AMBITO DI MARTANO GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI

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1 AMBITO DI MARTANO GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI (CALIMERA, CAPRARICA DI LECCE, CARPIGNANO SALENTINO, CASTRI DI LECCE, MARTANO, MARTIGNANO, MELENDUGNO, STERNATIA, VERNOLE E ZOLLINO) PIANO di ZONA T R I E N N I O 2014 /

2 PRESENTAZIONE L elaborazione del Piano Sociale di Zona rappresenta un momento importante per le Amministrazioni Comunali di Calimera, Caprarica, Carpignano, Castrì, Martano, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino, non solamente per la proposta progettuale che esso esprime, ma soprattutto per la metodologia adottata nel processo della programmazione che si è sviluppato sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni associati sia attraverso il lavoro dei tavoli tecnici e tematici cui hanno partecipato non solo le istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale, del volontariato e delle organizzazioni sindacali. Con il Piano di Zona gli Ambiti sono stati chiamati a definire un quadro triennale di progettazione con una dotazione finanziaria relativa solo alla prima annualità. Alle risorse ordinarie si sono sommati i fondi del Piano di Azione e Coesione per prima infanzia e anziani. Questa impostazione comporta la programmazione annuale del PdZ e la prosecuzione del lavoro di concertazione che si è attivato tra tutti i Soggetti pubblici e privati, a cui va il ringraziamento delle Amministrazioni comunali dell ambito territoriale che, da una parte hanno ruolo e competenze istituzionali e, dall altro operano, a diverso titolo, all interno della rete, formale e informale, dei servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi. Il Presidente del Coordinamento Istituzionale Alessandro Costantini 2

3 INTRODUZIONE IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA. DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE Il Piano Politiche Sociali della Regione Puglia per il triennio è stato il primo piano articolato per Obiettivi di servizio in tutte le aree prioritarie di intervento, vincolando la programmazione locale su obiettivi centrali quali la creazione di una rete di servizi domiciliari e a ciclo diurno a favore di anziani, disabili, famiglie, senza trascurare gli interventi più tradizionali di inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Numerose sono le novità del Piano Regionale delle Politiche sociali , approvato dalla giunta regionale il 2 agosto Innanzitutto l introduzione di specifici obiettivi di servizio nell area Contrasto alla povertà, con l attivazione di un pronto intervento sociale in ogni ambito e con la regolamentazione dei contributi economici; la programmazione triennale con una dotazione finanziaria annuale e il raccordo con i Piani di Intervento nazionali e comunitari. A questi obiettivi vanno ad aggiungersi gli seguenti obiettivi, verso cui tendere entro il 2016: 1- Sostenere la rete di servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi; 2- Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva; 3- Promuovere la cultura dell accoglienza; 4- Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori, 5- Promuovere l integrazione socio-sanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze; prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. L integrazione socio-sanitaria rappresenta un obiettivo strategico del Piano Regionale; essa va attuata determinando una concreta integrazione e sinergia tra il sistema dei servizi sociali e sanitari, il potenziamento delle politiche sociali dei Comuni attraverso la realizzazione delle indicazioni della legge 328/00 e la promozione nelle AA.SS.LL. di una riconversione graduale della spesa a favore della Sanità Territoriale, in particolare nelle aree ad elevata integrazione degli anziani, disabili, salute mentale. Poiché l obiettivo generale è quello di evitare o ritardare il più possibile l istituzionalizzazione, tutti gli sforzi devono essere diretti all incremento delle cure domiciliari ed in particolare dell ADI. A tale scopo il 12 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Accordo di Programma che disciplina le responsabilità e gli impegni reciproci dell Ambito e del Distretto, relativamente alla PUA, all UVM e alla composizione dell equipe delle cure domiciliari. Le risorse ordinarie a disposizione dell Ambito sono quelle del Fondo Regionale, quelle del Fondo Nazionale e quelle del Fondo nazionale per la non autosufficienza a cui vanno ad aggiungersi le risorse provenienti dal cofinanziamento dei Comuni ed i fondi straordinari del Piano di Azione e Coesione (PAC) per anziani e prima infanzia. 3

4 IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA La Regione Puglia ha disegnato un sistema di welfare plurale con responsabilità ed obiettivi condivisi tra i diversi attori sociali ed istituzionali, favorendo la partecipazione dei cittadini alle diverse fasi del processo di costruzione del Piano di zona. La partecipazione delle associazioni al processo di elaborazione delle politiche sociali è una delle modalità principali attraverso cui si sostanzia il principio di sussidiarietà, che ha trovato rilevanza costituzionale con l approvazione della legge n. 3 /2001. L'esperienza della programmazione di zona naturalmente non nasce dal nulla, ma si propone e si realizza grazie a un processo di innovazione delle politiche sociali e sociosanitarie che, dalla metà degli anni '90, pur con incertezze e contraddizioni, si è andato sviluppando. Passi significativi ne sono stati fatti come la esperienza programmatoria e operativa della Legge 285/97 nel campo degli interventi a sostegno delle responsabilità familiari e a favore dei minori. La rilevanza e la portata innovativa dei Piani di Zona sta in primo luogo nell'aver superato un cronico limite dimensionale e di dotazione dei primi attori istituzionali delle politiche sociali, i Comuni. La sfida che attende i Comuni è il passaggio dalla programmazione integrata allo stesso livello di ambito, ad un governo delle politiche e dei servizi sociali e sociosanitarie sempre più integrato a livello di ambito zonale, nelle altre sue dimensioni, normative, gestionali, organizzative, ecc.. La qualità del sistema integrato dipende ovviamente anche dal livello di integrazione con i servizi sanitari. L'integrazione tra il sociale e il sanitario e, più in generale, le diverse politiche influenti sul benessere e la socializzazione è un punto di attenzione trasversale alla Legge 328/00, che in più punti ne sottolinea l'importanza; seguendo le prescrizioni del Dpcm 229/99, le funzioni e le attività sociosanitarie devono essere programmate congiuntamente da Comuni e dalle ASL, con scelte concordate e coerenti espresse tanto nei Piani di Zona quanto nei programmi delle attività territoriali dei distretti sanitari, dato che tanto i Comuni che le ASL debbono impegnare risorse di varia natura per attuare interventi di tal genere. La legge n. 328 dell 8 novembre 2000 ha avuto il merito di favorire lo sviluppo di un 4

