Il Piccolo 14 dicembre 2015

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1 Il Piccolo 14 dicembre 2015 Regione Protesi dentarie gratis sotto i 15 mila euro La Regione inserisce l agevolazione per gli anziani a basso Isee nel progetto di odontoiatria sociale che partirà a primavera di Marco Ballico. TRIESTE. Non solo i dentisti pubblici in pronto soccorso, ma anche le protesi dentarie gratis per gli over 65 con un Isee inferiore ai 15mila euro. L assessorato a Salute e Protezione sociale va definendo il progetto di odontoiatria sociale, una delle novità dell offerta sanitaria Qualche difficoltà in più del previsto per mettere a punto un offerta omogenea, il conseguente slittamento dell avvio delle prestazioni e dei benefici, ma Maria Sandra Telesca conferma che, all inizio della prossima primavera, le cure dentarie a euro zero, o comunque a basso costo, diventeranno realtà in Friuli Venezia Giulia. Le linee guida 2015 della sanità regionale hanno avviato l operazione. Il prossimo anno, come da linee guida 2016, «si darà graduale attuazione al programma predisposto a cominciare dalle prestazioni odontoiatriche urgenti e delle categorie di soggetti previsti dai Lea, i Livelli essenziali di assistenza, e dalle protesi dentarie». «Ritenevamo di poter partire già l estate scorsa, ma si è reso necessario più tempo del previsto ammette Telesca. Abbiamo avuto problemi nella ricognizione, in particolare nel rilevare le prestazioni in atto. Quello di cui abbiamo dovuto prendere atto è che il sistema dava risposte non omogenee. Ad esempio ci sono servizi differenti da un luogo all altro o liste di attesa che variano a seconda dell ospedale. Si è trattato dunque di riorganizzare tutto nell ottica dell uniformità». Il quadro, prosegue l assessore, «sta diventando completo dopo che abbiamo selezionato le patologie su cui sarà possibile intervenire, in modo da codificarle. Nei primi mesi del prossimo anno avvieremo le due principali iniziative: i pronto soccorso odontoiatrici e le protesi per gli over 65 in difficoltà economica». Nelle intenzioni della Regione, come già anticipato nei mesi scorsi, sotto i 15mila euro di Isee anche le cure dovrebbero essere gratuite, mentre per redditi superiori i pagamenti saranno variabili a seconda del tipo di prestazione. Naturalmente non entreranno nel pacchetto sbiancamenti o altri interventi a fini estetici, ma solamente percorsi terapeutici. Altra parte del progetto, di cui è stato nominato responsabile Roberto Di Lenarda, direttore della clinica odontoiatrica e stomatologica dell Università di Trieste, è quella che agevola determinate categorie di utenti disabili, pazienti affetti da trapianti o sottoposti a dialisi ai quali pure si dovrebbero garantire cure gratis. Quanto al dentista presente in pronto soccorso, sarà un opportunità per tutti i cittadini. La Regione attiverà infatti nelle quattro principali strutture dell emergenza del Friuli Venezia Giulia aree in cui assicurare cure dentali urgenti. Può capitare un mal di denti improvviso, non risolvibile con gli antidolorifici. A Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone sarà possibile combattere un ascesso o rimediare a qualche altra problematica ortodontica, proprio come accade per una bruciatura, un lieve malessere, un dito lussato. «Un importante novità dice Telesca perché sarà la prima volta di spazi attrezzati negli ospedali per rispondere alle necessità più gravi in un ambito così sensibile per i cittadini. Di fatto potremo realmente parlare di pronto soccorsi odontoiatrici». L intento è di consentire a tutti, anche a chi ha dovuto ulteriormente ridurre le spese in tempi di crisi, di mantenere in primo piano la salute dentale. «Trascurarla è inaccettabile», dice Telesca a proposito di un fenomeno non poco diffuso negli ultimi anni. Stando alle rilevazioni dell Istat, nel 2014 il 12% degli italiani di età superiore a 13 anni non ha potuto andare dal dentista per motivi economici. È inoltre aumentato dal 24% al 29,2% il numero di persone che ha scelto di dilazionare le visite odontoiatriche in un arco temporale più lungo, da uno a tre anni. Nelle intenzioni dell assessorato anche l introduzione nelle aziende sanitarie della figura dell igienista dentale con l obiettivo di sviluppare la prevenzione delle patologie odontoiatriche e l igiene orale. 1

