CITTA' DI CASTELLAMMARE DI STABIA ASSESSORATO ALL URBANISTICA ATTO DI INDIRIZZO DELLA GIUNTA COMUNALE. Oggetto

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1 CITTA' DI CASTELLAMMARE DI STABIA ASSESSORATO ALL URBANISTICA ATTO DI INDIRIZZO DELLA GIUNTA COMUNALE Oggetto PROPOSTA AL CONSIGLIO COMUNALE del DOCUMENTO RELATIVO ALLE OSSERVAZIONI al PIANO TERRITORIALE REGIONALE CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE SUL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (P.T.R.) DELLA CAMPANIA Su proposta di Paolo Pisciotta Assessore all Urbanistica, al Centro Storico, ai Contratti di Quartieri ed alla Qualità Architettonica 1

2 Capitolo n 1 -Il PIANO TERRITORIALE REGIONALE. Il P.T.R. rappresenta il primo livello della pianificazione territoriale urbanistica, nell ambito del quadro definito dalla L.R. 16/04 ed individua: a) gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione; b) i sistemi infrastrutturali e le attrezzature di rilevanza sovraregionale e regionale, nonché gli impianti e gli interventi pubblici dichiarati di rilevanza regionale; c) gli indirizzi ed i criteri per la elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e per la cooperazione istituzionale. La proposta di P.T.R. definisce uno strumento di carattere processuale e strategico per l inquadramento, l indirizzo e la promozione di azioni integrate, coniugando le ragioni dello sviluppo economico e quelle di tutela dell ambiente. Si intende così contribuire all ecosviluppo del territorio regionale, proponendo azioni di mediazione, conoscitive ed operative tra la materia della pianificazione paesistica ed ambientale e le attività di promozione e di programmazione dello sviluppo. Al fine di ridurre le condizioni di incertezza, in termini di conoscenza ed interpretazioni del territorio, per le azioni dei diversi operatori istituzionali e non, il P.T.R. ha elaborato cinque quadri territoriali di riferimento utili ad avviare una pianificazione d Area Vasta concertata con le Province e le Soprintendenze, che definisce contemporaneamente anche gli indirizzi di pianificazione paesistica a cui si atterrà l elaborando P.T.C.P.. Di seguito si riportano in sintesi i cinque Quadri Territoriali di Riferimento con le rispettive considerazioni da inserire nel documento di osservazione al P.T.R. quali: Quadro delle Reti Quadro degli Ambienti Insediativi Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) Quadro dei Campi Territoriali Complessi (CTC Quadro delle Modalità della Cooperazione Istituzionale In particolare: 1. QUADRO DELLE RETI a) La rete ecologica b) La rete delle interconnessione (mobilità e logistica) c) La rete del rischio ambientale A) La rete ecologica In coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio e con le indicazioni dell Accordo Stato Regioni in materia paesistica, il PTR detta le linee per la pianificazione paesistica che affida alle Province. Il P.T.C.P. avrà quindi valenza di Piano Paesistico. La pianificazione paesistica che si propone nel PTR si basa sulla costruzione della Rete Ecologica Regionale. Si tratta di un complesso lavoro di operazione tra istituzioni su due filoni intrecciati di valutazioni: la Rete Ecologica ed i Paesaggi Visivi. 2

3 B) La rete delle interconnessioni e la pianificazione regionale dei trasporti Il PTR recepisce le strategie del Piano Regionale dei Trasporti, di cui si riportano le principali azioni: La rete ferroviaria; La pianificazione nel settore stradale; La portualità. 2. QUADRO DEGLI AMBIENTI INSEDIATIVI Sono individuati in numero di 9 in rapporto alle caratteristiche morfologico-ambientale ed alla trama insediativa. 