IL PANORAMA NAZIONALE DEI PRODOTTI TUTELATI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL PANORAMA NAZIONALE DEI PRODOTTI TUTELATI"

Transcript

1 IL PANORAMA NAZIONALE DEI PRODOTTI TUTELATI Più di centrotrenta denominazioni tutelate tra cui primeggiano, per il giro di affari, i formaggi seguiti dagli insaccati. Più vocata alla tipicità l area centrosettentrionale, mentre il Sud e le Isole detengono il 60% della superficie agricola destinata alla produzione biologica. La riforma della PAC concentra ulteriormente l attenzione sulla sicurezza e la qualità delle produzioni, che non solo devono essere migliorate ma anche comunicate ai consumatori. Testi e ricerca a cura di: AREA AGRICOLTURA E INDUSTRIA ALIMENTARE, NOMISMA S.P.A. coordinamento di DENIS PANTINI PROTECTION OF GEOGRAPHICAL DESCRIPTIONS: THE NATIONAL SITUATION By the end of 2003, the standard basket of Italian typical products included 133 protected food names, that is 89 PDO and 44 PGI products. The composition of the standard basket is the following one: 29.3% of the total food production is represented by fruit and vegetables (39 protected food names: 33 PDO and 6 PGI products), followed by cheeses (30 protected food names, all belonging to the PDO group), processed meats (26 protected food names: 20 PDO and 6 PGI products) and extra virgin olive oils (grouping 29 PDO and 1 PGI products). Then, such list includes also 8 protected food names referring to peculiar local products (for example, the Traditional Balsamic Vinegar of Modena and Reggio Emilia and two types of bread: Ferrara Coppia and Casereccio of Genzano. The major part of Italian protected food names is concentrated in the Northern and Central regions of Italy; among them, Emilia- Romagna region results to be particularly vocated, grouping 26 PDO and IGP products, as well as Veneto and Lombardia regions, counting 21 and 19 typical products, respectively. In the South of Italy, Campania and Sicily are the most vocated regions, grouping 11 protected food names, each. The registration of EU PGI and PDO takes a long time and is very complex. The Ministry of Agriculture and Forestry Policy plays a fundamental role: indeed, by means of the Circular of 2000 it guarantees the transparency in administrative actions. A fine 2003, il paniere dei prodotti tipici italiani era costituito da 133 prodotti, tra i quali figurano 89 Denominazioni d Origine Protetta e 44 Indicazioni Geografiche Protette (tab. 1). Tab. 1 Il quadro nazionale dei prodotti Dop e Igp (2003) Prodotti DOP IGP Totale % Paniere Ortofrutta e cereali ,3 Formaggi ,6 Salumi e carni preparate ,5 Oli di oliva ,6 Condimenti ,5 Carni e frattaglie fresche ,5 Prodotti della panetteria ,3 Oli essenziali TOTALE ITALIA ,0% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Coldiretti e Commissione Ue. Tra i diversi comparti il 29,3% del paniere è rappresentato dalle produzioni ortofrutticole e cerealicole, che assommano complessivamente 39 prodotti (di cui 33 Igp e solamente 6 Dop). Seguono i 1

2 formaggi, con 30 denominazioni a marchio tutelato e tutte riconosciute con la Denominazioni d Origine Protetta, le carni preparate (26 riconoscimenti: 20 Dop e 6 Igp) e gli oli extravergini d oliva (con 29 Dop e 1 Igp). Restano infine le altre produzioni, che coinvolgono 8 prodotti riconosciuti, identificabili in diversi casi con vere e proprie nicchie gastronomiche locali (dall Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio-Emilia al pane Coppia Ferrarese o di Genzano). Fig.1 Dop e Igp nelle regioni italiane (2003)* Umbria Trentino Alto-Adige Puglia Lazio Calabria Campania Piemonte Sicilia Toscana Lombardia Veneto Emilia-Romagna N. DENOMINAZIONI RICONOSCIUTE L esame della localizzazione geografica dei prodotti a marchio comunitario tutelato individua il primato dell area centro-settentrionale al cui interno spicca la vocazione verso la tipicità dell Emilia Romagna con 25 produzioni Dop e Igp complessivamente attivabili sul proprio territorio. Seguono il Veneto e la Lombardia, rispettivamente con 21 e 19 prodotti tipici. Tra le regioni meridionali quelle capaci di esprimere il maggiore potenziale di tipicità sono la Sicilia e la Campania con 13 e 11 produzioni attivabili ciascuna. Spiccano i formaggi e le carni preparate Come dimostra la tabella 2, le produzioni Dop e Igp italiane rappresentano un comparto di indubbio interesse, capace di realizzare nel 2002 una produzione complessivamente pari a 624 mila tonnellate. Tab. 2 Il valore delle produzioni italiane a marchio Dop e Igp (2002) Comparto merceologico Produzione a marchio Valore della produzione ai prezzi di base Valore della produzione produzione al consumo (tonn.) (%) (euro) (%) (euro) (%) Carni preparate ,29 26, ,65 21, ,00 39,7 Formaggi ,61 66, ,72 75, ,12 58,1 Grassi ed oli 4.969,09 0, ,62 0, ,00 0,7 Ortofrutta ,31 5, ,28 1, ,08 0,9 Altri 3.063,13 0, ,92 1, ,00 0,6 TOTALE ,43 100,0% ,19 100,0% ,20 100,0% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consorzi di Tutela. 2

3 In termini economici, il paniere dei prodotti tipici italiani attiva complessivamente un giro d affari al consumo superiore ad oltre 7,7 miliardi di euro e una corrispondente produzione agricola valutabile attorno ai 3,1 miliardi di euro. Analizzando i singoli comparti spicca il ruolo dei formaggi, capaci di incidere per una quota pari al 66,4% della produzione complessiva a marchio e per quasi il60% in termini di valore totale al consumo. Segue la categoria merceologica delle carni preparate che assorbe una quota di produzione del 26,8%, attivando poco meno del 40% di valore al consumo rispetto al totale dei prodotti tipici italiani. Il contributo offerto dai rimanenti comparti è invece marginale. Ciò dipende in particolar modo da un ritardo espresso da prodotti come oli d oliva e ortofrutta nella commercializzazione a marchio rispetto a sistemi di vendita ormai consolidati in prodotti alimentari come salumi e formaggi la cui denominazione di origine vanta un riconoscimento di vecchia data (già presente, per molti di questi prodotti, a livello nazionale prima dell introduzione del regolamento comunitario n del 1992). Il peso dell agricoltura biologica Nell ambito delle produzioni differenziate rientrano a pieno titolo anche i prodotti ottenuti con metodi di coltivazione biologica. Sebbene in questo caso la differenziazione sia sostanzialmente legata al processo produttivo (e quindi replicabile in altri contesti territoriali) e non all origine, il comparto del biologico ha evidenziato negli ultimi anni una crescita sensazionale, in virtù soprattutto di un accresciuta attenzione dei consumatori verso i requisiti di qualità, sostenibilità e sicurezza alimentare, che ha finito per configurarlo come una realtà consolidata dell agricoltura moderna. Fig. 2 - Evoluzione dell agricoltura biologica in Italia 70000, , , , , , ,00 0, Aziende 31118, , , , , ,00 SAU 564,91 788,07 953, , , , , , ,00 800,00 600,00 400,00 200,00 0,00 Dalla figura 2 si evince che a seguito del quinquennio , caratterizzato da un notevole incremento del numero delle aziende coinvolte quanto della Sau investita e in conversione, passata dagli oltre 560 mila ettari ai quasi 1,2 milioni, si assiste per l anno 2002 a una leggera flessione del settore. Infatti il valore della Sau risulta diminuito di 5,6 punti percentuali, ammontando a circa 1,1 milioni di ettari, mentre il numero delle aziende del settore passa a , con un decremento del - 2,3%. 3