5 sistema di welfare fondato sulla logica dell integrazione dei servizi socio-sanitari; ha aperto una fase delicata e di profondo cambiamento nell ambito dei servizi alla persona, che ha portato ad un graduale superamento di logiche campanilistiche su cui erano arroccati non solo i singoli comuni, ma tutti gli attori sociali, pubblici e privati coinvolti in tale processo di cambiamento del welfare. L Ambito ha attivato le procedure per l avvio del percorso di progettazione partecipata per la definizione del III Piano di zona e dei servizi di cura alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti previsti dai PAC, con delibera del C.I. n. 30 del 9 ottobre Il 10 ottobre è stato pubblicizzato l avviso pubblico mediante manifesti murali affissi in tutti e 10 i Comuni dell Ambito, inoltre l avviso è stato pubblicato sul sito del Comune di Martano, capofila dell Ambito, sui siti dei Comuni appartenenti all Ambito e trasmesso al Centro Servizio Volontariato Salento (CSVS), che aveva dichiarato la sua disponibilità a collaborare per la convocazione di tutte le associazioni di volontariato del territorio dell Ambito. Con apposita richiesta scritta sono stati invitati i rappresentanti dei seguenti soggetti pubblici: 1. Provincia di Lecce; 2. Azienda Sanitaria Locale, la struttura operativa del distretto e i servizi specialistici del distretto; 3. Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Lecce; 5. Servizio Sociale Distrettuale Minori (USMM) di Lecce; 6. Scuole dell Ambito In dettaglio si riporta il seguente calendario dei lavori della concertazione: 1. GIOVEDI 24 ottobre Istituzione Tavolo di Concertazione; 2. LUNEDI 28 ottobre Avvio dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche; 3. MARTEDI 29 OTTOBRE 2013 Prosecuzione dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche; 4. GIOVEDI 31 ottobre Esito della concertazione; 5

6 5. Predisposizione bozza piano di Zona triennio ; 6. Condivisione schede di dettaglio con i gruppi e con il tavolo di concertazione rispettivamente il 20 e il 27 dicembre 2013 e sottoscrizione dei patti di partecipazione; 7. Incontri con i sindacati il 6 novembre 2013, il 10 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2014 e sottoscrizione del protocollo d intesa con tra i Comuni dell Ambito e le Organizzazioni Sindacali. : Allegati: 1. Copia dell avviso di avvio del procedimento di progettazione partecipata per la stesura del PdZ; 2. Prospetto di intesi delle proposte raccolte e degli esiti valutativi 3. Copia della nota di convocazione del tavolo di concertazione con le OO.SS. e dei verbali delle riunioni del Tavolo di Concertazione 4. Protocollo d intesa tra Comuni associati e OO.SS su strumenti e metodi per l attuazione e la valutazione partecipata del PdZ 5. Elenco dei Patti di partecipazione sottoscritti 6

7 CAPITOLO PRIMO ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI. 1.1 Dinamiche demografiche e evoluzione della domanda sociale. Il Piano di Zona attuato dagli Ambiti Territoriali è lo strumento privilegiato di programmazione e di opportunità di sviluppo del sistema dei servizi sociali e sociosanitari della Regione Puglia. L obiettivo, da perseguire, è il potenziamento di un sistema di servizi proteso al miglioramento della qualità della vita, delle condizioni di benessere in favore di tutta la comunità locale. Il consolidamento del suddetto Piano passerà anche dall efficace allocazione delle risorse. Risulta fondamentale analizzare la composizione demografica della popolazione presente nell Ambito di Martano, per una lettura delle dinamiche del contesto sociale e della domanda dei servizi, come previsto dalla normativa vigente. Tav. 1 - Distribuzione Popolazione COMUNI Superficie Popolazione Residente Maschi Femmine CALIMERA 11, CAPRARICA DI LECCE 10, CARPIGNANO SAL.NO 40, CASTRI' DI LECCE 12, MARTANO 21, MARTIGNANO 6, MELENDUGNO 91, STERNATIA 16, VERNOLE 63, ZOLLINO 9, Totale 282,

8 Dall analisi della distribuzione della popolazione residente si rileva che il numero complessivo di residenti sul territorio dell ambito è di con una maggiore densità in quattro centri che contano più di 7000 abitanti. Considerando la distribuzione per sesso si nota una presenza femminile maggiore rispetto a quella maschile. Tav. 2 Popolazione residente per classe di età C O M U N I 0-2 anni 3-17 anni anni anni 75 anni e oltre CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO VERNOLE STERNATIA ZOLLINO T O T A L I anni 3-17 anni anni anni 75 anni e oltre CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO VERNOLE STERNATIA ZOLLINO T O T A L I Figura 1 popolazione per fascia di età 8