3. QUADRO DEI SISTEMI TERRITORIALI DI SVILUPPO (STS) Tale Quadro è suddiviso in 45 sottosistemi in base a forme esistenti di auto-riconoscimento per la costruzione di strategie di sviluppo locale. Per favorire la Conferenza di Pianificazione strategica locale, il PTR propone una matrice da valutare e compilare da parte dei vari STS. La matrice mette in relazione i 45 Sistemi Territoriali proposti con gli indirizzi strategici assunti a base del PTR. Si tratta di una base di riferimento da arricchire, se necessario, attraverso il confronto, dove i diversi contributi verranno motivati e gerarchizzati. Gli indirizzi strategici di detti STS sono: Indirizzo strategico interconnessione; Indirizzo strategico difesa delle biodiversità; Indirizzo strategico valorizzazione territori marginali; Indirizzo strategico riqualificazione costa; Indirizzo strategico valorizzazione patrimonio culturale e paesaggio; Indirizzo strategico recupero aree dismesse; Indirizzo strategico difesa dal rischio vulcanico; Indirizzo strategico difesa dal rischio sismico; Indirizzo strategico difesa dal rischi idrogeologico; Indirizzo strategico difesa dal rischi di incidenti industriali; Indirizzo strategico difesa dal rischio rifiuti; Indirizzo strategico dal rischio attività estrattive; Indirizzo strategico rafforzamento policentrismo; Indirizzo strategico riqualificazione emessa a norma della città; Indirizzo strategico attrezzature e servizi; Indirizzo strategico attività produttive per lo sviluppo. L utilità della matrice prevalentemente di carattere metodologico, costringe, come in tutte le costruzioni di strategie, ad essere selettivi ed a valutare peso ed importanza relativa delle diverse azioni. La sua utilità maggiore è probabilmente riposta nel fatto che segnala da subito problemi di integrazione di politiche territoriali e settoriali. 3

4 La lettura per righe delle strategie presenti in ciascun STS postula l approfondimento delle loro reciproche influenze. La lettura per colonne nel modo in cui un indirizzo strategico incrocia i diversi STS, concentra la sua attenzione sul peso relativo (valore attribuito) che quell indirizzo assume in un determinato STS in rapporto agli altri. Il nostro territorio comunale rientra nel STS F3 MIGLIO D ORO TORRESE STABIESE, unitamente ai comuni di: Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Pompei, Portici, S.Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase. I Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), così come definiti dal PTR, possono costituire una significativa opportunità per la Regione Campania per affrontare la prossima programmazione dei fondi comunitari 2007/2013, in un quadro di pianificazione unitario, frutto di un processo di concertazione ormai radicato nelle norme e nelle prassi regionali. Si rende possibile ed auspicabile la convergenza su di un unico programma di sviluppo strategico condiviso dalle istituzioni e dal partenariato socio-economico territoriale dei STS, di più tipologie di risorse importanti,come i fondi comunitari 2007/2013, i fondi CIPE per lo sviluppo, ed una percentuale dei fondi di bilancio regionale da vincolare all attuazione di interventi coerenti con i progetti integrati proposti dai STS. (come già sta attuando la Giunta Regionale per la valorizzazione dei territorio ad alta valenza culturale PIT Grandi attrattori culturali) In tal caso andrebbero unificati i tempi di programmazione che dovrebbero, quindi, coincidere con i sette anni di programmazione dei fondi comunitari 2007/2013. Anche se la programmazione in atto intorno all attuazione del POR ha un carattere strategico rilevante, non va trascurata l intera programmazione ordinaria che continua ad avere un ruolo significativo per lo sviluppo del territorio, pur in aderenza con detta programmazione regionale. 4. IL QUADRO DEI CAMPI TERRITORIALI COMPLESSI (CTC) Sono aree dove si ritiene che la Regione debba promuovere una azione prioritaria di interventi particolarmente integrati con altri Enti operanti sul territorio. I Campi Territoriali Complessi possono essere definiti come punti caldi del territorio regionale, aree oggetto di trasformazioni intense ed in alcuni casi in fase di realizzazione dove sono già previste con provvedimenti legislativi ed amministrativi compiuti (delibere, finanziamenti, provvedimenti etc.). 5. IL QUADRO DELLE MODALITA PER LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE Tale Quadro propone modalità per la cooperazione tra i comuni minori e raccomandazioni per lo svolgimento di buone pratiche (perequazione, Agenda 21 locale, politiche per l Area Metropolitana di Napoli). L art. 1 stabilisce il principio secondo cui le pubbliche amministrazioni che hanno competenza in materia di tutela e sviluppo del paesaggio, nell esercizio delle loro attribuzioni, siano tenute ad attenersi ai principi contenuti nell accordo. Più in dettaglio il presente Quadro contiene diversi argomenti che di seguito si sintetizzano: 4