4 L agricoltura biologica italiana si concentra prevalentemente nelle regioni meridionali (60,9%) e in particolare nelle due isole maggiori Sicilia e Sardegna (tab. 3). Tab. 3 - L'agricoltura biologica nelle regioni italiane (2002) Regioni Aziende (1) Sau (2) Sau media Sau bio/sau reg. (3) (n.) (%) (ha) (%) (ha per az.) (%) Piemonte , ,5 16,27 5,1 Valle d'aosta 16 0, ,1 48,13 1,1 Liguria 445 0, ,3 8,83 6,3 Lombardia , ,6 14,75 1,9 Trentino A. A , ,7 14,62 2,2 Veneto , ,6 13,00 2,3 Friuli Venezia Giulia 359 0, ,2 7,86 1,2 Emilia Romagna , ,8 20,61 9,6 TOTALE NORD ,3% ,8% 16,95 4,5% Toscana , ,6 33,17 9,3 Marche , ,0 20,84 9,6 Umbria , ,8 27,05 9,2 Lazio , ,8 21,29 8,1 TOTALE CENTRO ,9% ,2% 25,28 9,0% Abruzzo , ,3 14,17 3,7 Molise 496 0, ,6 15,21 3,5 Campania , ,4 8,91 2,8 Puglia , ,8 18,77 8,5 Basilicata , ,6 27,70 8,1 Calabria , ,9 11,09 12,9 TOTALE SUD ,3% ,2% 15,69 7,5% Sicilia , ,8 19,75 15,0 Sardegna , ,3 33,93 21,8 TOTALE ISOLE ,6% ,8% 31,16 22,1% TOTALE NAZIONALE ,0% ,0% 22,08 9,2% (1) Aziene biologiche controllate dagli Organismi di certificazione. (2) Sau biologica e in conversione (3) Valori Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Fiao - Bio Bank. Fig. 3 Orientamenti produttivi della Sau biologica (2001) Foraggere 46% Frutticole 7% Altre colture 14% Viticole 2% Olivicole 10% Cerealicole 21% All interno di queste regioni, infatti, si individua quasi il 30% delle aziende e il 42% della Sau biologica nazionale.tra le altre regioni l agricoltura biologica occupa un peso di rilievo in Puglia (con quasi 6 mila aziende e oltre 107 mila ettari di Sau), in Calabria (6.400 aziende e 71 mila ettari di Sau) e, prima regione del Centro-Nord, in Emilia Romagna, che coinvolge aziende e quasi 107 mila ettari di Sau per un estensione media delle aziende di 20,6 ettari e un incidenza sulla Sau regionale prossima al 9,6%. In termini colturali i principali orientamenti destinati ai metodi di coltivazione biologici sono rappresentati dalle coltivazioni 4

5 foraggere, che occupano il 46% della SAU bio italiana (fig. 3). Seguono le colture cerealicole, la cui quota è pari al 21,4% del totale, e le olivicole (9,5%) mentre le arboree, in virtù soprattutto degli alti costi dovuti alla transizione dai metodi convenzionali a quelli biologici, mantengono una quota marginale: 2,4% per le viticole e solamente il 6,7% per le frutticole. Aiuti previsti dalla nuova PAC Uno dei principali capisaldi della politica agricola comunitaria è rappresentato dalla qualità delle produzioni alimentari. Ciò discende sia da ragioni economiche e di mercato (i prodotti agroalimentari comunitari possono competere sui mercati internazionali solo sul piano della differenziazione e della qualità, in quanto dal lato dei costi e dei prezzi sono perdenti in partenza), sia dalle aspettative che i cittadini ripongono negli obiettivi della Politica Agricola Comune, largamente concentrate sulla sicurezza e qualità delle produzioni agricole. Per tali motivi l Unione Europea ritiene i prodotti di qualità (tra i quali rientrano a pieno titolo quelli a marchio comunitario) uno tra i principali fattori per lo sviluppo dei sistemi rurali. Non a caso, tra le modifiche introdotte con la riforma della Politica Agricola Comune approvata nel Consiglio Agricolo del 26 giugno 2003 vi è quella relativa al cosiddetto food quality program che, nell ambito del rafforzamento dello sviluppo rurale, prevede strumenti e misure per favorire la promozione della qualità alimentare. In particolare, le risorse Ue a disposizione dello sviluppo rurale verranno significativamente aumentate e la portata del sostegno allo sviluppo rurale da parte della Comunità verrà ampliata mediante l'introduzione di nuove misure.tali cambiamenti entreranno in vigore nel Spetterà agli Stati membri e alle Regioni decidere se inserire queste misure nei loro programmi di sviluppo rurale. Esse sono finalizzate a rispondere con maggiore efficacia alle preoccupazioni riguardanti la qualità e la sicurezza alimentare, aiutare gli agricoltori a conformarsi a norme rigorose fondate sulla legislazione dell Ue e promuovere standard elevati in materia di benessere degli animali. Si tratta di obiettivi essenziali per promuovere un'agricoltura sostenibile e rispondere alle aspettative generali della società europea; tali obiettivi sono al centro della riforma globale della PAC e forniranno agli agricoltori nuove opportunità per incrementare il proprio reddito (servizi agroambientali, promozione e commercializzazione di prodotti di qualità). Nello specifico il regolamento Ce n.1783/03 stabilisce che per i prodotti di qualità certificata (Dop, Igp, Stg, Biologico e vini di qualità) saranno corrisposti incentivi agli agricoltori che partecipano a programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli e dei procedimenti di produzione applicati e che forniscono ai consumatori garanzie in materia.tali incentivi saranno versati annualmente per un periodo massimo di cinque anni e per un importo massimo annuo di euro per azienda. Sono inoltre previsti incentivi per le associazioni di produttori per attività di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti ottenuti nell ambito dei progetti di miglioramento della qualità, che beneficiano della misura precedente. Gli aiuti pubblici potranno arrivare fino a un massimo del 70% dei costi ammissibili del progetto. I prodotti DOP I prodotti IGP 1 Parmigiano Reggiano 15 Mortadella Bologna 2 Grana Padano 16 Zampone Modena 3 Provolone Valpadana 17 Cotechino Modena 4 Prosciutto di Parma 18 Vitellone bianco dell Appennino centrale 5 Prosciutto di Modena 19 Asparago verde di Altedo 6 Culatello di Zibello 20 Scalogno di Romagna 7 Pancetta Piacentina 21 Fungo di Borgotaro 8 Salame Piacentino 22 Marrone di Castel del Rio 9 Coppa Piacentina 23 Pera dell Emilia-Romagna 10 Salamini italiani alla cacciatora 24 Pesca e nettarina di Romagna 11 Olio Extra Vergine di oliva di Brisighella 25 Coppia Ferrarese 12 Olio Extra Vergine di oliva Colline di Romagna 13 Aceto Balsamico Tradizionale di Modena 14 Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia 5