9 59% 12% 13% 0-2 anni 3-17 anni anni anni 75 anni e oltre Figura 2 Distribuzione complessiva per fascia della popolazione residente Ambito 13% 3% Dall analisi della popolazione per classi di età si osserva che la percentuale più alta di popolazione è compresa nella fascia tra i (pari al 59 %), ma non è da trascurare il numero delle fasce dipendenti, ultra sessantacinquenni e minori che corrisponde al 41%. Considerando il tasso di fecondità pari al 1,21 per le donne italiane e del 2,02 per le straniere, si conferma la tendenza della popolazione verso un progressivo invecchiamento. Tale orientamento viene confermato anche dall indice di vecchia che rappresenta il numero degli anziani con più di 65 anni ogni 100 giovani; valori di tale indice molto alti e superiori a 100 si hanno in società dove la popolazione anziana prevale rispetto su quella giovanile. L indice di vecchiaia, ossia il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, nel nostro Ambito è di 176 anziani ogni 100 giovani, molto più alto di quello della provincia di Lecce che è di 154,2. Considerata la presenza di un numero crescente di anziani si dovrebbero prevedere e potenziare una serie di attività e servizi rivolti a questa fascia garantendo livelli minimi di assistenza e assicurando la conoscenza e l accessibilità. Tav. 3 Distribuzione nuclei familiari C O M U N I NUCLEI FAMILIARI PER NUMERO COMPONENTI Nuclei familiari Nuclei famil. con 6 comp. o più Nuclei famil. con 1 componente CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE

10 MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO VERNOLE STERNATIA ZOLLINO T O T A L I Nuclei famil. con 1 componente Nuclei famil. con 6 comp. o più Nuclei familiari Calimera Caprarica di L. Carpignano Sal.no Castrì di Lecce Martano Martignano Melendugno Vernole Sternatia Zollino T O T A L I Figura 3 rappresentazione nuclei familiari per Comuni Dal confronto dei dati , emergono nuovi segnali di fragilità sociale: aumentano le persone sole ( + 10,8%) e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, aumentano, anche se in misura minore (+4,5%) coloro che vivono all interno del proprio nucleo familiare. Entrando nello specifico di coloro che vivono da soli, risultano evidenti alcune differenze tra Italiani e stranieri non solo a livello di distribuzione di percentuale (16,5 Italiani vs 6,4 Stranieri), ma anche per caratteristiche socio-anagrafiche. Le persone sole Italiane sono in prevalenza donne ( 63%) che superano i 64 anni, 1 su 4 ha figli che non vivono più con loro. Sono vedove che percepiscono una pensione non superiore ai 600 euro e come buona parte delle donne Italiane pensionate ( 55%), così come riportato dall Istat nell indagine sui trattamenti pensionistici del 2010, percepisce un reddito inferiore rispetto agli uomini della stessa età. Un dato nuovo su cui riflettere che emerge dai dati relativi al 2011 è rappresentato dall aumento di coloro che dichiarano di vivere insieme a persone esterne alla propria famiglia ( in totale +32%) non solo tra gli Stranieri (34%) ma soprattutto tra gli Italiani (+21,9%). Nell Ambito di Martano, la struttura delle famiglie è correlata alla situazione demografica e alle sue dinamiche. Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel 10

11 momento in cui si manifesta una patologia o disabilità. Analizzando i dati sulle famiglie con più di sei componenti si osserva che nell Ambito di Martano c è una bassa concentrazione, tranne in un Comune in cui risultano più numerose. Tav. 4 Popolazione Straniera Comuni Popolazion e Immigrata Minori Donne CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO STERNATIA VERNOLE ZOLLINO Totale % 50% 0% Popolazione Immigrata Minori Donne CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO STERNATIA VERNOLE ZOLLINO Totale Figura 4 Distribuzione popolazione Immigrata, per paese con presenza minori e donne distribuzione popolazione Immigrata 200 Pop. Imm. Minori Donne 0 Figura 5 Confronto popolazione Immigrata generale vs minori e donne 11

12 La necessità di focalizzare l attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento (+16%) verificatosi nel biennio Dalle statistiche emerge che, tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La Puglia, e il Salento in particolare, sono ancora terra di approdo per molti Immigrati. L Immigrato è solitamente una persona giovane che è venuta a cercare lavoro. Questo fenomeno ha iniziato ad avere delle ricadute sulla demografia del nostro paese, il contributo degli stranieri alla crescita del tasso di fecondità indica che queste persone partecipano a definire il saldo positivo registrato dalla popolazione Italiane negli ultimi dieci anni. Negli ultimi anni aumenta la presenza delle donne nei processi migratori. Provando a definire il profilo di queste donne emerge la presenza di un alto numero di donne che provengono dall Est Europa. Queste donne vivono in una condizione di particolare vulnerabilità sociale, giungono in Italia con la speranza di uscire da una condizione sociale difficile. Spesso sono badanti, proprio per questo, probabilmente dichiarano di vivere in un nucleo con estranei, il 13% ha un reddito, ma troppo basso per garantire loro l autonomia. Analizza la situazione familiare degli stranieri è una questione complessa, poiché le modalità di organizzazione familiare degli stranieri incontrano un gran numero di variabili da nazionalità a nazionalità. La popolazione Immigrata nell Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne. La nazionalità maggiormente presente è quella Rumena come rappresentato nel grafico sotto riportato Romania Bulgaria Marocco 0 Figura 6 presenza Nazionalità Ambito Marttano 12