5 Gli spazi per la cooperazione interistituzionale; Il governo del sistema metropolitano napoletano; Indirizzi per la perequazione territoriale; Le Agende 21 locali nelle politiche regionali. Capitolo n 2 CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE SUL P.T.R. La Regione Campania, di intesa con le Provincie, ha regolamentato, ai sensi dell art. 15 della L.R. 16/04, la procedura per lo svolgimento della Conferenza di Pianificazione che sarà svolta presso ciascuna Provincia e rimarrà aperta per trenta giorni consecutivi al fine di consentire agli Enti locali, alle Organizzazioni sociali, Culturali, Ambientaliste, Economico- Professionali, Sindacali ed alle Amministrazioni e Soggetti interessati alla programmazione a livello territoriale, di esprimere osservazioni e indicazioni di modifica alla proposta di P.T.R. In data 24 gennaio 2006 si è aperta ufficialmente la Conferenza di Pianificazione sul PTR della Campania. Alla Conferenza sono stati invitati tutti i soggetti istituzionali e non, che dovranno presentare alla propria Provincia di appartenenza le osservazioni deliberate nei rispettivi organi competenti, secondo l articolazione di un calendario prestabilito. La Provincia di Napoli ha articolato gli incontri relativi all area di appartenenza di ciascun ente territoriale, sulla base di un calendario che, nel caso del STS F3 Miglio d Oro e Torrese Stabiese a cui appartiene il Comune di Castellammare di Stabia, è stato fissato per venerdì 17 febbraio Il Consiglio Provinciale entro quarantacinque giorni dalla data di conclusione della Conferenza, provvederà all approvazione del documento di sintesi che raccoglierà le varie osservazioni ed integrazioni alla proposta P.T.R. La Conferenza finale è prevista dal 6 Marzo 2006 al 19 aprile 2006; al termine della Conferenza si svolgerà un forum. Capitolo n 3 OSSERVAZIONI AL P.T.R. Preliminarmente la Provincia di Napoli ha comunicato che i Comuni che non ritengono di dover appartenere al STS (Sistema Territoriale di Sviluppo) loro assegnato, motivando la scelta, possono partecipare alla seduta della Conferenza con il STS di cui intenderebbero fare parte. Il territorio comunale di Castellammare di Stabia rientra nella perimetrazione di cui al regime vincolistico della L.R. 35/87 Piano Urbanistico Territoriale della Penisola Sorrentino- Amalfitana, unitamente ai comuni che nel PTR sono stati inseriti nel STS F4 Penisola Sorrentina. Il PTR, come già sopra evidenziato, ha inserito il nostro territorio comunale nel STS F3 - Miglio d Oro e Torrese Stabiese. Ciò comporta di fatto la esclusione di questo Ente a partecipare alla Conferenza di Pianificazione delle aree incluse nel STS F4 Penisola Sorrentina, (Casola, Gragnano, Lettere, Pimonte, S.Maria la Carità e S.Antonio Abate) in cui si configurerebbe un omogeneo 5

6 contenuto di politiche socio-economiche che indirizzano le line di sviluppo dell intero comprensorio territoriale. Pertanto, sulla base di quanto sopra, pur riconoscendo l opportunità dell inserimento del nostro territorio comunale nel STS F3 - Miglio d Oro e Torrese Stabiese per le politiche territoriali in corso sull intero sistema Costa del Vesuvio (PIT Grandi attrattori Culturali), considerato altresì il ruolo di cerniera che riveste il nostro territorio tra la Costa del Vesuvio e quella della Penisola Sorrentina, sarebbe opportuno l appartenenza dell Ente ai due diversi Sistemi Territoriali di Sviluppo F3 ed F4. La sfida principale che la pianificazione territoriale deve affrontare oggi dovrebbe essere quella di offrire adeguate prestazioni di governo elastiche e continue, a fronte di una evoluzione degli assetti demografici e produttivi che hanno come scenario l intero ambito territoriale regionale. Il territorio è inteso come relazioni di vicinato, come miscela di identità culturali, ambientali ed economico-produttivo, che si rapportano l una con l altra come progetto locale di trasformazione più o meno consapevole di una base