6 Il vocabolario della tipicità DOP DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA È il riconoscimento - ai sensi del Reg. Cee 2081/92 - assegnato ai prodotti agricoli e alimentari, le cui fasi del processo produttivo vengano realizzate tutte in un area geografica delimitata e il cui processo produttivo risulti essere conforme a un disciplinare di produzione. Queste caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente all ambiente geografico, comprensivo deifattori naturali e umani. IGP INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA L indicazione - ai sensi del Reg. Cee 2081/92 - è relativa al nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese e serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, di cui una determinata qualità, la reputazione o un altra caratteristica possa essere attribuita all origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell area geografica determinata (è sufficiente che avvenga anche uno solo di questi passaggi a differenza della Dop). STG SPECIALITÀ TRADIZIONALE GARANTITA Riconoscimento, ai sensi del Reg. Cee 2082/92, del carattere di specificità di un prodotto agroalimentare, inteso come elemento o insieme di elementi che, per le loro caratteristiche qualitative e di tradizionalità, distinguono nettamente un prodotto da altri simili. Ci si riferisce, quindi, a prodotti ottenuti secondo un metodo di produzione tipico, tradizionale di una particolare zona geografica, al fine di tutelarne la specificità. Sono esclusi da questa disciplina i prodotti il cui carattere peculiare sia legato alla provenienza o d origine geografica; questo aspetto distingue le Stg dalle Dop e dalle Igp. PRODOTTI TRADIZIONALI Con decreto n. 350 del 8/9/99, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha emanato il regolamento per l individuazione dei prodotti tradizionali, così come previsto dall art. 8 del decreto legislativo n. 173 del 30/4/98.Tale decreto stabilisce la costituzione di un comitato presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, con il compito di redigere una guida tecnica per la catalogazione di produzioni e beni agroalimentari a carattere di tipicità, con caratteristiche tradizionali. Per essere definito tradizionale, un prodotto agroalimentare deve essere ricondotto a metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura che risultino consolidate nel tempo e, in particolare, per un periodo non inferiore a 25 anni. DENOMINAZIONI D ORIGINE APPLICATE AI VINI (Legge 164 del 10/2/1992) IGT INDICAZIONE GEOGRAFICA TIPICA Nome geografico utilizzato per denominare vini da tavola corrispondenti a una zona normalmente di ampia dimensione viticola, a cui può essere affiancato il nome del vitigno, la tipologia e il colore del vino. DOC DENOMINAZIONE D ORIGINE CONTROLLATA È rappresentato dal nome geografico di una zona, meno ampia della precedente, particolarmente vocata alla viticoltura, che fornisce un prodotto di qualità e rinomato, fornito da una pluralità di produttori. DOCG DENOMINAZIONE D ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA È riconosciuta ai vini già Doc da almeno 5 anni, di particolare pregio qualitativo e che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale e internazionale. 6

7 Il sistema comunitario delle denominazioni d origine La registrazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine comunitarie comporta una procedura lunga e complessa. Un ruolo di primo piano è svolto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che con la Circolare del 2000 ha garantito la trasparenza dell azione amministrativa. Vincenzo Carrozzino Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Dipartimento della qualità dei prodotti agroalimentari e dei servizi La tendenza alla globalizzazione dei mercati con la quale, qualunque sia la valutazione che si attribuisca al fenomeno, l agricoltura italiana è chiamata necessariamente a confrontarsi, richiede una profonda riflessione. Nello scenario del mercato globale le dimensioni, in termini assoluti, dell agricoltura italiana sono assai modeste. Ma proprio tali dimensioni così ridotte offrono al settore agroalimentare italiano la possibilità di ricercare spazi specifici di crescita attraverso la differenziazione dell offerta e la segmentazione dei mercati al consumo. L Italia può giocare un ruolo fondamentale con le sue produzioni tipiche di qualità, che sono in grado di esercitare un significativo effetto di traino sia nei confronti di altri prodotti favorendo un processo di crescita del livello qualitativo medio del made in Italy e della sua immagine sia in termini di effetti intersettoriali, con l attivazione indotta dello sviluppo locale di vaste aree del Paese nel quale esiste un rilevante potenziale ancora inespresso. Uno strumento con il quale è possibile agire nella direzione testé accennata è il Reg. Cee 2081/92 del Consiglio Europeo del 14 luglio Si tratta della normativa comunitaria emanata per l individuazione e la protezione di prodotti agricoli e alimentari mediante la costituzione del sistema delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine. Il Regolamento attribuisce allo Stato membro e, in particolare, al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali un ruolo di primo piano nel complesso iter di registrazione oltre che nella creazione del sistema di controllo. Lo stesso Reg. Cee 2081/92 ha previsto una procedura transitoria di registrazione semplificata per i prodotti la cui designazione geografica fosse stata già oggetto di protezione giuridica o, comunque, sancita dall uso. Esaurita una prima fase di attuazione del Regolamento il Ministero ha quindi ritenuto necessario dover fornire indicazioni chiare e omogenee ai soggetti interessati alla registrazione delle denominazioni, per garantire la trasparenza dell azione amministrativa. L emanazione della circolare n. 4 del ha conseguito tale obiettivo, stabilendo le modalità procedurali per accedere alla registrazione comunitaria delle Dop ed Igp. Chi può presentare la domanda La circolare, innanzitutto, fissa i criteri per definire quali siano i soggetti legittimati alla presentazione dell istanza di riconoscimento ossia le associazioni di produttori e/o trasformatori che realmente detengono il controllo del prodotto o sono delegate dagli aventi titolo a curare aspetti quali commercializzazione, valorizzazione ecc. Vanno intese come associazioni, le organizzazioni di produttori o trasformatori, di cui ai Reg. Cee n. 2200/96 e n. 952/96, le cooperative, i consorzi e le società di capitale. L organizzazione che presenta l istanza deve dimostrare di essere rappresentativa in termini di soci produttori o trasformatori della produzione controllata. I valori percentuali dei due parametri riferiti a quelli dell area in questione devono singolarmente superare il 50%. La zona di provenienza del prodotto da tutelare con Dop o Igp deve corrispondere all area in cui realmente la produzione o la trasformazione sia assicurata dalla presenza di produttori o trasformatori associati o che abbiano delegato l organizzazione che rimette l istanza. 7

8 L istanza di richiesta di riconoscimento deve essere accompagnata da un dossier contenente, inoltre, l atto costitutivo e lo statuto del soggetto proponente, il disciplinare di produzione, la relazione tecnica, la relazione storica e le cartografie del territorio interessato alla produzione. Il disciplinare di produzione Il disciplinare è un insieme di indicazioni e prassi operative codificate, che devono essere rispettate da tutti i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nella produzione. Deve contenere obbligatoriamente il nome del prodotto agricolo o alimentare Dop o Igp; la descrizione del prodotto agricolo o alimentare mediante indicazione delle materie prime e, se del caso, delle principali caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche e organolettiche dello stesso; la delimitazione della zona geografica e gli elementi che comprovano il legame del prodotto agricolo o alimentare con la zona geografica di riferimento; la descrizione del metodo di ottenimento del prodotto e/o i metodi locali, leali e costanti unitamente agli elementi che comprovano il legame o l origine con l ambiente geografico; i riferimenti relativi agli organismi di controllo; gli elementi specifici dell etichettatura connessi alla dicitura Dop o Igp, a seconda dei casi, o le diciture equivalenti; le eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie o nazionali. Il disciplinare di produzione, perciò, è lo strumento con il quale si fissano i requisiti e le regole per assicurare individuabilità, invariabilità, tracciabilità del prodotto del quale si vuole salvaguardare la denominazione di origine o l indicazione geografica. Esso assume carattere vincolante per le attività svolte, affinché sia garantito il mantenimento delle caratteristiche peculiari del prodotto ottenuto. Una relazione tecnica e una storica Il dossier si compone inoltre, della relazione tecnica nella quale è necessario riportare i particolari tecnici di ottenimento del prodotto oggetto di riconoscimento. È necessario individuare e descrivere soprattutto gli elementi rilevanti capaci di caratterizzare il prodotto in modo peculiare, sicché il bene ottenuto è la risultante finale dei fattori umani e naturali propri di quel territorio. In tale ambito devono essere descritti, dettagliatamente e ampiamente, gli elementi che comprovano che il prodotto è originario della zona geografica, come pure gli elementi che comprovano il legame con l ambiente geografico o con l origine geografica. A supporto della richiesta di denominazione deve essere presente la relazione storica, nella quale si dimostri il legame storico del prodotto con il territorio in cui si realizza e si evidenzi chiaramente la tradizionalità e le ragioni degli eventuali adattamenti nel corso del tempo. La relazione è accompagnata da testi storici o specialistici, articoli di giornali, lavori scientifici, ecc. Tale parte del dossier deve, dunque, dimostrare che il territorio è il luogo fisico alle cui caratteristiche sono legate inscindibilmente la qualità della materia prima e l unicità del processo di produzione, di conservazione, di stagionatura e di confezionamento. Infine, nel dossier deve essere presente la cartografia con relativo quadro d unione, con delimitazione dell area interessata. Gli accertamenti del Ministero Compito del Ministero è l accertamento prioritario della legittimazione dei soggetti che presentano domanda di riconoscimento e della completezza ed esaustività del dossier rispetto ai requisiti richiesti dalla regolamentazione comunitaria. Compiti del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 1 Riconoscimento delle Dop e Igp. 2 Riconoscimento dei Consorzi di tutela. 3 Riconoscimento delle strutture di controllo su ciascuna Dop e Igp registrata. 4 Vigilanza sulle strutture di controllo. Ove fosse accertata la legittimazione del soggetto proponente la richiesta, l iter prosegue valutando, dal punto di vista tecnico, il contenuto dei documenti a sostegno: il disciplinare di produzione, la relazione tecnica, la relazione storica. Il Ministero si avvale anche del parere dell Ente pubblico Regioni o Province autonome nel cui ambito territoriale insiste la produzione per la quale si richiede il riconoscimento. Ultimate le verifiche dapprima di legittimità e tecniche poi 8

