PROGETTO AIEP Brescia (Accoglienza Integrazione Emergenza Profughi)

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1 PROGETTO AIEP Brescia (Accoglienza Integrazione Emergenza Profughi) Sperimentare percorsi di accoglienza e integrazione per profughi-richiedenti asilo in provincia di Brescia. Premessa e inquadramento del fenomeno In considerazione della situazione di emergenza umanitaria nazionale relativa alla fuga di persone/profughi dalla Libia e da tutto il Nord Africa con il conseguente arrivo in Italia di numerosi uomini, donne e minori, si ipotizza un progetto d intervento in provincia di Brescia. Per meglio inquadrare il complesso fenomeno si specifica e si chiarisce quanto segue: 1. Attualmente non è dato sapere per quanto tempo durerà l instabilità dovuta alla crisi in Nord Africa ed alla guerra in Libia; 2. Le persone che scappano via mare, rischiando la vita, sono talvolta costrette da parte dei militari libici ad imbarcarsi, in altri casi la fuga via mare dalla Libia è determinata dal fatto che non sono aperte le frontiere terrestri (testimonianze raccolte da alcuni profughi accolti e fatti confermati anche da autorevoli fonti giornalistiche); altre fonti autorevoli dichiarano che sulla costa libica migliaia di persone attendono per imbarcarsi verso l Europa e l Italia. 3. Il Governo italiano ha dichiarato ad Aprile 2011 lo stato di emergenza umanitaria nazionale, affidando la gestione dell accoglienza temporanea dei profughi alla Protezione Civile, nominando il Commissario Gabrielli come delegato per l emergenza; 4. Il Governo, le Regioni, l UPI (Unione Province Italiane), l ANCI (Associazione Nazionale Comuni d Italia) hanno siglato un accordo relativo al Piano di accoglienza, richiamando tutti le Istituzioni della Repubblica Italiana ad attivarsi in tal senso; 5. Il Governo ed il Ministero dell Interno hanno predisposto un Piano previsionale di accoglienza articolato in 5 fasi, ciascuna comprensiva di 10 mila arrivi (totale 50 mila), da ripartirsi in maniera equa su tutto il territorio nazionale in base alla popolazione residente (attualmente siamo alla prima fase, con circa 10 mila arrivi); 6. In data 12/05/2011 è stato nominato per gestire l emergenza in Regione Lombardia il Commissario straordinario Dr. Giarola, su richiesta delle Istituzioni lombarde, in quanto nessuno si attivava in tal senso a dar corso all accordo siglato, successivamente sostituito dal dr. Russo (Vice Prefetto di Milano); 7. In Regione Lombardia, per questa prima-seconda fase sono state accolte circa 2000 persone, mentre in Provincia di Brescia sono state accolte circa 300 (1,5 per ogni Comune); 1

2 8. In Provincia di Brescia le persone sono attualmente accolte in due situazioni molto diverse, quanto a prospettive di integrazione: la prima più stabile e offerente una pluralità di servizi, la seconda invece presenta caratteristiche più temporanee ed incerte: Persone n. Struttura stabile Struttura temporanea Servizi attivabili Da Luglio-Settembre 27 Caritas Darfo BT 5 Casa Giona Breno 5 Casa Comune Malegno ( ref. SPRAR Breno, Coop K-pax-Casa Giona) 20 Ancelle Carità Brescia 10 Albergo Antica Fonte Brescia 15 Valpalot Pisogne 60 Corteno Golgi Casa vacanze 99 Monte Campione Artogne 3 Casa Liberation Carpenedolo SPRAR Cellatica Totale 244 su previsti 9. Per l accoglienza di queste persone il Soggetto Attuatore-Prefettura di Milano sta stipulando delle Convenzioni con gli Enti privati che prevedono la garanzia dei servizi di vitto e alloggio; 10. La situazione generale di crisi socio-economica, il taglio delle risorse al welfare ed ai servizi sociali comunali, non facilitano il lavoro di accoglienza ed integrazione dei profughi in nessun territorio locale; 11. L accoglienza delle persone è di competenza dello Stato, del Governo ma anche degli Enti Locali di tutta Italia (e non degli enti del privato sociale). Se i Comuni bresciani non indicano all Ente Gestore (Prefettura Milano) le strutture idonee, dignitose, meno impattanti sul territorio e sulla cittadinanza per accogliere i profughi, lo stesso dovrà comunque procedere (in forza del mandato) consapevole di poter sbagliare l individuazione delle strutture (vedi il caso Valpalot Pisogne, usato anche una seconda volta, prima per 29, ora per 15 persone ed il caso di Monte Campione con 100 profughi isolati nei verdi pascoli); 2