2 Linee guida della salute all'esame del Cal La sanità terrà banco nella seduta odierna, in programma alle nella sede udinese della Regione, del Consiglio delle autonomie locali. Tra i punti all ordine del giorno, infatti, ci sono le due delibere della giunta regionale relative l una alle linee guida per la gestione del servizio sanitario e sociosanitario regionale per l anno 2016 e l altra ai maggiori costi sostenuti dai comuni con popolazione inferiore a abitanti per l inserimento in struttura di minori stranieri non accompagnati nel Come da regolamento, quando si discuterà delle linee guida della sanità e si rilascerà il previsto parere, il Consiglio delle autonomie locali verrà integrato con i presidenti delle Conferenze dei sindaci delle aziende per l assistenza sanitaria e con il rappresentante di Federsanità Anci. Nel menù della convocazione odierna ci sono anche la designazione di un componente del Comitato tecnico regionale per la polizia locale, la nomina di un rappresentante delle Province in seno all Osservatorio per la riforma e quella di un rappresentante delle Province e di quattro rappresentanti dei Comuni nel Gruppo tecnico regionale per la gestione del portale dello Sportello unico delle attività produttive. «Referendum contro la riforma sanitaria» Romoli lancia una consultazione popolare e chiama a raccolta i sindaci: «Basta tagli e disservizi» di Francesco Fain. GORIZIA. «Non basta raccogliere le firme contro la riforma sanitaria. Dobbiamo promuovere un referendum per abrogarla. Prenderò contatti con altri sindaci per concretizzare questo progetto. Ne abbiamo le tasche piene di tagli e ridimensionamenti». Ettore Romoli passa al contrattacco. «La situazione della sanità - tuona il presidente del Consiglio delle autonomie nonché sindaco di Gorizia - è drammatica. Questa amministrazione regionale sta dimostrando tutti i suoi limiti chiudendo il Punto nascita di Latisana e riaprendolo il giorno dopo. Non ci sono idee, c è soltanto la volontà di risparmiare agendo caso per caso. E poi continua a non esserci traccia della sanità sul territorio. Non solo. Si è voluto penalizzare La Salute che è un istituzione che è stata l antesignana dell assistenza sul territorio». Nel frattempo, continua la protesta del centrodestra isontino come spiega Anna Maria Cisint: «Non è una questione di colori politici ma di responsabilità. Dal 2012 ad oggi sono troppi i servizi sanitari che, nella provincia, sono stati ridotti o addirittura tolti, sono calati i posti letto tanto che ora ci posizioniamo ben al di sotto della media europea, le liste d attesa sono allucinanti e il ricorso al privato è diventato un obbligo, mancano medici e infermieri nei reparti fondamentali proprio per la sopravvivenza di chirurgia ed cardiologia. La riforma Serracchiani, la gravissima riduzione di fondi, i conseguenti atti aziendali hanno messo in ginocchio una sanità che funzionava». La raccolta di firme e i presidi di protesta che «civilmente abbiamo avviato, finalmente uniti, su tutto il territorio provinciale, sono soltanto la conseguenza del forte malessere dei tanti cittadini che quotidianamente ci raccontano di situazioni al limite. Personalmente - racconta Cisint - sto raccogliendo i casi in un diario che proporrò all attenzione comune prossimamente». Dai distretti a secco ai primariati psichiatrici, dai tagli nei reparti alla chiusura della week surgery, il centrodestra isontino incalza l amministrazione regionale. E come ignorare la questione dei Punti nascita? «Ora apprendiamo che il direttore generale (nominato da questa giunta regionale) viene costretto dalla presidente e dall assessore a revocare il proprio decreto di chiusura del Punto nascita di Latisana: ma allora saltano anche il bilancio e l atto aziendale che prevedeva un tanto? Con quali risorse si compenserà il mantenimento? Non ci rimetterà ancora questo territorio che interessa poco anche agli assessori regionali che mai riescono a spendere una parola per tutelarci? Pilati è stato smentito clamorosamente e l assessore regionale Telesca, che l ha voluto, dovrebbe coerentemente dimettersi» afferma Cisint. A dare man forte, a distanza, il Movimento 5 Stelle. 2