9 con esisto positivo, viene indetta una riunione di pubblico accertamento, alla quale sono invitati a partecipare gli Enti pubblici territorialmente interessati, le organizzazioni professionali e di categoria, i produttori e gli operatori economici interessati, con lo scopo di verificare la rispondenza della disciplina proposta agli usi leali e costanti, previsti dal Reg Si procede, quindi, alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della proposta di disciplinare, affinché tutti i soggetti interessati possano prenderne visione e presentare eventuali osservazioni. Trascorsi 30 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, in mancanza di osservazioni o dopo aver valutato e risolto eventuali dissensi, la richiesta di registrazione con la relativa documentazione viene notificata alla Commissione Europea. Il Ministero delle Politiche e Forestali è inoltre competente a chiarire eventuali perplessità dei Servizi della Commissione e ad attivare le procedure di composizione delle eventuali opposizioni presentate dagli altri Paesi alle richieste di registrazione. Rientra sempre nella competenza del Ministero la valutazione e l inoltro alla Commissione Europea delle richieste di modifica dei disciplinari di Dop o Igp, nel caso in cui ci sia necessità di adeguare le procedure produttive in seguito all evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecniche. Il Reg. Ce 535/97 del Consiglio di modifica del Reg. Cee 2081/92 ha introdotto la possibilità per lo Stato membro di accordare, a titolo transitorio, protezione esclusivamente a livello nazionale della denominazione trasmessa per la registrazione e, se del caso, un periodo di adeguamento, anche esso solo a titolo transitorio, a richiesta del soggetto proponente la richiesta di denominazione. Con la medesima richiesta il medesimo soggetto esonera espressamente lo Stato membro da qualunque responsabilità, presente e futura, conseguente all eventuale mancato accoglimento della domanda di modifica del disciplinare di produzione della denominazione di origine protetta, ricadendo la stessa esclusivamente sui soggetti interessati che della protezione a titolo transitorio faranno uso. Le strutture di tutela e di controllo Altra competenza attribuita nel settore delle Dop e Igp al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, è il riconoscimento dei Consorzi di tutela. L art. 14 della Legge 526/99 e i decreti attuativi prevedono che i Consorzi che dimostrino di possedere una serie di requisiti possano ottenere l incarico di svolgere funzioni di tutela, valorizzazione, promozione e vigilanza su una determinata Dop o Igp. Compito del Ministero delle Politiche e Forestali è perciò quello, dopo aver verificato che il Consorzio possieda i requisiti richiesti, di emanare il decreto di riconoscimento del Consorzio di tutela. Sempre il Reg prevede che per ciascuna Dop e Igp gli Stati membri autorizzino strutture di controllo con il compito di garantire che i prodotti agricoli e alimentari recanti una denominazione protetta rispondano ai requisiti del disciplinare. L art. 53 della legge 128/98, modificato dall art.14 della legge 526/99 ha individuato nel Ministero delle Politiche Agricole e Forestali l autorità nazionale competente al riconoscimento di tali strutture (che devono essere in numero di una per ciascuna Dop e Igp), sentito il Gruppo tecnico di valutazione, formato da rappresentanti ministeriali e regionali. Così il Ministero, autorizza la struttura al controllo delle specifiche denominazioni dopo aver accertato, con il supporto del gruppo tecnico, che le strutture proposte rispondano alle condizioni stabilite dalle norme EN e verificato che il piano dei controlli predisposto sia idoneo a verificare che nel processo produttivo siano rispettate tutte le prescrizioni contenute nel disciplinare e che il prodotto finito possieda le caratteristiche richieste. La predetta normativa attribuisce inoltre al Ministero, unitamente agli Enti pubblici competenti territorialmente, la vigilanza sulle strutture di controllo. Allo stato attuale tale attività non è ancora svolta in maniera organica, essendo in via di emanazione una disciplina organica che la regolamenti. 9

10 COME NASCONO DOP E IGP ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI O TRASFORMATORI presentano domanda di riconoscimento per la registrazione dei marchi al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e, in copia, alle Regioni o Province Autonome territorialmente interessate, fornendo un disciplinare di produzione, una relazione storica, una relazione economica. Le Regioni o Province Autonome pubblicano una scheda sintetica sulle caratteristiche del prodotto sul proprio Bollettino Ufficiale. MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI accerta la legittimità del soggetto proponente e il contenuto dei documenti presentati REGIONI O PROVINCE AUTONOME esprimono il parere con apposita Delibera di Giunta. Viene indetta una pubblica audizione alla presenza di Enti pubblici, organizzazioni professionali e di categoria, produttori e operatori economici interessati per presentare il disciplinare di produzione. La proposta di disciplinare è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. COMMISSIONE UE La richiesta di registrazione viene notificata alla Commissione Europea, che entro 6 mesi deve esaminare i contenuti della domanda. La richiesta di registrazione è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale UE. Se entro 6 mesi non vengono sollevate opposizioni da persone legittimamente interessate, si procede all iscrizione sul Registro comunitario delle Dop e Igp. 10

11 Quando in montagna Da dicembre 2003 è stato istituito l Albo dei prodotti di montagna, con la possibilità per Dop e Igp di apporre la menzione aggiuntiva prodotto nella montagna. Le aree di montagna si contraddistinguono per una vocazione alle produzioni di qualità. Un fatto che viene percepito, quanto meno a livello di immagine, anche dal consumatore. I numeri sembrano infatti parlare chiaro. Secondo l indagine riportata nel IX Rapporto Nomisma sull agricoltura italiana, almeno 3 italiani su 4 associano ai prodotti alimentari di montagna una qualità superiore. Tali indicazioni trovano un ulteriore e importante conferma nella disponibilità a riconoscere un prezzo più elevato per questi prodotti. In particolare, appena il 17% degli italiani rifiuta tale ipotesi. Al contrario, il 44% si dichiara disponibile a pagare un prezzo più alto fino ad un +20%, mentre il restante 33% degli intervistati è disposto a sostenere differenziali anche maggiori del 20%. In altre parole, esiste un indubbia opportunità di sfruttare la leva del prezzo se effettivamente sostenuta dalla qualità del prodotto come strumento di posizionamento di tali produzioni, ulteriormente rafforzata dalla contestuale possibilità di utilizzare, da adesso, la menzione prodotto nella montagna. Con decreto ministeriale del 30 dicembre 2003, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in attuazione dell art. 85 della precedente Legge Finanziaria 2003, ha infatti istituito l Albo dei Prodotti di Montagna. Secondo tale disposizione, i prodotti che attualmente possono fregiarsi della Denominazione di origine protetta o dell Indicazione geografica protetta se ottenuti in zone di montagna (e quindi in territori posti al di sopra dei 600 metri s.l.m se situati nel Nord Italia oppure sopra i 700 metri per le altre aree del Paese) possono, attraverso i propri Consorzi di Tutela o in loro assenza tramite le Comunità Montane territorialmente competenti, richiedere istanza di iscrizione al suddetto Albo. Contestualmente a tale richiesta, deve essere inviata procedura di modifica del disciplinare sia al Ministero delle Poltiche Agricole e Forestali che alla Commissione Europea (in maniera analoga a quanto avviene per la richiesta di riconoscimento Dop o Igp). Una volta iscritti nell Albo e avuto il nullaosta da Bruxelles, i produttori di tali zone potranno apporre la menzione aggiuntiva prodotto nella montagna. Se l area di produzione è anche in pianura Stando a quanto riportato dal Decreto Ministeriale, il percorso per poter usufruire di tale menzione sembrerebbe semplice. In realtà così non è, almeno per quelle denominazioni di origine il cui areale di produzione si estende su zone morfologicamente diverse. In altre parole, per quei prodotti la cui area di produzione determinata da disciplinare è circoscritta totalmente in montagna, dovrebbe sussistere in teoria una completa condivisione tra i produttori nell apporre la menzione in questione. E nel caso di denominazioni che si estendono contemporaneamente su territori di pianura e di montagna? In questo caso, non è detto che tale condivisione ci sia. Infatti occorre ricordare come la possibilità di apporre la menzione aggiuntiva prodotto nella montagna, in virtù di quel maggior apprezzamento che il consumatore sembra manifestare per tali prodotti, potrebbe creare una sorta di discriminazione tra prodotti e produttori all interno della stessa denominazione. E, a tale proposito, occorre sottolineare come nella maggior parte delle Dop italiane che presentano questo inconveniente, la maggior quota di produzione (e corrispondentemente di peso decisionale all interno dei Consorzi) attiene proprio ai produttori delle aree di pianura. 11