13 La domanda sociale Le disposizioni attuali indicano una nuova fase nella quale il legislatore riesce ad individuare più organicamente i collegamenti con gli altri settori nel sistema delle risorse tra i diversi ambiti di intervento, individuando un sistema unificato di accesso alle prestazioni e alle risorse che accompagnano il cittadino nella fruizione dei servizi, attraverso percorsi integrati ed un approccio globale e personalizzato. A causa della molteplicità dei servizi socio-assistenziali e dei servizi socio-sanitari spesso i cittadini che vivono situazioni di disagio socio-sanitario hanno difficoltà ad orientarsi ed a seguire i vari percorsi istituzionali. L organizzazione spesso si presenta ancora connotata da rigidità organizzativa o procedurale, da un forte squilibrio tra la rigidità dei servizi (organizzazioni e procedure standardizzate) e la singolarità delle persone e da una settorializzazione, frammentazione delle prestazioni perciò è fondamentale che le informazioni arrivino ai cittadini e le procedure di accesso ai servizi e alle prestazioni siano semplici e trasparenti e i servizi siano organizzati per accogliere sia le diversità, le differenze, sia le complessità e la costante evoluzione dei bisogni. Assume un importanza strategica l accesso ai servizi che rappresenta il punto di incontro tra domanda sociale e l offerta dei servizi. Secondo i principi ispirativi delle leggi socio-sanitarie occorre permettere al cittadino di accedere correttamente ai servizi e di ottenere risposte adeguate occorre dare corpo a quella parte della riforma viene definita Welfare di Accesso. Le persone presentano problematiche differenti e non sempre conoscono, né sanno utilizzare allo stesso modo i servizi rischiando così di non garantire un uguaglianza di trattamento dato che non tutti i cittadini hanno un bagaglio adeguato di informazione sociale per affrontare i problemi legati all assistenza quotidiana e\o rivolgersi ai servizi competenti. Per chi accede l accoglienza è il primo indice della qualità ed efficienza dei servizi. L accoglienza o welfare di accesso nella realtà ha trovato molteplici traduzioni che hanno accentuazioni e peculiarità diverse. Un efficace welfare di accesso non può prescindere da una messa in rete delle differenti declinazioni strutturali dell accoglienza e della tutela del cittadino; senza un reale coordinamento, i diversi servizi per l accoglienza rischierebbero di riproporre la settorialità e la parcellizzazione che la loro attività dovrebbe superare e ricomporre. Perciò i servizi previsti sono: Servizio di Segretariato Sociale, Sportelli informativi, Porta unica di Accesso. La funzione di accoglienza domanda e il rilevamento dei bisogni di fatto avviene attraverso il Servizio di Segretariato Sociale che dai primi mesi dell anno scorso si è strutturato con una cartella sociale 13

14 strutturato con moduli per la registrazione degli accessi. Aumentano le persone sole e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel momento in cui si manifesta una patologia o disabilità. La necessità di focalizzare l attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento verificatosi nel biennio Dalle statistiche emerge che, tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La popolazione Immigrata nell Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne. Inquadramento territoriale e socio-economico del piano sociale Il territorio interessato dall'intervento progettuale è delimitato da una superficie molto estesa comprendente i Comuni di Martano, Calimera, Caprarica di Lecce, Carpignano Salentino, Castri di Lecce, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino. La qualità della vita, in modo trasversale, in tutti i comuni ricadenti nell Ambito è interessata da fenomeni sociali che meritano la massima attenzione da parte delle istituzioni. Allo stato attuale sono state avviate politiche sociali tese a contrastare detti fenomeni e, pertanto, si rende necessario e urgente intervenire con nuovi approcci metodologici basati sulla concertazione e sulla integrazione degli interventi, dei servizi, coinvolgendo il terzo settore. E' indispensabile mettere in atto tra tutti i comuni dell Ambito un sistema di servizi che superi le barriere localistiche per permettere di programmare insieme azioni rivolte a valorizzare la creatività e lo spirito d'impresa. La situazione sociale della popolazione, a causa della mancanza di appropriate infrastrutture come luoghi di aggregazione, di svago e di cultura, ha determinato la nascita di un tipo di spontaneismo sociale che prolifera per qualche breve periodo senza incidere, però, nel tessuto connettivo in termini di saperi o di modifica degli stili comportamentali. La disgregazione delle Comunità, nel senso classico del termine, è caratterizzata da forti lacerazioni e l'azione sociale e politica determina compartimenti stagno e i diritti di cittadinanza che vengono elusi in modo silente. La concertazione, l'inclusione sociale e politica deve essere la strada maestra che genera nuove forme di protagonismo sociale e culturale. Le energie migliori dell'intero territorio devono essere messe nelle condizioni di apportare sostanziali innovazioni creando rapporti solidaristici tra tutte le generazioni. Un modo avanzato per rompere l'immobilismo e, nel contempo, contrastare il diffondersi dei fenomeni e delle forme di devianza o disadattamento. La promozione e la valorizzazione delle risorse esistenti sul territorio, inteso come Ambito, rappresenta una modalità concreta per far pulsare il cuore delle 14

15 comunità. La cornice sociale sopra delineata non è dissimile da quella economica: l'area territoriale è caratterizzata da un modello di sviluppo diseguale e a due velocità. Dall'analisi socioeconomica si delineano contesti diversi con uno scarso livello di integrazione. E' un'area dalle potenzialità straordinarie, ma non è ancora in grado di fare" sistema" per mettere insieme le parti mancanti che potrebbero costituire un " nuovo soggetto" più appropriato per soddisfare i bisogni emergenti della popolazione. Una politica economica che non è ancora riuscita a scollarsi da dosso le logiche assistenzialistiche; infatti, le imprese a conduzione familiare incontrano enorme difficoltà a collocarsi sul mercato del lavoro. L'integrazione dal basso potrebbe essere la leva giusta per rompere i vecchi schemi mediante il coinvolgimento sinergico di nuove risorse costruendo, in questo modo, un futuro migliore per tutti all'insegna dell'autodeterminazione e della valorizzazione delle proprie capacità imprenditoriali. L Ambito di Martano occupa un ruolo di rilevanza strategica, non solo come posizione geografica, ma soprattutto come potenzialità di sviluppo che potrebbe trasmettere all intera area. La centralità è riconosciuta per il polo scolastico, per il commercio, l artigianato e per le bellezze paesaggistiche. 1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio educativi e sociosanitari Sul territorio dell Ambito, è da evidenziare una scarsa dotazione di strutture e servizi e solo pochissimi sono autorizzati al funzionamento. Si elencano di seguito le strutture presenti sul territorio: Asili nido : n. 2 Calimera di cui 1 privato n. 1 Caprarica n.1 Martano n.1 Melendugno Ludoteca: n. 1 Calimera Centro diurno socio educativo per disabili: n. 1 Calimera n. 1 Melendugno Centri anziani: n. 1 Calimera n. 2 Carpignano 15