3 Trieste TRIBUNALE Paziente morto sotto i ferri Archiviazione per due indagati L anestesista Enrico Michelone, 35 anni, e il tecnico operatorio Jadranka Jankovic, 59 anni, escono dall inchiesta della procura sulla morte di Franco Geromet, 48 anni, originario di Staranzano, avvenuta nell agosto di due anni fa nella sala operatoria di Cardiochirurgia a Cattinara. Il gip Giorgio Nicoli ha depositato il decreto di archiviazione accogliendo le richieste del pm. Il quale si è rifatto agli esiti della consulenza del professor Maurizio Rubino, il perito incaricato dallo stesso giudice. Michelone e Jankovic sono stati difesi dagli avvocati Sergio Cecovini e Marta Silano. L operazione diventata tragedia porta la data del 18 agosto del Franco Geromet era entrato nella sala operatoria di Cardiochirurgia dell ospedale di Cattinara per effettuare un intervento di applicazione di un by- pass aorto- coronarico. Qualcosa, nella fase preliminare dell operazione definita di routine, è andato per il verso sbagliato. All'improvviso si è verificato un problema tecnico relativo alla connessione delle cannule di collegamento della macchina cuore- polmoni al sistema circolatorio del paziente. L intervento in anestesia totale prevedeva l attivazione del macchinario. Ma l anossia si è rivelata fatale. È successo proprio mentre i chirurghi stavano iniziando a incidere il torace. L intervento vero e proprio poi non ha potuto essere effettuato per complicanze gravi insorte nella fase preliminare. E non c è stato più nulla da fare. Dopo il provvedimento di ieri restano indagati per omicidio colposo i chirurghi Elisabetta Rauber e Alessandro Moncada, i tecnici Elena Maghet e Francesco Sasso. Sono difesi dagli avvocati Claudio Vergine, Alfredo Antonini, Luca Maria Ferrucci e Alfonso Senatore. (c.b.) Gorizia Riforma della sanità, ipotesi referendum Romoli: «Vogliamo abrogare questa legge assurda». Il centrodestra: «Sempre meno posti letto e liste d attesa allucinanti» di Francesco Fain. «Non basta raccogliere le firme contro la riforma sanitaria. Dobbiamo promuovere un referendum per abrogare questa legge assurda. Prenderò contatti con altri sindaci per concretizzare questo progetto. Ne abbiamo le tasche piene di tagli e ridimensionamenti». Ettore Romoli passa al contrattacco. Ha letto le affermazioni del consigliere regionale Diego Moretti e non condivide praticamente nulla di quelle riflessioni. «La situazione della sanità - tuona - è drammatica. Questa amministrazione regionale sta dimostrando tutti i suoi limiti, chiudendo il Punto nascita di Latisana e riaprendolo il giorno dopo. Non ci sono idee, c è soltanto la volontà di risparmiare agendo caso per caso. E poi: continua a non esserci traccia della sanità sul territorio. Non solo. Si è voluto penalizzare La Salute che è un istituzione che è stata l antesignana dell assistenza sul territorio». Nel frattempo, continua la protesta del centrodestra, come spiega Anna Maria Cisint. «Non è una questione di colori politici ma di responsabilità: dal 2012 ad oggi sono troppi i servizi sanitari che, nella nostra provincia, sono stati ridotti o addirittura tolti, sono calati i posti- letto tanto che ora ci posizioniamo ben al di sotto della media europea, le liste d attesa sono allucinanti e il ricorso al privato è diventato un obbligo, mancano medici e infermieri nei reparti fondamentali proprio per la sopravvivenza di chirurgia ed cardiologia. La riforma Serracchiani, la gravissima riduzione di fondi (milioni in doppia cifra), i conseguenti atti aziendali hanno messo in ginocchio una sanità che funzionava». La raccolta di firme e i presidi di protesta che «civilmente abbiamo avviato, finalmente uniti, su tutto il territorio provinciale, sono soltanto la conseguenza del forte malessere dei tanti cittadini che quotidianamente ci 3