12 LE NOVIT TÀ PIÙ RECENTI PER LA TUTELA DI DOP E IGP Con il regolamento Ce n. 692 dell 8 aprile 2003, il Consiglio dei ministri agricoli dell Unione Europea ha modificato il regolamento 2081/92 relativo alla protezione dei prodotti Dop e Igp. Le principali modifiche introdotte rappresentano una vera e propria svolta per la tutela di queste produzioni, innanzitutto perché mettono fine all annosa questione sulla garanzia di originalità legata al confezionamento di alcuni prodotti fuori dai confini previsti dal disciplinare. All art. 4, dove vengono indicati gli elementi che compongono il disciplinare di produzione, viene infatti aggiunto il seguente capoverso la descrizione del metodo di ottenimento del prodotto agricolo o alimentare e, se del caso i metodi locali, leali e costanti nonché gli elementi relativi al condizionamento, quando l associazione richiedente determina e giustifica che il condizionamento deve aver luogo nella zona geografica delimitata per salvaguardare la qualità, assicurare la rintracciabilità o il controllo. Le altre principali novità introdotte riguardano un estensione delle categorie di prodotti che possono beneficiare della registrazione. Possono quindi ambire alla Dop o all Igp anche paste alimentari e fiori e piante ornamentali, mentre vengono escluse le acque minerali e di sorgente in quanto già tutelate in base ad una direttiva del 1980, con la garanzia che saranno comunque preservate le registrazioni esistenti per un periodo transitorio di dieci anni. Infine, ma non meno importante, l introduzione della facoltà di estendere geograficamente la protezione oltre i confini dell Unione Europea, a condizione di reciprocità, verso Paesi interessati che soddisfino criteri di equivalenza, tecnica e dei controlli. 12

DOP & IGP_ Checklist documenti

DOP & IGP_ Checklist documenti +39.06.97602592 DOP & IGP_ Checklist documenti Documenti necessari per l avvio della pratica di riconoscimento della certificazione DOP/IGP Per ottenere il riconoscimento di una DOP o di una IGP è necessario

Dettagli

MARCHI DI TUTELA PROGETTO SCUOLA 21. Vimercate, Dicembre 2014. Docente: Elisabetta Castellino

MARCHI DI TUTELA PROGETTO SCUOLA 21. Vimercate, Dicembre 2014. Docente: Elisabetta Castellino MARCHI DI TUTELA Vimercate, Dicembre 2014 Docente: Elisabetta Castellino MARCHI DI TUTELA 1/4 Nel patrimonio agroalimentare italiano possiamo annoverare oltre: 400 Formaggi 250 Salumi 800 Vini 120 conserve

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento

Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento Coniugare la qualità con il mercato: i nuovi sistemi di certificazione sotto accreditamento Cremona 22 Ottobre 2014 Francesco Santini Responsabile Area Agroalimentare Dipartimento Certificazione & Ispezione

Dettagli

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO Comune di Modena Politiche Economiche, Società Partecipate e Sportello Unico L Assessore 22 settembre 2005 Prot. Gen. 2005/125195 IE 11299 OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato

Dettagli

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Misure urgenti per il miglioramento del sistema di controllo come disciplinato agli artt. 27 e seguenti del Reg. (CE) n. 834/2007 e relativi regolamenti di applicazione. VISTO il Reg. (CE) n. 834/2007

Dettagli

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Prot. n 5442 Decreto Ministeriale recante la procedura a livello nazionale per la registrazione delle DOP e IGP ai sensi del Regolamento (CE) n. 510/2006. Visto il regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio

Dettagli

9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104

9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 Indirizzi per l attività di gestione degli elenchi regionali degli operatori biologici e dei concessionari

Dettagli

Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale)

Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale) Città di Novi Ligure Regolamento comunale per la valorizzazione delle attivita agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co. (denominazione comunale) Approvato con deliberazione del Consiglio

Dettagli

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura

Dettagli

ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA

ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA REALIZZATO CON LA COLLABORAZIONE TECNICA DI DINTEC DICEMBRE 2009 PREMESSA L agricoltura biologica è un particolare metodo di gestione della produzione

Dettagli

LINEE GUIDA PER Il FINANZIAMENTO DI AREE ATTREZZATE DESTINATE ALLA VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI AGRICOLI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 19

LINEE GUIDA PER Il FINANZIAMENTO DI AREE ATTREZZATE DESTINATE ALLA VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI AGRICOLI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 19 LINEE GUIDA PER Il FINANZIAMENTO DI AREE ATTREZZATE DESTINATE ALLA VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI AGRICOLI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 19 GENNAIO 2010 N.1. INDICE 1. Premessa 2. Riferimenti normativi

Dettagli

Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine. Regolamento.

Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine. Regolamento. Istituzione del marchio De.C.O. Denominazione Comunale di Origine Regolamento. Approvato con deliberazione di C.C.n. 81 del 07/11/2005 1 INDICE Art. 1 - Finalità Art. 2 Istituzione del Registro De.C.O.

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 32 DEL 24-07-1995 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Disciplina e promozione dell'agricoltura biologica nel Friuli - Venezia Giulia

LEGGE REGIONALE N. 32 DEL 24-07-1995 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Disciplina e promozione dell'agricoltura biologica nel Friuli - Venezia Giulia LEGGE REGIONALE N. 32 DEL 24-07-1995 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Disciplina e promozione dell'agricoltura biologica nel Friuli - Venezia Giulia Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Progetti di legge regionali e nazionali

REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Progetti di legge regionali e nazionali REGIONE EMILIA-ROMAGNA Consiglio regionale OSSERVATORIO LEGISLATIVO INTERREGIONALE Roma 3-4 febbraio 2005 Progetti di legge regionali e nazionali A cura di: Giovanni Fantozzi PROGETTO DI LEGGE DI INIZIATIVA

Dettagli

Comune di LOMBRIASCO. Provincia di TORINO REGOLAMENTO COMUNALE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' AGRO-ALIMENTARI TRADIZIONALI LOCALI

Comune di LOMBRIASCO. Provincia di TORINO REGOLAMENTO COMUNALE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' AGRO-ALIMENTARI TRADIZIONALI LOCALI Comune di LOMBRIASCO Provincia di TORINO REGOLAMENTO COMUNALE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' AGRO-ALIMENTARI TRADIZIONALI LOCALI Approvato con D.C.C. n. 5 del 28.02.2008 Art. 1 - oggetto del regolamento

Dettagli

REGOLAMENTO DEL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE C.E.I.E.