fisica determinata e circoscritta. Il territorio viene sempre di più influenzato da stimoli e processi che hanno i loro fulcri principali altrove e sempre più in aree lontane. L operazione di pianificazione implica infatti che esista un soggetto in grado di fissare obiettivi di sviluppo sociale ambientale ed economico locale e di calcolare i mezzi (investimenti, servizi, studi e regolamenti) che incidono direttamente su un oggetto per definirlo. Per la pianificazione territoriale, dunque, l identità del territorio smette di essere un dato e diventa un risultato, una meta da perseguire progettualmente. Il PTR diventa un elemento di strategia di area, un quadro di riferimento attraverso cui selezionare strategie di relazioni interne ed esterne, progetti che consolidano punti di forza locale, ed immettono nuove identità dinamiche sul territorio. Il primo passo da compiere è quello di definire l attuale posizionamento dell area stabiese e dei suoi sottosistemi principali, nel più ampio quadro di relazioni esterne e di indicare gli elementi portanti di potenziale evoluzione. Tali elementi si sostanziano nel perseguire un azione per uno sviluppo equilibrato ed ecocompatibile dell intero territorio regionale, costruendo un progetto per fare della Regione un territorio di eccellenza. Occorre puntare alla costruzione di una rete che integri fra loro le eccellenze e che punti decisamente a guardare oltre i confini provinciali e regionali. L Amministrazione Comunale ha già posto in essere una serie di atti amministrativi che consentono di enucleare la strategia di assetto territoriale fondata su alcuni punti di forza e di potenziale innovazione del nostro territorio, che dovrebbero orientare il Piano Territoriale Regionale. 6

7 Tale strategia e le relative azioni (punti di forza) hanno dettato le linee di indirizzo del Piano Strategico, assunte con la Delibera di Giunta n 194 del Detto Piano Strategico è articolato in uno schema tripartito: Meta Azioni Progetti La meta è lo stato finale desiderato della città al 2010 ed oltre. Detta meta non è la visione astratta della società stabiese, ma la prospettiva di un futuro possibile. Castellammare di Stabia 2010 e oltre Città di mare, termale e del benessere Le azioni sono individuate all interno del documento programma del Piano Strategico. Esse costituiscono le azioni strategiche necessarie per dare concretezza alla visione della città futura. Castellammare città termale Castellammare città del mare Castellammare città della cultura Castellammare città del benessere Castellammare città dello sviluppo Città della produzione e della cantieristica Sono questi solo alcuni esempi dei meta-obiettivi che a loro volta presuppongono azioni strategiche come: Promozione dei siti per la localizzazione di attività produttive di eccellenza; Sviluppo di forme sistematiche di marketing territoriale per l attrazione dall esterno di operatori e di risorse qualificate; Creazione di alte scuole per la formazione di skills nella produzione e nella gestione delle risorse ambientali e culturali; Rafforzamento delle infrastrutture economiche a disposizione del territorio, a partire da quelle di accessibilità e logistiche che favoriscono la fruizione del bene comune; Progettazione di circuiti integrati e di pacchetti compositi per le attività di fruizione culturale; Gestione di una rete integrata di servizi ai cittadini in cui siano impegnate le risorse pubbliche, private e del terzo settore. I progetti scaturiranno dal documento programma del Piano Strategico e in coerenza con le azioni in esso contenute. Per la pratica attuazione di quanto contenuto nell atto di Indirizzi del Piano Strategico, sono stati sottoscritti Protocolli di Intesa con Enti Territoriali sovracomunali e con la stessa Regione Campania, quali: atto di indirizzo n 74 del 12 agosto 2005, con il quale la Giunta Comunale aveva fornito indicazioni in merito alla necessità di procedere alla elaborazione del Piano Strategico. le Linee Programmatiche di Mandato Sindacale in cui, oltre all agenda di governo per migliorare la vita quotidiana e quella per lo sviluppo della città, aveva indicato la necessità di varare il Piano Strategico della città stabiese. Documento Programmatico presentato al Consiglio Comunale lo scorso maggio Documento relativo all Accordo per lo Sviluppo di Castellammare di Stabia predisposto dalla Giunta Comunale; Protocollo di Intesa sottoscritto tra la Regione Campania ed il Comune di Castellammare di Stabia, in data 5 dicembre 2005, in cui i due soggetti istituzionali si impegnano: alla definizione di 7