4 raccontano di situazioni al limite. Personalmente - racconta Cisint - sto raccogliendo i casi in un diario che proporrò all attenzione comune prossimamente». Il centrodestra chiede perché, se la riforma dice di puntare al territorio, si svuotano i distretti dalle funzioni creando caos e incertezza per utenti ed operatori? Dove sono le risorse economiche in più? Perché si incentiva il ricorso al privato anziché valorizzare il pubblico? Con quale logica si mantengono i primariati psichiatrici (uno in ogni sede più quelli delle aree delle dipendenze) ma si taglia su reparti come quelli della chirurgia e cardiologia dove si gestiscono le acuzie? Telesca è informata che dopo le 22 non si ricovera più e che durante i weekend, per la chiusura della week surgery del venerdì, i reparti sono senza posti- letto e gli ammalati sono lasciati sui lettini in Pronto soccorso? È informata dei turni massacranti a cui sono costretti gli operatori in costante carenza di organici, situazione che espone anche i pazienti a gravi rischi?». Dulcis in fundo, la questione dei Punti nascita. «Ora apprendiamo che il direttore generale (nominato da questa giunta regionale) viene costretto dalla presidente e dall assessore a revocare il proprio decreto di chiusura del Punto nascita di Latisana: ma allora saltano anche il bilancio e l atto aziendale che prevedeva un tanto? Con quali risorse si compenserà il mantenimento? Non ci rimetterà ancora questo territorio che interessa poco anche agli assessori regionali che mai riescono a spendere una parola per tutelarci? Pilati è stato smentito clamorosamente e l assessore regionale Telesca, che l ha voluto, dovrebbe coerentemente dimettersi». Monfalcone Pesa 240 chilogrammi, salvata al San Polo Ronchese di 51 anni trasportata d urgenza a bordo di un furgone dei vigili del fuoco. L ospedale si dota di un letto speciale di Laura Borsani. È stata ricoverata d urgenza all ospedale San Polo per insufficienza respiratoria, scaturita quale complicanza a una broncopolmonite, acuita dal suo stato di obesità. La donna, una ronchese di 51 anni, è costretta a sopportare la fragilità e gli effetti di un peso di 240 chili. E giovedì è intervenuta la crisi respiratoria, per la quale è stato necessario il ricovero urgente nel reparto di Terapia intensiva di Monfalcone. Un trasporto difficile considerate le condizioni e le caratteristiche della paziente, per la quale l ospedale di San Polo si è avvalso dell intervento dei vigili del fuoco, che hanno messo a disposizione un furgone. Lo spostamento della donna dal suo domicilio al nosocomio ha richiesto evidenti accorgimenti e cautele, dovendo gestire un caso di particolare emergenza poichè l insufficienza respiratoria ha ridotto la paziente in uno stato pressochè comatoso. L intervento di soccorso è stato pertanto contrassegnato da tutte le accortezze del caso comportando un assistenza particolarmente serrata. E quando la ronchese è arrivata all ospedale di San Polo, si è riproposto con altrettanza difficoltà e delicatezza l operazione di trasferimento fino al reparto di Terapia intensiva. Una volta ricoverata in Rianimazione, la donna è stata sottoposta a un intervento di tracheotomia. L intervento ha garantito le condizioni di sicurezza per la salute della paziente, dichiarate stazionarie dagli operatori sanitari. La 51enne è contestualmente seguita dal Centro ospedaliero che tratta specificatamente le situazioni di obesità. Ma la direzione sanitaria ospedaliera, con il responsabile Michele Luise, s è fatta carico di un altra questione, al fine di evitare alla paziente ulteriori e gravosi spostamenti verso gli ospedali di riferimento. Considerato il problema di obesità della donna, s era posta la necessità di dover trasferirla in un nosocomio dotato di adeguate condizioni logistiche e strutturali, idonee alla movimentazione e al ricovero in un letto adeguato, limitando l insorgere di piaghe da decupito, compresi i rischi in ordine ad attrezzature insufficienti per assicurare la degenza in piena sicurezza. La direzione del San Polo ha pertanto eseguito una verifica per individuare l ospedale di riferimento disponibile ad accogliere la paziente. L unico presidio ospedaliero è risultato quello di Padova. Scelta impensabile, il trasferimento nella città veneta, dovendo affrontare evidentemente un viaggio 4