REGOLAMENTO DEL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE C.E.I.E. REGOLAMENTO DEL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE C.E.I.E. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE: Il presente Regolamento disciplina il sistema di Certificazione adottato da DEKRA Testing and Certification per l attività

Dettagli

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p.

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p. Gas: le Regioni Italiane con il maggior numero di consumi e quelle con il risparmio più alto ottenibile Indice: Indice. p. 1 Introduzione. p. 2 Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2 Il costo del

Dettagli

Meeting. Gli alimenti cultura del vivere

Meeting. Gli alimenti cultura del vivere Meeting Gli alimenti cultura del vivere Annibale Feroldi Direttore BMTI S.c.p.a. Nuove competenze professionali e nuovi modelli di vendita dei prodotti nei Paesi esteri 8 maggio 2015 PREMESSA SALUTI...

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Art. 1 Finalità. Art. 2 Costituzione dell'enoteca/elaioteca regionale.

Art. 1 Finalità. Art. 2 Costituzione dell'enoteca/elaioteca regionale. Regione Puglia L.R. 29 luglio 2008, n. 20 (1). Costituzione dell'enoteca/elaioteca regionale. (1) Pubblicata nel B.U. Puglia 1 agosto 2008, n. 124. Art. 1 Finalità. 1. La Regione Puglia promuove la costituzione

Dettagli

lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;

lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione; ASSESSORATO DEL TURISMO, ARTIGIANATO E COMMERCIO Direzione Generale Servizio Programmazione, monitoraggio, valutazione PROT. N. 188 DETERMINAZIONE N. 9 DEL 11/01/2011 Oggetto: L. 135/2001, art. 5, comma

Dettagli

NUOVA CERTIFICAZIONE MEDICA DI MALATTIA PROFESSIONALE TRASMISSIONE ON-LINE. Dott.ssa Pierina Sgammotta Responsabile processo lavoratori INAIL

NUOVA CERTIFICAZIONE MEDICA DI MALATTIA PROFESSIONALE TRASMISSIONE ON-LINE. Dott.ssa Pierina Sgammotta Responsabile processo lavoratori INAIL NUOVA CERTIFICAZIONE MEDICA DI MALATTIA PROFESSIONALE TRASMISSIONE ON-LINE Dott.ssa Pierina Sgammotta Responsabile processo lavoratori INAIL 1 MALATTIE PROFESSIONALI L incontro odierno costituisce un importante

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Attività di controllo sulle produzioni IGP-DOP

Attività di controllo sulle produzioni IGP-DOP Attività di controllo sulle produzioni IGP-DOP Nadia Disanti Bologna, 09/10/2014 1 1 Check Fruit srl Check Fruit è un organismo di certificazione in grado di offrire una serie di servizi dedicati al settore

Dettagli

Programmazione SISSAR 2013-2015 - Anno 2015

Programmazione SISSAR 2013-2015 - Anno 2015 Programmazione del sistema integrato dei servizi di sviluppo agricolo e rurale di cui alla l.r. 5/2006 per il periodo 2013-2015. Aggiornamento annuale per il 2015. Sezione I - PROGRAMMAZIONE E ORGANIZZAZIONE

Dettagli

Vantaggi e percorso dei prodotti di qualità a denominazione

Vantaggi e percorso dei prodotti di qualità a denominazione Vantaggi e percorso dei prodotti di qualità a denominazione Legnago, 04/12/2015 dr.ssa Alessandra Scudeller Sezione Competitività Sistemi Agroalimentari 1 La POLITICA EUROPEA dei PRODOTTI DI QUALITÀ, fa

Dettagli

AZIONI di COORDINAMENTO ORGANISMI REGIONALI ANFFAS ONLUS. programmi e stato dell arte. Consigliere Nazionale Cesarina Del Vecchio

AZIONI di COORDINAMENTO ORGANISMI REGIONALI ANFFAS ONLUS. programmi e stato dell arte. Consigliere Nazionale Cesarina Del Vecchio AZIONI di COORDINAMENTO ORGANISMI REGIONALI ANFFAS ONLUS programmi e stato dell arte Consigliere Nazionale Cesarina Del Vecchio 1 PROGRAMMA APPROVATO DALL ASSEMBLEA ASSEMBLEA MAGGIO 2010: Per quanto concerne

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

DECRETO MINISTERIALE del 20 agosto 2002, n. 31444 (pubblicato sulla G.U. n. 270 del 18 novembre 2002)

DECRETO MINISTERIALE del 20 agosto 2002, n. 31444 (pubblicato sulla G.U. n. 270 del 18 novembre 2002) DECRETO MINISTERIALE del 20 agosto 2002, n. 31444 (pubblicato sulla G.U. n. 270 del 18 novembre 2002) Criteri per l'approvazione dei programmi e della proroga dei programmi per riorganizzazione e ristrutturazione

Dettagli

COME COMPILARE IL MODELLO DI DOMANDA PER L AMMISSIONE AI FINANZIAMENTI

COME COMPILARE IL MODELLO DI DOMANDA PER L AMMISSIONE AI FINANZIAMENTI COME COMPILARE IL MODELLO DI DOMANDA PER L AMMISSIONE AI FINANZIAMENTI Di seguito si riportano alcune indicazioni per la corretta compilazione del Modello di domanda allegato. La sezione Dati relativi

Dettagli

Ministero dell Interno

Ministero dell Interno ALLEGATO ALLA CIRCOLARE - FL 7/2012 LINEE GUIDA PER L ISCRIZIONE DEI REVISORI DEI CONTI DEGLI ENTI LOCALI nell elenco, di cui al Decreto del Ministro dell Interno 15 febbraio 2012, n. 23, recante il Regolamento

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presidenza del Consiglio dei Ministri Presidenza del Consiglio dei Ministri IL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI E LE ATTIVITA SPORTIVE Visto il decreto legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2006,

Dettagli

8.2.1.2 Descrizione della Misura, inclusa la logica di intervento ed il contributo alle FA ed agli obiettivi trasversali

8.2.1.2 Descrizione della Misura, inclusa la logica di intervento ed il contributo alle FA ed agli obiettivi trasversali 8.2 Descrizione della Misura 8.2.1 Codice e titolo della Misura Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Cod. Misura 3. 8.2.1.1 Basi giuridiche Base giuridica della Misura 3 è l Art. 16 del

Dettagli

Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013

Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013 Progetto Marchio d Area Viaggio negli Iblei. Pist 9 Linea d intervento 3.3.IA (attività C) del PO. FESR 2007/2013 Provincia Regionale di Ragusa Piani Integrati di Sviluppo Territoriale Progetto Viaggio

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA QUALITÀ DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO III Rapporto nazionale sull utilizzo

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA

LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA PREMESSA La certificazione volontaria di prodotto nasce dalla necessità da parte delle Organizzazioni che operano nel settore agroalimentare (Aziende produttrici, vitivinicole,ecc.)