16 n. 1 Caprarica n. 1 Martano n. 1 Martignano n. 2 Melendugno n. 2 Vernole n. 1 Zollino INFRASTRUTTURE DELLA ASL Centro riabilitativo (asl) n.1 Zollino n.1 Strudà INFRASTRUTTURE PRIVATE : per anziani n. 1 Calimera n. 1 Castrì n. 1 Martano n.1 Melendugno per disabili: n. 1 Castrì per minori: n. 1 Martano (autorizzato) Un analisi dei punti di criticità riferita alla dotazione di strutture nel territorio dell Ambito di Martano evidenzia, quale principale elemento negativo, l assenza di alcune strutture diurne e residenziali e l insufficienza di altre. L Ambito, nel mese di aprile 2012, ha pubblicato un Avviso Pubblico Interno per la definizione delle procedure di presentazione, di attuazione, di finanziamento e di valutazione dei progetti definitivi di investimento per la realizzazione di strutture a valere sulla linea 3.2 dell Asse III del PO FERS. Il Piano di Investimenti presentato dall Ambito e finanziato dalla Regione prevede le seguenti infrastrutture che andranno ad incrementare l offerta di infrastrutture nel nostro territorio: Residenza Sociosanitaria Assistenziale per anziani; - MARTANO Centro Diurno Integrato per il supporto cognitivo e 16

17 comportamentale ai soggetti affetti da demenza; - CAPRARICA Centro Diurno per Minori; - MARTIGNANO Piscina Fisioterapica MELENDUGNO Centro Socio-Educativo riabilitativo per disabili; - STERNATIA Realizzazione di un Centro diurno Alzheimer; - VERNOLE AFITUME (AIUTIAMO) Centro Residenziale per Minori ZOLLINO 1.3 L attuazione del sistema degli obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra il 2010 e il 2013 Per porre delle valide basi ai fini della nuova programmazione si deve procedere ad una attività di analisi e valutazione del precedente Piano di Zona. Risulta, infatti, fondamentale una rilettura oggettiva e critica di quanto realizzato per poter valutare, da un lato, la capacità di risposta da parte dell Ambito rispetto alle innumerevoli istanze provenienti dal territorio di sua competenza, dall altro l effettiva realizzabilità degli obiettivi prefissati, qui valutati, con una prospettiva innovativa, rispetto alla prima formulazione. L attività di programmazione è rivolta alla strutturazione di un nuovo sistema di servizi, consapevoli che l esperienza del precedente triennio sarà utile per migliorare la gamma degli interventi rivolti alla persona. Detta attività di valutazione sarà avviata attraverso un analisi ponderata al fine di valutare la prima triennalità nei suoi punti di forza e di criticità. Di seguito viene esposta una breve analisi dei singoli servizi ed interventi effettuati nel periodo : Gli interventi effettuati dal Servizio Sociale Professionale nell ottica di rete, con tutti i servizi socio-sanitari del Distretto e con il terzo settore, per quanto attiene la presa in carico di 17

18 casi, sostegno alla famiglia, minori, anziani, disabili, immigrati, tossicodipendenti e disabili psichici, inserimenti lavorativi, sono : - EDUCATIVA DOMICILIARE: presa in carico delle famiglie con provvedimento del Tribunale e alle quali è stato garantito ai figli minori di scongiurare l allontanamento e superare lo stato di conclamato disagio, mediante il sostegno alla genitorialità; - AFFIDO FAMILIARE: vengono presi in carico nuclei che presentano disagi. Per le famiglie affidatarie sono previsti dei contributi economici di sostegno; - MINORI RICONOSCIUTI DA UN SOLO GENITORE: erogazione di contributi; - MINORI PRESI IN CARICO con provvedimento del Tribunale per i Minorenni; - SOSTEGNO SCOLASTICO a favore di minori; - INTEGRAZIONE RETTE PER INSERIMENTO AL NIDO; - ATTIVITA LUDICO-SPORTIVE E DI SOCIALIZZAZIONE in favore dei minori dai 6 ai 14 anni di età durante il periodo estivo di chiusura delle scuole; - UNITA DI VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE sono stati effettuati interventi per ADI e per soggetti in residenze protette; - PRIMA DOTE NUOVI NATI ; - Servizio di Trasporto presso il centro diurno di Strudà di Vernole e di Zollino; - INSERIMENTI LAVORATIVI a favore di persone svantaggiate rivolte alle seguenti categorie: tossicodipendenti; disabili psichici; minori; immigrati; - SERVIZI A FAVORE DI DISABILI : Integrazione scolastica; Compartecipazione alle spese di trasporto presso il centro di riabilitazione del distretto; Assistenza domiciliare Integrata (ADI); Assistenza domiciliare Sociale (SAD); - SERVIZI A FAVORE DELLE PERSONE ANZIANE Assegno di cura; ADI; SAD - SERVIZI PERSONE IMMIGRATE Sportello informativo; 18

19 1.4 L Attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento dei Comuni N.ro Comune POPOLAZIONE (30%) 1 Calimera 7.270, Caprarica di Lecce Carpignano Salentino Castri di Lecce 2.577, , ,00 5 Martano 9.312,00 6 Martignano 1.718,00 7 Melendugno 9.613,00 9 Sternatia 2.422,00 8 Vernole 7.287,00 10 Zollino 2.056,00 TOT ,00 SUPERFICIE (5%) 11,14 10,82 48,03 12,22 21,84 6,35 91,06 16,51 60,57 9,89 288,43 QUOTA 30% QUOTA 5% , ,40 NUCLEI FAM.RI RESIDENTI (10%) 2.911, , , , ,00 691, , , ,00 842, ,00 QUOTA 10% ,80 Pop.minorile 0-17 (20%) Pop.anziani >=65anni (35%) 939, , ,00 617, ,00 764, ,00 586, , , ,00 419, , , ,00 596, , , ,00 420, , ,00 13 QUOTA 20% QUOTA 35% , , R A) FNPS B) FNA C) FGSA anno 2.013, , ,00 TOTALE QUOTA RIPARTO 30% A)+ B)+C)