8 un programma di collaborazione, avente ad oggetto l attuazione di iniziative volte all incremento dello sviluppo economico ed al miglioramento della qualità urbana. Al fine di promuovere gli adeguati livelli di approfondimento tematico e progettuale, la Regione Campania potrà sostenere la realizzazione di attività di studio, progettazione e pianificazione strategica. Protocollo di Intesa sottoscritto tra il Comune di Castellammare di Stabia, l Autorità Portuale di Napoli e la Regione Campania, teso a favorire la Realizzazione di Sinergie di Sistema fra i Porti di Napoli e Castellammare di Stabia, sottoscritto nel dicembre Protocollo di intesa sottoscritto tra il Comune di Castellammare di Stabia e l Istituto Autonomo Case Popolare della Provincia di Napoli, teso a favorire L Attuazione di Interventi da Realizzare nell Ambito di un Programma di Recupero Urbano e di Accompagnamento Sociale nell Ambito della Periferia Nord delle Citta, sottoscritto nel dicembre Verbale del tavolo di lavoro, costituito dal MIEF Dipartimento delle Politiche di Sviluppo, dalla Regione Campania, dal Comune di Castellammare, dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, riunito in data 20 dicembre 2005; Accordo di Programma finalizzato alla definizione delle attività per l adeguamento dell impianto di depurazione di Foce Sarno nel Comune di Castellammare di Stabia, sottoscritto tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il Commissario per l Emergenza Socio-Economico-Ambientale, la Regione Campania, l AATO 3 Sarnese Vesuviano, il Comune di Castellammare di Stabia, nel. Piano Strategico redatto dalla TESS, sulla Costa del Vesuvio con particolare riferimento all aspetto turistico; Inoltre, nella stesura della Variante di adeguamento del P.R.G. alla L.R. 35/87, di cui alle prescrizioni del Decreto n 324/05 del Presidente dell Amministrazione Provinciale di Napoli, sono state indicate le linee di sviluppo del territorio di Castellammare di Stabia, quali: rafforzamento dell intero sistema produttivo; miglioramento dell intero impianto ricettivo delle città; recupero del Centro Storico Rafforzamento del sistema produttivo significa migliorare in qualità e quantità la produzione di beni attraverso una riverifica della disponibilità delle aree produttive nel Piano ASI, anche con un possibile ampliamento dell intero agglomerato, tali da consentire l implementazione di una nuova realtà produttiva fatta di medie e piccole aziende, il cui ciclo produttivo sia compatibile con il principi di tutela dell ambiente. Tale obiettivo è possibile raggiungerlo 8

9 attraverso una concertazione tra le Amministrazioni Comunali dell intero comprensorio, la Provincia, la Regione e l ASI, finalizzata alla costruzione di un Accordo di Programma Quadro teso allo ridefinizione e rilancio del sistema produttivo collocato nel comprensorio stabiese. Miglioramento dell impianto ricettivo vuol dire rilanciare la nostra città sul mercato della competizione nazionale e internazionale del termalismo e turismo culturale e giovanile. Infatti le varie azioni amministrative avviate sul territorio quali quella del recupero del polo termale delle Antiche terme stabiane, il Protocollo di Intesa con la Regione e l Autorità Portuale di Napoli per la trasformazione ed il rilancio del nostro porto commerciale in polo crocieristico, quella della collocazione del nostro polo archeologico nel sistema internazionale del turismo culturale, il completamento delle strutture del porto turistico, pongono seri problemi sulla capacità di accoglienza del nostro sistema turistico-ricettivo alla luce delle limitazioni quantitative poste dal P.U.T. alle attività terziarie. Gli attuali 2400 posti letto sembrano essere insufficienti per consentire alla città di proporsi, in maniera