5 lungo e non certo agevole per la donna. Da qui la decisione da parte della direzione sanitaria ospedaliera del San Polo di dotarsi, attraverso una ditta specializzata, di un letto conforme alle necessità, provvisto anche di un sollevatore della capacità di carico di chili. Lo speciale letto sarà consegnato oggi al San Polo. Il dirigente Luise ha osservato: «È stata un assistenza delicata e difficile, considerato in primis lo stato di insufficienza respiratoria sofferta dalla paziente. La donna aveva dovuto ricorrere al nostro ospedale anche circa un mese fa, per un insufficienza respiratoria più lieve. Allora era stata tenuta sotto osservazione al Pronto soccorso per 48 ore, provvedendo poi a organizzare il trasporto a domicilio. Era stata utilizzata un ambulanza adeguando gli spazi. Nell ultimo evento la situazione è stata più seria, ma grazie alla capacità e professionalità del personale medico, infermieristico e ospedaliero, è stata curata al meglio e ora risulta in condizioni stabili». Sulla sanità il Pd diffida la Regione amica I consiglieri comunali non mollano sull automedica». Il capogruppo Frisenna: «Pretendiamo risposte» di Laura Blasich. Se il centrodestra raccoglie le firme per la difesa della sanità, il gruppo consiliare del Pd dice chiaro e forte, anche alla sua Regione, che non accetterà scippi. A iniziare da quello dell automedica. «Chiediamo sia rispettata l impronta iniziale della riforma sanitaria - spiega il capogruppo Paolo Frisenna - e quindi un ottimizzazione delle risorse, basata però sui dati oggettivi di attività. Ora questi principi ci paiono in parte traditi a vantaggio di criteri che definirei di acconsentimento territoriale». Il Pd ha deciso di formalizzare la propria posizione anche in vista della riunione dell Assemblea dei sindaci che oggi è chiamata a valutare il documento aziendale. «Sull organizzazione del servizio sanitario nel nostro territorio a questo punto pretendiamo delle risposte dall assessore regionale Telesca», aggiunge Frisenna. A esprimere una forte preoccupazione è anche il consigliere presidente della commissione salute Marina Turazza. «Ci risulta che qualche sfasamento nel sistema dell emergenza sia già stato riscontrato - dice - dalle informazioni apprese dagli utenti. Risulterebbe che non tutto stia filando liscio». L auspicio, che suona però come una richiesta pressante alla Regione, è che «il coordinamento esistente nell ambito dell emergenza tra gli ospedali di Monfalcone e Gorizia e il centro hub di Trieste sia mantenuto agli standard qualitativi attuali - aggiunge -, magari migliori, non certo più bassi». Nel ragionamento viene inclusa anche l assistenza cardiologica, pure al centro di una riorganizzazione dagli esiti ancora incerti. «Chiediamo quindi che nella collocazione dei servizi - prosegue Turazza - vengano rispettati i principi di corretta allocazione delle risorse rispetto ai volumi di attività appropriata in funzione della riduzione del rischio, in particolare da eventi acuti». La presidente della commissione Salute snocciola ancora una volta quali siano i dati di attività di Monfalcone, primo ospedale per ricoveri del quattro dell Aas Bassa friulana Isontina, primo Pronto soccorso per casi trattati, prima struttura per uscite, notturne e complessive, dei mezzi di soccorso. «Monfalcone ha tutti i numeri per il mantenimento di un ruolo di assoluta centralità - sottolinea -, anche per la densità demografica, industriale e di infrastrutture dell area, la sua posizione baricentrica e l ottimo collegamento al centro hub di Trieste». Nonostante i dati