20 1.5 Buone pratiche e cantieri di innovazione avviati La forte crisi economica e finanziaria impone la razionalizzazione delle risorse ed il contenimento della spesa in un momento in cui cresce la domanda di assistenza ed emergono nuovi bisogni. Tutto questo impone un cambiamento, una innovazione nelle politiche di welfare. L obiettivo è quello della strutturazione di un welfare di prossimità basato sulla relazionalità e sulla solidarietà. Partendo da tali principi, infatti, si potranno attivare processi partecipativi e coesi che promuovono dal basso la filosofia della Community-care nelle singole realtà locali. A tale logica risponde anche la sperimentazione dei progetti nn. 41 e 42 rispettivamente DISTRETTO per la FAMIGLIA e Rigenerazioni delle Comunità. Allegati: 1. Quadri riassuntivi della spesa sociale 2010/2012 dei Comuni con attestazione 2. Quadro riassuntivo dei servizi attivati dall Ambito nel PsdZ

21 CAPITOLO II LE PRIORITA STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO. 2.1 La strategia dell ambito territoriale per il consolidamento del sistema di welfare locale La programmazione del nuovo Piano Sociale di Zona, mira a consolidare l integrazione tra le politiche sociali, socio-sanitarie e del terzo settore, integrazione già avviata presso il nostro Ambito, grazie alla sottoscrizione di alcuni protocolli di intesa: - il 30 maggio 2013 è stato sottoscritto, tra l Ambito Territoriale e la Asl, il Protocollo di intesa per la gestione integrata del Centro Diurno Socio Educativo e Riabilitativo per persone con notevole compromissione delle autonomie funzionali con sede in Zollino. - con delibera del Coordinamento Istituzionale n. 26 del 07/08/2013 è stato approvato il progetto per il potenziamento dell equipe multidisciplinare maltrattamento e abuso e in data 25/09/2013 l Ambito ha sottoscritto con l ASL il protocollo operativo per la costituzione dell equipe integrata affido adozione, che si occupa sia dell adozione nazionale che di quella internazionale; - in data 25/09/2013 l Ambito di Martano ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Distretto Socio Sanitario per l organizzazione ed il funzionamento della Porta Unica di Accesso; Pertanto, la programmazione del Piano di Zona per il triennio mira a potenziare le seguenti priorità strategiche di intervento: - SOSTENERE LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI - SOSTENERE LA GENITORIALITA E TUTELARE I DIRITTI DEI MINORI - CONTRASTARE LE POVERTA CON PERCORSI DI INCLUSIONE ATTIVA - PROMUOVERE LA CULTURA DELL ACCOGLIENZA - PROMUOVERE L INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA E LA PRESA IN CARICO DELLE NON AUTOSUFFICIENZE - PREVENIRE E CONTRASTARE IL MALTRATTAMENTO E LA VIOLENZA - ATTUARE INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi L obiettivo centrale del Piano di Zona è quello di consolidare, sostenere e 21

22 laddove possibile, ampliare la rete di strutture e servizi per la prima infanzia, pubblica e privata, attiva sul territorio, anche attraverso l integrazione delle fonti di finanziamento e delle politiche, avendo cura di ampliare l offerta laddove risulta essere più carente. Il tema del sostegno alle famiglie ed alla funzione genitoriale è centrale nel dibattito sull infanzia e sulle politiche familiari. Le famiglie, in quanto espressione di modelli, di valori, di stili e comportamenti sociali, sono portatrici di esigenze che si evolvono e mutano continuamente: dai cambiamenti sociali più ampi, come quello che stiamo attraversando caratterizzato da una grave crisi economica, ai cambiamenti più intrafamiliari, che riguardano ad esempio i processi di cura. Le famiglie contemporanee sembrano essere in costante movimento, sia nei confronti del contesto esterno, sia nelle relazioni interne sia, presumibilmente, nelle singole identità. Questi movimenti, se da una parte mettono in luce la capacità delle famiglie di reinventarsi quotidianamente, dall altra possono concorrere a generare un senso di insicurezza nel gestire i processi che le coinvolgono. E necessario progettare forme di sostegno alle famiglie, sia nell ambito educativo che in quello di conciliazione e cura, con parametri qualitativi adeguati e in una logica integrata sia dal punto di vista progettuale che organizzativo. Pertanto, il piano intende ridisegnare il welfare locale, a partire dalla valorizzazione e dalla responsabilizzazione della comunità nel suo insieme, gli attori sociali, le famiglie, le persone. Alle famiglie ed ai minori è riservata un attenzione primaria: rafforzare il sostegno alla genitorialità in tutte le sue forme è uno degli obiettivi strategici da perseguire per promuovere il benessere dei piccoli e dei loro genitori e quindi prevenire la caduta in forme di disagio e fragilità relazionali ed economiche. Aiutare le famiglie anche attraverso la promozione di strumenti di conciliazione dei tempi di cura e lavoro ampliando l offerta di opportunità per le donne nel mercato del lavoro. Da qui la scelta di potenziare la sinergia ed il raccordo tra alcuni servizi ed interventi specificamente rivolti alle famiglie con figli piccoli, cosi da offrire loro opportunità ulteriori sia sotto il profilo educativo che della cura e conciliazione, assicurando qualità, flessibilità, innovazione. L obiettivo del riequilibrio territoriale caratterizza anche il Programma per i Servizi di Cura (PAC Cura) del Piano di Azione e Coesione INFANZIA. Inoltre, in continuità con quanto già avviato nel triennio precedente con gli Studi di fattibilità per i Piani dei Tempi e degli Spazi, anche al fine di promuovere una cultura diffusa sul tema della conciliazione vita-lavoro e della condivisione del lavoro di cura tra i generi, sarà incentivata la sperimentazione di progetti integrati tesi a favorire l organizzazione dei 22