Dettagli

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO REGOLAMENTO SULLE MODALITA' DI ASSEGNAZIONE E UTILIZZO DEI FONDI PER LA RICERCA (Emanato con D.D. n. 45 del 23.01.2002, modificato con i D.D. n. 618 del 2003, n. 103 del 2005, n. 99 e n. 552 del 2006,

Dettagli

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede

Dettagli

Decreto N 2100 del 15 Maggio 2012. Pubblicità/Pubblicazione: Atto soggetto a pubblicazione integrale (PBURT/BD)

Decreto N 2100 del 15 Maggio 2012. Pubblicità/Pubblicazione: Atto soggetto a pubblicazione integrale (PBURT/BD) REGIONE TOSCANA-GIUNTA REGIONALE DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE AREA DI COORDINAMENTO SVILUPPO RURALE SETTORE PROGRAMMAZIONE AGRICOLA - FORESTALE. Il

Dettagli

LEGGE AGRICOLTURA Nuove norme in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere

LEGGE AGRICOLTURA Nuove norme in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere LEGGE AGRICOLTURA Nuove norme in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali

Dettagli

stabile o una serie di appartamenti dove l immigrato può permanere per un periodo già fissato dalla struttura stessa. Sono ancora tantissimi gli

stabile o una serie di appartamenti dove l immigrato può permanere per un periodo già fissato dalla struttura stessa. Sono ancora tantissimi gli P R E M E S S A Con la presente rilevazione, la Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica si propone di fornire un censimento completo delle strutture di accoglienza per stranieri, residenziali

Dettagli

Promozione e riconoscimento dei distretti agroalimentari di qualità DAQ. Art. 1 (Finalità)

Promozione e riconoscimento dei distretti agroalimentari di qualità DAQ. Art. 1 (Finalità) Promozione e riconoscimento dei distretti agroalimentari di qualità DAQ Art. 1 (Finalità) 1. La presente legge disciplina le procedure di individuazione e di riconoscimento dei Distretti Agroalimentare

Dettagli

Report di sintesi piani formativi finanziati da Fonservizi a valere sul CFA

Report di sintesi piani formativi finanziati da Fonservizi a valere sul CFA Report di sintesi piani formativi finanziati da Fonservizi a valere sul CFA Aprile 2013 2 Premessa Il seguente report ha l obiettivo di fornire un quadro di sintesi rispetto alle caratteristiche e alle

Dettagli

Nuovi incentivi ISI INAIL

Nuovi incentivi ISI INAIL Per una migliore qualità della vita Nuovi incentivi ISI INAIL IL BANDO ISI INAIL 2013 PER INTERVENTI DA AVVIARE NELL ANNO 2014 FINANZIATA ANCHE LA CERTIFICAZIONE BS OHSAS 18001 Il bando ISI INAIL 2013

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE Approvato con deliberazione giuntale n. 116 del 29/09/2005, dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi

Dettagli

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a

1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia detiene la rappresentanza, a Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia SOMMARIO 1. Italmopa Associazione Industriali Mugnai d Italia : Chi siamo 2. Evoluzione della struttura dell Industria molitoria italiana 3. L approvvigionamento

Dettagli

Città di Castiglione delle Stiviere

Città di Castiglione delle Stiviere Città di Castiglione delle Stiviere Provincia di Mantova REGOLAMENTO COMUNALE per LA VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AGRO-ALIMENTARI TRADIZIONALI LOCALI. ISTITUZIONE DELLA DE.C.O. (Denominazione comunale

Dettagli

Azioni e strumenti per la nuova l imprenditorialità. Ferrara - Novembre 2015

Azioni e strumenti per la nuova l imprenditorialità. Ferrara - Novembre 2015 Azioni e strumenti per la nuova l imprenditorialità Ferrara - Novembre 2015 1 Invitalia per la crescita e la competitività del sistema produttivo Sosteniamo la nascita di nuove imprese la realizzazione

Dettagli

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Adam Asmundo POLITICHE PUBBLICHE Attraverso confronti interregionali si presenta una analisi sulle diverse tipologie di trattamenti pensionistici e sul possibile

Dettagli

INDICAZIONI GEOGRAFICHE E. Relazione presentata in occasione del Salone della PROPRIETA INDUSTRIALE 2013 www.senaf.it

INDICAZIONI GEOGRAFICHE E. Relazione presentata in occasione del Salone della PROPRIETA INDUSTRIALE 2013 www.senaf.it INDICAZIONI GEOGRAFICHE E MARCHI COLLETTIVI : AMBITI DI PROTEZIONE E RAPPORTI RECIPROCI Avv. Nicoletta Amadei COS E UN MARCHIO Art. 7. dlgs.30/2005 Oggetto della registrazione 1. Possono costituire oggetto

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Al Ministro dell Economia e delle Finanze Per

Dettagli

ISMEA BANDO PER L INSEDIAMENTO DI GIOVANI IN AGRICOLTURA

ISMEA BANDO PER L INSEDIAMENTO DI GIOVANI IN AGRICOLTURA Finalità ISMEA BANDO PER L INSEDIAMENTO DI GIOVANI IN AGRICOLTURA Sostenere le operazioni fondiarie riservate ai giovani che si insediano per la prima volta in aziende agricole in qualità di capo azienda.

Dettagli

I MERCATI REGIONALI DEL LAVORO

I MERCATI REGIONALI DEL LAVORO SECO STATISTICHE E COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE I MERCATI REGIONALI DEL LAVORO Le dinamiche trimestrali Aggiornamento al 2 trimestre 2015 a cura del NETWORK SECO Settembre 2015 Il Network SeCO è costituito

Dettagli

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it unione nazionale r a p p r e s e n t a n t i autoveicoli esteri Analisi UNRAE delle immatricolazioni 2008 AUMENTA DI OLTRE 3 PUNTI LA QUOTA DI CITY CAR

Dettagli

Esonero contributivo per assunzioni a tempo indeterminato

Esonero contributivo per assunzioni a tempo indeterminato Al fine di promuovere una stabile occupazione, la Legge di Stabilità 2015 introduce un esonero contributivo per le assunzioni con contratto a tempo effettuate nel 2015. L introduzione del beneficio in

Dettagli

Regolamento del Settore Attività Giovanile. Approvato dal Consiglio Federale Del 13 aprile 2013 con delibera n. 124

Regolamento del Settore Attività Giovanile. Approvato dal Consiglio Federale Del 13 aprile 2013 con delibera n. 124 Regolamento del Settore Attività Giovanile Approvato dal Consiglio Federale Del 13 aprile 2013 con delibera n. 124 TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI art. 1 - L Attività Giovanile 1- Per organizzare e coordinare

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

DL n. 91 del 24.06.2014 entrato in vigore dal 25 giugno

DL n. 91 del 24.06.2014 entrato in vigore dal 25 giugno Con il DL n. 91 del 24.06.2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.144 del 24 giugno 2014 ed entrato in vigore dal 25 giugno è stata prevista un agevolazione per i soggetti che effettuano investimenti in

Dettagli

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 giugno 2003, n. 0205/Pres.

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 giugno 2003, n. 0205/Pres. L.R. 13/2002, art. 7, c. 15 e 16 B.U.R. 23/7/2003, n. 30 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 giugno 2003, n. 0205/Pres. Regolamento recante criteri e modalità applicabili nella concessione degli aiuti

Dettagli

CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI

CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Direzione Affari Economici e centro studi CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Dopo sei anni di continui cali nelle erogazioni per finanziamenti per investimenti in edilizia, anche

Dettagli

agroalimentare I trimestre 2014

agroalimentare I trimestre 2014 AGRItrend Evoluzione e cifre sull agro-alimentare La bilancia commerciale agroalimentare I trimestre 2014 A 8 LA BILANCIA COMMERCIALE AGROALIMENTARE A differenza di quanto riscontrato nel corso del 2013,

Dettagli

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Presentazione del Rapporto di Ricerca Dott.ssa Valentina Albano, Ph.D. valentina.albano@uniroma3.it Bologna, 22 Ottobre 2014 Osservatorio sperimentale

Dettagli

IL PROGRAMMA SOSTIENE I GIOVANI INTERESSATI ALL AUTOIMPIEGO E ALL AUTOIMPRENDITORIALITÀ

IL PROGRAMMA SOSTIENE I GIOVANI INTERESSATI ALL AUTOIMPIEGO E ALL AUTOIMPRENDITORIALITÀ Roma, 26 Giugno 2015 I giovani Neet registrati al Programma Garanzia Giovani sono 641.412, quasi 12 mila in più rispetto alla scorsa settimana SONO OLTRE 361 MILA I GIOVANI PRESI IN CARICO E A QUASI 119