di fatto, comunque, «Monfalcone è ancora priva di una nuova risonanza magnetica e in attesa che l attività pneumologia e oncologica a supporto dei malati d amianto siano riportate nel suo ospedale», come rileva il consigliere Paolo Fogar, anche componente del Forum sanità provinciale. «Qua non si tratta di rivendicare delle cose a spese di Gorizia - conclude il consigliere Anna Raspar -, ma di dire basta alla penalizzazione di un territorio per compensare la crisi strutturale in cui è finito quello contermine. Una crisi che va affrontata in modo altrettanto strutturale, ma non con gli aiuti di Stato». 5

6 Del Bello: «Basta con lo status quo debole» «Sulla questione automedica i tre Comuni divisi contano così: pochissimo Monfalcone, nulla Ronchi e Staranzano. La somma algebrica tra pochissimo e nulla fa molto poco». È quanto sostiene il consigliere provinciale Fabio Del Bello (Pd), fautore della fusione in un maxi Comune, che attacca quella che definisce la «debolezza della politica locale nei confronti dell apparato economico e produttivo insediato». Un discorso, quello di Del Bello, non solo sulla sanità ma sulle ricadute a beneficio monfalconese, auspicando «un peso specifico e una forza maggiori rispetto alla attuale penosa debolezza». «Pertanto chi in qualunque modo lavora (o frena) per mantenere lo status quo amministrativo (che garantisce Comuni minuscoli ed alcune carriere politiche) crea, anche se in buona fede e inconsapevole, danni permanenti - sostiene l esponente in rotta con il Pd - alla comunità locale come avviene da decenni nei settori che abbiamo ripetutamente individuato e che continueremo ad analizzare e descrivere». Messaggero Veneto 14 dicembre 2015 Tolmezzo Riforma sanitaria Tolmezzo nel 2016 avrà la risonanza di Tanja Ariis. TOLMEZZO. C è preoccupazione e vigilanza sull attuazione della riforma sanitaria sia tra la maggioranza che tra l'opposizione consiliare tolmezzina: la prima sottolinea come si debba andare avanti per dare risposte alle nuove esigenze del territorio, la seconda chiede di cancellarla. I tre gruppi di minoranza avevano presentato al Consiglio comunale un odg, bocciato dalla maggioranza, sulla riforma per denunciare ritardi nell attuazione e lo sbilanciamento organizzativo e assistenziale con l'aas3 verso l'area Collinare e del Medio Friuli e per chiedere il ritorno alle funzioni ante riforma, riaprendo anche tutti i reparti dell ospedale di Gemona. L opposizione ha segnalato poi che, nonostante la grande spesa sostenuta dall Ass3 per ottenere l accreditamento internazionale Joint Commission, non sono state sostenute le successive verifiche. Ha anche riferito di preoccupazioni dell ambiente medico tolmezzino su un eccessiva burocrazia imposta ai camici bianchi e limitante l arte medica. Per l assessore Cristiana Gallizia resta sciagurata la scelta di unire nell Aas3 l Alto Friuli, la Collinare e il Medio Friuli, ma bisogna concentrarsi sulle misure per arginare il problema. No alla riapertura di tutti i reparti dell 'ospedale gemonese, dove invece saranno attivati, ha annunciato, 4 nuovi posti letto per la riabilitazione neurologica, in gennaio altri quattro per la riabilitazione ortopedica e a febbraio per quella cardiologica. Ha riferito inoltre che col 2016 la risonanza magnetica sarebbe in arrivo a Tolmezzo e che l ospedale carnico sarà dotato di un pediatra 7 giorni su 7 e sulle 24 ore. Latisana Fi: sanità, troppa incertezza la Regione dica cosa vuole fare Riccardi: abbiamo capito da tempo che Serracchiani intende chiudere il punto nascita Ussai (M5s): il direttore Pilati si dimetta. Tondo (Ar): siamo arrivati al caos totale di Paola Mauro. LATISANA. «La sanità nella Bassa Friulana si trova in una condizione d incertezza senza precedenti». Parole pesanti, pronunciate dal caprogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Riccardo Riccardi, che punta il dito sul tema caldissimo del Punto nascita di Latisana. «Tutti abbiamo capito, da tempo, che Serracchiani ha deciso di chiudere il Punto nascita di Latisana sottolinea Riccardi. Se così non fosse, dica chiaramente il contrario e crei le condizioni per salvare quell ospedale che la sua riforma ha praticamente demolito. E 6