23 servizi pubblici e privati, i servizi di mobilità, le opportunità di fruizione degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, etc., in modo da sostenere indirettamente l accesso all occupazione e ad accrescere la partecipazione sostenibile e l avanzamento delle donne nel mercato del lavoro. In coerenza con quanto sopra esplicitato, si specifica che nell Ambito di Martano sono attivi 4 Asili Nido nei Comuni di: Calimera, Caprarica di Lecce, Martano e Melendugno ed una sezione Primavera nel Comune di Vernole che raggiungono il valore target di Ambito del 35% di dotazione di asili nido. L obiettivo dei servizi di Asilo Nido è quello di sostenere le famiglie nella crescita e formazione dei bambini d età 3-36 mesi, obiettivo che l Ambito si prefigge di raggiungere attraverso l attivazione delle procedure amministrative per l erogazione dei Buoni servizio di conciliazione per l infanzia e l adolescenza. Pertanto in coerenza con gli interventi a diretta titolarità regionale, nell ambito del Piano sociale di zona , si intendono perseguire i seguenti obiettivi: A. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete servizi socioeducativi per l infanzia Azioni da realizzare - Attuazione delle procedure amministrative per l erogazione dei Buoni servizio di conciliazione per l accesso ai servizi per l infanzia e l adolescenza per favorire l accesso a tariffe agevolate alla rete di strutture e servizi così come previsti dall Avviso Pubblico (AD. n.1425/2012); - Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture e servizi iscritte al Catalogo telematico dell offerta; - potenziamento della rete infrastrutturale dei servizi educativi per la prima infanzia e per i minori a con la finalità di riequilibrare territorialmente l offerta dell Ambito B. Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro Azioni da realizzare - Consolidamento e messa a regime dell Ufficio Tempi e Spazi - Attivazione e sperimentazione del progetto Il distretto per la Famiglia. 23

24 Il sostegno della genitorialità e la tutela dei diritti dei minori La famiglia è un sistema in costante trasformazione, e ciò che più la caratterizza è il tema del cambiamento. Pensiamo a tutte le variabili che influenzano il percorso evolutivo di una famiglia, sia dall interno che nel contesto esterno in cui si colloca la relazione coniugale, la rete sociale, la situazione lavorativa ed economica e agli eventi critici che caratterizzano il succedersi delle sue fasi di sviluppo, che ogni volta prospettano nuovi compiti e richiedono soluzioni alternative. Il sistema famiglia va inteso come risorsa da valorizzare attraverso interventi di promozione della qualità della vita, prevenzione e sostegno per la promozione del benessere delle persone e delle comunità. Pertanto, l obiettivo che si persegue con il III Piano di Zona è quello di promuovere la famiglia come risorsa, assicurando il sostegno specialistico nei momenti di crisi, con specifico riferimento al sostegno per le responsabilità genitoriali, alla promozione di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla promozione e tutela dei diritti dei minori, al superamento di difficoltà di natura socio-economica. Accanto a tali azioni viene promossa e sostenuta la creazione di servizi a supporto della relazione genitori-figli e della tutela dei diritti dei minori. Le politiche per i minori sono, naturalmente, parte integrante delle politiche per la famiglia, in una logica di globalità sistemica. I profondi mutamenti che attraversano la famiglia introducono anche forti cambiamenti sull'universo dei minori: l'inadempienza o dispersione scolastica, l'aumento degli adolescenti che si avvicinano all'uso di alcolici e/o sostanze stupefacenti, il numero dei minori che entrano nel circuito penale, rappresentano gli indicatori di una crescente fragilità della fascia adolescenziale che, non sempre, trova la giusta protezione all'interno del proprio nucleo familiare. Il tavolo tematico della concertazione ha evidenziato la necessità di porre una sempre maggiore attenzione alle situazioni di disagio scolastico che, spesso, sono alla base di problematiche molto più complesse e che si manifestano, a volte, con comportamenti antisociali e/o di vero e proprio bullismo. Inoltre, il significativo numero di minori ancora presenti nelle strutture residenziali, rappresenta un elemento di forte criticità sul piano della tutela e del diritto del minore a crescere in famiglia. A partire dalla consapevolezza che l'età evolutiva è oggi portatrice di complessi bisogni sociali, che riguardano l'armonico sviluppo del minore, della sua famiglia e del contesto economico e socio-relazionale che lo circonda, gli obiettivi strategici qui individuati si concentrano sulla fascia dell età evolutiva che parte dall età scolare dell obbligo, concentrandosi sulla fascia preadolescenziale e adolescenziale. 24

25 La finalità generale di tutti gli interventi di questa area resta quella di promuovere la famiglia come risorsa, assicurando il sostegno specialistico nei momenti di crisi, con riferimento al sostegno per le responsabilità genitoriali. Si ritiene opportuno e necessario, in linea con gli obiettivi regionali, il raggiungimento dei seguenti risultati: A. Implementare e/o consolidare i Centri di Ascolto per le Famiglie e/o i servizi di sostegno alla genitorialità dell Ambito, con prestazioni qualificate e la possibilità di accedere a servizi di mediazione dei conflitti e spazio neutro, in stretta connessione con gli altri servizi territoriali, in particolare con quelli specifici offerti dalla rete consultoriale Azioni da realizzare: - Strutturazione del servizio con definizione di specifico modello organizzativo ed operativo che garantisca la massima capillarità territoriale e la prossimità alle famiglie del territorio al fine di offrire un punto di riferimento per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: ascolto e sostegno dei genitori con figli minori con problematiche; ascolto e sostegno dei genitori con figli ricoverati in istituto; mediazione nei nuclei conflittuali; consulenza legale; creazione di uno spazio neutro all interno del Centro; protocolli tra servizi (Consultori, Scuola, Terzo settore) per la creazione di una rete di interventi mirati per la Famiglia. B. Potenziare l assistenza domiciliare educativa quale efficace forma di intervento a favore sia dei bisogni di crescita dei minori, sia per le opportunità che offre di intervenire sull intero sistema familiare attraverso percorsi e processi condivisi, capaci di determinare cambiamento e crescita di tutti i membri del nucleo familiare. Azioni da realizzare: - consolidare il servizio ADE di Ambito territoriale; C. Qualificare i percorsi di affido familiare e sviluppare i percorsi di adozione nazionale ed internazionale, recependo pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di invertire la tendenza tra accoglienza familiare e accoglienza residenziale dei minori fuori famiglia, valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del Terzo settore per promuovere una cultura diffusa dell accoglienza. Azioni da realizzare: - implementazione operativa dell équipe multidisciplinare integrata per l affido e l adozione e per la presa in carico dei minori, delle famiglie affidatarie, della famiglie di origine, delle famiglie adottive; - creazione e potenziamento di reti integrate tra istituzioni, servizi pubblici e privati, associazioni di famiglie affidatarie; 25