forte, come organismo plurimo turistico, ambientale, culturale e produttivo nella competizione di siti e città. Il futuro Piano Strategico dovrà prevedere un azione mirata che, attraverso la procedura della condivisione, e supportata da un rigoroso studio sui reali bisogni, crei le reali condizioni per un serio rafforzamento dell intero sistema ricettivo che possa contare sulla disponibilità di 5000 posti letto contro gli attuali ed insufficienti Ciò non significa sottoporre il nostro territorio ad una ulteriore sottrazione di aree libere, anzi al contrario, anche in linea con i principi del redigendo P.T.C.P, la nuova dotazione recettiva, per una forte percentuale non inferiore al 70%, potrebbe essere indirizzata verso un azione di recupero del patrimonio edilizio esistente. Tutto ciò ci impone di individuare tutte quelle condizioni, amministrative, urbanistiche, economiche e sociali, affinché il patrimonio edilizio esistente che si colloca, sia nelle aree prossime ai due poli termali (Centro Storico e Scanzano), che in quella del porto commerciale, possa accogliere, in un operazione di mixitè sociale ed economica, anche strutture ricettive. Tale nuova condizione sicuramente garantirebbe finalmente quella operazione di recupero del Centro Storico e dell intero patrimonio edilizio consolidato, operazione questa ormai ineludibile ed improcrastinabile. La ulteriore disponibilità potrebbe essere indirizzata verso il tema del reale recupero del water front, fatto di contenitori industriali dismessi, creando così una vera ricucitura urbana tra il nuovo porto turistico ed il porto antico. Una operazione questa che, nella sua interezza, pur se appare ardua, è possibile attraverso il ricorso di tutti quegli istituti normativi ed amministrativi già vigenti, quali Accordi di Programma, P.I.T., Tavoli di concertazione etc. L azione di Recupero del Centro Storico è la vera scommessa della nostra città per i prossimi cinque anni. La consapevolezza della complessità dell intero impianto urbano ed il forte degrado in cui versa, ci impone di individuare interventi strutturali tali da generare una vera e propria azione di Rivitalizzazione. Alle operazioni amministrative già avviate quali il recupero del complesso delle Antiche Terme, il recupero di Piazza Fontana Grande, l intervento di manutenzione di via Brin, via Duilio etc, il recupero di Piazza dell Orologio, bisogna affiancare una azione di animazione dell intero impianto urbano. Si tratta di individuare azioni a sostegno della imprenditoria giovanile indirizzate a favorire e rafforzare il sistema delle attività artigianali, terziarie e culturali, che attualmente si presenta debole sia sul piano della quantità che della qualità, capace di avviare un reale processo di rivitalizzazione ed animazione dell intero tessuto urbano. Se a tale azione si combina anche quella relativa al rafforzamento delle strutture ricettive, si consolideranno tutte quelle condizioni (attrattori commerciali, culturali e ricettivi) tese a favorire l ormai ineludibile e non più rinviabile processo di recupero di una consistente fetta del patrimonio edilizio residenziale. Tutto ciò, oltre a favorire l innalzamento della qualità urbana, consentirà anche la immissione sul mercato immobiliare di una forte quota di disponibilità 9

10 residenziale capace di far retrocedere la follia che si è generata in tale settore generata da una forte richiesta a fronte di una debole, ma non veritiera, offerta di mercato. Lo sforzo progettuale ed amministrativo richiederà di non indulgere a quel meccanismo un po farisaico e farraginoso, che costringe i piani a reperire aree per servizi, con vincoli conformativi delle proprietà e predisposti per l esproprio, ma attuare una seria e complessa politica di redistribuzione dei servizi e delle attività terziarie, agganciandola, nell attuazione del piano regolatore, ai diversi strumenti attuativi che di volta in volta andranno a scegliersi. In una corretta visione di riequilibrio del territorio, il tema delle periferie risulta assumere un valore strategico non da meno delle tre già citate azioni da mettere in essere. La riorganizzazione delle periferie può e deve trovare risposta