7 abbia rispetto di tutti, evitando la finta di sospendere provvedimenti che non sono nemmeno in suo potere, perché riguardano responsabilità di altri. Se qualcuno sta reagendo lei non pensi di aggiustare tutto con una notizia: quando si decide di fare alcune cose, si devi anche essere conseguenti. E se si decide di riformare un sistema che funziona, si deve avere la certezza che l idea migliori le condizioni, invece di peggiorarle. Chi lavora in sanità decide di andare a lavorare, anche e soprattutto, dove pensa di avere un futuro». A scendere in campo è anche il Movimento 5 Stelle. Il portavoce in consiglio regionale, Andrea Ussai, chiede le dimissioni immediate del direttore generale dell Aas2: prima ritiri il decreto di sospensione del Punto nascita e poi si dimetta. «Come avevamo ampiamente previsto spiega Ussai con la scusa della carenza dei pediatri si cerca di imporre la chiusura del Punto nascita di Latisana, prima che il divario dei parti tra Palmanova e Latisana si riduca troppo». Ricordando alla Regione di tenere fede all impegno assunto, con la mozione votata a maggio, di garantire condizioni adeguate allo svolgimento del servizio in entrambi i Punti nascita, Ussai afferma: «In un primo momento sono state date disposizioni aziendali per indirizzare la future mamme verso altri Punti nascita, senza un decreto di chiusura. Poi il direttore Pilati ne ha decretato la sospensione in contrasto con la volontà dell assessore Telesca e della presidente Serracchiani, che evidentemente volevano essere le prime ad annunciare la notizia al momento più opportuno. Quello di Pilati è stato un comportamento superficiale e palesemente di parte». «Le leggi o si applicano o si cambiano e relativamente alla riforma della sanità e al punto nascita di Latisana la presidente Serracchiani e l assessore Telesca dimostrano nei fatti tutta l'incapacità di prendere una decisione». Anche Renzo Tondo, presidente di Autonomia responsabile in Consiglio regionale, è molto critico sul merito e sul metodo sul comportamento della Giunta. «Serracchiani e Telesca stanno evidenziando una profonda inadeguatezza a governare la riforma sanitaria. Siamo arrivati al caos totale, prima danno un incarico al direttore di chiudere il punto nascite per poi delegittimarlo». Intanto ieri si è conclusa la raccolta delle tessere elettorali promossa dal Comitato Nascere a Latisana: in sei giorni sono state raccolte ben 500 tessere, un numero che testimonia la grande partecipazione dei cittadini. Le tessere oggi saranno consegnate dalla presidente del Comitato, Renata Zago, alla presidente della Regione Debora Serracchiani, nel corso di un incontro convocato in Regione. E ora si muove anche il Pd di Palmanova Un immediato confronto con la presidente della Regione Debora Serracchiani e con l assessore regionale alla salute Sandra Telesca: è la richiesta dei Circoli del Pd dell area del Palmarino. Quella attorno al punto nascita da chiudere sta assumendo sempre più i toni di una battaglia all interno del partito, specie dopo i fatti e le prese di posizione degli ultimi giorni. «Il Pd del Palmarino afferma Luca Osso, coordinatore dei democratici di Palmanova ha mantenuto un profilo di non belligeranza nel dibattito politico degli ultimi due anni, evitando una inutile lacerazione del territorio, a fronte dell oggettività e della ragionevolezza delle argomentazioni a sostegno del punto nascita di Palmanova». Ora però il Pd del Palmarino chiede un incontro urgente in Regione «per porre fine conclude Osso al procrastinarsi ingiustificato di una situazione di incertezza che penalizza la determinazione definitiva dei ruoli dei due ospedali di rete, impedisce di concentrare le risorse economiche e umane sull organizzazione ottimale dei servizi sul territorio, ritarda la piena attuazione della riforma sanitaria». (mo.d.mo.) 7

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