3 12. Se i Comuni e nessuno (singoli o enti) si attivano, l alternativa realistica (come già accade in altri territori) è la seguente: profughi che bivaccano alle stazioni o nei parchi pubblici, oppure super concentrazioni di persone in megastrutture con posti letto (ad es. come presso il residence nel Comune di Pieve Emanuele) particolarmente impattante sulla popolazione ed inadeguata a tutti i livelli; 13. Le indicazioni strategiche d intervento (della Protezione Civile, Ministero Interno, ANCI- SPRAR, ecc.) sono quelle di inserire i profughi in piccoli gruppi (5-20 persone) in diversi contesti locali, anche decentrati dalle metropoli. L eventuale rischio che accada quanto descritto al punto precedente porterebbe a vanificare ed annullare percorsi di solidarietà e di aiuto reciproco delle comunità locali realizzati in diversi anni da parte delle agenzie socioeducative. In considerazione della complessità della situazione, in seno al tavolo per l emergenza profughi a Brescia, si vuole proporre un intervento comune tra diversi enti e realtà sensibili circa il fenomeno. Soggetti coinvolti Centro SPRAR Breno: Centro Casa Giona Centro SPRAR Breno: Cooperativa Soc. K-pax Onlus Caritas Diocesana Centro Migranti Centro Caritas Darfo CGIL Brescia CISL Brescia Altri soggetti da coinvolgere: Comuni bresciani Provincia di Brescia ADL a Zavidovici Onlus Comunità alloggio Il Bucaneve di Sonico Cooperativa Rosa Camuna Alta Valle di Edolo Parrocchie della Diocesi Altri soggetti del Terzo Settore CGIL Valcamonica-Sebino Obiettivo generale Sperimentare e costruire percorsi di accoglienza e integrazione per profughi-richiedenti asilo in provincia di Brescia. Obiettivi specifici 1) Lavorare insieme, tra soggetti diversi, perseguendo un obiettivo comune; 2) Costituire un tavolo/gruppo di lavoro operativo sui richiedenti asilo; 3) Individuare strategie d intervento e di lavoro; 4) Realizzare una rete di accoglienza diffusa composta da Comuni, Istituzioni ed Enti della Provincia di Brescia; 5) Realizzare percorsi di integrazione per richiedenti asilo/profughi (vedi attività e servizi proposti nelle pagine successive). 3

4 Nota giuridica. Per i profughi inseriti in strutture stabili (cfr. punto n.8 della Premessa) è possibile formalizzare in Questura la domanda di asilo politico (tecnicamente chiamato C3) ed ottenere una ricevuta/primo permesso di soggiorno (rinnovabile ogni 3 mesi) che consente di: - fare il codice fiscale, - la tessera sanitaria/scelta del medico, - l iscrizione al Centro per l Impiego, - l iscrizione a corsi di formazione professionale e l effettuazione di Tirocini/stage/Borse lavoro (durata max 6 mesi per ogni Tirocinio). La formalizzazione della domanda di asilo politico in Questura precede la convocazione in Commissione Territoriale di Milano per la concessione della protezione internazionale. Per i profughi inseriti in strutture temporanee è possibile realizzare solo corsi di alfabetizzazione, orientamento legale ed ai servizi. Le attività ed i servizi attivabili, previsti dagli standard minimi dello SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati) si distinguono in tre macrovoci: 1) Servizi per l accoglienza 2) Servizi di integrazione 3) Servizi di tutela 1. Servizi per l accoglienza: a) vitto, alloggio, beni di prima necessità, erogazione diretta ai beneficiari presso strutture di accoglienza o appartamenti, pocket money giornaliero, accesso ai servizi erogati sul territorio; b) orientamento, assistenza sociale, accompagnamento sociale da parte degli Educatori Professionali dell Ente Gestore e attuatore; c) assistenza medico-sanitaria, iscrizione al SSN, accompagnamento per visite mediche; d) prima assistenza/consulenza psicologica svolta da personale interno; e) servizio di mediazione linguistico-culturale e di interpretariato. 2. Servizi per l integrazione: Servizi finalizzati all integrazione dei beneficiari, erogabili anche con l ausilio di mediatori linguistico-culturali: a) attivazione corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana (attivabili anche per le persone in strutture temporanee); b) attivazione o reperimento corsi di formazione professionale per i beneficiari; c) prevenzione dell esclusione sociale e promozione di attività di sensibilizzazione e di informazione alla cittadinanza relativamente all asilo ed alla protezione internazionale; d) inserimento socio-culturale attraverso specifiche attività ludiche, animative, educative e sportive per i beneficiari. e) osservazione, conoscenza, lavoro di rete sul territorio per verificare l eventuale possibilità di estendere l esperienza di accoglienza in altri luoghi. f) verifica della possibilità di lavori occupazionali: verificare copertura assicurativa (lavori socialmente utili-borse lavoro-volontariato sociale); verifica della disponibilità dei singolo a partecipare al progetto; verificare la capacità e professionalità dei soggetti al fine di un possibile inserimento che valorizzi il più possibile l esperienza; contattare ente locale/comunità montana direttamente o tramite: cooperative, enti o associazioni per selezionare lavori di utilità sociale non programmati dai bilanci dei comuni; copertura finanziaria per rimborso spese agli occupati; gestione, assistenza ed accompagnamento nei lavori; messa a disposizione degli strumenti tecnici da parte dell ente locale. 4

5 3. Servizi di tutela: a) supporto psico-socio-sanitario permanente con personale infermieristico ed educativo. b) accompagnamento da parte di mediatori linguistico-culturali presso i servizi specialistici per psicoterapie e terapie psico-farmacologiche, cure mediche e riabilitative. c) presa in carico ed attivazione di eventuale percorsi personalizzati di psicoterapia/psichiatria/fisiatria/riabilitazione da parte del Centro Psico-Sociale, Dipartimento Salute Mentale dell ASL del territorio; d) orientamento ed informazione legale sulla procedura di richiesta asilo, sulla normativa italiana ed europea in materia d asilo; e) orientamento ed informazione legale sui diritti/doveri dei beneficiari (attivabili anche per persone in strutture temporanee), sull accesso alla casa, sulle differenti procedure amministrative e burocratiche. Destinatari del Progetto - Profughi/richiedenti asilo ospitati in strutture stabili; - Profughi/richiedenti asilo ospiti in strutture temporanee. Durata e tempi Sei mesi per la prima accoglienza e l attivazione di percorsi di integrazione, rinnovabili di altri tresei mesi a seconda della durata della procedura di richiesta di asilo politico. Breno, 30/06/2011 5

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