attraverso la elaborazione di Piani di Recupero Urbano che, unitamente ai Contratti di Quartieri già avviati, sarà capace di restituire servizi e complessità urbana a tale parte del territorio. Agli interventi primari di tipo urbanistico, vanno affiancati interventi di natura socioecnomica indirizzati a ridare dignità urbana a tale parte del territorio che vivono costantemente in una condizione di marginalità sociale ed urbana, attraverso la immissione di nuove funzioni urbane e complessità sociale (spazi per servizi, uffici, attività artigianali, ecc). Occorre avviare in tali pezzi di territorio un processo di riqualificazione urbanistica che abbia dirette ricadute sul miglioramento sociale di quella zona della città. Il tema della periferie risulta strategico per l innalzamento della qualità della vita. La forma urbana, la morfologia cittadina è essenziale per i comportamenti sociali. Se vivi in una zona residenziale dove c è qualità di servizi e qualità urbana è facile rispettare il quartiere e aderire alle regole collettive. Nei vicoli o nei quartieri degradati tutto ciò è sicuramente meno facile. Sul tema della marginalità urbana che genera marginalità sociale si gioca buona parte della scommessa amministrativa. Bisogna avere coraggio nel superare tutti i limiti evidenziati dalla Variante al P.R.G. derivanti da una rigorosa applicazione delle norme dettate dal P.U.T. L obiettivo è clonare la proposta dei francesi, la Mixité, nelle analoghe operazioni. Mixitè significa immettere complessità sociale, funzionale, morfologica, architettonica e di innovazione. Sociale nel senso di favorire la compresenza di ceti diversi, non solo su quote del patrimonio, ma anche mettendo servizi e attività che richiamino flussi da altre parti della città. Funzionale, nel senso non solo residenza popolare, ma commercio, servizi, piccolo artigianato compatibile. Morfologica, che esalta la componente urbana, gli spazi di relazione, che elimina le terre di nessuno. Architettonica, che propone ricostruzioni di elevata qualità. Innovazione, che si ispira ai principi di risparmio energetico attivo e passivo, che utilizza le tecnologie (esempio cablaggi) sia nell edilizia che nell urbanistica del quartiere. AREA PORTUALE UNA RISORSA PER LO SVILUPPO DI ECCELLENZA AD ALTA COMPATIBILITA AMBIENTALE. Nelle future linee di sviluppo del territorio stabiese e del suo comprensorio non va sottaciuta la piena valorizzazione di tutte le potenzialità del porto commerciale, quale importante gate regionale per i retrostanti siti archeologici ed ambientali, che dovrebbe essere meglio rappresentato tra gli obiettivi strategici del PTR, in quanto costituisce un punto di snodo tra relazioni terrestri di eccellenza e relazioni marittime, funzione destinata ad ampliarsi in conseguenza dei processi di globalizzazione. 10

11 A tal fine il PTR dovrebbe consentire il conseguimento dei seguenti obiettivi, favorendo l adozione degli strumenti urbanistici e legislativi ordinari per la loro attuazione: Rafforzare il ruolo del porto di Castellammare di Stabia nel sistema dei porti commerciali e crocieristici dell area mediterranea; Adeguare le infrastrutture attuando un apposito PUA del Porto; Potenziare i collegamenti ferroviari, viari ed idroviari; Realizzare un efficace sistema intermodale; Diversificare le funzioni del porto; Rafforzare la funzione insediativa per le attività logistiche ed industriali di settore (Fincantieri); Migliorare la compatibilità di tutta la zona portuale con la rivitalizzazione del suo water front urbano. Capitolo 4 CONCLUSIONI MODALITA OPERATIVE PER L ATTUAZIONE DELLE LINEE PROGRAMMATICHE DI SVILUPPPO DELL AREA STABIESE Nei capitoli precedenti si sono individuate le mete, le azioni ed i progetti posti a riferimento del Piano Strategico organico, capace di dettare alla città ed al suo comprensorio uno sviluppo economico, sociale e culturale ecosostenibile. Per dare concretezza a tali indirizzi di sviluppo già assunti dall Amministrazione Comunale di concerto con gli altri Enti territoriali e con la stessa Regione Campania, è necessario rendere possibili quelle forme di pianificazione sovraordinate e/o quegli istituti legislativi, che