Dettagli

Newsletter n.2. La politica di sviluppo rurale e la filiera corta

Newsletter n.2. La politica di sviluppo rurale e la filiera corta Newsletter n.2 La politica di sviluppo rurale e la filiera corta Presentazione In questa seconda newsletter che accompagna il percorso formativo della nostra Comunità montana sulle opportunità offerte

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese ex DIV.VIII PMI e artigianato IL CONTRATTO DI RETE ANALISI QUANTITATIVA

Dettagli

Art. 1 Definizioni. Art. 2 Finalità. Art. 3 Costituzione Fondo Regionale. Art. 4 Durata. Art. 5 Beneficiari del Fondo. Art. 6 Iniziative ammissibili

Art. 1 Definizioni. Art. 2 Finalità. Art. 3 Costituzione Fondo Regionale. Art. 4 Durata. Art. 5 Beneficiari del Fondo. Art. 6 Iniziative ammissibili REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL FONDO REGIONALE DI GARANZIA Art. 1 Definizioni Art. 2 Finalità Art. 3 Costituzione Fondo Regionale Art. 4 Durata Art. 5 Beneficiari del Fondo Art. 6 Iniziative ammissibili

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

Case Study: Distribuzione logistica per Azienda di prodotti a largo consumo

Case Study: Distribuzione logistica per Azienda di prodotti a largo consumo Case Study: Distribuzione logistica per Azienda di prodotti a largo consumo Matteo Casu 2002 Situazione Attuale 1 STABILIMENTO DI PRODUZIONE 1 MAGAZZINO PRODOTTI C/O STABILIMENTO 4 CENTRI DI SMISTAMENTO

Dettagli

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ----------------

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- VADEMECUM Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- L attuale normativa sulle Organizzazioni di Produttori (O.P.) è disciplinata su base europea, per quanto riguarda il settore ortofrutta,

Dettagli

IL MINISTRO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE

IL MINISTRO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE IL MINISTRO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE VISTO il decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che all articolo 17, comma 1, stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese che intendono svolgere

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari. Graziella Lasi. Bologna, 03 ottobre 2014

Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari. Graziella Lasi. Bologna, 03 ottobre 2014 Bologna, 03 ottobre 2014 Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari Graziella Lasi Resp. Consumer Care, Leg.Alimentare, Nutr, Com. medico-scient. Gruppo GRANAROLO

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE (integrato con modifiche apportate dal Senato Accademico con delibera n 994

Dettagli

Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA

Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA Progetti Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro SCHEDA DI LETTURA Norme di riferimento - D.lgs.15 aprile 2005, n. 77, "Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo

Dettagli

La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane

La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane a cura di Andrea Cori 3 settembre 2014 La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane Introduzione

Dettagli

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione, IL CONSIGLIO DELL UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione, (2) Per assicurare la corretta applicazione dell

Dettagli

Audizione Commissione agricoltura e produzione agroalimentare Senato della Repubblica

Audizione Commissione agricoltura e produzione agroalimentare Senato della Repubblica Audizione Commissione agricoltura e produzione agroalimentare Senato della Repubblica Disegni di legge nn. 2674, 2710 e 2919 (imprenditoria giovanile in agricoltura) 22 Febbraio 2012 ore 15.30 Gli attuali

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 RICONOSCIMENTO E COSTITUZIONE DEI DISTRETTI RURALI, DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ E DEI DISTRETTI DI FILIERA IL CONSIGLIO REGIONALE Ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

Roma, 21 settembre 2015

Roma, 21 settembre 2015 Roma, 21 settembre 2015 CREDITO, SVIMEZ: CONFIDI AL SUD TROPPO PICCOLI E POVERI, EROGANO IL 25% RISPETTO A QUELLI DEL CENTRO-NORD La SVIMEZ: Servono interventi organici nell ambito del credito e dei Confidi

Dettagli

Distretto Rurale. Franciacorta, Sebino e Valle Trompia GAL GÖLEM

Distretto Rurale. Franciacorta, Sebino e Valle Trompia GAL GÖLEM Distretto Rurale Franciacorta, Sebino e Valle Trompia GAL GÖLEM Introduzione I principali riferimenti normativi per l individuazione, l istituzione e la disciplina dei distretti agricoli sono: - A livello

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 66/ 14 DEL 27.11.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 66/ 14 DEL 27.11.2008 DELIBERAZIONE N. 66/ 14 Oggetto: Decreto interministeriale 13 novembre 2007 e art. 8 della legge 25 febbraio 2008, n. 34 - Attribuzione nuove funzioni all Agenzia ARGEA Sardegna ai sensi dell art. 7, comma

Dettagli

Relazione illustrativa. al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014

Relazione illustrativa. al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014 Relazione illustrativa al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014 Roma, 30 aprile 2014 1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA AL PIANO DI RIMODULAZIONE ESTIVA DEGLI UFFICI POSTALI ANNO 2014 Il piano

Dettagli

AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2011

AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2011 AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/ Dalla prima analisi dei dati forniti al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dagli Organismi di Controllo (OdC) operanti in Italia al 31 dicembre

Dettagli

La riforma della PAC per il post 2013: principali cambiamenti e possibili impatti

La riforma della PAC per il post 2013: principali cambiamenti e possibili impatti La riforma della PAC per il post 2013: principali cambiamenti e possibili impatti DENIS PANTINI Responsabile Area Agricoltura e Industria Alimentare 5 aprile 2013 I temi di approfondimento Il percorso

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l istruzione Direzione Generale per il personale scolastico IL DIRETTORE GENERALE Roma, 7 settembre 2011 Visto il Decreto Legislativo

Dettagli

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A X I I I L E G I S L A T U R A N. 1260 D I S E G N O D I L E G G E d iniziativa dei senatori DE CAROLIS e DUVA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 12 SETTEMBRE 1996 Norme

Dettagli

RELAZIONE TECNICA. Aziende non cooperative

RELAZIONE TECNICA. Aziende non cooperative ALLEGATO 1) RELAZIONE TECNICA (da allegare alle istanze presentate ai sensi della Misura 121 del PSR 2007-2013 "Ammodernamento delle aziende agricole") Aziende non cooperative N. DOMANDA RICHIEDENTE DATI

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE

STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE Dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale e della qualità Direzione generale della competitività per lo sviluppo rurale STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE Bollettino

Dettagli

Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007

Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 Ismea Direzione Mercati e Risk management e.deruvo@ismea.it (06 85568460) 1 Il mercato delle Dop e Igp in Italia nel 2007 1. I riconoscimenti Alla fine di

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE. DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare

MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE. DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare 11 ottobre 2014 MERCATI E CONSUMI DEI VINI E DEI PRODOTTI ALIMENTARI DOP/IGP: SCENARIO E TENDENZE EVOLUTIVE DENIS PANTINI Direttore Area Agroalimentare I TEMI DI APPROFONDIMENTO Vini e prodotti alimentari

Dettagli

Torino, lì 21 ottobre 2013. Alle imprese interessate. Loro Sedi. Oggetto: O.C.M. Vitivinicolo Misura investimenti Prossima Apertura bando 2013-2014.

Torino, lì 21 ottobre 2013. Alle imprese interessate. Loro Sedi. Oggetto: O.C.M. Vitivinicolo Misura investimenti Prossima Apertura bando 2013-2014. Corso Francia 329 10142 Torino Tel. 011 4343026 011 4345493 Fax 011 4349456 Confcooperative Piemonte Fedagri Corso Francia 329 10142 Torino www.piemonte.confcooperative.it/federazioni.htm www.gestcooper.itfederagro@gestcooper.it

Dettagli

Ministero dell Economia e delle Finanze

Ministero dell Economia e delle Finanze Prot: DT 97060-19/12/2014 Ogni riproduzione su supporto cartaceo costituisce una copia del documento elettronico originale firmato digitalmente e conservato presso MEF ai sensi della normativa vigente.

Dettagli