece, un parziale incremento del PDL: infatti le sue componenti (Forza Italia e AN) nella precedente tornata del 2005 avevano conseguito rispettivamente il 18% e il 12, 9 %, per un totale del 30, 9 %. In questa occasione, il PDL, attestandosi al 31,2 % ha dunque leggermente migliorato la semplice somma dei due singoli partiti. E di tutta evidenza, pertanto, che la perdita del primato da parte del PD è addebitabile principalmente al notevole numero di voti che sono confluiti nell IDV che ha più che quadriplicato i voti ottenuti nel 2005 (percentuale del 1,4 %). Infine, una considerazione la merita la performance della Lega. Al pari dell IDV, e in linea con la tendenza registrata nelle altre Regioni al voto, è certamente il partito che più di ogni altro ha fatto segnare un notevole incremento di consensi. Infatti, se nella tornata elettorale del 2005 la Lega si è attestata solo allo 0, 9 %, nelle elezioni del 28 e 29 marzo 2010 ha ottenuto il 6, 32 % che hanno permesso al partito di Bossi di conseguire 2 seggi in Consiglio regionale. La Lega ha ottenuto nella Regione Marche il più alto tasso di incremento dei voti rispetto alle altre Regioni c.d. rosse del centro Italia: in Emilia Romagna ha quasi triplicato i voti (passando dal 4, 8 % al 13, 67), in Toscana la percentuale è quasi cinque volte quella del 2005 (da 1,3% all attuale 6, 48), in Umbria ha più che quadriplicato, giacché in queste elezioni ha conseguito il 4, 33 % mentre nel 2005 non si è presentata. Nella Regione Marche, invece, il risultato del 2010 è sette volte quello del Ma proprio perché l ambito di riferimento è, come già evidenziato, una Regione storicamente riconducibile al centrosinistra, l incremento percentuale della Lega ha sicuramente un peso politico ben diverso rispetto a quello dell IDV: il primo infatti (portando 4 seggi al partito di Di Pietro) permette all IDV di giocare un ruolo più che significativo all interno della maggioranza consiliare; il secondo proprio considerato unitamente ai risultati appena citati conseguiti nelle altre regioni del Centro Italia - segna l avanzamento, prim ancora culturale che politico, del movimento Lega ben oltre il confine naturale a Sud della Padania. 8

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AFFLUENZA ALLE URNE. Lunedì ore 15:00. Pesaro-Urbino 64,2% Ancona 63,5% Macerata 61,9% Fermo 61,1% MARCHE 62,8% Ascoli Piceno 61,4% 65,2% 60,5%

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