consentono di attuare l intero processo di sviluppo con regole e percorsi chiari, congruenti e condivisi. Il paradigma di riferimento per Castellammare di Stabia è principalmente costituito dal PUT, un paradigma che da tempo è oggetto di critiche perché ritenuto obsoleto rispetto alle evoluzioni che si sono determinate sul territorio: cambiamenti della domanda, dei comportamenti, delle convenienze, etc. Ad oggi, l opportunità di uno sviluppo coordinato e programmato è bloccato da un vincolo rigoroso ed astratto che ha determinato, da un lato, lo scatenarsi di forze e di sotterfugi sfociati nell abusivismo, e dall altro, l emanazione di sporadiche leggi regionali di deroga di difficile interpretazione, generando spinte di sviluppo solo di alcuni settori e per di più in modo incontrollato. Tutto ciò richiede una rivisitazione dei vincoli esistenti in modo da renderli più aderenti ai reali valori paesaggistici da proteggere, evitando di persistere su norme complesse e farraginose che restano generalmente inosservate. Bisogna attivare strumenti di pianificazione che possano valutare e contemperare unitariamente i vari interessi collettivi e sempre con continuità. Tutto finalizzato ad ottenere l adeguamento alla evoluzione sociale ed alle esigenze pubbliche sopravvenute, anche nel settore della sicurezza, del rischio sismico, del dissesto idrogeologico. Ed allora il problema che si pone non è tanto il ridurre il valore limitativo di prescrizioni contenute nel PUT quanto, piuttosto, di esprimere la volontà di costruire nuove prospettive cercando di 11

12 correlarsi a nuovi progetti di futuro e di area vasta, che riguardano il territorio di Castellammare di Stabia ed il suo comprensorio, così come descritto nei capitoli precedenti. Da quanto sopra esposto, emerge una evidente e stridente contraddizione di fondo che inficia l idea forza sia della L.R. n 16/04 che dello stesso PTR. Infatti la prospettata pianificazione elastica, continua e concertata, che si sostanzia, ancora una volta, nella riproposizione dei rigidi ed obsoleti contenuti del PUT, in chiara contraddizione con i nuovi principi stabiliti dalla Convenzione Europea del Paesaggio di Firenze del 2000, e dall Accordo Quadro Stato Regioni, continua a rappresentare un elemento ostativo al processo di una rinnovata esigenza di crescita e di sviluppo dell intero territorio Sorrentino-Amalfitano, capace di garantire anche la tutela attiva del territorio. Nasce pertanto l esigenza che la Regione Campania risolva questa contraddizione e che, nell articolato del PTR, fissi la decadenza della L.R.35/87, disponendo contestualmente l autonomia provinciale nella redazione del PTCP, che dovrà certamente conformarsi alla normativa comunitaria, statale e regionale, ma in maniera completamente autonoma dalla L.R. 35/87. Fanno parte integrante della presente proposta di delibera al Consiglio Comunale i seguenti atti: Considerazioni sul documento di osservazioni al PTR, redatto dall agenzia di promozione e sviluppo TESS ; Bozza di documento sulle osservazioni e mozioni di modifica alla Proposta di PTR, redatto dai comuni ricadenti nell area PUT; Line di indirizzo del Piano Strategico approvate con delibera di Giunta Comunale n 194 del Tutto ciò considerato, la Giunta Comunale, con votazione unanime espressa favorevolmente in forma palese, DELIBERA Di proporre al Consiglio Comunale la condivisione dei contenuti del Documento di cui in premessa, che qui è da intendersi integralmente richiamato e trascritto; delegare l Assessore all urbanistica, assistito dal Settore Urbanistico, A PARTECIPARE ALLA Conferenza di Pianificazione sul PTR indetta dalla Provincia, con il mandato di rappresentare il Comune di Castellammare sulla scorta delle argomentazioni e delle finalità indicate nel citato Documento di cui alla premessa. Dare atto che la presente non comporta impegno di spesa, trattandosi di atto di indirizzo, e pertanto prescinde dal parere di regolarità contabile di cui all art.49 del TUEL. La presente deliberazione con voti unanimi viene dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell art.134 comma 4) del TUEL. 12

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