26 - promozione e sperimentazione di differenti modalità e tipologie di affido (intrafamiliare, etero-familiare, part-time, affidamento a reti di famiglie, ecc) e di buone prassi per il rientro del minore nella famiglia di appartenenza o per la sua autonomia; - creazione dell anagrafe di Ambito delle famiglie affidatarie; - formazione per i genitori affidatati e aspiranti; - ridurre il numero di minori inseriti in strutture residenziali. - concreta integrazione tra i soggetti istituzionali e non che esercitano un ruolo importante nel processo dell adozione (Tribunali per i Minorenni, Servizi Sociali, Servizi Consultoriali, Enti Autorizzati, famiglie disponibili all adozione, Istituzioni Scolastiche, organizzazioni del Terzo Settore), anche attraverso l adesione operativa alle indicazioni fornite dalle Linee Guida Regionali. D. Consolidare e qualificare l offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno per minori per sostenere i bisogni di crescita e di socializzazione dei minori, il lavoro di cura delle famiglie, intercettare e prevenire il rischio di marginalità e devianza, contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e tutte le forme di bullismo, attraverso l integrazione con gli altri servizi socio educativi e con le istituzioni scolastiche, consentire efficaci e tempestive prese in carico da parte dei servizi territoriali preposti e l attivazione di progetti individualizzati. Azioni da realizzare: - estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture ex artt. 52, 104, attraverso la procedura dei Buoni servizio di conciliazione; - sperimentazione di percorsi innovativi per la prevenzione e il contrasto di forme di bullismo nelle scuole e tra adolescenti, attraverso la formalizzazione di una rete istituzionale ed operativa tra amministrazioni locali, istituzioni scolastiche, soggetti gestori dei centri diurni e organizzazioni del Terzo settore; - predisposizione di strumenti per i progetti individualizzati e definizione dei percorsi di raccordo con le attività dei Centri Famiglie e dell ADE, al fine di favorire la piena integrazione tra servizi e ottimizzare l impiego delle risorse professionali anche trasversalmente ai diversi servizi e interventi. E. Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti dell autorità giudiziaria e dei minori stranieri non accompagnati, attraverso la condivisione e l integrazione operativa tra i servizi sociali e sanitari degli Ambiti Territoriali, la Magistratura minorile e le comunità residenziali ospitanti, al fine di monitorare la qualità dei percorsi educativi intrapresi e la durata delle accoglienze residenziali rispetto a forme alternative di presa in carico. 26

27 Azioni da realizzare: - predisposizione di progetti individualizzati tra i servizi sociali comunali i servizi sanitari e la Magistratura minorile, capaci di rispondere sia ai bisogni dei minori interessati sia a quelli della famiglia d origine, anche al fine di ridurre la durata dell accoglienza rispetto a forme alternative di presa in carico La cultura dell accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali Nel processo di riforma del welfare, fondamentale è l avvicinamento del cittadino alla Pubblica Amministrazione al fine di garantire l accesso alle informazioni e ai servizi per la comunità. La centralità del welfare d accesso, rappresenta il fulcro del nuovo sistema di servizi del territorio inteso come welfare community, nel senso che l accesso ai servizi ed alle prestazioni così come il diritto alle informazioni, sono aspetti legati alla capacità di coesione che una comunità riesce a sviluppare per i suoi componenti. Il sistema di accesso deve assolvere ad una funzione di tipo promozionale, in quanto, con l emergere di nuove situazioni di fragilità ed esclusione e con la crescita della complessità dei bisogni, l efficacia di un sistema di welfare, si misura con la capacità di cercare il disagio e il bisogno laddove esso rimane inespresso, attivando una presa in carico personalizzata e mirata. Pertanto, un sistema di accesso efficace dovrebbe caratterizzarsi per le seguenti funzioni: - Rispondere alla domanda del cittadino con un informazione aggiornata, rapida, esatta, completa e chiara; - Segnalare e trasmettere al servizio competente la richiesta assumendo un ruolo attivo nel contatto tra cittadino e servizio richiesto; - Verificare la validità e congruità delle risorse al bisogno manifestato; le funzioni sopra elencate, sono tipiche del sistema di accesso che è il segretariato sociale strettamente connesse con un altra funzione fondamentale ossia quella della presa in carico dei cittadini/utenti, tipica del servizio sociale professionale che avvia un percorso di cura ed assistenza personalizzato, prevedendo inoltre, l attivazione di protocolli da adottare nei casi di urgenza, con il servizio di pronto intervento sociale. Riprendendo le linee già tracciate dai precedenti piani delle politiche sociali, si ravvisa la necessità di strutturare un sistema di accesso ai servizi e alle prestazioni universalistico ed efficace, capace di raggiungere l intera collettività, sia relativamente alla funzione di accesso ed inclusione che a quella di promozione della partecipazione attiva e consapevole del cittadino/utente alla costruzione del proprio sistema di welfare. 27

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